Maat - Conoscere la storia per creare il futuro -To know the history to create the future

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MEDITERRANEO:

Da Centumcellae al Garigliano

 

Nel secolo IX gli arabi, che si erano già impadroniti di tutto il Nord-Africa e della Spagna ma che avevano avuto una battuta d'arresto in Francia a Poitiers, assalirono l'Italia.

L'attacco si volse inizialmente verso le zone costiere e le isole per poi risalire verso le località interne.

La Sicilia resistette per molti decenni agli eserciti degli invasori, ma infine dovette cedere e fu completamente travolta dall'arrivo di centinaia di migliaia di immigrati musulmani che distrussero una civiltà che dall'VIII secolo avanti Cristo aveva contribuito alla creazione della identità dell'Occidente.

Poi gli arabi attaccarono il Centro (Ponza, Gaeta, Ancona, Ascoli, Civitavecchia, ecc.) e il Meridione (Salerno, Napoli, Bari, Brindisi, Taranto, ecc.) e puntarono decisamente su Roma per colpire al cuore la cristianità.

Gli infedeli profanarono S. Pietro, ma le mura aureliane resistettero all'assalto e Roma fu salva.

Papa Giovanni X, alla guida di un esercito costituito da italiani di varia origine (romani, greci, longobardi, franchi, ecc.), ma di una sola fede e cultura, sconfisse e allontanò dal Lazio e dalla Campania gli arabi, che avevano addirittura tentato di costituire uno stato musulmano presso il Garigliano.

 

Località: Italia

Epoca: dall'813 al 916 d.C.

 

Gli arabi all'assalto delle coste e delle isole italiane (813)

Nell'813 gli arabi attaccarono di sorpresa Centumcellae (Civitavecchia).

Ischia e Lampedusa vennero devastate.

Si ebbero inoltre alcuni attacchi alla Sardegna e alla Corsica.

Gli arabi conquistano con una lunga guerra la Sicilia (827-965)

Nell'805 il governatore bizantino di Sicilia stipulò un trattato con i governanti aghlabidi della Tunisia.

Nell'813 il governatore bizantino di Sicilia firmò una tregua decennale con gli arabi.

Nell'827 l'ammiraglio bizantino Eufemio si ribellò, uccise il governatore di Sicilia, conquistò Siracusa e si proclamò imperatore. Le truppe rimaste fedeli a Bisanzio, guidate dal generale armeno Palata, ripresero il controllo. Eufemio fuggì in Africa.

Allora Eufemio propose all'emiro aghlabide di Kairuan, Ziyadat Allah I, di conquistare la Sicilia e renderla provincia tributaria. In cambio chiedeva di esserne riconosciuto governatore con il titolo di imperatore.

Il 17 giugno 827 il generale Asad ibn al-Furat con un esercito di 10.000 soldati e 7.000 cavalieri sbarcò a Mazara del Vallo. Il generale Teodoro fermò l'esercito arabo prima che arrivasse a Siracusa. Un nuovo esercito venne inviato in soccorso degli arabi che decisero di puntare su Palermo anzichè su Siracusa.

L'11 settembre 831 cadde Palermo.

Nell'835 gli arabi presero Pantelleria e nell'843 Messina.

Enna e Cefalù combatterono per anni prima di essere conquistate, rase al suolo e bruciate. Cefalù cadde nell'858. Enna cadde nell'859 per tradimento. Poi fu la volta di Malta.

Siracusa venne conquistata solo nell'878. Gli arabi massacrarono tutta la popolazione. La lingua greca fu sostituita dall'arabo. Il cristianesimo fu sostituito dall'islamismo. La spada dell'Islam dominò da Palermo, nuova capitale. La Sicilia era persa.

Siracusa non riebbe più il ruolo, che aveva avuto per 1500 anni, di prima città della Sicilia.

Terminava nel sangue la gloriosa storia della Sicilia antica.

Alcuni focolai di resistenza continuarono a sopravvivere. Taormina resistette fino al 902, poi fu bruciata e tutti i suoi abitanti uccisi. Rometta, sulle montagne ad ovest di Messina, fu l'ultima a cadere nel 965.

Un esercito africano nel 938-940 devastò ampie zone del sud-ovest della Sicilia, ma ormai non c'era più niente da depredare.

Nelle città che avevano opposto resistenza tutti gli uomini furono uccisi e le donne e i ragazzi ridotti in schiavitù. Le donne e i ragazzi più belli furono inviati in Africa per il piacere dei conquistatori e dei loro correligionari.

