Gli Ossari sul Monte degli Ulivi: testimonianza antichissima e rara della comunità giudaico-cristiana di Gerusalemme

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L'ossario che secondo alcuni scienziati risale al 63 dopo Cristo  

Il breve percorso che proponiamo al lettore  parte dalla recede scoperta della  cassa funebre calcarea, lunga 51 centimetri e larga 28 recante una iscrizione in aramaico che tradotta recita: "Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù"

La notizia pubblicata sul Biblical Archeological Review é apparsa, da subito come una delle più eccezionali scoperte dell'archeologia neotestamentaria.

L'ossario, infatti, é stato datato al 63 dopo Cristo dal prof. Andre Lemaire, un esperto di scritture antiche della Sorbona di Parigi ed é stato da lui riconnesso a quello che contenne il Capo della prima comunità giudeo-cristiana che si formò a Gerusalemme dopo la morte di Gesù.

iscrizione
L'iscrizione così tradotta dagli studiosi: "Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù"  

Nella immagine che riportiamo si nota un dettaglio della scritta così come veniva mostrata nell'articolo.

Il "Veniva" che abbiamo adoperato é, purtroppo, d'obbligo visto che a seguito di un misterioso incidente e di una inspiegabile totale superficialità ed evidente incompetenza, il reperto, trasportato da Gerusalemme a Toronto per l'esposizione presso il Royal Museum of Ontario, ha subito rilevanti danni che hanno riguardato proprio la scritta. che oggi appare vistosamente deturpata da una frattura che riguarda la parte più interessante: quella in cui Giacomo é ricollegato a Gesù.

Pur non volendo entrare nel dettaglio di quest'ultima inspiegabile vicenda, ci piace sottolineare un emblematico aspetto di questa vicenda.

Il ROM, dopo aver chiesto ed ottenuto il permesso di riparare il danno con colla(speciale?), ha anche fatto presente che la riparazione era reversibile poichè la colla poteva essere successivamente rimossa con acetone. Ciò che ci pare assurdo é il fatto che agenti corrosivi come gli acidi (ad esempio la candegina) hanno un effetto notoriamente disastroso su materiali quali il marmo e ne determinano la dissoluzione. La segnalazione del ROM, sempre che sia vera e sia stata emessa nei termini riportati dai giornali, ci sembra una vera e propria burla se non peggio.

Ritornando alla scoperta archeologica, parecchio ci sarebbe da dire in relazione ai motivi che la rendono unica ed importantissima, ma, in estrema sintesi, possiamo affermare che il principale non é, come si é voluto far credere, legato al fatto che Gesù abbia o meno potuto avere fratelli (peraltro quasi certamente fratellastri figli del primo matrimonio di Giuseppe), ma al fatto che Giacomo sia divenuto il capo della prima e più importante delle Chiese: quella di Gerusalemme. A questa particolarità che testimonia una successione non apostolica ma ereditaria del trono che si é sempre attribuito a Pietro e che, evidentemente, di Pietro non era (o quantomeno non solo di Pietro), si aggiunge una ulteriore e fondamentale particolarità: Giacomo fu il maggiore esponente della corrente giudeo-cristiana.

Questa corrente fu quella che ritenne Paolo di Tarso, padre del moderno cristianeismo, un apostata e, secondo il prof.Eisenmann, fu quella che promosse la scomunica che nel 56-58 fu comminata a Paolo in Gerusalemme, nel giorno della Pentecoste, per mano dello stesso Giacomo (come riportato negli Atti ove si parla dell'ultimo e drammatico incontro di Paolo e della comunità cristiana di GErusalemme) secondo il rito ritrovato a Qumran nel rotolo detto "seconda colonna del Documento di Damasco".

Cerchiamo, ora, di seguire le orme di questa scoperta e di capire se é davvero unica o se é solo la punta di un gigantesco Iceberg.

Gia nel 1945 si parlava di ossari recanti il nome di Gesù ancor più sensazionali di "scoperto" 

Nel 1945 il prof. L. Eleazar Sukenik del Museo di Antichità Giudaiche dell'Univerità Ebraica di Gerusalemme pubblicava la scoperta di una tomba risalente a non oltre il 50 d.c. contenente 2 ossari che riportavano il nome di Gesù in greco.Il secondo di essi recava 4 grandi croci (N.Avigad "Jewish Burial Caves in Jerusalem and in Judean Mountains " Erls 8 (Sukenik 1967))

Ecco da una testimonianza dell'epoca con il commento alla scoperta di Sukenik:

"Due ossari recanti il nome di Gesù in greco. . . . Il secondo di questi riporta 4 grandi croci dipinte... . . . . (Prof. Sukenik) conclude che l'intera iscrizione e le croci sono correlate essendo esse l'espressione della sofferenza della crocifissione di Gesù. . . . il Prof. Sukenik suppone . . . che le croci possano rappresentare una rappresentazione pittorica della crocifissione...La tomba é stata datata sulle base delle ceramiche, delle lampade, delle caratteristiche e della tipologia delle lettere utilizzate per l'iscrizione tra il primo secolo A.C. e non oltre la prima metà del secondo secolo D.C. ciò significa che l'iscrizione non va oltre due decadi dopo la crocifissione di Cristo"(Ancient Times, Vol. 3, No. 1, July 1958, p. 35. See also Vol. 5, No. 3, March 1961, p. 13.)

