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Elvis Presley

Elvis '56 - cd RCA 1996 - (contiene materiale inciso nel 1956)


Uno dei tormentoni ricorrenti in alcuni giornalisti musicali è quella della fissazione esatta della data di nascita del rock 'n' roll.
Questione in realtà irrisolvibile perchè il rock 'n' roll si suonava ben prima che Elvis entrasse negli studi della Sun il 5 luglio 1954 per incidere That's Allright Mama, e Dio solo sa quando qualcosa di assolutamente simile cominciò ad essere eseguito. Appare ingenua la posizione di quelli che tendono a riportare la cosa indietro solo di un paio d'anni, ai tempi di Rock The Joint di Bill Haley.

Basta ascoltare Lowell Fulson o Pee Wee Crayton (anni '40) per capacitarsi che certi blues-boogie erano già rock 'n' roll a tutti gli effetti, salvo un dettaglio non trascurabile: nessuno lo chiamava così, e nemmeno godeva di uno stuolo di seguaci, ma solo di una nicchia di frequentatori dei dancing.

Elvis non fu dunque l'inventore del rock 'n' roll, ma solo il suo primo interprete di straripante ed universale successo. In un certo senso non impose nemmeno un modello, giacchè, se proprio si vuole trovare l'archetipo bianco di questo genere, che pare aver stravolto e cambiato il mondo, almeno a livello di costume, Rock Around The Clock di Bill Haley pare godere di maggiori favori.
Eppure fu Elvis ad incarnare l'essenza del rock più di ogni altro. Sia l'America che il mondo occidentale, quanto meno, cambiarono anche grazie ad Elvis. Il disco divenne un prodotto di consumo giovanile, un oggetto di desiderio senza confronti.
Il mondo rappresentato nella serie di telefilm Happy Days non sarebbe nato e cresciuto senza Elvis. Ed è molto meno falso e fiabesco di quanto comunemente si creda. Non manca l'autoironia, persino in Fonzie.

Perchè Elvis?
Risposta per un lato ovvia: perchè Mr. Elvis Aaron Presley incontrò il favore di un grande pubblico, che cercava something that was in the air, ma non l'aveva mai trovata prima.
E perchè ci mise del suo, un eclettismo, una capacità di sintesi, una personalità, un'immagine, e nel lavoro in sala d'incisione, uno smisurato perfezionismo, una serietà professionale fuori del comune.
Incideva fino a quindici volte lo stesso brano, se non trenta. Quando a tutti sembrava che la perfezione fosse stata raggiunta, lui chiedeva ancora una prova.
Smontato il mito della spontaneità?
Non troppo, Elvis era spontaneo anche nell'ennesimo tentativo. Semplicemente cercava il meglio.

Ma, un altro motivo va cercato nel fatto che produttori, managers, affaristi ebbero fiuto di quello che doveva succedere, in primis il mitico Col. Parker.

Per certi aspetti, la vicenda assomiglia alla storia della nascita della vita sulla terra. C'è chi crede al caso, e chi alla progettazione divina ma, molti sono orientati al big bang, il quale, se ben si guarda, mette tutti d'accordo: fu un attimo nel quale si decise il corso dell'universo.
Pochi, se non nessuno, tuttavia, si preoccupano di sapere cosa ci fosse prima del big bang, se solo Dio, o all'opposto un altro mondo, un universo rovesciato, un intrico di situazioni necessitanti, oppure il nulla.

Fino a poco tempo fa molte storie del rock si fermavano al big bang.
Oggi, grazie al tormentone, si è trovato di tutto, ma non il nulla.

Sicchè, si rischia di fare torto a molti semplicemente compilando un elenco del tutto che precede l'esplosione.
Non si possono dimenticare bluesmen come Skip James o Muddy Waters senza rischiare le ire di qualche perfezionista; non si può evitare Hank Williams; non si deve saltare Louis Jordan.

Perfino nello stride piano di Meade Lux Lewis c'è già un embrione.
Chicago, anni '20, "rent-party". Cioè feste fatte per recuperare i dollari necessari a pagare le spese d'affitto.
I nomi sono quelli di Clarence Pinetop Smith, Montana Taylor, Romeo Nelson, Will Ezell e, forse, qualcun altro.
Honky Ton Train, del 1927, riassume e rilancia. E' una sorta di manifesto di quel che verrà: profezia pura.
Poi ci metterei i blues di Robert Johnson e di Elmore James. Ma fu Arthur "Big Boy" Crudrup, da cui Presley prese una manciata di canzoni blues per trasformarle in hits, il vero padre legittimo del rock 'n' roll.
Eppure, siccome la grande magia di Elvis stette nell'incidere i primi 45 giri con un lato di r'n'r-blues e l'altro di r'n'r-country, ecco Hank Williams, il lato country del rock, o se preferite, il lato pre-rock del country, comunque il punto, come ripetono molti da cui tutto "ebbe inizio". (teoria del big bang prima del big bang)
Blue Moon Of Kentucky è il lato B di tutta la faccenda, l'antimateria di cui era fatta l'anima di Presley, reinterpretata, anzi resuscitata.

