DORMIZIONE DI MARIA |
TRANSITO R * (Cod. Vatic. gr. 1982, ff. 181-189V) Racconto di san Giovanni teologo ed evangelista sulla
dormizione della panaghìa teotoco e sul modo della traslazione
dell'incorruttibile madre del Signore nostro. [1] Annunzio della morte. Al di là di ogni parola e al
di sopra di ogni pensiero, grandi e mirabili sono i misteri della sempre
vergine Maria vera madre del nostro vero Dio e salvatore Gesù Cristo: il
verginale concepimento, la generazione senza corruzione, Dio che si
incarna in lei e da lei nasce nella forma umana e soprattutto il glorioso
e mirabile mistero della sua dormizione. [2] Quando Maria seppe dal Signore che stava per uscire
dal corpo, il grande angelo andò da lei e le disse: "Maria, alzati,
prendi questa palma datami da colui che ha piantato il paradiso e dalla
agli apostoli affinché la portino cantando inni davanti a te; di qui a
tre giorni, infatti, deporrai il corpo. Ecco ch'io invierò da te tutti
gli apostoli e non ti lasceranno più fino a quando non ti avranno
trasportata nel luogo ove tu sarai nella gloria". [3] Maria gli rispose: "Perché mi hai portato
soltanto questa palma e non una per ogni apostolo? Temo che s'io la darò
a uno gli altri mormoreranno. Che cosa vuoi ch'io ne faccia? Qual è il
tuo nome affinché se mi interrogheranno lo possa comunicare loro?".
L'angelo le rispose: "Perché domandi il mio nome? E' meraviglioso e
tu non puoi udirlo. Ma allorché risalirò, te lo comunicherò e così lo
potrai comunicare segretamente agli apostoli, i quali l'annunzieranno agli
uomini e conosceranno il potere della mia autorità. Non inquietarti per
la palma, giacché essa sarà strumento di molti prodigi e metterà alla
prova tutti gli uomini di Gerusalemme; sarà manifestata a colui che crede
e sarà nascosta a colui che non crede. Va' dunque sul monte e là tu
conoscerai il mio nome, giacché io non lo dico in mezzo a Gerusalemme per
tema che non ne sia interamente distrutta: tu l'udrai sul monte degli
Ulivi, ma, come ti dirò, non (sic!) lo potrai dire agli apostoli essendo
giunta l'ora di deporre il tuo corpo". [4] Visita di Gesù. Maria allora se ne andò sul monte
degli Ulivi: la precedeva la luce dell'angelo e reggeva nella sua mano la
palma. Appena giunse sul monte esso trasalì con tutti gli alberi che vi
si trovavano: essi inchinarono le cime e adorarono la palma in mano di
Maria. [5] A questa vista Maria pensò che fosse Gesù e domandò:
"Signore, non sei tu, forse, il mio Signore?". L'angelo le
rispose: "Nessuno può compiere prodigi se non il Signore della
gloria. Come il Padre mi ha mandato per la salvezza degli uomini e per
convertire quelli che egli mi ha segnalato... Non solo trasporto alberi,
ma trasporto pure gli uomini che si umiliano davanti a Dio e li guido nel
luogo dei giusti allorché escono dal loro corpo. Anche tu uscirai dal
corpo e nel quarto giorno io verrò dal tuo corpo. Sia tu sia tutti coloro
che osservano i comandamenti di Dio li conduco nel paradiso di delizie
poiché sulla terra si sono conservati puri". [6] Maria domandò all'angelo: "In qual modo vieni
da essi e chi sono quelli che trasferisci? Si distinguono forse da se
stessi offrendo sacrifici dal gradito odore, e così li raggiungi, oppure
sono i giusti e gli eletti, o ancora, quando sei mandato, vieni da coloro
che pregano e invocano il tuo nome? Parlami di questo affinché anch'io
faccia così e poi verrai a trasferirmi". [7] L'angelo le dice: "Che cosa hai, madre? Quando
sarò inviato da te non verrò solo, ma con tutti gli eserciti celesti che
canteranno inni davanti a te. Ora sono stato inviato da te per renderti
edotta e tu poi trasmetta agli apostoli in segreto. Ecco, tu vuoi sapere
che cosa fare: quando fui inviato da te, mentre partivo, ricevetti dal
Padre una preghiera che ora ti dico affinché tu la reciti quando uscirai
dal corpo, al sorgere del sole; è così infatti che bisogna recitarla.
Quanto ti dico comunicalo agli apostoli giacché verranno anch'essi.
Nessun amico del mondo, quanti amano il mondo, può recitare questa
preghiera". [8] L'angelo domandò poi a Maria di trasmettere questa
preghiera agli apostoli. "Verranno, infatti, da te come ti dissi, e
canteranno inni davanti a te ed eseguiranno i tuoi funerali. Prendi dunque
questa palma". Quando Maria ricevette la palma, l'angelo divenne
tutto come luce e salì nei cieli. [9] Maria se ne ritornò a casa, e subito la casa tremò
a motivo della gloria della palma che teneva in mano. Dopo questo tremito,
Maria andò nella sua camera segreta e depose la palma su di un lenzuolo.
Si tolse gli abiti, prese dell'acqua, si lavò il corpo e indossò altri
vestiti con preghiere di ringraziamento. Disse: [10] "Ti benedico, segno celeste apparso sulla terra
prima di scegliermi e di abitare in me. Benedico te e i miei congiunti,
che mi hanno accolto, quelli che sono venuti invisibilmente prima di te
per introdurti. Ti benedico perché nella tua forza mi hai misurata per
formare le membra del tuo corpo e mi hai trovata degna del bacio della tua
camera nuziale, come mi avevi promesso. Ti benedico per essere trovata degna della perfetta
eucaristia e per partecipare all'offerta del tuo gradito odore e cioè la
risorsa di tutte le nazioni. [11] Ti benedico affinché mi dia il vestito che mi hai
promesso, dicendo che per mezzo suo sarò contraddistinta da tutti i miei
parenti e mi farai condurre al settimo cielo per essere trovata degna
della soavità perfetta con tutti coloro che credono in te e tu li
riunisca nel tuo regno: giacché sei nascosto tra coloro che sono
nascosti, vedi coloro che non sono visti. Tu sei la stirpe nascosta e tu
sei il pléroma, tu sei il pléroma, io te prima di tutto ho partorito nel
dolore e tutti coloro che confidano in te. [12] Ascolta la preghiera di tua madre che grida verso di
te! Asseconda la mia voce e manda su di me la tua benedizione e nessuna
autorità venga da me nell'ora in cui uscirò dal mio corpo, porta invece
a compimento quanto mi hai detto allorché piansi davanti a te, dicendo:
"Fa' ch'io scansi le autorità che vengono sulla mia anima!". Mi
hai promesso: "Non piangere, Maria mia madre! Da te non verranno né
gli angeli né gli arcangeli né i cherubini né i serafini né
alcun'altra autorità, bensì io stesso verrò presso la tua anima".
Or dunque è giunto il dolore per colei che partorisce. Benedico te e i
tre ministri che tu hai mandato per il ministero delle tre vie. Benedico
te e la luce eterna nella quale tu dimori. Benedico tutta la piantagione
delle tue mani che dura in eterno. Santo, santo, colui che riposa tra i
santi. Ascolta la voce della mia supplica!". [13] Visita dei parenti. Dette queste cose, Maria uscì
dopo avere detto alla domestica di casa sua: "Va' a chiamare i miei
parenti e quanti mi conoscono e dì loro: "Maria vi
chiama"" La domestica partì e li chiamò come le era stato
ordinato. bQuando giunsero, Maria disse: "Padri e fratelli,
aiutiamoci per mezzo di opere buone e della fede nel Dio vivo. Domani,
infatti, uscirò dal corpo e andrò al mio riposo eterno. Alzatevi,
dunque, e abbiate una grande umanità verso di me. Non vi chiedo né oro né
argento poiché tutte queste cose sono vane e corruttibili, ma vi chiedo
soltanto di avere umanità verso di me osservando quanto vi dico e
restando con me questi due giorni e queste due notti. Ognuno di voi prenda
una bella lucerna, e non lasciatela spegnere per questi tre giorni affinché
io possa dirvi gli ultimi miei desideri prima di allontanarmi da questo
luogo". E tutti fecero come aveva ordinato Maria. [14] La notizia si diffuse a tutti i suoi conoscenti e
amici, e Maria chiamò tutti i suoi vicini e disse loro: "Alzatevi e
preghiamo". Dopo la preghiera si sedettero discorrendo tra di loro
delle grandezze di Dio e dei segni e prodigi fatti da Dio per mezzo di sua
madre. [15] Arrivo di Giovanni. Mentre Maria pregava e diceva
"così sia", improvvisamente, per mezzo di una nube, giunse
l'apostolo Giovanni; bussò alla porta di Maria, aprì ed entrò. Quando Maria lo vide ne ebbe lo spirito turbato: scoppiò
in singhiozzi e non ebbe la forza di trattenere le lacrime né di tacere
per il grande dolore. Con voce forte, esclamò: "Padre Giovanni,
ricordati le parole del Maestro, quanto ti ha chiesto a mio riguardo il
giorno nel quale ci lasciò e io piangevo, dicendo: "Tu te ne vai; a
chi mi lasci e presso chi abiterò?". Tu eri lì e hai udito che mi
rispose: "E' Giovanni colui che veglierà su di te!". Dunque,
padre Giovanni, non dimenticare gli ordini che hai ricevuto a mio
riguardo. Ricorda che ti ha amato più degli altri. Ricorda che a te
soltanto ha detto il mistero allorché eri appoggiato sul suo petto e
nessuno lo conobbe a eccezione di te e di me: tu perché vergine eletto,
io perché non volle che mi rattristassi e gli sono vicino. Allora gli
domandai: "Dimmi quel che hai detto a Giovanni", ed egli ti
disse di comunicarmelo. Or dunque, padre Giovanni, non mi
abbandonare". [16] Ciò detto, Maria pianse con voce dolce e serena.
Giovanni non resistette; il suo spirito ne fu scosso e non trovò che cosa
dirle. Non sapeva ancora che ella stava per uscire dal corpo. Allora
Giovanni esclamò a gran voce: "Maria, sorella mia, divenuta madre
dei dodici rami, che cosa mi consigli di fare per te? Ti ho lasciato il
mio ministro affinché ti preparasse il vitto; vorresti forse ch'io
trasgredissi l'ordine datoci dal mio Signore, dicendo: "Percorrete
tutto il mondo fino a che sia eliminato il peccato del mondo?". Or
dimmi, Maria, che cosa ti manca?". [17] Ella gli rispose: "Padre Giovanni, non chiedo
nessuna delle cose di questo mondo, che anzi dopodomani uscirò dal corpo.
Padre Giovanni, usami umanità, proteggi il mio corpo, deponilo in una
tomba e custodiscimi con i tuoi fratelli, gli apostoli, a motivo dei sommi
sacerdoti. Con le mie orecchie, infatti, li udii che dicevano: "Se
troveremo il suo corpo lo daremo alle fiamme, poiché da lei venne
quell'ingannatore"" [18] Quando Giovanni l'udì affermare: "Uscirò dal
mio corpo", si gettò piangendo ai suoi piedi e disse: "Signore,
chi siamo noi che ci addossi queste infermità? Non abbiamo ancora
dimenticato le prime e già ne dobbiamo sopportare un'altra. Perché non
sono io a uscire dal corpo, e tu, Maria, colei che mi veglia?". [19] Udendo ciò e vedendo piangere Giovanni, Maria pregò
i presenti di tacere e, preso Giovanni in disparte, gli disse: "Padre
Giovanni, abbi pazienza verso di me, (trattieni) un istante le tue
lacrime, affinché ti possa dire quanto l'angelo mi ha comunicato".
Giovanni allora si asciugò le lacrime e Maria gli disse: "Esci con
me e dì alla folla di salmodiare". Mentre quelli salmodiavano, lei
introdusse Giovanni nella sua camera e gli disse la preghiera che le era
stata data dall'angelo [20] Estrasse una cassetta nella quale c'era un foglio e
disse: "Padre Giovanni, prendi questo libro nel quale c'era il
mistero. Quando avevo cinque anni, il Maestro mi fece conoscere tutte le
cose del creato e pose in esso anche voi dodici". Gli mostrò i suoi
abiti funebri e tutta la preparazione della sua dimora, dicendo:
"Padre Giovanni, tu sai tutto quello che ho in questa grande casa:
nulla all'infuori degli abiti funebri e due tuniche. Qui vi sono due
vedove; quando sarò uscita dal corpo, ne darai una a ognuna". [21] Poi lo condusse nel luogo ove si trovava la palma
consegnatale dall'angelo affinché fosse portata dagli apostoli; e gli
disse: "Padre Giovanni, prendi questa palma; così la porterete
davanti a me. Mi è stata data per questo". Giovanni le disse:
"Madre e sorella mia Maria, da solo non la posso prendere, data
l'assenza degli apostoli; affinché quando giungeranno non vi siano tra
noi mormorazioni e dispute. Ce n'è uno più grande di me, che è stato
posto al di sopra di noi. Quando saremo riuniti, ci sarà manifestata la
benevolenza del nostro salvatore". [22] Arrivo di tutti gli apostoli. Dopo uscirono ambedue.
Mentre stavano lasciando la camera, s'udì un tuono improvviso che scosse
quelli che si trovavano in quel luogo. Dopo il boato del tuono ecco
apparire improvvisamente gli apostoli trasportati da una nube dalle
estremità della terra davanti alla porta di Maria: erano undici assisi
sulle nubi. Il primo era Pietro, il secondo Paolo anch'egli su di una nube
essendo stato annoverato nel numero degli apostoli; si era appena
convertito alla fede in Dio. Dopo di essi, gli altri apostoli si
incontrarono sulle nubi e furono trasportati davanti alla porta di Maria.
Si salutarono e si guardarono stupiti domandandosi come mai si trovassero
improvvisamente riuniti. [23] Pietro rispose: "Fratelli, preghiamo Dio che ci
ha radunati, tanto più che tra noi si trova Paolo, gioia dell'anima
nostra. Veramente, fratelli, ha avuto compimento la scrittura del profeta
e la parola di colui che dice: "Nulla di più dolce e di più bello
per dei fratelli che abitare insieme!"". Paolo disse a Pietro: "Hai trovato una testimonianza
indovinata, giacché io ero separato da voi e ora sono congiunto al gruppo
degli apostoli". Pietro allora domandò di fare una preghiera e gli
apostoli risposero: "Sì, preghiamo per conoscere il motivo per cui
Dio ci ha radunato". Si onoravano gli uni gli altri per fare la
preghiera; poi dissero a Pietro: "Padre Pietro, tu sei stato posto al
di sopra di noi, più che a noi spetta dunque a te fare la
preghiera". Pietro rispose: "Il Dio e Padre nostro e il Signore
nostro Gesù Cristo vi glorifichi come voi avete glorificato la mia
carica. Beneditemi in questo, se così vi piace". [24] Pietro allora stese le mani e disse: "Padrone,
Dio assiso sul carro dei cherubini, assiso sulle altezze tu contempli gli
abissi, abiti una luce inaccessibile nel riposo eterno, mistero nascosto
nel quale è stata rivelata la croce salvifica, per questo noi innalziamo
le mani in forma di croce per ricevere il riposo con l'approfondita
conoscenza della croce. Tu, infatti, sei il riposo delle membra stanche,
tu poni fine ai travagli, tu sei colui che rivela tesori nascosti, tu hai
radicato in noi la tua bontà. Qual dio è misericordioso come te, Padre?
Tu non distogli da noi la tua filantropia. Chi mai è benevolo come te,
chi è misericordioso come il tuo Padre che ha salvato dal male quanti
credono in lui? [25] Il tuo volere ha vinto ogni cupidigia, la fede che
viene da te ha spezzato la menzogna, la tua bellezza ha vinto la
seduzione, la tua umiltà ha abbattuto l'orgoglio, tu sei colui che vive e
ha trionfato sulla morte, tu nostro riposo hai sradicato la morte, tu sei
la gloria della misericordia, gloria inviata dallo Spirito del vero Padre.
Emmanuel Emmanuel, maranathà, ora e nei secoli dei secoli. Amen". [26] Finito di pronunciare l'amen, Pietro e Andrea si
abbracciarono. Giovanni che era in mezzo a loro disse: "Beneditemi
tutti". E tutti lo abbracciarono, ognuno secondo il suo ordine. Dopo l'abbraccio, Pietro e Andrea dissero:
"Giovanni, prediletto del Signore, come sei arrivato e da quanti
giorni sei qui?". Giovanni rispose: "Ascoltate ciò che mi è
capitato. Mentre mi trovavo nella città di Sardi con diciotto discepoli
che credono nel Signore salvatore, fui tolto di mezzo a loro su di una
nube; era l'ora nona: una nube discese sul luogo ove ci trovavamo, mi
tolse via e mi portò qui. Bussai alla porta, mi aprirono e trovai una
folla numerosa riunita attorno a Maria, madre nostra, la quale diceva:
"Sto per uscire dal corpo". Non potei trattenermi in mezzo alla
folla che l'attorniava, e il mio singhiozzo divenne pesante. [27] Ora, fratelli miei, entrando nel giorno seguente,
non piangete affinché lei non sia turbata: è questo che il nostro
Maestro mi manifestò allorché, durante la cena, mi appoggiai sul suo
petto; per tema che, vedendoci piangere, la folla che la circonda esiti in
cuor suo e dica: "Anch'essi hanno paura della morte!".
Facciamoci piuttosto coraggio con le parole del Diletto". [28] Gli apostoli entrarono poi in casa di Maria e
dissero a una voce: "Maria, nostra sorella, madre di tutti i salvati,
la grazia del Signore sia con te!". Vedendoli tutti, Maria fu ripiena
di gioia ed esclamò: "La grazia sia anche con voi! E come siete
giunti qui tutti insieme? Vi vedo, infatti, tutti riuniti". Ed essi raccontarono come fossero stati riuniti da tutte
le regioni; e ognuno disse la regione dalla quale era stato trasportato.
Poi si abbracciarono da Pietro fino a Paolo, dicendo: "Il Signore ti
benedica, egli che salva tutti!". [29] Maria allora esultò nello spirito e disse:
"Benedico te che sovrasti ogni benedizione, benedico le dimore della
tua gloria, benedico il grande cherubino della luce, divenuto tuo
soggiorno nel mio seno, benedico tutte le opere delle tue mani obbedienti
in piena sottomissione, benedico il tuo amore con il quale ci hai amato,
benedico le parole di vita che procedono dalla tua bocca dateci nella
verità. Credo, infatti, che tutto quanto mi hai detto si avvererà. Mi
hai detto: "Quando uscirai dal corpo, manderò tutti gli apostoli da
te"; ed ecco che si sono radunati e io sono in mezzo a loro come una
vite fruttifera come nel tempo in cui ero con te e tu eri come una vite in
mezzo ai tuoi angeli incatenando ogni attività del nemico. Ti benedico
con tutta l'energia perché quanto mi hai detto si è avverato. Hai detto,
infatti: "Quando uscirai dal corpo vedrai me con gli apostoli";
ed ecco, Signore, che si sono radunati insieme". [30] Così dicendo, Maria chiamò Pietro e tutti gli
apostoli, li introdusse in camera sua e fece loro vedere i suoi abiti
funebri. Dopo, uscì e si sedette in mezzo a loro e accese le lucerne che
non si lasciarono più spegnere, come aveva ordinato loro Maria. Vigilia nell'attesa della morte. Nel secondo giorno, dopo
il tramonto del sole, nella notte tra il secondo e il terzo giorno, Pietro
disse agli apostoli: "Fratelli, chi ha parole istruttive, parli pure
per tutta la notte fino al sorgere del sole, esortando le folle". Gli
apostoli gli risposero: "Chi più saggio di te? Noi siamo felici di
ascoltare la tua istruzione". [31] Pietro allora iniziò a parlare: "Fratelli, e
voi tutti che siete entrati in questo luogo in quest'ora, per umanità
verso la nostra madre Maria, voi che accendete le lucerne col fuoco di
questa terra visibile, avete compiuto un buon ministero. Anch'io voglio
che ogni vergine prenda la sua lucerna nel firmamento immateriale del
cielo; questa è la lucerna a tre stoppini dell'uomo interiore: il nostro
corpo, la mente, lo spirito. Se questi tre brillano di vero fuoco, di
quello per il quale combattete, non vi vergognerete quando entrerete alle
nozze e vi riposerete con lo sposo. Così appunto è della nostra madre
Maria. La luce della sua lucerna riempì l'ecumene e non si spegnerà fino
alla consunzione del secolo, affinché tutti coloro che vogliono prendano
fiducia da lei e riceviate anche la benedizione del riposo. Or dunque,
fratelli, lottate sapendo che non restiamo quaggiù per sempre". [32] Morte di Maria. Mentre Pietro parlava e confortava
le folle, giunse l'aurora e spuntò il sole. Maria si alzò, uscì fuori,
recitò la preghiera che le aveva dato l'angelo, e dopo la preghiera si
stese sul suo letto e portò a compimento la sua economia. Pietro si
sedette presso il capo di lei, Giovanni ai piedi e gli altri in circolo
attorno al suo capezzale. [33] Verso l'ora terza del giorno, avvenne un gran tuono
e si diffuse un gradevole profumo tanto che per la profusione del profumo
tutti furono presi dal sonno, a eccezione soltanto delle tre vergini. Le
fece vegliare affinché testimoniassero sulla cura delle esequie di Maria
madre del Signore e sulla gloria di lei. Ed ecco che improvvisamente si presentò sulle nuvole il
Signore Gesù con una innumerevole moltitudine di angeli santi: entrò con
Michele e Gabriele nella camera ove era Maria, mentre gli angeli
inneggiavano standosene fuori della camera. Quando il Salvatore entrò,
trovò gli apostoli attorno a Maria e li salutò. [34] Maria allora aprì la bocca e benedisse, dicendo:
"Ti benedico perché hai compiuto ciò che mi avevi promesso e non
hai rattristato il mio spirito. Tu mi avevi promesso che non avresti
permesso che gli angeli venissero presso l'anima mia, e che saresti venuto
tu da lei; ed ecco che mi accade, Signore, secondo la tua parola. Chi sono
io, misera, per essere giudicata degna di una tale gloria?". Così
dicendo portò a compimento la sua economia con il volto sorridente
rivolto verso il Signore. [35] Il Signore la abbracciò, prese la sua anima santa,
la pose tra le mani di Michele, l'avvolse in pelli delle quali è
impossibile manifestare la gloria. Noi apostoli abbiamo visto l'anima di
Maria affidata alle mani di Michele in una perfetta forma umana, a
eccezione dei tratti di femmina o di maschio, senza altro all'infuori
della somiglianza di ogni corpo, e uno splendore sette volte più grande. [36] Il Salvatore disse a Pietro: "Proteggi
accuratamente il corpo di Maria, mia dimora, ed esci dalla sinistra della
città, troverai un sepolcro, deponivi il corpo e aspettate fino a quando
vi parlerò". Quando il Salvatore disse questo, il corpo di Maria
esclamò: "Ricordati di me, re della gloria; ricordati che sono una
tua creatura, ricordati che ho custodito il tesoro affidatomi". Allora il Signore disse al corpo: "Non ti abbandonerò,
mia perla, tesoro inviolato! No, mai abbandonerò il tesoro sigillato fino
a quando sarà ricercato". Ciò detto, improvvisamente, se ne andò
in alto. [37] La sepoltura. Pietro, Giovanni, gli altri apostoli e
le tre vergini presero cura del corpo di Maria: lo posero su di un
lettuccio e poi svegliarono gli altri. Pietro prese la palma e disse a
Giovanni: "Tu sei vergine, Giovanni, e spetta a te cantare davanti al
lettuccio e tenerla". Giovanni gli rispose: "Tu sei il nostro
padre e il nostro vescovo, spetta a te precedere il lettuccio fino a
quando giungeremo al luogo". Pietro rispose: "Affinché nessuno
di noi abbia a rattristarsi, coroniamone il lettuccio". Gli apostoli
s'alzarono e si caricarono il lettuccio di Maria; Pietro disse l'inno:
"Israele uscì dall'Egitto, alleluia". [38] Il Salvatore e gli angeli erano sulle nubi a una
certa distanza davanti al lettuccio inneggiando invisibili: si udiva
soltanto la voce di una grande moltitudine, tanto che uscì fuori tutta
Gerusalemme. Quando i sommi sacerdoti udirono il frastuono e la voce degli
inni ne furono turbati e dissero: "Che è questo frastuono?".
