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ROBESPIERRE:

DIFENSORE DEL POPOLO E DELLA RELIGIONE

 

"Dio Onnipotente questa causa è la tua causa"
Robespierre - 7 giugno 1792

 

Robespierre studiò in un ambiente cattolico e iniziò la professione come avvocato del vescovo.

I valori cristiani rimasero sempre il suo riferimento principale: l'amore per la giustizia, per i poveri, la fede in Dio, la credenza nella immortalità dell'anima.

I suoi nemici furono gli atei, i corrotti, coloro che ingannavano il popolo e lo opprimevano, il clero infedele e incredulo, i traditori della religione e del popolo.

Quando i suoi nemici prevalsero, il popolo perse il suo difensore e la religione tornò in mano agli atei.

 

Località: Francia

Epoca: 1758 - 1794 d.C.

Avvocato di provincia

La famiglia

Maximilien Marie Isidore Robespierre (o de Robespierre, o Derobespierre) nasce ad Arras il 6 maggio 1758 da un ventiseienne avvocato, figlio di un avvocato, e da Jacqueline Carrault, figlia di un birraio.

Maximilien ebbe 2 fratelli e 2 sorelle. Sopravvissero: Charlotte (1760) e Augustin (1761). La madre morì quando Maximilien aveva sei anni. Il padre morì nel 1777 a Monaco.

A 7 anni Maximilien, rimasto orfano di madre e con un padre che scompare di scena per motivi sconosciuti, entrò nel collegio di Arras.

A 11 anni passò al collegio Louis-le-Grand di Parigi, una delle migliori scuole di Francia, con una borsa di studio della Chiesa. Infatti il ragazzo era stato notato dal vescovo di Arras.

Nel collegio si comportò bene. Tra il 1771 e il 1776 ebbe tre secondi premi e sei menzioni.

Nel 1775 fu scelto per leggere un messaggio in latino a Luigi XVI in occasione del suo passaggio nei pressi dell'istituto.

Nel 1781, a 23 anni, lasciò il collegio con la qualifica di avvocato. Il Louis-le-Grand volle premiarlo con 600 livres per la sua "buona condotta durata dodici anni e i successi conseguiti negli studi". Il premio fu il più alto ottenuto da un borsista dell'istituto.

Giudice del tribunale vescovile di Arras

Maximilien, ritornato ad Arras con la sorella Charlotte, venne ammesso a patrocinare presso il Consiglio dell'Artois.

Nel marzo 1782 il vescovo lo chiamò a succedere al decano del tribunale di Arras, come uno dei cinque giudici del tribunale vescovile.

Nel 1784, a 26 anni, partecipò ad una gara dell'Accademia di Metz. Tema "Le pene infamanti - La corruzione del sangue", il concetto legale per cui parte della colpa di un criminale si estendeva alla sua famiglia. Ebbe il secondo premio.

Nel 1786 fu nominato direttore dell'Accademia di Arras, composta da una trentina di membri.

Nel giugno 1787 entrò nel circolo letterario Rosati, formato da una quindicina di iscritti aspiranti poeti e cantori.

Nel 1787 difese 24 cause, 17 nel 1788.

Nel 1788 si unì ai suoi colleghi del tribunale vescovile nella condanna della riforma giudiziaria introdotta dal governo.

All'inizio del 1789 affermò "E' tempo che questa idea di Dio, sfruttata così per lungo tempo per assicurare ai capi degli imperi una potenza illimitata e mostruosa, serva infine a ricordare i diritti imprescrittibili degli uomini; è tempo di riconoscere che la stessa autorità divina che ordina ai re di essere giusti, proibisce ai popoli di essere schiavi".

 

Agli Stati Generali e alla Assemblea Costituente

 

Rappresentante del Terzo Stato dell'Artois

Con la convocazione degli Stati Generali la vita di Robespierre ha una svolta.

Scrive il cahiers de doléances dei ciabattini, prende le difese dei poveri e degli oppressi.

Nella primavera del 1789 Maximilien venne eletto tra i dodici rappresentanti del Terzo Stato alla assemblea della città di Arras.

Poi venne eletto quattordicesimo tra i 24 rappresentanti della città.

Infine si piazzò al decimo posto tra i 184 membri del baillage di Arras.

Il 26 maggio 1789 riuscì a farsi eleggere al quinto posto sugli otto disponibili per i rappresentanti del Terzo Stato della provincia di Artois.

Gli altri eletti furono: tre agricoltori, due avvocati, il guardasigilli della provincia (un altro avvocato) e un commerciante.