Gli abitanti delle città siciliane che si erano arrese senza combattere poterono continuare a praticare la religione cristiana ma:

- dovevano portare segni di riconoscimento sui loro vestiti e sulle loro case;

- dovevano pagare più imposte;

- non potevano ricoprire cariche che implicassero autorità sui musulmani;

- non potevano sposare una musulmana (ma un musulmano poteva sposare una cristiana);

- non potevano costruire nuove chiese;

- non potevano suonare le campane;

- non potevano effettuare processioni;

- non potevano leggere la Bibbia entro il raggio dell'udito di un musulmano;

- non potevano bere vino in pubblico;

- dovevano alzarsi quando un musulmano entrava nella stanza;

- dovevano cedere il passo ai musulmani nella pubblica strada;

- non potevano portare armi;

- non potevano andare a cavallo;

- non potevano sellare i loro muli;

- non potevano costruire case grandi come quelle dei musulmani.

Le donne cristiane non potevano avere accesso ai bagni quando vi si trovavano donne musulmane. Nella Sicilia bizantina erano le prostitute che non potevano entrare nei bagni contemporaneamente alle donne per bene.

Centinaia di migliaia di musulmani immigrarono in Sicilia. I vantaggi giuridici loro concessi, la disponibilità di terre sequestrate ai cristiani, la possibilità di avere manodopera a basso costo (cristiani ridotti alla fame dalle spoliazioni), l'abbondanza di schiavi (ragazze e fanciulli) costituivano una attrazione irresistibile per chi viveva nella desolazione del deserto. Gli africani trovarono nella Sicilia un paradiso terrestre, i cristiani l'inferno.

Gli arabi a Centumcellae (829)

Nell'829 gli arabi distrussero Centumcellae.

Gli arabi a Napoli (836)

Nell'836 i longobardi del ducato di Benevento posero l'assedio a Napoli, città bizantina. I napoletani chiesero aiuto a Ziyadat Allah I, emiro aghlabide di Tunisia. Ziyadat inviò una flotta che costrinse i longobardi a interrompere l'assedio.

Gli arabi a Subiaco (840)

Nell'840 gli arabi devastarono il convento di Subiaco.

Gli arabi conquistano Bari (840-871)

Nell'840 il longobardo Radelchi, duca di Benevento, chiese aiuto agli arabi per combattere contro il rivale Siconolfo. Gli arabi intervennero e ne approfittarono per conquistare Bari.

Nell'871 l'imperatore carolingio Ludovico II riuscì a liberare la città.

Gli arabi a Ponza e a Capo Miseno (845)

Nell'845 gli arabi si impadronirono di Capo Miseno, nel golfo di Napoli, e di Ponza, per farne delle basi in vista di un attacco contro Roma.

Gli arabi a Brindisi e Taranto (846-880)

Nell'846 gli arabi saccheggiarono Brindisi e conquistarono Taranto.

Nell'880 l'imperatore bizantino Basilio I il Macedone riuscì a liberare Taranto.

Gli arabi attaccano Roma (846)

Il 10 agosto 846 il marchese Adalberto di Toscana, che vigila sulla Corsica, scrive al papa per avvisarlo di un prossimo attacco degli arabi. Ma è troppo tardi.

Il 28 agosto 846 gli arabi si presentarono alla foce del Tevere e veleggiarono verso Roma.

Da Civitavecchia un esercito cominciò la discesa via terra in direzione di Roma.

Un altro esercito iniziò la marcia da Portus e Ostia.

Non riuscirono ad entrare nella cinta muraria, validamente difesa dai romani, ma le chiese di S. Pietro e S. Paolo, al di fuori delle mura, vennero violate dagli arabi.

Inutilmente sassoni, longobardi, frisoni e franchi difesero S. Pietro fino all'ultimo uomo. Gli arabi portarono via tutti i tesori di S. Pietro, strapparono le foglie d'argento delle porte, le lamine d'oro del pavimento della confessione, devastarono la bronzea cripta dell'Apostolo, presero la croce d'oro che si ergeva sulla tomba di Pietro. Misero a ferro e fuoco tutte le chiese del quartiere Borgo.

Il marchese Guido di Spoleto, venuto a soccorrere Roma, riuscì a sconfiggere gli arabi che si ritirarono in parte verso Civitavecchia e in parte verso Fondi, seguendo la via Appia.

Il passaggio degli arabi, in fuga, provocò rovina e devastazione in tutta la campagna romana.

A Gaeta l'esercito longobardo si scontrò nuovamente con gli arabi. Guido di Spoleto si trovò in gravi difficoltà, ma arrivarono in tempo le truppe bizantine di Cesario, figlio di Sergio, magister militum di Napoli.

Nel novembre dell'846 una tempesta provocò numerosi danni alle navi degli arabi, alcune delle quali naufragarono sulla costa.

Il papa Leone IV, a seguito dell'attacco contro S. Pietro, nell'848 intraprese la costruzione della Civitas Leonina a protezione del colle Vaticano. La cinta muraria venne completata il 27 giugno 852.

Gli arabi ad Ancona (848)

Nell'848 gli arabi saccheggiarono Ancona.

Gli arabi sconfitti nella battaglia navale di Ostia (849)

Nell'849 giunse voce della organizzazione di una grande flotta araba che dalla Sardegna avrebbe attaccato Roma.