Qualcuno rispose: "Maria uscì dal corpo e gli apostoli cantano inni
intorno a lei". E subito Satana entrò in essi dicendo:
"Alziamoci e usciamo. Uccidiamo gli apostoli e bruciamo il corpo che
portò quel seduttore". Subito si alzarono e uscirono subito con armi
e mezzi difensivi per uccidere gli apostoli. [39] Gli angeli invisibili li colpirono subito di cecità
e spezzarono loro la testa contro le mura poiché non potevano più vedere
dove andavano, eccetto uno solo, il sommo sacerdote. Costui era uscito per
vedere ciò che accadeva; si avvicinò agli apostoli e allorché li vide
portare il lettuccio incoronato cantando inni, restò pieno di collera e
disse: "Ecco quanta gloria riceve oggi la dimora di colui che ha
spogliato la nostra stirpe!". E pieno di collera si diresse verso il
lettuccio con l'intenzione di rovesciarlo; lo toccò nel punto ove si
trovava la palma: subito le sue mani si incollarono al lettuccio, furono
troncate ai gomiti e rimasero sospese al lettuccio. [40] L'uomo pianse e supplicò gli apostoli, dicendo:
"Non mi abbandonate in questa sventura! Ricordati di mio padre,
Pietro, quando la portiera ti parlò, dicendo: "Anche tu sei un
discepolo di quest'uomo". Ricorda come e in qual modo ti
interrogai". Pietro rispose: "Il soccorrerti non è in mio
potere né in potere di alcuno di costoro. Credi dunque che Gesù è il
Figlio di Dio, colui contro il quale vi siete levati, colui che avete
preso e messo a morte: allora questa lezione cesserà". [41] Iefonia rispose: "Non è che noi non abbiamo
creduto! Sì, in verità sappiamo che egli è il Figlio di Dio. Ma che
cosa dovevamo fare quando l'amore del denaro aveva ottenebrato i nostri
occhi? I nostri padri prima di morire ci chiamarono e ci dissero:
"Figli, Dio vi ha scelto fra tutte le tribù per reggere questo
popolo, percepire le elemosine e le primizie. Vigilate affinché questo
luogo non diventi ricco e voi non siate nell'abbondanza; non scatenate la
collera di Dio, date invece ai poveri e agli orfani quello che a voi
sopravanza". Ma noi vedendo che il luogo godeva di una grande
abbondanza, abbiamo dimenticato nel tempio le tavole dei venditori e dei
compratori. Il Figlio di David entrando nel santuario scacciò tutti,
dicendo: "Non fate della casa di mio Padre una casa di
commercio!". Al vedere distrutte da lui le nostre abitudini abbiamo
deliberato il male e l'abbiamo messo a morte, pur sapendo che è Figlio di
Dio. Ma dimenticate la nostra follia e perdonatemi. Quanto mi è accaduto
è un segno dell'amore di Dio, affinché io viva". [42] Pietro fece fermare il lettuccio e disse: "Se
tu credi con tutto il cuore, avvicinati e bacia il corpo di Maria,
dicendo: "Credo, teotoco vergine e madre pura, anche in colui che è
nato da te, Signore e Dio nostro"". Allora il sommo sacerdote
prese la parola in lingua ebraica e, tra le lacrime, benedisse Maria per
tre ore; non permise ad alcuno di toccare il lettuccio e addusse
testimonianze dalle Scritture sacre e dai libri di Mosè nei quali è
scritto che Maria sarà chiamata tempio di Dio e porta del cielo, tanto
che gli apostoli restavano ammirati dalle grandezze e meraviglie che
diceva. [43] Pietro disse: "Appressati e attacca le tue
mani". Iefonia corse e disse distintamente: "Nel nome del
Signore Gesù Cristo Figlio di Dio e di Maria colomba immacolata di colui
che è nascosto nella sua bontà, le mie mani si uniscano senza alcun
difetto!". E subito divennero come erano prima. Pietro gli disse: "Alzati, prendi (la foglia) di
palma che ti dò, entra nella città, incontrerai una grande folla che non
trova più la via d'uscita, racconta a essa quanto ti è capitato; porrai
questa foglia sugli occhi di colui che crederà e subito riacquisterà la
vista". [44] Iefonia salì in città come gli aveva ordinato
Pietro, trovò una grande folla piangente, e disse: "Guai a noi! Ciò
che capitò a Sodoma capitò pure a noi! Prima Dio li colpì con la cecità,
poi cadde il fuoco e li consumò. Guai a noi! Siamo divenuti ciechi, poi
arriverà il fuoco". Iefonia prese la foglia, parlò loro della fede e quanti
credettero riacquistarono la vista. [45] Gli apostoli portarono Maria alla tomba. Deposero il
corpo, si sedettero e attesero tutti insieme il Signore, come aveva loro
ordinato. Paolo disse a Pietro: "Padre Pietro, sai che sono
neofita e che sono all'inizio della fede in Gesù Cristo; non ho infatti
incontrato il Maestro affinché mi narrasse i gloriosi misteri. Ho udito
che li ha rivelati tutti a voi sul monte degli Ulivi. Vi prego dunque di
farmeli conoscere". Pietro rispose a Paolo: "Ci rallegriamo
grandemente che tu sia giunto alla fede in Cristo, ma noi non possiamo
rivelarti i misteri né tu li potresti ascoltare. Ma aspetta; restiamo qui
tre giorni come ci disse il Signore, il quale verrà poi con i suoi angeli
per trasportare il corpo di Maria: se ce lo ordinerà, noi te li
riveleremo con gioia". [46] Assunzione corporale di Maria. Mentre discutevano
tra loro a proposito della dottrina, della fede e di molti altri soggetti,
seduti davanti alla porta della tomba, ecco che giunse dai cieli il
Signore Gesù Cristo con Michele e Gabriele; si sedette in mezzo a loro e
disse a Paolo: "Paolo, mio prediletto, non rattristarti per il fatto
che i miei apostoli non ti hanno rivelato i misteri gloriosi. A essi li ho
rivelati in terra, a te li rivelerò nei cieli". [47] Fece poi un segno a Michele con la voce propria
degli angeli e scesero verso di lui le nubi; in ogni nube c'erano mille
angeli che si posero a cantare davanti al Salvatore. Il Signore disse a
Michele di innalzare il corpo di Maria su di una nube e trasferirlo in
paradiso. Quando il corpo fu innalzato, il Signore disse agli apostoli di
avvicinarsi a lui e saliti sulla nube cantavano inni con voce angelica: il
Signore comandò alle nubi di partire in direzione dell'Oriente verso la
regione del paradiso. [48] Giunti nel paradiso deposero il corpo di Maria sotto
l'albero della vita. Michele portò la di lei anima santa che deposero nel
suo corpo. Il Signore inviò poi gli apostoli nei loro luoghi per la
conversione e la salvezza degli uomini. A lui, infatti, spetta la gloria,
l'onore e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. TRANSITO COLBERTIANO (dal Cod. di Parigi lat. 2672 ff. 7-12) * Inizia il transito o assunzione, della santa Maria madre
del Signor nostro Gesù Cristo [1, 1] Quando dunque il Signore e salvatore nostro Gesù
Cristo pendeva, crocifisso sul legno della croce per la vita di tutto il
mondo, presso la croce vide sua madre dritta e vide Giovanni evangelista,
che egli amava più di tutti gli altri apostoli perché era corporalmente
vergine. [2, 1] A lui perciò affidò la cura della santa Maria,
dicendogli: "Ecco tua madre"; e rivolto a lei: "Ecco tuo
figlio". Da quel momento la santa genitrice di Dio restò sotto la
particolare cura di Giovanni, fino a quando restò nella dimora di questa
vita. [2] Allorché gli apostoli andarono a predicare nelle regioni a loro
assegnate, lei restò in casa dei parenti di lui, presso il monte degli
Ulivi. Due anni dopo che nostro Signore Gesù Cristo, vinta la
morte, era salito in cielo, Maria fu presa, un giorno, da una grande
voglia di piangere tutta sola e si rifugiò nella sua cella. [3] In quel tempo mentre la beata Maria vigilava e
pregava, andò da lei un angelo del Signore e le disse: "Alzati,
Maria, prendi la palma ch'io ora ti ho portato giacché di qui a tre
giorni sarai assunta. Ecco che manderò tutti gli apostoli a
seppellirti". [4] Maria gli rispose: "Signore, ti prego di dirmi
il tuo nome". Rispose alla beata Maria: "Perché cerchi il mio
nome grande e meraviglioso?". Così dicendo, l'angelo salì in cielo preceduto da una
grande luce. Allora la beata Maria prese la palma e la pose nella sua
cella. [3, 1] Radunati tutti i suoi parenti e amici, disse loro:
"Vi prego di restare con me poiché domani uscirò dal corpo e andrò
nella pace sempiterna". Essi risposero, piangendo: "Veglieremo
tutti all'unanimità e con le lucerne accese, non sapendo in quale ora il
Signore verrà". [2] Mentre parlavano, giunse il beato Giovanni, batté
alla porta della beata Maria ed entrò. La beata Maria, appena lo vide, ne
ebbe l'animo turbato e sospirando non poté contenere le lacrime. [3] E disse: "Padre Giovanni, ricorda con quali
parole il Signore mio, tuo Maestro, mi ha raccomandato a te nel giorno in
cui si è allontanato da noi dopo aver patito per la salvezza del mondo.
Ti prego di usarmi la misericordia di far portare questa palma davanti al
mio letto e custodire il mio corpo dai mali, giacché io stessa ho udito
Ebrei che dicevano: "Aspettiamo che muoia per prenderne poi il corpo
e consumarlo con il fuoco avendo esso portato quel seduttore"". [4, 1] Ciò udito, il beato Giovanni pianse
amarissimamente dicendo: "O Signore, e che siamo noi che tu ci fai
assistere a tante tribolazioni?". Dopo l'introdusse nella sua cella e gli fece vedere i
vestiti che le doveva mettere per la sepoltura. E Giovanni disse: "Ma
io, da solo, non posso fare ciò; bisogna che vengano i miei fratelli e
coapostoli. Ecco, infatti, che Dio oggi li radunerà alla tua
dipartita". [2] Mentre essi stavano uscendo dalla cella avvenne
improvvisamente un grande tuono e tutti gli apostoli, rapiti dalle nubi,
furono depositati davanti alla porta della beata Maria. E, vedendosi, si
salutavano dicendo: "Siano rese grazie a Dio che oggi ha ordinato che
ci adunassimo qui. Si è proprio avverato il detto: "Quanto è buono
che i fratelli abitino insieme!"". Mentre essi pregavano giunse
il beato Giovanni, dicendo: "Benedite, fratelli". Ed essi
risposero al saluto, dicendo: "Benedite, signore. Raccontaci come sei
venuto qui". Ed egli rispose: "Benedite, signori fratelli, e
ascoltate quanto mi è accaduto. [5, 1] Avvenne che mentre insegnavo, era circa l'ora nona
del giorno, discese una nube che mi avvolse e, toltomi di mezzo a quelli
che erano con me, mi portò qui. Quando entrai, trovai molta gente attorno
a nostra sorella Maria e parlavano del fatto che lei stava per uscire dal
corpo. Udendo queste cose, piansi profondamente. Ed ora fratelli se ne
andrà domani. Non piangetela affinché il popolo non provi turbamento,
pensando: Come? Questi che sono gli apostoli temono la morte, mentre poi
predicano agli altri la risurrezione? Non dobbiamo, infatti, piangere
poiché così mi ha detto il Signore mio Maestro, Cristo Gesù mentre a
cena riposavo sul suo petto". [2] Ed entrati, gli apostoli salutarono la signora nostra
Maria, dicendo: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con
te". Ma lei, umiliandosi davanti a loro disse: "E con voi,
fratelli". Poi Maria innalzò la sua voce e disse: "Benedico te
che domini al di sopra di ogni benedizione. Benedico la dimora della tua
gloria. Benedico la concessione che mi hai voluto accordare convocandomi
attorno tutti gli apostoli". [6, 1] Così dicendo, sedette in mezzo a loro. Le lampade
e le lucerne di tutti erano accese. Il beato Pietro disse: "Fratelli, vegliate tutti
insieme e le vostre lampade e lucerne siano accese fino a tanto che venga
il Signore". Maria, alzatasi, uscì fuori e recitò al Signore la
preghiera che le era stata detta dall'angelo della luce. Dopo la preghiera
si pose sul suo letto. Al suo capo si pose a sedere il beato Pietro e
tutti gli apostoli erano intorno al letto. [2] Verso l'ora terza s'udì un grande terremoto e un
odore soave tanto che, per la sua grande soavità, tutti si
addormentarono, ad eccezione delle tre vergini alle quali aveva ordinato
di vegliare ininterrottamente per testimoniare la gloria della sua
assunzione. [3] Ed ecco che venne il Signore con una moltitudine di
angeli, e Michele, principe degli angeli, cantava l'inno. E Maria aprì la
bocca e benedisse Dio, dicendo: "Ti benedico, Cristo onnipotente,
poiché non mi hai negato nulla di quanto mi avevi promesso". E così
dicendo rese l'anima che fu presa dall'arcangelo Michele. [7, 1] E il Signore Gesù disse a Pietro: "Prendi tu
il corpo di mia madre Maria ed esci dalla porta destra della città:
troverai una tomba nuova ed in essa seppellirai il corpo. Custoditelo come
vi ho ordinato fino a quando verrò". Così dicendo salì in cielo. Gli apostoli e le tre vergini composero il corpo della
beata Maria sul letto. Dopo di ciò quelli che si erano addormentati si
svegliarono. [2] Pietro portò la palma e disse: "Vedete che
nessuno si rattristi, incoroniamone piuttosto il letto". Gli apostoli
s'alzarono e portarono il letto. Pietro alzò la sua voce di lode dicendo:
"Israele uscì dall'Egitto, alleluia". Il Signore poi protesse con una nube sia il letto sia gli
apostoli. Camminavano, ma non erano visti, s'udiva soltanto la voce quasi
fossero voci di una grande folla. [3] Quando i prìncipi dei sacerdoti e la folla udirono
le voci di lode a Dio, furono sconvolti, e dissero l'un l'altro: "Che
è ciò?". Qualcuno disse: "Maria ha abbandonato il corpo ed ora
gli apostoli cantano lodi attorno a lei". [8, 1] Ma subito Satana entrò in loro. E dissero:
"Su, uccidiamo gli apostoli e bruciamo col fuoco il corpo che portò
quel seduttore". E, con spade e bastoni, andarono ad uccidere gli
apostoli. Uno di essi, pieno d'ira e di furore, disse: "Ecco
la gloria che ebbe il tabernacolo di colui che disprezzò noi e tutto il
nostro genere". E gridando con grande impeto verso il letto voleva
rovesciarlo. Subito le sue mani s'attaccarono al letto: una parte del suo
corpo pendeva e l'altra parte restava attaccata al letto. [2] Allora prese a supplicare gli apostoli, dicendo:
"Non disprezzatemi, vi prego, perché mi trovo in un così grande
bisogno, abbiate invece misericordia di me. Tu soprattutto, beatissimo
Pietro, ricorda come io ti abbia scusato quando la portinaia ti accusava
dicendo che eri di quelli". [9, 1] Pietro rispose, dicendo: "Non ne ho il
potere, ma credi che Gesù Cristo, contro il quale sei insorto, è Figlio
del Dio vivo, e riavrai la salute". Egli allora per tre ore benedisse
Dio adducendo dai libri di Mosè testimonianze che questo è il tempio di
Dio. Subito, allora, guarirono le sue mani e divennero come
prima. Mentre gli angeli che si trovavano sulle nubi colpirono gli Ebrei
di cecità. [2] Disse poi Pietro a quello che era stato guarito:
"Alzati, prendi la palma, entra in città e troverai una grande folla
di ciechi. Sugli occhi di colui che crederà poni questa palma e
riacquisterà la luce. Colui invece che non crederà, non vedrà mai più". Entrato in città trovò una grande folla di persone che
piangevano, dicendo: "Guai a noi, giacché ci capiterà quanto
avvenne a Sodoma. Prima, infatti, li colpì con la cecità e poi mandò su
di essi il fuoco". [3] Allora egli parlò della fede e del fatto che chi
crede riacquista la luce, mentre resta cieco colui che non crede. Gli apostoli dunque portarono Maria nella tomba. E,
seppellitala, si sedettero all'ingresso della tomba, come aveva ordinato
il Signore. Mentre essi sedevano, in una nube venne il Signore Gesù con
una moltitudine di angeli. E disse all'arcangelo Michele di prendere,
nella nube, il corpo della beata Maria. [10, 1] Ed ecco l'arcangelo Gabriele rotolò la pietra
dell'ingresso della tomba. Il Signore, (disse): "Alzati, amica e
prediletta mia. Tu che non sei stata corrotta dal coito, non passerai
attraverso la dispersione del corpo nel sepolcro". Subito Maria si alzò dalla tomba e benedisse Dio.
Prostratasi ai piedi del Signore l'adorava, dicendo: "Io non ti potrò
degnamente ringraziare dei benefici che ti sei degnato di concedere a me
tua serva. Sia benedetto per sempre il tuo nome, redentore del mondo, Dio
di Israele". [2] Baciatala, il Signore si allontanò affidando la sua
anima agli angeli affinché la portassero in paradiso. Disse agli apostoli: "Avvicinatevi". Quando
furono avvicinati, li baciò e disse loro: "Pace a voi, giacché io
sono sempre con voi fino alla fine dei secoli". E subito, innalzato
in una nube, il Signore fu accolto in cielo e con lui gli angeli. [3] Gli apostoli poi, avvolti nelle nubi, se ne
ritornarono ognuno nel settore della sua predicazione, raccontando le
meraviglie di Dio, lodando il Signore Gesù che regna con il Padre e lo
Spirito santo in unione perfetta e nella sostanza divina, nei secoli.
Amen. TRANSITO DELLA BEATA VERGINE MARIA * (Recensione lat. A) [1] Nel tempo che precedette la passione del Signore tra
le molte cose che la madre domandò al figlio, ci sono quelle riguardanti
il suo transito. Lei lo interrogò in questi termini: "Carissimo
figlio mio, io supplico la tua santità affinché quando giungerà il
tempo in cui la mia anima uscirà dal corpo tu me lo faccia sapere tre
giorni prima e tu, mio amato figlio, la prenda con i tuoi angeli". [2] Egli gradì la supplica della sua amata madre, e le
rispose: "Abitazione e tempio del Dio vivo, madre benedetta, regina
di tutti i santi e benedetta tra tutte le donne, come tu sai, prima che tu
mi portassi nel tuo seno, io ti ho custodito sempre e ti cibai ogni giorno
con il mio cibo angelico. Come potrei abbandonarti, dopo che mi hai
portato e nutrito, dopo che mi hai trasportato durante la fuga in Egitto e
hai sopportato per me molte angustie? Sappi che i miei angeli ti
custodirono sempre e ti custodiranno fino al tuo transito. Dopo che, come
sta scritto, avrò sostenuto la passione per gli uomini, nel terzo giorno
risorgerò e dopo quaranta giorni salirò in cielo. Quando mi vedrai
venire da te con gli angeli e gli arcangeli, con i santi, con le vergini e
con i miei discepoli, sappi che la tua anima si separerà dal corpo ed io
la porterò in cielo dove non avrà più né angustia né tribolazione
alcuna". [3] Allora lei si rallegrò e raggiante di gioia baciò
le ginocchia di suo figlio, e benedisse il creatore del cielo e della
terra, che per mezzo di Gesù Cristo, suo figlio, le aveva fatto un tale
dono. [4] Nel secondo anno dopo l'esecuzione del Signore nostro
Gesù Cristo, mentre la beatissima vergine Maria era perseverante giorno e
notte nella preghiera, tre giorni prima che morisse andò da lei l'angelo
del Signore e la salutò dicendo: "Salve, Maria, piena di grazia! Il
Signore è con te". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio".
Le disse ancora: "Prendi questa palma che ti manda il Signore".
Con grande gioia e ringraziando Dio prese la palma mandatale da Dio per
mezzo dell'angelo. L'angelo del Signore le disse: "Di qui a tre giorni
avrà luogo la tua assunzione". Lei rispose: "Siano rese grazie
a Dio". [5] Chiamò allora Giuseppe dalla città di Arimatea e
gli altri discepoli del Signore, ai quali si unirono i parenti e gli
amici, e a tutti i presenti notificò loro il suo transito. Poi la beata Maria si lavò, si vestì come una regina e
attese la venuta di suo figlio, come le aveva promesso. Pregò tutti i
parenti di tenerle compagnia e di offrirle conforto. Aveva con sé le tre
vergini Seforo, Abigea e Zael, poiché i discepoli del Signore nostro Gesù
Cristo erano già dispersi per tutto il mondo a predicare al popolo di
Dio. [6] All'ora terza, mentre la regina Maria se ne stava in
camera sua, si udirono forti tuoni con pioggia, lampi, sconvolgimenti e
terremoti. Improvvisamente, da Efeso fu trasportato Giovanni evangelista e
apostolo: entrò nella camera della beata Maria e la salutò dicendo:
"Salve, piena di grazia! Il Signore è con te". Lei rispose:
"Siano rese grazie a Dio", ed alzatasi baciò san Giovanni. Poi la beata Maria gli domandò: "O figlio
carissimo, perché mi hai lasciato per così tanto tempo e non hai
osservato gli ordini del tuo Maestro custodendomi come ti aveva ordinato
mentre pendeva dalla croce?". Ma egli, inginocchiato, le chiedeva
perdono. Allora la beata Maria lo benedisse e nuovamente lo baciò. [7] E mentre voleva interrogarlo donde veniva e per qual
motivo si trovava a Gerusalemme, ecco che una nube condusse tutti i
discepoli del Signore davanti alla porta della camera della beata Maria,
ad eccezione di Tomaso, detto Didimo. Entrarono, salutarono la regina e
l'adorarono dicendo: "Salve Maria, piena di grazia! Il Signore è con
te". Ella subito si alzò, s'inchinò, li baciò e rese grazie a Dio. [8] Questi sono i nomi dei discepoli del Signore che
furono trasportati sulla nube: Giovanni, evangelista, e Giacomo, suo
fratello, Pietro e Paolo, Andrea, Filippo, Luca, Barnaba, Bartolomeo e
Matteo, Mattia detto Giusto, Simone Cananeo, Giuda e suo fratello,
Nicodemo, Massimiano e molti altri che non si possono elencare. [9] La beata Maria domandò allora ai suoi fratelli:
"Che cosa c'è che siete venuti tutti a Gerusalemme?". Pietro
rispose: "Siamo noi che dobbiamo domandarlo a te, e tu lo domandi a
noi? Certo è che nessuno di noi sa perché siamo giunti qui con così
tanta velocità. Ero ad Antiochia, ed ora eccomi qua!". E tutti dissero dove si trovavano in quel giorno e tutti
erano stupiti di trovarsi là e di sentire tali cose. [10] La beata Maria disse loro: "Prima che
sostenesse la passione, pregai mio figlio affinché alla mia morte foste
presenti sia lui che voi; ed egli mi concesse questo favore. Sappiate
dunque che domani avrà luogo il mio transito. Vegliate e pregate con me,
affinché, quando il Signore verrà a prendere la mia anima, vi trovi
vigilanti". Tutti promisero di vegliare: vegliarono e pregarono tutta
la notte con salmi e canti, in mezzo a grandi luci. [11] All'ora terza della domenica, come lo Spirito santo
era disceso sugli apostoli in una nube così discese Cristo con una
moltitudine di angeli e prese l'anima della sua diletta madre: vi fu un
grande chiarore ed un profumo soavissimo mentre gli angeli cantavano il
Cantico dei cantici, là ove il Signore dice: "Come un giglio tra le
spine, così l'amica mia tra le figlie". Tutti i presenti caddero bocconi, come erano caduti gli
apostoli allorché Cristo si trasfigurò davanti a loro sul monte Tabor; e
per tutto lo spazio di un'ora e mezzo, nessuno poté alzarsi. [12] Poi disparve il chiarore e con il chiarore fu
assunta in cielo l'anima della beata Maria vergine con salmi, inni e
(espressioni) del Cantico dei cantici. Mentre la nube saliva, tremò tutta
la terra e, in un istante, tutti i gerosolimitani videro chiaramente la
morte della santa Maria. [13] Nello stesso tempo entrò in loro Satana e
incominciarono a riflettere che cosa dovevano fare del suo corpo. Presero
i mezzi per bruciare il suo corpo e uccidere gli apostoli poiché da lei,
ma a causa dei loro peccati, avevano avuto inizio le dispersioni di
Israele e la riunione con i gentili. Ma furono colpiti da cecità:
andavano a sbattere la testa contro le pareti e cozzavano l'un contro
l'altro. [14] Gli apostoli, colpiti da tanto splendore, s'alzarono
salmodiando e iniziarono il trasporto del corpo santo dal monte Sion alla
valle di Giosafat. Erano giunti a metà strada allorché un Ebreo, di nome
Ruben, voleva gettare a terra il venerabile feretro con il corpo della
beata Maria. Ma le sue mani rimasero secche all'altezza di un cubito e,
volente o nolente, discese fino nella valle di Giosafat piangendo e
gridando: le sue mani restavano, infatti, dirette verso il feretro e non
riusciva a ritrarle. [15] Prese dunque a supplicare gli apostoli affinché lo
salvassero con le loro preghiere e fosse fatto cristiano. Allora gli
apostoli piegarono le ginocchia e supplicarono il Signore di perdonarlo. E
subito, guarito, rese grazie a Dio, baciò i piedi della regina di tutti i
santi e degli apostoli, nello stesso luogo fu battezzato e iniziò a
predicare il nome del Signore nostro Gesù Cristo. [16] Gli apostoli deposero il corpo nella tomba con
grande onore, piangendo e cantando pieni di amore e di dolcezza. Poi
un'improvvisa luce celeste li circondò e caddero a terra, mentre il corpo
santo fu assunto in cielo dagli angeli. [17] Allora il beatissimo Tomaso fu condotto
improvvisamente al monte degli Ulivi, vide il beatissimo corpo che se ne
andava in cielo e prese a gridare: "O madre santa, madre benedetta,
madre immacolata, se ho trovato grazia, andando tu in cielo, rallegra il
tuo servo per mezzo della tua misericordia". Ed ecco che dal cielo fu
gettato al beato Tomaso il cordone con il quale gli apostoli avevano
legato il corpo santissimo. Egli lo prese, lo baciò, rese grazie a Dio e
se ne ritornò nella valle di Giosafat. [18] Qui trovò tutti gli apostoli e un'altra grande
folla che si batteva il petto a causa dello splendore visto. Appena si
videro si baciarono, ed il beato Pietro gli disse: "E' proprio vero
che tu sei sempre duro e incredulo. A motivo della tua incredulità, Dio
preferì che tu non fossi con noi alla sepoltura della madre del
Salvatore". Egli si batté il petto e disse: "So e credo
fermamente di essere sempre stato un uomo cattivo e incredulo. Domando
dunque perdono a tutti voi per la mia durezza e incredulità". E
tutti pregarono per lui. [19] Poi il beato Tomaso disse: "Dove avete messo il
suo corpo?". Essi gli additarono la tomba. Ma lui rispose: "Là
non c'è il corpo che è detto santissimo". Il beato Pietro gli rispose: "Già l'altra volta non
hai voluto credere alla risurrezione del nostro Signore e Maestro fino a
quando non hai visto e toccato con le tue dita, come potresti credere a
noi che ti diciamo che il corpo è là?". Ma egli insistette:
"Il corpo là non c'è!". Allora, quasi stizziti, andarono alla tomba che era nuova
e scavata nella roccia, e tolsero la pietra. Ma il corpo non lo trovarono,
e non sapevano che dire, vinti com'erano dalle parole di Tomaso. [20] A sua volta il beato Tomaso, che vestiva ancora i
paramenti sacerdotali, riferì loro come mentre stava cantando la messa,
in India, senza che se ne avvedesse, la parola di Dio lo trasportò sul
monte degli Ulivi dove vide salire in cielo il santissimo corpo della
beata Maria e le chiese di dargli una benedizione, come ella avesse
esaudito la sua supplica e gli avesse gettato il cordone che la cingeva; e
fece vedere il cordone a tutti. [21] Gli apostoli, alla vista del cordone con il quale
l'avevano legata, glorificarono Dio e tutti domandarono perdono al beato
Tomaso per la benedizione datagli dalla beata Maria e per l'aver egli
visto il corpo santissimo salire nei cieli. Il beato Tomaso li benedisse
ed esclamò: "Quanto è bella e lieta la concorde convivenza dei
fratelli". [22] La nube che li aveva trasportati, fu la stessa che
riportò ognuno al suo posto. Come era accaduto a Filippo quando battezzò
l'eunuco, secondo quanto si legge negli Atti degli apostoli, e come Abacuc
dopo avere portato il cibo a Daniele nella fossa dei leoni se ne ritornò
poi subito in Giudea, così anche gli apostoli ritornarono subito a
predicare al popolo di Dio, dove erano prima. [23] Non desta meraviglia che abbia compiuto questo colui
che entrò in un utero chiuso ed uscì da una vergine, colui che entrò
dagli apostoli a porte chiuse, colui che diede l'udito ai sordi, risuscitò
i morti, purificò i lebbrosi, diede la vista ai ciechi e compì molti
altri miracoli. Questo si ha da credere senza alcun dubbio. [24] Io sono Giuseppe che ho posto il corpo del Signore
nel mio sepolcro e lo vidi risorto, e prima e dopo l'ascensione del
Signore ho sempre custodito il suo tempio santissimo, la beata sempre
vergine Maria. Sulla carta e nel mio cuore scrissi quanto è uscito
dalla bocca di Dio e il modo con cui avvennero le cose sopraddette,
notificando a tutti, Ebrei e gentili, le cose viste con i miei occhi e
udite con le mie orecchie, e fino a quando vivrò non cesserò di
predicarle. Preghiamo con perseveranza colei la cui assunzione è
oggi venerata e celebrata in tutto il mondo, affinché ci ricordi in
cielo, davanti al suo piissimo figlio, al quale sia lode e gloria per
tutti i secoli dei secoli. Amen.
|
TRANSITO DELLA BEATA VERGINE MARIA * di san Melitone vescovo di Sardi (Recensione lat. B) [1, 1] Melitone, servo di Cristo, vescovo della Chiesa di
Sardi, ai venerabili fratelli nel Signore con i quali siamo in pace,
salute! Spesso ricordo di avere scritto a proposito di un certo
Leucio che visse con noi assieme agli apostoli, ma poi con un sentimento
estraneo ed animo temerario si allontanò dalla via della giustizia e
inserì nei suoi scritti molte notizie sulle gesta degli apostoli: molte e
diverse cose scrisse sui loro miracoli, ma disse molte cose false sulla
loro dottrina asserendo che avevano insegnato diversamente da quanto è in
realtà e volendo sostenere quasi con le loro parole le sue pestifere
argomentazioni. Né questo gli bastò: con linguaggio empio corruppe la
stessa narrazione del transito della beata sempre vergine Maria madre di
Dio tanto che non solo non è permesso leggerla in chiesa, ma non è
lecito neppure ascoltarla. A voi dunque che ce lo domandate, alla
fraternità vostra, scriveremo così semplicemente quanto abbiamo udito
dall'apostolo Giovanni, non credendo ai dogmi strani che pullulano tra gli
eretici, ma al Padre nel Figlio al Figlio nel Padre nella trinità delle
persone pur restando indivisa la natura divina, né credendo alla
creazione di due nature umane, una buona e l'altra cattiva, ma ad un'unica
natura buona creata dal Dio buono, viziata dalla colpa per inganno del
serpente e restaurata per la grazia di Cristo. [2, 1] Quando il Signore e salvatore Gesù Cristo pendeva
dal legno della croce ove era stato affisso con chiodi per la vita di
tutto il mondo, vide sua madre diritta presso la croce e Giovanni
evangelista da lui prediletto su tutti gli altri apostoli in quanto era il
solo corporalmente vergine. A lui egli affidò la cura della santa Maria.