Prese parte all'Assemblea Costituente dal 5 maggio 1789 al settembre 1791.

A Versailles andò ad abitare con gli agricoltori dell'Artois. A Parigi si stabilì in rue Saintonge nel Marais, presso un certo Humbert.

Ebbe il salario di un luigi al giorno.

Pubblico ministero a Parigi

Nell'autunno del 1790 fu nominato presidente del nuovo tribunale di Versailles. Ma rifiutò.

Nel giugno 1791 venne nominato pubblico ministero del tribunale penale di Parigi con uno stipendio di 8000 livres. Ma in pratica non esercitò la funzione.

Presidente del Club dei Giacobini

Fece parte del Club dei Giacobini fin dalla sua fondazione. Ne divenne Presidente il 24 marzo 1790.

Controllò il Comitato di Corrispondenza del Club, l'organo che manteneva i contatti con le società di provincia affiliate al Club.

Nel paese diventò uno dei leader riconosciuti della rivoluzione.

Nel 1791 venne nominato cittadino onorario di Tolone per la sua opera a sostegno della città.

Nel marzo 1791 Robespierre fece stampare ed inviare ad ogni società affiliata al Club un testo in cui si leggeva: "L'eterna Provvidenza" grazie alle "circostanze quasi miracolose che le è piaciuto creare" ha chiamato i francesi, ed essi soli "unici dopo l'origine del mondo, a ristabilire sulla terra l'impero della Giustizia e della Libertà".

Nell'aprile 1791 fu nominato rappresentante del club giacobino di Marsiglia presso l'Assemblea.

A Parigi divenne molto popolare tra i sanculotti e i cittadini "passivi", privi di voto, ma ebbe anche appoggi di altri ambienti.

Il 21 giugno 1791 conclude un discorso ai giacobini affermando che "la Provvidenza si degna di vegliare meglio dei vostri capi sul partito della libertà".

Il 16 luglio 1791 parte dei giacobini di Parigi si dissociarono dalle posizioni del Club e fondarono il Club dei Foglianti, filo-monarchico. Maximilien dovette lavorare molto per ricostruire i club in gran parte delle province, dove i Foglianti avevano avuto grande successo.

Deputato all'Assemblea Costituente

Nell'Assemblea sedette alla estrema sinistra.

L'Assemblea cambiava Presidente e segretari ogni quindici giorni. Maximilien fu segretario 4 volte. Un sola volta si presentò per la carica di Presidente e venne battuto da un collega quasi sconosciuto.

Non venne mai eletto membro di una delle commissioni legislative.

Combatté contro il censo elettorale.

Difese i marinai che si erano ammutinati a Tolone e i soldati ammutinati a Nancy.

Presentò una legge per cui nessun deputato potesse diventare ministro o avere incarichi pubblici per quattro anni a partire dallo scioglimento della Assemblea. La proposta passò con l'appoggio della destra.

Nel marzo 1791 respinse l'attacco dell'ex gesuita Raynal giudicando penose "le diatribe violente e talvolta indecenti" che questo polemista aveva pubblicato "non solo contro il clero, del quale faceva parte, ma contro la religione stessa".

Il 9 maggio 1791, presentando una petizione per il diritto di voto ai cittadini passivi, concluse l'arringa con la seguente frase "Dio accoglie le preghiere di tutti". L'Ami du Roi scrisse che si era trattato di "un eccesso di devozione e di una specie di cappuccinata patriottica".

Il 10 maggio fece un intervento a favore della comunità religiosa "Sorelle di Santa Chiara" di Auxonne.

Nel maggio 1791 ottenne una ordinanza con la quale i deputati giuravano di non farsi eleggere in future assemblee. Nuovamente la destra fu con Maximilien.

Il giornale L'ami du Roi scrisse: "...se è un demagogo, è in buona fede e ha solo bisogno di un briciolo di intelligenza in più e di una maggiore moderazione per diventare un eccellente cittadino e persino un buon legislatore".

Il 30 settembre 1791 l'Assemblea concluse i propri lavori. Entrò in vigore la nuova Costituzione approvata il 3 settembre e accettata dal re il 14 settembre.

Robespierre e Pétion, il sindaco di Parigi, furono acclamati dal popolo al momento della loro uscita, a braccetto, dalla sede dell'Assemblea.

 

Durante l'Assemblea Legislativa

Assemblea Legislativa

Il 1° ottobre 1791 si riunì l'Assemblea Legislativa, ma, in forza della propria proposta di auto-esclusione, Robespierre non potè presentarsi alle elezioni per l'Assemblea Legislativa. Continuò l'attività politica nel Club dei Giacobini.

