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a cura di Vincenzo de Simone

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La pagina riporta le schede dei priori della Scuola Medica salernitana secondo la serie cronologica ricostruita da Andrea Sinno (Cronologia dei priori dell'Almo Collegio salernitano, in «Archivio Storico della Provincia di Salerno», 4, 1922), con integrazioni da ricerche condotte per l'allestimento della pagina stessa.

 

L'almo Collegio dei medici, che presiedeva le attività della Scuola salernitana, si componeva di dieci membri, ai quali si aggiungevano quattro soprannumerari che attendevano di essere ammessi. L'ammissione avveniva esclusivamente per anzianità nella professione e con lo stesso criterio si avanzava all'interno dell'assise man mano che i membri più avanti in età venivano a mancare. Raggiungendo il secondo posto in tale scalata, si acquisiva l'ufficio di promotore e avendo la fortuna di raggiungere il primo quello di priore. Il priore, che presiedeva le riunioni del Collegio, legalmente rappresentava la Scuola, conferiva le lauree, rimaneva in carica vita natural durante, per cui poteva capitare che, con l'avanzare dell'età, fosse praticamente impossibilitato a svolgere le attività dell'ufficio, per cui il promotore lo sostituiva assumendo la qualifica di propriore; in tal caso le funzioni di promotore erano assunte dal terzo collegiale in ordine di anzianità professionale, che assumeva la qualifica di propromotore. Come si vede, il sistema non lasciava spazio alla meritocrazia, tuttavia alcuni fra i priori furono medici di altissimo livello, lasciando testi notevoli per le conoscenze delle loro epoche.      

 

Nei tempi più antichi, la massima autorità della Scuola Medica salernitana era il prepositus o proeses;

di essi ne conosciamo solo due certi: Niccolò e Pietro Musandino

Niccolò (1130), detto Niccolò Salernitano

Risulta prepositus della Scuola salernitana nel 1130. Fu autore del trattato noto come Antidotarium Nicolai [figura a lato] considerato la prima fra le farmacopee di tipo moderno per l'esauriente esposizione delle composizioni, a volte molto complesse, e delle proprietà di preparati di utilizzo pratico. Causa la sua complessità, per favorirne una maggior comprensione terminologica, spesso era accompagnato all’interno dei manoscritti da elenchi di Synonima o da sillogi dei vari componenti (i semplici), rimedi vegetali o minerali che potevano anche essere usati da soli per una medicina quotidiana; così come da prontuari come il Quid pro quo necessari per conoscere le alternative esistenti in mancanza di un ingrediente. Elevato da Federico II a testo ufficiale della farmacologia europea, rimase fondamento anche per testi rinascimentali e di inizio dell’età moderna.

Nel contesto particolare della tradizione medica toscana della seconda metà del XIII secolo si colloca una sua volgarizzazione conservata presso la Osler Library della McGill University di Montréal. Volgarizzato anche in inglese, francese, arabo, ebraico, tedesco, olandese, spagnolo, fu edito per la prima volta a Venezia nel 1471 presso Nicolas Jenson.

 

Pietro Musandino (1160)

È citato in un unico documento del 1160 come proeses della Scuola salernitana.  

 

 

Archivio di Stato di Salerno. 13 dicembre 1477, priore Jacchetta de Granita, licenza in chirurgia a Mosè ebreo

Jacchetta de Granita (1473-1478)

Figlio del giudice Matteo, risulta prior doctorum collegij et studij salernitani nel privilegio in chirurgia rilasciato il 7 aprile 1473 al salernitano Rainaldo Farina. Altre due licenze, datate rispettivamente 13 dicembre 1477 e 13 marzo 1478, testimoniano che il suo priorato continuò almeno fino a quest'ultimo anno.

 

Paolo de Granita (1494-1514)

Figlio di Antonello, sposato con Petrilla Rascica, della famiglia patrizia ascritta al sedile di Porta Rotese, risulta per la prima volta priore in un privilegio in filosofia e medicina dell'aprile 1494. Nel Liber confratrum della Chiesa salernitana è annotato: Sub anno d.ni Millesimo Quingentesimo nono Ind. XII Die vero Quinta mensis Martij egregius dominus Paulus de granita de salerno art. et med. doctor Prior collegij salernitani in med. scientia fuit factus et creatus confrater in ecclesia majori salernitana cum omnis onoribus et gratiis. Il Manoscritto Pinto (in Biblioteca Provinciale di Salerno) indica l'anno della morte al 1514.

