DORMIZIONE DI MARIA

 

TRANSITO R *

 

(Cod. Vatic. gr. 1982, ff. 181-189V)  

Racconto di san Giovanni teologo ed evangelista sulla dormizione della panaghìa teotoco e sul modo della traslazione dell'incorruttibile madre del Signore nostro.

[1] Annunzio della morte. Al di là di ogni parola e al di sopra di ogni pensiero, grandi e mirabili sono i misteri della sempre vergine Maria vera madre del nostro vero Dio e salvatore Gesù Cristo: il verginale concepimento, la generazione senza corruzione, Dio che si incarna in lei e da lei nasce nella forma umana e soprattutto il glorioso e mirabile mistero della sua dormizione.

[2] Quando Maria seppe dal Signore che stava per uscire dal corpo, il grande angelo andò da lei e le disse: "Maria, alzati, prendi questa palma datami da colui che ha piantato il paradiso e dalla agli apostoli affinché la portino cantando inni davanti a te; di qui a tre giorni, infatti, deporrai il corpo. Ecco ch'io invierò da te tutti gli apostoli e non ti lasceranno più fino a quando non ti avranno trasportata nel luogo ove tu sarai nella gloria".

[3] Maria gli rispose: "Perché mi hai portato soltanto questa palma e non una per ogni apostolo? Temo che s'io la darò a uno gli altri mormoreranno. Che cosa vuoi ch'io ne faccia? Qual è il tuo nome affinché se mi interrogheranno lo possa comunicare loro?". L'angelo le rispose: "Perché domandi il mio nome? E' meraviglioso e tu non puoi udirlo. Ma allorché risalirò, te lo comunicherò e così lo potrai comunicare segretamente agli apostoli, i quali l'annunzieranno agli uomini e conosceranno il potere della mia autorità. Non inquietarti per la palma, giacché essa sarà strumento di molti prodigi e metterà alla prova tutti gli uomini di Gerusalemme; sarà manifestata a colui che crede e sarà nascosta a colui che non crede. Va' dunque sul monte e là tu conoscerai il mio nome, giacché io non lo dico in mezzo a Gerusalemme per tema che non ne sia interamente distrutta: tu l'udrai sul monte degli Ulivi, ma, come ti dirò, non (sic!) lo potrai dire agli apostoli essendo giunta l'ora di deporre il tuo corpo".

[4] Visita di Gesù. Maria allora se ne andò sul monte degli Ulivi: la precedeva la luce dell'angelo e reggeva nella sua mano la palma. Appena giunse sul monte esso trasalì con tutti gli alberi che vi si trovavano: essi inchinarono le cime e adorarono la palma in mano di Maria.

[5] A questa vista Maria pensò che fosse Gesù e domandò: "Signore, non sei tu, forse, il mio Signore?". L'angelo le rispose: "Nessuno può compiere prodigi se non il Signore della gloria. Come il Padre mi ha mandato per la salvezza degli uomini e per convertire quelli che egli mi ha segnalato... Non solo trasporto alberi, ma trasporto pure gli uomini che si umiliano davanti a Dio e li guido nel luogo dei giusti allorché escono dal loro corpo. Anche tu uscirai dal corpo e nel quarto giorno io verrò dal tuo corpo. Sia tu sia tutti coloro che osservano i comandamenti di Dio li conduco nel paradiso di delizie poiché sulla terra si sono conservati puri".

[6] Maria domandò all'angelo: "In qual modo vieni da essi e chi sono quelli che trasferisci? Si distinguono forse da se stessi offrendo sacrifici dal gradito odore, e così li raggiungi, oppure sono i giusti e gli eletti, o ancora, quando sei mandato, vieni da coloro che pregano e invocano il tuo nome? Parlami di questo affinché anch'io faccia così e poi verrai a trasferirmi".

[7] L'angelo le dice: "Che cosa hai, madre? Quando sarò inviato da te non verrò solo, ma con tutti gli eserciti celesti che canteranno inni davanti a te. Ora sono stato inviato da te per renderti edotta e tu poi trasmetta agli apostoli in segreto. Ecco, tu vuoi sapere che cosa fare: quando fui inviato da te, mentre partivo, ricevetti dal Padre una preghiera che ora ti dico affinché tu la reciti quando uscirai dal corpo, al sorgere del sole; è così infatti che bisogna recitarla. Quanto ti dico comunicalo agli apostoli giacché verranno anch'essi. Nessun amico del mondo, quanti amano il mondo, può recitare questa preghiera".

[8] L'angelo domandò poi a Maria di trasmettere questa preghiera agli apostoli. "Verranno, infatti, da te come ti dissi, e canteranno inni davanti a te ed eseguiranno i tuoi funerali. Prendi dunque questa palma". Quando Maria ricevette la palma, l'angelo divenne tutto come luce e salì nei cieli.

[9] Maria se ne ritornò a casa, e subito la casa tremò a motivo della gloria della palma che teneva in mano. Dopo questo tremito, Maria andò nella sua camera segreta e depose la palma su di un lenzuolo. Si tolse gli abiti, prese dell'acqua, si lavò il corpo e indossò altri vestiti con preghiere di ringraziamento. Disse:

[10] "Ti benedico, segno celeste apparso sulla terra prima di scegliermi e di abitare in me. Benedico te e i miei congiunti, che mi hanno accolto, quelli che sono venuti invisibilmente prima di te per introdurti.

Ti benedico perché nella tua forza mi hai misurata per formare le membra del tuo corpo e mi hai trovata degna del bacio della tua camera nuziale, come mi avevi promesso.

Ti benedico per essere trovata degna della perfetta eucaristia e per partecipare all'offerta del tuo gradito odore e cioè la risorsa di tutte le nazioni.

[11] Ti benedico affinché mi dia il vestito che mi hai promesso, dicendo che per mezzo suo sarò contraddistinta da tutti i miei parenti e mi farai condurre al settimo cielo per essere trovata degna della soavità perfetta con tutti coloro che credono in te e tu li riunisca nel tuo regno: giacché sei nascosto tra coloro che sono nascosti, vedi coloro che non sono visti. Tu sei la stirpe nascosta e tu sei il pléroma, tu sei il pléroma, io te prima di tutto ho partorito nel dolore e tutti coloro che confidano in te.

