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a cura di Vincenzo de Simone

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Gli avori salernitani, custoditi presso il Museo Diocesano, sono costituiti, oltre che da parti di cornici e alcuni medaglioni raffiguranti degli apostoli e tre oranti interpretati come i committenti che vollero dotare dell'opera la Cattedrale (forse nel XII secolo), da due serie di formelle, la prima illustrante episodi del vecchio testamento, la seconda dei vangeli. Ciascuna formella illustra due episodi dei rispettivi testi, ma mentre in quelle relative alle storie veterotestamentarie gli episodi si susseguono in orizzontale, in quelle relative ai vangeli le illustrazioni sono disposte in verticale, per cui la loro lettura prevede una precisa disposizione, come vedremo.

Le formelle relative al vecchio testamento giunte fino a noi sono sedici, di cui quattordici custodite dal Museo Diocesano e due, di cui una tagliata in due pezzi, disperse fra tre musei esteri. In tutte le formelle, gli episodi sono separati da colonne, ma mentre per le prime undici in ordine cronologico della narrazione (comprese le due giacenti all'estero) le colonne sono tortili, nelle restanti cinque sono lisce. Le formelle con le colonne tortili vanno dalla creazione alla torre di Babele, attraverso le storie di Noè (Genesi, da 1 a 9), quelle con le colonne lisce, dall'uscita di Abramo da Haran (Genesi, 12) agli episodi della verga di Mosè mutata in serpe e della sua mano divenuta lebbrosa (Esoso, 4). La discriminante della forma delle colonne e i due precisi incipit pongono in evidenza come ci troviamo di fronte a due serie distinte pur formanti un unicum la cui funzione rimane non chiarita. Nell'ipotesi più probabile che le due serie formassero due pannelli uguali, dobbiamo pensare ad un numero pari di formelle per ciascuno di essi, forse dodici, dando per perduta una formella nell'ambito della prima serie. Se così fosse, la seconda serie avrebbe perduto almeno sette formelle e ciò sarebbe congruo con la frammentarietà e l'incompiutezza della sua narrazione.

 

 

 

Lo Spirito divide la luce dalle tenebre - Creazione degli angeli.

In effetti, la creazione degli angeli non si legge nel testo biblico come singolo episodio, ma è ricollegabile alla creazione del firmamento, come da interpretazione che si ritrova nella cultura ebraica. Probabilmente, fra questa formella e la successiva giunta fino a noi è andata perduta quella relativa alla divisione delle acque e alla comparsa dell'asciutto, senza la quale non vi sarebbe continuità con la creazione della vegetazione. Da notare che questa formella è l'unica fra quelle che presentano la colonna divisoria tortile ad avere le spirali della stessa calanti a sinistra.

 

 

  Creazione della vegetazione - Creazione degli astri.  

 

 

Creazione degli animali.

La formella fu sottratta al patrimonio della Cattedrale e tagliata in due lungo la colonna divisoria. Attualmente, la parte sinistra si trova all'Iparmüvészeti Múzeum di Budapest, la destra al Metropolitan Museum di New York. 

 
 

 

Creazione di Eva dal costato di Adamo - Tentazione e peccato originale.

Nella parte sinistra, in basso, sono raffigurate le sorgenti dei fiumi del Giardino dell'Eden: Phison, Gehon, Tigri ed Eufrate.

 
 

  Cacciata dal Giardino dell'Eden - Fatica dei progenitori.  
 

 

Caino e Abele offrono doni a Dio - Fratricidio e punizione di Caino.

Da notare nel fratricidio la singolare interpretazione dell'artista che, a maggiore efferatezza, lo fa avvenire per strangolamento, senza uso di armi. La formella fu sottratta al patrimonio della Cattedrale e attualmente si trova al Musée du Louvre di Parigi. 

 
 

  Dio comanda a Noè di costruire l'arca - Costruzione dell'arca.  
 

 

Dio chiude la porta dell'arca: inizio del diluvio - La colomba riporta il ramoscello d'ulivo: fine del diluvio.

Da notare come l'artista rinunciò al consueto corteo delle coppie di animali che si imbarcano sull'arca per preferire il gesto divino di convalida e suggello dell'opera eseguita da Noè e dalla sua famiglia.

 
 

  Noè esce dall'arca - Noè compie l'olocausto di ringraziamento.  
 

  Dio benedice Noè e i figli - Noè viticultore.  
 

  Ebbrezza di Noè - Torre di Babele.  
 

 

Dio comanda ad Abramo di lasciare Haran - Sarah e Lot nella casa di Abramo.