Nel corso del suo mandato, fu istituito, in posizione secondaria rispetto a quello in medicina, un priorato in filosofia, di cui furono titolari Adriano de Aurofino (documentato 1494) e Giovanni del Giudice (documentato 1500-1512).

 

Giovanni Andrea Aurofino (1524-1528)

Il 12 gennaio 1524 era a capo del Collegio; contemporaneamente Giovanni Tommaso de Granita, figlio del priore Paolo e di Petrilla Rascica, vi occupava l'ufficio di priore della facoltà di filosofia. Li ritroviamo nell'anno seguente, accompagnati rispettivamente dalla qualifica di prior Salernitani Collegij in medicinæ scientia e di prior dicti Collegij in artibus. Dell'Aurofino non troviamo altri documenti, mentre di Giovanni Tommaso de Granita sappiamo che aveva sposato nel gennaio 1509 Francesca de Ruggiero, della famiglia patrizia ascritta al sedile di Porta Rotese; il Manoscritto Pinto ne data la morte al 30 novembre 1528.

 

Paolo Grisignano (1529-1551)

Con il suo avvento, si abolisce il priorato in filosofia e ritorna, dopo una parentesi di circa un trentennio, la dignità unica di priore in arti e medicina, nell'osservanza dell'antica consuetudine già accolta dallo statuto, che, del resto, non aveva subito alcuna modifica anche quando da esso si era derogato.

Lo troviamo a capo della Scuola il 26 maggio 1529, amareggiato da un processo per falsificazione del privilegio in medicina conferito a Giovanni Gregorio de Smiraglis di Messina. Del Pezzo, nella sua opera manoscritta Contezza della origine, aggrandimento e stato de' seggi della città di Salerno (Biblioteca della badia di Cava), scrive di lui: diede gran lume alla medicina con spiegare cose d'altri mai conosciute. Fu autore dei trattati De pulsibus [figura a lato] e In Aphorismos Hippocratis expositio.

Fra i suoi quattro figli, Gabriele seguì le orme paterne, facendo parte dell'almo Collegio durante il priorato di Antonello de Ruggiero.      

 

Antonello de Ruggiero (1551-1586)

Patrizio salernitano del sedile di Porta Rotese, nacque nel 1507; giovanissimo contrasse matrimonio con Marina Lembo, della famiglia che sarà ascritta allo stesso sedile nel 1623.

Nel 1537 è già preminente nell'almo Collegio: a lui, il 27 dicembre di quell'anno, scrive il Grisignano affinché, in sua assenza, si proceda, secondo le antiche consuetudini, alla nomina del rettore degli studi. Fra gli ultimi mesi del 1544 e i primi dell'anno successivo succede a Pietro Pennella nella carica di promotore, che era la seconda nella gerarchia del Collegio e gli assicurava la successione al Grisignano nel priorato. Il suo primo atto quale priore è la convocazione del Collegio il 2 aprile 1551 per decretare sullo status giuridico degli scolari. L'ultima laurea rilasciata a suo nome è quella a favore di Luigi de Gennaro di Capua, datata pridie kalendas aprilis 1586. Fu autore del manoscritto De substantia orbis, ricordato dal Mazza e dal Manoscritto Pinto, purtroppo non giunto fino a noi.

 

Giovanni Nicola de Ruggiero (1586-1591)

Patrizio salernitano del sedile di Porta Rotese, figlio del priore suo predecessore Antonello e di Marina Lembo, della famiglia che sarà ascritta allo stesso sedile nel 1623, nacque nel palazzo di famiglia all'angolo delle attuali vie Duomo e Giovanni Guarna; sposò la cugina Fulvia de Ruggiero.

Insegnante nella Scuola nel 1556, nell'ultima laurea conferita dal padre compare in qualità di promotore, il che gli assicura la successione alla suprema carica del Collegio. Infatti è del 7 aprile 1586 la concessione della sua prima laurea a favore di Vincenzo Similia, civitati platiæ (di Piazza Armerina); l'ultima sarà del febbraio 1591, a favore di Gregorio Foljano di Scigliano. Scrisse il De ratione curandi per sanguinis missionem (1570) [figura a lato]; il Liber solutionum contradictionum in Medica facultate (1583); il Commentarium in libros Galeni de ratione curandi per sanguinis missionem (1590).