[12] Ascolta la preghiera di tua madre che grida verso di te! Asseconda la mia voce e manda su di me la tua benedizione e nessuna autorità venga da me nell'ora in cui uscirò dal mio corpo, porta invece a compimento quanto mi hai detto allorché piansi davanti a te, dicendo: "Fa' ch'io scansi le autorità che vengono sulla mia anima!". Mi hai promesso: "Non piangere, Maria mia madre! Da te non verranno né gli angeli né gli arcangeli né i cherubini né i serafini né alcun'altra autorità, bensì io stesso verrò presso la tua anima". Or dunque è giunto il dolore per colei che partorisce. Benedico te e i tre ministri che tu hai mandato per il ministero delle tre vie. Benedico te e la luce eterna nella quale tu dimori. Benedico tutta la piantagione delle tue mani che dura in eterno. Santo, santo, colui che riposa tra i santi. Ascolta la voce della mia supplica!".

[13] Visita dei parenti. Dette queste cose, Maria uscì dopo avere detto alla domestica di casa sua: "Va' a chiamare i miei parenti e quanti mi conoscono e dì loro: "Maria vi chiama"" La domestica partì e li chiamò come le era stato ordinato.

bQuando giunsero, Maria disse: "Padri e fratelli, aiutiamoci per mezzo di opere buone e della fede nel Dio vivo. Domani, infatti, uscirò dal corpo e andrò al mio riposo eterno. Alzatevi, dunque, e abbiate una grande umanità verso di me. Non vi chiedo né oro né argento poiché tutte queste cose sono vane e corruttibili, ma vi chiedo soltanto di avere umanità verso di me osservando quanto vi dico e restando con me questi due giorni e queste due notti. Ognuno di voi prenda una bella lucerna, e non lasciatela spegnere per questi tre giorni affinché io possa dirvi gli ultimi miei desideri prima di allontanarmi da questo luogo". E tutti fecero come aveva ordinato Maria.

[14] La notizia si diffuse a tutti i suoi conoscenti e amici, e Maria chiamò tutti i suoi vicini e disse loro: "Alzatevi e preghiamo". Dopo la preghiera si sedettero discorrendo tra di loro delle grandezze di Dio e dei segni e prodigi fatti da Dio per mezzo di sua madre.

[15] Arrivo di Giovanni. Mentre Maria pregava e diceva "così sia", improvvisamente, per mezzo di una nube, giunse l'apostolo Giovanni; bussò alla porta di Maria, aprì ed entrò.

Quando Maria lo vide ne ebbe lo spirito turbato: scoppiò in singhiozzi e non ebbe la forza di trattenere le lacrime né di tacere per il grande dolore. Con voce forte, esclamò: "Padre Giovanni, ricordati le parole del Maestro, quanto ti ha chiesto a mio riguardo il giorno nel quale ci lasciò e io piangevo, dicendo: "Tu te ne vai; a chi mi lasci e presso chi abiterò?". Tu eri lì e hai udito che mi rispose: "E' Giovanni colui che veglierà su di te!". Dunque, padre Giovanni, non dimenticare gli ordini che hai ricevuto a mio riguardo. Ricorda che ti ha amato più degli altri. Ricorda che a te soltanto ha detto il mistero allorché eri appoggiato sul suo petto e nessuno lo conobbe a eccezione di te e di me: tu perché vergine eletto, io perché non volle che mi rattristassi e gli sono vicino. Allora gli domandai: "Dimmi quel che hai detto a Giovanni", ed egli ti disse di comunicarmelo. Or dunque, padre Giovanni, non mi abbandonare".

[16] Ciò detto, Maria pianse con voce dolce e serena. Giovanni non resistette; il suo spirito ne fu scosso e non trovò che cosa dirle. Non sapeva ancora che ella stava per uscire dal corpo. Allora Giovanni esclamò a gran voce: "Maria, sorella mia, divenuta madre dei dodici rami, che cosa mi consigli di fare per te? Ti ho lasciato il mio ministro affinché ti preparasse il vitto; vorresti forse ch'io trasgredissi l'ordine datoci dal mio Signore, dicendo: "Percorrete tutto il mondo fino a che sia eliminato il peccato del mondo?". Or dimmi, Maria, che cosa ti manca?".

[17] Ella gli rispose: "Padre Giovanni, non chiedo nessuna delle cose di questo mondo, che anzi dopodomani uscirò dal corpo. Padre Giovanni, usami umanità, proteggi il mio corpo, deponilo in una tomba e custodiscimi con i tuoi fratelli, gli apostoli, a motivo dei sommi sacerdoti. Con le mie orecchie, infatti, li udii che dicevano: "Se troveremo il suo corpo lo daremo alle fiamme, poiché da lei venne quell'ingannatore""

[18] Quando Giovanni l'udì affermare: "Uscirò dal mio corpo", si gettò piangendo ai suoi piedi e disse: "Signore, chi siamo noi che ci addossi queste infermità? Non abbiamo ancora dimenticato le prime e già ne dobbiamo sopportare un'altra. Perché non sono io a uscire dal corpo, e tu, Maria, colei che mi veglia?".

[19] Udendo ciò e vedendo piangere Giovanni, Maria pregò i presenti di tacere e, preso Giovanni in disparte, gli disse: "Padre Giovanni, abbi pazienza verso di me, (trattieni) un istante le tue lacrime, affinché ti possa dire quanto l'angelo mi ha comunicato". Giovanni allora si asciugò le lacrime e Maria gli disse: "Esci con me e dì alla folla di salmodiare". Mentre quelli salmodiavano, lei introdusse Giovanni nella sua camera e gli disse la preghiera che le era stata data dall'angelo

[20] Estrasse una cassetta nella quale c'era un foglio e disse: "Padre Giovanni, prendi questo libro nel quale c'era il mistero. Quando avevo cinque anni, il Maestro mi fece conoscere tutte le cose del creato e pose in esso anche voi dodici". Gli mostrò i suoi abiti funebri e tutta la preparazione della sua dimora, dicendo: "Padre Giovanni, tu sai tutto quello che ho in questa grande casa: nulla all'infuori degli abiti funebri e due tuniche. Qui vi sono due vedove; quando sarò uscita dal corpo, ne darai una a ognuna".