L'interpretazione di questa formella è stata molto controversa fra gli studiosi; quella qui riportata è la generalmente accolta ed è fatta propria dalla pubblicazione L'enigma degli Avori medievali da Amalfi a Salerno edita a corredo della mostra con uguale titolo tenutasi dal 20 dicembre 2007 al 30 aprile 2008 presso il Museo Diocesano. Da notare che con questa formella inizia la serie che tratta le storie da Abramo a Mosè caratterizzata dalla presenza di colonne divisorie non più tortili, ma lisce.

 
 

  Dio parla ad Abramo a Sichem - Il faraone restituisce Sarah ad Abramo.  
 

  Interruzione del sacrificio di Isacco - Dio benedice Abramo.  
 

  Sogno di Giacobbe - Mosè si toglie i calzari in presenza del Roveto ardente.  
 

 

Dio muta in serpe la verga di Mosè - Dio rende lebbrosa una mano di Mosè.

 

 

 

La Cattedrale custodiva altre formelle di soggetto veterotestamentario di cui due sono giunte fino a noi, l'una finita a Berlino, l'altra custodita al Museo Diocesano. Si tratta di manufatti che, pur evidenziando stile artistico riconducibile a quelli fin qui visti, evidentemente non appartennero a quei pannelli decorativi, poiché si tratta di singole rappresentazioni quadrate, delimitate su entrambi i lati da bordi conclusivi. La prima di esse dovrebbe corrispondere a quella definita da Luigi Staibano (che scriveva nel 1871) come il Tabernacolo, all'epoca vista giacente alla rinfusa nella cappella del tesoro in Cattedrale. La seconda fu utilizzata nel 1962 da Hans Ludwig Hempel per concludere la seconda serie che abbiamo visto sopra, quella dalle colonne divisorie lisce, nella ricostruzione teorica che fece di una improbabile sedia vescovile che avrebbe avuto per schienale le formelle neotestamentarie e per pannelli laterali quelle veterotestamentarie.  

 

 

 

 

 
 

Dio e Abramo. Mosè riceve la Legge.

La prima formella fu sottratta al patrimonio della Cattedrale e attualmente si trova allo Staatliche Museen di Berlino.

 

 

 

Mentre per le formelle veterotestamentarie immaginarne la collocazione rimane problematico, per quelle che illustrano i vangeli la disposizione relativa può essere una soltanto, dettata dalla loro forma e dagli episodi che illustrano. Le formelle, infatti, sono in verticale, ma l'evento narrato nella parte inferiore di ciascuna non si pone di seguito a quello narrato nella parte superiore, ma fra di essi intercalano quattro momenti. In pratica, soltanto ponendo di seguito cinque formelle, si creano due registri orizzontali da leggersi in successione; quindi, è la disposizione di quattro file di formelle da cinque a formare l'unica possibilità di lettura. Le formelle giunte fino a noi sono diciannove, per cui è evidente la perdita di una di esse, individuata nella seconda sequenza. Ma, in realtà, è opinione diffusa fra gli studiosi che in origine le formelle fossero ventuno, andando a formare una prima sequenza di sei manufatti, poiché appare almeno singolare che il racconto inizi con la visita di Maria ad Elisabetta e non con l'Annunciazione. Certo rimarrebbe da comprendere come questa unica sequenza di sei formelle si raccordasse con le altre di cinque, ma forse ciò è legato all'uso che si faceva del pannello così assemblato, circostanza che al momento, nonostante le molte teorie, ignoriamo. 

 

 

 

In alto: Maria visita Elisabetta - Giuseppe dubbioso rassicurato dall'angelo - Verso Betlemme - Natività - Annuncio ai pastori. In basso: I Magi da Erode - I Magi da Gesù - L'angelo avverte Giuseppe di fuggire - Fuga in Egitto - Strage degli innocenti.

Nel registro superiore, la narrazione segue il vangelo di Luca, con l'inserimento del Dubbio di Giuseppe da Matteo. In quello inferiore, abbiamo interamente Matteo. Ove corrispondesse al vero che sia andata perduta la prima formella, essa avrebbe dovuto rappresentare l'Annunciazione in alto (Luca, 1:26-33) e, forse, i Magi guidati dalla stella in basso (Matteo, 2:1-2).

    

 

 

 

 

In alto: Presentazione al tempio - Battesimo nel Giordano - Gesù servito dagli angeli dopo le tentazioni nel deserto - Chiamata di Simone e Andrea. In basso: Nozze di Cana - Trasfigurazione - Resurrezione del figlio della vedova - Guarigione dell'idropico, del cieco e dello zoppo.