A lui disse: "Ecco tua madre!". Ed a lei: "Ecco tuo
figlio!". [2] Da allora la santa madre di Dio restò sotto la
speciale cura di Giovanni per tutto il tempo della sua ulteriore dimora
quaggiù. Quando poi gli apostoli andarono per il mondo a predicare
secondo la sorte che era loro toccata, lei restò in casa dei genitori di
lui presso il monte degli Ulivi. [3, 1] Nel secondo anno dunque dopo che Cristo, vinta la
morte, era salito in cielo, presa da un ardente desiderio di Cristo, tutta
sola nella sua cella, Maria si mise a piangere. Ed ecco un angelo di grande splendore apparve davanti a
lei con l'aspetto fulgido e proferì queste parole di saluto: "Salve,
benedetta dal Signore! Ricevi la salvezza di colui che, per mezzo dei
profeti, mandò la salvezza a Giacobbe. Ecco, disse, un ramo di palma: te
l'ho portato dal paradiso del Signore; lo farai portare di qui a tre
giorni davanti al tuo feretro, allorché sarai assunta dal corpo. Ecco che
tuo figlio ti aspetta con i troni, gli angeli e tutti gli eserciti
celesti". [2] Maria disse allora all'angelo: "Ti chiedo che
siano riuniti qui da me tutti gli apostoli del Signore Gesù Cristo".
L'angelo rispose: "Proprio oggi per opera del mio Signore Gesù
Cristo verranno da te tutti gli apostoli". E Maria a lui: "Ti
prego di fare scendere su di me la tua benedizione affinché nell'ora in
cui la mia anima esce dal corpo non mi venga incontro alcuna potenza
infernale ed affinché io non veda il principe delle tenebre". E
l'angelo a lei: "La potenza infernale non ti nuocerà! Il Signore tuo
Dio del quale io sono ministro e ambasciatore, ti ha dato una benedizione
eterna. Non credere ch'io ti possa concedere la facoltà di non vedere il
principe delle tenebre: egli dipende da colui che tu hai portato nel tuo
seno. E' in suo potere per tutti i secoli dei secoli". E, così
dicendo, si allontanò con grande splendore, ma quella palma restò
sfolgorante di luce. [3] Maria allora si svestì e poi indossò gli abiti
migliori, prese la palma avuta dalla mano dell'angelo, uscì verso il
monte degli Ulivi e iniziò a pregare: "Se tu non avessi avuto
misericordia di me, io non sarei stata degna, Signore, di riceverti;
tuttavia ho custodito il tesoro che mi hai affidato. Ti chiedo perciò, re
della gloria, che la potenza della Geenna non mi faccia del male. Se al
tuo cospetto tremano ogni giorno i cieli e gli angeli, tanto più l'uomo
che è fatto di terra e che non ha nulla di buono se non nella misura in
cui l'ha ricevuto dalla tua generosità. Tu, Signore, sei il Dio benedetto
per sempre nei secoli". Così dicendo se ne ritornò a casa sua. [4, 1] Improvvisamente, una domenica all'ora terza del
giorno, mentre san Giovanni predicava in Efeso, vi fu un grande terremoto,
una nube lo sollevò, lo tolse dagli occhi di tutti e lo portò davanti
alla porta della casa ove era Maria. Batté alla porta e subito entrò. Al vederlo, Maria ne ebbe gran gioia e disse:
"Figlio mio Giovanni, ti prego di ricordarti delle parole con cui il
mio Signore Gesù Cristo mi ha affidato a te. Di qui a tre giorni
abbandonerò il corpo e ho udito degli Ebrei che si consultavano dicendo:
"Aspettiamo il giorno in cui morirà colei che portò quel seduttore,
e poi bruceremo il suo corpo nel fuoco"". [2] Chiamò dunque San Giovanni, l'introdusse nella cella
gli mostrò il vestito per la sua sepoltura e la palma splendente che
aveva ricevuto dall'angelo, raccomandandogli che fosse portata davanti
alla sua lettiga durante il trasporto nella tomba. [5, 1] San Giovanni le rispose: "Da solo, come potrò
farti le esequie se non verranno i fratelli e coapostoli del mio Signore
Gesù Cristo per rendere onore al tuo corpicino?". Ed ecco che improvvisamente, per ordine di Dio, dai
luoghi ove predicavano la parola di Dio, tutti gli apostoli furono
sollevati in una nube, portati via e deposti davanti alla porta della casa
nella quale abitava Maria. Salutandosi l'un l'altro, si stupivano e
dicevano: "Per qual motivo il Signore ci ha radunati tutti
qui?". [6, 1] Allora gli apostoli, pieni di gioia, elevarono
tutti insieme la loro preghiera, e appena pronunciarono l'"Amen"
giunse il beato Giovanni e disse loro tutto. Entrati in casa, gli apostoli videro Maria e la
salutarono: "Benedetta tu dal Signore che fece il cielo e la
terra!". E lei: "Pace a voi, dilettissimi fratelli! Come siete
giunti qui?". E raccontarono come ognuno era stato sollevato in una
nube dallo spirito di Dio e deposto là. [2] Lei rispose: "Dio non mi ha privato della vostra
presenza. Ecco ch'io sto per intraprendere la via di tutta la terra, e non
dubito che ora il Signore vi ha condotto qui per darmi sollievo nelle
tribolazioni che stanno per colpirmi. Or dunque, ve ne prego, vegliamo
tutti insieme ininterrottamente fino al momento in cui il Signore verrà
ed io mi separerò dal corpo". [7, 1] Le si sedettero intorno, consolandola, e passarono
tre giorni lodando Dio. Nel terzo giorno, verso l'ora terza, tutti quelli
che si trovavano nella casa furono colpiti da sopore e nessuno poté
restare sveglio ad eccezione degli apostoli e di tre vergini che si
trovavano là. [2] Venne improvvisamente il Signore Gesù Cristo con una
grande moltitudine di angeli e sul luogo si diffuse un grande splendore,
mentre gli angeli cantavano un inno e lodavano il Signore. Allora il
Salvatore disse: "Vieni, preziosissima perla, entra nella dimora
della vita eterna". [8, 1] Maria si prostrò sul pavimento, adorò Dio e
disse: "Sia benedetto il nome della tua gloria, Signore Dio mio, che
ti sei degnato di scegliere me, tua ancella, e di affidarmi l'arcano tuo
mistero. Ricordati di me, Signore della gloria! Tu sai che ti ho amato con
tutto il mio cuore ed ho custodito il tesoro affidatomi. Prendi dunque
questa tua serva, liberami dal potere delle tenebre, affinché non abbia
ad affrontare alcuno scontro con Satana, né mi veda venire incontro gli
spiriti tetri". [2] Il Salvatore le rispose: "Quando, inviato dal
Padre per la salvezza del mondo, ero sospeso sulla croce, venne da me il
principe delle tenebre, ma, non avendo potuto trovare in me alcuna traccia
delle sue opere, si allontanò vinto e schiacciato. Quando tu lo vedrai,
sarà soltanto in forza della legge del genere umano, in forza di quella
legge dalla quale hai il destino della morte. Ma non potrà farti del
male, giacché io sono con te per aiutarti. Vieni tranquilla! Ti aspetta
la schiera celeste per introdurti nel gaudio del paradiso". [3] Mentre il Signore così parlava, Maria s'alzò dal
pavimento, si pose a giacere sul suo letto e, ringraziando Dio, spirò. Gli apostoli videro che la sua anima aveva un candore
tale, che nessuna lingua mortale ne può degnamente parlare: per la
grandezza e il chiarore della luce superava, infatti, il candore della
neve, quello di tutti i metalli, e lo splendore dell'argento. [9, 1] Il Salvatore disse allora: "Su, Pietro,
prendi il corpo di Maria e trasportalo alla parte destra della città,
verso Oriente, dove troverai una tomba nuova. Ponetelo lì e aspettate
fino a quando verrò da voi". [2] Detto questo, il Signore affidò a Michele, preposto
al paradiso e principe della stirpe ebraica, l'anima della santa Maria.
Gabriele li accompagnava. E subito il Salvatore fu accolto in cielo con
gli angeli. [10, 1] Le tre vergini che erano presenti e vegliavano,
presero il corpo della beata Maria e lo lavarono, secondo l'uso funebre. Una volta svestito dei suoi abiti, quel sacro corpo
risplendette di un così grande chiarore che si poteva sì toccare per
onorarlo, ma a motivo della luce straordinaria che irradiava era
impossibile vederne la bellezza. Solo lo splendore del Signore apparve così
grande; e mentre quel corpo mondissimo era lavato non si sentiva nulla, in
esso non v'era alcunché di sordido. [2] Quando fu rivestita con gli abiti mortali, quella
luce poco alla volta si oscurò. Il corpo della beata Maria era simile ai
fiori del giglio e da esso emanava un profumo così soave che era
impossibile trovarne un altro uguale. [11, 1] Gli apostoli posero quel corpo santo sulla
lettiga e si domandavano poi l'un l'altro: "Chi porterà questa palma
davanti alla lettiga?". Giovanni disse a Pietro: "Tu, che ci
precedi nell'apostolato, devi portare questa palma davanti alla sua
lettiga". Pietro rispose: "Tra di noi, tu solo sei stato scelto
vergine dal Signore, ed hai goduto di un favore così grande da potere
posare il capo sul suo petto. E mentre era appeso sul patibolo della croce
per la nostra salvezza, di sua bocca, l'affidò a te. Sei tu dunque che
devi portare questa palma, noi prenderemo il corpo e lo porteremo fino al
luogo dove si trova la tomba". [2] Dopo di ciò, Pietro s'alzò e disse: "Prendete
il corpo!". Ed iniziò a cantare: "Israele uscì dall'Egitto,
alleluia". Tutti gli altri apostoli portavano con lui il corpo della
beata Maria, mentre Giovanni portava la palma davanti alla lettiga. Tutti
gli apostoli cantavano con soavissima voce. [12, 1] Ed ecco un nuovo miracolo; sulla lettiga apparve
una grande nube simile al grande nimbo che suole accompagnare lo splendore
della luna; sulle nubi c'era un esercito di angeli dal quale partiva un
cantico soave, e sulla terra risuonava un suono dolcissimo. Dalla città
uscì allora una folla di circa quindicimila persone che, piene di
ammirazione, dicevano: "Che significa questo suono così
soave?". [2] Uno rispose loro: "Maria è uscita dal corpo e i
discepoli di Gesù cantano lodi attorno a lei". Guardarono e videro
la lettiga circondata da una gloria straordinaria e gli apostoli che
cantavano a gran voce. [3] Ma uno che aveva la carica di principe dei sacerdoti
ebrei, pieno di furore e d'ira, disse agli altri: "Ecco il
tabernacolo di colui che ha messo lo scompiglio tra di noi e in tutta la
nostra stirpe! Che gloria è questa che ha ricevuto?". E,
avvicinatosi, voleva rovesciare la lettiga e buttare a terra il corpo. Ma
ecco che, a qualche cubito da lui, le sue mani restarono secche e
attaccate alla lettiga. Mentre gli apostoli tenevano la lettiga alzata,
una parte di quell'uomo pendeva e l'altra parte era attaccata alla
lettiga: gli apostoli camminavano salmodiando e lui si contorceva dal
dolore. Gli angeli che erano sulle nubi colpirono il popolo di
cecità. [13, 1] Quel principe allora gridò: "Ti prego, san
Pietro, non disprezzarmi, te ne supplico, proprio ora che mi trovo in così
estremo bisogno e soffro terribili tormenti. Ricorda che, quando nel
pretorio l'ancella ostiaria ti riconobbe e disse a tutti gli altri di
ingiuriarti, io ho parlato bene di te". Pietro rispose: "Non ti posso fare altro che questo:
se credi di tutto cuore nel Signore Gesù Cristo, che costei ha portato
nel suo utero e dopo il parto rimase vergine, la clemenza del Signore, che
con larga pietà salva gli indegni, ti darà la salvezza". [2] Quello rispose: "Forse che non crediamo? Ma che
dobbiamo fare? Il nemico del genere umano ha accecato i nostri cuori e la
confusione ha velato il nostro volto affinché non riconosciamo la
grandezza di Dio, soprattutto perché abbiamo maledetto Cristo, gridando:
"Il suo sangue venga su di noi e sui nostri figli"". Pietro allora disse: "Questa maledizione nuocerà a
colui che è rimasto infedele, ma a coloro che si rivolgono a Dio, non è
negata la misericordia". Quello rispose: "Credo a tutto ciò che
mi dici! Ti prego soltanto di avere pietà di me affinché io non
muoia". [14, 1] Allora Pietro fece fermare la lettiga e gli
disse: "Se crederai con tutto il cuore nel Signore Gesù Cristo, le
tue mani si staccheranno dalla lettiga". Ciò detto, subito le sue
mani si staccarono e prese a stare diritto sui suoi piedi, ma le sue
braccia erano rigide e il tormento non si era allontanato da lui. [2] Pietro gli disse: "Avvicinati al corpo, bacia la
lettiga e dì: "Credo in Dio e nel Figlio di Dio, Gesù Cristo, che
costei ha portato, credo in tutto ciò che mi ha detto Pietro, apostolo di
Dio"". Avvicinatosi, baciò la lettiga e subito disparve da lui
ogni dolore e le sue mani furono guarite. [3] Allora iniziò a benedire Dio abbondantemente e a
prendere testimonianze dai libri di Mosè per lodare Cristo, tanto che gli
stessi apostoli ne rimasero stupiti e piangevano dalla gioia, lodando il
nome del Signore". [15, 1] Poi Pietro gli disse: "Prendi questa palma
dalla mano del nostro fratello Giovanni, entra in città e troverai una
grande folla di persone accecate: annunzia loro le grandezze di Dio. Poni
questa palma sugli occhi di quanti crederanno nel Signore Gesù Cristo e
riacquisteranno la vista, mentre coloro che non crederanno resteranno
ciechi". [2] Quello fece così e trovò una grande folla di
persone accecate che piangeva dicendo: "Guai a noi! Siamo stati
assimilati ai Sodomiti colpiti dalla cecità. Altro non ci resta che
perire". All'udire le parole del principe che era stato guarito,
credette nel Signore Gesù Cristo e, all'imposizione della palma sui loro
occhi, riacquistarono la vista. Ma cinque perseverarono nella durezza del
loro cuore e morirono. Il principe dei sacerdoti si recò dagli apostoli,
restituì la palma e riferì tutte le cose che erano accadute. [16, 1] Gli apostoli che trasportavano Maria giunsero
nella valle di Giosafat, nel luogo che era stato loro indicato dal
Signore. La posero in una tomba nuova e chiusero il sepolcro. Poi si
sedettero all'ingresso della tomba, come aveva ordinato loro il Signore. Improvvisamente apparve il Signore Gesù Cristo con una
grande moltitudine di angeli tutti risplendenti di grande fulgore, e disse
agli apostoli: "Pace a voi!". Essi risposero: "La tua
misericordia sia sopra di noi, Signore, avendo noi sperato in te". [2] Allora il Salvatore disse loro: "Prima di salire
al Padre mio, a voi che mi avete seguito nella rigenerazione ho promesso
che, quando il Figlio dell'uomo siederà sul trono della sua maestà, voi
siederete su dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele. Per
ordine del Padre mio, tra le tribù di Israele scelsi di abitare in
questa. Che volete ora ch'io le faccia?". [3] Pietro e gli altri apostoli risposero: "Tu,
Signore, ti sei scelto questa ancella come camera nuziale immacolata e noi
come tuoi servi nel tuo ministero. Tu, con il Padre e lo Spirito santo,
costituenti una sola e uguale divinità ed una infinita potestà, sapevi
tutto prima dei secoli. Se dunque con la potenza della tua grazia fosse
possibile, a noi tuoi servi parrebbe giusto che come tu, superata la
morte, regni nella gloria, così risuscitassi il corpicino di tua madre e
la conducessi lieta in cielo". [17, 1] Disse allora il Salvatore: "Sia secondo il
vostro giudizio!". Ordinò dunque all'arcangelo Michele di
trasportare l'anima della santa Maria. L'arcangelo Michele fece rotolare
la pietra dall'ingresso della tomba, ed il Signore disse: "Sorgi,
amica mia e mia intima! Tu che non hai accettato la dissoluzione del
coito, non passerai attraverso la corruzione del corpo nel sepolcro". [2] Maria, risorta immediatamente dal sepolcro,
benediceva il Signore e distesa ai piedi del Signore l'adorava dicendo:
"Non ti posso degnamente ringraziare, Signore, per gli immensi
benefici che tu ti sei degnato di concedere a me tua ancella. Il tuo nome,
redentore del mondo, Dio di Israele, sia benedetto nei secoli". [18, 1] Il Signore la baciò, poi si allontanò affidando
la sua anima agli angeli affinché la portassero in paradiso. Disse agli apostoli: "Pace a voi! Come sono sempre
stato con voi, così ancora lo sarò fino alla fine del mondo". Ciò
detto, sollevato da una nube, il Signore entrò in cielo e con lui erano
gli angeli che portavano la beata Maria nel paradiso di Dio Gli apostoli, presi dalle nubi, ritornarono ognuno nel
settore che gli era toccato in sorte per la predicazione, narrando la
grandezza di Dio e lodando il Signore nostro Gesù Cristo, che vive e
regna con il Padre e lo Spirito santo in unione perfetta, in un'unica
sostanza divina, per tutti i secoli dei secoli. Amen. FRAMMENTO COPTO SULLA MORTE E RISURREZIONE DI MARIA [1, 1] Parla il sommo sacerdote. Quando vide questi
apostoli, si alzò e li chiamò, dicendo: "Abbiate pietà della mia
miseria". Rivolto a Pietro, disse: "Ti prego, abbi pietà di
me. Ricordati di quando la portinaia discuteva con te dicendo: "Tu
sei un discepolo di Gesù", io l'ho rimproverata. Ed ora, Pietro,
padre mio, non permettere ch'io muoia in questo tormento". Pietro gli
disse: "Non abbiamo questo potere. Ma (la cosa è possibile solo) se
tu credi in Dio e nel suo unico Figlio Gesù Cristo generato dalla
Vergine". [2] Il sommo sacerdote rispose: "Anche noi sappiamo
che è Figlio di Dio. Ma che farai tu per l'avarizia che ha accecato i
nostri occhi, nonostante che i padri nostri, sul punto di morte, ci
abbiano detto: "Ci hanno fatti sacerdoti per essere in servizio del
popolo, ricevere le primizie e le decime dalle loro mani. Guardatevi bene
dall'amore al denaro, affinché Dio non si irriti contro di voi. Quanto
avete in più, datelo ai poveri e a quelli che sono nel bisogno". Ma
non abbiamo obbedito alle prescrizioni dei nostri padri, siamo stati dei
mercanti che vendono e comprano. [3] Quando venne Gesù, ci scacciò dal tempio, dicendo:
"Non lasciate costoro in questo luogo. Del tempio di mio Padre hanno
fatto un mercato". Perciò, a causa di queste parole, siamo montati
in collera, abbiamo fatto un complotto, l'abbiamo preso e l'abbiamo
crocifisso senza sapere che era il Figlio di Dio. Ora, padre mio, non
adirarti contro di me per la mia mancanza di fede. Perdona la mia audacia.
Dio non volle ch'io fossi accecato come gli altri che non sono stati degni di
vedere la gloria del corpo della madre del mio Signore". [4] Pietro allora gli disse: "Se tu credi in Cristo,
va ad abbracciare il corpo della Vergine, dicendo: "Credo in te e in
colui che tu hai generato, vergine senza macchia"". Il sommo sacerdote corse subito ad abbracciare il corpo
della Vergine e, parlando in ebraico, benediceva Dio e lo ringraziava per
quanto è stato scritto nella legge e nei profeti sul Cristo. Gli apostoli
ammiravano tutto ciò che egli andava dicendo. Lui stesso dunque prese la mano che era stata troncata e
l'applicò al suo posto, dicendo: "Nel nome di colui che è stato
crocifisso, sul legno della croce, di colui che è stato generato dalla
vergine, Gesù Cristo, tu mi ascolterai anche oggi, gradirai la mia
preghiera e farai congiungere nuovamente il mio braccio al suo posto. Io,
infatti, mio Signore, ti ho visto riattaccare l'orecchio del servo del
sommo sacerdote tagliato da Pietro". [5] Nel momento stesso in cui finì di pronunciare queste
parole, la sua mano si ricongiunse come prima. Pietro gli disse: "Alzati, prendi delle foglie da
queste palme e va' in città. Là troverai folle di uomini ciechi e dirai
loro tutte le cose che ti sono capitate. Metti queste foglie sugli occhi
di ognuno che crederà in Cristo, e vedrà. Colui che non crederà, non
vedrà". Il sommo sacerdote trovò una moltitudine di ciechi seduti e
piangenti che dicevano: "Guai a noi! Ci è capitato quanto è
accaduto a Sodoma". In quel momento il sommo sacerdote parlò con essi di
Cristo e di quanto era accaduto a lui stesso. Tutti coloro che credettero,
videro. [6] La sepoltura e la guardia alla tomba. Gli apostoli
portarono il corpo della Vergine e lo deposero nella tomba. Restarono lì
nell'attesa che il Signore risuscitasse dai morti il corpo della Vergine,
trasportandola presso di sé come aveva detto. Gli apostoli dissero alle
vergini che li seguivano: "Ognuna torni a casa sua in pace". Ma
le vergini non vollero ritornare, desiderando rimanere lì anch'esse. Pietro e Giovanni dissero loro: "Coraggio, figlie
mie. Andatevene in pace. Cristo vi guiderà. Il suo corpo lo abbiamo posto
bene al sicuro essendo stato dimora del Verbo del Padre. Non date
l'impressione di una processione di nozze, rimanendo tra noi e il nostro
Maestro; gli Ebrei, infatti, lo odiano. Noi abbiamo posto il suo corpo
nella tomba, ma pensiamo che egli non lo lascerà per sempre. Verrà per
risuscitarlo, come ci ha detto. "Ecco ch'io vi dico: la vostra pena
non cadrà (invano), giacché servite la madre del Signore"". Dissero loro queste cose per consolarle. Esse risposero:
"Benedite noi e i nostri padri affinché questa benedizione sia con
noi, nelle nostre case". [7] Pietro disse a Giovanni: "Alzati, fratello, e
benedicile". Giovanni rispose: "Scusami, mio signore e padre, ma
è a te che spetta questa gloria". Pietro fece abbassare loro la
testa, e le benedisse dicendo: "Ti prego, Signore Gesù Cristo, padre
vero che raduni le pecore e non permetti che l'uomo si smarrisca nelle
mani del diavolo poiché tu l'hai salvato con il tuo sangue; Gesù nostro
Signore, Gesù nostra forza, Gesù nostra speranza, Gesù nostra vita, Gesù
nostra gioia, tu ci benedirai, tu ci coprirai con l'ombra delle tue ali.
Gloria a te, al tuo Padre buono, e allo Spirito, per sempre. Amen!". [8] Quando terminò di dire queste cose, ecco che l'uomo
che aveva creduto in Dio venne alla tomba nella terza ora del giorno. Trovò
gli apostoli seduti e disse loro: "Dov'è mio padre, Pietro?".
