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Rita Marcotulli - Koiné - Storie di Musica / Suonimusic


Prima domanda da farsi: ci sono buoni motivi per comprare questo cd?
Nel mare di prodotti freschi di stampa c'è, o ci sarà, sicuramente di meglio, anche se questo avverbio viene sempre più contestato, specie in ambito estetico.
Però, checchè se ne dica, e ne dica la stessa Marcotulli, il meglio esiste ed è quello su cui convergono, grosso modo, i veri esperti, specie quando non parlano e non scrivono su pressione delle case discografiche o per simpatia nei confronti dell'artista.
Spesso ci vuole tempo per capire cosa è stato meglio, un vero periodo di stagionatura. Non sempre le critiche a caldo colgono il segno.
E quindi?
E' presto per dire se Koiné rappresenti parte del meglio; di certo posso solo dire che mi ha colpito, ed ha suscitato il desiderio di diversi ascolti.

Altro argomento: scegliendo Koiné, incoraggiamo un certo jazz italiano e la musica di qualità in generale. In definitiva premiamo un'artista, una donna, che da anni si distingue su un fronte non facile, dimostrando inventiva e coraggio.
Al contempo, ci portiamo a casa un prodotto fresco e fruibile, non musica ostica in senso deteriore.
Koiné può toccare ed interessare un po' tutti, purchè si abbia un minimo di sensibilità musicale.

Si segnalano alcuni episodi particolarmente riusciti: canzoni soprattutto.
La splendida voce di Anja Garbarek disegna una bellissima Interference, song di jazz attuale, per capirci: echi di Norah Jones e Janet Monheit. Scommetterei sul fatto che la metterete nella compilation da sentire in auto.
Stesso discorso per Numeri, cantata da Gian Maria Testa, autore insieme alla Rita del brano.
Ma, attenzione: oltre alle canzoni, troviamo un sound che assorbe e rilancia influenze di area mediterranea e nord-africana, echi lontani di melodie medioevali e rinascimentali, umori vari italici e latini, cori tribali, un viaggio rapido intorno al mondo, tutto sommato, con soste in vari aeroporti e veloci escursioni.
Ne viene qualcosa che, per la verità, non convince del tutto, anche se appaga il momento dell'ascolto puro e semplice.

Infine, ci sono i singoli musicisti, che in un disco libero ed intelligente come questo, trovano il modo di esprimersi. Rita, innanzitutto, perchè capace di esprimere un pianismo delicato e suadente.
Se poi vi piace Javier Girotto, la voce del tango in un fremito di sax, qui troverete pane per i vostri denti.
Bravi tutti gli altri, senza eccezione alcuna, e con particolare menzione per Andy Sheperd.

Ecco, se troverete il tutto interessante, questo potrebbe essere il disco che cambia e migliora i vostri gusti musicali, spingendovi in futuro ad esplorare zone poco note, per non dire ignote.
Unico appunto che mi sento di fare: il cd è troppo breve e, nell'insieme, anche i singoli pezzi non sono mai portati troppo alle lunghe. A volte è un bene, altre un male. In questo caso mi sembra un maluccio, una sorta di reticenza allo sviluppo (anche se equo e solidale, of course).

Koiné di Rita Marcotulli è il cd che regalerò alle mie amiche per l'otto marzo, al posto della mimosa che ormai, francamente, ha stufato, ed ha il difetto di appassire troppo in fretta.
Ad un certo punto, incontrerai una voce recitante che dice: - "Per non fare la fine di quella talpa che capitata una volta per caso in superficie si sente smarrita, e costretta ad aprire gli occhi ebbe le pupille ferite dal sole di una primavera avanzata e le orecchie piene del canto di cento voci. Allora, pensando che fosse arrivata la fine del mondo corse a rintanarsi nella più profonda delle gallerie...

il resto?... compratevi il cd!


gm - 3 marzo 2003