Ma da dove venivano questi ossari? Erano depositati in uno stesso luogo? Esisteva una sorta di Cimitero giudeo-cristiano a Gerusalemme? E se si dov'era ubicato?

Le scoperte sul monte degli Ulivi: La tomba di Pietro a Gerusalemme 

Nel 1958 usciva un volume opera di ,   che illustrava la scoperta di un sito funerario di fondamentale importanza per la storia Cristiana sul Monte degli Ulivi ricco di ossari che recavano resi famosi dagli scritti del  Nuovo Testamento.Tra gli ossari rinvenuti nel sito quello più interessante riporta la seguente iscrizione in aramaico "Simone Figlio di Giona" che é proprio il termine con cui é identificato Pietro nei Vangeli.
Se questo ossario ha ospitato davvero i resti di Pietro, avremmo la prova che il primo degli apostoli non é mai stato a Roma .

A conferma di questa ipotesi vi sono svariati indizi, primo tra i quali la certezza che il sito risale agli anni precedenti il 70 d.c.A ciò si aggiunge la singolarissima presenza, sempre nello stesso sito, degli ossari di "Eleazar" (Lazzaro) vicino al quale sono stati rinvenuti quelli siglati con i nomi di Marta e Maria (Maddalena), Giovanni nel suo Vangelo lega insieme i tre nomi ed il relativo legame di parentela (11:1,2).

Alcuni degli ossari recano il nome di Gesù ed uno di essi ha una scritta commemorativa in cui appare la seguente dicitura "Gesù nostro aiuto".

L'ingresso del sito é contrassegnato inconfondibilmente, con in simbolo cristiano della croce.

Una foto del ritrovamento nel 1958

E' interessante notare come la scoperta sensazionale sia passata praticamente sotto silenzio e come, ancora una volta, così come avviene nella torbida storia dei ritardi nella pubblicazione degli scritti qumramiani, appaia, anche in questo caso, il nome del fantomatico Milik.

Oggi che a quella prova già di per inconfutabile prende ancor più forza dalla "riscoperta" dell'ossario di Giacomo e divenendo la più limpida dimostrazione del fatto che la prima comunità cristiana fondata da Gesù rimase nel suo complesso saldamente legata all'ebraismo divenendone una riconosciuta fazione e non fu mai una vera e propria religione.

 

Ma torniamo al sito in cui sono stati rivenuti nel 1958, gli ossari di cui stiamo discutendo (probabilmente anche quello di Giacomo).

All'origine di questa sensazionale scoperta vi furono i lavori di realizzazione della Basilica detta "Dominus Flavit". Gli scavi che iniziarono allora furono successivamente estesi a tutta l'area circostante e fecero emergere un vastissimo complesso funerario ricco di tombe disposte a raggiera intorno al monte degli Ulivi.

L'immagine che mostriamo reca la mappa del sito e ne illustra la vasta estensione. 

Nel sito furono rivenuti un numero enorme di ossari (ben 1500) e svariate tombe scavate nella roccia, come quelle che illustriamo nella immagine successiva. 

Mappa del complesso catacombale sul Monte degli Ulivi

Tombe del complesso catacombale sul Monte degli Ulivi

Il sito funerario comprende,, quindi, sia tombe destinate alla inumazione dei cadaveri, sia loculi in cui venivano stipate le ossa dei cadaveri dissotterrati dopo un anno circa e che, quindi, avevano già subito la decomposizione.

Questa operazione consentiva, da un lato, il riuso delle tombe con evidente risparmio di spazio, e dall'altro di continuare ad usare il medesimo sito in maniera ottimale.

Questa particolarità ci fa ritenere che la scelta del sito non fosse casuale e che, in deroga alle norme di purezza imposte dalla Legge ebraica, si riteneva meglio dissotterrare i cadaveri e deporli in ossari anzicchè rinunciare all'uso di questo sito funerario una volta esauriti gli spazi di sepoltura.

Altro dato storico indotto e non trascurabile é relativo all'episodio della trasfigurazione di Gesù sul Monte degli Ulivi.

Gesù, notoriamente, dopo l'ultima cena si reca con Pietro e Giacomo (anche questo un fatto estermamente rilevante che sa di passaggio di consegne) sul monte degli Ulivi ove, si trasfigura ed appare insieme a Mosè ed Elia e quindi insieme ai patriarchi ebrei.

Oggi sappiamo che Gesù si recò in quello che era l'allora cimitero di Gerusalemme ben conscio del significato del suo gesto: sapeva di essere vicino alla fine, e passa le consegne al fratellastro Giacomo e a Pietro dopo avere preliminarmenet incontrato i suoi predecessori storici: Mosè ed Elia nel luogo in cui erano stati sepoli e dove sarebbe giunto anche lui di li a poco: il Cimitero di Gerusalemme.