Essi lo chiamarono ed egli venne subito. Il sommo sacerdote gli disse: "Perdonami, padre mio,
e permetti che ti dica le cose che mi sono capitate. Or dunque, allorché
giunsi in città, dissi quanto mi era accaduto. Ma quando udirono gli
Ebrei, furono pieni di collera contro di voi a causa di Maria, madre del
Signore. Essi parlarono insieme dicendo: "Che dobbiamo fare? Quando
hanno crocifisso il suo figlio, Gesù, abbiamo detto: l'hanno preso in
segreto di notte Ora che sua madre è morta, siamo andati a bruciare il
suo corpo e non abbiamo potuto trovare altro che il luogo: vi abbiamo
appiccato il fuoco, ma non ha bruciato". Dissero: "Ecco che
l'hanno messo nella tomba. Ora andiamo, bruciamola con la sua tomba
affinché non si possa più trovarla e non risusciti come suo figlio e
l'ultimo errore sia peggio del primo". [9] Altri dissero: "Ecco che siamo stati ciechi e
non vediamo". Infine, dissero una parola insieme: "Corriamo a
bruciarla!". Io, dunque, appena conobbi i loro disegni, venni ad
avvertirvi di tutto quanto è avvenuto. Andate e nascondetevi! Che non
vengano a trovarvi e uccidervi". Dette queste cose, se ne andò a
casa sua in gran segreto. Pietro avvisò i discepoli, ma Dio fece sì che i sommi
sacerdoti si dimenticassero e non cercassero più il corpo della Vergine,
dicendo: "L'abbiamo scampata la prima volta, perché ritentare?
Stiamocene a casa!". [10] Pietro e Giovanni presero coraggio e lasciarono il
posto a Dio. Restarono insieme dicendo: "Non abbandoniamo il corpo.
Essa ha la forza di pregare per noi e di salvarci". Risurrezione e ascensione di Maria. Stavano ancora
riuniti parlando della grandezza di Dio, quando udirono una voce che
diceva: "Non abbiate paura, o miei eletti, non vi capiterà nulla di
male. Questi atei non verranno più verso di voi. Restate. Io risusciterò
il suo corpo, senza indugio, e svergognerò questi empi Ebrei". Dette
queste cose, la voce se ne ritornò nei cieli della gloria. Ed avvenne che, dopo ciò, giungemmo al sedicesimo mesure;
e mentre parlavano così riuniti con gli apostoli narrando i grandi
miracoli di Dio, dalla porta della tomba nella quale c'era la Vergine
vennero sopra di noi dei lampi che ci spaventarono molto. Dopo si udì un
gran rumore sicché noi si pensava che il luogo stesse sprofondando, e
sentimmo un profumo. [11] In seguito vi furono delle grandi voci, dei lampi e
del fuoco che passava sopra di noi, ed udimmo il rumore d'una moltitudine
di trombe che suonavano davanti a noi. Abbiamo visto la porta della tomba
che si apriva e in essa c'era una grande luce. Poi discese un grande carro
luminoso circondato di fuoco. Guardammo e vedemmo il Signore Gesù
stendere la mano destra: ci abbracciò e ci diede la pace. [12] Poi egli ci chiamò alla tomba: "Maria, mia
madre, mio luogo di riposo nel quale ho abitato, alzati, lascia queste
lenzuola e vieni fuori dalla tomba. Come mio Padre mi ha risuscitato dai
morti, io risusciterò te per condurti in cielo presso di me". Guardammo ed ecco la santa vergine Maria con il corpo
vestita come fosse appena nata, quasi che non avesse visto per nulla la
morte; vedemmo il Signore Gesù che stese la sua mano e la fece salire sul
carro di luce che lo portava; vedemmo i cori degli angeli che camminavano
davanti ad essi fino a quando non giunsero nei cieli. [13] Eravamo ancora nello sbigottimento e li stavamo
guardando allorché udimmo una voce che diceva: "Pace a voi, miei
fratelli, non temete. Non vi capiterà male alcuno". Il miracolo che avvenne nel giorno in cui la Vergine
risuscitò dai morti è più grande di quello che avvenne quando è
risuscitato dai morti il Signore. Il giorno in cui il Signore è
risuscitato dai morti, noi non l'abbiamo visto, ma soltanto Maria, sua
madre, e Maria Maddalena: è ad esse che egli apparve. Esse poi vennero e ci avvertirono. Andati alla tomba, non
trovammo più il suo corpo, ma soltanto le sue vesti funebri che erano
state deposte là. Non l'abbiamo visto fino a quando non giungemmo in
Galilea; là l'abbiamo trovato. Quando invece lei risorse dai morti, abbiamo visto
bagliori e udito le trombe, abbiamo visto... E così fu che la Vergine fu
presa in cielo... [14] Noi, apostoli, possiamo testimoniare queste cose.
Non abbiamo aggiunto nulla e non abbiamo tolto nulla di quanto hanno visto
i nostri occhi e di quanto abbiamo udito dalla bocca di nostro Signore Gesù
Cristo, il Verbo che s'è fatto carne, come tutti gli uomini, e che ora si
trova alla destra del Padre buono. Ed è risuscitata anche la carne nella
quale è stata generata la Vergine nel seno di sua madre, e si trova alla
destra di suo figlio Gesù Cristo. Lei prega per tutto il mondo, ed il
Padre accoglie le suppliche e le preghiere che fa per noi più di quelle
di tutti i santi. [15] Quando Dio giudicherà l'umanità, ognuno lo vedrà
nella carne ricevuta da Maria vergine santa. Dopo queste cose, siamo
andati alla tomba, trovammo gli abiti nel luogo ove era stato posto il suo
corpo, e li seppellimmo... DISCORSO DI SAN GIOVANNI IL TEOLOGO * SUL RIPOSO DELLA SANTA TEOTOCO [1] Al sepolcro di Gesù. La santissima e gloriosa
teotoco e sempre vergine Maria, era solita recarsi alla sacra tomba del
Signore nostro per bruciarvi incenso e piegare le sue sante ginocchia
supplicando Cristo nostro Dio, da lei generato, affinché tornasse da lui. [2] Vedendo questa assiduità al sepolcro divino, gli
Ebrei andarono dai prìncipi dei sacerdoti, dicendo: "Maria si reca
ogni giorno alla tomba!". I prìncipi dei sacerdoti chiamarono le
guardie, che avevano posto lì affinché non permettessero ad alcuno di
pregare sulla sacra tomba, e domandarono se, a suo riguardo, era proprio
così. Le guardie, però, risposero che non avevano mai osservato nulla di
simile; Dio, infatti, impediva loro di vedere la sua presenza. [3] Annunzio della morte. Un venerdì la santa Maria andò,
come d'abitudine, alla tomba e, mentre pregava, si aprirono i cieli,
discese presso di lei l'arcangelo Gabriele e le disse: "Salute a te
che hai generato Cristo, nostro Dio! La tua preghiera giunse nei cieli da
colui che hai generato, ed è stata ascoltata. Da ora, dunque, lasciato il
mondo, te n'andrai da tuo figlio nella vita vera e duratura, secondo la
tua domanda". [4] Dopo aver udito questo dal santo arcangelo, Maria
ritornò nella santa Betlemme, avendo con sé tre fanciulle che la
servivano. Dopo un breve riposo, si sedette e disse alle fanciulle:
"Portatemi un incensiere affinché io faccia la preghiera". Ed
esse portarono ciò che era stato loro ordinato. [5] Maria pregò, dicendo: "Signor mio Gesù Cristo,
che con eccelsa bontà ti degnasti nascere da me, ascolta la mia voce e
mandami il tuo apostolo Giovanni affinché la sua vista sia per me
l'inizio della gioia. Con un tuo sacro ordine, mandami anche gli altri
apostoli sia quelli che già sono giunti da te sia quelli che sono ancora
in questo mondo, in qualsiasi regione si trovino, affinché, rivedendoli,
io benedica il tuo celebrato nome. Confido che tu esaudirai la tua ancella
in ogni cosa". [6] Arrivo di Giovanni a Betlemme. Mentre così pregava,
apparvi io Giovanni: ero stato rapito da Efeso dallo Spirito santo con una
nube e deposto là ove si trovava la madre del mio Signore. Entrato da lei
glorificai colui che da lei è nato, dicendo: "Salute a te, madre del
mio Signore, che hai generato Cristo nostro Dio! Gioisci poiché è con
grande gloria che tu esci da questa vita". [7] La teotoco glorificò Dio per il fatto che Giovanni
era venuto da lei, memore della voce del Signore: "Ecco tua
madre" ed "Ecco tuo figlio". Vennero le tre fanciulle e la
riverirono. [8] La santa madre di Dio mi disse: "Prega e metti
incenso". Ed io pregai: "Signore Gesù Cristo che hai operato
meraviglie, anche ora davanti a colei che ti ha generato compi meraviglie!
Tua madre esca da questa vita: stupiscano coloro che ti hanno crocifisso e
non hanno creduto in te". [9] Quand'io terminai la preghiera, la santa Maria mi
disse: "Portami l'incensiere". E versandovi l'incenso disse:
"Gloria a te, mio Dio e mio Signore, poiché si è adempiuto a mio
riguardo quanto mi avevi promesso prima di salire nei cieli, cioè che
alla mia partenza da questo mondo saresti venuto da me con gloria, insieme
alla moltitudine dei tuoi angeli". [10] Io, Giovanni, le dico: "Il Signore nostro Gesù
Cristo, nostro Dio, viene e lo vedrai come ti ha promesso". La santa
teotoco mi rispose: "Gli Ebrei hanno giurato che quando giungerà la
mia fine bruceranno il mio corpo". Le risposi: "Il tuo corpo
santo e prezioso non vedrà la corruzione". Lei mi disse: "Porta
l'incensiere, versa l'incenso e prega". Nel mentre dal cielo una voce
diceva: "Amen". [11] Arrivo di tutti gli apostoli a Betlemme. Io Giovanni
udii quella voce, e lo Spirito santo mi domandò: "Hai udito,
Giovanni, la voce risuonata in cielo al termine della preghiera?". Risposi: "Sì, l'ho udita". Lo Spirito santo
proseguì: "Questa voce che hai udito, indica l'arrivo imminente
degli apostoli tuoi fratelli, e delle potenze sante. Oggi, infatti,
vengono qui". [12] Allora io, Giovanni, pregai per questi. E lo Spirito
santo disse agli apostoli: "Salite tutti sulle nubi e dalle estremità
dell'ecumene, radunatevi tutti insieme, in un baleno, nella santa Betlemme
per la madre del Signore nostro Gesù Cristo: Pietro da Roma, Paolo da
Tiberia, Tomaso dalle Indie centrali, Giacomo da Gerusalemme". [13] Andrea, fratello di Pietro, e Filippo, Luca, Simone
il Cananeo e Taddeo, che erano morti, furono risuscitati dalle loro tombe
per opera dello Spirito santo. Lo Spirito santo disse loro: "Non
crediate che ora vi sia la risurrezione! Risorgete dalle vostre tombe per
andare a salutare con onore e prodigio la madre del Signore e Salvatore
nostro Gesù Cristo, essendo vicino il giorno della sua partenza, della
sua ascesa verso i cieli". [14] Anche Marco, che era ancora vivo, giunse da
Alessandria assieme agli altri giunti da ogni regione, come fu detto. Sollevato da una nube e sostenuto dallo Spirito santo,
Pietro rimase tra cielo e terra, contemporaneamente anche gli altri
apostoli erano rapiti su nubi per ritrovarsi con Pietro. Così, come s'è
detto, giunsero tutti insieme per opera dello Spirito santo. [15] Entrati dalla madre del Signore e Dio nostro
l'abbiamo riverita e poi abbiamo detto: "Non temere né affliggerti!
Il Dio Signore che è stato da te generato ti trarrà da questo mondo con
gloria". Lei esultò in Dio suo salvatore. Si pose poi a sedere sul
letto e disse agli apostoli: "Credo che ora verrà dal cielo il
Maestro e Dio nostro. Io lo contemplerò, come ho contemplato voi qui
presenti, e ascenderò così da questa vita. Voglio che mi diciate donde avete saputo ch'io ascendo,
che vi siete così affrettati a venire a visitarmi, e da quali regioni e
lontananze siete giunti. Il Signore nostro Gesù Cristo, Dio di tutti, che
da me è stato generato, non mi ha, infatti, nascosto questo fatto, poiché
ho creduto e tuttora credo che egli è il Figlio dell'Altissimo". [16] Rispose Pietro dicendo agli apostoli: "Secondo
quanto ci ha annunziato e ordinato lo Spirito santo, ognuno di noi informi
esattamente la madre del Signore nostro". [17] Giovanni rispose: "Mentre, in Efeso, mi
avvicinavo al sacro altare per il servizio liturgico, lo Spirito santo mi
disse: "Si è ormai avvicinato il tempo dell'ascesa della madre del
tuo Signore. Va' a Betlemme a salutarla". Una nube luminosa mi rapì
e pose davanti alla porta (della camera) ove tu giaci". [18] Pietro rispose: "Ero a Roma, quando allo
spuntare del giorno udii la voce dello Spirito santo che mi diceva:
"Si è avvicinato il tempo dell'ascesa della madre del tuo Signore.
Va' a Betlemme a salutarla". Una nube luminosa mi rapì e contemplai
anche gli altri apostoli che, per mezzo di nubi, venivano da me mentre una
voce mi diceva: "Andate tutti a Betlemme"". [19] Paolo rispose: "Mi trovavo in una città poco
lontana da Roma, nella regione detta Tiberia, quando udii lo Spirito santo
che mi diceva: "La madre del tuo Signore sta per lasciare questo
mondo prendendo, con l'ascesa, la strada per le regioni celesti. Va' anche
tu a Betlemme a salutarla". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui
come voi". [20] Tomaso disse: "Percorrevo la regione degli
Indiani e, per grazia di Cristo, l'annunzio del kèrigma prendeva
consistenza tanto che il figlio della sorella del re, di nome Labdano,
stava per essere segnato da me nel palazzo, quando, improvvisamente, lo
Spirito santo mi disse: "Tomaso, recati anche tu a Betlemme a
salutare la madre del tuo Signore. Compie, infatti, il transito verso i
cieli". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui con voi". [21] Marco rispose: "Stavo compiendo il rito del
terzo giorno nella città di Alessandria e, durante la preghiera, lo
Spirito santo mi rapì e mi condusse qui da voi". [22] Giacomo rispose: "Ero a Gerusalemme quando lo
Spirito santo mi ordinò: "Recati a Betlemme perché la madre del tuo
Signore compie la (sua) ascesa". Una nube luminosa mi rapì e mi pose
qui con voi". [23] Matteo rispose: "Ho glorificato e glorifico Dio
perché mentre me ne stavo su di una nave in balìa delle onde furiose del
mare in tempesta, improvvisamente una nube luminosa ricoprì con la sua
ombra le onde della tempesta, portò la bonaccia e, rapitomi, mi pose qui
con voi". [24] Poi risposero quelli che erano morti e spiegarono
come erano venuti. Bartolomeo disse: "Predicavo la parola nella Tebaide
allorché lo Spirito santo mi disse: "La madre del tuo Signore compie
la sua ascesa. Va' dunque a salutarla a Betlemme". Una nube luminosa
mi rapì e mi condusse qui da voi". [25] Così dicendo gli apostoli rispondevano alla santa
teotoco sul come e in che modo erano giunti. Stese le mani al cielo, lei pregava: "Venero,
celebro e glorifico il tuo celeberrimo nome, Signore, perché tu, che sei
potente, hai considerato la pochezza della tua ancella e hai compiuto per
me cose grandi. Ed ecco che tutte le generazioni mi diranno beata". [26] Folla e miracoli a Betlemme. Dopo la preghiera,
disse agli apostoli: "Versate incenso e pregate!". Dopo la
preghiera, dal cielo venne un tuono, risuonò un grande fragore come di
carri, apparve un numeroso esercito di angeli e di potenze, s'udì una
voce come (quella) del Figlio dell'uomo e i serafini circondarono la casa
dove giaceva la santa e pura madre di Dio e vergine. Tutti coloro che erano in Betlemme videro così tutte
queste meraviglie e andarono a Gerusalemme ad annunziare tutte le
meraviglie avvenute. [27] Quando s'udì quella voce, apparvero attorno alla
casa il sole e la luna e - a onore e gloria di lei - un'assemblea di
primogeniti santi si presentò alla casa ove giaceva la madre del Signore. Constatai anche il compimento di molti segni: ciechi che
riacquistavano la vista, sordi che udivano, zoppi che camminavano,
lebbrosi che erano mondati, agitati da spiriti immondi che guarivano. Ogni infermo che toccava il muro esterno del luogo ove
lei giaceva e gridava: "Santa Maria, che hai generato Cristo nostro
Dio, abbi pietà di noi", subito era guarito. [28] A Gerusalemme c'era una grande moltitudine convenuta
là da ogni paese per la preghiera, e alla notizia dei segni che si
compivano a Betlemme per mezzo della madre del Signore, si recarono in
quel luogo ad implorare la guarigione da varie infermità, e l'ottennero.
In quel giorno, ineffabile fu la gioia della moltitudine dei guariti e
degli spettatori che glorificavano Cristo nostro Dio e la madre sua. Al ritorno da Betlemme, tutta Gerusalemme era in festa
con salmi ed inni spirituali. [29] Ma i sacerdoti degli Ebrei, con il loro popolo,
andarono fuori di sé per quanto era accaduto. Presi da intima passione,
con un nuovo e pazzo divisamento, deliberarono di inviare (gente) contro
la santa teotoco e i santi apostoli che si trovavano a Betlemme. Una moltitudine di Ebrei si pose in cammino per Betlemme;
ma a circa un miglio apparve loro una terribile visione e i loro piedi
rimasero legati. Risalirono allora verso i loro connazionali e narrarono
tutta la paurosa visione ai principi dei sacerdoti. [30] Ancora più accesi d'ira, essi andarono dal
governatore gridando: "Il popolo degli Ebrei è stato rovinato da
questa donna, cacciala dunque via da Betlemme e dalla provincia di
Gerusalemme". Ma il governatore, colpito dalle meraviglie, disse
loro: "Io non la caccio via né da Betlemme né da alcun altro
posto". Ma gli Ebrei insistettero gridando e scongiurando, per la
salute di Tiberio Cesare, affinché da Betlemme mandasse via anche gli
apostoli. "Se non farai questo, ci rivolgeremo all'imperatore"
Ed egli, costretto, manda a Betlemme un chiliarca contro gli apostoli. [31] Apostoli e Maria a Gerusalemme. Ma lo Spirito santo
disse agli apostoli e alla madre del Signore: "Il governatore ha
mandato un chiliarca contro di voi, perché gli Ebrei sono insorti. Non
abbiate paura, uscite da Betlemme! Con una nube vi trasferisco a
Gerusalemme: è, infatti, con voi la potenza del Padre, del Figlio e dello
Spirito santo". [32] Gli apostoli s'alzarono subito dalla casa portando
il letto della padrona teotoco e si misero in viaggio verso Gerusalemme.
E, come aveva detto lo Spirito santo, furono rapiti da una nube e si
trovarono a Gerusalemme nella casa della padrona. Alzatici, per cinque
giorni cantammo inni senza smettere mai. [33] Quando il chiliarca giunse a Betlemme, non trovando
né la madre del Signore né gli apostoli, fece arrestare i betlemiti
dicendo loro: "Non siete voi venuti a narrare al governatore e ai
sacerdoti tutti i segni avvenuti e a dire che gli apostoli erano qui
convenuti da ogni regione? Dove sono dunque? Su, venite dal governatore a
Gerusalemme". Il chiliarca ignorava la partenza degli apostoli e della
madre del Signore per Gerusalemme. Presi i betlemiti, il chiliarca si
presentò al governatore, dicendo di non aver trovato nessuno. [34] Ma dai segni e dalle meraviglie che ivi avvenivano,
dopo cinque giorni il governatore, i sacerdoti e tutta la città vennero a
sapere che la madre del Signore era, con gli apostoli, a casa sua, a
Gerusalemme. Era convenuta una moltitudine di uomini, donne e
fanciulli, e gridava: "Vergine santa che hai generato Cristo, nostro
Dio, non dimenticarti del genere umano". [35] Dopo questi avvenimenti, il popolo degli Ebrei e i
sacerdoti, trascinati sempre più dalla passione, presero legna e fuoco, e
andarono ad incendiare la casa dove si trovava la madre del Signore con
gli apostoli. Da lontano, il governatore guardava lo spettacolo. Quando la folla degli Ebrei fu sotto la porta di casa,
dall'interno, per opera di un angelo, divampò improvvisa una vampata di
fuoco e bruciò una grande moltitudine di Ebrei. Ci fu allora un grande
timore in tutta la città e glorificavano il Dio nato da lei. [36] Alla vista dell'accaduto, il governatore gridò ad
alta voce e davanti a tutto il popolo: "Colui che è nato dalla
vergine, che voi pensavate di cacciare, è veramente figlio di Dio.
