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San Sebastiano del Monte dei Morti
Nel 994, in una proprietà del monastero di San Lorenzo posta presso il torrente Rafastia, allora detto Faustino, si rileva la presenza di una chiesa di San Sebastiano. Difficile stabilire quale rapporto vi fu fra il sito di essa, troppo vagamente descritto, e il sito di quella che compare sotto lo stesso titolo nel 1549, presso la porta Rotense, confinante con un giardino della famiglia Santomango. Certo è che sul sito di quest’ultima il nobile Orazio Longobardo, segretario della Regia Udienza di Principato Citra e Basilicata, familiare di sua maestà cattolica, edifica l’attuale, che nel 1618, citata con il titolo di San Sebastiano delli Morti, risulta noviter edificata et dotata ex [sua] pietate et industria […] cum altare Crucifixi inferioris cripte pro missis defuntorum celebrandis, eretta canonicamente con bolla del 20 ottobre 1615, nella quale, con bolla del 18 luglio 1617 viene istituita la confraternita sub titulo sanitatis. Nel 1635 si precisa che il monte dei morti, è eretto presso l’altare maggiore, mentre complessivamente gli altari sono quattro circum circa. Nel 1709 uno di tali altari risulta sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie; davanti ad esso vi è la Sepultura pro Militibus Campanee huius Regie Audientie Principatus Citra. Nel 1715 si rileva l’esistenza di una societas Militum Campanee huius Provincia Salerni che cura lo stesso altare di Santa Maria delle Grazie cum erectione sepultura. Nel 1725 si precisa che il monte dei morti era stato eretto nel 1615 da Horatio Longobardo Nobili Nucerino et Mattheo Cavaselice Patricio Salernitano. Nel 1727 la chiesa è detta grancia della Cattedrale. Nel 1950 è concessa in uso alla confraternita di San Bernardino.
La chiesa è a pianta ottagonale esaltata da un doppio ordine di modanature che precede il tamburo e la cupola ad ombrello ad otto spicchi sormontata dalla lanterna. La facciata presenta un portale costituito da una cornice affiancata da colonne scanalate con capitelli corinzi poggianti su basamenti e sormontate da un timpano curvilineo spezzato, sulla cui sommità poggiano sfere di pietra scura; ai lati delle colonne sono raffigurati due scheletri con falci, evidenti allusioni alla Morte, richiamata anche negli stucchi dell’interno con la raffigurazione di teschi. Il portale è sormontato da un alto finestrone rettangolare che slancia l’intera costruzione. L’interno presenta ricche decorazioni in stucco. Otto lesene con capitelli corinzi sottolineano gli angoli e sostengono una trabeazione che corre lungo tutto il perimetro dell’aula. Nicchie nei muri perimetrali ospitano l’altare maggiore e quattro minori, settecenteschi in commesso marmoreo. Notevole il pavimento in marmo e maioliche che riprende lo schema della cupola con la divisione in otto spicchi che si raccordano in una rosa centrale in corrispondenza della lanterna. Ai lati dell’altare maggiore due portali con cornice in pietra conducono ad un piccolo ambiente e alla sagrestia a pianta quadrata con volta a vela. |
26 marzo 2011. Aggiornamento. Dopo un lunghissimo restauro del solo interno, la chiesa ha riaperto i battenti per un giorno, ma...
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