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L'Italia sotto il dominio dei goti

 

Alla fine del V secolo d.C. l'Italia venne invasa da barbari di origine tedesca che stabilirono una dittatura militare.

Espropriazioni dei beni, discriminazioni razziali, persecuzioni religiose colpirono l'intera popolazione.

Nel 535 Giustiniano decise di liberare l'Italia. Aveva inizio la guerra gotica.

Nel 553 Narsete sconfiggeva definitivamente i goti.

Dopo 18 anni di guerra l'Italia era ridotta ad una terra desolata per le distruzioni delle città e la rovina delle campagne, ma soprattutto per lo sterminio fisico di tutta la classe senatoriale che l'aveva guidata per secoli.

 

Località: Italia

Epoca: dal 474 al 553 d.C.

Giulio Nepote

Nel 474 il dalmata Giulio Nepote, figlio di Nepoziano, venne inviato dalla imperatrice vedova Verina a Ravenna. Giulio Nepote marciò su Roma e sconfisse l'imperatore Glicerio, che venne nominato vescovo di Salona vicino Spalato.

Il 24 luglio Giulio Nepote venne acclamato imperatore in Roma.

Un anno dopo, il 28 agosto 475, Nepote, attaccato da Oreste, dovette abbandonare Ravenna e rifugiarsi a Salona, dove verrà ucciso il 9 maggio 480.

Oreste e Romolo Augustolo, l'ultimo imperatore romano

Oreste era un romano della Pannonia, ex ministro di Attila, che Nepote aveva nominato patrizio e comandante dell'esercito delle Gallie, forse per allontanarlo dall'Italia.

Oreste nominò imperatore suo figlio Romolo Augustolo. In realtà il principe si chiamava Romolo Augusto, ma data la sua giovane età venne detto Augustolo.

Odoacre: il primo tedesco re d'Italia

Un anno dopo, il 23 agosto 476, Odoacre, di madre scira e figlio di Edica, ex ministro di Attila, assunse il titolo di re d'Italia. Con un esercito di mercenari rugi, eruli, sciri e turcilingi aveva sconfitto Oreste a Pavia. A Piacenza lo aveva decapitato. A Ravenna aveva catturato Romolo Augustolo, poi lo aveva costretto ad abdicare davanti al Senato Romano e a dichiarare estinto l'Impero d'Occidente.

Romolo Augustolo finì i suoi giorni nel castello Lucullano presso Napoli dove morì intorno al 510.

L'imperatore d'Oriente Zenone l'Isaurico concesse ad Odoacre il titolo di magister militum per Italiam.

Odoacre espropria gli italiani

Odoacre governò l'Italia per 13 anni dalla sua capitale Ravenna. Ai suoi soldati, secondo quanto convenuto al momento della rivolta, assegnò un terzo delle terre degli italiani. Il suo governo fu una dittatura militare, temuta ed odiata dalla popolazione.

Teodorico: il secondo tedesco re d'Italia

Nel 488 l'imperatore Zenone, per allontanare dalle sue terre una popolazione pericolosa, chiese a Teodorico, re dei goti, di togliere l'Italia dalle mani dell'usurpatore Odoacre. Una faida famigliare divideva i due. Infatti nel 469 Teodemiro, il padre di Teodorico, aveva ucciso Edica, padre di Odoacre.

Lo sciro e il goto si scontrarono sull'Isonzo (28 agosto 489) e presso Verona (30 settembre 489). Il 25 febbraio 493 Giovanni II, il vescovo di Ravenna, mediò un accordo di coreggenza tra Odoacre e Teodorico. Ma il goto non aveva alcuna intenzione di stare ai patti. Il 5 marzo 493, dopo tre anni di assedio, Ravenna aprì le porte ai goti. Il 15 marzo Odoacre e i suoi generali vennero assassinati a tradimento. Sunigilda, la moglie di Odoacre, venne fatta morire di fame in carcere. Oclan, il figlio, venne esiliato in Gallia e poi ucciso.

Teodorico assunse il titolo di re d'Italia e stabilì la sua sede a Ravenna. Nel 498 Costantinopoli gli inviò le insegne regali.

Gli italiani sotto il dominio dei goti

Al momento del loro ingresso in Italia i goti non superavano i 100.000-125.000 individui, di cui 25.000 guerrieri.

Si stima che in età augustea la popolazione libera dell'Italia ammontasse a circa 12-14 milioni di abitanti. Probabilmente nel V secolo non era variata significativamente.

Teodorico trasferì ai goti le terre che Odoacre aveva sottratto agli italiani, ossia un terzo di tutto il territorio.

Gli italiani furono privati del diritto di portare armi.