 

Metello Grillo (1592-1612)

Due furono le famiglie Grillo ascritte al patriziato salernitano, l'una al sedile del Campo, l'altra a quello di Portanova. Di Metello, che fu figlio di Gaspare e sposò Giovanna de Palearea, della famiglia patrizia ascritta al sedile di Porta Rotese, il Manoscritto Pinto ci dice essere stato del sedile del Campo.

Nato nel 1532 o 33, Insegnante nella Scuola nel 1574, ascende alla dignità di promotore quando Gian Nicola de Ruggiero assume il priorato; con tale qualità infatti lo troviamo nel privilegio rilasciato il 7 aprile 1586 a Vincenzo Similia. Il suo primo atto quale priore è la presidenza dell'assemblea dell'almo Collegio tenutasi nella cappella di Santa Caterina, nell'atrio della Cattedrale, il 23 marzo 1592. Conservò l'ufficio probabilmente fino a tutto l'ottobre 1612, poiché il suo testamento fu redatto il 22 settembre di tale anno, mentre il 7 novembre successivo risulta morto diebus proximis præteritis.

 

Francesco Farao (1612-1614)

Medico collegiale nel 1602, promotore almeno dal 1608, il primo documento che lo cita quale priore è la laurea che rilascia il 9 febbraio 1613 a favore di Francesco Caravita di Eboli. Il suo priorato probabilmente durò fino ai primi giorni del dicembre 1614, poiché il 21 novembre di quell'anno si rogò un codicillo al suo testamento, mentre il 16 dicembre successivo è detto quondam doctoris Fr.i Farai de Salerno.

 

Giovanni Girolamo de Fensa (1614-1633)

Nacque nel 1565 o 66 da Paolo e da Caterina Sanseverino; sposò Beatrice Giommato. Promotore dal 16 febbraio 1613 per successione a Orazio Gattola, morto il giorno precedente, successe al Farao nel priorato fra fine novembre e inizio dicembre 1614. Terrà l'ufficio quasi diciannove anni, poiché il Liber familiarum S. Trifomenæ (Archivio della Santissima Annunziata) ci informa che il S.re Dottor Gio. Geronimo de Fensa morto et seppellito a dì 16 de Giugno 1633

 

 

Archivio di Stato di Salerno. 12 aprile 1640, priore

Luigi de Marzia, laurea a Sabato Robertelli

Luigi de Marzia (1633-1640)

Nato nel 1575 (aveva trentatre anni nel 1608 ed era sposato con Giulia Cositore), promotore dal 1620 per successione a Paolo Gattola, raggiunto il priorato nel giugno 1633 lo tenne almeno fino all'aprile 1640, poiché il 12 di quel mese rilasciò l'ultimo privilegio a noi noto al salernitano Sabato Robertelli.

 

Giacomo Rocco (1640)

Promotore per pochi mesi all'inizio del 1640, è citato quale priore solo dopo la morte, nello Stato attuale delle rendite dei beni stabili ed altro del Monte de' Morti  (Biblioteca del Seminario arcivescovile), ove si legge: Si è riconosciuto dalle Scritture che vi s'include anche un capitale di docati 220, legato dal quondam Giacomo Rocco, Priore del Collegio. Nel Liber mortuorum Ecclesiæ S. Joannis a Cannabaris (Archivio del Santissimo Crocifisso) si legge: anno D.ni 1640 die 19 mensis septembris Doctor Phisicus Jacobus Roccus annorum septuaginta redivit Creatori Deo, cuius cadaver fuit eadem die sepulchro conditum in sacris aedibus Sancti Augustini huius civitatis Salerni.

Orazio Tesorerio (1640-1643)

Membro dell'almo Collegio fin dal 1622, prima del luglio 1633 succedette a Francesco Cassetta nella carica di promotore e, quindi, ascese al priorato in morte di Giacomo Rocco. Morirà il 10 settembre 1643.

 

Giovanni de Galdo (1643-1656)

Figlio di Desiderio, nativo del casale Ogliara, nel 1610 sposò Giulia Naccarella, della famiglia patrizia ascritta al sedile del Campo, sorella del dottor Matteo Francesco, che sarà priore della Scuola dopo di lui. Morirà di peste nell'agosto 1656.

