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a cura di Vincenzo de Simone

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Niccolò (XII secolo), medico e prepositus della Scuola salernitana,

detto Niccolò Salernitano

Fu autore del trattato noto come Antidotarium Nicolai, considerato la prima fra le farmacopee di tipo moderno per l'esauriente esposizione delle composizioni, a volte molto complesse, e delle proprietà di preparati di utilizzo pratico. Causa la sua complessità, per favorirne una maggior comprensione terminologica, spesso era accompagnato all’interno dei manoscritti da elenchi di Synonima o da sillogi dei vari componenti (i semplici), rimedi vegetali o minerali che potevano anche essere usati da soli per una medicina quotidiana; così come da prontuari come il Quid pro quo necessari per conoscere le alternative esistenti in mancanza di un ingrediente. Elevato da Federico II a testo ufficiale della farmacologia europea, rimase fondamento anche per testi rinascimentali e di inizio dell’età moderna.

Nel contesto particolare della tradizione medica toscana della seconda metà del XIII secolo si colloca una sua volgarizzazione conservata presso la Osler Library della McGill University di Montréal. Volgarizzato anche in inglese, francese, arabo, ebraico, tedesco,  olandese, spagnolo, fu edito per la prima volta a Venezia nel 1471 presso Nicolas Jenson.