Founder of the Delta Blues - Yazoo 2010
Esistono cofanetti, ad esempio quello recente
della Catfish (The Definitive Charlie Patton - Catfish Records - GB - 2001), che documentano in modo più ampio le incisioni
di Charley Patton, aka Charlie, ma questo
disco ha il pregio di costare meno e di offrire
ugualmente una documentazione più che soddisfacente.
La sua data di nascita viene data per "incerta",
ma un ragazzina americana molto preparata,
Amanda Boyd, della scuola superiore di Starkville
(un posto dove si studia il blues nel programma
scolastico quale elemento fondamentale della
cultura popolare), afferma che Charlie nacque
il 1 maggio del 1891 a Hinds County, vicino
a Edwards or Bolton, nel Mississippi. Era
figlio di Bill e Annie Patton, ovviamente
due poveracci, e non, come spesso si trova
scritto di un leggendario violinista, Anderson
Chatmon, che altri chiamano Henderson Chatmon.
Ed era anche, come minimo, la risultanza
di un singolare incrocio razziale. Capelli
quasi biondi, da francese vikingo normanno,
pelle nera e lineamenti indiano-creoli, di
probabile ascendenza cherockee o seminole.
A nove anni la famiglia migrò a Dockery,
per lavorare in una piantagione. Fu in questo
periodo che il ragazzo imparò a suonare la
chitarra e ad appassionarsi per la musica,
ascoltando e reinterpretando i work songs
ed i blues più popolari del momento. E fu
qui che conobbe Chatmon, presunto padre illegittimo.
Questi, che abitava a Dockery, aveva undici
figli e Charlie crebbe praticamente con loro,
fraternizzando soprattutto con Sam e Bo Carter.
In pratica erano tutti musicisti, ma Charlie
aveva qualcosa in più. Stimolato dalla frequente
comparsa a Dockery di chitarristi randagi
quali il leggendario Henry Sloan, egli prese
presto una strada molto personale, inventando
uno stile particolarissimo.
Antonio Lodetti, nel suo Guida alla musica del diavolo (Edizioni Blues Brothers), scrive che:«
Lo stile di Patton è allo stesso tempo pulsante
e vigoroso, meditato ed istintivo, emotivo
e imprevedibile come la natura del personaggio,
così ricco di espedienti ritmici da infondere
corroborante tonicità e dinamismo alle sue
esecuzioni.»
Messo in prosa, ciò significa che con Patton
la schematica struttura del blues acquistò
spessore e complessità. Il gioco chitarristico
non si limitava al semplice accompagnamento.
Tipico, ad esempio, il suo alternare variazioni
di tono e di tempo con l'inserimento di fraseggi
ricavati dal passaggio di una lama (o da
un collo di bottiglia spezzato) sulle corde
della chitarra.
Se avessimo a disposizione altri documenti
sonori, potremmo anche fare confronti. Purtroppo
le incisioni di musica blues cominciaronono
proprio con Patton ( e il texano Blind Lemon
Jefferson) da un lato, e con Bessie Smith
( e Ma Rainey e Ida Cox) dall'altro, ovvero
con lo stile "un uomo, una voce e la
chitarra" e lo stile jazz tradizionale,
sostenuto da una robusta strumentazione e
molte volte da un pianoforte. Pertanto il
confronto è possibile solo tra queste due
scuole che appaiono già molto evolute e caratterizzate,
anche se per motivi diversi.
In Green River possiamo ascoltare Patton accompagnato da
un fiddler e l'effetto risulta particolarmente
suggestivo e gradevole.
Di certo possiamo dire che se la Paramount
lo volle in sala d'incisione era perchè Charlie
Patton era effettivamente tra i più bravi
bluesman del momento.
Lo scoprì tale Speir, un talent scout dell'epoca,
appassionato di blues e padrone di un negozio
di dischi a Jackson, nel Mississippi.
