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SCIPIONE L'AFRICANO:

PRIMA DELLA BATTAGLIA DI ZAMA

 

Scipione vide il padre ferito e sconfitto da Annibale sul Ticino. Partecipò alla tragica battaglia di Canne. Combattè contro il disfattismo dei superstiti di Canne. Quando arrivò la notizia della morte del padre e dello zio in Spagna ad opera dei cartaginesi si offrì per continuare l'opera degli avi.

 

Località: Roma, Spagna e Sicilia

Epoca: dal 235 al 205 a.C.

 

Gens Cornelia

Publio Cornelio Scipione nasce a Roma nel 235 a.C., anno 517 dalla fondazione di Roma. Appartiene alla gens Cornelia, famiglia romana antichissima ed illustre.

Battaglia del Ticino

Nel 218, a 17 anni, accompagna il padre nella battaglia sul Ticino contro Annibale. Il padre Publio viene ferito, Scipione accorre in suo aiuto e lo salva. Scipione viene decorato con una corona civica, una delle più alte onorificenze romane.

Battaglia di Canne

Due anni dopo, nel 216, a diciannove anni, Scipione è ufficiale di stato maggiore. Combatte a Canne contro Annibale. E' tra i 10.000 superstiti che riescono a raggiungere il campo romano, oltre il fiume Ofanto. Invece di arrendersi al nemico, insieme ad altri 4.000 soldati, abbandona il campo di notte e raggiunge Canosa, sfuggendo alla cavalleria cartaginese. Insieme ad Appio Claudio prende il comando dei superstiti.

A Canosa

Nella disperazione del momento alcuni patrizi, capeggiati da Lucio Cecilio Metello, dichiarano di voler abbandonare Roma al suo destino e di recarsi in esilio. Ma Scipione interviene: "Giuro che io non abbandonerò la causa della Repubblica del popolo romano, e che non permetterò a nessun cittadino romano di abbandonarla...Chi non giura sappia che questo gladio è impugnato contro di lui". La speranza riprende vigore e tutti giurano. Sentito che Terenzio Varrone, il console superstite, è arrivato a Venosa, Scipione si pone ai suoi ordini.

Elezione alla magistratura di edile curule

Nel 213 Scipione si candida alla carica di edile, una delle massime magistrature dello Stato. I tribuni della plebe si oppongono alla sua candidatura perchè non ha ancora l'età richiesta dalla legge. Scipione risponde: "Se tutti i Quiriti mi vogliono edile, ho l'età che basta". Viene eletto, insieme al fratello Lucio, dalla assemblea dei soldati.

Comandante dell'armata di Spagna

Nel 211 il padre di Scipione, Publio il Vecchio, e lo zio Cneo, muoiono alla testa dell'esercito romano in Spagna. I superstiti superano l'Ebro sotto la guida di Lucio Marcio. Nel 210 Scipione, a 25 anni, nonostante che ancora non avesse raggiunto i requisiti richiesti dalla legge, si candida a generale dell'armata di Spagna. Viene eletto all'unanimità, non solo dalle centurie, ma da tutti i cittadini presenti. Con 10.000 fanti e una flotta di 30 quinqueremi salpa dalla foce del Tevere alla volta della Spagna.

Conquista di Cartagena

Sbarca a Tarraco, l'odierna Tarragona. A tappe forzate, con 25.000 fanti e 2.500 cavalieri, giunge a Carthago Nova, l'odierna Cartagena, la principale base dei cartaginesi. Il comandante della guarnigione cartaginese Magone, omonimo del fratello di Annibale, si arrende. La città diviene una roccaforte romana. Gli iberi, che erano tenuti in ostaggio dai cartaginesi, vengono liberati.

Battaglia di Baecula in Betica (Andalusia)

Nel 208 affronta l'esercito cartaginese di Asdrubale Barca, fratello di Annibale, presso la città di Baecula (Bailen), nel distretto di Castulone, oggi Cazlona, sulle rive settentrionali del fiume Baetis, il Guadalquivir. 8.000 nemici vengono uccisi e 12.000 presi prigionieri. Asdrubale con i superstiti valica i Pirenei ed entra in Gallia. Gli spagnoli alleati dei cartaginesi vengono lasciati liberi di tornare alle loro case.

L'anno seguente, il 207 a.C.,il suo luogotenente Marco Giulio Silano, con 10.000 fanti e 500 cavalieri, sconfigge nuovamente i cartaginesi e il fratello di Scipione conquista la città di Orongis.

Battaglia di Ilipa (Alcalà del Rio)

Nel 206 i due comandanti cartaginesi Asdrubale, figlio di Giscone, e Magone, il più giovane dei fratelli di Annibale, raggiungono Ilipa, non lontana dall'odierna Siviglia, per unirsi agli alleati spagnoli e numidi. Viene schierato un esercito di circa 70.000 fanti, 4.000 cavalieri e 32 elefanti.

Scipione raccoglie le forze romane e quelle degli alleati spagnoli: 45.000 fanti e 4.000 cavalieri. Dopo diversi giorni di schermaglie, Scipione muta lo schieramento romano e sorprende l'esercito avversario. I cartaginesi sono sconfitti. Asdrubale e Magone, con 6000 superstiti, si rifugiano a Gades (Cadice). Nasce la provincia romana di Hispania.

Console

Nell'autunno del 206, rientrato a Roma, Scipione viene eletto console per l'anno 205 da tutte le centurie. Appena eletto, richiede al Senato di portare la guerra in Africa. La guerra offensiva è il solo modo di allontanare Annibale dall'Italia e ridurre il potere di Cartagine.

Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore (Cunctator) si oppone. Fabio Massimo esprime il pensiero conservatore dei proprietari terrieri ostili ad avventure oltremare e favorevoli alla conclusione della guerra in Italia mediante una tattica difensiva.

Il Senato raggiunge un compromesso: il console a cui sarebbe toccata la Sicilia avrebbe avuto il permesso di invadere l'Africa, se proprio fosse stato necessario per il bene dello Stato. La Sicilia viene assegnata a Scipione, infatti l'altro console in quanto pontifex maximus non poteva allontanarsi dall'Italia. Tuttavia a Scipione viene proibito di effettuare una nuova leva e gli sono anche rifiutati i finanziamenti necessari per l'allestimento delle navi e del nuovo esercito.

In Sicilia

Scipione non rinuncia alla sua impresa. Nel 205 a.C. raduna un esercito di 7.000 volontari e con 30 navi da guerra, 20 quinqueremi e 10 quadriremi, finanziate dagli alleati italici, salpa alla volta della Sicilia. Cartagine non è lontana.

 

 

Riferimenti bibliografici:

Tito Livio

Storia di Roma dalla sua fondazione

Rizzoli

Polibio

Storie

Rizzoli

A. Piganiol

Le conquiste dei Romani

EST

H. H. Scullard

Storia del mondo romano

Rizzoli

B. H. Liddel Hart

Scipione Africano

Rizzoli

 

 
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