[21] Poi lo condusse nel luogo ove si trovava la palma consegnatale dall'angelo affinché fosse portata dagli apostoli; e gli disse: "Padre Giovanni, prendi questa palma; così la porterete davanti a me. Mi è stata data per questo". Giovanni le disse: "Madre e sorella mia Maria, da solo non la posso prendere, data l'assenza degli apostoli; affinché quando giungeranno non vi siano tra noi mormorazioni e dispute. Ce n'è uno più grande di me, che è stato posto al di sopra di noi. Quando saremo riuniti, ci sarà manifestata la benevolenza del nostro salvatore".

[22] Arrivo di tutti gli apostoli. Dopo uscirono ambedue. Mentre stavano lasciando la camera, s'udì un tuono improvviso che scosse quelli che si trovavano in quel luogo. Dopo il boato del tuono ecco apparire improvvisamente gli apostoli trasportati da una nube dalle estremità della terra davanti alla porta di Maria: erano undici assisi sulle nubi. Il primo era Pietro, il secondo Paolo anch'egli su di una nube essendo stato annoverato nel numero degli apostoli; si era appena convertito alla fede in Dio. Dopo di essi, gli altri apostoli si incontrarono sulle nubi e furono trasportati davanti alla porta di Maria. Si salutarono e si guardarono stupiti domandandosi come mai si trovassero improvvisamente riuniti.

[23] Pietro rispose: "Fratelli, preghiamo Dio che ci ha radunati, tanto più che tra noi si trova Paolo, gioia dell'anima nostra. Veramente, fratelli, ha avuto compimento la scrittura del profeta e la parola di colui che dice: "Nulla di più dolce e di più bello per dei fratelli che abitare insieme!"".

Paolo disse a Pietro: "Hai trovato una testimonianza indovinata, giacché io ero separato da voi e ora sono congiunto al gruppo degli apostoli".

Pietro allora domandò di fare una preghiera e gli apostoli risposero: "Sì, preghiamo per conoscere il motivo per cui Dio ci ha radunato". Si onoravano gli uni gli altri per fare la preghiera; poi dissero a Pietro: "Padre Pietro, tu sei stato posto al di sopra di noi, più che a noi spetta dunque a te fare la preghiera". Pietro rispose: "Il Dio e Padre nostro e il Signore nostro Gesù Cristo vi glorifichi come voi avete glorificato la mia carica. Beneditemi in questo, se così vi piace".

[24] Pietro allora stese le mani e disse: "Padrone, Dio assiso sul carro dei cherubini, assiso sulle altezze tu contempli gli abissi, abiti una luce inaccessibile nel riposo eterno, mistero nascosto nel quale è stata rivelata la croce salvifica, per questo noi innalziamo le mani in forma di croce per ricevere il riposo con l'approfondita conoscenza della croce. Tu, infatti, sei il riposo delle membra stanche, tu poni fine ai travagli, tu sei colui che rivela tesori nascosti, tu hai radicato in noi la tua bontà. Qual dio è misericordioso come te, Padre? Tu non distogli da noi la tua filantropia. Chi mai è benevolo come te, chi è misericordioso come il tuo Padre che ha salvato dal male quanti credono in lui?

[25] Il tuo volere ha vinto ogni cupidigia, la fede che viene da te ha spezzato la menzogna, la tua bellezza ha vinto la seduzione, la tua umiltà ha abbattuto l'orgoglio, tu sei colui che vive e ha trionfato sulla morte, tu nostro riposo hai sradicato la morte, tu sei la gloria della misericordia, gloria inviata dallo Spirito del vero Padre. Emmanuel Emmanuel, maranathà, ora e nei secoli dei secoli. Amen".

[26] Finito di pronunciare l'amen, Pietro e Andrea si abbracciarono. Giovanni che era in mezzo a loro disse: "Beneditemi tutti". E tutti lo abbracciarono, ognuno secondo il suo ordine.

Dopo l'abbraccio, Pietro e Andrea dissero: "Giovanni, prediletto del Signore, come sei arrivato e da quanti giorni sei qui?".

Giovanni rispose: "Ascoltate ciò che mi è capitato. Mentre mi trovavo nella città di Sardi con diciotto discepoli che credono nel Signore salvatore, fui tolto di mezzo a loro su di una nube; era l'ora nona: una nube discese sul luogo ove ci trovavamo, mi tolse via e mi portò qui. Bussai alla porta, mi aprirono e trovai una folla numerosa riunita attorno a Maria, madre nostra, la quale diceva: "Sto per uscire dal corpo". Non potei trattenermi in mezzo alla folla che l'attorniava, e il mio singhiozzo divenne pesante.

[27] Ora, fratelli miei, entrando nel giorno seguente, non piangete affinché lei non sia turbata: è questo che il nostro Maestro mi manifestò allorché, durante la cena, mi appoggiai sul suo petto; per tema che, vedendoci piangere, la folla che la circonda esiti in cuor suo e dica: "Anch'essi hanno paura della morte!". Facciamoci piuttosto coraggio con le parole del Diletto".

[28] Gli apostoli entrarono poi in casa di Maria e dissero a una voce: "Maria, nostra sorella, madre di tutti i salvati, la grazia del Signore sia con te!". Vedendoli tutti, Maria fu ripiena di gioia ed esclamò: "La grazia sia anche con voi! E come siete giunti qui tutti insieme? Vi vedo, infatti, tutti riuniti".

Ed essi raccontarono come fossero stati riuniti da tutte le regioni; e ognuno disse la regione dalla quale era stato trasportato. Poi si abbracciarono da Pietro fino a Paolo, dicendo: "Il Signore ti benedica, egli che salva tutti!".

[29] Maria allora esultò nello spirito e disse: "Benedico te che sovrasti ogni benedizione, benedico le dimore della tua gloria, benedico il grande cherubino della luce, divenuto tuo soggiorno nel mio seno, benedico tutte le opere delle tue mani obbedienti in piena sottomissione, benedico il tuo amore con il quale ci hai amato, benedico le parole di vita che procedono dalla tua bocca dateci nella verità. Credo, infatti, che tutto quanto mi hai detto si avvererà. Mi hai detto: "Quando uscirai dal corpo, manderò tutti gli apostoli da te"; ed ecco che si sono radunati e io sono in mezzo a loro come una vite fruttifera come nel tempo in cui ero con te e tu eri come una vite in mezzo ai tuoi angeli incatenando ogni attività del nemico. Ti benedico con tutta l'energia perché quanto mi hai detto si è avverato. Hai detto, infatti: "Quando uscirai dal corpo vedrai me con gli apostoli"; ed ecco, Signore, che si sono radunati insieme".

