Beth Orton
di Giulia Bruzzone
Beth Orton, inglesina di Norwich, classe
1970, inizia la sua carriera a metà degli
anni 90 formando con William Orbit un duo
chiamato "Spill".
I nostri pubblicano un cover di John
Martyn
(Don't wanna know about devil), dopodichè
la signorina appare come "guess"
in brani di vari artisti, come i Chemical
Brothers "Alive: alone".
Segue una parentesi come solista nel
gruppo
free-jazz "Red Snapper".
Tanto per non far nomi, eh!
Di seguito la discografia essenziale.
Nel 1996 esordisce con un EP ("She
cries
your name") e subito dopo con
"Trailer
Park".
Nel 1999 esce "Central Reservation"
che contiene un brano, "Pass in
time",
duettato con il folk-singer Terry Callier.
E' la consacrazione totale, folk ed
elettronica
che si mischiano, stesura dei testi
semplice
e accattivante allo stesso tempo.
Anche se ho trovato una notiziola niente
male che dice che buona parte di questo
exploit
è dovuto anche a un remix della track
che
porta il nome dell'album, curata da
Ben Watt
degli Everything But The Girl.
Nel 2002, "Daybreaker", piatto
forte dell'album "Concrete Sky",
con Ryan Adams, il quale le smena una
sua
canzone da inserire nell'album "This
one's gonna bruise".
In "God song", altra track
dell'album,
si sente la zampata di Emmylou Harris.
Le parti si invertono e William Orbit
e i
Chemical Brothers diventano "guess"
ma soprattutto "promoters"
nella
stesura di "Daybreaker".
Daybreaker.
We lay on our backs in the grass
Silently watching the rain clouds move
by
far too fast
You said it was a night where anything
could
happen
But nothing was gonna last
And we're doing fine now yeah we do
We don't feel sad or bad or blue and
you
know
We ain't never defeated
Not broken inside all that is fine
Yeah all that is fine
We, we burn our boats each new year
Silently watching the flames and the
old
life disappear
We're burning new sunrise into yesterday's
skies
An ashen fingerprint melts into the
sea
And we're doing fine now yeah we do
We don't feel sad or bad or blue and
you
know
We ain't never defeated
Not broken inside all that is fine
Yeah all that is fine
And we're doing fine now yeah we do
We don't feel sad or bad or blue and
you
know
We ain't never defeated
Not broken inside all that is fine
Yeah all that is fine
Niente da dire, questo è il suo stile,
un
plauso, quindi, sia alla professionalità
sia al candore che dimostra.
Candore che vien fuori anche nel corso
delle
interviste, quando le si fa diabolicamente
notare la lista infinita di collaboratori
famosi che hanno contribuito alla stesura
di quasi tutta la sua produzione musicale.
Una profusione di ringraziamenti misto
a
un'ammissione di insicurezza di base.
Misto a uno sbandieramento di problemi
di
salute: la Bettina è intollerante alimentare,
ecco quindi spiegata la magrezza quasi
anoressica
della ragazza.
Ma, e la domanda giunge spontanea,
quando
camminerai da sola?
E chi lo sa, anche così si costruisce
un
personaggio.
gb - 27 aprile 2003
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