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a cura di Vincenzo de Simone

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Camera di Commercio - via Roma, 29

 

Nel 1910, la Camera di Commercio e Industria di Salerno, costituita con la legge 6 luglio 1862 con la denominazione di Camera di Commercio ed Arti, all'epoca operante da via Giovanni da Procida, chiese al comune di Salerno di acquisire una delle aree risultanti dai riempimenti di quella che era stata la spiaggia urbana al fine di costruirvi un palazzo sede dell'ente. I suoli furono aggiudicati all'asta nel 1914 e l'ente camerale ebbe l'area che una volta era stata impegnata dallo sperone delle mura cittadine, all'uscita sull'allora corso Garibaldi, oggi via Roma, della via calante da Portanova. Nel 1915 fu emanato il bando per la costruzione dell'edificio progettato dall'ingegnere romano Arturo Gasparri, ma con lo scoppio della guerra l'esecuzione fu sospesa e soltanto nel 1920 si riuscì a dare avvio ai lavori. Con la morte del Gasparri subentrò l'architetto Francesco Leoni che rivide in parte il progetto e soltanto nel 1927 l'immobile vide l'inaugurazione, ma l'ente camerale che l'aveva promosso non esisteva più, essendo stato sostituito l'anno precedente (legge 18 aprile 1926) dal fascista Consiglio provinciale dell'economia, poi detto Consiglio provinciale dell'economia corporativa (1931-37), infine Consiglio provinciale delle corporazioni (1937-44). Aboliti gli enti fascisti, furono ricostituiti gli enti camerali con la nuova denominazione di Camera di Commercio, Industria e Agricoltura, poi mutata in Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura.

Nel progetto del Gasparri, l'edificio si elevava su tre livelli ma, dopo la sua morte furono aggiunti altri due piani dal subentrato Leoni. L'immobile si presenta di forma rettangolare con strutture verticali in muratura portante. La pavimentazione è completamente in marmo a losanghe di legno. La facciata è caratterizzata da edicole e balconi in stile neo rinascimentale. All'interno sono presenti soffitti in stucco decorati con pannelli di Umberto Amati, decorazioni pittoriche della ditta Bruni e Meschini di Roma, stucchi della ditta Augusto Costantino e pitture di Pasquale Avallone. All'ultimo piano ha sede la biblioteca, con oltre ventiquattromila libri e pubblicazioni. Nel 1996 furono avviati lavori di restauro volti a trasformare l'edificio in sede di rappresentanza dell'ente.