 

Matteo Francesco Naccarella (1656)

Patrizio salernitano del sedile del Campo, figlio del dottor Giuseppe, conte palatino, cognato di Giovanni de Galdo, suo predecessore, che ne aveva sposato la sorella Giulia, ne era stato vice priore almeno dal maggio 1656. L'unico documento che attesta la sua successione al cognato è un atto per mano del notaio Gregorio Siniscalco del 5 settembre 1656, che lo cita quale prioris almi Collegij. Morirà di peste sul finire di quello stesso settembre, come si rileva dall'elenco dei confratelli dell'oratorio di Gesù e Maria deceduti in quell'anno.

 

Paolo Dennice (1656-1658)

Non sono pervenuti fino a noi documenti che attestino il suo priorato, per cui il vuoto fra la morte di Matteo Francesco Naccarella e l'ascesa di Tommaso Gattola è stato riempito con il suo nome per deduzione logica. Nel Collegio del 3 maggio 1656, l'ordine di anzianità, che determinava le successioni, dopo il priore Giovanni de Galdo, era: Matteo Francesco Naccarella, promotore; Paolo Dennice; Michele Rocco; Tommaso Gattola; (seguivano altri cinque collegiali). Quindi, alla morte del Naccarella poteva toccare il priorato solo a lui o, in caso di sua premorienza, a Michele Rocco. In realtà, era stato il Rocco a premorire già al Naccarella, per cui fra il Naccarella stesso e Tommaso Gattola non rimaneva che il nostro; e poiché sappiamo che Tommaso Gattola in un atto notarile dell'agosto 1657 è qualificato semplicemente dottore, mentre sarà documentato priore soltanto il 2 dicembre 1658, è evidente che Paolo Dennice fu priore, ancorché non documentato.

 

 

Archivio di Stato di Salerno. 1° dicembre 1665, priore Tommaso Gattola, laurea a Francesco Antonio Candida

Tommaso Gattola (1658-1677)

Figlio del dottor Paolo e di Giovanna Alfano, nato fra il 1594 e il 1597, nel 1635 sposò Angela Salato. Nel 1632 era stato fra gli eletti della Città.

Documentato quale priore per la prima volta il 2 dicembre 1658, morirà, come si legge nel campione dell'oratorio di Gesù e Maria, il 25 gennaio 1677: Fr. Art. et Med. Dr. ac Almi Collegij Prior Thomas Gattula mortuus sub die vig.ma quinta m.is Januarij 1677 et sepultus sub die 26 eiusdem m.is in Ecc.a SS. Ann.tæ Novæ de Sal.no juxta Aram S. Barbaræ V. et M. in cornu Evangelij. 

 

La serie cronologica ricostruita da Andrea Sinno, citata in premessa a questa pagina, pone quale successore di Tommaso Gattola Carlo de Martino, promotore nel 1671 per successione a Giuseppe Rocco, che avrebbe ricoperto la carica di priore per meno di due mesi ad inizio 1677. In realtà, egli risulta già deceduto all'aprile 1677, ma il suo atto di morte non è fra quelli della parrocchia di Santa Maria ad Ogliara, ove risiedeva, relativi ai dodici mesi precedenti. Ciò significa che deve essere premorto al Gattola prima dell'aprile 1676. Purtroppo, sono andati perduti gli atti fra l'aprile 1674, quando era in vita e aveva sessantuno anni, e l'aprile 1676. 

 

Carlo de Caro (1677-1684)

Il priorato di Carlo de Caro, di cui la prima notizia è del 27 marzo 1677, fu agitato da lotte vivaci che non cessarono con la sua morte, per cui il Mazza, che gli fu successore, ne ebbe triste eredità. Entrambi però furono difensori tenaci ed abili delle prerogative dell'ufficio del priorato che alcuni collegiali vivamente contrastavano. Morì il 12 ottobre 1684.

 

 

Archivio di Stato di Salerno. 27 settembre 1687, priore

Antonio Mazza, laurea a Giuliano Guarino

 

 

Antonio Mazza (1684-1693)

