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a cura di Vincenzo de Simone

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Santissima Annunziata Maggiore

 

La chiesa che vediamo attualmente è il risultato degli interventi di inizio Settecento, quando Ferdinando Sanfelice costruisce il campanile, sulla Santissima Annunziata Nuova, detta Maggiore nella seconda metà dello stesso secolo, la cui costruzione era stata avviata nel 1627, dopo che, il 4 dicembre dell’anno precedente, una disastrosa alluvione aveva travolto l'originario edificio di fine Quattrocento, venuto a sua volta a sostituire, all’interno delle mura cittadine, la Santissima Annunziata Vecchia o Extra Moenia.

Di quest’ultima, sita sul luogo che sarà del convento di San Francesco di Paola, attuale deposito militare in largo Giuseppe Ragno, la più antica notizia giunta fino a noi è del 10 maggio 1330; nel 1516 sarà donata dal principe di Salerno Ferdinando (o Ferrante) Sanseverino ai frati minimi di San Francesco di Paola in seguito, appunto, all’edificazione del nuovo luogo di culto voluto dall’amministrazione cittadina. Alla Santissima Annunziata fin da prima del 1372 risulta affidato l’ospedale cittadino, posto a ridosso della porta Busanola, detta anche della Catena.

All’inizio del XVI secolo nella Santissima Annunziata Nuova è istituita la ricettizia, con il priore e un determinato numero di sacerdoti partecipanti, che raggiungerà il numero di nove nel 1727, non solo per l’esercizio del culto, ma anche per l’assistenza religiosa e morale all’ospedale e ai bambini illegittimi abbandonati nella ruota dei proietti.

Il 14 aprile 1614 i governanti della città stipulano un contratto con il padre provinciale della congregazione di San Giovanni di Dio con il quale a quei padri è affidata la cura dell’ospedale della Santissima Annunziata Nuova, con l’obbligo di mantenervi non meno di sei religiosi in cambio di una dotazione di trecentocinquanta ducati annui; il clero della chiesa conserva il diritto e l’obbligo di curare il battesimo dei trovatelli, di celebrare la messa nella cappella dell’ospedale, di impartire l’eucaristia e l’estrema unzione ai moribondi.

Monsignor Paglia, previo assenso regio del 4 settembre 1852 e istrumento di concessione da parte del comune stipulato il 16 febbraio 1853, trasferisce, con bolla del 25 febbraio 1853, nella chiesa della Santissima Annunziata Maggiore la sede parrocchiale di Santa Trofimena e al parroco conferisce il titolo di priore curato.

Nella notte del 25 ottobre 1954 la ricettizia è gravemente danneggiata dall’alluvione che colpisce la città. Sarà restaurata ed arricchita di marmi, stucchi e decorazioni sulla volta e nelle cappelle laterali fra il 1957 e il 1959.

 

La chiesa presenta la facciata su via Portacatena arricchita da due nicchie sagomate in marmo, oggi prive delle statue previste dal progettista Francesco Ragozzino, situate ai lati del portale sovrastato da un tondo a bassorilievo rappresentante l’Annunciazione; la porta è in rame sbalzato. La facciata è divisa orizzontalmente da una fascia marcapiano e verticalmente da otto lesene: quattro nella parte inferiore, lisce, con capitelli ionici; quattro in quella superiore, scanalate, con capitelli corinzi. Chiude il tutto un timpano triangolare. Il campanile, a ridosso del quale si apriva la porta Catena, posto su un’alta zoccolatura, è impostato su quattro ordini architettonici sovrapposti. Lesene con capitelli ionici e corinzi e colonne poste agli angoli concorrono ad un alleggerimento della struttura. Monofore riquadrate da una larga cornice si aprono nel terzo ordine, mentre oculi inseriti in un motivo decorativo danno luminosità all’ultimo, aggraziato da paraste terminanti in volute. Un’esile cuspide a pinnacolo raccordata al campanile da volute ne rifinisce l’elegante silhouette.

L’interno, coperto da volta a botte unghiata, è a navata unica con abside e cupola emisferica, senza tamburo e con lanterna, decorata con un motivo a cassettoni e rosette. Una trabeazione con fregio corre lungo tutto il perimetro dell’aula. I lati sono scanditi da lesene scanalate con capitelli corinzi che riquadrano le cappelle. L'altare maggiore, in commesso marmoreo, venne realizzato nel Settecento da Matteo Bottigliero e da Filippo e Giovanni Ragozzino; al primo si devono i due monumentali angeli posti a capoaltare e i putti ai lati della mensa. Sugli altari laterali sono collocati alcuni dipinti, fra i quali Il battesimo di Cristo. Di Pasquale Avallone sono i tondi delle cappelle laterali e del transetto raffiguranti i Profeti, realizzati nel 1913. Da segnalare anche l’elegante organo in legno del 1880 in stile neogotico, collocato in controfacciata. Gli arredi della sagrestia, raffinatissimi, furono eseguiti dal mastro intagliatore Saviotto nel 1712 su disegno di Pietro Vinaccia.

 

Per saperne di più. G. Crisci, Salerno Sacra, 2a edizione postuma a cura di V. de Simone, G. Rescigno, F. Manzione, D. De Mattia, edizioni Gutenberg 2001. Sulla Santissima Annunziata Maggiore: I, pp. 107-109. Sul convento di San Francesco di Paola: III, pp. 127-132. Sull’ospedale di San Giovanni di Dio: III, pp. 154-160, con riferimenti all’altro ospedale istituito da Matteo d’Aiello; su quest’ultimo, si veda anche in San Giovanni a Mare: I, pp. 117-119.

 

Aggiornamento. Nel corso di lavori di ristrutturazione della chiesa, è stato rinvenuto un ambiente ipogeo ascrivibile al XIII-XIV secolo (qui a lato fotografato il 4 agosto 2011) evidentemente riconducibile ad un luogo di culto preesistente sull'area alla edificazione della prima Santissima Annunziata Nuova a fine Quattrocento. Molto difficile identificarlo, non essendo giunta fino a noi alcuna documentazione, ma di certo collocabile fra le numerose chiese e cappelle poste lungo le mura meridionali della città, sia internamente che esternamente alla cortina difensiva.

(Immagine di Antonio Braca).