[30] Così dicendo, Maria chiamò Pietro e tutti gli apostoli, li introdusse in camera sua e fece loro vedere i suoi abiti funebri. Dopo, uscì e si sedette in mezzo a loro e accese le lucerne che non si lasciarono più spegnere, come aveva ordinato loro Maria.

Vigilia nell'attesa della morte. Nel secondo giorno, dopo il tramonto del sole, nella notte tra il secondo e il terzo giorno, Pietro disse agli apostoli: "Fratelli, chi ha parole istruttive, parli pure per tutta la notte fino al sorgere del sole, esortando le folle". Gli apostoli gli risposero: "Chi più saggio di te? Noi siamo felici di ascoltare la tua istruzione".

[31] Pietro allora iniziò a parlare: "Fratelli, e voi tutti che siete entrati in questo luogo in quest'ora, per umanità verso la nostra madre Maria, voi che accendete le lucerne col fuoco di questa terra visibile, avete compiuto un buon ministero. Anch'io voglio che ogni vergine prenda la sua lucerna nel firmamento immateriale del cielo; questa è la lucerna a tre stoppini dell'uomo interiore: il nostro corpo, la mente, lo spirito. Se questi tre brillano di vero fuoco, di quello per il quale combattete, non vi vergognerete quando entrerete alle nozze e vi riposerete con lo sposo. Così appunto è della nostra madre Maria. La luce della sua lucerna riempì l'ecumene e non si spegnerà fino alla consunzione del secolo, affinché tutti coloro che vogliono prendano fiducia da lei e riceviate anche la benedizione del riposo. Or dunque, fratelli, lottate sapendo che non restiamo quaggiù per sempre".

[32] Morte di Maria. Mentre Pietro parlava e confortava le folle, giunse l'aurora e spuntò il sole. Maria si alzò, uscì fuori, recitò la preghiera che le aveva dato l'angelo, e dopo la preghiera si stese sul suo letto e portò a compimento la sua economia. Pietro si sedette presso il capo di lei, Giovanni ai piedi e gli altri in circolo attorno al suo capezzale.

[33] Verso l'ora terza del giorno, avvenne un gran tuono e si diffuse un gradevole profumo tanto che per la profusione del profumo tutti furono presi dal sonno, a eccezione soltanto delle tre vergini. Le fece vegliare affinché testimoniassero sulla cura delle esequie di Maria madre del Signore e sulla gloria di lei.

Ed ecco che improvvisamente si presentò sulle nuvole il Signore Gesù con una innumerevole moltitudine di angeli santi: entrò con Michele e Gabriele nella camera ove era Maria, mentre gli angeli inneggiavano standosene fuori della camera. Quando il Salvatore entrò, trovò gli apostoli attorno a Maria e li salutò.

[34] Maria allora aprì la bocca e benedisse, dicendo: "Ti benedico perché hai compiuto ciò che mi avevi promesso e non hai rattristato il mio spirito. Tu mi avevi promesso che non avresti permesso che gli angeli venissero presso l'anima mia, e che saresti venuto tu da lei; ed ecco che mi accade, Signore, secondo la tua parola. Chi sono io, misera, per essere giudicata degna di una tale gloria?". Così dicendo portò a compimento la sua economia con il volto sorridente rivolto verso il Signore.

[35] Il Signore la abbracciò, prese la sua anima santa, la pose tra le mani di Michele, l'avvolse in pelli delle quali è impossibile manifestare la gloria. Noi apostoli abbiamo visto l'anima di Maria affidata alle mani di Michele in una perfetta forma umana, a eccezione dei tratti di femmina o di maschio, senza altro all'infuori della somiglianza di ogni corpo, e uno splendore sette volte più grande.

[36] Il Salvatore disse a Pietro: "Proteggi accuratamente il corpo di Maria, mia dimora, ed esci dalla sinistra della città, troverai un sepolcro, deponivi il corpo e aspettate fino a quando vi parlerò". Quando il Salvatore disse questo, il corpo di Maria esclamò: "Ricordati di me, re della gloria; ricordati che sono una tua creatura, ricordati che ho custodito il tesoro affidatomi".

Allora il Signore disse al corpo: "Non ti abbandonerò, mia perla, tesoro inviolato! No, mai abbandonerò il tesoro sigillato fino a quando sarà ricercato". Ciò detto, improvvisamente, se ne andò in alto.

[37] La sepoltura. Pietro, Giovanni, gli altri apostoli e le tre vergini presero cura del corpo di Maria: lo posero su di un lettuccio e poi svegliarono gli altri. Pietro prese la palma e disse a Giovanni: "Tu sei vergine, Giovanni, e spetta a te cantare davanti al lettuccio e tenerla". Giovanni gli rispose: "Tu sei il nostro padre e il nostro vescovo, spetta a te precedere il lettuccio fino a quando giungeremo al luogo". Pietro rispose: "Affinché nessuno di noi abbia a rattristarsi, coroniamone il lettuccio". Gli apostoli s'alzarono e si caricarono il lettuccio di Maria; Pietro disse l'inno: "Israele uscì dall'Egitto, alleluia".

[38] Il Salvatore e gli angeli erano sulle nubi a una certa distanza davanti al lettuccio inneggiando invisibili: si udiva soltanto la voce di una grande moltitudine, tanto che uscì fuori tutta Gerusalemme. Quando i sommi sacerdoti udirono il frastuono e la voce degli inni ne furono turbati e dissero: "Che è questo frastuono?". Qualcuno rispose: "Maria uscì dal corpo e gli apostoli cantano inni intorno a lei". E subito Satana entrò in essi dicendo: "Alziamoci e usciamo. Uccidiamo gli apostoli e bruciamo il corpo che portò quel seduttore". Subito si alzarono e uscirono subito con armi e mezzi difensivi per uccidere gli apostoli.

