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Dubito che anche il più accanito fan del
sound degli anni eroici del rock possa dedicare
più di un paio ascolti a questo pastiche che, ai suoi tempi, fece piuttosto rumore
e produsse molti entusiasmi, salendo fino
al numero 47 delle classifiche pop americane,
ma oggi suona irrimediabilmente datato e,
probabilmente, noiosetto alle orecchie dei
più. Ma, nel dubbio, c'è spazio, per una possibile riserva; io stesso, che non amo particolarmente questo sound dove tira aria di progressive, ci sono tornato molte volte in questi giorni. Coloro che oggi stravedono per un certo tipo di pop-rock, quello che viaggia dalle parti dei Grandaddy, degli Eels, dei Vertical Horizon, persino degli Spiritualized, cioè gruppi che appassionano alcuni settori di giovanissimi (verso i quali nutro il massimo di comprensione perchè credo di intuire cosa cerchino nella musica), potrebbero tranquillamente curiosare tra queste tracce con archeologico fervore e trovare soddisfazione. I nomi chiave della scena west coast di quei tempi erano quelli di Grace Slick e di Paul Kantner, cioè Jefferson Airplane, ovverosia psichedelia e trip, acido capace di condurre la mente alla percezione suprema, un modo di suonare e cantare enfatico, al limite dell'eroico, e certo ultraappassionato, romantico, alternativo (non si capisce a che, però allora tutto era alternativo...) All'enfasi dei Jefferson, i "nostri" dei quali si parla, guidati da David La Flamme, violinista più celtico che zingaro, e dalla moglie Linda, aggiunsero tanta, tantissima arditezza sperimentale. Ne venne 'sta roba, che a me, francamente, tantissimo disse allora e tanto pochissimo (ma non ne sono del tutto sicuro) direbbe ora, se non fosse che questo pochissimo è sempre meglio del niente che bazzica ora in troppa musica. E distinguiamo, per carità. Il primo brano, White Bird, era davvero un piccolo capolavoro, del tutto sui generis. Il numero di covers che può vantare non è elevatissimo, però la dice lunga. Una di esse figurerà senz'altro nella cdteca del Gualtiero: Origo, del Lars Daniesson trio, con John Abercrombie alla chitarra (che non è l'ultimo arrivato), il suddetto al contrabbasso e tale Adam Mussbaum alla batteria. Cd del 1997, ben quotato dagli intenditori. Il che, tutto sommato, significa qualcosa, ovvero che questa musica suggeriva ancora, solo qualche annetto fa, idee e motivazioni anche ai musicisti "ispirati" dal sacro fuoco dell'improvvisazione. Hot Summer Day non è, tutto sommato, da meno. E se arrivi alla terza traccia, Wasted Union Blues, capisci perchè i Black Keys mi fanno un baffo. A stravolgere il blues questi erano davvero molto bravi. Ma non voglio assumere idioti atteggiamenti da Blade Runner: le molte cose che voi umani non avete mai visto, le potrete semplicemente udire e capire scrutando in questi strani e stralunati solchi, scorrendo i testi, e magari ungendo una zolletta di zucchero con del miele d'acacia e poi succhiando voracemente. Non è acido, ma provoca lo stesso effetto: diabete mellito e vai con l'insulina... Girl With No Eyes profuma di folk inglese e Fairport Convention. La Linda suona la celesta e te la vedi pallida e vestita di bianco passeggiare spettrale in un vecchio parco, fino alla... posa per la foto di copertina. Il resto dell'album, a mio parere, è troppo progressive, ovvero pretenzioso. Rispecchia cioè il classico atteggiamento di chi, sentendosi quasi in colpa per le concessioni ad una musica giudicata inferiore (ma va là!), cerca in qualche modo di riscattarsi e riscattarla, guardando in alto, ai modelli classici e contemporanei. Un noioso pasticcio, con qualche guizzo, niente di più. La parte decente dell'album era hippie dance music: così la definisce All Music Guide, vecchiotta quanto basta per un simpatico viaggio nel tempo che fu, dreamin' California, Sonny & Cher, soprattutto Cher; Mamas And Papas, Byrds, Buffalo Springfield, flowers, peace and love. Peccato che nel '69, l'anno in cui era uscito l'album, la festa era già finita da almeno due. Sharon Tate era morta, ammazzata da quel satanasso di Charles Manson...e molti si erano svegliati dal bel sogno, trovandosi nel mezzo di un incubo terrificante... nostra sorella la morte, nessuno è mai riuscito ad ammazzarla, ed ai giorni di festa, purtroppo, seguon sempre quelli del lutto e della disperazione. Track List 1. White Bird (LaFlamme/LaFlamme) - 6:11 2. Hot Summer Day (LaFlamme/LaFlamme) - 5:51 3. Wasted Union Blues (LaFlamme) - 4:09 4. Girl With No Eyes (LaFlamme/LaFlamme) - 3:51 5. Bombay Calling (LaFlamme/Wallace) - 4:28 6. Bulgaria (LaFlamme) - 6:14 7. Time Is (LaFlamme) - 9:38 Musicisti: David LaFlamme - Flute, Violin, Vocals, Producer Val Fuentes - Drums, Vocals Mitchell Holman - Bass, Harmonica, Guitar (Bass), Vocals Linda LaFlamme - Organ, Piano, Celeste, Harpsichord, Keyboards, Piano (Electric) Hal Wagenet - Guitar, Vocals Pattie Santos - Percussion, Tambourine, Vocals, Bells Bruce Steinberg - Harmonica (Photography, Cover Design) gm - 17 maggio 2003 |
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