Furono proibiti i matrimoni misti tra goti e italiani.

Furono proibite le conversioni dall'arianesimo al cattolicesimo e viceversa (i goti erano ariani e gli italiani erano cattolici).

I goti si mantennero divisi dalla popolazione italiana, sia sul piano religioso sia sul piano giuridico. L'unico legame tra le due popolazioni era la figura del re.

I goti erano governati dai comites Gothorum, funzionari militari e civili.

Gli italiani mantennero le antiche istituzioni romane. Teodorico trattò con deferenza il senato romano, ormai privo di qualsiasi potere effettivo nella direzione del regno.

Nel 500 visitò Roma, dove venne accolto con il titolo di "nuovo Traiano" da senatori, popolo e clero, con alla testa il papa. Stabilì la sua residenza sul Palatino nel palazzo dei Cesari. Emanò provvedimenti per il mantenimento ed il restauro dei monumenti di Roma. Ristabilì l'usanza di distribuire cibo al popolo.

Cassiodoro

Il principale collaboratore e portavoce di Teodorico presso gli italiani fu Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, nato a Squillace in Calabria, nel 490 circa, da una famiglia di origine siriaca, figlio di un alto funzionario di Odoacre. Cassiodoro sarà al fianco dei goti fino al tempo di Vitige, poi si ritirerà nel monastero di Vivario dove morirà in tarda età.

Alleanze con i barbari

Teodorico condusse una politica di alleanze con gli altri barbari confermata da matrimoni politici.

Delle figlie di Teodorico:
- Teodicoda, detta anche Arvagnis, sposò Alarico II, re dei visigoti
- Teodegota, detta anche Ostrogota, sposò Sigismondo, re dei burgundi.

Amalafrida, una sorella di Teodorico, sposò il vandalo Trasamondo.

Teodorico sposò Audefleda, una sorella di Clodoveo, re dei franchi.

La persecuzione dei cattolici e degli italiani

Nel 523 l'imperatore Giustino promulgò un editto per la restituzione delle chiese ariane al culto cattolico. Teodorico, che era ariano, reagì con la persecuzione dei cattolici e della intera popolazione italiana, divenuta sospetta di tradimento a favore dei bizantini.

Nel 524 Anicio Manlio Torquato Severino Boezio, magister officiorum, mentre difendeva davanti al re il consolare Albino, venne accusato di collusione con l'imperatore Giustino, fu imprigionato a Pavia e messo a morte nel 526. Era nato a Roma nel 480 circa.

Nel 525 il senatore Simmaco fu condannato a morte con analoghe motivazioni.

Papa Giovanni I fu messo sotto accusa per non aver saputo difendere a Costantinopoli la politica religiosa del re, che voleva piena libertà di religione per gli ariani in tutto l'impero. Giovanni I morirà in carcere il 18 maggio 526.

La morte di Teodorico

Il 30 agosto 526 Teodorico morì a Ravenna. Aveva regnato sull'Italia per circa 37 anni. Da 50 anni gli italiani erano dominati da aristocrazie etnico-militari barbare che praticavano la discriminazione razziale e religiosa.

Amalasunta assassinata

Il regno passò ad Amalasunta, figlia di Teodorico, in qualità di reggente del figlio Atalarico. Nel 534 Atalarico morì. La reggente, che in quanto donna non poteva regnare sui goti, fu costretta ad associare al trono Teodato, un suo cugino. Questi la ripagò relegandola sull'isola Martana, nel lago di Bolsena, e facendola assassinare il 30 aprile del 535. Amalasunta era stata reggente per circa 8 anni.

Belisario libera l'Italia

La morte di Amalasunta, che aveva stabilito buoni rapporti con Bisanzio, scatenò l'ira di Giustiniano che colse l'occasione per intervenire in Italia. In Sicilia, nel luglio del 536, avvennero i primi sbarchi delle truppe guidate dal generale Belisario: 7.500 uomini. Solo nel 537 arriveranno 1.600 cavalieri unni di rinforzo.

Il generale imperiale Mundo attacca l'Illirico con 4.000 uomini e conquista Salona.

Belisario conquista la Sicilia in sette mesi, passa nella penisola, assedia e conquista Napoli, costringe i goti ad abbandonare Roma, dove entra il 10 dicembre del 536.

Lo stato goto si sgretolò, ma rimase l'esercito goto.

Vitige

I goti sostituirono il loro re Teodato, che non era riuscito a fermare Belisario, con Vitige. Teodato aveva regnato per circa 2 anni.