Questi, infatti, sono i segni del vero Dio". Tra gli Ebrei nacque una divisione giacché molti
credettero nel nome del Signore nostro Gesù Cristo a causa dei segni
avvenuti. [37] Veglia e morte di Maria. Dopo che a motivo della
teotoco e sempre vergine Maria, madre del Signore, avevano avuto luogo
tutte queste meraviglie, noi apostoli eravamo con lei in Gerusalemme
allorché lo Spirito santo ci disse: "Sapete che di domenica la
vergine Maria ebbe l'annunzio dell'arcangelo Gabriele; di domenica nacque
a Betlemme il Salvatore; di domenica i figli di Gerusalemme uscirono
incontro a lui con rami di palma, dicendo: "Osanna nel più alto dei
cieli, benedetto colui che viene nel nome del Signore"; di domenica
egli risuscitò dai morti; di domenica verrà a giudicare i vivi e i
morti; di domenica verrà dai cieli per la gloria e l'onore dell'ascesa
della santa e gloriosa vergine che l'ha generato". [38] In quella stessa domenica, la madre del Signore
disse agli apostoli: "Versate incenso, giacché viene Cristo con una
schiera di angeli". E Cristo giunse seduto su di un cherubino: mentre
noi tutti stavamo pregando apparvero innumerevoli moltitudini di angeli e
il Signore, con grande potenza, sostenuto dai cherubini. Un bagliore di
luce irradiò la santa vergine, per la venuta del suo figlio unigenito, e
tutte le potenze dei cieli, prostrandosi, l'adorarono. [39] Il Signore rivolse la parola a sua madre, dicendo:
"Maria". Lei rispose: "Eccomi, Signore!". Il Signore
proseguì: "Non rattristarti! Si rallegri anzi il tuo cuore ed esulti
poiché hai avuto la grazia di contemplare la gloria datami dal Padre
mio". Sollevati gli occhi, la santa madre di Dio vide in lui
una gloria che bocca d'uomo è incapace di esprimere e di intendere Il Signore restò presso di lei, dicendo: "Da questo
momento il tuo prezioso corpo sarà trasportato in paradiso, e l'anima tua
santa in cielo tra i tesori del Padre mio, in uno splendore straordinario,
dove è pace e gioia di angeli santi ed altro ancora". [40] La madre del Signore gli rispose: "Poni su di
me la tua destra, Signore, e benedicimi!". Il Signore stese la sua
destra immacolata e la benedisse, e lei afferrò la sua immacolata destra
e la baciava dicendo: "Adoro questa destra che ha creato il cielo e
la terra, invoco il tuo celebrato nome. Cristo Dio, re dei secoli,
unigenito del Padre, accogli la tua ancella, tu che ti sei degnato di
nascere dalla mia pochezza per salvare il genere umano secondo la tua
ineffabile disposizione. Concedi il tuo aiuto a ogni uomo che invoca, che
prega o proferisce il nome della tua ancella". [41] Mentre lei così parlava, gli apostoli si
accostarono ai suoi piedi, si prostrarono e dissero: "Madre del
Signore, lascia al mondo una benedizione! Tu, infatti, ti allontani da
esso. Tu l'hai benedetto e l'hai rialzato dalla sua rovina, partorendo la
luce del mondo". La madre del Signore supplicò e così disse nella sua
preghiera: "Dio che per la tua grande bontà hai mandato dai cieli il
tuo unigenito ad abitare nel mio povero corpo, tu che ti sei degnato di
essere partorito dalla mia pochezza, abbi pietà del mondo e di ogni anima
che invoca il tuo nome". [42] E proseguì ancora a pregare: "Signore, re dei
cieli, Figlio del Dio vivo, accogli ogni uomo che invoca il tuo nome
affinché la tua nascita sia glorificata". Ed ancora: "Signore, Gesù Cristo, che tutto puoi in
cielo e in terra, con questa preghiera io supplico il tuo santo nome
affinché in ogni tempo e luogo in cui si fa memoria del mio nome tu
santifichi quel luogo e glorifichi coloro che ti glorificano mediante il
mio nome, accettando ogni loro offerta, ogni supplica, ogni
preghiera". [43] Dopo che ella ebbe pregato così, il Signore disse a
sua madre: "Gioisca ed esulti il tuo cuore. Dal Padre mio che è nei
cieli, da me e dallo Spirito santo, ti fu concessa ogni grazia e ogni
dono. Ogni anima che invoca il tuo nome non sarà confusa, ma troverà
misericordia, consolazione, aiuto e fiducia in questo secolo e nel futuro,
davanti al Padre mio che è nei cieli". [44] Rivolto poi a Pietro, il Signore disse: "E'
giunto il momento di intonare l'inno". Quando Pietro intonò l'inno,
tutte le potenze del cielo risposero l'alleluia. Allora il volto della
madre del Signore divenne più splendente della luce e, alzatasi in piedi,
con la sua mano benedisse ogni apostolo. Tutti ringraziarono Dio. Stese le sue mani immacolate, il Signore accolse la santa
e pura anima di lei. [45] All'uscita della sua anima pura, il luogo si riempì
di profumo e di luce ineffabile, e s'udì dal cielo una voce che diceva:
"Te beata tra le donne!". Pietro, io Giovanni, Paolo e Tomaso corremmo ad
abbracciare i suoi preziosi piedi per essere santificati. Poi i dodici
apostoli deposero il suo prezioso e santo corpo sulla lettiga e lo
portarono via. [46] Mentre la portavano via, un Ebreo dal corpo robusto
di nome Iefonia, si lanciò per assalire la lettiga portata dagli
apostoli; ma con forza invisibile un angelo del Signore che era dietro di
lui con una spada di fuoco, gli troncò le due mani e le lasciò appese
per aria attorno alla lettiga. [47] Dopo questo prodigio, tutto il popolo degli Ebrei,
che ne era stato spettatore, gridò: "Colui che è nato da te,
teotoco sempre vergine Maria, è proprio il vero Dio!". Avendo Pietro
comandato a Iefonia di fare conoscere i prodigi di Dio, questi s'alzò di
dietro la lettiga e prese a gridare: "Santa Maria, che hai generato
Cristo Dio, abbi pietà di me!". Pietro rivolto verso di lui, gli disse: "Nel nome di
colui che è nato da lei, si riattaccheranno le mani che ti sono state
strappate". Alla parola di Pietro, le mani pendenti dalla lettiga
della signora subito si ritrassero e si riattaccarono a Iefonia. Egli
credette e glorificò Cristo Dio, nato da lei. [48] La sepoltura. Dopo questo prodigio, gli apostoli
trasportarono la lettiga e deposero il suo corpo santo e prezioso in una
tomba nuova del Getsemani; e un profumo squisito si diffuse dalla sacra
tomba della nostra signora teotoco. Per tre giorni si udirono voci di angeli invisibili che
glorificavano Cristo, Dio nostro, nato da lei. Dopo il terzo giorno le
voci non si udirono più: tutti allora compresero che il puro e prezioso
corpo di lei era stato trasportato in paradiso. [49] Dopo che fu trasportato, vedemmo Elisabetta, madre
di san Giovanni Battista, Anna, madre della signora, Abramo, Isacco,
Giacobbe e David, che cantavano l'alleluia, e tutti i cori dei santi che
veneravano i preziosi resti della madre del Signore: il paradiso, il luogo
ove fu trasportato il prezioso e santo corpo di lei, era tutto raggiante
di luce incomparabile e tutto pervaso di profumo, v'era pure la melodia di
quanti inneggiavano a colui che da lei è nato, una melodia così dolce
che solo ai vergini è dato di ascoltare e della quale non si è mai sazi. [50] Alla vista dell'improvvisa e meravigliosa
traslazione del santo suo corpo, noi apostoli glorificammo Dio che ci
aveva mostrato i suoi prodigi nell'ascesa della madre del Signore nostro
Gesù Cristo. Per le sue preghiere e la sua intercessione, ci sia
concesso di restare tutti sotto la sua protezione, sotto il suo aiuto e
sotto la sua salvaguardia in questo secolo e nel futuro, glorificando in
ogni tempo e luogo il suo Figlio unigenito unitamente al Padre e allo
Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen. MORTE DI NOSTRA SIGNORA SEMPRE VERGINE TEOTOCO MARIA scritta da Giovanni arcivescovo di Tessalonica * [1, 1] Premessa. Alla mirabile, gloriosissima e veramente
grande signora di tutto il mondo, madre sempre vergine del Dio e salvatore
nostro Gesù Cristo, vera genitrice di Dio, è dovuto un degno inno, onore
e gloria da ogni creatura che è sotto il cielo, per il beneficio che per
mezzo suo derivò a tutte le creature in merito dell'economia della venuta
in carne dell'unigenito Figlio e Verbo di Dio Padre. Dopo la volontaria passione, la risurrezione dai morti e
l'ascensione al cielo del Verbo di Dio, che veramente si era incarnato e
fatto uomo da lei, rimase non poco con gli apostoli in Giudea, nei pressi
di Gerusalemme, dimorando spesso in casa dell'apostolo vergine, prediletto
dal Signore, come dice la Scrittura. [2] Questa vergine madre di Dio veramente gloriosa lasciò
la terra di morte naturale, dopo che era già passato un certo lasso di
tempo dal giorno in cui i singoli apostoli, per ordine dello Spirito
santo, erano andati a predicare il vangelo in tutto il mondo. I prodigi che allora ebbero luogo furono da alcuni
tramandati anche per scritto, e quasi tutta la terra che è sotto il cielo
festeggia annualmente il ricordo del suo riposo, ad eccezione di pochi
luoghi: uno di questi è appunto la metropoli dei Tessalonicesi, da Dio
protetta. [3] E che dunque? Rimprovereremo i nostri predecessori di
negligenza e di indolenza? Questo non si può né dire, né pensare. Tutti
infatti ebbero per norma di lasciare alla loro patria esimie virtù onde
noi nelle sinassi e nelle preghiere non solo ricordiamo spiritualmente i
santi nazionali, ma anche quasi tutti coloro che hanno combattuto per
Cristo, e in tal modo ci rendiamo cari a Dio. Essi dunque non hanno
peccato di negligenza, né di trascuratezza. Sebbene, come già ho detto, quanto riguarda l'ultima
fine della Vergine sia stato scritto accuratamente da persone che erano
presenti, fu però contaminato con la loro propria zizzania da malvagi
eretici venuti dopo. Per questo motivo i nostri padri respinsero tali
scritti che in nessun modo concordavano con la Chiesa cattolica e perciò
la stessa festività andò dimenticata. Non stupitevi all'udire che gli
eretici hanno contaminato quegli scritti: con l'andare del tempo si scoprì
infatti che fecero lo stesso anche alle Epistole dell'Apostolo e agli
stessi santi Vangeli. [4] Ma i loro odiosi inganni non ci facciano disprezzare
documenti che sono veritieri; dopo avere eliminato la semente nociva, per
la gloria di Dio e il giovamento delle anime, accogliamo e ricordiamo -
con la sua approvazione - quanto è veramente accaduto ai suoi santi. Sappiamo che si sono comportati così sia i nostri
predecessori immediati, che i santi padri che li hanno preceduti da lungo
tempo: gli uni verso i cosiddetti viaggi dei santi apostoli Pietro, Paolo,
Andrea e Giovanni, gli altri verso molti scritti sui martiri cristiani. E,
infatti, è proprio necessario "rimuovere le pietre dalla
strada", come dice la Scrittura, affinché in esse non inciampi il
gregge che Dio ha radunato. [2, 1] Noi dunque affinché non manchi alcunché di buono
a questa metropoli amante di Cristo, essendo assolutamente necessario
lodare con sincerità la benefica signora del mondo, cioè la teotoco e
sempre vergine Maria, è con gaudio spirituale che in occasione della
festa commemorativa del suo riposo, per scuotere ed edificare le vostre
anime, abbiamo messo non poca diligenza per potere proporre alle vostre
benevole orecchie non già tutto quanto abbiamo trovato scritto in diversi
libri, ma solo quelle cose che risultano veramente accadute e per le quali
ancora oggi abbiamo la testimonianza di certi luoghi. Con il timore di Dio e l'amore verso la verità abbiamo
raccolto queste cose, tralasciando i commenti narrativi in quanto questi
sono il prodotto della malizia dei falsari e non hanno alcuna ragione
d'essere. [2] Udendo con salutare rispetto i prodigi veramente
tremendi e grandi, degni della madre di Dio, che hanno avuto luogo al suo
ammirabile riposo, dopo Dio, ringraziamo degnamente l'immacolata signora e
teotoco Maria e con opere buone manifestiamoci degni dei suoi benefici. E voi nel ricevere questo piccolo segno del nostro
affetto, constatando la diligenza con cui per mezzo del presente
libriccino vi esorto a salire più in alto, come fratelli e figli
carissimi nel Signore, ricambiate il mio affetto invocando su di me
l'aiuto di Dio per mezzo della preghiera perseverante. Sua infatti è la
gloria, l'onore e la sovranità nei secoli dei secoli. Amen. [3, 1] Annunzio della morte. Quando la santa teotoco
Maria stava per abbandonare il corpo, andò da lei il grande angelo che le
disse: "Maria, alzati! Prendi questa palma datami da colui che ha
piantato il paradiso e dalla agli apostoli affinché con essa cantino inni
davanti a te: di qui a tre giorni avrà luogo, infatti, la deposizione del
tuo corpo. Ecco ch'io mando da te tutti gli apostoli: essi ti daranno
sepoltura e contempleranno la tua gloria, fino a quando non ti porteranno
al tuo luogo". Maria rispose all'angelo: "Perché hai portato
una sola palma e non una per ciascuno sicché gli altri non mormorino
contro colui al quale la darò? E che cosa vuoi ch'io faccia? Qual è il
tuo nome, affinché io sappia rispondere a chi mi interrogherà?".
L'angelo le rispose: "Perché domandi il mio nome? E' terribile
udirlo. Sulla palma non avere dubbi: per suo mezzo guariranno molti e sarà
una prova per tutti gli abitanti di Gerusalemme. Sarà vista da chi crede,
ma per chi non crede sarà nascosta. Va' dunque sul monte". [2] Visita di Gesù. Maria allora partì e salì sul
monte degli Ulivi, preceduta dallo splendore dell'angelo con la palma in
mano. Non appena lei giunse sul monte, tutto il monte con ¡ suoi alberi
si rallegrò e questi chinarono la loro cima in adorazione. A questa
vista, Maria si turbò e, pensando che ci fosse Gesù, disse: "Non
sei forse tu il Signore, e non è forse per te che accade un prodigio così
grande tanto che gli alberi più alti ti adorano? So che nessuno può fare
un miracolo così grande all'infuori del Signore della gloria che si è
affidato a me". Ma l'angelo le disse: "Nessuno può compiere prodigi
all'infuori di colui che dà forza a tutti. Io prendo le anime di coloro
che si umiliano davanti a Dio e, nel giorno in cui abbandonano il corpo,
le trasferisco nel luogo dei giusti. Quando tu deporrai il corpo io
ritornerò da te". [3] Maria gli domandò: "Signore, sotto quale forma
vieni dai tuoi eletti? Dimmi, te ne prego, dimmi come stanno le cose
affinché sappia cosa fare quando tu mi verrai a prendere". Le
rispose: "Ma che cosa pensi, Signora? Quando Dio manderà da te, io
non sarò solo, ma vi saranno tutti gli eserciti degli angeli e canteranno
inni davanti a te". Ciò detto l'angelo divenne come la luce e salì
in cielo. [4, 1] Maria se ne ritornò a casa; ma per la gloria
della palma che teneva in mano, la sua dimora subito si agitò; lei allora
entrò in camera sua, nascose la palma in un lenzuolo, e poi pregò il
Signore, dicendo: "Ascolta, Signore, la preghiera di tua madre,
Maria, che grida verso di te, e inviami la tua benevolenza. Nel momento in
cui io uscirò dal corpo, non mi venga davanti nessuna autorità, realizza
invece quanto mi hai risposto allorché, piangendo, io dissi: "Che
farò per scacciare le potestà che verranno sull'anima mia?". Tu mi
hai promesso: "Non piangere! A te non verranno né angeli né
arcangeli, né cherubini né serafini, né alcuna altra potestà, ma io
stesso verrò dall'anima tua". Il dolore della puerpera è ormai
vicino". [2] Poi pregò ancora, dicendo: "Benedico la luce
eterna in cui abiti, benedico la piantagione delle tue mani che dura in
eterno. O santo, che dimori tra i santi, ascolta la voce della mia
preghiera!". [5, 1] Visita dei parenti. Detto questo uscì e disse
alla domestica di casa sua: "Ascolta, va' a chiamare tutti i parenti
e gli amici, dicendo: "Maria vi chiama"". La domestica uscì,
chiamò tutti come le era stato ordinato e, allorché giunsero, Maria
disse loro: "Padri e fratelli, aiutatemi! Sono in procinto di
abbandonare il corpo per il mio riposo eterno. Siate pronti ad offrirmi un
grande beneficio. Non vi domando né oro né argento, cose vane e
corruttibili, ma vi chiedo un po' di umanità, che vogliate cioè restare
con me per due notti, che ognuno abbia la sua lucerna e per tre giorni non
la lasci spegnere. E prima di allontanarmi vi benedirò". [2] Così fecero. Intanto si diffuse la notizia tra tutti
i parenti e amici di Maria, e andavano tutti da lei. Quando li vide tutti
attorno a sé, Maria disse: "Padri e fratelli, aiutiamoci, vegliamo
con le lucerne accese, giacché non sappiamo quando verrà il ladro. Mi è
stato manifestato, fratelli miei, quando partirò: lo so, mi è stato
insegnato, e non ho timore: è un fatto universale. Mi guardo però dal
guerriero che dà battaglia a tutti, ma non può avere il sopravvento sui
giusti e sui fedeli, mentre stravince gli infedeli, i peccatori e quanti
fanno la sua volontà: in costoro egli fa ciò che vuole. Ma i giusti non
li può vincere, perché in essi l'angelo del male non trova nulla di suo,
e pieno di vergogna se ne allontana. [3] Con la morte, entrano nell'uomo due angeli, uno della
giustizia, l'altro della cattiveria. Quando la morte scuote l'anima, si
accostano questi due angeli e si discutono il suo corpo. Se si constata
che quell'uomo ha compiuto le opere della giustizia, l'angelo della
giustizia ne gode perché in lui il maligno non ha nulla di suo. Presso
quest'anima si radunano molti angeli e cantano inni fino a quando non sia
giunta al luogo di tutti i giusti; nel mentre l'angelo della cattiveria
piange perché in lui non ha nulla di suo. Se invece si constata che ha
compiuto le opere cattive, ne gode anche lui e chiama altri angeli
maligni, che prendono quell'anima e la tormentano; e l'angelo della
giustizia si duole grandemente. Or dunque, padri e fratelli, aiutiamoci
affinché in noi non si trovi nulla di cattivo". [4] A Maria che così parlava, le donne risposero:
"Sorella nostra, divenuta madre di Dio e signora di tutto il mondo,
tutti noi abbiamo paura, ma tu che cosa hai da temere, tu che sei la madre del Signore? Guai a noi! E dove potremo fuggire
se tu dici cose del genere? Tu sei l'attesa di noi tutti. Noi piccolini
che cosa possiamo fare, dove ci possiamo rifugiare? Se il pastore ha paura
del lupo, dove fuggiranno le pecore?". Tutti i presenti piangevano. Maria disse: "Tacete,
fratelli, non piangete! Glorificate invece colei che ora è in mezzo a
voi. Vi prego di non piangere, in questo luogo, la vergine di Dio. Invece
di piangere, salmodiate affinché lei passi a tutte le generazioni della
terra e a ogni uomo di Dio. Salmodiate dunque, invece di piangere, e il
pianto sia sostituito dalla benedizione". [6, 1] Arrivo di Giovanni. Maria chiamò poi i più
vicini e disse loro: "Alzatevi e pregate". Dopo avere pregato,
sedettero parlando delle gesta e dei prodigi divini. Mentre così parlavano, giunse l'apostolo Giovanni,
picchiò all'uscio di Maria, aprì ed entrò. A quella vista, Maria si
turbò, pianse ed esclamò a gran voce: "Giovanni, figlio mio, non ti
dimenticare di quanto, a mio proposito, ti ha ordinato il tuo Maestro
allorché lo piangevo in croce, dicendo: "Tu te ne vai, figlio mio,
ed a chi mi lasci, presso chi abiterò?". E mentre tu vedevi e udivi,
egli mi rispose: "C'è Giovanni che si interesserà di te". Ora,
figlio mio, non dimenticare quanto, a mio proposito, ti è stato ordinato,
ricordando che egli ti ha amato più di tutti gli altri apostoli.
Ricordati che, a preferenza degli altri, hai posato il capo sul suo petto.
Ricordati che, mentre posavi il capo sul suo petto, è solo a te che disse
il mistero noto soltanto a me e a te, poiché tu sei vergine ed eletto.
Egli non volle rattristarmi perché fui la sua abitazione. Gli avevo
detto, infatti: "Dimmi quanto hai manifestato a Giovanni". Ed
egli lo disse a te, e tu mi hai comunicato il segreto. Ora figlio mio,
Giovanni, non abbandonarmi". [2] Così dicendo Maria piangeva silenziosamente.
Giovanni non la reggeva perché il suo spirito si era turbato e non
comprese quanto gli diceva Maria. Non sapeva che lei stava per abbandonare
il corpo. Allora le domandò: "Maria, madre del Signore, che cosa
vuoi che ti faccia? Ti ho lasciato il mio servo affinché ti desse il
cibo. Non pensare ch'io trasgredisca l'ordine datomi dal Signore con le
parole: "Gira tutto il mondo, fino a quando sia distrutto il
peccato". Dimmi un po' ora qual è il cruccio del tuo spirito. Ti
manca, forse, qualcosa?". [3] Maria rispose: "Giovanni, figlio mio, non mi
manca alcuna cosa di questo mondo, ma dopodomani abbandono il corpo. Ti
prego di usarmi umanità, di difendere il mio corpo e di deporlo in una
tomba da solo. Custodiscilo con gli apostoli tuoi fratelli, a causa dei prìncipi
dei sacerdoti. Con le mie proprie orecchie li ho uditi, infatti,
affermare: "Se troveremo il suo corpo, lo bruceremo: da lei infatti
è uscito quell'imbroglione"". Quando Giovanni udì: "Abbandono il corpo",
cadde in ginocchio e pianse, dicendo: "Chi siamo noi, Signore, che ci
manifesti queste tribolazioni? Ancora non abbiamo dimenticato la prima, ed
ecco che ne dobbiamo sopportare un'altra, perché, Maria, anch'io non
abbandono il corpo e così tu ti possa interessare di me?". Di fronte a Giovanni che piangeva nel proferire queste
cose, Maria pregò i parenti di tacere: anch'essi, infatti, stavano
piangendo. Poi disse a Giovanni: "Figlio, abbi pazienza verso di me,
e non piangere più". Giovanni allora s'alzò e si asciugò le
lacrime. Maria gli disse: "Esci con me, prega la folla che canti
salmi fino a quando ti abbia parlato". [4] Mentre quelli salmodiavano, lei introdusse Giovanni
nella sua cella e gli fece vedere tutto il suo preparativo funebre, la sua
tenda preparata, dicendo: "Figlio mio, Giovanni, tu sai che su questa
terra io non ho altro che il mio preparativo funebre e due tuniche.
Orbene, qui ci sono due vedove: quando avrò lasciato il corpo, dà una
tunica a ognuna di loro". Lo condusse poi dove era la palma datale dall'angelo, e
gli disse: "Figlio mio, Giovanni, prendi questa palma! La porterai
davanti alla mia lettiga, come mi è stato ordinato". Egli allora le
disse: "Non la posso prendere fino a quando non saranno qui i miei
coapostoli, affinché quando giungeranno non sorgano tra noi mormorazioni
e liti. Tra loro, infatti, c'è chi è più grande di me ed è stato posto
sopra di noi. Ma quando ci raduneremo, ci sarà l'accordo". [7, 1] Arrivo di tutti gli apostoli. Mentre uscivano
dalla cella, ci fu un gran tuono che turbò tutti i presenti. Dopo il
tuono, gli undici apostoli furono lasciati davanti alla porta di Maria:
ognuno era seduto su di una nube. Il primo fu Pietro il secondo Paolo,
trasportato anch'egli da una nube essendo stato annoverato tra gli
apostoli: aveva avuto i primi elementi della fede in Cristo. Dopo di loro,
sulle nubi, tutti gli altri apostoli furono radunati davanti alla porta di
Maria. Si salutarono, e si guardarono meravigliandosi del modo con cui
erano convenuti. Pietro disse: "Fratelli, preghiamo Dio che ci ha
radunato ed in specie perché è con noi il fratello Paolo". Dopo le
parole di Pietro, si misero a pregare dicendo a una sola voce:
"Preghiamo affinché ci sia manifestato il motivo per cui Dio ci ha
radunati". E ognuno passava all'altro l'onore di guidare la
preghiera. [2] Pietro disse a Paolo: "Paolo, mio fratello,
alzati e prega prima di me, giacché provai una grande gioia allorché hai
ricevuto la fede in Cristo". Paolo gli rispose: "Scusami,
Pietro, padre mio! Io sono un neofita e indegno di calpestare le impronte
dei vostri piedi. Come potrei pregare prima di te? Tu sei la colonna
luminosa, e tutti i fratelli qui presenti sono più importanti di me. Tu
dunque, padre, supplica per me e per tutti affinché resti con noi la
grazia del Signore". [3] Gli apostoli furono contenti dell'umiltà di Paolo e
dissero: "Padre Pietro, tu che sei stato posto al di sopra di noi,
prega tu prima di noi". Allora Pietro pregò, dicendo: "Il Dio e
Padre nostro e il Signore Gesù Cristo vi glorificherà, come è
glorificato il servizio che è in me; ed, infatti, io sono un piccolissimo
fratello e servo. Come sono stato eletto io, così anche voi, ed a noi
tutti fu data un'unica vocazione. Perciò chi glorifica l'altro, glorifica
Gesù e non un uomo. Questo è infatti il comandamento del Maestro: che ci
amiamo vicendevolmente". [4] Pietro allargò poi le sue braccia e ringraziò,
dicendo: "Signore onnipotente che siedi in alto sui cherubini e vedi
le cose piccole, tu che dimori nella luce inaccessibile, tu che sciogli
quanto è difficile e riveli i tesori nascosti, tu hai posto in noi la tua
benignità. Qual dio è così benevolo come te? Non hai distolto da noi la
tua misericordia, perché liberi dal male chiunque spera in te. Tu vivi ed
hai vinto la morte ora e per tutti i secoli. Amen". E nuovamente si
salutarono. [8, 1] Ed ecco che venne in mezzo a loro anche Giovanni.
Disse: "Voi tutti, benedite anche me". Allora ognuno, secondo il
suo ordine, abbracciò anche lui. Dopo il saluto, Pietro gli domandò:
"Giovanni, amato dal Signore, come sei giunto qui e da quanti
giorni?". Giovanni rispose: "Mi trovavo nella città di Sardi ed
avevo insegnato fino all'ora nona, allorché discese una nube nel luogo
ove eravamo radunati e, al cospetto di tutti coloro che erano con me, mi
prese e mi portò fino qui. Picchiai alla porta, mi aprirono e trovai una
folla attorno alla madre nostra Maria, la quale mi disse: "Abbandono
il corpo!". Io non potei resistere ed, in mezzo a tutti i presenti,
fui accasciato dal dolore. Or dunque, fratelli, se domani mattina entrate
da lei, non piangete e non turbatevi affinché tutti i circostanti nel
vederci piangere non dubitino della risurrezione, e dicano: "Anche
costoro, dunque, hanno paura della morte!". Facciamoci, invece,
coraggio con le parole del nostro buon Maestro". [2] Il giorno dopo gli apostoli entrarono in casa di
Maria e dissero tutti insieme: "Beata Maria, madre di tutti coloro
che sono salvi, sia con te la grazia!". Maria domandò: "Come
siete entrati qui, e chi vi ha annunziato che abbandono il corpo? Come vi
siete radunati? Vi vedo qui riuniti e ne gioisco grandemente". Ognuno disse la regione dalla quale era stato trasportato
ed aggiunsero: "Siamo stati presi dalle nubi e radunati qui".
Tutti insieme la lodarono poi, dicendo: "Ti benedica il Signore che
salva tutti". Maria esultò nello spirito e disse: "Benedico te
che dispensi le benedizioni a tutti. Benedico la dimora della tua gloria. Benedico te, datore della luce, che hai preso abitazione
nel mio ventre. Benedico tutte le opere delle tue mani, che ti
obbediscono con totale soggezione. Benedico te, che hai benedetto noi. Benedico le tue parole di vita uscite dalla tua bocca e
date veramente a noi. Credo proprio che si avveri quanto mi hai detto, e
cioè: "Quando uscirai dal corpo radunerò da te tutti gli
apostoli". Eccoli radunati ed io in mezzo a loro come una vite
fruttifera, come quando ero con te. Ti benedico con ogni benedizione. Si avverino dunque
anche le altre cose che mi hai detto, allorché mi hai assicurato:
"Quando uscirai dal corpo mi vedrai"". [3] Ciò detto, chiamò Pietro e tutti gli apostoli, li
introdusse nella sua cella e mostrò loro i suoi preparativi funebri. Poi,
uscita, stette in mezzo a tutti gli altri, mentre le lucerne erano sempre
accese poiché, come aveva domandato Maria, non le avevano lasciate
spegnersi. [9, 1] Veglia nell'attesa della morte. Tramontato il sole
del secondo giorno di preparazione all'uscita di Maria dal corpo Pietro
disse a tutti gli apostoli: "Fratelli, chi di voi ha qualche parola
formativa la dica per intrattenere la gente durante tutta la notte con
esortazioni". Gli apostoli risposero: "E chi è più dotto di
te? Sarà per noi una grandissima gioia udire la tua parola
formativa". [2] Allora Pietro prese a dire: "Bene avete fatto
fratelli e voi tutti convenuti qui in questo luogo, con le lucerne accese
e splendenti con il fuoco di questa terra visibile, nell'ora del trapasso
della madre nostra Maria. Voglio che anche ognuno di voi prenda la sua
lucerna immateriale, per il secolo eterno, cioè la lucerna triplice
dell'uomo interiore: il nostro corpo, l'anima e lo spirito. Se queste tre
cose splenderanno con fuoco genuino verso (il luogo) ove tendete non
sarete confusi allorché entrerete alle nozze per riposarvi con lo sposo.
Così è della nostra madre Maria. Lo splendore della sua lucerna ha
colmato tutta la terra e non si estinguerà fino alla fine del mondo,
affinché coloro che vogliono salvarsi attingano da essa la forza. Non
pensate dunque che la morte di Maria sia una morte. Non è morte, ma vita
eterna, perché "presso Dio la morte dei giusti è in
gloria"". Questa, infatti, è la gloria e la seconda morte non
potrà arrecarle danno. [3] Mentre Pietro stava ancora parlando, nella casa
risplendette una luce così grande da offuscare il lume delle lucerne e
s'udì una voce che diceva: "Pietro, dì loro con saggezza le cose
che possono sopportare, come un medico che proporziona la medicina alle
sofferenze dei malati, come una balia che proporziona il cibo all'età del
bambino". Pietro allora alzò la voce e disse: "Ti benediciamo,
Cristo, moderatore delle nostre anime!". [10, 1] Rivolto alle vergini presenti, Pietro disse:
"Udite la vostra grazia, la vostra gloria e il vostro onore. Beati
coloro che custodiscono lo splendore della loro santità. Udite e imparate
ciò che ha detto il nostro Maestro: "Il regno dei cieli è simile
alle vergini". Non disse: è simile a molti anni; gli anni, infatti,
passano mentre il nome della verginità non passerà; non la assimilò a
un ricco, poiché le ricchezze diminuiscono, mentre il nome della verginità
rimane. Perciò credo che voi andrete nella gloria. Dunque egli assimilò
a voi il regno dei cieli, perché non avete alcuna preoccupazione. Quando
su di voi giunge la morte, non dite: "Guai a noi! Dove andremo? A chi
lasceremo i nostri poveri fanciulli, le grandi ricchezze, i campi
seminati, le nostre risorse!". Non avrete alcun pensiero di questo
genere. Non avrete altra preoccupazione all'infuori della vostra verginità,
e quando la morte giunge su di voi siete preparati e non vi manca nulla. [2] Affinché impariate che non c'è nulla di più grande
del nome della virtù e nulla più greve delle cose che concernono questo
mondo, udite questo. In una città c'era un ricco che abbondava di ogni cosa
buona, ed aveva anche dei domestici. Avvenne che due domestici peccassero
contro di lui, non assecondando i suoi ordini. Il padrone, adirato, li
segregò, per un certo tempo, in una regione lontana con l'intenzione di
richiamarli poi più tardi. Uno di questi domestici si costruì una casa,
piantò una vigna, installò un mulino ed acquistò molti altri
possedimenti. L'altro, invece, se con il suo lavoro guadagnava qualcosa lo
trasformava in oro; chiamato poi un orefice tratteggiò una corona e disse
all'orefice: "Io sono un servo, ho il signore e un suo figlio.
