Charlie Parker - At Storyville - Blue Note (live del 1953)
Un Charlie Parker dal vivo, chiaro e distinto, con un accompagnamento altrettanto ascoltabile, non è frequente.
Queste incisioni, raccolte in un cd singolo, si raccomandano soprattutto perchè l'audio è soddisfacente.
Possiamo incazzarci, gridare al destino cinico e baro, ma non c'è rimedio alla jattura dei live di Parker: fanno venire le convulsioni agli audiofili, ma anche noi non ne usciamo felici e contenti.
Comunque, tranquilli. Il cd in questione è molto meglio degli orrori cui mi sono sottoposto in passato.
Inoltre, pur riconoscendo che Charlie non era, nell'occasione, al massimo della forma, dobbiamo dire subito che non era nemmeno ai minimi storici, quando cioè saliva sul palco completamente "fatto" ed ubriaco.
Il cd si divide in due sezioni: nella prima possiamo ascoltare un quartetto composto, oltre che da Parker, da Red Garland al piano, Billy Griggs al contrabbasso e Roy Haynes alla batteria.
Quattro i brani eseguiti dalla formazione: Moose The Mooche, I'll Walk Alone, Ornithology, Out Of Nowhere, per un totale di venti minuti scarsi, ma fantastici. Purtroppo, sull'ultimo brano si avverte il disturbo della voce di un "bravo presentatore" che snocciola la formazione come si trattasse di una squadra di baseball.
La seconda sezione è leggermente più corposa. Il quintetto che accompagna Parker è del tutto diverso: C'è una tromba, tale Herb Pomeroy; al piano siede Sir Charles Thompson; al contrabbasso Jimmy Woode ed alla batteria Kenny Clarke.
I brani sono cinque: Now's The Time, Don't Blame Me, Dancing On The Ceiling, Cool Blues e Groovin' High, per un totale di poco superiore ai venti minuti.
Nel complesso, si tratta di un cd che ritengo indispensabile in ogni collezione e non di un documento riservato ai devoti di Parker. Testimonia di un genere, il bebop, di un momento, dell'atmosfera che si respirava all'inizio degli anni '50 nei club dove si facevano le ore piccole con il jazz.
L'attacco di I'll Walk Alone è splendido, un saggio di terso lirismo. Se l'essenza del jazz è la variazione su un bel tema, qui ce n'è per tutti i gusti. Il motivo, firmato da Styne e Cohn, è rovesciato come un calzino, esplorato in tutte le pieghe. Adoro il tocco di Red Garland al piano e il drumming di Haynes è semplicemente magistrale.
Ornithology, si sa, fu uno dei pezzi più frequenti del repertorio parkeriano.
Parker da un saggio di come si respira suonando, o di come si si suona respirando. Posto che non abbiate mai messo in bocca un'ancia, provate per un attimo ad immedesimarvi nella parte, a respirare le pause ed a soffiare insieme al suono del sax. Avrete finalmente un'idea delle difficoltà, ed allo stesso tempo, potreste gustare persino meglio questo ben di dio di gorgheggi e fioriture.
La serie di brani con il quintetto è resa più varia dalla presenza della tromba di Herb Pomeroy, che fino a poco fa era per me un perfetto sconosciuto. Breve ricerca su internet ed ecco il minimo di informazioni necessarie.
Pomeroy fu soprattutto un insegnante. Aveva studiato alla Schillinger House di Boston, cioè la futura Berklee School Of Music: Negli anni successivi avrebbe suonato, anche con Stan Kenton e Lionel Hampton. Ma queste con Parker sono forse le sue primi incisioni.
In generale, mi piace la tromba come strumento e sono sempre molto attento alla figura del trombettista, anche quando, alla fin fine, non è un fulmine di guerra. In questo caso il Pomeroy si rivela ottima spalla per Parker, pur nella disuguaglianza di qualità perfino ovvie.
Prova del fuoco: l'ultimo brano in cartellone, quel Groovin' High firmato dal principe di tutti i trombettisti bop e non solo: Dizzy Gillespie.
Ovviamente, tra Gillespie e Pomeroy non c'è partita. Il nostro non ha lo squillo imperioso, la potenza di emissione e nemmeno la duttilità dinamica del grande Dizzy. Tuttavia regge la parte decorosamente.
Bravissimi gli altri, in particolare il batterista del bop per eccellenza: Kenny Clarke.
Ma questi sono solo ulteriori motivi di richiamo. Se ascolteremo frequentemente questo album, sarà perchè incantati dal magistero del grande Charlie.
gm - 9 marzo 2003