Venne costituita una lega tra le città marinare del Meridione: Amalfi, Gaeta e Napoli riunirono le loro flotte alla foce del Tevere nei pressi di Ostia.

Quando le navi arabe apparvero all'orizzonte la flotta italiana, guidata da Cesario, attaccò. Gli arabi furono sconfitti. I sopravvissuti furono fatti prigionieri e contribuirono con il loro lavoro alla ricostruzione di ciò che tre anni prima avevano distrutto.

A seguito degli attacchi degli arabi la popolazione abbandonò Ostia, dove vennero create delle fortificazioni. Portus sopravvisse ancora per merito di una colonia corsa.

Gli arabi a Canosa (856)

Nell'856 gli arabi attaccarono e distrussero Canosa in Puglia.

Gli arabi contro Ascoli (861)

Nell'861 gli arabi occuparono Ascoli nelle Marche.

Gli arabi assediano Salerno (872)

Nell'872 l'imperatore Ludovico II liberò Salerno dall'assedio degli arabi.

Gli arabi nel Lazio e in Umbria (876)

Nell'876 gli arabi entrarono nuovamente nel territorio di Roma. I paesi vennero saccheggiati, i coloni trucidati, le costruzioni abbattute. La campagna romana si trasformò in un deserto malsano.

Giovanni VIII allestì una flotta e la guidò alla vittoria contro gli arabi al Circeo. Vennero catturati 18 vascelli e vennero liberati 600 schiavi cristiani. Ma gli arabi continueranno a devastare il Lazio sia sulla costa che nell'interno.

Subiaco verrà distrutta per la seconda volta.

Vicino Tivoli verrà eretto il castello di Saracinesco e in Sabina quello di Ciciliano.

Narni, Nepi, Orte, le campagne del Tiburtino, la valle del Sacco, le terre della Tuscia, il monte Argentario caddero nelle mani degli infedeli. Come scrisse il cronista Benedetto di Sant'Andrea del Soratte: "regnaverunt Agareni in romano regno".

Gli arabi in Campania (881)

Nell'881 il Vescovo di Napoli Atanasio accolse gli arabi, suoi alleati contro Roma e contro Bisanzio. Gli arabi si stabilirono ai piedi del Vesuvio e ad Agropoli, presso Paestum.

Docibile, il duca di Gaeta, nemico del papa, concesse agli arabi di stabilirsi nei pressi di Itri, poi sulla riva destra del Garigliano nei pressi di Minturno. Gli arabi costruirono un castello, dal quale partirono le loro scorrerie. I monasteri di Montecassino e di S.Vincenzo vennero dati alle fiamme.

Gli arabi a Farfa (890)

Nell'890 le truppe arabe posero l'assedio alla Abbazia di Farfa, nella Sabina. L'abate Pietro resistette per sei mesi poi dovette cedere. Gli arabi fecero di Farfa la loro base in Sabina.

Gli arabi scacciati dal Lazio e dal Garigliano (916)

Nel X secolo venne ricostituito il Regno d'Italia. Nel dicembre del 915 Berengario venne incoronato da papa Giovanni X.

Nella primavera del 916 la lotta contro gli arabi ebbe un nuovo impulso. Berengario mise a disposizione le truppe toscane del marchese Adalberto e quelle umbro-marchigiane del marchese Alberico di Spoleto. L'imperatore bizantino Costantino mandò la propria flotta agli ordini dello stratega Nicolò Picingli. Landolfo, principe di Capua e di Benevento, Guaimaro, principe di Salerno, e i duchi di Gaeta e di Napoli entrarono nell'alleanza. Papa Giovanni X si mise personalmente alla testa delle truppe di terra.

I longobardi di Rieti, guidati da Agiprando, avanzarono in Sabina. Le truppe di Sutri e di Nepi sconfissero gli arabi nei pressi di Baccano sulla via Cassia. Papa Giovanni X riportò un'altra vittoria tra Tivoli e Vicovaro. Gli arabi si ritirarono sul Garigliano, la loro roccaforte.

Nel giugno del 916 venne sferrato l'attacco. Per tre mesi gli arabi resistettero in attesa di aiuti dalla Sicilia. Poi tentarono di fuggire sui monti, ma vennero raggiunti e sconfitti dalle truppe italiane. L'Italia aveva respinto l'assalto degli arabi. Rimaneva ancora prigioniera degli infedeli la Sicilia.

 

 

Riferimenti bibliografici:

Arborio Mella F. A.

Gli arabi e l'Islam

Mursia

Finley M. I.

Storia della Sicilia antica

Laterza

Gatto L.

Storia di Roma nel Medioevo

Newton

Gregorovius

Storia di Roma nel Medioevo

Newton

Mack Smith D.

Storia della Sicilia medievale e moderna

Laterza

Ostrogorsky G.

Storia dell'Impero Bizantino

Einaudi

 

 
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