Il ferroviere che amava la storia

di
Giovanni Acocella

Stroncato da un male inesorabile Salvatore ci ha lasciati. La sua famiglia perde un riferimento sicuro, i socialisti di Montella e dell'Alta Irpinia vengono privati, con la sua scomparsa, di un militante assiduo e appassionato, trasformatosi, molto spesso, in diligente organizzatore di convegni e di dibattiti. Ma la sua opera non può essere circoscritta alla terra d'origine. Alla gente della nostra provincia, oltre che della sua Montella, va ricordata la figura non comune di appassionato cultore del nostro passato e delle nostre tradizioni. Lavorava in ferrovia, sulla Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, e la sua diligenza ed operosità non lo misero al riparo dagli effetti della politica dei "rami secchi", che dapprima portò al ridimensionamento del personale e poi addirittura alla soppressione della linea ferrata. Fu costretto al pensionamento anticipato. I disagi del magro assegno di quiescenza furono parzialmente ridotti dalla possibilità di coltivare a tempo pieno, anche dopo l'incalzare della lunga malattia, la passione di sempre: lo studio della storia locale. Quella di Montella e di Bagnoli, quella dei socialisti, che lasciarono tracce in quella zona e in tutta la provincia, quella di altri personaggi come i Capone di Montella. Una pregevole storia di Montella in più edizioni, con numerosi altri studi e pubblicazioni. Dei lavori su Ferdinando Cianciulli, "fervido apostolo del socialismo irpino", e su Tommaso Aulisa, indimenticabile Sindaco di Bagnoli e "pioniere" del Turismo nell'Altipiano del Laceno, primo sponsor della Rassegna cinematografica denominata appunto "Laceno d'oro". La passione dello storico fu vissuta da Moscariello non solo con lo spirito e con il trasporto dell'autodidatta, affascinato dalla costante scoperta del "nuovo", ma anche con la competenza dell'iniziato. Era normale per lui consultare direttamente i documenti, che testimoniano la realtà del nostro passato, ed attenervisi scrupolosamente. In questo era particolarmente meticoloso fino a rasentare la pignolaggine. Era una persona del passato e del presente. Dal passato ereditava alcuni valori indistruttibili. Nel presente egli partecipava attivamente alla vita politica, culturale e sociale. Durante il periodo della malattia era commovente registrare la sua frequenza in vari luoghi di dibattito, assicurata dalla moglie premurosa, che, accompagnandolo sovente nel viaggio, lo portava fra i suoi compagni, a vivere una vicenda comune di impegno e di aspirazione al miglioramento della società.


da Corriere dell'Irpinia del 2 novembre 2003