Cd Columbia/Sony - remaster 1996 - incisioni
originali del 1958
Beh...con questo album c'è sia da gioire
che da soffrire. Partiamo dai dati negativi.
Il disco è pesantemente caratterizzato da
arrangiamenti orchestrali nei quali la parola
chiave è sviolinate.
Lady Day, dal canto suo, era ormai avviata
ad un declino irreversibile: la voce risulta
corrosa dal fumo e dall'alcool, stonata,
a tratti davvero indecente.
Tuttavia, diciamolo, questo tipo di voce
avrebbe ancora fatto sfracelli in un contesto
diverso, più jazz e più bluesy.
La prerogativa del bel canto, del trillo
e dell'acuto, infatti, ha ben poco a che
fare con la vocalità di una musica che viene
dall'anima, che riporta la sofferenza e le
piaghe interiori.
Purtroppo, la scellerata commistione tra
le sviolinate hollywoodiane e l'aspra e senile
intonazione di Billie, che aveva solo 43
anni, ma ne dimostrava 75, produce un effetto
contraddittorio, a tratti grottesco ed a
tratti sublime.
Significa che un po' ti attrae e molto ti respinge, provocando sia irritazione
che noia..
Ad aggravare, abbiamo una scelta di brani
di tempo lento, se non lentissimo, quindi
estenuante.
Il primo ascolto è una pizza.
Allora?
Risposta: custodisco comunque gelosamente
la reliquia, perchè, nonostante tutto il male che ne
ho detto, chi ascolta può trovare ancora
inarrivabili ed inimitabili oasi in mezzo al deserto.
Billie fu un'artista formidabile e fuori
del comune. Qui, a tratti graffia ancora,
mentre, sempre a singhiozzi, i tromboni di
J.J. Johnson e U. Green colorano il sound
con una grazia leggera, e la tromba di Mel
Davis aggiunge pennellate di vero jazz..
Non è un disco che rende giustizia a Billie
e, probabilmente non è nemmeno il disco che
rende particolarmente apprezzabili i brani
qui selezionati. Se a cantarli, nello stesso
contesto, fosse una voce più giovane ed aggraziata,
tipo quella di Diane Schur, questo sarebbe
comunque un prodotto accettabile, anche se
non di eccellenza assoluta.
Così, è solo un prodotto adatto ai collezionisti
incalliti ed a quelli che, ovviamente stravedono
per Billie Holiday.
Uno dei brani meglio riusciti mi pare I'm A Fool To Want You, di J. Wolf, J. Herron e Frank Sinatra.
Nella ristampa in cd vengono offerte ben
due takes alternative come bonus. A titolo
di curiosità, vale la pena di ricordare che
lo stesso brano è stato inciso da Mina nel
cd del 2000. Un confronto potrebbe risultare
utile, anche perchè la nostra cantante non
sembra essere sul punto di andarsene da questo
mondo: è vispa, attiva come opinionista sulla
Stampa di Torino, in buona forma vocale.
gm - 1 novembre 2002 - |