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a cura di Vincenzo de Simone

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l’abside altomedievale sotto il conservatorio della Santissima Annunziata Minore

 

Fino agli inizi del Settecento, la via dei Canali presentava, dal suo innesto sull’attuale via Torquato Tasso allo sbocco meridionale attraverso la porta di Mare, una larghezza omogenea, ossia non esisteva il largo che oggi vediamo davanti all’edificio e alla chiesa del conservatorio della Santissima Annunziata Minore. Questo spazio e quello sul quale attualmente insistono gli stessi conservatorio e chiesa, nonché l’altra chiesa sconsacrata di San Matteo Piccolo, era impegnato da un grosso complesso abitativo costituito da più proprietà (Casa Prignano, Casa Farao, Casa Leone e altre), alcune documentate fin dal Cinquecento, e dall’ospizio dei pezzenti e dei poveri viandanti soggetto alla badia di San Pietro a Corte attraverso la dipendente Sant’Antonio di Vienne, che ne occupava l’estremità meridionale. In questo complesso era inserita la prima chiesa di San Matteo Piccolo, della quale quella sopra citata, come vedremo, è una ricostruzione; questa chiesa, di cui la prima notizia giunta fino a noi è soltanto del 4 luglio 1269, si estendeva dalla strada verso occidente, ove oggi ne osserviamo l’abside altomedievale, testimone di una sua lunga preesistenza rispetto alla prima citazione, sotto il fronte del conservatorio.

Il ritrovamento di questa abside negli anni ottanta del Novecento innescò una singolare gara di attribuzione fra i soliti esperti, per cui ci fu chi la ritenne una prima San Grammazio, senza considerare che essa non è nemmeno nel territorio che fu di quella parrocchiale; chi, addirittura, l’antica Santa Sofia che, caso stranissimo, sarebbe sorta distaccata dall’edificio monastico al quale era pertinente. Naturalmente, questi sedicenti esperti scrivevano, come troppo spesso avviene fra gli storiografi cittadini, senza aver prima esercitato l’arte del leggere; ove l’avessero fatto nei confronti della documentazione inerente la fondazione del conservatorio, che di seguito vedremo, avrebbero scoperto che quell’abside insiste sul luogo ove insistette la prima San Matteo Piccolo, per cui, a meno di sovrapposizioni di più chiese sotto titoli diversi al momento non documentate, non può che appartenere allo stesso luogo di culto.

Il conservatorio delle povere figliole vergini e oneste sotto il titolo della Santissima Annunziata fu istituito ufficialmente con atto del 30 maggio 1698 in sostituzione del Santa Maria della Mercede, trasformato in monastero di clausura, che a sua volta aveva sostituito quello sotto il titolo di Santa Caterina, già ospitato in case adiacenti alla chiesa parrocchiale dei Santi XII Apostoli; ma si arriverà fino al 5 settembre 1713 prima che i deputati alla nuova opera assistenziale riescano, per difficoltà connesse ai rapporti con le monache del Santa Maria della Mercede, che all’atto della trasformazione in clausura di quello si erano impegnate a comprare un immobile nel quale istituire il nuovo conservatorio, ad entrare in possesso della casa già del fu Giovanni Lelio Prignano. Questa sarà soltanto la prima di diverse acquisizioni che porteranno gli stessi deputati e il governo cittadino a disporre di una vasta area sulla quale edificare non solo il nuovo complesso con la sua chiesa, ma anche creare il largo davanti ad esso.

Il 19 febbraio 1715 si acquista la casa di Sebastiano Leone; il 12 agosto 1720, l’ospizio dei pezzenti e dei poveri viandanti, con alcune botteghe di sotto e una rimessa, insieme ad una casa dell’oratorio di Gesù e Maria, con un giardino e la tribuna della chiesa di Sant’Antonio Abate, per potervi ricostruire la chiesa parrocchiale di San Matteo Piccolo, che andava demolita in quanto ingombrava la parte alta del largo progettato; il 17 marzo 1723, un’altra casa, posta alle spalle del conservatorio erigendo, del convento di Santa Maria della Porta; l’11 marzo 1732, ancora una casa dei signori Farao.

Evidentemente la demolizione dell’antica San Matteo Piccolo lasciò nelle fondamenta del conservatorio l’abside altomedievale che oggi vediamo, molto probabilmente all’epoca non più appartenente alla chiesa officiata, come suggerisce la quota del suo piano di calpestio, notevolmente sottoposto a quello che sarà del cortile del conservatorio, ma ad una precedente, divenuta ambiente ipogeo, forse addirittura interrato, di quella.

 

Per saperne di più. G. Crisci, Salerno Sacra, 2a edizione postuma a cura di V. de Simone, G. Rescigno, F. Manzione, D. De Mattia, edizioni Gutenberg 2001, per San Matteo Piccolo, I, pp. 82-85; per il conservatorio della Santissima Annunziata Minore, III, pp. 173-174.