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Randy Weston - African Nite - Universal Music SA France 1975 Weston, in perfetta solitudine, registrò queste tracce al Palm Studio di Parigi il 21 settembre 1975 in una sola sessione di lavoro. Pur non essendo un album di difficile ascolto (non contiene cioè dissonanze vistose ed impegnative) è comunque un prodotto di difficile fruizione. Non siamo più abituati ai dischi di solo pianoforte (o non lo siamo ancora), e se le melodie non risultano più che accattivanti, fatichiamo ad arrivare alla fine. Questo è il problema e visto che le musiche non strizzano l'occhietto a facilonerie e gigionate, anche se risultano agili, può succedere che al primo impatto si viva una crisi di rigetto. Pazientate, respirate profondo e ricominciate, un brano alla volta. Non perdetevi questo tesoro per superficialità e nervosa impazienza. L'anima del disco è un signor blues che ha preso le distanze da sé stesso, un blues senza adesione emotiva immediata, disegnato in sezione geometrica, destrutturato e riorganizzato, ma pur sempre blues, ed una volta prese le misure, si capisce che c'è un'altra faccia della musica, che questa può essere esplorata e mappata, resa quindi riconoscibile. Per avere un'idea più esatta di quel che intendo dire, basti prendere l'unico brano non firmato da Weston, Con Alma di Dizzy Gillespie, e confrontarlo con l'originale. L'inizio con note gravi, percosse, lo rende irriconoscibile, lo sfuma in una strana ed ambigua dissolvenza, che però si risolve presto in analisi. Ogni nota è esplorata, distillata, separata e poi ricomposta. Operazione insieme chirurgica e plastica che tuttavia non provoca alcun malessere o senso di vertigine. Semplicemente analizza con straordinaria freddezza i misteri dell'entropia sonora. In ogni caso, siamo di fronte a musica e non a rumori provocatori o un caos stridulo e lococinante. Ci tengo a ribadirlo, visto che ormai passo per un conservatore, anzi una mummia da conservatorio che inorridisce di fronte ad un'estetica meno che sublime. Improvvisare, in un musicista consapevole, non significa schiacciare un tasto a caso, ma scegliere una nota ben sapendo che cosa ne uscirà, anche se non ancora come ne uscirà. Compreso questo punto essenziale, non si faticherà a comprendere che l'arte di improvvisare non viene a chiunque, ma solo a musicisti teoricamente e praticamente preparati, oppure dotati di un qualche istinto più sviluppato. Nel caso di Randy Weston direi che siamo ad una felice combinazione di entrambi gli ingredienti, anche se il lato professorale e teorico sembra prevalere. Questa è una lezione di pianismo e di composizione, di improvvisazione e di interpretazione. Se è indispensabile a chi strimpella e soprattutto a chi studia un qualsiasi strumento, oserei dire che rimane un must per tutti gli appassionati di storia del jazz perchè molte delle attuali rising stars del pianoforte un qualche debito con Weston l'hanno maturato, da Jason Moran a Brad Meldhau, allo stesso Danilo Perez. Detto questo, mi preme sottolineare che anche gli amanti della bella musica e del bel suono non andranno delusi. Little Nites è un brano di incantevole freschezza, a mio avviso un capolavoro, ma gli altri pezzi, pur non godendo della stessa felicissima ispirazione, appartengono alla stessa galassia sonora. Una particolare menzione per C.W. Blues e per Samba Bassa. La track list 1. Little Nites 2. Blues To Senegal 3. African Nite 4. Samba Bassa 5. Jajouka 6. Portrait Of Miriam Makeba 7. Con Alma (Gillespie) 8. C.W.Blues 9. Yubadee Randy Weston Classe 1926, era della stessa buona annata di Miles Davis. Nato a Brooklyn, New York, nel segno dell'ariete, il giovane Randolph Edward crebbe nel ghetto di Bedford-Stuyvesant. Il padre era un cuoco di origine giamaicana, la madre veniva dalla Virginia e conosceva tutti gli spirituals che si cantavano laggiù. Stranamente, da ragazzo preferiva il gioco del football allo studio del pianoforte. La passione per la musica venne poco alla volta, nel corso degli anni '40, quando prese a frequentare amici che suonavano come il trombettista Ray Copeland, il sassofonista Cecil Payne, Max Roach e Wynton Kelly, il pianista. Tuttavia, la decisione di dedicarsi a tempo pieno alla musica sopravvenne solo dopo una specie di ritiro spirituale nel Massachussets. Molto importante fu negli anni '50 la sua amicizia con Thelonious Monk, del quale fu in pratica un discepolo. " Monk - dirà in seguito Weston - mi ha insegnato la perserveranza e a non fare compromessi. Uomini come lui sono profeti, sono venuti e ci hanno portato tutta questa musica e con tutto quello che ci hanno donato, ciascuno di noi può trovare la sua direzione." Nel novembre del 1960 Weston incise un album storico, sebbene poco conosciuto, almeno da noi: Uhuru Africa, una suite in quattro movimenti progettata insieme al poeta Langston Hughes. Ma sarà solo nel '61 che Weston potrà soggiornare in Africa partecipando al Festival delle Arti Nere a Lagos, in Nigeria, insieme a Lionel Hampton, Nina Simone, Ahmed Abdul-Malik, Booker Ervin ed allo stesso poeta Langston Hughes. L'occasione ispirò a Weston la successiva incisione dell'album Highlife. Music From The New African Nations, un lavoro orchestrale centrato sulla musica popolare e da ballo dell'Africa occidentale, lo high-life originario del Ghana, ma diffuso anche in Nigeria, nel Togo, nella Sierra Leone, in Guinea, nel Dahomey e nel Gabon. Irrisistibilmente attratto dall'Africa, ed in particolare dalla musica araba e nordafricana, scelse di soggiornare a lungo in Marocco e studiare e suonare musica di tradizione gnawa, incidendo poi numerosi dischi centrati su questo genere. Completamento alieno da atteggiamenti divistici, lontano da ogni frequentazione del music business, Weston ha goduto di riconoscimenti relativamente tardivi e comunque insufficienti. Compositore, pianista da rivalutare e prima ancora, ovviamente, da riscoprire, ha conosciuto una nuova ondata di semipopolarità dopo l'intervista rilasciata a Jazz Magazine nel 1990, con tanto di copertina dedicata. Discografia parziale consigliata: 1973 Tanjah - Verve 1974 Carnival [live] - Freedom 1974 Blues to Africa - Freedom 1976 Randy Weston [PA] - Pausa 1976 Perspective - Denon 1983 Blue (African Rhythms) - Arch 1983 Ancient Future - Mutable Music 1989 Portraits of Monk - Verve 1989 Portraits of Duke Ellington - Verve 1991 The Spirits of Our Ancestors - Verve 1992 The Splendid Master Gnawa Musicians of... - Verve Antilles 1992 Marrakech in the Cool of the Evening - Verve . Guido Marenco - 19 agosto 2003 |
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