il sito di storia salernitana

a cura di Vincenzo de Simone

home siti migliori

 

 

 

 

Trotula de Ruggiero (XI secolo), medico della Scuola salernitana

Nobile salernitana, nata nella famiglia che rimane nella storia cittadina anche per aver ceduto a Roberto il Guiscardo una parte dei propri terreni per la costruzione del Duomo normanno e che sarà ascritta al sedile di Porta Rotese, Trotula ebbe l'opportunità di intraprendere studi di medicina nella famosa Scuola salernitana. Sposò Giovanni Plateario, medico, al quale diede due figli che seguirono le orme dei genitori.

Trotula, la cui autorità rimase indiscussa per tutto il medioevo, fu una delle più note Mulieres salernitanæ ovvero le studiose che insegnavano o erano attive intorno alla Scuola medica. Le sue lezioni furono incluse nel De agritudinum curatione, una raccolta degli insegnamenti di sette grandi maestri e pare collaborasse con il marito ed i figli alla stesura del manuale Practica brevis, comunemente assegnato al figlio Giovanni. Ella ebbe idee innovative sotto molti punti di vista: considerava che la prevenzione fosse l'aspetto principale della medicina e propagava nuovi e per l'epoca insoliti metodi, sottolineando l'importanza dell'igiene, dell'alimentazione equilibrata e dell'attività fisica per la salute. Le sue conoscenze in campo ginecologico furono eccezionali e fece scoperte anche nel campo dell'ostetricia e delle malattie sessuali. Cercò nuovi metodi per rendere il parto meno doloroso e per il controllo delle nascite. Si occupò del problema dell'infertilità, cercandone le cause non soltanto nelle donne, ma anche negli uomini, in contrasto con le teorie dell'epoca. Fu autrice del De passionibus Mulierum Curandarum, divenuto successivamente famoso con il nome di Trotula Major, quando venne pubblicato insieme al De Ornatu Mulierum, un trattato sulle malattie della pelle.

Nel XIII secolo le idee e i metodi curativi di Trotula erano conosciuti in tutta Europa e i suoi trattati utilizzati come testi classici presso le scuole di medicina più rinomate. Successivamente il Trotula Maior, come altri testi scritti da donne, fu attribuito ad un autore di sesso maschile: ad un anonimo, al marito o ad un fantomatico medico Trottus. Nel XIX secolo alcuni storici, tra cui il tedesco Karl Sudhoff, negarono la possibilità che una donna avesse potuto scrivere un'opera così importante e cancellarono la presenza di Trotula dalla storia della medicina. La sua figura fu recuperata, con studi di fine Ottocento, da storici italiani, fra cui Salvatore de Renzi, per i quali l'esistenza di Trotula e delle Mulieres Salernitanae è sempre stata incontestabile.

 

Trotula in una raffigurazione da un codice medioevale; medaglia a lei dedicata nel 1834.