Risulta già collegiale il 4 aprile 1669, nello stato libero per il matrimonio che contrarrà con Angela Lanzetta, e promotore almeno dal 1678. La durata del suo priorato, in assenza di una data di morte, è stato possibile fissarla ai mesi appena antecedenti l'aprile 1693, in quanto alla riunione del Collegio del 1° di quel mese troviamo: 1, Matteo Francesco Maiorino, propriore; 2, Lorenzo Andrea de Martino, propromotore; 3, Domenico Coda; 4, Donato Siviglia; 5, Nicola Barra; 6, Giovanni Battista Polito; 7, Matteo Raso; 8, Matteo Vietri. Quindi, al completamento del numero capitolare di dieci, mancarono due membri. In Collegi anteriori e successivi a quello, dopo il Maiorino compare Giovanni Antonio Vitale, che sarà promotore durante il priorato dello stesso Maiorino; Dunque il Vitale è uno dei componenti del Collegio che manca. L'altro, il priore, è certamente Antonio Scattaretica, temporaneamente sostituito dal Maiorino con il titolo di propriore, mentre la sua carica di promotore, trasferita temporaneamente al de Martino, porta questi ad essere definito propromotore. La conclusione è che il Mazza era già morto al 1° aprile 1693.

Storico oltre che medico, fu autore dell'Historiarum Epitome de rebus salernitanis, che fu pubblicata in Napoli nel 1681 e successivamente anche come Urbis salernitanae historia et antiquirtates.       

 

Antonio Scattaretica (1693-1702)

Patrizio salernitano del sedile di Portanova, si laureò in filosofia nel 1657 e in medicina il 13 giugno 1660, nel corso del priorato di Tommaso Gattola. Prima di essere ammesso nel Collegio dovette sostenere una lunga e dispendiosa lite, essendo sorti vivi contrasti con i dottori Cesare della Calce, Carlo Bracale e Sebastiano Cirino per la precedenza nell'ammissione. Promotore dall'assunzione della massima dignità da parte del Mazza, ne fu naturalmente successore. Morirà settantaduenne il 14 novembre 1702 nella casa nella torre dell'Annunziata e sarà sepolto nella chiesa monastica di San Nicola de la Palma.

 

Matteo Francesco Maiorino (1702-1713)

Patrizio dello stato feudale di Montecorvino, figlio di Giulio Cesare, si laureò in filosofia il 16 febbraio 1658 e in medicina il 6 settembre 1660, nel corso del priorato di Tommaso Gattola. Nel 1665 fu terzo soprannumerario, poiché Giovanni Antonio Vitale, che gli contrastava il diritto di precedenza e poi sarà con lui promotore, si contentò del quarto posto. Promotore dall'assunzione del priorato da parte dello Scattaretica, ne fu naturale successore. Morirà il 27 marzo 1713.

 

Collezione Nino Bassi, Salerno. 11 aprile 1703, priore

Matteo Francesco Maiorino, laurea ad Antonio Gregori

 

 

Museo Diocesano di Salerno. 4 maggio 1721, priore Lorenzo Andrea de Martino, laurea a Leonardo Pinto

Lorenzo Andrea de Martino (1713-1722)
Figlio del dottor Carlo e di Sammaria Guadagno, nato il 21 maggio 1643 a Ogliara, nella parrocchia di Santa Maria, si laureò in filosofia e medicina il 25 maggio 1664, durante il priorato di Tommaso Gattola; sposò Isabella Barra, vedova giovanissima di Paolo Antonio Siniscalco.

Fu promotore succedendo a Giovanni Antonio Vitale e come tale lo troviamo nel novembre 1711, per cui fu il successore naturale del Maiorino. Morirà l'8 dicembre 1722.

 

Donato Siviglia (1722-1727)

Figlio di Giovanni e di Francesca Scattaretica, nacque il 10 gennaio 1649 alla Corte Domnica, in parrocchia di Santa Lucia de Giudaica e San Vito Maggiore; sposò Giovanna de Falco. Fu promotore nel 1716 per successione a Domenico Coda e priore dopo il de Martino. Morirà il 18 marzo 1727.

Matteo di Vietri (1727-1731)

Nacque il 20 febbraio 1654 dal dottor Agostino e da Anna Attolino, alle Fornelle, in parrocchia di Sant'Angelo de Marronibus. Dal 1662 al 1681 visse presso il notaio Tiberio Attolino, suo nonno materno. Laureatosi nel 1676, nel 1692 ebbe a sostenere una lite con il dottor Domenico Robertelli, che gli contrastava il diritto di precedenza nell'entrare nel Collegio; alla fine, intervenne un accordo che fu a suo favore. Promotore almeno dal 1725, poi priore per successione al Siviglia, morirà prima del settembre 1731.