Ospite di casa Duplay

Nel settembre 1791 Maximilien andò ad abitare presso Maurice Duplay, un ricco ebanista di fede giacobina che aveva una grande casa in rue Saint-Honoré.

Duplay ospitava molti rivoluzionari. Una figlia di Duplay sposerà Lebas, che sarà deputato alla Convenzione e membro del Consiglio di Sicurezza. Lo stesso Duplay farà parte della giuria del tribunale rivoluzionario ai tempi del Terrore.

Duplay, a 53 anni, aveva un'azienda fiorente e possedeva tre case. I suoi investimenti davano un reddito annuo di 1500 livres.

Inizialmente pagò un piccolo mensile, ma poi, vedendo che i Duplay si offendevano, smise.

Nemo propheta in patria

Nell'ottobre del 1791 Maximilien fece un viaggio ad Arras.

Nei pressi di Baupaume un battaglione della Guardia nazionale di Parigi lo festeggiò. Le autorità locali si uniformarono alla volontà dei soldati.

Ad Arras anche gli avversari accesero le luci di casa in segno di gioia o per evitare il peggio. Il consiglio cittadino gli rifiutò una accoglienza formale in quanto Maximilien non era più un rappresentante del popolo e spense le luci, ma solo dopo che Maximilien si era ritirato in casa.

Robespierre lasciò quasi subito Arras per andare a visitare i giacobini di Béthune e di Lilla.

Il 28 novembre 1791 era di nuovo a Parigi.

Il 29 novembre 1791 ebbe uno scontro al Club dei giacobini con Palissot che intendeva leggere un libello antireligioso. Robespierre glielo impedì.

Il 16 marzo 1792, in una riunione del Club, Guadet attaccò Robespierre per il suo pensiero religioso, pieno di riferimenti alla Provvidenza e alla bontà celeste. Maximilien rispose negando che "pronunciare il nome della divinità significhi indurre i cittadini alla superstizione". Sì, dice Robespierre, credo in Dio, è un sentimento che mi è necessario, ho bisogno di provare la presenza, di chiedere aiuto, l'aiuto interiore dell'Eterno. Senza il suo calore e la speranza infinita data dalla fede non avrei potuto sopportare "fatiche che sono al di sopra della forza umana".

Pubblico ministero

Ritornato ad essere un cittadino come gli altri riprese il lavoro di pubblico ministero.

Il 10 aprile 1792 Maximilien si dimise dall'incarico.

Il giudice che presiedeva il tribunale disse che Robespierre era stato negligente ed assenteista: non aveva discusso nemmeno una causa. Il giudice disse queste cose solo dopo la morte di Robespierre.

Rimasto senza l'indennità di deputato e senza lavoro visse con la rendita di circa 600 lire derivante da due piccole proprietà che possedeva insieme al fratello Augustin ad Arras. Non acquistò mai i beni sequestrati alla Chiesa o agli emigrati.

Défenseur de la Constitution

Nel maggio del 1792 aprì un giornale: "Défenseur de la Constitution". Pubblicava principalmente i discorsi di Robespierre al Club dei Giacobini.

Nel numero del 7 giugno 1792 affrontò le scandalose ineguaglianze sociali e il necessario sforzo per ottenere un ordine economico meno inammissibile. Concluse con un appello a Dio, che, affermò, non poteva non sostenere il suo sforzo perché "questa causa è la tua causa".

 

Alla Comune e alla Convenzione

 

Membro della Comune

Il 10 agosto 1792 a Parigi avvenne una nuova insurrezione. Fu costituita la Comune, una sorta di amministrazione straordinaria di Parigi. Robespierre ne entrò a far parte.

I due terzi dei membri della Assemblea legislativa fuggirono.

Il resto della Assemblea indisse le elezioni a suffragio universale per la Convenzione.

Il 15 agosto a Robespierre fu offerta la presidenza del tribunale speciale che doveva processare i controrivoluzionari. Maximilien rifiutò.

Nella seconda metà d'agosto cessarono le pubblicazioni del "Défenseur de la Constitution".

I massacri del 2 settembre

Il 30 agosto la Comune istituì il comité de surveillance, presieduto da Panis, un amico di Robespierre.

Il 2 settembre cominciarono i massacri dei prigionieri politici e comuni. Furono uccise più di mille persone.