[39] Gli angeli invisibili li colpirono subito di cecità e spezzarono loro la testa contro le mura poiché non potevano più vedere dove andavano, eccetto uno solo, il sommo sacerdote. Costui era uscito per vedere ciò che accadeva; si avvicinò agli apostoli e allorché li vide portare il lettuccio incoronato cantando inni, restò pieno di collera e disse: "Ecco quanta gloria riceve oggi la dimora di colui che ha spogliato la nostra stirpe!". E pieno di collera si diresse verso il lettuccio con l'intenzione di rovesciarlo; lo toccò nel punto ove si trovava la palma: subito le sue mani si incollarono al lettuccio, furono troncate ai gomiti e rimasero sospese al lettuccio.

[40] L'uomo pianse e supplicò gli apostoli, dicendo: "Non mi abbandonate in questa sventura! Ricordati di mio padre, Pietro, quando la portiera ti parlò, dicendo: "Anche tu sei un discepolo di quest'uomo". Ricorda come e in qual modo ti interrogai". Pietro rispose: "Il soccorrerti non è in mio potere né in potere di alcuno di costoro. Credi dunque che Gesù è il Figlio di Dio, colui contro il quale vi siete levati, colui che avete preso e messo a morte: allora questa lezione cesserà".

[41] Iefonia rispose: "Non è che noi non abbiamo creduto! Sì, in verità sappiamo che egli è il Figlio di Dio. Ma che cosa dovevamo fare quando l'amore del denaro aveva ottenebrato i nostri occhi? I nostri padri prima di morire ci chiamarono e ci dissero: "Figli, Dio vi ha scelto fra tutte le tribù per reggere questo popolo, percepire le elemosine e le primizie. Vigilate affinché questo luogo non diventi ricco e voi non siate nell'abbondanza; non scatenate la collera di Dio, date invece ai poveri e agli orfani quello che a voi sopravanza". Ma noi vedendo che il luogo godeva di una grande abbondanza, abbiamo dimenticato nel tempio le tavole dei venditori e dei compratori. Il Figlio di David entrando nel santuario scacciò tutti, dicendo: "Non fate della casa di mio Padre una casa di commercio!". Al vedere distrutte da lui le nostre abitudini abbiamo deliberato il male e l'abbiamo messo a morte, pur sapendo che è Figlio di Dio. Ma dimenticate la nostra follia e perdonatemi. Quanto mi è accaduto è un segno dell'amore di Dio, affinché io viva".

[42] Pietro fece fermare il lettuccio e disse: "Se tu credi con tutto il cuore, avvicinati e bacia il corpo di Maria, dicendo: "Credo, teotoco vergine e madre pura, anche in colui che è nato da te, Signore e Dio nostro"". Allora il sommo sacerdote prese la parola in lingua ebraica e, tra le lacrime, benedisse Maria per tre ore; non permise ad alcuno di toccare il lettuccio e addusse testimonianze dalle Scritture sacre e dai libri di Mosè nei quali è scritto che Maria sarà chiamata tempio di Dio e porta del cielo, tanto che gli apostoli restavano ammirati dalle grandezze e meraviglie che diceva.

[43] Pietro disse: "Appressati e attacca le tue mani". Iefonia corse e disse distintamente: "Nel nome del Signore Gesù Cristo Figlio di Dio e di Maria colomba immacolata di colui che è nascosto nella sua bontà, le mie mani si uniscano senza alcun difetto!". E subito divennero come erano prima.

Pietro gli disse: "Alzati, prendi (la foglia) di palma che ti dò, entra nella città, incontrerai una grande folla che non trova più la via d'uscita, racconta a essa quanto ti è capitato; porrai questa foglia sugli occhi di colui che crederà e subito riacquisterà la vista".

[44] Iefonia salì in città come gli aveva ordinato Pietro, trovò una grande folla piangente, e disse: "Guai a noi! Ciò che capitò a Sodoma capitò pure a noi! Prima Dio li colpì con la cecità, poi cadde il fuoco e li consumò. Guai a noi! Siamo divenuti ciechi, poi arriverà il fuoco".

Iefonia prese la foglia, parlò loro della fede e quanti credettero riacquistarono la vista.

[45] Gli apostoli portarono Maria alla tomba. Deposero il corpo, si sedettero e attesero tutti insieme il Signore, come aveva loro ordinato.

Paolo disse a Pietro: "Padre Pietro, sai che sono neofita e che sono all'inizio della fede in Gesù Cristo; non ho infatti incontrato il Maestro affinché mi narrasse i gloriosi misteri. Ho udito che li ha rivelati tutti a voi sul monte degli Ulivi. Vi prego dunque di farmeli conoscere". Pietro rispose a Paolo: "Ci rallegriamo grandemente che tu sia giunto alla fede in Cristo, ma noi non possiamo rivelarti i misteri né tu li potresti ascoltare. Ma aspetta; restiamo qui tre giorni come ci disse il Signore, il quale verrà poi con i suoi angeli per trasportare il corpo di Maria: se ce lo ordinerà, noi te li riveleremo con gioia".

[46] Assunzione corporale di Maria. Mentre discutevano tra loro a proposito della dottrina, della fede e di molti altri soggetti, seduti davanti alla porta della tomba, ecco che giunse dai cieli il Signore Gesù Cristo con Michele e Gabriele; si sedette in mezzo a loro e disse a Paolo: "Paolo, mio prediletto, non rattristarti per il fatto che i miei apostoli non ti hanno rivelato i misteri gloriosi. A essi li ho rivelati in terra, a te li rivelerò nei cieli".

[47] Fece poi un segno a Michele con la voce propria degli angeli e scesero verso di lui le nubi; in ogni nube c'erano mille angeli che si posero a cantare davanti al Salvatore. Il Signore disse a Michele di innalzare il corpo di Maria su di una nube e trasferirlo in paradiso. Quando il corpo fu innalzato, il Signore disse agli apostoli di avvicinarsi a lui e saliti sulla nube cantavano inni con voce angelica: il Signore comandò alle nubi di partire in direzione dell'Oriente verso la regione del paradiso.

[48] Giunti nel paradiso deposero il corpo di Maria sotto l'albero della vita. Michele portò la di lei anima santa che deposero nel suo corpo.