Come accennato in premessa, la sequenza manca di una formella, individuabile nella seconda, in quanto, diversamente, non avrebbe continuità narrativa il passaggio dal primo al secondo registro. In alto, il Battesimo nel Giordano e la Chiamata di Simone e Andrea sono episodi comuni ai quattro evangelisti, mentre Gesù servito dagli angeli lo troviamo in Matteo e Marco e la Presentazione al tempio nel solo Luca. In basso, la Trasfigurazione è comune a Matteo, Marco e Luca; le Nozze di Cana le troviamo solo in Giovanni; i due episodi miracolosi nel solo Luca, precisamente successivi alla Trasfigurazione; è da notare che Luca narra della sola guarigione dell'idropico, mentre il cieco e lo zoppo sono stati aggiunti dall'artista per una sorta di compendio delle azioni miracolose di Gesù. È evidente, dunque, che il filo conduttore della sequenza corre fra Luca e Giovanni, toccando Matteo e Marco soltanto in modo incidentale. Con tale premessa, la formella mancante potrebbe aver illustrato in alto l'episodio di Gesù dodicenne che discute nel tempio, che Luca (2:22-50) pone fra la presentazione al tempio e il battesimo nel Giordano. In basso, l'episodio di Gesù che scaccia i mercanti dal tempio, che Giovanni (2:13-17) pone dopo le nozze di Cana. Da notare che è il solo Giovanni a porre la cacciata dei mercanti dal tempio come episodio a se stante rispetto alla visita di Gesù a Gerusalemme che lo vedrà crocifisso, mentre Matteo, Marco e Luca, copiandosi a vicenda con l'utilizzo delle stesse parole, fanno coincidere i due eventi.

Il curatore della pubblicazione L'enigma degli Avori medievali da Amalfi a Salerno edita a corredo della mostra dallo stesso titolo tenutasi dal 20 dicembre 2007 al 30 aprile 2008 presso il Museo Diocesano, seguendo un ragionamento di carattere iconografico che poco pare reggersi in piedi, antepone il Battesimo nel Giordano alla Presentazione al tempio, scambiando di posto le due formelle. A parte l'assurdità che la Presentazione al tempio del bambino Gesù avvenga dopo il Battesimo nel Giordano dello stesso a trent'anni (Luca, 3:23), l'inversione delle formelle interrompe la sequenza temporale fra il battesimo e l'andata nel deserto, di cui il servizio degli angeli costituisce la parte conclusiva, a dispetto di Matteo (3:13-4:11) e di Marco (1:9-13), che narrano i due episodi senza soluzione di continuità.   

 

 

 

 

 

In questa sequenza, si scelse di porre al centro il momento della crocifissione, che segue la narrazione del registro inferiore; quindi, leggendo quello superiore, si passa dalla seconda alla quarta formella.

In alto: Gesù e la samaritana - Moltiplicazione dei pani e dei pesci - Guarigione del paralitico - Guarigione del cieco. In basso: Resurrezione di Lazzaro e ingresso in Gerusalemme - Ultima cena e lavanda dei piedi - Crocifissione, sorte tirata sulle vesti, sepoltura - Discesa agli Inferi - Il sepolcro vuoto.

La discesa di Gesù agli Inferi non fa parte dei vangeli canonici, ma è tratta dal vangelo apocrifo di Nicodemo; in particolare la scena illustrata è quella in cui Gesù afferra Adamo per resuscitarlo (Nicodemo, 8:1). La narrazione dell'ultimo episodio segue il vangelo di Matteo (28:1), che rende protagoniste del ritrovamento del sepolcro vuoto due donne: Maria Maddalena e l'altra Maria. Marco (16:1), cita Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e Salome. Luca (24:10), Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Infine Giovanni (20:1), fa trovare il sepolcro vuoto alla sola Maria Maddalena.   

     

 

 

 

In questa sequenza, si pone centrale il momento dell'ascensione, che segue la narrazione del registro inferiore; quindi, nella lettura di quello superiore si passa dalla seconda alla quarta formella.

In alto: Gesù risorto appare a Maria Maddalena e all'altra Maria - Maria Maddalena e l'altra Maria annunciano agli apostoli l'avvenuta resurrezione - Gesù cena con due discepoli ad Emmaus - Gesù appare agli apostoli. In basso: Gesù invita Tommaso a porre il dito nel proprio costato - Gesù appare sul mare di Tiberiade - Ascensione - Gesù benedice gli apostoli a Betania - Pentecoste.