Trasforma questo in una corona d'oro". L'orefice compì il suo lavoro
e disse al servo: "Su, mettiti la corona sul capo!". Il servo
rispose: "Eccoti la ricompensa. Io ho, infatti, un tempo ben
determinato per portare la corona". Allora l'orefice capì il
significato di quanto aveva detto il domestico, e se ne andò a casa sua. [3] Intanto si avvicinò il tempo che era stato stabilito
per l'esilio, ed il padrone mandò loro un messo con l'ordine severo:
"Se entro sette giorni non me li ricondurrai, te la passerai
male". Il servo si affrettò a partire, andò in quella regione e
trovò i domestici di notte come di giorno. Preso quello che aveva
acquistato casa, vigne e le altre opere, gli disse: "Il mio signore
mi ha inviato da te, andiamo!". Ma quello gli rispose: Abbi pazienza fino a quando avrò venduto quanto ho
comprato qui. Il ministro gli disse: "Non posso procrastinare! Mi
sono stati dati sette giorni di tempo; temo le sue minacce e perciò non
posso attendere". Il servo allora si mise a piangere, dicendo:
"Guai a me! Sono stato trovato impreparato". Il ministro gli
disse: "Pessimo servo, non sapevi di essere a servizio, ignoravi che
eri stato allontanato, ma che il signore ti poteva chiamare a suo piacere?
Perché hai piantato vigne dalle quali non prendere nulla, mentre intanto
sei stato trovato impreparato? Tu dovevi essere preparato prima del mio
arrivo". E il servo disse piangendo: "Guai a me! Pensavo di
restarmene per sempre in esilio, credevo che il mio signore non mi
chiamasse più, perciò mi sono comperati tutti questi possedimenti in
questa regione". Il ministro gli ordinò di partire abbandonando
tutto. [4] Avuta notizia di questa missione, l'altro servo prese
la corona, si incamminò sulla strada che doveva percorrere il ministro ed
aspettò pazientemente. Quando giunse, gli disse: "Il mio padrone ti
ha inviato da me: andiamo! Non c'è nulla che mi trattenga, quello che ho
essendo ben leggero: altro non ho all'infuori di questa corona d'oro. L'ho
preparata nella mia quotidiana attesa, con il desiderio che il mio signore
mi usasse misericordia, che il mio padrone mi mandasse a togliere da
questo esilio e che persone invidiose non mi rubassero la corona. Ora il
mio desiderio è stato esaudito. Alziamoci ed andiamo!". [5] I due servi allora partirono con il ministro. Quando
il padrone li vide, disse a quello che non aveva nulla: "Qual è il
frutto del tuo lavoro in così lungo tempo di segregazione?". Gli
rispose: "Mi hai mandato un soldato severo, padrone! L'ho pregato che
mi permettesse di vendere i miei beni e poterne così portare il ricavato,
ma mi rispose: "Non ne ho il permesso!". Il padrone allora gli
disse: "Servo cattivo, solo all'arrivo del mio servo ti sei ricordato
di vendere. Perché non hai riflettuto che si trattava di un tempo di
segregazione, e che quest'abbondanza di beni non ti avrebbe
giovato?". Adirato, ordinò che fosse legato mani e piedi e mandato
in luoghi più desolati. Chiamò poi colui che portava la corona e gli disse:
"Coraggio, servo buono e fedele! Dalla corona che hai fatto si vede
che hai desiderato la libertà: la corona è, infatti, per le persone
libere. Non hai osato mettertela, perché desideravi avere il permesso del
tuo padrone. Nella maniera con cui tu hai desiderato la libertà, così io
te la do". Allora fu liberato e posto a capo di molte cose". [11, 1] Dopo aver detto queste cose alle vergini che
attorniavano Maria, Pietro disse alla folla: "Noi pure, fratelli,
ascoltiamo quanto ci accadrà. Veramente, infatti, le vergini del vero
sposo, cioè del Figlio di Dio e Padre di tutto il creato, siamo noi, cioè
il genere umano verso il quale, in principio, Dio si adirò e scacciò
Adamo in questo mondo. Noi dunque abitiamo in questo mondo come persone
colpite da sdegno e come sotto scomunica, ma non ci è concesso di
restarvi. Viene, infatti, il giorno di ognuno ed egli è trasferito là
ove sono i nostri padri e antenati, dov'è Abramo, Isacco e Giacobbe;
quando giunge la fine di ognuno, è mandato a lui un forte ministro, cioè
la morte; il suo arrivo all'anima del peccatore ammalato, che si è
ammassate molte iniquità e peccati, è grandemente molesto, e perciò
egli supplica: "Abbi un po' di pazienza verso di me, solo per breve
tempo, fino a quando non mi sarò liberato dei peccati che ho piantato nel
mio corpo". Ma la morte non ascolta. [2] Come potrebbe concedere ancora un lasso di tempo, una
volta che è terminato quello che gli era stato fissato? Non avendo nulla
di giusto, è condotto nel luogo dei tormenti. Colui invece che avrà
compiuto opere giuste, godrà e dirà: "Nulla mi trattiene!
Null'altro ho da portare all'infuori del nome della verginità".
Perciò supplicherà la morte, dicendo: "Non abbandonarmi in questa
terra, affinché gli altri non mi invidino e mi portino via il nome della
verginità". Allora l'anima esce dal corpo e, tra gli inni, è
condotta allo sposo immortale, che la pone nel luogo del riposo. Or dunque, fratelli, combattete virilmente sapendo che
noi non resteremo qui per sempre". [12, 1] Morte di Maria. Nel dire queste cose a conforto
della folla, Pietro si protrasse fino all'alba, fino al sorgere del sole.
Allora Maria s'alzò, uscì, innalzò le sue mani e pregò il Signore.
Dopo la preghiera, entrò e si pose a giacere sul letto. Al suo capo si
sedette Pietro, ed ai piedi Giovanni: gli altri apostoli circondavano il
suo letto. Verso l'ora terza del giorno, s'udì dal cielo un tuono
fragoroso, si diffuse un graditissimo odore che fece addormentare tutti i
presenti ad eccezione dei soli apostoli e delle tre vergini, alle quali il
Signore aveva ordinato di vegliare affinché fossero testimoni delle
esequie di Maria e della sua gloria. [2] Ed ecco il Signore venire sulle nubi con una
moltitudine di angeli senza numero. Nella cella ove si trovava Maria
entrarono Gesù e Michele mentre gli altri angeli se ne stavano fuori
cantando inni. Quando il Salvatore entrò dalla santa Maria, trovò gli
apostoli e li salutò tutti, poi salutò sua madre. Maria allora aprì la
sua bocca e ringraziò, dicendo: "Ti benedico poiché a proposito di
quanto mi avevi promesso, non mi sei stato causa di tristezza. Mi avevi
promesso, infatti, che non avresti più concesso agli angeli di venire
dalla mia anima, ma che saresti venuto tu stesso da lei. Ed ecco, Signore,
che mi è avvenuto in conformità della tua parola. Chi sono io, misera,
che sono stata favorita di così tanta gloria?". Così dicendo,
rivolta verso il Signore al quale dolcemente sorrideva, portò a
compimento l'economia. Allora il Signore prese la sua anima e la consegnò
nelle mani di Michele dopo averla avvolta come in pelli di ineffabile
splendore. [3] Gli apostoli contemplarono l'anima di Maria mentre
era consegnata nelle mani di Michele: era intatta con tutte le membra di
un uomo, a eccezione dei tratti di femmina o di maschio; in lei non v'era
altro (di particolare) all'infuori della somiglianza di ogni corpo, sette
volte più splendente del sole. Pietro, ripieno di gioia, domandò al Signore: "Chi
di noi ha un'anima candida come quella di Maria?". Il Signore gli
rispose: "Tutte le anime che nascono in questo mondo, Pietro, sono
così. Ma quando escono dal corpo non splendono di un simile candore,
perché un conto è come sono inviate ed un conto come sono trovate:
amarono, infatti, le tenebre di molti peccati. Ma l'anima di colui che si
conserverà immune dalle iniquità delle tenebre di questo mondo, allorché
esce dal corpo avrà lo stesso candore". Il Salvatore disse poi
ancora a Pietro: "Custodisci con cura il corpo di Maria che fu mia
dimora! Esci dalla parte destra della città e troverai una tomba nuova.
Deponi in essa il corpo e poi restate lì, come vi ha ordinato". [4] Mentre il Salvatore parlava così, il corpo della
madre di Dio, davanti a tutti, esclamò: "Ricordati di me, re della
gloria! Ricordati di me, giacché sono opera tua. Ricordati di me, giacché
ho custodito il tesoro a me affidato". Gesù allora disse al corpo:
"Certo che non ti abbandonerò, tesoro della mia perla. Non ti
abbandonerò, fedele custode del deposito a te affidato. Non sarà mai
ch'io abbandoni te, che fosti l'arca che custodisti il tuo custode! Non
sarà mai che io abbandoni te, tesoro sigillato fino a quando non sarai
cercato!". E così dicendo il Salvatore divenne invisibile. [13, 1] La sepoltura. Pietro, gli altri apostoli e le tre
vergini ebbero cura del corpo di Maria, e lo posero su di una lettiga. Poi
s'alzarono coloro che erano stati colti dal sonno. Pietro prese la palma e
disse a Giovanni: "Tu che sei vergine, devi precedere la lettiga e
cantare inni tenendo la palma". Giovanni rispose: "Tu sei il
nostro padre e vescovo, e devi stare davanti al letto, fino a quando non
porteremo (il corpo) nel (suo) luogo". Pietro poi disse:
"Affinché nessuno di noi sia triste, coroniamo il lettuccio con la
palma". Gli apostoli s'alzarono e presero la lettiga di Maria.
Pietro cantò: "Israele uscì dalla terra d'Egitto. Alleluia!".
Il Signore e gli angeli camminavano sulle nubi cantando e benedicendo, ma
non Si vedevano, s'udiva soltanto la loro voce. In tutta Gerusalemme
risuonò la voce di una grande folla ed i prìncipi dei sacerdoti,
all'udire quel tumulto e le voci di quelli che cantavano, Si turbarono e
dissero: "Che è questo tumulto?". Qualcuno rispose loro:
"Maria uscì dal corpo e gli apostoli cantano inni attorno a
lei". [2] Ed ecco che Satana entrò in essi e, pieni d'ira,
dissero: "Venite, andiamo a uccidere gli apostoli e bruciamo il corpo
che portò quel mago". Alzatisi, uscirono con spade e mezzi di difesa per
ucciderli. Ma gli angeli che erano sulle nubi li colpirono subito di cecità
e, non vedendo dove andavano, finivano per sbattere la testa contro i
muri; a eccezione di un solo pontefice che era uscito per vedere che cosa
accadeva. Giunto vicino agli apostoli, alla vista del letto incoronato e
degli apostoli che cantavano, andò sulle furie e disse: "Ecco quale
gloria straordinaria ha l'abitazione di colui che ha spogliato la nostra
stirpe!". E con grande ira si scagliò contro il lettuccio e, con
l'intenzione di rovesciarlo, l'afferrò là dov'era la palma, tirandolo
per gettarla a terra. Ma, sull'istante, le sue mani si attaccarono al
lettuccio e, recise ai gomiti, rimasero sospese alla lettiga. [3] Allora, davanti a tutti gli apostoli, quell'uomo si
mise a piangere e a supplicarli: "Non mi abbandonate in così estremo
bisogno!". Pietro gli rispose: "Non è mio compito aiutarti, né
di alcuno di questi. Sarai liberato da questa singolare avventura soltanto
se credi che quel Gesù contro il quale voi siete insorti, e avete preso e
ucciso, è il Figlio di Dio". Quell'uomo rispose: "Forse che non
lo sapevamo che è Figlio di Dio? Ma che cosa dovevamo fare, se i nostri
occhi erano accecati dall'avarizia? Sul punto di morte i nostri padri ci
chiamarono a sé e ci dissero: "Figli, ecco, che tra tutte le tribù
Dio ha scelto voi affinché siate in autorità davanti a tutto questo
popolo e non vi occupiate della materia di questo mondo. Il vostro lavoro
sarà questo: formare questo popolo, prendere da tutti le decime, le
primizie e ogni primogenito che apre la vagina; ma guardate bene, figli,
che il luogo, con la vostra opera, non si arricchisca e, inorgogliti, vi
diate ai traffici provocando così l'ira di Dio. Quello che a voi
sopravanza datelo ai poveri, agli orfani e alle vedove del vostro popolo,
e non respingete un'anima tribolata". [4] Ma noi non abbiamo seguito
le tradizioni dei nostri padri. Vedendo che il luogo si era di molto
arricchito abbiamo costituito una banca per compratori e venditori di
primogeniti di buoi, di pecore e di ogni altro animale. Ma quando giunse
il Figlio di Dio scacciò via tutti dal luogo, anche i banchieri, dicendo:
"Allontanate queste cose da questo luogo e dalla casa di mio Padre e
non fatene una casa di traffico". E noi, forti delle nostre
consuetudini, da lui abrogate, abbiamo complottato di fargli del male e,
insorgendo contro di lui, lo abbiamo ucciso, ben sapendo che era Figlio di
Dio. Ma non ricordate la nostra malizia, e perdonatemi: questo, infatti,
mi è accaduto come un segno di predilezione divina affinché io
viva". [5] Allora Pietro ordinò di deporre la lettiga e disse
al pontefice: "Se credi con tutto il cuore, va' a baciare il corpo di
Maria e dì: "Credo in te e in colui che da te è stato
generato"". Il pontefice, allora, per tre ore benedisse, in lingua
ebraica, la santa Maria, non permettendo che alcuno la toccasse e
adducendo su di lei testimonianze scritte nei sacri libri di Mosè e degli
altri profeti (dimostrando) che sarebbe stata il tempio di Dio. E tutti
coloro che ancora non avevano udito simili testimonianze, quanti ancora
non le conoscevano, ne restarono stupiti. Pietro gli disse: "Va', e congiungiti alle tue
mani!". E soggiunse: "In nome del Signore nostro Gesù Cristo,
Figlio della teotoco Maria, le tue mani si riattacchino!". E subito
divennero come erano prima, senza difetto alcuno. Pietro allora gli disse:
"Alzati, prendi una foglia dalla palma ed entra in città.
Incontrerai una folla cieca che non riesce a trovare la via d'uscita:
narra ad essa quanto ti è capitato, e poni questa foglia sugli occhi di
quanti crederanno e subito riacquisteranno la vista". [6] Il pontefice se ne andò, come gli aveva ordinato
Pietro. Trovò molti ciechi (erano quelli che erano stati accecati dagli
angeli) che piangevano dicendo: "Guai a noi, giacché ci è capitato
quanto accadde a Sodoma! Prima Dio li colpì con la cecità poi mandò
fuoco dal cielo e li bruciò. Guai a noi! Siamo già mutilati e presto
arriverà il fuoco". Allora l'uomo con la foglia in mano parlò loro
della fede; coloro che credettero riacquistarono la vista, quelli invece
che non credettero non la riacquistarono ma rimasero ciechi. [14] EPILOGO dal Cod. Vat. 2072, fol. 1782v. Gli apostoli portarono il prezioso corpo della
gloriosissima signora nostra, la teotoco e sempre vergine Maria, e lo
deposero nella tomba nuova che era stata loro indicata dal Salvatore; e
quivi rimasero tutti insieme vegliandolo per tre giorni. Dopo il terzo giorno, aperto il loculo affinché
potessero venerare il prezioso tabernacolo di colei che è degna di ogni
lode, trovarono soltanto i sudari: il Cristo Dio che in lei si era
incarnato l'aveva, infatti, traslata nella eredità eterna. E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo che ha
glorificato la sua immacolata madre, la teotoco Maria, glorificherà
coloro che la glorificano; libererà da ogni pericolo coloro che
devotamente celebrano annualmente la sua memoria, e riempirà di ogni bene
le loro case, come la casa di Onesiforo; e nel secolo futuro conseguiranno
la remissione dei peccati. Egli, infatti, la mostrò come suo cherubico trono sulla
terra e sul cielo terrestre, quale speranza, rifugio e sicurezza della
nostra stirpe. Celebrando misticamente la festa della sua gloriosa
dormizione, troveremo misericordia e grazia in questo secolo e nel futuro,
in virtù della benevolenza e benignità del Signore nostro Gesù Cristo,
al quale sia gloria e dominazione con il suo Padre, che è senza
principio, e il santissimo e vivificante Spirito, ora e sempre, e nei
secoli dei secoli. Amen. EPILOGO dal Cod. Vat. 2013; fol. 177v. Gli apostoli portarono il prezioso corpo della
gloriosissima signora nostra teotoco Maria, e lo deposero nella tomba
nuova che era stata loro indicata dal Salvatore; ed in quel luogo rimasero
a vegliare tutti insieme Lo stesso Signore nostro Gesù Cristo che ha glorificato
l'immacolata sua madre e teotoco Maria, glorificherà coloro che la
glorificano; libererà da ogni pericolo coloro che annualmente ricordano
con fede la sua memoria e riempirà di ogni bene loro (le loro case), come
la casa di Onesiforo; ed otterranno pure la remissione dei peccati qui e
nel secolo futuro. Egli, infatti, sulla terra e sul cielo terrestre, la
mostrò come suo cherubico trono, come speranza, rifugio e sicurezza della
nostra stirpe. Partecipando misticamente alla festa della sua gloriosa
dormizione, troveremo misericordia e grazia nel secolo presente e nel
futuro. A lui sono dovuti gloria, onore e adorazione con il Padre, senza
principio, e con il santissimo e vivificante Spirito, ora e sempre, nei
secoli dei secoli. Amen. EPILOGO dal Cod. Marciano VII, 38, ff. 57v.-58r. Allora gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono
fino alla tomba e, dopo averla deposta, rimasero là per tre giorni, per
custodirla, cantando salmi e inni senza interruzione. La divina
provvidenza dispose che un apostolo non fosse presente alla sepoltura
della madre di Dio; dopo tre giorni egli giunse al Getsemani e amaramente
si lamentava di non essere stato ritenuto degno di contemplare la
santissima teotoco, più ampia del cielo. Gli apostoli allora vollero
aprire la tomba affinché anch'egli potesse vedere la madre di Dio;
l'aprirono, l'ispezionarono e videro che la tomba era vuota e il corpo
della madre di Dio non c'era più. Pensarono dunque che fosse stato
trasportato in paradiso dagli angeli simili a Dio. Questa è la dormizione della beata Maria, madre del
Signore. Lo stesso Signor nostro Gesù Cristo che ha glorificato
la sua madre e teotoco Maria, glorifica, a sua volta, quanti la
glorificano, esalta coloro che la esaltano, non solo in questo secolo, ma
anche nel futuro e li introduce nel suo regno celeste. A lui è dovuta ogni gloria, onore e adorazione con il
suo Padre senza principio, santissimo e buono, e con il vivificante suo
Spirito, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. EPILOGO dal Cod. Parisiense
Coisl. 121, fol. 150r.v. Allora gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono
fino alla tomba e, dopo averla deposta, rimasero là tutti insieme per
custodirla fino a quando fu traslata, come aveva ordinato loro il
Salvatore. Questo è il riposo di Maria, madre del Signore. Lo
stesso Signore nostro Gesù Cristo che glorificò sua madre immacolata e
vergine, la teotoco Maria, glorifica a sua volta coloro che la
glorificano, e coloro che l'esaltano li esalta non solo nel mondo
presente, ma anche nel futuro, e li introduce nel regno celeste. Egli, infatti, la glorificò sulla terra come trono
cherubico e cielo terrestre, come speranza, rifugio e fiducia della nostra
stirpe, affinché, partecipando misticamente alla sua preziosa memoria,
cioè della santa, veramente immacolata e sempre vergine madre di Cristo,
che è veramente il nostro Dio, e credendo con sincerità, siamo degni
dello speciale favore di colei che è conosciuta in tutto l'universo e
della sua protezione verso tutti i santi e per opera della sua clemenza
siamo degni della vita eterna e divina sia qui che nel tremendo scenario
del giudizio. Giacché la gloria e la dominazione sono di Dio Padre,
con il Figlio unigenito e con lo Spirito santo, cioè della santa
consostanziale e indivisibile Trinità, che è il nostro Dio da principio,
ora e sempre e nei secoli sempiterni. Amen. EPILOGO dal Cod. Parisiense 1190, ff. 237v.-238 Allora quell'uomo prese il ramo e parlò loro della fede;
tutti coloro che credettero riacquistarono la vista, mentre quelli che non
credettero non la riacquistarono e rimasero ciechi. Gli apostoli poi trasportarono Maria nella tomba, e dopo
che vi posero il corpo rimasero là tutti insieme fino alla traslazione
del suo santissimo corpo. Come aveva loro ordinato Maria, gli apostoli se
ne stavano seduti all'ingresso della tomba. E nel quarto giorno dopo la sua dormizione, in una nube
discese nuovamente dal cielo il Signore Gesù Cristo con Michele,
preceduto da una moltitudine di angeli, e comandò a Michele di fare
salire sulla nube il corpo di Maria. Dopo che il corpo fu assunto, il
Signore disse agli apostoli di salire nuovamente sulla nube. E saliti che
furono, cantando con voce angelica, il Signore ordinò di puntare verso
Oriente, alle regioni del paradiso. Quando entrarono in paradiso, depose
il corpo di Maria sotto un albero, che è il legno della vita, e
trasportarono nel corpo anche l'anima. Allora il Signore se ne salì in cielo con i suoi angeli,
mentre, sulle nubi, i suoi apostoli furono restituiti ai loro posti, come
mi hanno raccontato i santi apostoli. Questa è la dormizione di Maria... EPILOGO dal Cod. Ottoboniano gr. 415, ff. 304-305v. nel
racconto del monaco Epifanio Dopo che aveva contemplato l'ascensione ai cieli di suo
Figlio, la santa teotoco si dette ancora più alla contemplazione delle
cose celesti e alla preghiera, come narra Andrea, vescovo di Creta. Ancora
adesso, egli afferma, è additato il segno scavato dalle sue ginocchia sui
marmi della santa Sion, nonché l'impronta del suo decubito sulla pietra
ove soleva concedersi un po' di sonno naturale. Compiva molte guarigioni da malattie e liberazioni da
spiriti impuri. Faceva molte elemosine e prestava aiuti ai poveri, agli
orfani e alle vedove, e annunciò la propria uscita quindici giorni prima.
Tre giorni prima venne l'arcangelo Gabriele per comunicarle la sua uscita
e la venuta del Signore. Allora lei mandò (a chiamare) tutti i suoi parenti e
amici. Quando vennero, giunsero anche gli apostoli sulle nubi: lei disse
loro alcune parole e i segreti terribili che conservava in cuor suo
ragionandovi su. Verso l'ora terza del giorno, si sentì in cielo un
grande tuono e si percepì un soave odore: venne il Signore sulle nubi,
con una moltitudine di angeli. Egli salutò la santissima sua madre e i
santi apostoli. E lei, ricolma di gioia, gli disse: "Ti ringrazio,
Signore Gesù Cristo, di avere adempiuto quanto mi avevi promesso". E
subito offrì la sua anima santissima e immacolata che salì nei cieli. Il suo corpo che era stato dimora di Dio, con canti
apostolici e angelici insieme fu traslato nel loculo preparatogli nel
Getsemani e in questo luogo restò per tre giorni: non cessò il canto
degli angeli e degli apostoli; dopo il terzo giorno, il canto cessò. Gli apostoli c'erano tutti ad eccezione di uno che era
assente e giunse soltanto dopo il terzo giorno; e volendo questo venerare
il corpo che aveva contenuto Dio, aprirono il loculo. Ma non trovarono più
quel suo corpo degno di ogni onore e gloria: era stato traslato e
restavano soltanto i panni sepolcrali ripieni del profumo che da essi
emanava; chiusero nuovamente il loculo. Ognuno di loro fu poi trasportato, sulle nubi, nel luogo
donde era stato assunto. APOCALISSE DELLA VERGINE MARIA * [1, 1] Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
santo, un solo Dio: intercedano per me Cristo mio Signore e mio Dio, mia
speranza, e la signora Maria vergine. Trattato esposto dal beato Giovanni, figlio di Zebedeo,
sull'eccellenza e la gloria della Vergine santa, nostra signora. La sua
preghiera discenda su di noi. Amen. [2] Introduzione. Giovanni, figlio di Zebedeo, amato
particolarmente dal Signore per la sua purezza e particolarmente amato
dalla signora nostra Maria, come lui ne aveva amato il figlio, disse: -
Maria parlò e mi disse: "Ascolta, Giovanni, il mistero segreto e
stupendo che non fu mai svelato a una mente, né fu a conoscenza di alcuna
intelligenza né fu manifestato al cielo: a me l'ha rivelato il mio figlio
diletto, il mio Signore e salvatore, Gesù Cristo. [3] In una feria sesta, all'ora sesta, a mezzogiorno,
mentre pregavo sul Golgota, venne una nube che mi prese e trasportò in
alto al di sopra del terzo cielo e mi pose in mezzo al termine del cielo.
Mi apparve mio figlio e mi disse: "Salute a te, Maria, madre mia!
Salute a te, vergine madre mia! Salute a te, dimora del Signore! Siccome
da te scaturì il fiume della salvezza, io ti rivelerò un mistero
segreto". Gli risposi: "Signore mio e Dio mio, figlio e re mio,
sia fatta la tua volontà". Mi disse: "Guarda la terra inferiore". Guardai
e vidi che tutto il mondo è vano, e che il genere umano transeunte è
vano, come disse il re David: L'uomo è simile a un soffio, i suoi giorni passano come
un'ombra. [2, 1] Ed ancora: I giorni dell'uomo sono come il fieno;
egli fiorisce come un fiore del campo: il vento passa su di lui ed esso
scompare e più non si conosce il luogo dove era. Interrogai mio figlio
domandandogli: "Essendo così transeunte, il genere umano si gloria
invano?". Mi rispose: "Non hai udito ciò che ha detto David?
