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Taj Mahal Trio
Live Catch - Tradition & Moderne GmbH - 2003

Cosa manca a questo disco per essere un vero gioiello?
Risposta che viene facilmente a chi mastica di cose blues da anni: la chitarra di Mr. Ry Cooder.


Operazione pressochè impossibile in un live, dati gli impegni dei due, ed anche la diversità delle attuali traiettorie artistiche, ma non inibita in un futuro, speriamo presto, in qualche studio.

Ed ho detto Cooder, non una qualsiasi altra chitarra, per motivi ovvi. Il sound è quello, il ritmo pure, il relax apparentemente pigro degli esecutori anche.
Alcune canzoni si sarebbero inserite perfettamente nel mitico Bop Till You Drop.

Ma andiamo con ordine: la registrazione risale a due giorni dopo il Natale del 2002. Si era allo Yoshi's di Oakland, California. Sul palco tre soli uomini: Taj Mahal, Bill Rich al basso e Kester Smith alla batteria.
!4 le tracce incise.
Si parte con uno strano reggae calipsato e bluesato, il traditional Black Jack Davey rivisto dal nostro in questa chiave, aromatizzato con spezie dei Caraibi.
Fantastico.
Si prosegue con New Hula Blues, ed è su questo pezzo che potresti avere il primo rammarico per l'assenza del nostro Ry. Ma, purtroppo, c'è di peggio. Cioè da qui in poi o ti gusti il concerto com'è, ed è qualcosa di veramente ok, sicuramente il miglior disco blues di questo inizio 2003, o te lo senti con il preciso senso di una mancanza, a come avrebbe potuto essere con più suono...se...

Ahinoi...con i se e con i ma non si fa musica, ma solo chiacchiera.
Andiamo avanti, molto rilassati, senza concitazione. Dopo un Good Morning Miss Brown da incorniciare, c'è una Annie Mae che insegna cosa è il blues, l'ABC del linguaggio, ma insegna anche moltissimo sulla differenza che passa tra cantare semplicemente, ed interpretare. Taj Mahal è un buon cantante, ma è soprattutto maturato come interprete, come chi sa stare su un palco catturando l'attenzione, non tanto ipnotico quanto istrionico, cioè attore capace di tenere e riempire la scena.

Con Fishin' Blues, avviene qualcosa di miracoloso, ovvero lo spettro di Ry pare materializzarsi. La chitarra di Taj Mahal suona precisa precisa alla stessa maniera di quella di Cooder. E non sarà solo suggestione!

Comunque sia, siccome una recensione non è una telecronaca minuto per minuto, dirò che scorrendo la track list, le suggestioni che possono venire sono molte.
Freight Train, ad esempio, è un pezzo bellissimo di Elizabeth Cotten, una delle poche donne, fino a poco tempo fa, non essere solo "cantante" di Blues, ma chitarrista, banjoista e virtuosa del finger picking e dei walkin' basses.
Taj Mahal fa del suo meglio, ben sorretto dalla microband, per onorare questa grande misconosciuta del blues, nata nel 1893 a Chappel Hill, nel North Carolina.

L'omaggio al grande Howlin' Wolf con Sittin' On Top Of The World non poteva venire meglio, anche se, ovviamente, la voce di Howlin' era tutta un'altra cosa.

Per finire, ragazzi, un grande disco di blues, quello vero, con un'autentica gemma: l'interpretazione delicatissima di uno dei pezzi più poetici del grande Mississippi John Hurt, Creole Bell. Qui il nostro duetta con un altra voce, che potrebbe essere quella del bassista Bill Rich, ma non ne sono sicuro. Note di copertina, tedeschi del menga, non dicono un kaiser!



Track List:
01 Black Jack Davey (Trad. arr Taj Mahal)
02 New Hula Blues
03 Good Morning Miss Brown
04 Annie Mae (Big Joe Williams)
05 Fishin' Blues
06 Going Up To The Country, Paint My Mailbox Blue
07 Big Blues
08 Creole Bell (John Hurt)
09 Corinna
10 Stagger Lee (traditional)
11 Freight Train (Elisabeth Cotten)
12 Sittin' On The Top Of The World (Chester Burnett)
13 Blues Ain't Nothin
14 Lovin' In My Baby's Eyes





Qui sotto: Elizabeth Cotten




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gm- 21 maggio 2003