Il Signore inviò poi gli apostoli nei loro luoghi per la conversione e la salvezza degli uomini. A lui, infatti, spetta la gloria, l'onore e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

 

 

TRANSITO COLBERTIANO

(dal Cod. di Parigi lat. 2672 ff. 7-12) *

 

Inizia il transito o assunzione, della santa Maria madre del Signor nostro Gesù Cristo

 

[1, 1] Quando dunque il Signore e salvatore nostro Gesù Cristo pendeva, crocifisso sul legno della croce per la vita di tutto il mondo, presso la croce vide sua madre dritta e vide Giovanni evangelista, che egli amava più di tutti gli altri apostoli perché era corporalmente vergine.

[2, 1] A lui perciò affidò la cura della santa Maria, dicendogli: "Ecco tua madre"; e rivolto a lei: "Ecco tuo figlio".

Da quel momento la santa genitrice di Dio restò sotto la particolare cura di Giovanni, fino a quando restò nella dimora di questa vita. [2] Allorché gli apostoli andarono a predicare nelle regioni a loro assegnate, lei restò in casa dei parenti di lui, presso il monte degli Ulivi.

Due anni dopo che nostro Signore Gesù Cristo, vinta la morte, era salito in cielo, Maria fu presa, un giorno, da una grande voglia di piangere tutta sola e si rifugiò nella sua cella.

[3] In quel tempo mentre la beata Maria vigilava e pregava, andò da lei un angelo del Signore e le disse: "Alzati, Maria, prendi la palma ch'io ora ti ho portato giacché di qui a tre giorni sarai assunta. Ecco che manderò tutti gli apostoli a seppellirti". [4] Maria gli rispose: "Signore, ti prego di dirmi il tuo nome".

Rispose alla beata Maria: "Perché cerchi il mio nome grande e meraviglioso?".

Così dicendo, l'angelo salì in cielo preceduto da una grande luce. Allora la beata Maria prese la palma e la pose nella sua cella.

[3, 1] Radunati tutti i suoi parenti e amici, disse loro: "Vi prego di restare con me poiché domani uscirò dal corpo e andrò nella pace sempiterna". Essi risposero, piangendo: "Veglieremo tutti all'unanimità e con le lucerne accese, non sapendo in quale ora il Signore verrà". [2] Mentre parlavano, giunse il beato Giovanni, batté alla porta della beata Maria ed entrò. La beata Maria, appena lo vide, ne ebbe l'animo turbato e sospirando non poté contenere le lacrime.

[3] E disse: "Padre Giovanni, ricorda con quali parole il Signore mio, tuo Maestro, mi ha raccomandato a te nel giorno in cui si è allontanato da noi dopo aver patito per la salvezza del mondo. Ti prego di usarmi la misericordia di far portare questa palma davanti al mio letto e custodire il mio corpo dai mali, giacché io stessa ho udito Ebrei che dicevano: "Aspettiamo che muoia per prenderne poi il corpo e consumarlo con il fuoco avendo esso portato quel seduttore"".

[4, 1] Ciò udito, il beato Giovanni pianse amarissimamente dicendo: "O Signore, e che siamo noi che tu ci fai assistere a tante tribolazioni?".

Dopo l'introdusse nella sua cella e gli fece vedere i vestiti che le doveva mettere per la sepoltura. E Giovanni disse: "Ma io, da solo, non posso fare ciò; bisogna che vengano i miei fratelli e coapostoli. Ecco, infatti, che Dio oggi li radunerà alla tua dipartita". [2] Mentre essi stavano uscendo dalla cella avvenne improvvisamente un grande tuono e tutti gli apostoli, rapiti dalle nubi, furono depositati davanti alla porta della beata Maria. E, vedendosi, si salutavano dicendo: "Siano rese grazie a Dio che oggi ha ordinato che ci adunassimo qui. Si è proprio avverato il detto: "Quanto è buono che i fratelli abitino insieme!"". Mentre essi pregavano giunse il beato Giovanni, dicendo: "Benedite, fratelli". Ed essi risposero al saluto, dicendo: "Benedite, signore. Raccontaci come sei venuto qui". Ed egli rispose: "Benedite, signori fratelli, e ascoltate quanto mi è accaduto.

[5, 1] Avvenne che mentre insegnavo, era circa l'ora nona del giorno, discese una nube che mi avvolse e, toltomi di mezzo a quelli che erano con me, mi portò qui. Quando entrai, trovai molta gente attorno a nostra sorella Maria e parlavano del fatto che lei stava per uscire dal corpo. Udendo queste cose, piansi profondamente. Ed ora fratelli se ne andrà domani. Non piangetela affinché il popolo non provi turbamento, pensando: Come? Questi che sono gli apostoli temono la morte, mentre poi predicano agli altri la risurrezione? Non dobbiamo, infatti, piangere poiché così mi ha detto il Signore mio Maestro, Cristo Gesù mentre a cena riposavo sul suo petto".

[2] Ed entrati, gli apostoli salutarono la signora nostra Maria, dicendo: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te". Ma lei, umiliandosi davanti a loro disse: "E con voi, fratelli".

Poi Maria innalzò la sua voce e disse: "Benedico te che domini al di sopra di ogni benedizione. Benedico la dimora della tua gloria. Benedico la concessione che mi hai voluto accordare convocandomi attorno tutti gli apostoli".

[6, 1] Così dicendo, sedette in mezzo a loro. Le lampade e le lucerne di tutti erano accese.

Il beato Pietro disse: "Fratelli, vegliate tutti insieme e le vostre lampade e lucerne siano accese fino a tanto che venga il Signore".

Maria, alzatasi, uscì fuori e recitò al Signore la preghiera che le era stata detta dall'angelo della luce. Dopo la preghiera si pose sul suo letto. Al suo capo si pose a sedere il beato Pietro e tutti gli apostoli erano intorno al letto.

[2] Verso l'ora terza s'udì un grande terremoto e un odore soave tanto che, per la sua grande soavità, tutti si addormentarono, ad eccezione delle tre vergini alle quali aveva ordinato di vegliare ininterrottamente per testimoniare la gloria della sua assunzione.

