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Giovanni da Procida (1210 – 1298), politico Nato nella famiglia dei signori dell'isola omonima, che sarà ascritta alla nobiltà salernitana nel sedile di Portanova, Giovanni raggiunse nel regno di Sicilia la stessa posizione di potere che era stata del concittadino Matteo d’Aiello, anche se quest’ultimo ufficialmente fu vice-cancelliere e Giovanni gran cancelliere. La sorte volle che i due potenti salernitani si trovassero, in due secoli diversi, a lottare su fronti opposti, essendosi strenuamente battuto Matteo per impedire che il Regno cadesse nelle mani degli Svevi e battendosi con altrettanta energia Giovanni affinché ad essi tornasse dopo l’invasione angioina. Medico della Scuola salernitana, già consigliere di Federico II, fu al fianco di Manfredi fino alla disfatta di Benevento del 1266 e, due anni dopo, con Corradino alla battaglia di Tagliacozzo; quindi cominciò a viaggiare fra le corti europee tessendo trame diplomatiche tese alla realizzazione della cacciata dei francesi dalla Sicilia e dalla penisola italiana; fu particolarmente attivo a Roma, a Costantinopoli e in Aragona, dove offrì per lungo tempo i suoi servigi al re Giacomo I e in seguito al figlio Pietro che, avendo sposato Costanza di Hohenstaufen, era anche genero di Manfredi. Fu fra i principali organizzatori e animatori dei vespri siciliani e della guerra che ne seguì, così come dell'intervento di Pietro d'Aragona in Sicilia. Ma il suo sogno di restituire agli svevi l’intero Regno rimase irrealizzato, poiché gli angioini continueranno a regnare a Napoli e sulla sua città natale ben oltre l’epoca della sua morte. Per Salerno, Giovanni ottenne da Manfredi, nel 1259, l’istituzione della fiera di san Matteo, che diventerà la maggiore del meridione d’Italia e sarà definita autentico strumento di politica economica; e proprio per favorire ed ampliare il mercato meridionale, l’anno successivo fu approvato anche l’ampliamento del porto salernitano. In campo medico, Giovanni da Procida lascia pregevoli traduzioni di Galeno, di Giovanni Alessandrino (VII secolo) e del musulmano Ibn Abi Usaybiah, medico personale dell’Emiro di Sarkhad. |