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a cura di Vincenzo de Simone

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 ex Ospedale San Giovanni di Dio - pagina collegata

 

            Controcampo Salerno, 10 luglio 2008

Le chiese omonime - 6

Due San Giovanni per due ospedali (Vincenzo de Simone)

Juan (o João) Ciudad, canonizzato come san Giovanni di Dio, visse fra il 1495 e il 1550; nel 1537, presso l’ospedale di Granada, diede vita ad una congregazione laicale, poi detta dei fatebenefratelli, per l’assistenza materiale e morale degli ammalati.
Il 14 aprile 1614 i governanti della città di Salerno stipularono un contratto con il padre provinciale dell’ordine nato nel 1611 da tale congregazione con il quale a quei padri si affidava la cura dell’ospedale della Santissima Annunziata Nuova, con l’obbligo di mantenervi non meno di sei religiosi in cambio di una dotazione di trecentocinquanta ducati annui.
L’ospedale di cui i fatebenefratelli assumevano la gestione risulta già affidato al clero della Santissima Annunziata nel 1372, anche se si trattava dell’Annunziata Vecchia o Extra Moenia, sita sul luogo che sarà del convento di San Francesco di Paola, attuale deposito militare in piazza Matteo Luciani, della quale la più antica notizia giunta fino a noi è del 10 maggio 1330; questa Annunziata Vecchia sarà sostituita dall’Annunziata Nuova, che attualmente conosciamo come Santissima Annunziata Maggiore, sul finire del XV secolo.
Il 23 aprile1620 fu stipulato un altro atto con il quale la città cedeva al priorato salernitano dei fatebenefratelli, una casa, affinché, demolendola, si potesse costruire una chiesa, quella che tuttora vediamo lungo via Porta Catena, ad uso dell’ospedale, ma con la porta principale sulla strada pubblica, in modo che chiunque potesse frequentarla liberamente; la chiesa, come già il convento-ospedale, assumerà il titolo di San Biagio e soltanto dopo il 1690, anno di canonizzazione di Juan Ciudad, quello di San Giovanni di Dio.
Tradizionalmente, la storiografia salernitana confonde l’ospedale della Santissima Annunziata con quello istituito da Matteo d’Aiello, vice cancelliere del Regno di Sicilia, presso la chiesa di San Giovanni de Busanola, a lui allo scopo ceduta, con le case adiacenti e una vigna, dal figlio arcivescovo Nicola nel 1183 in cambio di Santa Maria in vico Santa Trofimena, poi nota anche come de la Cita o de Cancellariis, da egli stesso fondata presso le sue case. Questo primo ospedale, il cui sito è da riconoscersi a ridosso della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, attuale Sant’Anna al Porto, passerà in gestione all’ordine di Malta e sarà ricordato per l’ultima volta nel 1336, anche se l’immobile ad esso riconducibile esisterà ancora nel Settecento.
Il fatto che quel primo ospedale fosse istituito presso la chiesa di San Giovanni de Busanola unito al fatto che il secondo fosse affidato ad un ordine che soltanto cinque secoli dopo assumerà il titolo di San Giovanni di Dio, ha fatto ritenere, contro ogni logica, che l’attuale chiesa fosse la riedificazione della prima; così come il caso che volle intitolato il convento-ospedale a San Biagio ha fatto ritenere, anche qui contro ogni logica, che la chiesa di San Biagio de Busanola, anch’essa scomparsa da secoli, entrasse in qualche modo in tale intitolazione.
Con questo caso la storiografia cittadina raggiunge l’apice dell’insipienza, non confondendo fra di loro soltanto chiese omonime, come abbiamo visto nei casi precedentemente trattati su queste pagine, ma anche santi: il Battista e il fondatore dei fatebenefratelli, il secondo vissuto quindici secoli dopo il primo.