[3] Ed ecco che venne il Signore con una moltitudine di angeli, e Michele, principe degli angeli, cantava l'inno. E Maria aprì la bocca e benedisse Dio, dicendo: "Ti benedico, Cristo onnipotente, poiché non mi hai negato nulla di quanto mi avevi promesso". E così dicendo rese l'anima che fu presa dall'arcangelo Michele.

[7, 1] E il Signore Gesù disse a Pietro: "Prendi tu il corpo di mia madre Maria ed esci dalla porta destra della città: troverai una tomba nuova ed in essa seppellirai il corpo. Custoditelo come vi ho ordinato fino a quando verrò". Così dicendo salì in cielo.

Gli apostoli e le tre vergini composero il corpo della beata Maria sul letto. Dopo di ciò quelli che si erano addormentati si svegliarono.

[2] Pietro portò la palma e disse: "Vedete che nessuno si rattristi, incoroniamone piuttosto il letto". Gli apostoli s'alzarono e portarono il letto. Pietro alzò la sua voce di lode dicendo: "Israele uscì dall'Egitto, alleluia".

Il Signore poi protesse con una nube sia il letto sia gli apostoli. Camminavano, ma non erano visti, s'udiva soltanto la voce quasi fossero voci di una grande folla.

[3] Quando i prìncipi dei sacerdoti e la folla udirono le voci di lode a Dio, furono sconvolti, e dissero l'un l'altro: "Che è ciò?". Qualcuno disse: "Maria ha abbandonato il corpo ed ora gli apostoli cantano lodi attorno a lei".

[8, 1] Ma subito Satana entrò in loro. E dissero: "Su, uccidiamo gli apostoli e bruciamo col fuoco il corpo che portò quel seduttore". E, con spade e bastoni, andarono ad uccidere gli apostoli.

Uno di essi, pieno d'ira e di furore, disse: "Ecco la gloria che ebbe il tabernacolo di colui che disprezzò noi e tutto il nostro genere". E gridando con grande impeto verso il letto voleva rovesciarlo. Subito le sue mani s'attaccarono al letto: una parte del suo corpo pendeva e l'altra parte restava attaccata al letto.

[2] Allora prese a supplicare gli apostoli, dicendo: "Non disprezzatemi, vi prego, perché mi trovo in un così grande bisogno, abbiate invece misericordia di me. Tu soprattutto, beatissimo Pietro, ricorda come io ti abbia scusato quando la portinaia ti accusava dicendo che eri di quelli".

[9, 1] Pietro rispose, dicendo: "Non ne ho il potere, ma credi che Gesù Cristo, contro il quale sei insorto, è Figlio del Dio vivo, e riavrai la salute". Egli allora per tre ore benedisse Dio adducendo dai libri di Mosè testimonianze che questo è il tempio di Dio.

Subito, allora, guarirono le sue mani e divennero come prima. Mentre gli angeli che si trovavano sulle nubi colpirono gli Ebrei di cecità.

[2] Disse poi Pietro a quello che era stato guarito: "Alzati, prendi la palma, entra in città e troverai una grande folla di ciechi. Sugli occhi di colui che crederà poni questa palma e riacquisterà la luce. Colui invece che non crederà, non vedrà mai più".

Entrato in città trovò una grande folla di persone che piangevano, dicendo: "Guai a noi, giacché ci capiterà quanto avvenne a Sodoma. Prima, infatti, li colpì con la cecità e poi mandò su di essi il fuoco".

[3] Allora egli parlò della fede e del fatto che chi crede riacquista la luce, mentre resta cieco colui che non crede.

Gli apostoli dunque portarono Maria nella tomba. E, seppellitala, si sedettero all'ingresso della tomba, come aveva ordinato il Signore. Mentre essi sedevano, in una nube venne il Signore Gesù con una moltitudine di angeli. E disse all'arcangelo Michele di prendere, nella nube, il corpo della beata Maria.

[10, 1] Ed ecco l'arcangelo Gabriele rotolò la pietra dell'ingresso della tomba. Il Signore, (disse): "Alzati, amica e prediletta mia. Tu che non sei stata corrotta dal coito, non passerai attraverso la dispersione del corpo nel sepolcro".

Subito Maria si alzò dalla tomba e benedisse Dio. Prostratasi ai piedi del Signore l'adorava, dicendo: "Io non ti potrò degnamente ringraziare dei benefici che ti sei degnato di concedere a me tua serva. Sia benedetto per sempre il tuo nome, redentore del mondo, Dio di Israele".

[2] Baciatala, il Signore si allontanò affidando la sua anima agli angeli affinché la portassero in paradiso.

Disse agli apostoli: "Avvicinatevi". Quando furono avvicinati, li baciò e disse loro: "Pace a voi, giacché io sono sempre con voi fino alla fine dei secoli". E subito, innalzato in una nube, il Signore fu accolto in cielo e con lui gli angeli.

[3] Gli apostoli poi, avvolti nelle nubi, se ne ritornarono ognuno nel settore della sua predicazione, raccontando le meraviglie di Dio, lodando il Signore Gesù che regna con il Padre e lo Spirito santo in unione perfetta e nella sostanza divina, nei secoli. Amen.

 

 

 

TRANSITO DELLA BEATA VERGINE MARIA *

(Recensione lat. A)  

[1] Nel tempo che precedette la passione del Signore tra le molte cose che la madre domandò al figlio, ci sono quelle riguardanti il suo transito.

Lei lo interrogò in questi termini: "Carissimo figlio mio, io supplico la tua santità affinché quando giungerà il tempo in cui la mia anima uscirà dal corpo tu me lo faccia sapere tre giorni prima e tu, mio amato figlio, la prenda con i tuoi angeli".

[2] Egli gradì la supplica della sua amata madre, e le rispose: "Abitazione e tempio del Dio vivo, madre benedetta, regina di tutti i santi e benedetta tra tutte le donne, come tu sai, prima che tu mi portassi nel tuo seno, io ti ho custodito sempre e ti cibai ogni giorno con il mio cibo angelico. Come potrei abbandonarti, dopo che mi hai portato e nutrito, dopo che mi hai trasportato durante la fuga in Egitto e hai sopportato per me molte angustie? Sappi che i miei angeli ti custodirono sempre e ti custodiranno fino al tuo transito. Dopo che, come sta scritto, avrò sostenuto la passione per gli uomini, nel terzo giorno risorgerò e dopo quaranta giorni salirò in cielo. Quando mi vedrai venire da te con gli angeli e gli arcangeli, con i santi, con le vergini e con i miei discepoli, sappi che la tua anima si separerà dal corpo ed io la porterò in cielo dove non avrà più né angustia né tribolazione alcuna".

