Norton Buffalo & Roy Rogers
Roots of Our Nature - Blind Pig Records
by Guido Marenco
Per venir profondamente coinvolti dalla musica
e dalla poetica di Roy Rogers sarebbe meglio
capitasse a tutti quello che è successo a
me non molto tempo fa: la fortuna inaspettata
di vederlo dal vivo in un piccolo club.
Da quel momento i suoi dischi hanno cominciato
a funzionare in maniera del tutto diversa.
E azz, parlo di dischi, quando in realtà
tutto si riduceva ad una cassetta C 60 marca
tre scalpelli, usurata dal consumo di chi
me l'aveva regalata moltissimi anni fa ed
ora praticamente inascoltabile.
Sicchè, il desiderio di avere qualcosa di
Roy Rogers si è felicemente incontrato con
questo cd in offerta a 14 euro in quel di
Pavia.
Disco che ora va a tutto spiano sul mio lettore.
Trattasi di un genere difficile da inquadrare,
un misto di blues e country, musica roots
appunto, eseguita alla chitarra acustica,
quando non al dobro, con una tecnica superiore
non dico alla media, ma proprio anche al
gotha. Può essere che vi sia in qualche angolo
del mondo qualcuno che suoni altrettanto
bene, ma non ci scommetterei un cent.
Roy è davvero un fuoriclasse. E lo è in quanto
tutta la sapienza non è fine a sé stessa,
ma al servizio di un feelin' altrettanto
notevole. Sente nel profondo quel che suona
e canta, e quel canta è la vita stessa, una
vita d'artista, d'accordo, certamente diversa
dal nostro insopportabile grigiore quotidiano,
ma comunque una vita con tanti problemi ugualmente.
Per saperne di più su Roy Rogers e Norton
Buffalo consiglierei una visitina sui rispettivi
siti: www.roy-rogers.com e www.norton-buffalo.com.
Qui mi devo limitare ad alcune notizie essenziali.
Roy viene da Redding, California, dove è
nato il 28 luglio del 1950.
Non sono riuscito a sapere chi furono i suoi
maestri od ispiratori, ritengo probabile
che abbia almeno ascoltato Chet Atkins e
Charlie Christian. Comunque divenne un breve
un vero virtuoso dei suoi strumenti preferiti:
la chitarra e la slide.
Negli anni '80 suonò nella Coast To Coast
Band di John Lee Hooker.
Prima di questa fondamentale esperienza aveva
partecipato a diverse formazioni della Bay
Area, registrando anche un disco di problematica
reperibilità oggi con l'arpista David Burgin,
A Foot In The Door, per la Waterhouse.
Suonò in diverse band e collaborò a diversi
progetti. Nel 1980 diede vita ad un suo gruppo:
i Delta Rhythm Kings.
Due anni dopo venne poi chiamato dallo stesso
Hooker.
Nel 1986 realizzò il suo album di debutto:
Chops Not Chaps per la Blind Pig, che ebbe un buon successo
tra gli appassionati del blues e ottenne
anche una nomination per un Wc Handy Award.
Ad esso seguirono Slidewinder del 1987 e Blues On The Range dell'89. Nel 1990 produsse l'album The Healer di John Lee Hooker, che vinse un Grammy,
ed anche il successivo Mr.Lucky.
Nel palmares del nostro anche la partecipazione
alle sessions per la colonna sonora del film
Qualcuno volò sul nido del cuculo di Forman, nonchè a quelle di The Hot Spot, in compagnia di Miles Davis, Taj Mahal
e John Lee Hooker. Ha anche messo le magiche
zampe in Silver Lining di Bonnie Raitt, e suonato persino in Porca l'oca (Shake) col nostro beneamato Zucchero (della serie
che s'ha da fà per campà! Comunque, sarà
strano ed incomprensibile, però lo Zucchero
tanto è stimatissimo dai bluesmen ammerricani
quanto deprezzato dai nostrani)
Finalmente, nel 1991, Roy Rogers registrò
un cd con Norton Buffalo, un harmonica player
nato a Oakland, California, il 28 settembre
del 1951. Grande interprete dello strumento,
Norton Buffalo poteva vantare una permanenza
nella Steve Miller Band e diverse collaborazioni
importanti, dai Doobie Brothers a Bonnie
Raitt, da Johnny Cash ad Elvin Bishop. Il
suo album di debutto come solista per la
Capitol risaliva al 1977 e si intitolava
Lovin' in the Valley of the Moon.
