John Coltrane - A Love Supreme - Prestige
di Gualtiero Lucarelli


Eccoci a parlare dell'album più conosciuto ed universalmente apprezzato di John Coltrane.
Tutti i critici concordano sul considerare un capolavoro queste registrazioni e mi piace ricordare che anche nell'ambito di Mystery Train (dove i pareri divergenti sono all'ordine del giorno) il giudizio è unanime.
Registrato nel dicembre 1964 al Van Gelder Studio di Englewood Cliffs e pubblicato quindi nel 1965, rappresenta certamente il culmine provvisorio del lungo processo evolutivo del grande sassofonista.
Tra l'aprile ed il giugno del 1964, Coltrane aveva registrato alcuni brani, poi inclusi nel disco Crescent, un altro album imperdibile. Ma poi si era chiuso in un silenzio comprensibile. Infatti, il 9 giugno era improvvisamente deceduto a Berlino Eric Dolphy, il grandissimo amico con cui aveva collaborato e suonato e che aveva dovuto lasciare perchè il pubblico, compreso quello europeo, non gradiva le sue ardite sperimentazioni free.
I genitori di Dolphy gli lasciarono in eredità il flauto ed il clarinetto basso.
Non possiamo escludere che proprio la morte di Eric Dolphy ed il dolore conseguente abbiano contribuito alla nascita di A Love Supreme.
La struttura è quella di una suite in quattro parti, lunga poco più di trenta minuti. In essa Coltrane gettò tutta la sua tensione religiosa ed il suo afflato mistico. Ancor oggi è un disco che fa venire brividi di commozione e non solo la prima e la seconda volta che lo si ascolta.
Nella versione originaria erano stati immessi soltanto i quattro pezzi registrati dal quartetto storico di Coltrane, quello con Jim Garrison al contrabbasso, Elvin Jones alla batteria e Alfred Mc Coy Tyner al pianoforte.
Acknowledgment, la prima parte, si sviluppa su un semplice riff di quattro note: fa-la bemolle-fa-si bemolle. Un fraseggio di sax volutamente scarno eppure di grandissima forza evocativa. Ad un certo punto si sente la stessa voce di Coltrane cantare: " A Love Supreme...A Love Supreme... A Love Supreme..." L'inciso vocale ha l'andamento di un mantra orientale e d'altronde s'accorda con l'ispirazione dell'intera suite, più orientata a raccogliere cellule tematiche di musiche persiane ed indiane che a proseguire sulla strada del basico linguaggio blues.
Era dall'inizio degli anni '60 che Coltrane seguiva con molta ammirazione la musica di Ravi Shankar (arriverà a battezzare suo figlio Ravi), avvicinandosi con questo tramite anche alla meditazione ed alla religiosità indiane, pur rimanendo fondamentalmente un cattolico.
Di questo influsso cristiano risente la struttura stessa dell suite in quanto Acknowledgment rispecchia il momento dell'ammissione di colpa, mentre il successivo Resolution parla di decisione, la 3 parte Pursuance richiama l'Adempimento e la conclusiva Psalm altro non è che un Salmo senza parole, un fervido canto di lode e di ringraziamento.
Tutti concordano sulla considerazione che quest'opera sia nata dal desiderio intimo di ringraziare Dio per la salvezza accordata all'uomo John Coltrane. Pressochè distrutto dall'abuso di alcool ed eroina, aveva infatti trovato non già nei trattamenti psicologici ma nella preghiera e nella devozione la forza di un riscatto del tutto gratuito e privo di condizioni.

L'intesa tra i membri del quartetto è perfetta e si esprime in particolare nella torrida Pursuance, che è il pezzo più orientato al nuovo ed a quanto arriverà nell'immediato futuro con la registrazione di Ascension.

i classici dell'antiquario
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Gualtiero Lucarelli - 24 ottobre 2003