Le incisioni di questa serie, oltre ad essere
ovviamente insoddisfacenti sotto il profilo
della qualità audio (la rimasterizzazione
è stata effettuata direttamente sui 78 giri
dell'epoca) presentano anche un altro piccolo
difetto: la voce è troppo in primo piano
rispetto alla chitarra e si perde un poco
la sottile trama sonora che caratterizzava
questi brani.
Occorre, quindi, aprire per bene le orecchie
e play it loud per cogliere tutte le sfumature, e se gracchia
...pazienza!
Tra 1929 e 1934, il nostro registrò oltre
50 titoli, tra i quali troviamo spirituals,
ballate folk e ragtime, ma soprattutto il
Blues del Delta, che Patton finì col canonizzare,
con lievi e misurate differenze rispetto
allo stile texano di Blind Lemon Jefferson.
Lo stile di Patton esprime meglio di qualunque
altro tutto lo spirito di questo blues, probabilmente
il più tipico ed originario di quello registrato
su documenti sonori.
I testi di Patton sono quelli tipici del
blues del Delta, ma presentano diversi rimaneggiamenti
dovuti a lui stesso, che non si limitò a
parlare di donne, amori, viaggi e bevute,
ma tese molto spesso a descrivere fatti,
avvenimenti, disastri naturali e quindi a
raccontare storie. I blues di Charlie Patton
ebbero dunque anche qualche impatto sociale,
come Mississippi Bo Weavil Blues che parla di un parassita del cotone distruttivo,
mentre in High Water Everywhere l'oggetto della narrazione sono le inondazioni
del Mississippi.
Ottenne un buon successo e potè condurre
una vita relativamente agiata, anche se,
come pare obbligatorio per la stragrande
maggioranza dei bluesmen, molto disordinata.
Divenne anche predicatore, Bibbia in una
mano e bottiglia di whiskey nell'altra, con
effetti molto dubbi sulle eventuali conversioni.
Morì per un infarto quando non aveva ancora
44 anni.
Recentemente circola sul web una sorta di
barzelletta, alimentata da una iniziale diceria
di Greil Marcus. Secondo costui, critico
rock molto accreditato ed autore di libri
tanto interessanti quanto fantasiosi quali
il Mystery Train che non ha nulla a che fare con noi, come noi non abbiamo molto a che fare con
lui, Patton avrebbe lanciato una sorta di profezia
attraverso lo spazio ed il tempo, mormorando
il nome di Bob Dylan in una sua canzone.
Per alcuni trattasi persino di magia bianca,
per altri saremmo addirittura alla prova
provata che Dylan cantò come un negro, (in
realtà, spesso solo come una vecchia cornacchia
stonata) perchè negro d'origine, nient'altro
che la reincarnazione dello stesso Patton.
Trattasi di fole della più bella ora, ovviamente.
A noi piace Dylan proprio perchè cantava
malissimo, da ebreo sfigato del Minnesota
tormentato da visioni di Johanna. E piace
Patton perchè era Patton, un bluesman d'acciaio
inossidabile, un predicatore da cortile,
un chitarrista coi controfiocchi, il padre
della musica che amiamo più di ogni altra.
Track List
1. Down The Dirt Road Blues
2. Mississippi Bo Weavil Blues
3. Screamin' And Hollerin' The Blues
4. Stone Pony Blues
5. It Won't Be Long
6. Shake It and Break It
7. Magnolia Blues
8. Dry Well Blues
9. High Water Everywhere Part I
10. High Water Everywhere Part II
11. Green River Blues
12. Bird Nest Bound
13. High Sheriff Blues
14. A Spoonful Blues
15. Moon Going Down
16. Pony Blues
17. Elder Green Blues
18. Banty Rooster Blues
19. Some Of These Days
20. Tom Rushen Blues
21. 34 Blues
22. Going To Move To Alabama
23. Hammer Blues
24. Poor Me
25. When Your Ways Get Dark
26. Devil Sent The Rain
gm - 2 giugno 2003
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