Mystery Jazz: l'ultimo decennio  

Bill Frisell - Have A Little Faith - Elektra/Nonesuch 1992
di Gualtiero Lucarelli

Credo questo rimanga in assoluto il miglior disco del chitarrista Bill Frisell, che qui si avvale di partner quali il già conosciuto clarinettista Don Byron, il fisarmonicista Guy Klucevsek, il contrabbassista Kermit Driscoll ed il batterista Joey Baron.
Due parole di biografia sono indispensabili per introdurre il personaggio. Nativo di Baltimora, classe 1954, Frisell da ragazzo suonò il clarinetto e solo qualche anno più tardi si avvicinò alla chitarra per personale divertimento. E comunque pensò a lungo di dedicarsi professionalmente a suonare il clarinetto, pur esibendosi in band di rock e rhythm 'n' blues proprio alla chitarra elettrica.
Dopo una frequentazione dell'università del Colorado, la famiglia si era infatti trasferita a Denver, Frisell raggiunse Boston per entrare nella celebre Berklee School Of Music, dove, affascinato dal jazz, decise definitivamente di dedicarsi primariamente allo studio della chitarra.
Pur ascoltando molto Wes Montgomery, la sua vera fonte di ispirazione fu il chitarrista bianco Jim Hall.
Ben presto egli acquisì uno stile molto personale, quel Frisell style inconfondibile che gioca molto sull'uso di un "neck" flessibile sul manico della tastiera.
Negli anni '70 si trasferì brevemente in Belgio dove conobbe Manfred Eicher, il boss della ECM, e cominciò ad incidere per la prestigiosa etichetta sia come sideman che come titolare, collaborando, tra l'altro, con Jan Garbarek.
Negli anni '80 prese parte anche a lavori di musicisti rock, come Elvis Costello, Ginger Baker e Marianne Faithfull. Certamente furono significative le sue partecipazioni ai dischi di musicisti d'avanguardia della scena newyorkese come Tim Berne e John Zorn (importante Naked City del 1989), ed anche a molti lavori del contrabbassista Paul Motion.

Come si può evincere scorrendo la track list, questo disco rappresentò per Frisell l'inizio di un percorso molto personale ed estremamente affascinante, mirato ad esplorare le radici della musica colta e popolare americana. Gran parte delle tracce sono dedicate alla reinterpretazione della suite Billy The Kid del musicista classico Aaron Copland. Non mancano brani di Charles Ives e Philip Sousa, ma non mancano nemmeno Bob Dylan, Sonny Rollins, il bluesman Muddy Waters, la cantante pop Madonna e il cantautore rockeggiante John Hiatt, la cui canzone Have A Little Faith In Me diede il titolo all'album.
Risultato: un album di seducente bellezza che ancor oggi suona freschissimo e godibile, certamente un capolavoro.



La track list
1. The Open Prairie [From Billy the Kid] (Copland) - 3:11
2. Street Scene in a Frontier Town [From Billy the Kid] (Copland) - 1:45
3. Mexican Dance and Finale [From Billy the Kid] (Copland) - 3:44
4. Priairie Night (Card Game at Night) /Gun... [From Billy the Kid] (Copland) - 5:02
5. Celebration After Billy's Capture [From Billy the Kid] (Copland) - 2:17
6. Billy in Prison [From Billy the Kid] (Copland) - 1:33
7. The Open Prairie Again [From Billy the Kid] (Copland) - 2:34
8. The Saint-Gaudens in Boston Common: Col.... (Ives) - :41
9. Just Like a Woman (Dylan) - 4:49
10. I Can't Be Satisfied (Morganfield) - 3:00
11. Live to Tell (Leonard/Madonna) - 10:10
12. The Saint-Gaudens in Boston Common: Col.... (Ives) - 3:05
13. No Moe (Rollins) - 2:37
14. Washington Post March (Sousa) - 2:05
15. When I Fall in Love (Heyman/Young) - 3:26
16. Little Jenny Dow (Foster) - 3:30
17. Have a Little Faith in Me (Hiatt) - 5:39
18. Billy Boy (Traditional) - 1:38



Gualtiero Lucarelli - 26 luglio 2003

Menu

bullet Home

Ultimo decennio

bullet dischi 2003