racconto
chi siamoitineraribachecalinkscontattarci

componenti 
racconto 
programmi 

 

 

 

 

Cronaca di una uscita tipo

Ovvero facendo free ride nei dintorni di Salso

 

Venerdì sera..

Raga! Domani si fa il giro del Kanate e Pastoria perché ci sono dei free riders di Fiorenzuola che vogliono provarla. " Si va con le auto su fino ai ripetitori, poi discesa fino al Parco dello Stirone, poi recupero delle auto in serata. Ore 14.30 piazzale SMA”. OK. Questo è quanto circolava via email al venerdì, come di consueto prima di ogni uscita per il weekend.

Sabato ore 14.30

Nel piazzale ci presentiamo per primi io (alias J.T.) e il LOMBA con già le bici caricate sulle auto. Degli altri di Salso nessuno, come quasi sempre succede per scuse più o meno vere.

Alle 14.35 arrivano i raga di Fiorenzuola, cioè dei tanti sono solo in due: LUCA e MARIANO. Il primo ha una Big Hit con 165/170 di corsa ed il secondo con una Olimpia da 165/130. Alle 14.40 si decide di partire, solo che Mariano vorrebbe pedalarla tutta fin su al Kanate (perché dice che vuole tenere la gamba allenata). Luca è quasi d’accordo, ma io gli faccio notare che sono quasi 20 km. di salita, di cui gli ultimi 4 mostruosamente duri. Il Lomba si rifiuta categoricamente, adducendo la scusa che ha la bronchite e non può sudare.

Dopo breve parlare si decide che io (per dovere di ospitalità), Luca e Mariano ce la facciamo tutta a pedale e Lomba ci  segue in auto. Alle 14.45 si parte. Dopo circa 10 km. il Lomba ci raggiunge in auto e, dopo averci presi per il culo per un po’, ci sorpassa dicendo che ci avrebbe aspettati su ai ripetitori, base di partenza per la discesa del Kanate.

Al 15° km. di salita le lunghe escursioni delle bici cominciano a farsi sentire e la fatica aumenta. Giunti al Passo di S. Antonio (cioè ai piedi della salita vera e propria del Kanate) i due di Fiorenzuola, vista la pendenza della suddetta, ammettono che forse era meglio farsela in auto; però sono contenti ugualmente perché un “po’” di moto fa sempre bene.

Salendo verso la cima è d’obbligo una sosta alla piazzola da cui partono i deltaplani: da qui si vede tutta la pianura che va da Salso fin quasi alle rive del Po. Bisogna ripartire dato che ci aspetta ancora metà della salita. Quasi giunti in vetta sulla destra, salendo, c’è un bellissimo toboga che fatto in discesa è una vera figata. Si decide di dare un’occhiata da vicino, così saliamo da lì invece che dalla strada principale fino alla cima del Monte. Giunti lì scopriamo che del Lomba non c’è traccia.

Come un segugio cerco tracce che possano far capire se è mai arrivato qui…segni di Y10, impronte di scarpe n°52 o pezzi della sua JT lts. Proviamo a rintracciarlo sul cellulare, cosa che risulta difficile dato che nessuno di noi ha con se il telefonino (e poi, in ogni caso, chi si ricorda il suo numero?), torniamo indietro per un tratto ed urliamo il suo nome a squarciagola…Tutto inutile, di lui non c’è traccia. Dopo mezz’ora di tentativi e dopo esserci ripresi dalla fatica della salita, si decide di ripartire ed iniziare la discesa. Pensiamo che il Lomba sia sceso per la strada principale mentre noi salivamo e sia tornato indietro richiamato a casa da qualche impegno familiare.

I primi 100 metri di discesa ci fanno subito capire il tipo di terreno che ci aspetta: terra compatta e roccia su un largo sentiero nel bosco che offre la possibilità a varie traiettorie. I due di Fiorenzuola mostrano subito di sentirsi a loro agio, malgrado non l’abbiano mai percorso prima e mollano tutto a manetta. Giunti al primo bivio dopo circa 500 metri e dopo aver superato due drop di roccia di circa 1 metro giriamo a destra. E qui inizia un piccolo falso piano che fa da congiunzione alla seconda parte della discesa, che da qui diventa un single track veloce in forte pendenza su rocce ferme e conduce al terzo tratto costituito da un canalone tutto di roccia con vari drop più lento della parte precedente e con un’unica traiettoria, ma sempre molto bello. Il canalone lascia posto ad un single track molto veloce che sbuca sulla strada asfaltata che collega Salsomaggiore a Pellegrino.

