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Kansas City Blues: chapter 7
Harry "Sweets" Edison

Nel febbraio del 1938 l'orchestra di Count Basie e quella di Lucky Millinder si scontrarono all'Amory di Baltimora in un gara che doveva essere decisa dall'intensità degli applausi del pubblico. Finì con un pareggio. Ma, in certo senso, a vincere fu Basie, perchè l'allora giovanissimo trombettista Harry Edison (aveva solo 22 anni), che suonava con Lucky Millinder, promise agli amici Jo Jones e Walter Page di passare con Basie per sostituire Carl George.
Fu un acquisto importante, destinato ad aumentare la qualità dell'ensemble.
Pochissimi giorni dopo, per l'esattezza il 16 febbraio, Edison era già in sala d'incisione come tromba aggiunta a quelle di Buck Clayton ed Edward Lewis.
Tra i primi brani ad essere registrati fu Sent For You Yesterday, un blues cantato di Jimmy Rushing. Secondo me, sia la tromba che suona dietro alla voce, che l'assolo successivo sono di Clayton e non di Edison, comunque non resta che lanciarsi in uno dei giochi che preferisco, cioè l'individuazione dei solisti.

Rispetto al grande Buck, Edison suonava più moderno, perchè guardava alla lezione di Roy Eldridge, probabilmente il più grande di tutti i trombettisti prebellici, ed anche grandissimo negli anni '40 e '50. Clayton era invece dichiaratamente più bluesy e più legato alla tradizione.
Da Roy, Edison imparò soprattutto a suonare con il feeling, anzichè con le sole dita.
Qualcuno ha detto che un suonatore di fiati si differenzia da altri, ad esempio un pianista od un chitarrista, perchè è costretto a soffiare la propria anima e la propria vita nello strumento.
Non sempre è vero, visto che anche pianisti e chitarristi riescono a trasmettersi con le dita e la mente, tuttavia qualcosa di simile potremmo dirlo proprio per Sweets Edison, che Lester Young aveva cominciato a chiamare Sweetie-Pie.

Roy Eldridge, soprannominato Little Jazz, era davvero un fenomeno. Ispirato dal suono di Rex Stewart (che stava con Duke Ellington) ed in parte anche da Red Nichols, fu però il primo trombettista a prestare grandissima attenzione a come suonavano i sax di Coleman Hawkins e Benny Carter. Cercò, con successo, di eseguire con la tromba il variegato e sottile fraseggio del tenore. " Non per nulla - scriveva Arrigo Polillo - la sua prima specialità, quella che gli aveva consentito di fare qualche bella figura ll'inizio della carriera, era stata una riproduzione sulla tromba dell'assolo di di Hawkins in The Stampede. Più diretto fu l'insegnamento di un altro sassofonista, suo fratello Joe, che gli svelò molti trucchi del mestiere e che sarebbe stato al suo fianco per anni." (1)
Ma, nel corso dei primi anni '30, Eldridge aveva studiato numerosi altri trombettisti, tra i quali il poco conosciuto Jabbo Smith (che molti considerano di poco inferiore ad Armstrong) e l'altrettanto ignorato Cuban Bennett, un cugino di Benny Carter. Fu Bennett, secondo molti, il vero maestro di Eldridge, e fu Eldridge il vero maestro di Sweets Edison.

Il giovane Harry Edison, figlio di un indiano Hopi, non conobbe mai suo padre, morto quando aveva 6 mesi. La sua data di nascita è incerta. L'anagrafe di Columbus, Ohio, sembra riportare il 10 ottobre 1915, ma Harry sosteneva di essere nato 4 anni dopo, esattamente il 10 ottobre 1919.
Imparò a suonare da piccolo, come egli stesso racconta:'Mio zio lavorava nelle miniere di carbone e faceva l'agricoltore. Andai a vivere a casa sua a Louisville nel Kentucky ed egli mi permise di suonare l'organo a pompa che aveva in casa. Ma presto trovai in soffitta una vecchia cornetta ed egli mi insegnò a suonare le scale. Poi cominciai ad ascoltare i dischi di vecchi blues singers e mi capitò di sentire Louis Armstrong accompagnare Bessie Smith. Quello mi colpì! Fu così che tutto cominciò. Era quella la direzione che volevo prendere. Louis Armstrong fu il mio idolo da sempre.' (2)
Harry cominciò a suonare in pubblico; lo troviamo presto alle prese con l'orchestra di Earl Hood, poi con i Morrison's Grenadiers, indi con la band di Alfonso Trent, e ancora, durante il 1933, nella nuova formazione Jeter-Pillars Orchestra, con la quale lavorò per due anni a Saint-Louis, prima di sistemarsi con Lucky Millinder, a New York.

Quando passò con Count Basie, pensava di trovare un ambiente più ferrato musicalmente, dove si eseguiva musica dagli spartiti. Harry voleva imparare a leggerla meglio. Fu pertanto sorpreso dal fatto che l'orchestra suonasse sino allo stordimento senza l'ombra di un testo da seguire.
'Early on I put in my notice - riporta Steve Voce - There was so little written music that I wasn't accomplishing what I wanted to. I wanted to read well and be a really good musician. "Well, you sound good," Basie said. "'But I don't know what note to hit," I said. "'Well, if you find a note tonight that sounds good, play the same damn note every night!"
Ovvero: " Bene, se trovi una nota stanotte che suoni bene, suona la stessa maledetta nota tutte le sere!" (2)


note:
(1) Arrigo Polillo - Jazz - Mondadori
(2) Steve Voce - Harry "Sweets" Edison - all'indirizzo internet: jazzinstituteofchicago.org
nb: per la stesura di questo file mi sono avvalso dell'importante articolo Sweets Edison, luminoso inventore di modernità, di Aldo Gianolio - in Musica Jazz n 10, ottobre 1999.

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