Per qual motivo si gloria colui che è potente nella sua iniquità e tutto
il giorno non pensa che l'ingiustizia? Ed ancora: Verranno meno e
periranno come il fumo; così è la vita degli uomini". [2] La morte del giusto. Interrogai il mio figlio
domandandogli: "Desidero vedere come le anime dei giusti escano dai
loro corpi". Mi rispose: "Aspetta un istante e te lo mostrerò". Poi vidi dodici angeli della luce con in mano il legno
della croce e sul loro petto il segno del Figlio di Dio e nelle loro mani
turriboli d'oro: discendevano a prendere l'anima di un giusto. Gli angeli
della luce e gli angeli delle tenebre andarono da quell'anima; ma, non
appartenendo a loro, gli angeli delle tenebre in lei non trovarono nulla e
se ne andarono. [3] Si avvicinarono allora gli angeli della luce:
circondarono quest'anima, la coronarono per estrarla dal suo corpo e le
dissero: "Esci, anima, in pace, godi e rallegrati, anima pura e
splendente! C'è qui il tuo creatore: tutti noi ci rallegriamo per te e il
tuo creatore per te esulta. Su, andiamo nella tua città! Non hai udito
David che disse: Mi sono rallegrato quando mi è stato detto: Andiamo nella casa del Signore! I nostri piedi stanno alle tue porte, o Gerusalemme! Gerusalemme, costruita come una grande città. Ed ancora: Vale più un giorno nei tuoi atri che mille. [3, 1] Tu, anima pura, in questo mondo caduco hai vinto
il diavolo e tutti i suoi malvagi eserciti". L'angelo che sempre
l'aveva custodita era contento e diceva: "In pochi giorni hai dato
riposo; ti sei ricordata del profeta David: Annunciami la brevità dei miei giorni; non togliermi a
metà dei miei giorni, mentre di generazione in generazione vanno i tuoi
anni; [2] ti sei ricordata di Paolo che dice: La dimora di
questo mondo è, infatti, passeggera! Quelli che mangiano siano come
quelli che non mangiano, quelli che bevono siano come quelli che non
bevono, quelli che sono lieti siano come quelli che non sono lieti, quelli
che posseggono siano come quelli che non posseggono. La dimora di questo
mondo è, infatti, passeggera. Ti sei ricordata di tutto questo e hai disprezzato quanto
si corrompe e si perde; considerandolo come un panno di mestruo, come cosa
immonda e come rifiuto, ed hai amato la gioia dell'eternità stabile e
incorruttibile. Su, andiamo dal tuo creatore; e lo Spirito godrà per
te". Gli angeli dell'empietà vennero a esaminare quest'anima,
ma non trovarono in lei parte alcuna che appartenesse loro, la lasciarono
e se ne andarono. Discesero allora angeli con corone splendenti, collane
d'oro con diademi d'oro, d'argento, di giacinto, e dodici lampade ardenti
la cui luce era sette volte maggiore di quella del sole. [3] Cristo e il Paraclito discesero fino a quel cielo per
salutare quest'ultima, ed anch'io discesi con loro. Gli angeli della luce
elevarono un suono di gioia; anch'io giubilando imitai David che disse: Ed ancora: Popoli tutti battete le mani, alzate a Dio voci di
giubilo e grida festose. Preziosa è al cospetto del Signore la morte dei suoi
fedeli. Condussero quest'anima davanti al Signore e le dissero:
"Gioisci e rallegrati, anima pura! Questo, infatti, è il Signore tuo
creatore. Davanti a colui che ti ha creato, prostrati e adora!".
L'anima si prostrò davanti al Signore Dio suo creatore. [4, 1] L'angelo che l'aveva sempre custodita si rivolse
al Signore dicendogli: "Ti ho già parlato delle opere di
quest'anima; ma ora, Signore, ricompensala secondo la tua giustizia". Il principe della giustizia, rispondendo disse all'anima:
"Salute a te, anima pura, splendente e gioiosa, come una volta ti
creai, ecco che ora tu sei venuta a me come una rosa e mi hai portato il
profumo dell'incenso del paradiso. Tu non mi hai mai fatto adirare, ed
anch'io non ti farò adirare; tu non mi hai disonorato, ed io non ti
esporrò all'ignominia; tu non hai mai mentito con me, ed io non mentirò
con te. Non ti rattristare! Nell'ultimo giorno farò risorgere il tuo
corpo, tu ritornerai con lui come una volta e con lui godrai nella terra
della gioia". [2] Diede a quest'anima vestiti più splendenti del sole
che non erano stati né tessuti né cuciti. Le diede pure una corona
lucida e splendente più di novantotto soli e lune; Dio padre chiamò poi
l'arcangelo Michele e gli disse: "Prendi quest'anima, conducila nel
giardino della gioia, nel seno di Abramo, Isacco, Giacobbe e nel seno di
tutti i santi; vivrà là nelle delizie e godrà nei piaceri fino a quando
io ritornerò, nell'ultimo giorno, a giudicare tutto il mondo. Allora
riprenderà il suo corpo, come una volta, ed avrà la sua ricompensa con
tutti i santi". [3] All'udire queste cose, un grandissimo numero di
angeli e di arcangeli gridarono: "Giusto tu sei, o Signore, e retti sono i tuoi giudizi". Gioirono tutti gli eserciti celesti ed io mi sono
rallegrata assieme ad essi, come disse il profeta David: I giudizi di Dio sono giusti e rallegrano i cuori. Ed ancora: Chi nel mondo soffrirà vivrà in eterno, e non vedrà la corruzione. Prendemmo quest'anima e la portammo in paradiso, ove le
andarono incontro i giusti e i martiri, Abramo, Isacco, Giacobbe, tutti
gli eserciti dei santi e con essi il nostro padre Adamo e la nostra madre Eva; in mezzo a loro c'era David che
salmodiava e suonava la cetra. Dicevano a quest'anima: "Salute a te,
anima pura! Su, entra nella vita eterna dove c'è la gioia senza tristezza
e senza afflizione, come disse il profeta David: [5, 1] Torna a quietarti, anima mia, poiché il Signore
con te fu buono". L'anima se ne andò con essi, mentre noi ce ne siamo
ritornati sulla nostra strada ed alcuni di noi dicevano:
"Alleluia!", ed altri cantavano: "Santo, santo, santo il
Signore degli eserciti! I cieli e la terra sono pieni della santità della
sua gloria"; ed altri ancora gridavano: "Sia gloria al Padre che
diede a quest'anima il regno dei cieli, sia adorato il Figlio che la liberò
dal diavolo, siano rese grazie allo Spirito santo che la serbò dalle mani
dei nemici e la condusse nel regno dei cieli. Salva anche noi,
Maria!". [2] La morte del peccatore. Parlai con mio figlio e gli
dissi: "Fammi vedere l'anima di un peccatore quando esce dal suo
corpo". Mio figlio mi rispose: "Aspetta un istante e te la
mostrerò". Guardai le parti inferiori della terra e vidi gli angeli
della luce e gli angeli delle tenebre che andavano insieme da quest'anima
peccatrice. Un angelo della luce esaminò le sue opere, ma non avendo
trovato in quest'ultima alcuna parte che fosse sua, la lasciò e se ne
allontanò. Andò un angelo delle tenebre: l'esaminò e trovò in lei la
sua parte. Il Paraclito, spirito di giustizia uscì da quell'anima e
se ne allontanò, e penetrò in lei l'angelo Temliaco. Allora il cielo e
la terra divennero difficili per quest'anima: davanti ai suoi occhi furono
posti, infatti, tutti i delitti e i peccati che aveva fatto dall'infanzia
fino al termine della sua vita. [3] Ma l'anima non fu subito separata dal suo corpo. Fino
all'ora terza, o sesta, quest'anima infelice gridò e gemette, secondo le
parole del profeta David: Infelice è la morte dei peccatori. Ed ancora: Nel giudizio, gli empi non risorgeranno. Quest'anima uscì dal suo corpo e con verghe di fuoco,
come un pingue bue da sacrificio, la trassero al cospetto del re,
spingendola e gridando: [6, 1] "Da chi andrai, anima infelice? Hai
dimenticato il Signore Dio tuo, e non ti sei ricordata del tuo
salvatore!". Poi quest'anima disse: "Io non sapevo nulla di
questo giudizio. Se mai ne avessi saputo qualcosa, non avrei dato requie
alla mia testa, non avrei mangiato cibo né bevuto bevanda. Concedetemi un
po' di riposo, ve ne prego! Le mie ginocchia non hanno più forza, dal
lungo cammino. Concedetemi un po' di riposo nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito santo". Le risposero: "Tu prima hai rinnegato il
Padre, il Figlio e lo Spirito santo". [2] Disse ancora: "Per Maria, madre di Dio,
concedetemi un po' di riposo!". Le risposero: "Ma tu prima hai
rinnegato Maria, madre di Dio: lei odia l'anima impura. Essendo più pura
dei puri, fu esaltata al di sopra del cielo e della terra". Dopo le parole di quest'anima, io gemetti molto, piansi e
dissi a mio figlio: "Abbi pietà, per amor mio, figlio mio! Non c'è
uomo senza peccato, come non c'è legno che non faccia fumo. In cielo e in
terra non c'è alcuno che sia puro, all'infuori di te". [3] Ma mio figlio mi rispose: "Non piangere, madre
mia! Non spetta misericordia a colui che sulla terra non fece
misericordia. Questa è una cosa che mi è impossibile". Io risposi a
mio figlio: "Sia fatta la tua volontà". Poi quest'anima alzò la voce gridando ancora più forte:
"Concedetemi un po' di riposo, in nome di Maria madre della
luce!". All'udire queste parole gemetti e piansi. Ma alla vista del
mio pianto, mio figlio disse: "In nome di mia madre, Maria,
concedetele un po' di riposo!". E così concessero a quell'anima un
po' di riposo. In seguito la presero dicendo: "Guai a te, anima
infelice, guai a te! Da chi andrai, da chi ti rifugerai, da chi
fuggirai?". [7, 1] E la condussero dall'angelo dell'empietà e le
andarono incontro gli spiriti dell'impudicizia e gli spiriti della
menzogna, le andarono incontro gli spiriti dell'ubriachezza Esaminarono
quest'anima, videro che avevano parte in lei e le dissero: "Guai a
te, anima infelice, guai a te! Osi tu, forse, andare in cielo?".
Vennero gli angeli e gli eserciti degli angeli; quest'anima fu introdotta
in mezzo a loro, ma tutti gridarono: "Allontanate da noi quest'anima
impura! Fin dal suo arrivo, giunse a noi la puzza del suo fiato". E
tutti gridavano all'unisono: "Guai a te, anima infelice!". [2] La fecero salire in cielo dicendo: "Ecco che qui
c'è il tuo creatore, colui che ti creò a sua immagine e ti plasmò con
le sue mani, prostrati e adoralo". Quest'anima si prostrò e adorò,
e l'angelo che l'aveva sempre custodita disse a Dio Padre: "Ricevi
quest'anima, Signore, che mi avevi dato da custodire, e giudicala secondo
le opere delle sue mani". Il Padre rispose dicendole: "O anima,
perché mi hai ingiuriato? Non ti ho forse presa dai giusti, e non ho
forse preparato per te il sole e la luna? Non ho forse ordinato per te
l'inverno e l'estate? Non ho forse creato per te il cibo del tuo
nutrimento e l'acqua da bere? Non ho forse fatto discendere per te la
pioggia? Non ho forse creato per te i piaceri dell'aria e i frutti? Non ti
ho forse fatto vedere e dato giorni buoni e cattivi? Perché hai
disprezzato i giorni della tua salvezza?". [3] Quell'anima rispose: "Ho peccato, Signore, ho
peccato! Non sapevo che sarebbe capitato così, non sapevo che ci sarebbe
stato questo giudizio, ed ignorai anche le Scritture". Il Signore le
rispose: "Ogni cosa sarà decisa sulla parola di due o tre testimoni.
Avevi a tua disposizione le Scritture e i sacerdoti, anima, perché non li
hai ascoltati? Perché non ti sei prima preparato il viatico per il tempo
della tua uscita? Hai amato più le tenebre della luce; ma coloro che non
furono misericordiosi non otterranno misericordia, e coloro che non furono
benevoli non otterranno benevolenza. Conducetela a Satana, suo padre,
datela a Temliaco, angelo della Geenna, affinché la metta al centro della
Geenna. Resterà lì fino a quando io ritornerò, nell'ultimo giorno, a
giudicare tutto il mondo. Allora riprenderà il suo corpo come prima e
discenderà nel grande supplizio". [8, 1] All'udire queste parole quell'anima pianse
amaramente dicendo: "Guai a me, infelice! Per me sarebbe stato meglio
se non fossi mai nata. Maledetto sia il giorno in cui sono nata!"
Quando disse questo, noi tutti piangemmo e gememmo; anche gli angeli del
cielo posarono le loro corone come disse il profeta: Hai forse tu creato
inutilmente il genere umano?; ed anche Marco: Che giova, infatti, all'uomo
guadagnare il mondo intero se perde l'anima sua? Poiché qual cosa potrà
dare l'uomo in cambio dell'anima sua?. [2] In paradiso tra i giusti e gli eletti. E mio figlio
disse: "Su, andiamo in paradiso e ti farò vedere dove siedono le
anime dei giusti e degli eletti". Mi fece salire ed entrare in un
abisso di cui non si vedeva il fondo: là vidi le mansioni il cui
splendore supera cinquanta volte sette quello del sole e della luna. Un vecchio mi si avvicinò, mi salutò e mi disse:
"Tu sei benedetta, Maria, e benedetto è il frutto del tuo seno che
ti ha condotto da noi. Beati gli occhi miei che ti hanno veduto!"
Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha salutata". Mi
rispose: "Il suo nome è Enoc". Poi venne da me un altro uomo di
questa regione, e mi salutò: "Tu sei benedetta, Maria, e benedetto
è il frutto del tuo seno! Beati gli occhi nostri che ti hanno
veduto!". Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha
salutato?". Mi rispose: "Il suo nome è Elia". [3] In questa sala vidi poi una colonna aurea riempita da
una scrittura che andava dalla base fino alla cima; era tutta iscritta e
la sua altezza raggiungeva circa i quindici cubiti dell'angelo. A questa
vista, domandai a mio figlio: "Che cos'è che vedo scritto, con
scrittura minutissima, su questa colonna?". Mi rispose: "Su
questa colonna sono scritti i nomi dei santi". [9, 1] Gli domandai: "Qui c'è solo l'effigie del
loro volto?". Mi rispose: "Qui non c'è solo l'effigie del loro
volto, ma sono scritti tutti interi". Gli domandai: "Su questa
colonna furono scritti prima che nascessero o dopo che erano nati?".
Mi rispose: "Erano iscritti, prima ancora che fossero creati il loro
padre e la loro madre, Adamo ed Eva". [2] In quella regione vidi pure una colonna di fuoco
ancora più iscritta della colonna aurea. Domandai allora a mio figlio:
"Chi sono quelli che sono scritti sopra questa colonna?" Mi
rispose: "Su questa colonna sono scritti i peccatori". Gli
domandai: "Su questa colonna furono scritti prima o dopo che sono
nati?". Mi rispose: "Non hai sentito quanto dice la Scrittura:
Questi sono scritti prima del giudizio, quelli prima di nascere". Poi mi condusse in questa regione ove vidi una città
sette volte più splendente del sole e della luna. Con molti altri frutti,
vidi anche dell'uva, vigne e alberi ognuno dei quali portava diecimila
frutti: vidi pure palme, noci, mandorle, mandragore e
quarantamilasessantasette alberi ognuno dei quali aveva un odore soave che
avvinceva il cuore. [3] Domandai a mio figlio: "Di chi è questa
dimora?". Mi rispose: "Qui abita l'uomo che restò con sua
moglie la quale dimorò con suo marito e furono trovati puri. Qui c'è
pure l'uomo che non conobbe la moglie degli altri, e la donna che non fu
con un altro uomo, restando così puri tutti e due. Costoro sono condotti
qui ed è data loro la ricompensa, come dice l'evangelista Matteo: Beati i
puri di cuore, perché vedranno Dio". [10, 1] Dalla regione di quel fiume, vidi un fiume di
vino: qui c'erano il padre nostro Adamo, Abele, Set, Malalek, Cainan,
Iared, Arfaxad e tutti i santi patriarchi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Tare
e Rague. Tutti quelli che mi vedevano si prostravano e mi salutavano. Mi si avvicinò Adamo e mi salutò: "Salute a te,
Maria, apportatrice dell'agnello! Beati gli occhi che ti hanno
visto!". Mi si avvicinò il primogenito dei morti, mi si prostrò
davanti e salutò dicendo: "Salute a te, Maria, ostia pura! Beati gli
occhi che ti hanno visto!". Mi si avvicinarono tutti gli eserciti dei santi, ognuno
secondo la sua famiglia e dignità, mi si prostrarono davanti e salutarono
dicendo: "Viva, viva, salute, o Maria, graziosa colomba! Beati gli
occhi che ti hanno visto!". [2] Mi fece poi salire lungo la regione di questo fiume e
mi condusse da un fiume di miele. Qui c'erano Mosè, Aronne, Amos, Isaia,
Nahum, Malachia, Sofonia, Aggeo, Zaccaria figlio di Barachia, Geremia,
Elia, Eliseo, Samuele, Giovanni Battista, Osea, Gioele, Mildad, Eldad,
Michea e tutti i figli dei profeti, Giona e Esdra; erano con loro anche
delle sante donne: la profetessa Anna ed Elisabetta. Altre donne, ognuna
nel suo posto, erano con nostra madre Eva, Rachele, Sara, Rebecca: tutte
le sante donne erano insieme in un luogo. [3] Mi si avvicinò Mosè, principe dei profeti, mi si
prostrò davanti e mi salutò: "Salute a te, Maria, bianca lana!
Beati i miei occhi che ti hanno visto!". Mi si avvicinarono tutti i
profeti, ognuno secondo la sua dignità e il suo ordine, mi si prostrarono
davanti e mi salutarono: " Te beata, o Maria, talamo immacolato!
Beati i nostri occhi che ti hanno visto!". Mi si avvicinò Eva, mi si
prostrò davanti e mi salutò: "Te beata, o Maria, pura e splendente!
Beati i miei occhi che ti hanno visto!". [11, 1] Poi mi tolse dalla regione di questo fiume e mi
condusse da un fiume di latte, ove erano i centoquarantaquattromila
bambini della città di Betlemme, uccisi da Erode, che non avevano
macchiato né la loro carne né i loro abiti con l'impurità di questo
mondo transeunte. Appena mi videro, da lontano, mi corsero incontro, mi si
prostrarono davanti e mi salutarono: "Tu sei benedetta, o Maria,
gloria dei vergini! Beati i nostri occhi che ti hanno visto!". [2] Interrogai mio figlio domandandogli: "Chi sono
quelli che abitano presso il fiume di vino?". Mi rispose:
"Quelli che abitano presso il fiume di vino sono coloro che nella
loro vita amarono il pellegrino, ebbero affetto verso il prossimo come
verso se stessi, con il cibo saziarono gli affamati, con il loro bicchiere
dissetarono gli assetati, e vestirono gli ignudi. Costoro, allorché
escono da questo mondo transeunte, sono condotti davanti al Signore,
davanti a lui si prostrano e l'adorano; terminati la prostrazione e il
saluto, sono condotti al fiume di vino: sono sistemati qui e qui ricevono
la ricompensa. Da lungi, i santi corrono loro incontro, li salutano e li
baciano sulla bocca come vecchi conoscenti, li amano come se stessi, li
considerano come consanguinei e fratelli, e dicono loro: Avete vinto
questo secolo transeunte, avete vinto il diavolo e i suoi eserciti malvagi
li avete caricati di vergogna. Siete veramente valorosi nelle opere della
giustizia: entrate nella vostra città e gioite con noi!". [3] Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che
abitano presso il fiume di miele?". Mi rispose: "Sono quelli che
stesero le loro mani agli infelici, come disse il profeta David: Beato chi ha comprensione per il misero e per il povero. Il Signore lo scamperà dal giorno cattivo; il Signore lo
custodirà, gli darà vita e lo renderà beato sulla terra. Anche l'evangelista Matteo: Beati i misericordiosi perché
sarà loro usata misericordia. Colui che liberò l'oppresso, colui che
fece da padre e da madre agli orfani, colui che protesse la nubile, colui
che sfamò la vedova bisognosa, colui che fu di sollievo all'afflitto,
colui che consolò chi era triste, colui che visitò l'infermo e parlò
benevolmente con il prigioniero, sia pagano che Ebreo, essendo tutti
creature di Dio. [12, 1] Forse che il vasaio con la stessa creta non fa
oggetti da destinare a usi onorifici e altri a usi vili? Come disse David: Giudicate il meschino e l'orfano, fate giustizia
all'umile e al bisognoso, liberate il meschino e il povero, strappatelo
dalle unghie dei peccatori. Anche l'evangelista dice: Il regno dei cieli è dei
perseguitati, come attesta Salomone: Impresta al Signore chi ha
misericordia dei poveri. Quando escono da questo mondo sono condotti dal
Signore affinché si prostrino davanti a lui e l'adorino. [2] Terminata l'adorazione, sono condotti qui dal fiume
di miele; ed allora vanno loro incontro i figli dei profeti dicendo: Avete
vinto il mondo transeunte, avete vinto il diavolo e tutti i suoi eserciti;
su, entrate nella nostra città e godete con noi!". [3] Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che
abitano presso il fiume di latte?". Mi rispose: "Sono i puri che
si mantennero immuni dall'impurità, coloro che fin dalla nascita si
mantennero esenti da ogni contaminazione muliebre, non solo con il corpo,
ma anche con la mente, come dice il Vangelo: Chi desidera una donna, in
cuor suo già ha commesso adulterio. Là ci sono pure le donne che
mantennero la verginità senza macchia. Quando escono da questo mondo sono
condotti davanti al Signore affinché si prostrino davanti a lui e
l'adorino. Terminata l'adorazione, sono condotti dal fiume di latte.
Questi fanciulli corrono loro contro, da lontano, dicendo: Voi veramente
valorosi che avete vinto questo mondo transeunte e ne avete attraversato i
flutti! Su, entrate nella nostra regione e godete con noi!". [13, 1] Poi, mio figlio mi fece vedere una terra candida,
sette volte più splendente del sole, della luna, delle stelle e tutta
adorna di oro e di argento. Domandai a mio figlio: "A chi appartiene
questa dimora e questa regione?". Mi rispose: "Appartiene a
colui che ha tenuto lontano la sua lingua dall'ingiuria, a colui che in se
stesso non fomentò né l'insolenza né la superbia, a colui che non
coltivò né l'ubriachezza né l'invidia, a colui che non fu né superbo né
dissoluto, a colui che non ha temerariamente vituperato il suo prossimo, a
colui che non ha maledetto né il fratello né il prossimo, a colui che
non coltivò né la vendetta né l'invidia, a colui che in cuor suo non
alimentò mai la vendetta, a colui che fu mite come una colomba, come dice
l'evangelista Luca: [2] Chiunque avrà detto una parola contro il Figlio
dell'uomo sarà perdonato, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito
santo non sarà perdonato. Ed ancora: Chi si esalta sarà umiliato e chi
si umilia sarà esaltato; anche l'evangelista Matteo disse: Beati i miti,
perché loro è il regno dei cieli; ed ancora: Siate prudenti come i
serpenti e semplici come le colombe; e David disse: Io stermino colui che in segreto calunnia il suo
prossimo. Con l'altezzoso di sguardo e l'orgoglioso di cuore io non
mangio. Anche nel Vangelo è detto: Chi ingiuria il proprio
fratello è passibile del sinedrio. [3] Costoro, quando escono dal mondo, sono condotti
davanti al Signore affinché si prostrino davanti a lui e lo adorino.
Terminata l'adorazione, sono introdotti in questa dimora e ricevono la
mercede eterna; come disse David: I mansueti erediteranno la terra;
resteranno qui per tutti i secoli; disse ancora: Conserva la dolcezza e
vedrai la giustizia; così pure: Mi sostieni nella mia integrità e mi collochi al tuo
cospetto in eterno". Coloro che non fecero opere di misericordia. Mentre mi
svelava la regione di questo fiume, vidi, sull'altra sponda, degli uomini
vaganti là ove si trova la porta del paradiso e i grandi alberi che, agli
occhi umani, sembra che abbiano molti frutti. [14, 1] Siccome quegli uomini avevano fame, cercavano di
cogliere i frutti degli alberi; mentre l'albero si piegava, gli uomini si
inchinavano fino a terra, e mentre l'albero si drizzava anche gli uomini
erano portati in alto fino a raggiungere le mura del paradiso, ed erano
privati dei frutti dell'albero. [2] A questa vista piansi molto amaramente, e dissi:
"Figlio mio, che alberi sono questi e chi sono questi uomini?
Guardandolo, questo albero mi sembra carico di frutti, ma poi vedo che
questi uomini affamati e assetati, che anelano di mangiare i frutti e ne
sono privati, cadono fino a terra con l'albero e quando l'albero di drizza
sono portati in alto. Questo spettacolo mi rattrista". Mio figlio
rispose: "Non piangere, madre mia, ti spiegherò il mistero di questi
uomini. Costoro furono perfetti nel digiuno e nella preghiera, nella
pazienza e nella purezza della loro carne, ma non cibarono gli affamati
con il loro pane, né diedero da bere agli assetati dal loro bicchiere,
non vestirono gli ignudi, non accolsero il pellegrino sotto il tetto della
loro casa, furono superbi e arroganti". [3] Domandai a mio figlio: "Anche questi
comandamenti li condanneranno?". Mi rispose: "Non c'è nulla di
più grande di questi comandamenti, e tra tutti i peccati i più gravi
sono la superbia e l'insolenza; è a causa della superbia e dell'insolenza
che il diavolo cadde". Gli domandai: "Sono forse la superbia
l'arroganza e le loro mani rattrappite che hanno impedito loro l'ingresso
nel paradiso di voluttà?". Mi rispose: "La superbia, l'avarizia
e l'insolenza sono il principio del peccato". Gli domandai ancora: "Fino a quando saranno
tormentati?". [15, 1] Mi rispose: "Fino a quando io ritornerò
nella gloria con tutti i miei santi. Essi si porranno vicino a questa
porta e quando passerò di qui, i giusti, vedendoli, intercederanno per
loro; io mi ricorderò di loro e permetterò che entrino nel regno dei
cieli". All'udire queste parole dalla bocca gloriosa del mio caro
figlio, lo ringraziai. [2] Poi mi condusse nella regione di quel fiume, me lo
fece traghettare su di una nave d'oro e mi introdusse in una casa candida
e lucida, la cui luce splendeva sette volte più del sole e della luna.
