Claudio Filz (sopra)

Marcello Borsano



Ce Soul Borsano








Rev. Blind Slim Fast & the Bayou Rhythm n' Booze Revue

In The Land Of Love And Happiness

Mystery Train Records, 24 dicembre 2002 Municipal Studios - Alexandria
prodotto da Gian Franco Prato & Carlo Lombardi

mixaggio Renzo Ceroni e Gian Franco Prato



Una delle canzoni più sostanziose di questo primo scorcio di 2003 è certamente The Land Of Love And Happiness del mio amico Gian Franco Prato, grande sciamano e uomo di blues (come sta scritto nella targhetta formato medico condotto piantata sulla porta di casa). E non lo dico per obbligo o con una pistola puntata alla tempia. Sarebbe una roba che, l'avesse fatta Zucchero, te la sciropperebbero a eMTiVì tutto il dì.
Il resto del cd è ben costruito. Cose fatte con mestiere, un genuino senso del blues e robusta base ritmica. I brani originali evidenziano un talento compositivo che potrebbe confermarsi in futuro.

Non sono molti i gruppi in grado di fare di meglio, in Italia ed al momento, anche perchè un guitarist come Claudio Filz non lo trovi al supermercato. Il ragazzo è svelto, intonato, conosce i "giri giusti", e si vede che ha studiato Steve Ray Vaughan. Direi che è riuscito a mettere in ogni brano il tocco necessario, senza strafare e cercare di imporre il suo stile, che è un po' diverso da quello richiesto qui.

Altro brano super è Dark Lover. Era uscito su un single più che clandestino come pezzo del gruppo Cè Soul and the Professionals, praticamente lo stesso gruppo che si sente qui. L'ho anche sentito qualche volta dal vivo. Ma l'incisione recente è decisamente migliore, oltre che meglio registrata. Le atmosfere sono quelle del bayou, lo stile quello di Coco Robichaux, ma senza scopiazzature. Alla slide Marcello Benzi, ospite, impreziosice la qualità del sound e lo rende memore di Exile quanto basta. Ma il senso dark del brano, al limite di certe atmosfere voodoo, è reso dall'armonica di Gian. Ti trovi in una palude di notte insieme a Chico e lo Spirito con la scure senza nemmeno accorgetene.

E qui spendiamo due parole per spiegare perchè il cd è uscito a nome del reverendo e non del gruppo.
Gian, giustamente, ha voluto farsi il suo disco, dopo anni di gavetta, di una passione per il blues e per il soul mai sufficientemente ripagata e premiata. Ha suonato in session con i Big Fat Mama, Nick Beccattini, Paolo Bonfanti, cioè la crema del blues italiano, ma s'è preso una buona razione di applausi anche esibendosi con gente meno famosa. Però, la vera soddisfazione di un riconoscimento per una vita da musicista da piccolo club, da locale in cui si va per bere un paio di birre e mordere in un salsicciotto, non gli era ancora arrivata.

Questo, insomma, è il suo disco, Lo ha fortemente voluto e si è gettato a capofitto nella realizzazione, anticipando le spese di produzione. Ha fafto bene a crederci, perchè, ripeto, il risultato è notevole.
Potrebbe diventare una rarità da collezionista, visto il modo davvero precario in cui è stampato e distribuito, da una label non solo indipendente, ma spettrale ed inafferrabile. Ma io spero che diventi, invece, il trampolino per farlo conoscere meglio tra gli addetti ai lavori, quelli che organizzano festival estivi e serate invernali.


La prima track è una ottima Dust My Broom, merdosa quanto basta a capire che si tratta di Chicago sound, anche se la firma è di Robert Johnson, cioè il Delta rurale per antonomasia.
La versione di riferimento sarebbe quella di Elmore James, ma chi l'ha sentita? Di questi tempi è già tanto se hai ascoltato quella di Clapton. Beh...questa...con i dovuti riguardi... mi piace quasi di più, è meno hard, il giusto.
T for Texas è il classico cavallo di battaglia dei Ce' Soul dal vivo, insieme a Sweet Home Chicago. Ma qui c'è solo la prima. Scelta azzeccata, perchè un brano come Sweet Home l'abbiamo sentito fin troppe volte ed i confronti, si sa, avrebbero potuto essere impietosi.

Love Song è il primo brano originale, firmato Prato - Borsano - Cerboncini, ovvero il nucleo storico dei Ce' Soul.
E' un buon pezzo, arrangiato con gusto, corroborato da un background vocal femminile che ricorda gli anni '60 e le belle cose che si facevano in campo r&b.
Sugar Mama Sugar Mama, di Lightnin' Slim, suona come deve, Lousiana oriented. L'idea di iniziarlo con solo percussioni e batteria non è malvagia. Sono queste le variazioni che sanno rendere un disco di blues molto meno noioso e ripetitivo di quelli stampati in serie dall'Alligator. Buono il lavorar di Cerbo alla guitar.
Rockabilly Man è il pezzo che non ti aspettavi. Ci sta, anche se i nostri non sono dei rocker e gli Honky Tonkies li hanno hanno visti solo al cinema.
Gianpi al piano non è Jerry Lee Lewis, ma picchia il giusto e non escludo che si sia sentito qualche pianista di Kansas City prima di trovare il piglio esatto per il brano. Poteva osare qualche assolo più lungo? Mah...io dico di sì.
Il coretto delle women alla fine è squisito.

Ed eccoci al succoso brano che da il titolo al cd: In The Land Of Love And Happiness.
Il battelliere del Mississippi Carlo Lombardi sarebbe un buon Rigoletto, ma qui fa quello che deve, cioè il gondoliere veneziano in gita a Mantova che canta gospel ed ösei, ben armonizzato dalle tose Marianna Adamo e Lorena Scarsi. Inizio da brividi, se hai presente The Staples o I Blind Boys Of Alabama. Poi il brano parte con il suo incedere che mi fa venire in mente una band inglese che ho sulla punta della lingua... ah. ah la... Grease Band, uno dei grandi amori del reverendo. E chi la conosce? Informatevi, ragazzi!
Però la Grease Band non aveva Garth Hudson in organico, cioè l'organista Gianpi Vitali che fa quel lavoro di dita quando meno te l'aspetti.

Gran finale con No End Week-End, uno strumentale che non fa male, anche se scolastico: mostra tutto quello che c'è da scoprire sui musicisti. Ce' Borsano al bass, che sconquass...Marcello Borsano alla batteria: Drum und Drang; Mauro Cerboncini alla ritmica e non solo, Eddie Kirkland? Il reverendo all'armonica: quando ha voglia di suonare non ce n'è per nisciuno. Gianpi Vitali, da Kansas City quando suona il piano, e da casa Hudson quando viaggia sulle canne (dell'organo). Di Claudio si è già detto e non insistiamo, se no si monta la testa.


Marianna Adamo




Mauro Cerboncini





Gianpi Vitali.





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gm - 28 gennaio 2003