Mary Gauthier, the bad girl





E' qualche giorno che penso a come impostare l'articolo su Mary Gauthier, ma
dalla testa non mi esce nulla.
Detesto scopiazzare, quello che scrivo deve essere farina del mio sacco, anche se, ovvio, raccolgo il materiale che mi occorre per avere una visione d'insieme di ciò che poi uscirà dalla mia tastiera.
Poi ho capito. Commentare una biografia come la sua. Si rischia di far un discorso che alla resa dei conti esulerebbe dalla musica, a favore di un bla-bla per alcuni stimolante, ma per molti altri noioso e, visto che questo è un sito di musica....non skasserò troppo le sfere, però qualche commento piccolo piccolo qua e là ce lo piazzo comunque...:-))
Mary Gauthier nasce in Louisiana, in una famiglia molto conservatrice, non nel senso che produceva conserve di frutta stagionali, ma sul bigotto.

"Sentirsi gay a dodici anni in una famiglia fortemente conservatrice della Louisiana è stata certamente una molla importante che mi ha spinta a fuggire di casa, dovevo per forza uscire da questa situazione".

Immagino questa ragazzina, guardata a vista dalla famiglia e benedetta dal prete con l'acqua santa, in puro stile Linda Blair ne "L'esorcista".

Scappa di casa a 15 anni, fregando la macchina al suo papà. E' un continuo vagabondare, alla ricerca della sua identità di vita, sessuale e per appagare la sua sete di libertà, contro ogni ipocrisia. Che, come si sa, l'ipocrisia è nullaltro che <io mi faccio gli sporchi affari tuoi, per non farmi gli sporchi affari miei. Altrimenti mi suicido>.

Vive di espedienti e a 18 anni intraprende un tour nelle celle di Kansas
City, in qualità di galeotta.

"Thelma & Louise"?

Pianta le tende a Boston e apre un ristorante a Back Bay, il "Dixie Kitchen".
Il suo primo album si intitola "Dixie Kitchen" (1997).

"Ho cominciato a scrivere canzoni molto tardi, dopo i trent'anni.
Prima facevo la ristoratrice, l'ho fatto per più di dieci anni, ma mi sono accorta che non era quello che avrei fatto per tutta la vita, non mi appagava. Ho sempre suonato la chitarra, ma il passaggio a cantautrice è stato del tutto casuale, una scelta che a volte anch'io faccio fatica a capire".

Segue "Drag queens in limousine" (1999), disco autogestito e quindi autoprodotto, ma molto più professionale rispetto al primo.
Talmente ok che catapulta la nostra nei maggiori festival statunitensi : Kerrville, Newport, Strawberry.....
Nel disco si sente l'apporto di musicisti dell'area di Boston, come John Lincoln Wright, Matt Leavenworth, Jimmy Ryan (Blood Oranges), Catie Curtis, Caroline Aiken, Richard Bowden.
Chiaramente la sua produzione musicale è molto autobiografica, i testi parlano, come nella più classica tradizione americana, di fetenti, delusi, emarginati....con l'aggiunta di storie di kornazze....ehm, amori impossibili.
Infine, nel 2002, "Filth & fire", prodotto da Gurf Morlix, chitarrista ("Fishin in the muddy"), che ha lavorato con Lucinda Williams, Ray Wilie Hubbard, Tom Russell e molti altri.
Inciso in Rootball Studios, si nota ancora una volta l'alta componente narrativa della Gauthier, mai banale, con ballate come "Sugar Cane" (bellissima!) e "Merry go round", alternate a parentesi aggressive come "Walk Through The Fire" e "The Ledge".
Immancabilmente classic-country, "After You're Gone".

Folk contemporaneo, country ed elementi di blues, questa è la musica di Mary Gauthier, la cattiva ragazza.
Consigliato a chi ha una visione umanitaria e senza preconcetti della vita altrui.
Sconsigliatissimo a chi è debole di cuore, ma non perchè cardiopatico...

arrow Giulia Bruzzone, 29 aprile 2003

Menu

bullet Home

bullet Vintage