il sito di storia salernitana

a cura di Vincenzo de Simone

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San Giovanni di Dio

 

La chiesa che vediamo lungo la via Portacatena fu edificata dopo il 1620 quando, il 23 aprile, fu stipulato un atto fra il sindaco di Salerno e il priore dei benfratelli per la concessione di una casa sulla quale la città esercitava il diritto di patronato, affinché, con la demolizione di essa, si potesse costruire, a spese di quei religiosi, una chiesa ad uso dell’ospedale, ma con la porta principale sulla strada pubblica, in modo che chiunque potesse frequentarla liberamente; il 28 luglio successivo il vicario generale della Curia, a nome del Capitolo e dell’arcivescovo, concede l’assenso per la costruzione del nuovo luogo di culto cui farà seguito, il 2 agosto, quello della Congregazione dei cardinali del Concilio. Precedentemente, all’interno del complesso convento-ospedale esisteva una cappella sotto il titolo di Santa Maria della Sanità.

Gli atti costitutivi del convento, che poi sarà detto di San Biagio, erano stati avviati il 14 aprile 1614, quando i governanti della città avevano stipulato un contratto con il padre provinciale della congregazione di San Giovanni di Dio con il quale a quei padri si affidava la cura dell’ospedale della Santissima Annunziata Nuova, con l’obbligo di mantenervi non meno di sei religiosi in cambio di una dotazione di trecentocinquanta ducati annui; il clero della chiesa conservava il diritto e l’obbligo di curare il battesimo dei trovatelli, di celebrare messa nella cappella dell’ospedale, di impartire l’eucaristia e l’estrema unzione ai moribondi.

L’ospedale di cui i benfratelli assumevano la gestione risulta già affidato al clero della Santissima Annunziata nel 1372, anche se si trattava dell’Annunziata Vecchia o Extra Mœnia, sita sul luogo che sarà del convento di San Francesco di Paola, attuale ex caserma Vicinanza in largo Giuseppe Ragno, della quale la più antica notizia giunta fino a noi è del 10 maggio 1330; essa sarà sostituita dall’Annunziata Nuova, che attualmente conosciamo come Santissima Annunziata Maggiore, sul finire del XV secolo.

Tradizionalmente, la storiografia salernitana ha confuso l’ospedale della Santissima Annunziata con quello istituito da Matteo d’Aiello, vice cancelliere del Regno, presso la chiesa di San Giovanni de Busanola, a lui allo scopo ceduta, con le case adiacenti e una vigna, dal figlio arcivescovo Nicola nel 1183 in cambio di Santa Maria in vico Santa Trofimena, poi detta anche de la Cita o de Cancellariis, da egli stesso fondata presso le sue case. Questo primo ospedale, il cui sito è da riconoscersi a ridosso della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, attuale Sant’Anna al Porto, passerà in gestione all’ordine di Malta e sarà ricordato per l’ultima volta nel 1336. Il fatto che quel primo ospedale fosse istituito presso la chiesa di San Giovanni de Busanola unito al fatto che il secondo fosse affidato, oltre quattro secoli dopo, all’ordine di San Giovanni di Dio, ha fatto ritenere, contro ogni logica, che l’attuale chiesa fosse la risultanza di una riedificazione della prima; così come il caso che volle intitolato il convento-ospedale a San Biagio ha fatto ritenere, anche qui contro ogni logica, che la chiesa di San Biagio de Busanola, anch’essa scomparsa da secoli, entrasse in qualche modo in tale intitolazione.

Il convento è soppresso il 7 agosto 1809; sarà ricostituito con decreto regio del 25 febbraio 1819 a seguito del concordato del 1818. Nel 1861, a seguito di una nuova soppressione, i religiosi di San Giovanni di Dio lasciano la città; l’ospedale è affidato a laici, finché, nel 1878, subentra la congregazione delle figlie della Carità. Intanto, nel 1870, il marchese Ruggi d’Aragona, a proprie spese, aveva fondato un secondo ospedale. Nel 1898, considerato insufficiente il servizio a causa dell’aumento della popolazione, i consigli di amministrazione del San Giovanni di Dio e del Ruggi d’Aragona decidono la fusione dei due istituti e la realizzazione di un nuovo edifico; ma è solo nel 1910 che è possibile dare corso ai lavori.

 

La facciata della chiesa, attualmente interdetta, è partita orizzontalmente da una cornice marcapiano e conclusa da un timpano; il campanile, semplicissimo, è arretrato rispetto al prospetto. L’interno barocco è a navata unica coperta a botte e conclusa da un’abside semicircolare. Le pareti, lungo le quali si aprono quattro cappelle, sono scandite da lesene con capitelli corinzi che riquadrano arcate a tutto sesto; sopra di esse corre una trabeazione con cornice aggettante. Sulla controfacciata la cantoria sovrasta l’ingresso. Le opere d’arte custodite in San Giovanni di Dio, con la fusione dell’ente ospedaliero con il Ruggi d’Aragona, furono in parte conservate presso la nuova struttura, in parte depositate presso il palazzo arcivescovile; fra di esse vi è una Madonna della Salute, forse proveniente dalla cappella originaria dell’ospedale in costruzione nel 1589, quando viene affidata la realizzazione del pavimento e dell'altare.

 

Per saperne di più. G. Crisci, Salerno Sacra, 2a edizione postuma a cura di V. de Simone, G. Rescigno, F. Manzione, D. De Mattia, edizioni Gutenberg 2001, III, pp. 154-160.

Sopra: parti laterali di un trittico, di cui si sono perse le tracce della parte centrale, una volta nella chiesa, qui fotografati quando erano in custodia presso l'ospedale di via Vernieri.