 

La serie cronologica ricostruita da Andrea Sinno, citata in premessa a questa pagina, dice Matteo di Vietri (citato con il cognome Vietri) nato a Piazza di Pandola e allevato dallo zio materno (in realtà era il nonno) notaio Tiberio Attolino essendo rimasto orfano. Si tratta di una illazione, poiché la famiglia, composta dai genitori e da altri quattro figli, semplicemente si trasferisce fuori città nel 1657 e soltanto nel 1662 Matteo compare, da solo, forse per motivi di studio, presso il nonno. (I dati riportati sono stati rilevati dagli Status Animarum della parrocchia di Sant'Angelo de Marronibus, in Archivio Diocesano di Salerno).      

 

Domenico Robertelli (1731-1746)

Figlio del dottor Sabato [si veda la laurea a lui rilasciata il 12 aprile 1640, essendo priore Luigi de Marzia] e di Marina di Natella, nacque il 19 gennaio 1653 nel palazzo di famiglia in parrocchia di San Gregorio Magno. Conseguì la laurea in medicina e filosofia durante il priorato di Tommaso Gattola. In applicazione all'accordo stipulato con Matteo di Vietri, lo seguì nell'ascesa all'interno del Collegio: quindi fu promotore quando il di Vietri fu assunto al priorato e priore alla sua morte. Il primo documento dal quale risulta questa sua qualità è del 4 ottobre 1731. Il suo successore comparirà l'11 luglio 1746.

 

Giuseppe Amodio (1746-1750)

Nono ed ultimo fra la prole di Carlo e Vittoria Pisacane, nacque il 22 settembre 1661 ai Barbieri, in parrocchia di Santa Lucia de Giudaica e San Vito Maggiore. Ragazzino, vide addottorarsi i fratelli Lorenzo e Matteo, di cui seguirà le orme; sposò Anna Siviglia. Del suo priorato abbiamo notizie dall'11 luglio 1746, data di una dichiarazione del dottor Emanuele Ferrara, che ne aveva sposato la figlia Angela, che nel dare ricevuta di parte della dote della moglie, cita il suocero come priore dell'almo Collegio. Il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, riferisce: A 29 9bre [1750] di Dom.ca avendosi intesa messa il sig. G. Amodio, e ritiratosi, repentinam. morì, et in suo luogo successe il sig. D. Pietro Rufolo; il d.o Priore era d'anni 96.

 

Pietro Ignazio Rufolo (1750-1756)

Figlio del notaio Giovanni Battista e di Giovanna de Clarizia, nacque nel 1675; sposò Caterina Zurlo.

Promotore durante il priorato precedente, priore dal dicembre 1750, documentato dal privilegio in filosofia e medicina rilasciato nell'ottobre 1752 a Onofrio Petta, di lui il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, annota: a 16 d.o [maggio 1756] morì il D.r Pietro Rufolo Priore del Collegio, e subentrò il sig.re D. Giuseppe Mogavero; il d.o era d'anni 80.

 

Giuseppe Giovanni Mogavero (1756-1758)

Figlio del dottor Gennaro, collegiale almeno dal 1739, lo troviamo promotore nel 1752, durante il priorato del Rufolo e, quindi, di questi successore. Nel 1733 aveva pubblicato Ragguaglio intorno all'origine, prerogative e privilegi della celebre Scuola Salernitana e suo almo Collegio di Medici, et intorno a quanto è occorso per l'osservanza di tutt'i suoi privilegi, che sarà ristampato in Napoli nel 1790 [figura a lato]. Il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, riferisce: A 25 7bre [1758] morì il Priore del Collegio Sig. D. Peppo Mogavero d'anni 84, e subentrò il Sig. D. Franc.co Perito.

 

Francesco Maria Saverio Perito (1758)

Figlio del notaio Giuseppe e di Anna Maria Quaranta, fu promotore durante il priorato precedente. Avremmo ignorato la sua qualità di priore se il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, oltre alla notizia della sua successione al  Mogavero, non avesse riportato: a 18 9bre [1758] morì il Priore del Collegio Sig. D. Fran.co Perito d'anni 80 , e li succedè il Sig. D. Dom.co Santoro.

 

Domenico Santoro (1758-1759)

Figlio di Gennaro e di Giovanna Donadio, nacque nel 1678 in parrocchia di Santa Lucia de Giudaica e San Vito Maggiore. Già addottorato nel 1699, nel 1736 è uno dei soprannumerari del Collegio e occupa la carica onorifica di governatore dell'Annunziata. Nel 1754 è cassiere del Collegio. È il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, che ce lo fa conoscere nella qualità di priore, oltre che dalla notizia della sua successione al Perito, dall'annotazione: A 17 Xbre [1759] morì il Priore del Collegio D. Dom.co Santoro d'anni 82.

