Ed Keall l'anziano curatore del dipartimento del ROM Museum per l'aresa est e le civilizzazioni asiatiche e responsabile per del team che ha curato l'esposizione dell'Ossario di Giacomo risponde così alle analisi condotte dall'Autorità per le Antichità Istaleliane:
"Fin quando non mi sarà stato consegnato l'intero rapporto della Autorità per le Antichità per valutare le recenti analisi l'opinione dell'israeliano che ha guidato tale squadra non costituisce un verdetto finale.Si tratta unicamente di una interpretazione di dati analitici che può essere sogetta a controinterpretazione.Tutti i dati disponibili sono stati presentati al tavolo della conferenza internazionale; tutti hanno potuti vedere e sentire cosa i vari esperti hanno detto.Il ROM ha sempre mantenuto un atteggiamento di apertura nei confronti della autenticità dell'ossario, ma fino ad ora nessuna prova definitiva di falsificazione ci é stata presentata nonostante in clamore prodottosi".
Ad un anno di distanza possiamo anche affermare ciò che EdKeal non dice nel rapporto e cioè che, nonostante il clamore, non si é trovata alcuna prova di quanto affermato e che l'azione dell'Autorità, specie guardando la perentorietà di essa, non é stata propriamente condotta in maniera ineccepibile e data l'importanza del reperto...
Resta però l'amaro in bocca osservando che, se in Italia si fece di tutto per evitare che la notizia dell'ossario giungesse al pubblico, si fece anche di tutto per far in modo che la smentita della Autorità delle Antichità arrivasse a tutti ed infine, nulla si é saputo della risposta autorevole del ROM
L'Autorità per le Antichità Israeliana lo ha comunicato dopo una serie di analisi condotte da un team di 14 specialisti del settore.
L'ossario é risultato essere realmente databile al periodo ipotizzato (I o II sec. d.c.) ma é stato manomesso apponendovi la scritta "Giacomo figlio di Giuseppe, Fratello di Gesù". La deduzione é stata possibile osservando da un lato la forma del testo che risultava, come già si notò dalle prime analisi lo scorso anno, frutto di una strana mescolanza tra l'ebraico antico e quello moderno, dall'altro la patina biologica che si era depositata sulla superficie calcarea che interessava la scritta .
La patina, da una analisi chimica, é risultata essere formata da una strana mescola di foraminiferi, argilla, carbone ed una piccola quanità di oro ed é quindi chimicamente incompatibile con il periodo di datazione dell'ossario a testimonianza della recente apposizione della scritta.
Avevamo, come ricorderanno i Ns lettori, messo in guardia dai pericoli che l'eccesso di fiducia in questo reperto potevano determinarsi. SI trattava, da un lato, di un reperto che non aggiungeva nulla di nuovo a ciò che era possibile dedurre per altre vie (il rapporto di parentela tra Gesù e Giacomo), ma costituiva, dall'altro, un reperto troppo ghiotto per il gusto sensazionalistico dei media.
Siamo dell'avviso che, la prudenza va ancora una volta mantenuta per svariati motivi primo tra tutti la svariata serie di dubbi che, almeno queste prime notizie, non risolvono:
1) la doppia fattura della scrittura che sembrava incisa con strumenti diversi (noi ipotizzammo che la parte iniziale fosse stata incisa con uno strumento in lega estremamente appuntito, a differenza di quella che pareva più antica e che non era ricoperta da patina, che sembrava autentica)
2) La scritta risultava cominciare dalla estrema destra dell'ossario e quindi, stranamente non al centro. Datando diversamente le due parti si sarebbero determinate strane e non meno imbarazzanti combinazioni "Giacomo figlio di Giuseppe" o "Giseppe fratello di Gesù ", cosa più che possibile visto che gli apocrifi parlano di 4 fratelli uno dei quali era appunto Giuseppe...insomma tutti elementi imbarazzanti che potevano facilmente essere messi a tacere falsificando la scritta con aggiunte dall'una o dall'altra parte di essa.Del resto sarebbe strano un ossario privo del nome di colui che vi era contenuto.
3) Lo scandaloso uso di colla acrilica per la riparazione dell'ossario al ROM che potrebbe aver falsato le analisi e di cui non si legge nulla, almeno secondo le notizie che si hanno a disposizione
Temiamo che siano davvero troppi coloro che vedevano in questo documento un pericolo che andava ben oltre la sua valenza storica per aspettarci una seria risposta a questi dubbi.