Quotatissimo nell'audience del blues di più
stretta osservanza, Norton Buffalo fece dunque
anche molte esperienze in area rock, rock-blues
e country. Spesso è anche impegnato con la
sua band: The Knockouts.
L'incontro tra i nostri due amici fu gratificato
da una Grammy nomination per la canzone Song For Jessica e soprattutto dal caldo consenso degli appassionati,
specie per il secondo album del '92, Travellin' Tracks.
L'album di cui si ciancia qui, Roots Of Nature, segue a Rhythm & Groove del 1997 e Plesure + Pain del 1998. Ma nel 2001 va ricordato che Roy
Rogers aveva partecipato alle sessions per
la realizzazione del primo cd di Shana Morrison,
la figlia del grande Van, e successivamente
aveva realizzato un disco solo strumentale,
Slideways.
Roy Rogers, a destra, con due celebri personaggi
Trovando allegati al booklet i testi, devo
subito dire che la mia considerazione per
la statura artistica di Roy Rogers e Norton
Buffalo cresce di almeno il doppio.
Entrambi sono anche poeti oltre che musicisti,
cioè autori in tutto lo spessore del termine,
con i conseguenti tormentoni e travagli derivanti
dalla tensione di dover raccontare storie,
sogni e bisogni, visioni del mondo.
"All I want
Is a little bit of kindness
You know I need
A little bit of tenderness
I want somebody that I can talk to
You know I need to have a friend
Who will share some deep emotion"
Norton Buffalo ha una voce più decisamente
"americana" di quella di Roy. In
If I Were A King, un brano spiccatamente country, composto
a quattro mani e due cuori con tale B.Russell,
troviamo echi di quel sound che abbiamo tanto
amato in gioventù (Byrds, Graham Parson,
Flying Burrito ecc...) unitamente a tante
atmosfere confessin' my soul:
"If I were a sage
You could have my wisdom
If I could live forever
Darlin' you could my place
for the touch of your lips
And the feel of your sweet embrace
That deep down quiver that starts in my heart
When you sight thar sight"
La successiva Ritmo De Las Almas è un delicatissimo strumentale che ti stende
con un sol colpo al fegato.
Ma il pezzo che mi fa quasi sballare è Trinity.
Al punto che mi son sentito in dovere di
tradurne un pezzo significativo:
"Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo
Una trinità usata per dividere
Tutto della religione è un mucchio di visioni
per legittimare un Dio che sta dalla nostra
parte (pilled up for view /deeds done with God on
our side)
Tutti si credono un pugno di eletti (have beliefs of a chosen few)
Tutti hanno il diritto di sopravvivere
Con nessuna causa che li unisce
La trinità è usata per combattere.
La fede nei loro cuori ancora si ritiene
la verità
ma la verità non può apparire falsa allo
sguardo
Dio ascolta la stessa confessione di tutti
Egli vede oltre l'odio e le menzogne
Nessuno ricorda le lezioni ricevute (There's nothing rembered from the lessons
learned)
Le ferite sebbene rimarginate son lasciate
esposte (Scars though they're healed are laid bare)
La trinità serve come un terreno di battaglia
La salvezza flutta nell'aria."
Beh, che devo dire..., questa consapevolezza
critica (nel senso della kantiana critica
al male insito nelle religioni integraliste
e false) sounds like majestic truth in my
mind.
Naturalmente, c'è dell'altro, molto di più,
in questo disco che mi sento di raccomandare
caldamente, in primis la voce, l'ansia e
lo spirito di quell'America che amo, che
purtroppo è minoranza infima, e che però
ha espresso una vera grande arte nel secolo
che abbiamo alle spalle e che, nonostante
tutto, continua a cantare, a suonare, a protestare,
a vivere il proprio sogno di un mondo migliore
sia per l'individuo (sano individualismo
di sinistra, perchè ne abbiamo le palle piene
della dittatura delle maggioranze conformiste,
anche quando sono proletarie e sindacalizzate/
o cobasizzate) sia per la comunità.
Voto? 9
chairman - 23 ottobre 2003