Charles Walker

Number By Heart - Zane Records


dischi 2003
what's new

Disco importante per chi ama visceralmente il soul. Anche in tempi di magra e di mistificazione come questi (nei quali si spaccia per vino l'acqua di mozzarella con il nu soul) si può sperare di trovare l'oasi nel deserto, con quattro palme spelacchiate, un frigo pieno di birra, selz e gin, fragole, panna e gelato. Per non dire di una spalla dell'altro sesso su cui posare finalmente la tempia che pulsa di più.
L'attesa è finita: Godot è arrivato, accompagnato dalla buona produzione di Fred James e dai cori di Mary Ann Brandon.
Non sarà quel fulmine di guerra che si sognava la notte, ma è quanto di più onesto passi attualmente il convento.
I soliti entusiasti, vedasi un tale Robertson di scuola anglosassone, gridano al capolavoro. Tranquilli, non lo è.
Epperò attenzione: se i soulmen e le soulbabies potranno gioire, fare una bella doccia e cantare a squarciagola questi pezzi sotto la schiuma, anche a tutti gli altri il prodotto potrebbe piacere.
Consigliabile e regalabile, godibile, sia rilassati con un bicchiere di roba buona in mano che drivin' your car, indispensabile per i giorni di festa ed eventuali festicciole in cortile per una serata tra le zanzare, ci si può trovare stretti alla pelle di un partner che profuma di autan senza starci troppo a pensare.
Magia del soul, appunto, musica fatta più per pomiciare romanticamente che per scopare selvaggiamente, anche se mi dicono che dopo una pomiciata (preliminare) il più delle volte segue...

Peter Guralnick concludeva il suo storico libro sulla Soul Music citando Jerry Wexler, il boss dell'Atlantic Records. Per il buon Jerry il passato non ritorna e non può ritornare. Il soul di Memphis è stato sepolto da tonnellate di pessima musica rock. Poi è arrivata la disco, e la black music è andata "a puttane" o, per dirla più elegantemente, si è letteralmente suicidata.
Concludeva Guralnick: ovviamente si può ancora fare soul, ma il feeling non sarà mai più lo stesso.
Discorso opinabile. Fontella Bass non canterà mai più Rescue Me, ovvio, e gli Orioles esistono ormai solo nei manuali, però...
Perchè può esser vero che il passato non ritorna uguale, ma Nietzsche, il filosofo finito al manicomio, pensò di aver scoperto nell'eterno ritorno dell'uguale la segreta legge del mondo.
Potremmo disquisire per giorni senza venire a capo del dilemma: è l'uguale che torna in un mondo diverso, o è solo qualcosa di diverso che appare ogni tanto in un mondo sempre uguale?
A parlarne in questi termini si rischia di fare solo accademia, come spesso accade, appunto, in filosofia, dove spunta puntualmente qualche capoccione con la pretesa di aver trovato la regola finale in qualche astrazione fulminante.
Salvo poi, lo scoprire che non è così, che ci sono troppe eccezioni perchè la vera regola sia quella.

Ascoltando questo disco, la prima sensazione è che si tratta di un prodotto fresco e genuino, da coltivazione biologica ed inseminazione selvaggia.
Le prime note di Number By Heart ci riportano subito a quel feeling. La voce di "Wigg" accarezza le orecchie come non succedeva dal Solomon dell'anno scorso, e, volendo, dal Room To Breathe di Delbert Mc Clinton.
E se i due primi brani accendono i sensi, il tempo accellerato di One Man's Poison accende anche il motore del rhythm 'n' blues. I Just Want To Love Somobody sembra davvero uscire da un vecchio padellone degli anni '60 come il genio di Aladino uscì dalla lampada.
E coì via, non ci sono scadimenti di tono, i pezzi sono tutti all'altezza. Snake Suice va come un treno; Give me Your Hand è quello che ci vuole per scuotersi.
Alla fine hai solo voglia di rimetterlo da capo, salvo non urgano altre suggestioni tipo la Bettye Lavette che Walker ha evocato, o Il Solomon che abbiamo menzionato.