 

Gennaro Trincone (1759-1762)

Figlio di Tommaso e di Rosa Rocco, nacque nel 1698 a Piazza, in parrocchia di Santa Lucia de Giudaica e San Vito Maggiore; sposò Mariangela Rosa. Fu eletto della Città nel 1732, comparendo in una delibera del governo cittadino che dispone di recedere dalle lunghe e dispendiose liti contro il conte Matteo Ruggi per l'ufficio che esercitava di Mastro di fiera e di Regio pesatore. Conosciamo la sua qualità di priore del Collegio dal testamento rogato il 23 gennaio 1762 e dal diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, che annota: A 24 d.o [gennaio 1762] ad ore 9 morì il Priore del Collegio D. Gennaro Trincone d'anni 61, e si sorrogò il suo F.llo D. Fran.co.

 

 

Museo Diocesano di Salerno. 11 maggio 1778, priore

Nicola Giro, laurea a Casimiro Greco

 

 

Collezione privata. 6 dicembre 1803, priore

Gerardo Quaglia, laurea a Michele Grimaldi

 

 

Museo Diocesano di Salerno. 15 settembre 1806, priore

Michele Vernieri, laurea a Francesco Caivano

Francesco Trincone (1762-1763)

Nato il 29 aprile 1699, successore del fratello Gennaro, morì a meno di un anno dalla morte di quello. Il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, riferisce: a 10 [gennaio] del 1763 morì il priore del Collegio Sig. D. Fran.co Trincone d'anni 63, doppo un anno di priorato dalla morte di suo F.llo e fu successore il sacerdote D. Onofrio Coppola.

 

Onofrio Coppola (1763-1772)

Più fortunato dei predecessori, durò in carica poco meno di un decennio, poiché il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, annota: a 31 agosto [1772] morì nella Polla il Rev.do D. Onofrio Coppola Priore da circa anni 9 e mesi sette: d'anni 76, e fu impossessato il nuovo Priore Sig. D. Nicola Giro.

 

Nicola Giro (1772-1782)

Promotore nel corso del priorato di Onofrio Coppola, il suo priorato si chiuse nel 1782, come annota il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso: a 23 7bre [1782] si sotterrò il Priore del Collegio D. Nicola Giro, d'anni 84, e li successe nel Priorato il Can. Alfano; essendo stato anni dieci, ed un mese Priore.

 

Andrea Alfano Bolino (1782-1797)

Figlio di Pietrangelo Alfano di Salerno e di Giovanna Bolino di Napoli, nacque nella città partenopea il 7 dicembre 1704.

Vestì l'abito talare e nello stesso tempo studiò filosofia e medicina a Salerno quale allievo di Matteo Polito. Il 28 settembre 1747 fu nominato canonico della nostra cattedrale e il 27 gennaio 1780 fu promotore nell'almo Collegio per successione a Pietro Cavatore, per poi essere priore per successione al Giro. Morirà il 27 novembre 1797.

 

Gerardo Quaglia (1797-1803)

Promotore titolare dal 1783 per successione ad Antonio Robertelli, di fatto, abitante egli in Napoli, le sue funzioni furono assolte da Tommaso Soriente. Succeduto nel priorato all'Alfano Bolino, morirà novantenne nel 1803. Nel 1744 aveva pubblicato in Napoli l'opera De venae sectionis usu pro medicina facienda dissertatio.

 

Michele Vernieri (1803-1812)

Figlio del dottor Giuseppe e di Giovanna Greco, sposò Rosa Rossi. Fu l'ultimo priore della Scuola Medica salernitana che, abolita con decreto di Gioacchino Murat del 29 novembre 1811, chiuderà i battenti il 25 gennaio successivo. Morirà ottantasettenne il 28 luglio 1815 nella sua casa alla strada Tribunale. 

 

Il diario del cronista M. Greco intitolato Libretto di memorie, che Andrea Sinno scrive essere in suo possesso, citato nelle schede dei priori susseguitisi fra il 1746 e il 1782, è stato edito nel 1985 a cura di Emidio Perttine come "Matteo Greco, Cronaca di Salerno (1709-1787)".