il sito di storia salernitana

a cura di Vincenzo de Simone

home        siti migliori

 

 

 

 

Santa Lucia

 

Il titolo di Santa Lucia compare soltanto nel Cinquecento, ma la chiesa è più antica di almeno quattro secoli e mezzo, essendo citata come Santa Maria e con l’appellativo de Mare fin dal marzo 1072, quando parte del suo patronato risulta della famiglia Ioncatella; successivamente sarà detta de Ruganova e de Giudaica.

Nel giugno 1186, quando parte del suo patronato è ceduto da Giovanni de Bivo alla badia di Cava, risulta sita lungo la via della Giudaica; via che nel gennaio 1293 si precisa essere detta anche ruga Nova. Infatti, nell’ottobre 1297 la chiesa è citata come Santa Maria de ruga Nova, detta anche de Mare. L’anno precedente, in ottobre, abate di Santa Maria de Mare risultava il presbitero Giacomo de Abundancia; lo ritroviamo nel 1309 presbitero della stessa chiesa, citata con la nuova denominazione di Santa Maria de Ruganova; ma nel settembre 1296 lo stesso Giacomo era detto abate di Santa Maria de Giudaica, titolo già comparso nel novembre 1216 con il chierico e abate Giacomo Cavaselice e nel settembre 1294 in relazione all’ubicazione di una casa sita in ruga Nova.

Abbiamo, dunque, una chiesa detta prima de Mare, poi de Giudaica o de Ruganova, a seconda che ci si riferisce alla via lungo la quale è sita con la denominazione classica o con quella di più recente uso, ubicata in una parte fortemente caratterizzata della strada, come risulta da un documento del 31 dicembre 1336 che tratta di una taverna sita nel postribolo cittadino, vicino alla chiesa di Santa Maria de Ruganova; la stessa caratterizzazione del luogo ritroveremo a proposito del sito di Santa Lucia de Giudaica. Il 7 aprile 1513 si cita, nel territorio parrocchiale di Santa Maria de Giudaica, la via dei Macelli.

Il 16 marzo 1519 si tratta di un immobile sito nella parrocchia di Santa Maria ossia di Santa Lucia de Giudaica; anche nella relazione della visita pastorale dell’11 aprile 1573 la chiesa è citata come parrocchiale di Santa Maria ossia di Santa Lucia de Giudaica.

Il 25 maggio 1575, visitando la chiesa parrocchiale di Santa Lucia de Giudaica, alla quale, intanto, il 6 febbraio 1566, era stata unita l’altra parrocchiale di San Vito Maggiore, si rileva che essa è costruita nel lupanare, vicino al macello, il che ci riporta a quanto rilevato nel 1336, quando la si citava come Santa Maria de Ruganova, e nel 1513, quando era detta Santa Maria de Giudaica.

Nell’ottobre 1692 di essa si scrive che, essendo antica, non se ne conosce il nome del fondatore; che è sita a mezzogiorno, vicino la torre della città detta di Santa Lucia, con la porta che guarda l’occidente.

Come per tante altre chiese di origine gentilizia, il patronato di Santa Lucia de Giudaica fu frammentato fra vari enti e famiglie: nel 1613 il chierico Romolo Manganario rivendica per se il diritto di presentazione del cappellano; nel 1643 risulta pertinente alla Mensa arcivescovile, alla famiglia Manganario, al Capitolo della cattedrale, alla badia di Cava e ad altri; nel 1727, all’arcivescovo pro tempore e alla famiglia Cavaselice, legataria di Matteo Manganario, così come nel 1801 e nel 1803.

 

Attualmente la parrocchiale presenta l’aspetto conferitale in occasione dei restauri del 1861. La facciata, rialzata rispetto all’attuale piano stradale, con il breve atrio chiuso da una cancellata, è caratterizzata da quattro lesene e si conclude in un timpano triangolare. Il portale è sormontato da una lunetta.

L’interno è ad unica navata con abside semicircolare e tre cappelle per ciascun lato. Lo spazio è scandito da lesene in marmo sulle quali corre una trabeazione con fregio dipinto e cornice aggettante. La copertura è costituita da una volta a botte unghiata decorata a quadrati dorati e rosette di stucco a simulare un cassettonato. Sulla volta sono raffigurati La Sacra Famiglia, Gesù con gli Apostoli, Le pie donne dinanzi al Sepolcro.

Nell’abside, sull’altare maggiore in marmi policromi, in una nicchia semicircolare rivestita di mosaico dorato, è collocata la statua di santa Lucia. Scene del suo martirio sono dipinte ai lati. Il catino è decorato ad esagoni dorati e rosette a stucco che degradano prospetticamente verso la raffigurazione dello Spirito Santo.

Sulla controfacciata si trova la cantoria sorretta da due colonne.

 

Per saperne di più. G. Crisci, Salerno Sacra, 2a edizione postuma a cura di V. de Simone, G. Rescigno, F. Manzione, D. De Mattia, edizioni Gutenberg 2001. Su Santa Lucia de Giudaica: I, pp. 99-102. Sul monastero di San Vito de Mare, nella cui chiesa fu istituita la parrocchia di San Vito Maggiore: III, pp. 39-41.

 

 

Arturo Beraglia, Domenica di pioggia - la messa a Santa Lucia (circa 1920).

Per la biografia di Arturo Beraglia si veda la scheda alla sezione nati in città.