In seguito Maximilien scriverà "...Non partecipavo più al conseil général della Comune quando gli eccidi sono cominciati. ..Ho saputo quel che stava accadendo solo da voci che correvano, senza dubbio dopo la maggior parte degli altri cittadini".

Elezione alla Convenzione

Maximilien si presentò alle elezioni per la Convenzione in due circoscrizioni.

Nel Pas-de-Calais, che comprendeva Arras, ebbe 412 voti su 721. Carnot ne ebbe 677 su 753. Altri sette deputati superarono Robespierre. Le elezioni furono a scrutinio segreto.

A Parigi ottenne dalla Comune che il voto fosse palese e che il Club Giacobino fosse la sede delle votazioni.

Inoltre riuscì ad escludere tutti gli elettori che avevano fatto parte di un club monarchico o firmato la petizione contro l'occupazione delle Tuileries del 20 giugno.

Prima della votazione di ciascun candidato si doveva discutere almeno un'ora sulle sue qualità.

Il 5 settembre 1792 Robespierre fu eletto. Anche Augustin, il fratello di Maximilien, venne eletto. 16 dei 24 deputati di Parigi provenivano dalla Comune.

Il 21 settembre 1792 la Convenzione sostituì l'Assemblea legislativa. La monarchia venne abolita e fu proclamata la repubblica.

I 24 rappresentanti di Parigi costituirono alla Convenzione il gruppo della Montagna.

In difesa della religione

Il 9 novembre 1792 il filosofo Caritat, marchese di Condorcet, sul giornale "Chronique de Paris", di tendenza girondina, scrisse che Robespierre era il "capo di una setta", un "predicatore" che "sale sui banchi e parla di Dio e della Provvidenza". E concluse Robespierre "è un prete e non sarà mai altro che un prete".

Nel novembre 1792 il finanziere Cambon propose alla Convenzione di eliminare le sovvenzioni degli ecclesiastici. Maximilien si oppose. Bisogna distinguere tra il clero e l'idea di religione, disse. "Nessuna potenza ha il diritto di sopprimere il culto costituito sino a che il popolo non se ne sia esso stesso disingannato". Occorre rispettare la libertà di coscienza. Nonostante tutto i preti sono i testimoni dei "dogmi incisi negli animi". Se "la Dichiarazione dei diritti dell'uomo fosse fatta a pezzi dalla tirannia, la ritroveremmo ancora" contenuta per l'essenziale nella fede in Dio. Dio è "colui che crea tutti gli uomini per l'uguaglianza e la felicità", "colui che protegge l'oppresso", colui il cui culto si identifica con il culto della giustizia.

Il 5 dicembre Robespierre fece distruggere il busto del filosofo materialista Helvetius, ricco appaltatore delle imposte, che era stato messo nella sala delle riunioni del Club dei Giacobini.

Il 20 dicembre 1792 Maximilien riuscì a far respingere il "piano di educazione" presentato da Romme, su ispirazione di Condorcet, in quanto totalmente sprovvisto di "concezioni morali e filosofiche". Il girondino Brissot attaccò l'opposizione religiosa di Robespierre, un giacobino indegno arruffianato con la plebaglia.

Esecuzione del re

Maximilien, fino al 1793, fu contrario alla pena di morte. Aveva affermato che solo colui i cui occhi eterni possono guardare nel profondo del cuore degli uomini ha il diritto di assegnare punizioni irrevocabili.

Ma quando si arrivò a discutere della condanna del re sostenne che "Luigi deve morire perchè la nazione deve vivere". Il 21 gennaio 1793 il re fu ucciso.

Tribunali rivoluzionari e Comitati speciali

Il 10 marzo 1793 la Convenzione istituì il tribunale rivoluzionario.

Il 21 marzo la Convenzione creò i comités révolutionnaires in ogni comune e in ogni sezione delle principali città.

Il 6 aprile la Convenzione istituì il Comitato di salute pubblica, i cui poteri dovevano essere rinnovati ogni mese.

Il preambolo della nuova costituzione

Quando Robespierre propose di includere nel preambolo della nuova costituzione un riferimento all'Essere Supremo, venne seguito dalla Convenzione, ma si attirò le ire degli atei. Il 18 maggio 1793 Vadier disse "Non avrete la tranquillità se non quando non vi saranno più preti nel territorio della repubblica".

 

Al Comitato di salute pubblica

La Montagna al potere

Tra il 31 maggio e il 2 giugno 1793 la Montagna prese il potere. I capi dei Girondini furono proscritti. La Convenzione venne epurata.