Del resto sono molti i nomi che si sono cimentati e probabilmente bruciati (come temevamo e anticipammo profeticamente) sulla vicenda "Ossario di Giacomo" (ricordiamo Andrè Lemaire, Emile Puech, R.Eisenmann, gli esperti del ROM, ecc..) per aspettarsi che qualcuno di essi provi ancora a cimentarsi sul reperto.
Una oscura minaccia, infatti, incombe su chi tenterà, in futuro, di ripescare questa triste storia.
Da un lato, infatti, il collezionista (Golan) che portò alla ribalta il reperto e di cui era possessore é ora oggetto di uan duplice indagine che, da un lato tenterà di stabilire come era pervenuto in possesso del reperto e dall'altro di capire che parte ha avuto in quella che si sembra essere stata una truffa.
Dall'altro pare partirà una indagine su numerosi reperti contenuti nel museo di Gerusalemme che hanno avuto molte meno analisi e ribalta della cronaca (ossari) e che potrebbero risultare falsi.
Come era esagerato ritenere, nonostante un anno di studi e prove, probabilmente autentico il reperto ci pare ora prematuro ritenere certamente falso lo stesso dopo soli 2 mesi di analisi, ma ancor più assurdo ci sembra questo aurea di scetticismo che si getta (a nostro avviso con obiettivi diversi dalla conoscenza della verità storico-archeologica) su tutti i reperti similari di cui abbiamo ampiamente parlato e, alcuni dei quali, risultano molto più "interessanti" di quello in esame.
Non ci resta che aspettare gli eventi certi che il clima incandescente, l'eccesso di frettolosità, la delicatezza delle conseguenze che queste scoperte o presunte tali determinano oltre che le modalità autoritarie con cui sono condotte le indagini in questa seconda fase, non può portare a nulla di buono.
Eccovi la fonte della notizia, ancora una volta il ROM.
Due cerchi
concentrici sono stati notati nelle pareti interne dell'Ossario di
Giacomo.
Pare che vi siano tracce anche di una vernice rossa tipicamente usata negli ossari erodiani e presente anche in due reperti simili esposti presso il ROM. Si é ancora alla ricerca di una spiegazione plausibile per i cerchi ritrovati ma noi de il1m3oapostolo abbiamo una nostra proposta. |
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Osservate l'immagine dell'ossario che
appare nella figura.
Si notano i due cerchi concentrici ed una sorta di margherita. A ben guardare é la medesima figura che si intravede all'interno dei cerchi concentrici scoperti all'interno dell'ossario. | |
Basta infatti
guardare nella parte inferiore ove di nota abbastanza chiaramente il lato
destro del petalo rivolto verso il basso. Analogamente nella parte
superiore del cerchio ci pare di intravedere il medesimo petalo.
Ebbene, l'ossario che vi mostriamo come quello che é qui affianco, provengono entrambe dal deposito sotto la Domisu Flevit e quindi da quello che riteniamo essere il più grande cimitero giudeocristiano sul monte degli Ulivi. |
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A
conferma della nostra ipotesi c'è la presenza, a quanto pare, della
medesima figura sulla sinistra della medesima parete interna che fa coppia
con quella illustrata che, invece, é a destra.
L'incisione é stata volutamente praticata sulla parete posteriore dell'ossario originale?E' stato riutilizzato il medesimo ossario per due sepolture, come propone l'articolo del ROM?L'iscrizione famosa é stato apposta , su un ossario antico? Non lo sappiamo, ma una cosa ci appare evidente: la fattura é simile agli ossari probabilmente giudeo-cristiani, della Dominus Flevit ed avvalora la nostra ipotesi: L'Ossario di Giacomo proviene dalla medesima area. |
L'ossario di Giacomo danneggiato durante il trasporto in Canada per l'esposizione!! Notizia dalla BBC Il giallo sull'ossario continua. Durante il trasporto in Canada per l'esposizione nel Royal Ontario Museum, il famoso Ossario di Giacomo ha subito danni.Nell'articolo segnalato si segnala come il Museo abbia chiesto ed ottenuto dall'anonimo propietario il permesso di riparate l'ossario con l'uso di una colla che potrà essere rimossa (come si legge nell'articolo) con l'uso di Acetone. A questo punto ci domandiamo: ma é possibile l'uso di Acetone su una pietra calcarea? Chi ha visto gli effetti che composti corrosivi o acidi come la candegina hanno, ad esempio, su un pavimento in marmo (sostanzialmente lo dissolve) comprenderà i dubbi che solleviamo su questa presunta reversibilità dell'intervento e sul metodo che il ROM ha consigliato, specie tenendo conto del fatto che la parte interessata dal danno é proprio quella finale della scritta "Giacomo figlio di Giuseppe, fratello di Gesù" . |
una immagine del danno alla scritta |
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