I primi due episodi sono tratti da Matteo e Marco, che rendono protagoniste di quei fatti le due Maria; nel secondo, si nota la presenza di soli undici apostoli, dopo l'uscita di scena di Giuda Iscariota. Il terzo episodio è tratto da Luca, che lo colloca nello stesso giorno della scoperta dell'avvenuta resurrezione. L'ultimo episodio del registro alto è stato oggetto di discussioni a distanza fra gli studiosi, poiché, riconosciuto come una apparizione agli apostoli superstiti, rimane dubbio di quale di esse si tratti: il fatto che preceda l'episodio di Tommaso incredulo farebbe pensare a quella avvenuta in sua assenza (Giovanni, 20:19-25), che sarà seguita dopo otto giorni dall'altra nel corso della quale Tommaso si ricrederà (Giovanni, 20:26-29); ma questa ipotesi urta con il fatto che gli apostoli presenti sono undici, quindi non saremmo in assenza di Tommaso. Tuttavia, la parte bassa della quarta formella, che pur posta in questa ipotesi di sistemazione oltre l'Ascensione in realtà rappresenta il momento immediatamente precedente l'Ascensione stessa, quando Gesù benedice gli apostoli, questi sono erroneamente rappresentati in dodici, mentre dovrebbero essere ancora gli undici elencati in Atti, 1:13. Sarà con la cooptazione di Mattia (Atti, 1:23-26) che gli apostoli torneranno ad essere dodici e tali li troveremo alla Pentecoste. Da notare che anche nella formella dell'Ascensione gli apostoli sono erroneamente dodici, oltre la figura a braccia levate che dovrebbe essere la Vergine Maria. Dunque, saremmo in presenza di due rilevanti imprecisioni, che pare nessuno degli studiosi impegnati nell'esame delle formelle fin dall'Ottocento abbia rilevato e che potrebbero essere state anticipate nell'apparizione di Gerusalemme.  

La quarta formella fu tagliata in senso orizzontale e poi la parte inferiore amputata della figura del Cristo benedicente. Di essa rimane a Salerno la sola porzione dell'episodio inferiore qui raffigurato, mentre la parte superiore è custodita allo Staatliche Museen di Berlino e la figura del Cristo al Kunstgewerbe Museum di Amburgo.      

 

 

 

   

   

 
 

In alto: Maria visita Elisabetta.

In basso: I Magi da Erode.

 

 

In alto: Giuseppe dubbioso rassicurato dall'angelo.

In basso: I Magi da Gesù.

 
     
 

In alto: Verso Betlemme.

In basso: L'angelo avverte Giuseppe di fuggire.

 

 

In alto: Natività.

In basso: Fuga in Egitto.

 

 
     
 

In alto: Annuncio ai pastori.

In basso: Strage degli innocenti.

 

 

In alto: Presentazione al tempio.

In basso: Nozze di Cana.

 

 
     
 

In alto: Battesimo nel Giordano.

In basso: Trasfigurazione

 

 

In alto: Gesù servito dagli angeli dopo le tentazioni nel deserto. In basso: Resurrezione del figlio della vedova.

 

 
     
 

In alto: Chiamata di Simone e Andrea. In basso: Guarigione dell'idropico, del cieco e dello zoppo.

 

 

In alto: Gesù e la samaritana. In basso: Resurrezione di Lazzaro e ingresso in Gerusalemme.

 

 
   
 

In alto: Moltiplicazione dei pani e dei pesci.

In basso: Ultima cena e lavanda dei piedi.

 

 

In alto: Crocifissione.  

In basso: Sorte tirata sulle vesti e sepoltura.

 

 
     
 

In alto: Guarigione del paralitico.

In basso: Discesa agli Inferi.

 

 

In alto: Guarigione del cieco.

In basso: Il sepolcro vuoto.

 

 
     
 

In alto: Gesù risorto appare a Maria Maddalena e all'altra Maria. In basso: Gesù invita Tommaso a porre il dito nel proprio costato.

 

 

In alto: Maria Maddalena e l'altra Maria annunciano agli apostoli l'avvenuta resurrezione. In basso: Gesù appare sul mare di Tiberiade.

 

 
   
 

Ascensione.

 

 
     
 

In alto: Gesù cena con due discepoli ad Emmaus.

In basso: Gesù benedice gli apostoli a Betania.

 

 

In alto: Gesù appare agli apostoli.

In basso: Pentecoste.