Membro del Comitato di salute pubblica

A giugno Maximilien convinse la Convenzione a costituire una Commissione per l'istruzione e ne divenne presidente.

Il 24 giugno 1793 venne approvata la nuova costituzione destinata a non entrare mai in vigore.

Il 10 luglio venne eletto il nuovo Comitato di salute pubblica. Robespierre rifiuta di entrarvi.

Il 13 luglio Marat fu ucciso da Carlotta Corday.

Il 27 luglio 1793 Robespierre entra nel Comitato di salute pubblica su richiesta di Saint-Just e Couthon.

Maximilien lasciò il settore istruzione e non assunse alcun ruolo operativo nel Comitato. Lasciò che altri si occupassero della gestione della guerra, della marina, della sussistenza, ecc. Non andò mai in missione. Si occupò principalmente della politica generale.

Il Comitato di salute pubblica

Il Comitato raggiunse il suo assetto definitivo in settembre. Dodici membri, di cui cinque della Montagna (Robespierre, Couthon, Saint-Just, Jeanbon Saint-André e Prieur de la Marne), quattro della Palude (Barère, Lindet, Carnot e Prieur de la Côte d'or), due del gruppo hébertista (Billaud-Varenne e Collot d'Herbois). Hérault de Sechelles, ex sostituto procuratore generale al Parlamento di Parigi, verrà presto sospettato di simpatie verso l'aristocrazia e sarà emarginato.

Couthon, avvocato, invalido, senza incarichi operativi.

Saint-Just, il più giovane, figlio di un ufficiale dei gendarmi, nipote di un notaio, poeta, tenente colonello della guardia nazionale, sarà spesso in missione presso l'esercito.

Prieur de la Marne, sarà spesso in missione.

Maximilien Billaud-Varenne e Collot d'Herbois, un avvocato ed un attore, si dedicheranno alla politica interna.

Carnot e Prieur de la Côte d'or, capitani del genio, si occuperanno del settore militare.

Jeanbon Saint-André, ex capitano di lungo corso, ex pastore protestante, seguirà la marina.

Robert Lindet, 47 anni, il più vecchio del Comitato, si dedicherà alla sussistenza.

Barère manterrà i rapporti con la Convenzione.

La legge sui sospetti

Ad agosto venne approvato il principio che i sospetti dovevano essere arrestati. Individuare i sospetti spettava ai comités révolutionnaires.

Il 17 settembre fu emessa la legge sui sospetti.

Furono creati i certificats de civisme, senza i quali era impossibile accedere ai pubblici impieghi. Non averli equivaleva ad essere sospetti. Venivano rilasciati dai comités révolutionnaires.

I comités révolutionnaires furono gestiti dal Comitato di salute pubblica.

La legge sul maximum

Il 29 settembre venne approvata la legge del maximum. La legge prevedeva che i prezzi potevano aumentare fino ad un massimo del 30% rispetto al giugno 1790. I salari potevano aumentare fino ad un massimo del 50% rispetto al luglio 1790.

Il nuovo calendario repubblicano

Il 5 ottobre (14 vendemmiaio) 1793 la Convenzione introdusse il nuovo calendario rivoluzionario, senza riferimenti alla religione cristiana. Data di partenza il 22 settembre 1792, inizio della repubblica. Robespierre è contrario. Il nuovo calendario ha come scopo essenziale abolire la domenica.

La ghigliottina all'opera

Il 16 ottobre (25 vendemmiaio) venne ghigliottinata la regina Maria Antonietta. Tra le carte di Robespierre venne trovato un libro di preghiere della regina. All'alba, prima della morte, Maria Antonietta vi aveva scritto "Mio Dio, abbi pietà di me! I miei occhi non hanno più lacrime per piangere per voi miei poveri figli; addio, addio!".

Il 31 ottobre (10 brumaio) furono decapitati i deputati Girondini arrestati il 2 giugno. Robespierre evitò che seguissero la stessa sorte quei deputati che avevano protestato per l'arresto dei girondini.

Difensore della religione

A novembre gli atei scatenarono una persecuzione contro il cristianesimo e la religione. Vennero confiscati i beni delle chiese (calici, campane, corde, ecc.).

Il 10 novembre (20 brumaio) la Convenzione partecipò alla festa della Ragione in Notre Dame sconsacrata. Tutte le chiese di Parigi vennero chiuse.