Uno dei misteri più celebrati del soul fu che la musica più nera di sempre, persino più nera del blues, fu spesso composta (ed eseguita) da musicisti bianchi. Avemmo, come si dovrebbe sapere, un Dan Penn che compose, e tipi come Wayne Jackson che suonarono come Dio comandò a Ray Charles, e prima ancora ad Amos Milburn od a Faye Adams, di fare gospel nei locali frequentati da ubriaconi, drogati e lussuriosi, eccitandoli con parole profane cantate con accompagnamento di musica sacra.
Allora apparve Roy Hamilton e fu You'll Never Walk Alone.
Rispetto a questa paradossale regoletta di bianchi che inquinano la musica nera con il loro puzzo di formaggio stagionato che fuoriesce dagli stivali ed aleggia sotto le ascelle, la loro bruttezza lentigginosa, i biondi capelli sudati sotto lo Stetson unto come un kebab turcomanno, nemmeno questo disco fa eccezione. Uno dei pezzi più belli è Allison, con due elle, composta da Elvis Costello come Alison, con una elle sola.
Ho sempre sostenuto, andando controcorrente ed anche contro il reverendo (uno dei pochi dissensi in un universo di condivisioni), che Elvis era ed è un soulman di primo rango. Finalmente ecco la prova.
E' uno sketch su un amore finito; Alison mi ha lasciato, ma quanto mi fai pena Alison,
il mondo ti sta uccidendo.

Bene, vedo che adesso hai un marito
ti ha lasciata con le dita infilate nella torta nuziale?
Una volta lo tenevi in mano
Ci, giurerei, ha preso quanto ha potuto
A volte vorrei fermare le tue chiacchiere
Quando sento le sciocchezze che dici
Penso che qualcuno dovrebbe abbassare le luci
perchè non sopporto di vederti così

Alison, lo so che questo mondo ti uccide
Oh, Alison sono sincero
sono sincero

Provare a sentire come la canta Charles Walker!
Del resto le campane erano già suonate lo scorso anno con The Judgement, track numero 7 del cd di Solomon Burke Don't Give On Me Up.
Ed è a partire da qui che, forse, viene qualche rammarico. Quello di Solomon era davvero qualcosa di più, forte di brani inediti delle firme più prestigiose, di musica comunque più attuale.
Allora? Bisogna evitare i confronti e lasciare a Walker quello che è di Walker: una produzione onesta, un'interpretazione sentita e sincera di musica che puzza di vecchio e di Memphis.
Il cd di Solomon era prodotto da Joe Henry, un tipo che non guarda solo indietro, che qualcosa ha capito del low fi, e persino dei Wilco o di Ryan Adams e dei Whiskeytown.
Quello di "Wigg" Walker è invece un riuscito e creativo riciclaggio di materiale che è tutto riportabile, al più, al Dylan di Changing Of The Guards. Il che non significa roba da buttare. Tutt'altro. La mia sensazione è che quel momento non sia stato solo un punto di passaggio, ma una fase ancora da esplorare, un periodo denso e gravido di cose mai venute pienamente alla luce del sole. Mai risentito proprio Changing Of The Guards ? Provaci, e poi dimmi.

Se queste sono le coordinate temporali, e non credo di sbagliare, perchè fu proprio Street Legal l'album di Dylan più gospel e più riuscito del periodo, allora il cd di questo tizio avrà qualcosa da dirvi di molto speciale.


chairman - 7 giugno 2003

 

Track List

01 NUMBER BY HEART
02 YOUR TIME TO CTY
03 ONE MAN'S POISON
04 I JUST WANT TO LOVE SOMEBODY

05 LOVE AND TENDERNESS

06 SNAKE JUICE

07 WE GOT A SECRET

08 AIN'T GONNA BEG

09 GIVE ME YOUR HAND

10 ALLISON

11 A FOOLS ADVICE

12 AT THE END OF THE DAY

13 IT TEARS ME UP

Scarne note biografiche su Charles Walker si possono trovare a questo indirizzo:
www.pinnacle-entertainment.co.uk

è il sito legato alla rivista inglese Mojo.