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a cura di Vincenzo de Simone

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Follaro di

Guaimario IV

e Gisulfo II

(1042-1052).

Guaimario IV († 3 giugno 1052), principe di Salerno (1027-1052, associato al padre Guaimario III dal 1018)

Figlio di Guaimario III e della seconda moglie Gaitelgrima, sposò Gemma, Porpora e una seconda Gemma, figlia di Landolfo di Capua; fu associato dal padre al principato nel 1018 a seguito della morte del fratellastro Giovanni, che era stato associato fra il 1015 e quello stesso anno; a sua vola, nel 1027, per alcuni mesi, associò la madre e nel 1037 il figlio maggiore Giovanni, che però gli premorì l’anno successivo; nel 1042 associò l'altro figlio Gisulfo, che gli succederà dopo il brevissimo governo dell’usurpatore Pandolfo III.

Fu figura di rilievo nella fase storica fra il tramonto del dominio bizantino nel Mezzogiorno d’Italia e il sorgere della potenza normanna. Amato di Montecassino lo definisce più coraggioso del padre, più generoso e più cortese; possessore di tutte le qualità che un laico dovrebbe avere, eccetto un'eccessiva passione per le donne.

Fin dall'inizio del suo regno si impegna nell’estendere il proprio controllo sul meridione della penisola, obiettivo già perseguito dei suoi predecessori. Nel 1035 conquista Sorrento e ne affida il ducato al fratello Guido. Nel 1038 ottiene dall'imperatore Corrado II il principato di Capua, mentre al suo alleato Rainulfo Drengot, normanno, viene attribuito il titolo di conte di Aversa con legame di vassallaggio verso Salerno. L'anno successivo ottiene la conferma della sovranità su Amalfi e nel 1040 su Gaeta. Nel 1042, a richiesta degli alleati normanni, approva l'elezione a conte di Puglia di Guglielmo Braccio di Ferro, ottenendo in cambio, l’anno successivo, l'acclamazione a duca di Puglia e Calabria, in aperta opposizione alle rivendicazioni bizantine su quei territori. Nel 1044, con Guglielmo, inizia la conquista della Calabria, ma il dominio del principato di Salerno, pure in continua espansione, non è più facilmente gestibile: negli ultimi anni della sua vita, infatti, Guaimario incontra numerose difficoltà nel conservare i propri possedimenti contro le rivendicazioni dell'imperatore e degli stessi normanni. Rainulfo Drengot, che aveva mantenuto il dominio su Aversa, muore nel 1045 e il feudo, nonostante le proteste di Guaimario, passa al nipote Asclettino; verso la fine di quello stesso anno, Guaimario si oppone alla successione del cugino di Asclettino, Rainulfo II Trincanotte, ma ancora una volta la sua autorità è ignorata. Queste contese spingono Aversa, un tempo leale al principe salernitano, ad allearsi con Pandolfo di Capua, tornato dall’esilio di Costantinopoli. La guerra contro Pandolfo riprende nel 1042 e dura cinque lunghi anni, durante i quali Guaimario rafforza la propria posizione attraverso il riconoscimento, nel 1046, del fratello del defunto Guglielmo, Drogone d'Altavilla, al quale concede in sposa la figlia Gaitelgrima. L'obiettivo è chiaramente quello di mantenere i normanni dalla sua parte e in posizione di vassallaggio.

Nel 1047, però, quella che era stata per Guaimario l'impresa di una vita è completamente annullata: l'imperatore Enrico III, giunto nel sud Italia a chiedere atto di sottomissione ai principi locali, restituisce Capua a Pandolfo e pone sotto la propria giurisdizione i domini di Aversa e di Melfi; infine priva Guaimario del titolo ducale di Puglia e Calabria, mettendo fine a quella singolare condizione così scomoda per la sovranità dell’impero. Nonostante l’azione imperiale, Guaimario e Drogone d'Altavilla continuano a costituire una potenza politica e militare invisa a molti, il che li porterà alla fine: Drogone cade assassinato il 10 agosto 1051, probabilmente ad opera di una congiura bizantina; stessa sorte tocca, il 3 giugno 1052, a Guaimario, che cade sotto i colpi dei suoi quattro cognati, che occupano la città con le armi ed eleggono principe Pandolfo III; è l’intervento del fratello del principe ucciso, il duca Guidone, e dei normanni Umfredo di Puglia e Riccardo d'Aversa, che pone fine all’usurpazione con il massacro dei congiurati e di trentasei loro familiari.

Guaimario fu senz'altro l'ultimo grande principe della longobardia minore e secondo alcuni storici il migliore in assoluto. Il figlio e successore Gisulfo II vedrà svanire il principato longobardo di Salerno ad opera di quegli stessi normanni che avevano vendicato il padre e gli avevano reso il trono.