Il 21 novembre (1 frimaio) Maximilien reagisce. "L'ateismo è aristocratico". La fede in Dio è popolare. Con il pretesto di distruggere la superstizione alcuni voglio fare dell'ateismo una specie di religione. Bisogna opporsi a coloro che "pretendono di turbare la libertà dei culti in nome della libertà e di attaccare il fanatismo con un nuovo fanatismo". Conclude: "Proscrivere il culto? La Convenzione non ha mai fatto questo passo temerario né mai lo farà".

Il 28 novembre (8 frimaio) ritorna sull'argomento al Club dei Giacobini. Maximilien si oppone a quanti vorrebbero far credere che "un popolo religioso non può essere repubblicano". "Non tollereremo che si innalzi lo stendardo della persecuzione contro alcun culto".

Il 6 dicembre (16 frimaio) 1793 Robespierre farà votare alla Convenzione un decreto: "La convenzione nazionale proibisce qualsiasi violenza o minaccia contraria alla libertà dei culti".

Il 16 dicembre (26 frimaio) Maximilien respinge la proposta di Bourdon de l'Oise che voleva espellere dal Club dei Giacobini tutti i preti.

Il 22 dicembre (2 nevoso) firma un decreto: "Il Comitato di salute pubblica, volendo scongiurare le manovre controrivoluzionarie messe in atto per turbare la tranquillità pubblica provocando dispute religiose, e volendo far rispettare il decreto emesso il 16 frimaio, proibisce al Teatro dell'Opera e a tutti gli altri di rappresentare il lavoro intitolato "Le Tombeau de l'imposture"... e tutti gli altri che tendano al medesimo scopo". L'autore era Léonard Bourdon.

L'affaire Chabot

Nel diario di Robespierre, al 6 novembre 1793, si trova scritto "... Salvare l'onore della Convenzione e della Montagna; distinguere tra i principali responsabili della corruzione e quelli che sono stati sviati per debolezza".

Il 14 novembre (24 brumaio) 1793 Chabot rivelò a Robespierre un complotto politico finanziario in cui erano implicati esponenti politici, aziende, banchieri e governi esteri.

Chabot riferisce che Maximilien gli consigliò di rivolgersi al Comitato di sicurezza generale e di risparmiare i patriotes (i suoi compagni di partito).

Tra i Giacobini iniziò una battaglia politico-giudiziaria.

Molti furono gli arrestati tenuti in carcere senza interrogatorio.

Le 133 pagine dell'interrogatorio di Chabot scomparvero nel 1795.

I dirigenti della Compagnia delle Indie Orientali, arrestati solo il 17 marzo 1794, non vennero mai interrogati.

Il governo rivoluzionario

Con un decreto del 14 novembre fu istituito il governo rivoluzionario e vennero rafforzati i poteri del Comitato di salute pubblica e del Comitato di sicurezza generale.

Scuola obbligatoria

Il 19 dicembre (29 frimaio) vennero istituite le scuole elementari obbligatorie, gratuite e laiche.

La morale politica

Il 5 febbraio (17 piovoso) 1794 Robespierre presenta alla Convenzione un rapporto "Sui principi di morale politica che devono guidare la Convenzione nazionale nell'amministrazione interna della repubblica".

Scrive: "Vogliamo un ordine di cose nelle quali le passioni basse e crudeli siano vincolate, le passioni benefiche e coraggiose risvegliate dalle leggi... Vogliamo sostituire la morale all'egoismo, la probità all'onore, i principi agli usi, il dovere alle convenienze, il disprezzo del vizio al disprezzo della sventura, la fierezza all'insolenza, la grandezza d'animo alla vanità..."

Eliminazione dei deviazionisti di sinistra (Hébert)

Robespierre, ammalato, non fu presente alle riunioni del Comitato di salute pubblica dal 10 febbraio al 12-13 marzo. Non partecipò nemmeno alle riunioni della Convenzione. Rientrò la sera del 13 marzo.

Nella notte tra il 13 e il 14 marzo (23-24 ventoso) 1794 il Comitato di salute pubblica, allarmato da possibili agitazioni della popolazione, ordinò l'arresto di esponenti dei Cordiglieri, un movimento capeggiato da Hébert che si poneva a sinistra del Comitato. Processo tra il 21 e il 23 marzo. Ghigliottina il 24.

Eliminazione dei deviazionisti di destra (Danton)

Nella notte tra il 30 e il 31 marzo (10-11 germinale) Danton e Desmoulins vennero arrestati. I due erano i capi degli Indulgents, una forza politica che si poneva a "destra" della linea del Comitato. Processati tra il 2 e il 5 aprile. Ghigliottinati il 5.

