Lucinda Williams
di Giulia Bruzzone


Lucinda Williams vede la luce in Louisiana (per i patiti dell'astrologia: 26 gennaio 1953, sole in aquario con venere in pesci e luna secca in gemelli) in una famiglia benestante, il padre è il poeta Miller Williams, critico e professore d'inglese; la madre è una pianista di talento.

Nel 1979 incide "Ramblin' on my mind" (Smithsonian/Fo), una raccolta di pezzi blues tradizionali e country standard.
Un anno dopo registra "Happy woman blues"(Folkways), che contiene pezzi originali; passeranno otto anni, e siamo quindi nel 1988, quando rientra in
sala di incisione per un album che porta il suo nome (Rough Trade),
contenente il brano "Passionate kisses" che riceverà un Grammy nell'interpretazione di Mary Chapin Carpenter.

Seguono, nel 1992, "Sweet old world" (Chameleon), 1998 "Car wheels on a gravel road"
(Mercury), prodotto da Roy Bittan e Steve Earle, che vale alla ragassa un altro meritato Grammy Award e l'unanime consenso da parte di pubblico e critica.

Segue, nel 2001 "Essence" (Lost Higway), un album tranquillo e
riflessivo rispetto agli altri già incisi.
Ed eccoci a "World without tears" del 2003 (Universal), prodotto da Mark Howard, tecnico del suono che in passato ha collaborato con Dylan e gli U2.


La prima cosa che salta all'occhio è il cambiamento di etichetta discografica, scandito come un orologio.
E di lei si dice che sia una donna molto complessa, tormentata e discontinua.
Invece di svolazzare su queste nomee da quattro soldi, da questi pettegolezzi di provincia, direi di provare a vedere la cosa al difuori di ogni preconcetto.


Se la Williams in passato ha optato per determinate scelte, molto probabilmente significa che "il vestito era diventato troppo stretto" oppure che "avrebbe dovuto scendere a compromessi", in questo caso adattarsi a un certo tipo di produzione musicale, ovvero "essere più musicalmente vicina alle esigenze della casa discografica alla quale apparteneva".

Dire un secco "no", a difesa di ciò in cui si crede, significa buttare tutto alle ortiche e ricominciare da capo, con qualche difficoltà di fondo. Una scelta azzardata, ma che alla fine le ha dato ragione.
E di questo bisogna renderle atto.
E meno male...:-)))
I

n tutto questo ramadam, trova il tempo per scrivere testi che vengono interpretati da personaggi del calibro di Patty Loveless, Tom Petty e Mary Chapin Carpenter; sposa e divorzia da Greg Sowders dei Long Ryders.
I suoi testi raccontano realtà sociali come l'abuso dei minori, sulla pena di morte, ma soprattutto la nostra si becca la nomea di cantautrice di"cuori infranti", vista l'inesauribile vena poetica espressa in questo settore.

"I'm really excited about this record because it's different from anything
I've done before," dice la Williams a commento della sua ultima fatica "World without tears".
"Un mondo senza lacrime", una produzione romantica, idealistica, avvicente ma allo stesso tempo umorale e quindi in vena di cambiamenti continui, come
solo una venere in pesci sa fare.
Mi prendi ma non mi acchiappi...:-)))





DISCOGRAFIA ESSENZIALE:

RAMBLIN' ON MY MIND - 1979, Smithsonian/Folkways
HAPPY WOMAN BLUES - 1980, Smithsonian/Folkways
LUCINDA WILLIAMS - 1988, Rough Trade
SWEET OLD WORLD - 1992, Chameleon
CAR WHEELS ON A GRAVEL ROAD - 1998, Mercury
ESSENCE - 2001, Lost Highway/Universal
WORLD WITHOUT TEARS - 2003, Lost Highway/Universal



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