Da sempre a Montella il problema casa è stato uno dei tanti nodi irrisolti della vita politico-amministrativa. Infatti nessuna delle Amministrazioni che si sono succedute alla guida della città, dal dopoguerra ad oggi, ha mai preso di petto lo spinoso problema per portarlo a soluzione.
Se è vero che con la massiccia emigrazione, degli anni '50 e '60, e le conseguenti rimesse di capitali degli emigranti, a Montella, si è visto più che raddoppiato il patrimonio edilizio, è anche vero che per il sociale nulla o quasi è mai stato fatto.
Non sono mai stati messi in atto, cioè, quei strumenti legislativi, che pur la carente legislazione dello Stato si è data sul problema-casa, per far sì che le categorie meno protette e quindi più povere avessero potuto disporre di un bene così essenziale per una vita più dignitosa, più umana e più giusta. Inoltre le poche case costruite a Montella, in questi anni, dai vari Istituti  per le case Economiche e Popolari, non sempre sono state assegnate a chi il problema casa l'aveva davvero. Al contrario molti assegnatari non le hanno mai abitate: spesso le hanno affittate a prezzi superiori rispetto al canone che essi stessi versavano ai vari istituti e altri ancora dopo averle riscattate, a prezzi irrisori, le hanno addirittura vendute. Denunce per questi abusi ne sono state fatte ma non vi è mai stata la volontà, soprattutto politica, di colpire i disonesti. Si è preferito sempre il clientelismo più abietto ad una maggiore giustizia sociale.
Il terremoto del 1962 prima e quello più devastante dell'80 poi, hanno depauperato ancor più il nostro già non florido patrimonio edilizio e il problema casa è esploso in tutta la sua drammaticità. Infatti malgrado che Montella dagli inizi del secolo non vede aumentare il numero dei suoi abitanti, date le massicce emigrazioni, anche definitive, e le morti che superano le nascite, ha sempre maggior bisogno di nuove abitazioni poiché alla stazionamento del numero di abitanti fa riscontro un maggior numero di nuclei familiari che si va a costituire. Questo sia per il  numero dei componenti di ogni nucleo che è inferiore a quello di una volta e sia perché i nuclei familiari che si vanno a costituire oggi, vogliono vivere una vita propria e quindi lontana dalle forme di famiglie patriarcali e ancestrali di una volta.
Il cittadino non addentro alle cose del "palazzo", per dirla alla Pasolini, si chiede come mai si parla di soli 800-900 vani da ricostruire per bilanciare il rapporto numero- cittadini- numero-vani occorrenti quando solo per sistemare i terremotati dell'80 sono occorsi numero 270 alloggi (prefabbricati e containers) per un numero di 800 vani circa ( e questo senza tener conto del sovraffollamento di questi alloggi). A questi si deve aggiungere il numero dei cittadini che ha trovato sistemazione provvisoria in coabitazione, garage, o altro. Se è vero che con il Piano di Recupero approvato, molti vani possono essere riattati e quindi recuperati con conseguente sfollamento degli alloggi provvisori, è anche vero che molti cittadini vivono da sempre in coabitazione e/o in ambienti malsani e non idonei al vivere civile.
Questi ultimi sono i terremotati di sempre che non hanno avuto prospettive per il passato così come non ne hanno per il futuro.
A questo punto due possono essere le considerazioni da farsi: il numero dei vani occorrenti è molto più alto degli 800-900 preventivati; a Montella esistono molte case sfitte che non sono messe a disposizione della società. A nostro avviso la seconda considerazione prevale sulla prima anche se entrambe valide. Quindi la seconda o terza casa dei pochi fortunati è una proprietà sacra e inviolabile e non invece come detta la Costituzione Italiana, all'art.42, quando tra l'altro recita: " La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e di limiti allo scopo di assicurare la Funzione Sociale e di renderla accessibile a tutti".
A questo punto vorremmo che al cittadino fosse spiegato in modo chiaro e senza nascondersi dietro i sofismi perché mai si è sorvolato tanto sugli abusi edilizi di questi anni, specie da parte di costruttori avidi e senza scrupoli che si sono arricchiti sui bisogni della società, adducendo al carattere sociale della casa, quando ad abuso avvenuto e condonato il proprietario ritiene tenerla chiusa e non darla in vece in fitto così come stabilisce la legge sull'equo-canone?
Questo andazzo ha portato i costi della casa e dei suoli a prezzi proibitivi anche per il cittadino medio. Ci chiediamo se non è fuori da ogni logica di mercato vendere, a Montella, gli appartamenti medi a 90 milioni circa e il terreno a 150 mila lire il metro quadrato. Saremo altresì grati all'Amministrazione se, così come stabilito dalla legge, ci portasse a conoscenza della Dichiarazione dei Redditi che costoro annualmente presentano. Certo che con questi prezzi i terremotati di sempre non potranno né acquistare una casa e né affittare ad equo-canone quei pochi alloggi disponibili sul mercato. In definitiva, le forze politiche che soluzione vogliono dare a questi cittadini?
Una delle poche leggi che veniva incontro a questi bisogni, la 167, a Montella è stata sempre disattesa. Se così non fosse non vediamo perché numerose cooperative aspettano, alcune da dieci anni circa, l'assegnazione dei suoli.
Dopo molte battaglie nella primavera dell'81 fu individuato il suolo per la 167 e fu dato il via all'iter per la sua acquisizione. Da allora tutto è rimasto fermo sulla carta poiché fino ad oggi nulla è stato fatto per dare il via alle infrastrutture che sono necessarie per costruire nuovi insediamenti. In compenso, come se il terremoto non vi fosse mai stato, molte delle riparazioni autorizzate nel dopo terremoto non rispondono appieno ai requisiti sulla staticità, previsti nelle zone sismiche e i danni certi che un nuovo sismo, che speriamo non venga mai, andrà a causare saranno pagati ancora una volta anche da quelli che il problema casa allo stato attuale non potranno mai risolverlo.
Si è sempre preferito e si preferisce tutt'ora, in ultima analisi, fare del problema casa il cavallo di battaglia per molte fortune politiche e non
soltanto politiche.
Consci comunque che le polemiche non servono, nel concreto, a risolvere i problemi della gente sollecitiamo le forze politiche ed amministrative ad agire presto e bene in direzione del sociale.
Né rinviare quindi
sine die il problema e tanto meno cullarsi sugli allori aspettando che scenda la manna dal cielo o che altri lo risolvano. Questo anche per venire incontro ai dettami della Costituzione Italiana la quale, all'art.47, tra l'altro recita: "Favorisce l'accesso alla proprietà dell'abitazione". Dare in definitiva il via, per la soluzione concreta del problema casa, reperendo ove è possibile i fondi occorrenti per le infrastrutture e predisporre già da ora l'ampliamento della zona destinata alla 167 poiché la stessa è già insufficiente per soddisfare le richieste che le varie cooperative hanno già avanzate.
Un'Amministrazione viene ricordata e giudicata, nel bene come nel male, per le capacità dimostrate nel portare a soluzione i problemi del Sociale, e non quelli del singolo. Oltretutto, l'individuo, come singolo, è egoista per natura e pertanto pretenderà sempre di più (lecito e illecito) salvo poi a trovare nuovi alleati, quando non sarà più possibile accontentarlo!
All'opera, quindi, per eliminare sfruttamenti e intrallazzi che avvoltoi senza scrupoli fanno sul problema-casa, a tutto danno dei cittadini meno abbienti.