Il 15 febbraio 1793, in occasione della morte della prima moglie di Danton, Maximilien aveva scritto a Danton, : "...Ti voglio bene più che mai e fino alla morte...". Un anno dopo Robespierre scrive "...Danton, il più pericoloso dei nemici della patria, se non ne fosse il più vile..." e ne sigla la condanna a morte.

Tra il 10 e il 13 aprile (21-24 germinale), accusati di aver partecipato ad uno stesso complotto, vennero eliminati Chaumette, ex sindaco di Parigi, l'arcivescovo di Parigi e le mogli di Hébert e Desmoulins.

Centralizzazione del tribunale rivoluzionario

Il 16 aprile (27 germinale) un decreto stabilì che "gli accusati di cospirazione saranno tradotti da tutti punti della repubblica al tribunale rivoluzionario di Parigi".

L'8 maggio (19 floreale) venne deliberata la soppressione dei tribunali e delle commissioni rivoluzionarie insediate nei dipartimenti dai rappresentanti in missione.

La religione dell'Essere Supremo

Robespierre condannò l'ateismo in quanto immorale e pertanto aristocratico, legato ad un sistema di cospirazione contro la repubblica. Scrisse: "L'idea dell'Essere Supremo e dell'immortalità dell'anima è un continuo richiamo alla giustizia: essa è quindi sociale e repubblicana".

Il 7 maggio (18 floreale) 1794 Robespierre presentò un rapporto sulle feste decadarie. Un decreto stabilì il nuovo catechismo in quindici articoli:

Articolo 1: "Il popolo francese riconosce l'esistenza dell'Essere Supremo e dell'immortalità dell'anima".

Articoli 2 e 3: Il solo culto che si conviene all'Essere Supremo è la pratica dei doveri dell'uomo. Odio verso i tiranni, rispetto dei deboli, pratica della giustizia.

Articoli da 4 a 10: Istituzione di nuove feste (36 l'anno, 3 al mese, 1 per decadì) per celebrare la Repubblica, la Verità, la Giustizia, la Natura, il Genere umano, il Pudore, la Bontà, il Coraggio, la Frugalità, lo Stoicismo, l'Età virile, l'Amor patrio, l'Odio dei tiranni, la Fede coniugale, il Disinteresse, la Felicità, l'Infelicità, l'Agricoltura, l'Industria, ecc.

Vennero stabilite anche le grandi feste repubblicane, a ricordo delle grandi giornate della rivoluzione: 14 luglio 1789, 10 agosto 1792, 21 gennaio 1793, 31 maggio 1793.

Gli altri articoli confermano la libertà di culto, ma puniscono gli assembramenti aristocratici e le istigazioni fanatiche.

Nell'articolo 15 venne fissata la prima festa in onore dell'Essere Supremo per l'8 giugno 1794 (20 pratile), domenica di Pentecoste. Una coincidenza?

La folla si riunì alle Tuileries. Robespierre, in frac blu, tenne un discorso e diede fuoco alla statua dell'ateismo (fatta di stoppa) e apparve la Saggezza (fatta di sostanza incombustibile). Poi iniziò la processione dalle Tuileries al Campo di Marte. Robespierre, presidente della convenzione, precedeva i deputati di venti passi.

Fu la sua apoteosi e l'inizio della sua rovina.

Molti deputati della Convenzione lo insultarono e lo minacciarono nel corso della cerimonia.

 

Verso la fine

Il Grande Terrore

Il 10 giugno (22 pratile) 1794 venne votata una legge che:

- sopprimeva la difesa e l'interrogatorio preliminare degli accusati

- stabiliva la sufficienza delle prove morali per arrivare alla condanna

- dava la possibilità solo di condannare a morte o di assolvere

- definiva nemici del popolo "coloro che avranno assecondato i progetti dei nemici della Francia, perseguitando e calunniando i patrioti, coloro che avranno tentato di instillare lo scoraggiamento, di rendere depravati i costumi, di alterare la purezza e l'energia dei principi rivoluzionari, tutti coloro che con qualunque mezzo, e comunque essi si coprano, avranno attentato alla libertà, all'unità, alla sicurezza della repubblica, o agito per impedirne l'affermazione"

- consentiva di processare i deputati senza l'autorizzazione della Convenzione; molti deputati cominciarono a dormire fuori di casa.

Le vittime della ghigliottina

In meno di due mesi, tra il 10 giugno e il 27 luglio 1794, il tribunale rivoluzionario manderà a morte 1.376 persone.