Basta questo?
No.
Greil Marcus, nel suo fantastico Mystery Train (uno dei più profondi, documentati e spudorati libri sul rock mai scritti) insiste sul nome di Jimmie Rodgers che, negli anni '20, aveva saputo incidere brani country colmi di blues, forse più che lo stesso Hank Williams. Dunque il vero modello nascosto di Elvis fu Jimmie, un tizio che viaggiava sui treni merci, frequentava bordelli con grasse donne di colore che lo "baciavano sul collo" e coltivava la poesia alla maniera di certi maudits francesi. In più aveva una voce niente male, una voce che incanta ancora oggi, se non hai la cera nelle orecchie.
L'ascolto di Rodgers è oltremodo istruttivo: c'è tutto il futuro, compreso il nostro presente, tranne che il ritmo indiavolato.
Per trovarlo, andare a Louis Jordan è d'obbligo: basta sentirlo una volta, e si comprende quanto il nostro sia stato prossimo al rock 'n' roll.
Fu Jordan ad inventare il sound tipico che conosciamo tutti, dandogli una sorta di statuto costitutivo fondato sul groove. Salt Pork, West Virginia: ascoltare per credere, specie l'assolo di chitarra e poi quello del sax.
Da allora si segue quello schema, si cantano e suonano quei pezzi, si muovono le chiappe a quel modo. La differenza era solo nominale: quello di Jordan si chiamava rhythm 'n' blues e non rock'n' roll.
Ed era, sostanzialmente jazz di consumo, musica di intrattenimento derivata dallo swing degli anni '30.
C'erano i sax ed il groove era intenso e leggero. Saturday Night Fish Fry, Let The Good Times Roll, Caldonia, Is You Is Or Is You Ain't (Ma Baby) sono solo i titoli più conosciuti, i ritornelli che ti entrano in testa, ma dietro c'era un fiume di musica con note tirate che ci cascano addosso con impeto esaltante.

Il cd di cui andiamo cianciando fotografa un anno di grazia per il nostro eroe, Elvis the Pelvis. Fu la sua stagione migliore, la più intensa, tra singoli, EP, e ben due long playing.
Qui ci trovi un misto di singoli, EP ed LP, una frittatina niente male.
Ritengo sia l'album veramente indispensabile per conoscere Elvis nel suo momento più felice e creativo. Seguirà un '57 altrettanto ricco, ma poi, il riflusso, il buco nero degli anni '60. Solo nel '68 Elvis risorgerà, quantomeno parzialmente, tornando a fare concerti ed incidere.
La storia del ragazzo, si sa, non fu tra le più desiderabili. Il servizio militare lo ridusse ad uno straccio. La morte della madre Gladys lo schiantò. Nei sixties fu schiavo delle anfetamine, viveva di pasticche. Il vizio era stato contratto sotto l'esercito e con la complicità dell'esercito, una vergogna nazionale ed internazionale.
Dall'altro lato ci fu la concorrenza inglese: quel di più che veniva dai Beatles; quel suono sporco che solo i Rolling Stones seppero produrre. Poi comparve Jimi Hendrix e la storia è nota.
Ma, ben oltre Hendrix, l'America nera reclamava i suoi diritti d'autore sulla musica che aveva arricchito Presley ed i suoi manager, mentre Crudrup non aveva visto un cent: personaggi come Otis Redding, Aretha Franklin, James Brown non faticarono a ricavarsi uno spazio, rubandolo ad Elvis, mentre dalla costa dell'ovest arrivavano i Beach Boys e, più tardi i Byrds, ovvero una versione ancora più bianca del rock.

Se vogliamo essere obiettivi, il vero motivo della crisi di Elvis andava cercato nel fatto che la sua vena si era inaridita. Di fatto, Elvis, non seppe, o non potè, andare oltre il sè stesso dei '50 per quasi un decennio. I film di cui fu protagonista proponevano solo canzoni mediocri, pallide imitazioni di qualcosa che s'era già sentito, e l'originale suonava migliore.
Egli continuò ad avere il suo stuolo di fans, ma era gente che stava invecchiando, spesso non molto bene.