Ci fermiamo un momento per riprendere fiato (sono 5 i km. di discesa percorsi) ed io ne approfitto per chiedere un parere a Mariano e Luca e la loro risposta è.:”Wow! Bello! Che figata!”. Prima di riprendere il percorso ci chiediamo per un’ultima volta che fine avrà fatto il Lomba e poi ripartiamo. Dopo circa 1 km. di strada, purtroppo asfaltata, ricominciamo a scendere off road. Il primo tratto che si incontra è un sentierino nel bosco chiamato Telefunken in onore al deficiente che ha abbandonato un televisore al suo imbocco; sbuchiamo su di una strada bianca che parte dall’abitato di Aione e, percorrendo in leggera discesa la strada sul crinale del colle, incontriamo un sentiero sulla destra che si inoltra di nuovo nel bosco ed è da qui che inizia la seconda parte del percorso che va da Aione a la Pastoria. All’inizio si scende in double track non troppo ripido poi, all’improvviso, una traccia sparisce e la pendenza aumenta e cominciano ad apparire i primi drop su rocce. Dopo un primo tratto impegnativo, il sentiero si apre e la velocità aumenta fin quando un altro tratto lento e roccioso che attraversa alcuni ruscelli impone un po’ più di attenzione. Superiamo l’ultimo tratto bagnato e una compressione ci proietta in una mulattiera velocissima che inizia con delle woops naturali. Ampi curvoni in appoggio e con fondo compatto ci portano ad un torrente; lo guadiamo e ci fermiamo un attimo perché ci si para di fronte uno strappo in ripida salita.

Guardo in faccia i miei due compagni di uscita che hanno stampato in faccia un sorriso a 64 denti che vale più di ogni commento. Ripartiamo spingendo la bici in salita, usciamo dal bosco per poi rientrarvi  nuovamente dopo aver imboccato una carrareccia che attraversa prati coltivati. Qui la strada è a doppia traccia e sarà così fino alla fine. Si comincia con un terreno compatto per poi cambiare in rocce e ghiaia fino a costeggiare un torrente e, dopo averlo guadato un paio di volte, imbocchiamo un’altra carrareccia in dolce  discesa con fondo compatto che porta sino ad una fattoria (la Pastoria). Qui, girato a sinistra e lasciata la casa a destra, scendiamo sul greto del torrente e, una volta attraversato, giungiamo alla fine della discesa. Da qui in poi è tutta strada in falsopiano fino al punto da cui siamo partiti. Ci aspettano 15 km. di strada prima bianca e poi in asfalto fino a Salsomaggiore.

Dopo aver percorso circa 3 km. giungiamo all’abitato di Pietra Nera dove si trova l’arrivo e la risalita al percorso DH (palestra del gruppo Salso Free Ride). Ci fermiamo un attimo. Da qui si vede il pratone con le curve finali e il salto all’ingresso dello stesso. I raga di Fiorenzuola lo conoscono già, in quanto ci hanno già fatto alcune discese e Luca lancia la proposta: “Andiamo a casa il più presto possibile per avere notizie del Lomba o ci facciamo una discesa?”. Naturalmente noi, essendo gente giudiziosa, ci preoccupiamo del Lomba e così decidiamo di…farci una discesa!!

La risalita alla partenza del percorso si effettua con una comoda strada sterrata pedalabile che la costeggia. Mentre risaliamo diamo un’occhiata ai vari passaggi ed in circa 15 minuti siamo alla partenza. L’ultima volta che i ragazzi di Fiorenzuola sono stati qui il terreno era bagnato e lamentavano una scarsa velocità, ma oggi è in perfette condizioni: veloce, tiene bene, i salti vengono lunghi e le curve del pratone finale si fanno da Dio. Siamo di nuovo all’arrivo e la voglia di farne un’altra è tanta. Ma c’è sempre la preoccupazione per il Lomba e così…ne facciamo un’altra!!

 Dopo la terza decidiamo che è giunta l’ora di rientrare davvero, anche perché ci sono ancora 10 km di strada che ci aspettano. Giungiamo al punto di ritrovo che ormai comincia ad imbrunire e qui, sorpresa, troviamo il Lomba con la bici ma ..senza la macchina! Si da il via alle spiegazioni: il Lomba, una volta giunto in cima al Kanate, ha scaricato la bici dall’auto, si è preparato per la discesa e poi, per non stare lì ad aspettare, ha nascosto la bici in un cespuglio ed è sceso con l’auto alla piazzola dei deltaplani proprio mentre noi risalivamo per il toboga, senza così incontrarci. E’ rimasto lì ad aspettare per un’ora e mezza e poi, pensando ad una nostra rinuncia per guasto meccanico, ha deciso di scendere ugualmente in bici senza però fare il nostro stesso percorso: una volta uscito sulla strada asfaltata invece di prendere per la Pastoria è rientrato passando da Grotta e così trovarsi era praticamente impossibile. Per quanto riguarda la Y10, ancora in cima al Kanate, dice che non è il caso di andarla a recuperare adesso ma se ne riparlerà domani…rimanere una notte lassù le farà solo bene, in quanto le radiazioni emesse dai ripetitori sono un toccasana per la batteria!!!

Così si conclude una delle nostre uscite tipo, anche se ogni tanto tutto va per il meglio

 

  •  

[Home][chi siamo][itinerari][bacheca][links][contattarci]

Copyright(c) 2004 Tarkus jt. Tutti i diritti riservati.
mtbsalsofree@virgilio.it