Qui vidi letti d'oro, tappeti preziosi e calzari. Domandai a mio figlio:
"Chi abita là dentro?". "Questa è la dimora di uomini e
di donne: uomini che non ebbero commercio con donne altrui, e donne che
non conobbero uomini d'altri, ma si mantennero nella loro verginità come
disse il profeta David: Te felice e bene per te: la tua donna è come vite feconda nei penetrali di casa tua. Anche l'evangelista Matteo: Beati i puri di cuore poiché
possederanno la terra e vedranno Dio; ed ancora: L'uomo non separi quanto
Dio ha unito; non sono più due, ma una sola carne; ed anche l'evangelista
Marco disse: Beati coloro che hanno figli e sono come quelli che non hanno
moglie. Quando escono dal mondo sono condotti davanti a Dio affinché
l'adorino e lo salutino; terminata l'adorazione sono introdotti in questa
dimora e quale ricompensa sono dati ad essi questi letti d'oro con tappeti
e calzari". [3] Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e
qui vidi un fiume di olio e di burro ed una città splendente sette volte
più del sole e della luna; vidi corone brillanti il cui numero era di
mille miriadi e millequarantaquattromila di migliaia. [16, 1] Domandai a mio figlio: "Di chi sono queste
città e queste corone?'. Mi rispose: Questa città e queste corone sono
dei martiri che disprezzarono e non tennero in alcun conto il mondo
transeunte, di coloro ai quali fu troncata la testa; abbandonarono la loro
vita alla morte scacciati da una città all'altra, affamati e assetati di
giustizia. In essi ha compimento ciò che è detto nel Vangelo: Beati
coloro che hanno fame e sete di giustizia, poiché saranno saziati. Beati
coloro che sono perseguitati per la giustizia, poiché il regno dei cieli
è loro; ed ancora: Sarete odiati da tutti per il mio nome, ma non perirà
un capello del vostro capo: è con la vostra sofferenza che possederete la
vostra anima. [2] Questa città poi, non è soltanto la città e la
ricompensa dei martiri, bensì qui sono rappresentati i martiri, gli
apostoli con i loro settantadue discepoli e i cinquecento compagni,
l'adunanza dei primogeniti, i principi e i re. Pietro, pietra della fede,
e Paolo, lingua profumata, come è detto nel Vangelo: Colui che avrà
insegnato e fatto sarà grande nel regno dei cieli". Mentre parlavo con mio figlio mi vennero incontro tutti
gli eserciti degli angeli e dei santi, la gioiosa adunanza dei martiri, e
mi salutarono: "Salute a te, Maria, cenacolo della santità del
Signore! Beati gli occhi nostri che ti hanno vista!". [3] Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e
qui vidi duecentodiecimila case splendenti, ognuna delle quali aveva la
misura di un angelo. Domandai a mio figlio: "Di chi sono queste case
e dimore?". Mi rispose: "Queste sono le dimore dei patriarchi e
dei metropoliti, dei vescovi e dei presbiteri, dei diaconi, dei lettori e
dei cantori". Gli domandai: "Entreranno tutti in esse?". Mi
rispose: "Non entreranno tutti, ma pochi soltanto. Non hai forse
udito ch'io dissi nel Vangelo: Nel regno dei cieli non entreranno tutti
coloro che dicono: Signore, Signore, ma coloro che adempiranno la volontà
del Padre mio che è nei cieli? [17, 1] In quel giorno, infatti, molti mi diranno:
Signore nel tuo nome abbiamo profetato, nel tuo nome abbiamo compiuto
molti prodigi, nel tuo nome abbiamo scacciato demoni. Ma io risponderò:
Non vi conosco! Lungi da me, voi tutti operatori di iniquità. Non tutti i
capi della Chiesa entreranno in questa casa". [2] Domandai: "Chi sono coloro che
entreranno?". Mi rispose: "In questa casa entreranno quelli che
si purificarono dall'impurità, quelli che non conobbero la donna di un
altro, quelli che non ebbero né superbia né insolenza, quelli che non
covarono né la vendetta, né castighi, né invidia, chi in cuor suo non
fomentò né la cupidità né la vendetta, né la malizia, quelli che non
furono né superbi, né insolenti, né duri, né bevitori, né irosi,
quelli che non venerarono gli idoli, quelli che non fecero al prossimo
quanto aborrono per se stessi, quelli che non fecero giuramenti falsi,
quelli che non desiderarono le cariche, né amarono le corone terrene né
ambirono di essere lodati presso i re, quelli che seguitarono ad andare in
chiesa di primo mattino, quelli che non toccarono la mia carne e il mio
sangue se non in stato di purità, quelli che stimarono la Chiesa come un
padre o come una madre, quelli che non profanarono il mio santo ministero:
sono costoro che entreranno per queste porte. [3] A proposito di coloro che non entreranno, ti dirò
chi sono: quelli che si accostano a una donna d'altri, quelli che si sono
suicidati, quelli che sono stati spergiuri, quelli che in cuor loro
covarono la vendetta, chi fu superbo e insolente, trasgressore della legge
e frivolo, impudico e impuro, quelli che hanno venerato gli idoli e
disprezzato la casa del Signore: sono costoro che non entreranno per
questa porta. Come dice Paolo: Chi è impudico e impuro, chi venerò gli
idoli, non vedranno il riposo del Signore né entreranno in essa; ed anche
nel Vangelo è detto: Entrate per la porta stretta, perché stretta e
difficile è la via che conduce alla vita e pochi sono quelli che la
imboccano; ampia invece e molto spaziosa è la porta che conduce alla perdizione e alla morte, e molti sono quelli che la
trovano e la imboccano; (il Vangelo) disse ancora: molti, infatti, sono i chiamati, ma pochi gli eletti". [18, 1] Nella Gerusalemme celeste. Ciò detto, mi prese e
mi fece salire nella Gerusalemme celeste. Qui vidi un tempio, con tende
splendenti, nel quale era appeso un velo di fuoco, e un uomo il cui viso
era più splendente del sole. Aveva corde di cetra e di lira, e stava
presso le porte di Gerusalemme: allorché egli suonava la cetra e la lira
tremavano le fondamenta del paradiso. Quando entrammo nell'atrio del
paradiso e di questa casa, egli mi venne incontro, abbracciò il mio
collo, con la sua bocca baciò la mia bocca dicendo: "Benedetta tu,
Maria, e benedetto il frutto del tuo seno! Beati i miei occhi che ti hanno
visto!". [2] Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha
salutato?". E l'udii rispondermi: "Alleluia!", e tutti i
santi gridarono insieme: "Alleluia!". Domandai al mio amato
figlio: "Tutti terminano con la parola di David?". Mi rispose:
"La lode del cielo e della terra non ha compimento con la parola di
David". L'interrogai: "Che cosa significa alleluia?". Mi
rispose spiegandomi il significato di questo termine. [3] Gli domandai: "Se uno dice: alleluia, avrà un
premio?". Mi rispose: "Chi lo griderà con superbia non avrà
alcun premio; ma se lo griderà con purezza, e senza malizia, il suo canto
sarà (in accordo) con l'esercito degli angeli". Gli domandai:
"Se lo dirà un malato o afflitto, durante il sonno, peccherà?".
Mi rispose: "Se un malato e un afflitto dirà, nel sonno: alleluia,
non peccherà". Ecco la spiegazione di questo termine. Alleluia al
Padre, alleluia al Figlio, alleluia allo Spirito santo, giacché una è la
loro essenza per tutti i secoli. Amen. [19, 1] Poi mi fece salire nella regione di quel fiume e
mi introdusse nella città del Signore: mi fece vedere la città edificata
come una rosa della quale non si scorgono i limiti estremi dei suoi
confini né si conoscono le sue fondamenta; il suo chiarore superava sette
volte quello del sole; in essa erano raccolte vesti d'oro e d'argento,
monili e corone d'oro. [2] Domandai a mio figlio: "Di chi è questa
dimora?". Mi rispose: "E' di coloro che disprezzarono ed ebbero
in abominio questo mondo transeunte, dei monaci che abbandonarono tutte le
ricchezze e le voluttà. Nessuno conosce questa regione, e questa dimora;
non vi entreranno né angeli, né arcangeli, né sacerdoti, ma potranno
soltanto offrire incenso presso la porta. Non vi entrò nessuno
all'infuori di me, del Padre e del Paraclito; ma tu entra e siediti là
dentro; sia la tua città e ti servano quaranta angeli". [3] Domandai a mio figlio: "In questa dimora
entreranno tutti i monaci?". Mi rispose: "Non tutti entreranno,
ma solo quelli che si purificarono dall'impurità, quelli che
disprezzarono ed ebbero in abominio questo mondo transeunte, quelli che
non amarono né le ricchezze, né gli onori, né il denaro, né tutte le
cupidità di questo mondo, né i piaceri, né le voluttà, né gli
allettamenti; colui che non fu iroso né bevone, colui che non ebbe né
superbia né arroganza, colui che non fu calunniatore né bramoso di
vendetta né dissoluto, colui che non tralasciò le ore della preghiera
sia notturna che diurna. Come tu hai udito, il libro dice: Nulla di
peggio, per il monaco, che l'omissione delle preghiere; ed ancora: Al
monaco ricco che può dare, si deve preferire il monaco povero e senza
denaro. Anche Paolo afferma: Il mondo per me è morto ed io sono morto al
mondo; ed ancora: La nostra cittadinanza è nei cieli. Il monaco che avrà
fatto quanto ti ho detto passerà per questa porta". Castighi dei malvagi. Domandai a mio figlio: "Chi
sono quelli che non entreranno da questa porta?". Mi rispose:
"Ti indicherò coloro che non passeranno per essa: [20, 1] i superbi, gli insolenti, i calunniatori, i
mormoratori, quelli che ingiuriano, gli sregolati, i perversi, quelli che
covano odio, i bugiardi, gli imbroglioni, i pigri, i dispregiatori, i
seduttori, gli impudichi, gli impuri, gli spergiuri, i pastori odiati
dalle proprie pecore a causa della loro impudicizia e le pecore che odiano
i propri pastori a causa dell'amore per le loro donne, gli incantatori che
uccidono con lingua iniqua, quelli che agiscono fraudolentemente, quelli
che giurano, quelli che venerano gli idoli, quelli che adorano e prestano
onori divini alle sculture e statue degli dèi, quelli che cavalcano
cavalli e muli, quelli che ostentano le loro ricchezze ed affliggono i
poveri, quelli che amano il sonno e i regali, [2] quelli che amano le
ricchezze, le voluttà e le delizie del mondo, quelli che, dopo aver
ricevuto il santo abito monastico, fornicarono con donne, quelli che
vissero nell'ubriachezza, quelli che, per invidia, odiarono il loro
prossimo, quelli che mangiarono senza moderazione, quelli che bevettero
senza temperanza, quelli che non amarono il digiuno; i dormiglioni, i
dispregiatori del digiuno e della preghiera; quelli che cercarono scuse
per mangiare e bere dicendo: Oggi è festa! Tutti costoro non entreranno
da questa porta". Mio figlio mi rivolse la parola dicendo: "Vieni
anche fino all'Occidente, e ti farò vedere dove siedono le anime dei
peccatori e degli empi". [3] Mi prese e mi condusse a Occidente, fino ai confini
del cielo e della terra. Qui vidi una fiamma senza luce, attraversata da
un fiume di fuoco. Interrogai mio figlio: "Qual è il significato di
questo fiume e chi sono quelli che siedono sulle sue sponde?". Mi
rispose: "Questo è il fiume di coloro che non sono né proprio
freddi né proprio caldi". Qui vidi una folla di uomini, di donne e
di giovani. Alcuni erano immersi fino alla bocca, alcuni fino al petto,
alcuni fino al collo, alcuni fino alle labbra, altri fino alla testa. [21, 1] Alla vista di costoro, domandai a mio figlio:
"Chi sono questi uomini?". Mi rispose: "Quelli che sono
immersi fino al petto e fino alle ginocchia, durante la preghiera erano
negligenti e non come ti ho detto; a mezzogiorno e a mezzanotte tutti
lodano il Signore, al mattino ringraziano il Signore per la notte
trascorsa e per il giorno che era spuntato, ma tralasciano le preghiere
dell'ora terza, sesta e nona: e questo è il loro tormento per i secoli. [2] Quelli che sono immersi fino all'ombelico,
fornicarono in chiesa con donne; gli immersi fino alla bocca, dissero
parole oziose in chiesa; gli immersi fino al petto, dopo aver ricevuto
l'Eucaristia parlarono senza aver prima preso qualcosa di fresco o un po'
di pane o di acqua; gli immersi fino alle labbra, in chiesa parlarono con
i vicini in ogni momento; gli immersi fino alla testa, in chiesa fecero
cenno con gli occhi ai loro vicini". [3] Vidi poi un grande abisso nel quale erano poste altre
anime, le une sulle altre fino all'altezza di circa cinquanta cubiti
Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che si trovano in questo
supplizio?". Mi rispose: "Sono quelli che fornicarono con la
moglie del loro padre, o con la loro figlia o con sue amiche o con la
figlia dei loro amici; quelli che hanno fornicato con maschi come se
fossero femmine; quelli che fornicarono con la moglie dei loro figli o con
la moglie del figlio della loro sorella; quelli che fornicarono con una
puerpera o con una donna nel periodo delle mestruazioni; quelli che
fornicarono con una donna abietta o con una maomettana, o con una donna
ebrea quelli che fornicarono con cavalli, muli, asini, cammelli o con
della terra da essi plasmata; la moglie del sacerdote che fornicherà con
un altro uomo, e i sacerdoti che fornicheranno con altre donne: tutti
costoro discenderanno in questo abisso. E questo è il loro tormento in
eterno". [22, 1] Vidi poi un altro supplizio: un uomo vecchio
portato da quattro perversi angeli delle tenebre. Costoro lo condussero da
questo fiume di fuoco e lo posarono su di un sedile di fuoco e, mentre il
fiume di fuoco lo inondava fino al petto, lo trafiggevano con frecce di
fuoco trapassandolo con il fuoco. [2] A questa vista mi misi a piangere amaramente con
gemiti, e domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?".
Mi rispose: "Il suo nome è papàs". Gli domandai: "Qual è
il peccato di un uomo colpito da così terribile tormento?". Mi
rispose: "Non camminò secondo la mia legge, non adempì i miei
comandamenti, non trattò con purezza i miei santi misteri non offrì un
sacrificio puro, passò i suoi giorni nell'impudicizia e nella
profanazione, non accolse il pellegrino, non amò i poveri e i meschini,
mangiò le primizie tutto solo, non sfamò l'affamato né dissetò
l'assetato: e questo è il suo tormento in eterno". [3] Nella regione di questo abisso vidi ancora un uomo
portato dagli angeli delle tenebre: costui era caduto bocconi sicché gli
usciva il sangue dal naso; lo gettarono nel fiume ove fu sommerso fino al
petto e pur gridando: "Abbi misericordia di me", nessuno gli
usava pietà. Interrogai mio figlio: "Che peccato ha commesso
quell'uomo e come si chiama?". Mi rispose: "Il suo nome è diacono, e ti dirò ora i suoi
peccati. Non camminò secondo i miei comandamenti, servì nella mia Chiesa
senza purezza, prese il mio sangue prezioso non in stato di purità, non
visse con rispetto nel santuario, con il suo pane non sfamò gli affamati,
non offrì la sua bevanda all'assetato, non avvolse nei panni e non
seppellì né i poveri né quelli che muoiono nel deserto: e questo è il
suo tormento in eterno". Nella regione di questo fiume vidi un uomo grande e
terribile che dagli angeli delle tenebre era preso e immerso fino al petto
nel fiume di fuoco, con pietre infuocate percuotevano la sua faccia e con
verghe fulminee lo bastonavano. [23, 1] A questa vista gemetti e piansi accoratamente, e
domandai a mio figlio: "Come si chiama?". Mi rispose: "Il
suo nome è patriarca, e ti dirò ora i suoi peccati. Non stabilì
rettamente la fede nella Trinità, non osservò tutto quanto gli avevo
ordinato, non fu stabilito nell'ufficio patriarcale secondo la legge: e
questo è il suo tormento in eterno". [2] Nella regione dello stesso fiume, vidi poi un uomo
condotto dal fiume di fuoco al quale facevano toccare il mare di fuoco ed
intanto lo bastonavano dicendo: "Una volta spezzavi il pane ed ora
perché hai fame? Una volta attingevi dal fiume ed ora perché hai sete?
Squartavi le vittime, perché la loro carne non ti ha saziato?".
Domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo e qual è il suo
peccato?". Mio figlio rispose: "Il suo nome è sacerdote, e ti
dirò ora i suoi peccati. Costui era sacerdote e non camminò né secondo
la legge né secondo il dovere sacerdotale, non si purificò dall'impurità,
passò i suoi giorni tra il riso, le lascivie e le leggerezze: e questo è
il suo tormento in eterno". [3] E di nuovo vidi un uomo scortato da quattro angeli
delle tenebre, mentre gli percuotevano la faccia con fulminee verghe di
fuoco; gli chinavano la faccia e l'immergevano nel fiume che lo divorava
fino al petto; con la spada di fuoco gli tagliarono la lingua e con
affilati coltelli le sue labbra; e pur dicendo egli: "Abbiate pietà
di me", nessuno gli usava misericordia. A questa vista gemetti e
piansi accoratamente e domandai a mio figlio: "Come si chiama
quell'uomo?". Mi rispose: "Il suo nome è diacono, ed ora ti dirò
il suo peccato. Non camminò secondo tutta la legge dei canoni che gli
avevo imposto; non cantò con purezza durante il mio sacrificio; restò
nella pigrizia, nel riso e nell'impurità; nella Chiesa fu dissoluto,
insolente, superbo: e questo è il suo tormento in eterno". [24, 1] Vidi pure innumerevoli uomini dispersi come
polvere in mezzo al fuoco e sospesi a colonne di fuoco. Domandai a mio
figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Sono coloro
che adorano sculture e idoli, il sole e la luna e le stelle. Questo è il
loro tormento in eterno". Nel fiume di fuoco vidi altri uomini
divorati da vermi di fuoco, e domandai a mio figlio: "Chi sono quegli
uomini?". Mi rispose: "Sono coloro che ammassarono oro, tutti i
ricchi che oppressero i poveri e posero la loro fiducia nelle loro
ricchezze, come disse Paolo: Quelli che vogliono arricchire cadono in un
grande peccato. Questo è il loro tormento in eterno". [2] Vidi poi delle giovani vestite di tenebre, legate al
collo da catene di fuoco che le tiravano al fiume di fuoco. Domandai a mio
figlio: "Chi sono quelle?". Mi rispose: "Prima che i loro
padri e madri le unissero legalmente in matrimonio, esse se ne erano
andate nel deserto e per le vie, e avevano perso la verginità. Questo è
il loro tormento in eterno". [3] Vidi ancora altri uomini sospesi nel fuoco: le loro
mani erano legate con catene di fuoco, i loro piedi con lacci di fuoco e
il loro collo con funi di fuoco. Erano stati posti nelle tenebre ove era
pianto e stridore di denti. Domandai a mio figlio: Chi sono questi uomini?". Mi rispose: "Questi
sono i re, i duci e i prìncipi della terra: spogliarono orfani e vedove,
in questo mondo transeunte si manifestarono superbi ed esaltati, si
gloriarono di ciò che loro non giova a nulla come disse il libro della
Sapienza: Ogni condizione del mondo è vanità. Questo è il tormento dei
magnati della terra". Vidi pure altri uomini sospesi in mezzo alle fiamme:
serpenti di fuoco li tormentavano e li divoravano, cani di fuoco li
mordevano, leoni di fuoco spezzavano le loro ginocchia e leopardi
laceravano le loro gole. A questa vista piansi amaramente e domandai a mio
figlio: "Chi sono quelli?". [25, 1] Mi rispose: "Quelle sono monache uscite
contro le norme dei canoni; dopo avere indossato la santa veste monastica,
guastarono la loro verginità: mentirono a colui che è veritiero, e
disprezzarono colui che non è odioso. Spesso dopo avere concepito dei
figli, li uccisero nel loro seno, sparsero a terra il loro sangue, o li
uccisero dopo averli partoriti o i loro padri di propria mano diedero il
veleno alle madri. Davanti al trono del Padre mio questi fanciulli
gridano: Signore, non ci hanno permesso di diventare grandi per fare il
bene o il male, una parte di noi fu data ai cani, l'altra fu gettata ai
porci. [2] All'udire queste parole io, il Padre mio e il
Paraclito ne fummo rattristati e ordinammo a Temliaco che fosse data loro
una bella dimora. Ma per i loro padri e le loro madri questo è il
tormento in eterno". Domandai a mio figlio: "Se faranno penitenza non
avrai misericordia di loro?". Mi rispose: "Certo, ti assicuro
che se con animo fiducioso faranno penitenza, li perdonerò; ma se fanno
penitenza per paura, non li perdonerò né allevierò il loro tormento. I
loro pastori, siccome non li hanno castigati, saranno severamente puniti e
la loro parte sarà con Eli e Fola. [3] Eli non castigò suo figlio, Fola vendette le sue
figlie per un bue; quei pastori, infatti, vendettero i loro figli per un
po' di cibo e per una bevanda passeggera, e così sono diventati come Esaù
che, per il cibo, vendette il suo diritto di primogenitura; come disse
Paolo: Non servono Cristo, ma il proprio ventre". Vidi poi alcuni sospesi a colonne di fuoco, avvolti e
scossi dalle fiamme; davanti ai loro occhi c'erano molti frutti soavi ed
acqua pura, ma quando bramavano mangiare i frutti dell'albero e bere
l'acqua, non riuscivano a prendere nulla, e nella loro bocca non entrava
niente. A questa vista restai molto melanconica e triste e domandai a mio
figlio: "Chi sono questi uomini?". [26, 1] Mi rispose: "Sono quelli che violarono e
respinsero il digiuno, quelli che non esitarono davanti alla violazione
del digiuno sia nella feria quarta sia nella feria sesta sia durante il
digiuno della quaresima. Questo è il loro tormento in eterno".
Domandai a mio figlio: "Se faranno penitenza, non avrai forse
misericordia di loro?". Mio figlio rispose: "Se per un giorno
faranno penitenza, otterranno il perdono dei peccati". [2] Poi vidi uomini con le mani tagliate, circondate da
fiamme di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli
uomini?". Mi rispose: "Sono quelli che scrissero lettere magiche
e ne ricavarono un utile. Questo è il loro tormento eterno". Vidi ancora uomini avvolti dalle fiamme e trattenuti da
freni di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono questi
uomini?". Mi rispose: "Sono quelli che bestemmiarono il loro
prossimo e disprezzarono i loro fratelli. Avendo il diavolo bestemmiato
Adamo cadde dal suo trono e la sua gloria fu rovesciata: così sarà di
colui che bestemmierà il suo prossimo". [3] Vidi poi una fossa piena di zolfo e pece: non era
illuminata, ma piena di tenebre; vidi che c'erano persone dalle mani e dai
piedi amputati. Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli
uomini?". Mi rispose: "Quelli sono maomettani che non credono
ch'io sia nato da te, non credono nel Battesimo, né nella mia morte,
nella mia risurrezione e ascensione, né credono che il Padre è con il
Figlio e lo Spirito santo. Questo è il loro tormento in eterno". Vidi pure un uomo che da quattro angeli delle tenebre era
crocifisso con i piedi in alto e le mani in basso. I suoi piedi erano
legati con lacci di fuoco e la sua faccia era rasa con lance di fuoco;
quando sciolsero i lacci egli cadde in mare. [27, 1] Domandai a mio figlio: "Come si chiama
quell'uomo?". Mi rispose: "Si chiama sacerdote; e ti dirò ora
il suo peccato. Nella domenica non offrì incenso e oblazioni, fu
dissoluto e superbo". Gli domandai: "Figlio mio, quante volte vuoi che ti
sia offerto il sacrificio?". Mi rispose: "La domenica mattina e
il sabato verso l'ora terza del giorno. Hai udito ciò che ho detto nel
Vangelo: Non sono venuto per sciogliere la legge o i profeti, ma a
portarli a compimento. Non ho abrogato il sabato a eccezione di una sola
volta, gli altri sabati li ho onorati e li equiparai alla domenica". [2] Vidi che si stava trafiggendo un uomo con frecce di
fuoco, e domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi
rispose: "Si chiama diacono, e ti dirò ora il suo peccato. La
domenica non offrì il sacrificio abbastanza presto. Questo è il suo
tormento in eterno". Nella regione del fiume, vidi pure una fossa di fuoco ove
erano immersi fino al collo uomini e donne. Su tutte le loro membra erano
serpenti e vipere di fuoco, e nove angeli delle tenebre li punzecchiavano
con dardi infuocati. A questa vista piansi amaramente, innalzai molti
gemiti, e poi domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?".
Mi rispose: "Quelli sono i monaci che sulla mia via non hanno seguito
le mie impronte e passarono i loro giorni nella lascivia. Questo è il
loro tormento in eterno". [3] Vidi pure la grande Geenna segnata con sette sigilli.
Mio figlio allora gridò: "Aprite portieri della Geenna, affinché
mia madre Maria possa vedere!". Quando le porte si aprirono e vidi,
ebbi timore e tremai: [28, 1] domandai a mio figlio: "Come si chiama
questo fiume?". Mi rispose: "Si chiama Geenna". Interrogai:
"Chi sono coloro che vi si trovano dentro?". Rispose: "In
esso sono coloro che negarono ch'io sia Figlio di Dio. Questo è il loro
tormento in eterno". Appena questi dannati mi videro, gridarono dicendo:
"Tu benedetta, o Maria! Benedetto il frutto del tuo seno e beati i
nostri occhi che ti videro". Mi rivolsi allora a mio figlio e gli
dissi: "Per amor mio, diletto figlio, abbi pietà!". Mio figlio
mi rispose: "Per te, sarò misericordioso dal vespero della feria
sesta fino al mattino della feria seconda". Udito ciò, ringraziai
mio figlio e anche i dannati gli elevarono lodi. [2] Giovanni, impara e approfondisci tutte queste cose
che ti ho raccontato Non lasciare questo libro in un luogo impuro. Ove sarà questo libro, non si avvicinino donne in
procinto di partorire o che hanno le mestruazioni, non si avvicini una
donna fornicatrice o un uomo fornicatore; ove sarà questo libro, non
sieda un uomo di cattivi costumi. Che vantaggio ha una fornicatrice di
avvicinarsi alla Chiesa, che vantaggio ha un fornicatore? [3] Ascolta, Giovanni, quanto ti dico. Ordina che
compiano la commemorazione quattro volte: il giorno ventuno del mese di
ter, il giorno ventuno del mese di sane, il giorno sedici del mese di
mahasse, il giorno sedici del mese di jakatit, quando mi fu affidato
questo testamento. Se è possibile, la commemorazione sia fatta il giorno
ventuno di ogni mese. [4] Soccorrerò tutti coloro che avranno compiuto la mia
commemorazione, allorché si troveranno in giorni tristi. Di colui poi che
avrà fatto scrivere od avrà scritto questa visione, di colui che la
leggerà con fede o l'ascolterà con riverenza io scriverò il nome nel
libro della vita per tutti i secoli dei secoli. Amen". E' terminata la scrittura della visione della signora
nostra Maria, che le fu rivelata da suo figlio. A colui che ha scritto questa visione e a colui che ha
ordinato che fosse scritta, a colui che l'avrà recitata e spiegata, a
colui che ne avrà ascoltata la lettura, a tutti costoro il Signore usi
misericordia nel regno dei cieli, per il suo corpo e per il suo sangue,
nei secoli dei secoli. Amen.
|