Ecco, in breve, le ragioni per le quali parte importante del vero Elvis, si trova qui, e non altrove.
L'altra parte importante è costituita dalle 10 facciate dei 45 giri incisi per la Sun dal luglio '54 al luglio '55.
Entrambe costituiscono la trave maestra di ogni collezione rivolta al mondo del rock, ma non possono mancare nemmeno in una raccolta di più ampio respiro.

Il grande benefattore di Elvis era stato Sam Phillips, il padre padrone della Sun Records di Memphis. In quel tempo, come questi riconobbe solo molto più tardi, era alla fantasiosa ricerca di un bianco che cantasse come un negro.
Intuiva che quella sarebbe stata The Next Big Thing. Quando, tuttavia, aveva trovato Elvis, non si era reso immediatamente conto del fatto che i suoi desideri erano stati soddisfatti.
Del resto, non gli mancavano i pezzi buoni nella scuderia.
Sam Phillips se la sta cavando egregiamente da solo. E' stato il primo a registrare uomini che diventeranno dei giganti nel mondo del blues del dopoguerra: B.B.King, Junior Parker e lo stesso Howlin' Wolf. I nomi presenti nel parco artisti di Phillips mostrano la sua volontà provare di tutto: artisti meravigliosi come Big Memphis Ma Rayney, The Ripley Cotton Choppers, Dr.Ross, Hardrock Gunther, Rufus Bear Cat Thomas, Billy The Kid Emerson, The Prisonaires (un gruppo vocale del penitenziario di stato), gli immortali Hot Shot Love. Ce ne sono molti di più che bussano alla porta, e senza null'altro di più che questo, il posto di Phillips nella storia della musica americana sarebbe comunque assicurato.
(da Mystery Train di Greil Marcus)
Ma fu con Elvis che Phillips entrò davvero nella storia, più di qualche presidente americano.

Il passaggio di Elvis dalla Sun alla RCA fu contrattato dal Col. Parker a condizioni favolose.
Alcuni critici sono persino riusciti a dimostrare che nel passaggio di scuderia Elvis perse molto dello slancio e della purezza iniziale, cedendo al profumo dei dollari facili.
Ma questo non è vero. Basta sintonizzarsi su Heartbreak Hotel o Hound Dog per capirlo.
Marcus scrisse un commento molto ok:
Alla Rca, dove gli orizzonti commerciali erano molto più vasti di quanto lo fossero alla Sun, Elis lavorò con più "libertà artistica" di quanto avesse mai fatto con Sam Phillips.
Furono due le cose che portarono la musica di Elvis al collasso. Le sue molteplici facce favorirono la possibilità che egli potesse rappresentare qualcosa per tutti, ma la sua impazienza nel provarlo in dischi come Something For Everybody distrusse la sua abilità a focalizzare il suo talento. Finì per non essere coinvolto in nessuno stile musicale; la sua musica perse quel taglio drammatico che Sam Phillips aveva contribuito a sviluppare. E la sua ambizione, la fonte di così tanta emozione ed intensità che aveva messo nella sua prima musica, pian piano divenne la cosa più importante.

(da Mystery Train di Greil Marcus)
Ambizione, tuttavia, non significa svendita di valori artistici, qualcosa di prefabbricato per piacere alla massa.
Nel '56 siamo distanti dallo sbiadito sogno hollywoodiano dei '60 dei filmetti. Elvis è ancora il ragazzo di campagna, ha ancora qualcosa del folksinger e del bluesman, con la marcia in più che gli viene dall'essere grande animale da palcoscenico, istrione di grande pelo.

Sono 22 i brani contenuti in questo cd. E, più o meno tutti, suonano con sontuosa freschezza ancor oggi, a conferma che possono cambiare i tempi, possono mutare gusti e mode, ma la classe non è acqua.

So Glad You're Mine, ad esempio, non passa senza lasciare il segno. One-Sided Love Affair è semplicemente trascinante. E se qualcuno può storcere il naso di fronte ad un cheeck to cheeck un po' stereotipato come Love Me (ma chi non si sentirebbe rimescolare a ballarlo con una "velina"?), Shake, Rattle And Roll (versione 8, si badi) rimette tutti d'accordo, o quasi: è da sbaaaalllloooo!

Il resto è verigud, so long.

Alternativa: chi volesse approfondire la conoscenza di questo periodo di Elvis, può acquistare con euro sonanti il box Rca del '92, The King of Rock 'n' Roll, The complete Rca Masters con 139 canzoni, 14 delle quali inedite.
Ne vale la pena? Non saprei, dipende. Dipende da quanti euro guadagni al mese, e da come li spendi.

gm - 25 ottobre 2002