Aretha Franklin - So Damn Happy - Arista




Per ora 33° posto nei top 200 di Billboard e 11 posto nella classifica hip hop e r&b. Non è un flop, diamine, ma in un momento in cui so damn va soprattutto musica di questo genere, con tanto di Mary J. Blige ai cori, forse i dirigenti dell'Arista si aspettavano risultati più consistenti.
L'album è uscito a metà settembre, tirando le prime somme non se n'è sentito parlare moltissimo.
Va a vedere che è colpa di una promozione sbagliata...
Può darsi. Tanto che il disco non è nemmeno sulla home page del sito dell'Arista, come se il prodotto fosse scaduto. Ci trovi Bon Crusher e Wakefield, Avril Lavigne e Whitney Houston, persino Santana, ma non lei.
Scandaloso?!

Mi viene da dire che è un disco fuori posto, uscito nel momento sbagliato. Con un paio di hits con Babbo Natale, lanciandolo nei primi giorni di dicembre, ci avrebbero azzeccato di più.
Sì, sotto le feste siamo più portati a metterci in casa prodotti siffatti con vecchie glorie in rispolvero.
Frank Sinatra, per capirci, me lo sono regalato un Natale di molti anni fa. Sono cose che stanno bene sotto l'albero, magari insieme ad un Ornella Vanoni e ad un Mina, un'Ella Fitzgerald, cioè classici che non scontentano nessuno, nemmeno il nonno e la nonna.
C'è festa, il tacchino farcito con le patatine al forno, gli agnolottoni con il brasato, un vassoio enorme con il vitello tonnato, vai in cantina a prendere qualcuna di quelle bottiglie con la polvere di due anni sopra, torni su e senti Aretha Franklin, cosa di meglio?
Falling Out of Love: ci sono le zampe di Burt Bacharach e si sente. La voce è leggermente incrinata. Peccato, anche l'Arethona invecchia. Ho un video con i funerali di Martin Luther King. Ve lo dico perchè siete degli amici. A quei funerali ha cantato da far piangere le statue e far muovere i sassi. Solo non è riuscita a resuscitare i morti. Ma è servita anche lei, a fermare la rabbia, dico, ci voleva. C'era una tensione inimmaginabile in giro per l'America.
Nei ghetti si respirava la collera sorda di chi ne ha le palle piene. Ma non era tempo di spaccare tutto, era solo l'ora di piangere, mostrando una dignità che gli altri non hanno, e non avranno mai.
Fantastica Aretha, la ragazza di quel tempo. Ora è dignitosa, anzi, più che dignitosa, una signora di 62 anni che ancora canta ed incide, mentre potrebbe essere in pensione persino con la Maroni-Tremonti.

Il disco emette un suono rinfrescante e positivo. Vado controcorrente e dico che questa roba non è cucinata dall'industria culturale per sopire gli animi ed addormentare le coscienze. Non lo è mai stata. Storicamente il soul fu la colonna sonora delle marce per i diritti civili. Che poi qualcuno abbia fatto i soldi faceva parte del gioco. Loro marciavano per tirare a campà...
Il mio curriculum filosofico-estetico dice che sono antiadorniano almeno dalla fine degli anni '70, il tempo di leggere quelle stronzate sull'alienazione e la musica pop, senza alcuno sforzo per distinguere tra pop e pop, tra folk e folk.
Posizioni siffatte portavano e portano ad un brigatismo estetico-musicale senza speranza, mentre una delle poche soddisfazioni della vita per chi suda e fatica 8 e più ore al giorno è proprio la musica.
Provate ad immaginare una cassiera dell'Esselunga senza il suo Claudio Baglioni, od un addetta alle pulizie di un ospedale senza il suo Mario Merola. Sarebbe come togliere un dente senza anestesia, come vivere al buio ed al freddo il prossimo inverno.
Non a caso, l'album è dedicato a tutte le ladies e le women del mondo, in particolare a chi è costretta a cantare e portare la croce, a dire signorsì quando vorrebbe dire no, ad allargare le cosce anche quando il caro maritino puzza di alcool e del sudore di qualche giorno. Ed in particolare è dedicato a donne di una certa età, visto che si insiste su un punto: anche i ricordi ti fanno dannatamente felice.
Ecco perchè di quei filosofi freddi e disumani, privi del minimo di comprensione per il piccolo mondo interiore di tanta povera gente, non sappiamo che farcene.
Lo snobismo è il primo nemico da cui un qualsiasi critico sociale e culturale dovrebbe guardarsi.
Ed è senza snobismo che ho ascoltato So Damn Happy, trovandolo ok.
E' pieno del feelin' che moltissimi già conoscono. Son quelli che si son fermati a Mariah Carey o ancora più in qua, a Macy Gray e Alicia Keys a dover osare l'acquisto di questo cd, per capire che ci fu qualcosa di più grande, qualcosa che ancora vive, non di nostalgia, ma di musica calda ed eccitante.
Se poi qualche cassiera dei supermercati aprisse le orecchie ad Aretha, sarei felice anch'io. Perchè finalmente non sarò più solo io che mi sforzo di capire loro, ma finalmente anche loro capiranno un po' di me...:-)
Hanno detto che The Only Thing Missin' ricorda il summertime feel-good groove di Curtis Mayfield con cui Aretha lavorò alla fine degli anni '70. Verissimo. Ma in generale, devo riconoscerlo, è tutto l'album che viaggia un po' all'indietro, a tempi meno Arista e più Atlantic. A me la collaborazione con Luther Vandross non è mai piaciuta, una musica finta ed insipida.
Fortunatamente questa è tutta un'altra cosa!


La track list:

1. The Only Thing Missin' (Chambers/Davis/taylor/Williams) - 3:07
2. Wonderful (Lawrence/Simmons/White/Willis) - 4:04
3. Holdin' On (Blige/Klugh/Miller/Taylor) - 4:37
4. No Matter What (Blige/Miller/Taylor) - 4:33
5. Everybody's Somebody's Fool (Harris/Lewis/Wright) - 4:35
6. So Damn Happy (Franklin) - 4:29
7. You Are My Joy (Franklin) - 2:34
8. Falling Out of Love (Bacharach/Leiber/Leiber) - 4:31
9. Ain't No Way (Chambers/Eastmond) - 4:37
10. Good News (West) - 4:55
11. You Are My Joy (Reprise) (Franklin) - 2:33


chairman - 30 ottobre 2003