Bella serata. Peccato sia arrivato in ritardo,
ed oltre ad essermi perso il posto a sedere
nelle prime file prenotato per la ciurma
di Mystery Train, mi sia anche perso anche
gran parte del set elettrico di Gabriel Delta
& The Hurricanes, un trio chitarra basso
batteria per nulla noioso (come spesso accade,
purtroppo), che ha avuto il merito di non
fare il verso né ai Cream né ad altre star
del genere, proponendo un sound molto fedele
al blues pur suonando un rock-blues solido
e ruspante. Ottimo come chitarrista, mi è
piaciuto anche come vocalist e va là che
sei bravo!
Comunque, altamente consigliato per serate,
concerti e festival di ogni tipo, ovviamente
con il blues all'ordine del giorno.
E veniamo al clou della serata, il bravo
Tony Coleman, uno dei pochi batteristi al
mondo in grado di cantare senza far piangere,
e rimpiangere shouters e soulmen specialisti
nel modulare la voce, e pure il secondo al
mondo, dopo Levon Helm, in grado di far piangere
nel senso che dava all'espressione quel sapientone
di Greil Marcus. Ovvero in grado di cantare
anche una sofferenza interiore con il pathos
pressochè perfetto che aveva The Band.
Ma non fatevi fregare da queste elucubrazioni!
Niente a che vedere con Levon, ovvio. Piuttosto
rhythm 'n' blues incalzante che non puoi
star fermo, un funky da cinema, ed una voce
soul che mi sarebbe piaciuto vedere alle
prese con qualche pezzo del repertorio più
classico.
Vabbè, non si può avere tutto, e soprattutto
non si può aver la pretesa di aver sempre
davanti la migliore band del mondo.
Nota dolente, infatti, è che alla fine i
veri musicisti, cioè i professionisti degni
dello star system internazionale, sono risultati
solo in due, pardon due e mezzo: il bassista
e appunto il grande Tony, con una nota di
speranza per il sassofonista, che potrebbe
chiamarsi Nicolas Tuaillon, come da depliant,
ma non ne sono affatto sicuro. Acerbo ma
promettente.
Per il resto meglio stendere un pietoso velo.
Eppure, e qui sta il bello della faccenda,
non è stata affatto una serata deludente.
La band raccogliticcia, con qualcuno che
era davvero in viaggio premio a cinque dollari
per sera, ha comunque suonato con entusiasmo
e convinzione. Ce l'hanno messa tutta ed
alla fine non ti senti preso in giro, quantomeno
del tutto, perchè il gigantesco Tony valeva
la pena di vederlo.
Dopo un concerto comunque piacevole, gran
finale con la comparsa sul palco del mitico
Otis Grand, ormai di casa al Macallè e parte
della band del bravo Roberto Scognamiglio
(la quale, per dirla francamente, mi è parsa
assai migliore di quella del Tony).
Jam, jam, jaaam come nelle migliori afterhours
d'oltreoceano.
Ah, dimenticavo, ma chi azz è Tony Coleman?
Bella domanda. Uno che devi stare attento
a stringergli la mano, un colosso che l'irriverente
reverendo ha immaginato con due balle da
toro e mezzo chilo di membro virile (che
diavolo gli passa per la testa a sto reverendo?)
Vabbé, sto po' po' di mandingo ha un bel
curriculum avendo accompagnato Bobby Bland,
Albert Collins, Etta James, Otis Clay e BB
King. Trovatene un altro!
Maggiori informazioni sul sito internet www.tonycolemanmusic.com
e già che ci siamo diamo anche l'indirizzo
di Gabriel Delta, ovvero www.gabrieldelta.com
chairman - 29 ottobre 2003