Ceduta la Gallia Narbonense ai franchi e pagate 2.000 libbre d'oro, Vitige riorganizzò l'esercito e nel 537 pose l'assedio a Roma. I goti distrussero i quattordici acquedotti che portavano l'acqua alla città. Non saranno più ricostruiti.

Il 9 marzo 538, dopo un anno e nove giorni, Vitige fu costretto a rinunciare all'assedio. Irato, ordinò l'assassinio di tutti i senatori tenuti in ostaggio a Ravenna.

Nel 539 distrusse Milano. La città perse il ruolo di capitale a favore di Pavia.

La guerra si trascinò fino alla primavera del 540 quando Belisario riuscì a entrare in Ravenna. Vitige verrà portato prigioniero a Costantinopoli. Aveva regnato per circa quattro anni.

La guerra con i goti sembra terminata. L'Italia rientra nell'orbita imperiale.

Totila

Nel 541 i superstiti goti nominarono re Totila, comandante delle truppe gote sul Tarvisio. Un esercito di sbandati e di disperati si raccolse intorno a lui. Iniziò una nuova guerra. Totila cercò sostegno nella popolazione locale rivolgendosi ai contadini e ai servi della gleba. Li accolse nell'esercito e promise che le terre non sarebbero state restituite ai legittimi padroni. Perseguitò i cattolici, torturò e uccise vescovi e sacerdoti.

In due anni l'Italia ridivenne gota. Totila prese anche la Corsica, la Sardegna e la Sicilia.

Totila pose l'assedio a Roma nel 544. Il 17 dicembre 546 gli isaurici a guardia della porta Asinaria si misero d'accordo con i goti e aprirono le porte della città. Tutti gli abitanti vennero cacciati o uccisi. Roma rimase una città deserta per quaranta giorni. La città venne depredata e le sue mura parzialmente smantellate, Trastevere fu completamente distrutta.

Nella primavera del 547 Belisario, a sorpresa, libererà Roma e un nuovo assedio di Totila nel maggio 547 non avrà successo.

Nell'autunno del 549 Totila porrà l'assedio a Roma per la terza volta. Nuovamente gli isaurici tradiscono e aprono porta San Paolo al nemico. Totila rientra in Roma. Ormai sono pochi i sopravvissuti dei 200.000 cittadini che abitavano Roma prima dell'inizio della guerra gotica. Il senato si è trasferito quasi al completo a Bisanzio.

Giustiniano manda Narsete a liberare l'Italia

Nel 551 Giustiniano affida il comando dell'esercito a Narsete, comes sacri erari (ministro del tesoro) e prepositus sacri cubiculi (gran ciambellano di corte). Armeno, eunuco, ultrasettantenne, grande organizzatore e grande politico.

Narsete entrò in Italia dal Veneto e raggiunse rapidamente Ravenna.

Totila abbandonò Roma portando con sé in ostaggio 300 giovani delle famiglie più importanti. Sarà sconfitto e ucciso nel luglio 552 dalle truppe imperiali a Tagina, fra Gubbio e Gualdo Tadino, dopo undici anni di regno.

Roma liberata da Narsete

Nel 553 i soldati di Narsete, provenienti dalla Cassia, entreranno in Roma, mentre i goti ne usciranno da porta Asinaria dirigendosi verso l'Appia.

I goti continueranno fino all'ultimo la loro opera di distruzione danneggiando importanti edifici sulla via Sacra e uccidendo molti cittadini romani.

Dopo diciotto anni di guerra i romani accoglieranno Narsete come un eroe.

Teia l'ultimo re dei goti

I 300 giovani nobili, presi in ostaggio da Totila, saranno uccisi da Teia, l'ultimo re dei goti. La stessa fine fecero tutte le famiglie senatorie e tutti gli italiani prigionieri dei goti. In pratica tutta la classe dirigente italiana venne sterminata. Ma anche molti cittadini comuni trovarono la morte per il solo fatto di essere italiani.

Teia sarà sconfitto e ucciso nel 553 fra il Sarno e la penisola dei monti Lattari, presso il Vesuvio.

 

Riferimenti bibliografici:

Azzara

Le invasioni barbariche

Il Mulino

Castronovo V. (a cura di)

Storia dell'economia mondiale - I - Dall'antichità al medioevo

Laterza

Gatto L.

Storia di Roma nel medioevo

Newton Compton

Grant M.

Gli imperatori romani

Newton Compton

Gregorovius

Storia di Roma nel Medioevo

Newton Compton

Musset L.

Le invasioni barbariche - Le ondate germaniche

Mursia

Procopio di Cesarea

La guerra gotica

TEA

Rendina C.

I papi

Newton Compton

Schreiber H.

I goti

Garzanti

 

 
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