In 13 mesi, tra il 10 marzo 1793, data della istituzione del tribunale rivoluzionario, e il 10 giugno 1794 erano state condannate a morte 1.251 persone.

Secondo lo storico Donald Green:

- le sentenze capitali pronunciate dal tribunale rivoluzionario e dalle diverse giurisdizioni eccezionali ammontarono complessivamente a 16.594

- il numero dei morti, tenuto conto delle esecuzioni senza giudizio, come a Nantes e a Tolone, è da stimare tra 35.000 e 40.000.

Riduzione dei salari

Il 21 luglio (3 termidoro) la Comune di Parigi rivide le norme di applicazione del maximum. A marzo 1794 erano stati bloccati solo i prezzi, ma non i salari, come invece prevedeva la legge del 29 settembre 1793. Il 23 luglio vennero pubblicate le nuove tabelle dei salari. Iniziarono i tumulti della popolazione.

L'epilogo

Il 26 luglio (8 termidoro) Maximilien parlò alla Convenzione. Era da almeno sei settimane che non prendeva parte ai lavori dell'assemblea. Il suo discorso coraggioso, ma oscuro, impaurì i suoi avversari, che ricompattarono le loro fila.

Maximilien accusò di corruzione e di tradimento, ma senza fare i loro nomi:

- membri del Comitato di Salute pubblica (Barère soprannominato l'Anacreonte della ghigliottina, Carnot che ai soldati prometteva rapine e saccheggi dei paesi conquistati, Billaud-Varenne uno dei principali responsabili dei massacri di settembre, Collot d'Herbois uno dei massacratori di Lione )

- membri del Comitato di Sicurezza (l'ateo Vadier e Amar, l'accusatore dei girondini)

- membri del Comitato delle Finanze (il finanziere Cambon che aveva trasformato la guerra rivoluzionaria in una guerra di rapina delle nazioni europee)

- membri della Convenzione (l'ex-oratoriano Fouché uno dei massacratori di Lione, il visconte di Barras, l'ex-giacobino Tallien amante di una nobile spagnola, Fréron il massacratore di Tolone e Marsiglia , Sieyès ex vicario di Chartres, ecc.).

Nella notte tra il 26 e 27 i deputati avversi a Robespierre si organizzarono.

Il 27 luglio (9 termidoro) Collot d'Herbois, presidente della Convenzione, impedì a Maximilien di parlare.

Al termine della seduta fu emanato l'ordine di arresto per Robespierre, Saint-Just e Couthon (membri del Comitato di salute pubblica).

Lebas (membro del Comitato di Sicurezza), genero di Duplay, e Augustin Robespierre, fratello di Maximilien, chiesero l'onore di essere associati agli arrestati.

Dumas (Presidente del Tribunale rivoluzionario) e Hanriot (comandante della guardia nazionale) furono destituiti ed arrestati.

Ma il sindaco di Parigi, Fleuroit-Lescot, liberò i prigionieri.

Vennero emessi ordini e contrordini dalla Convenzione e dalla Comune nel tentativo di portare il popolo di Parigi e le forze armate dalla propria parte.

La Convenzione nominò Barras comandante delle forze armate di Parigi. A mezzanotte la Convenzione avvertì la popolazione che Robespierre, i suoi seguaci e la Comune erano stati posti fuori legge. Non c'era più bisogno di processo.

Verso le due del 28 luglio l'ateo Léonard Bourdon, ex seguace di Hébert, alla testa di un plotone di gendarmi, irrompe nei locali della Comune, privi di ogni protezione. Un gendarme, forse su istruzione di Bourdon, spara alla testa di Robespierre, che viene gravemente ferito alla mandibola.

Alcuni storici affermano che Robespierre si sia suicidato. Strano modo di suicidarsi quello di spararsi un colpo sulla guancia sinistra con traiettoria dall'alto in basso, come risulta dal referto medico.

Nel pomeriggio del 28 luglio (10 termidoro) Robespierre, con altri 21 condannati, fu portato alla ghigliottina.

 

Riferimenti bibliografici:

Furet F. - Richet D.

La rivoluzione francese

Laterza

Gaxotte P.

La rivoluzione francese

Mondadori

Guillemin H.

Robespierre politico e mistico

Garzanti

Hampson N.

Robespierre

Bompiani

Hampson N.

Storia sociale della rivoluzione francese

Lucarini

Rudé G.

Dalla Bastiglia al Termidoro

Editori Riuniti

Soboul A.

La rivoluzione francese

Newton Compton

 

 
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