Il deposito di ossari sotto la Dominus Flevit sul Monte degli Ulivi

Ma torniamo al complesso di tombe ritrovato nel 1958.

Come é chiaro dalla figura mostrata sopra, gran parte dei 1500 ossari sono, oggi, esposti sotto la Dominus Flevit a diretto contatto con l'aria e sotto una semplice tettoia appoggiati ancora sull'umido pavimento del complesso.

Non riteniamo, ovviamente, che questo sia il modo migliore di mantenere questi preziosi reperti, ma, la collocazione, non può non farci tornare alla mente la vistosa patina, chiaro sintomo di una esposizione alla umidità del terreno, che ritroviamo intorno l'ossario di Giacomo.

E' anche evidente che forti dubbi sorgono anche sulle modalità in cui quest'ossario é finito nelle mani del nostro anonimo collezionista dopo essere stato, quasi certamente, tra quelli rinvenuti sul Monte degli Ulivi.

Una sinagoga giudeo-cristiana sul Monte Sion: il Cenacolo.

Per completare questo sensazionale viaggio tra le testimonianze rarissime della prima comunità cristiana, non possiamo non soffermarci anche su quello che viene definito il Cenacolo o Chiesa degli Apostoli.

 Ebbene, anche grazie ai fantastici mosaici di Madaba , primo tra tutti quello che espone il percorso seguito dai pellegrini nei primissimi secoli della storia cristiana, e a svariate testimonianze storico-documentali é emerso in maniera chiara che quella che fino ad oggi si era ritenuta la Tomba di Davide, sul Monte Sion altri non era se non la prima sinagoga Giudeo-Cristiana di Gerusalememe costruita, guarda caso, proprio lì dove, nel giorno della Pentecoste, lo Spirito Santo discese sugli apostoli.

Un interessante fonte battesimale nei pressi della sinagoga, risalente al periodo dela rivolta giudaica (67-68 d.c.) é stato datato grazie al rinvenimento di alcune monete dell'epoca.

Da qui si é dedotto che, con estrema probabilità, la sinagoga fu edificata durante la fine del primo secolo.

Fonte battesimale giudeo-cristiano nei pressi della sinagoga cristiana sul monte Sion

Qui, probabilmente, Giacomo e gli apostoli si riunivano prima della distruzione della città. La sinagoga fu completamente distrutta dai romani nel 70 insieme alla città ed al Tempio.I giudeo-cristiani si rifugiarono nella vicina Pella, per poi fare ritorno nella capitale tra il 70 ed il 132, ove riedificarono la sinagoga nello stesso luogo (sul Monte Sion) adoperando in parte materiale della precedente costruzione, come dimostrano alcune evidenze archeologiche sulla base della facciata della sinagoga esposta a sud.

Conseguenze per la storia cristiana delle recenti scoperte

La comunità giudaico-cristiana, come dimostra svariate prove archeologiche e documentali, rimase unita fino alla fine e quindi, come ci indicano anche le scritture neotestamentarie, si oppose alla scissione del cristianeismo con l'ebraismo voluta a Paolo di Tarso.

Essa continuo a seguire la Legge, come dimostra la sinagoga sul Monte Sion, mantenne le usanze essene della comunità originaria precristiana, come dimostra il fonte battesimale presso la sinagoga, e  fu considerata una delle tante fazioni ebraiche, come dimostra la possibilità che fu loro data, di seppellire i morti nel medesimo cimitero ebraico sul principale monte di Gerusalemme (il Monte degli Ulivi).

La numerosità degli ossari cristiani e dei relativi simboli ci fa ritenere attendibili anche la testimonianza di Luca che parla di numerosi ebrei che "erano venuti alla fede". In realtà, però, non alla fede cristiana ma alla espressione ebraica di quella fede e cioè al giudeo-cristianeismo, che non fu mai una nuova religione.

Non, ora, possiamo non chiederci se l'ossario di Giacomo non abbia fatto parte dello stesso sito quel sito, come la stretta similitudine tra quest'oggetto e quelli ritrovati nel sito sul monte degli ulivi lascia supporre e, se così fosse, come e perchè sia finito nelle mani del misterioso collezionista.

Storicamente il fatto sarebbe di sensazionale portata e confermerebbe quanto da anni affermiamo su questo sito e, cioè, che la posizione di Pietro e di Giacomo fu sempre concorde nel ritenere necessaria la permanenza della fazione cristiana nell'ambito dell'ebraismo. I due pilastri del giudeo-cristianeismo si opposero allo scissionismo paolino fino alla scomunica finale comminata a Paolo in Gerusalemme.La capacità tattica di Paolo, l'azione repressiva dei Romani, la distruzione di Gerusalemme e l'esilio giudaico-cristiano a Pella e la scomparsa dei due emblematici personaggi  gli consentì di creare la leggenda della unanimità cristiana sulle sue posizioni e, diede modo, ai suoi successori ,di confinare il giudeo-cristianeismo nell'ambito della eresia ebionita appropriandosi della eredità cristiana lasciata da Gesù ai 12.