[3] Allora lei si rallegrò e raggiante di gioia baciò le ginocchia di suo figlio, e benedisse il creatore del cielo e della terra, che per mezzo di Gesù Cristo, suo figlio, le aveva fatto un tale dono.

[4] Nel secondo anno dopo l'esecuzione del Signore nostro Gesù Cristo, mentre la beatissima vergine Maria era perseverante giorno e notte nella preghiera, tre giorni prima che morisse andò da lei l'angelo del Signore e la salutò dicendo: "Salve, Maria, piena di grazia! Il Signore è con te". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio". Le disse ancora: "Prendi questa palma che ti manda il Signore". Con grande gioia e ringraziando Dio prese la palma mandatale da Dio per mezzo dell'angelo.

L'angelo del Signore le disse: "Di qui a tre giorni avrà luogo la tua assunzione". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio".

[5] Chiamò allora Giuseppe dalla città di Arimatea e gli altri discepoli del Signore, ai quali si unirono i parenti e gli amici, e a tutti i presenti notificò loro il suo transito.

Poi la beata Maria si lavò, si vestì come una regina e attese la venuta di suo figlio, come le aveva promesso. Pregò tutti i parenti di tenerle compagnia e di offrirle conforto. Aveva con sé le tre vergini Seforo, Abigea e Zael, poiché i discepoli del Signore nostro Gesù Cristo erano già dispersi per tutto il mondo a predicare al popolo di Dio.

[6] All'ora terza, mentre la regina Maria se ne stava in camera sua, si udirono forti tuoni con pioggia, lampi, sconvolgimenti e terremoti. Improvvisamente, da Efeso fu trasportato Giovanni evangelista e apostolo: entrò nella camera della beata Maria e la salutò dicendo: "Salve, piena di grazia! Il Signore è con te". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio", ed alzatasi baciò san Giovanni.

Poi la beata Maria gli domandò: "O figlio carissimo, perché mi hai lasciato per così tanto tempo e non hai osservato gli ordini del tuo Maestro custodendomi come ti aveva ordinato mentre pendeva dalla croce?". Ma egli, inginocchiato, le chiedeva perdono. Allora la beata Maria lo benedisse e nuovamente lo baciò.

[7] E mentre voleva interrogarlo donde veniva e per qual motivo si trovava a Gerusalemme, ecco che una nube condusse tutti i discepoli del Signore davanti alla porta della camera della beata Maria, ad eccezione di Tomaso, detto Didimo. Entrarono, salutarono la regina e l'adorarono dicendo: "Salve Maria, piena di grazia! Il Signore è con te". Ella subito si alzò, s'inchinò, li baciò e rese grazie a Dio.

[8] Questi sono i nomi dei discepoli del Signore che furono trasportati sulla nube: Giovanni, evangelista, e Giacomo, suo fratello, Pietro e Paolo, Andrea, Filippo, Luca, Barnaba, Bartolomeo e Matteo, Mattia detto Giusto, Simone Cananeo, Giuda e suo fratello, Nicodemo, Massimiano e molti altri che non si possono elencare.

[9] La beata Maria domandò allora ai suoi fratelli: "Che cosa c'è che siete venuti tutti a Gerusalemme?". Pietro rispose: "Siamo noi che dobbiamo domandarlo a te, e tu lo domandi a noi? Certo è che nessuno di noi sa perché siamo giunti qui con così tanta velocità. Ero ad Antiochia, ed ora eccomi qua!".

E tutti dissero dove si trovavano in quel giorno e tutti erano stupiti di trovarsi là e di sentire tali cose.

[10] La beata Maria disse loro: "Prima che sostenesse la passione, pregai mio figlio affinché alla mia morte foste presenti sia lui che voi; ed egli mi concesse questo favore. Sappiate dunque che domani avrà luogo il mio transito. Vegliate e pregate con me, affinché, quando il Signore verrà a prendere la mia anima, vi trovi vigilanti". Tutti promisero di vegliare: vegliarono e pregarono tutta la notte con salmi e canti, in mezzo a grandi luci.

[11] All'ora terza della domenica, come lo Spirito santo era disceso sugli apostoli in una nube così discese Cristo con una moltitudine di angeli e prese l'anima della sua diletta madre: vi fu un grande chiarore ed un profumo soavissimo mentre gli angeli cantavano il Cantico dei cantici, là ove il Signore dice: "Come un giglio tra le spine, così l'amica mia tra le figlie".

Tutti i presenti caddero bocconi, come erano caduti gli apostoli allorché Cristo si trasfigurò davanti a loro sul monte Tabor; e per tutto lo spazio di un'ora e mezzo, nessuno poté alzarsi.

[12] Poi disparve il chiarore e con il chiarore fu assunta in cielo l'anima della beata Maria vergine con salmi, inni e (espressioni) del Cantico dei cantici. Mentre la nube saliva, tremò tutta la terra e, in un istante, tutti i gerosolimitani videro chiaramente la morte della santa Maria.

[13] Nello stesso tempo entrò in loro Satana e incominciarono a riflettere che cosa dovevano fare del suo corpo. Presero i mezzi per bruciare il suo corpo e uccidere gli apostoli poiché da lei, ma a causa dei loro peccati, avevano avuto inizio le dispersioni di Israele e la riunione con i gentili. Ma furono colpiti da cecità: andavano a sbattere la testa contro le pareti e cozzavano l'un contro l'altro.

[14] Gli apostoli, colpiti da tanto splendore, s'alzarono salmodiando e iniziarono il trasporto del corpo santo dal monte Sion alla valle di Giosafat.

Erano giunti a metà strada allorché un Ebreo, di nome Ruben, voleva gettare a terra il venerabile feretro con il corpo della beata Maria. Ma le sue mani rimasero secche all'altezza di un cubito e, volente o nolente, discese fino nella valle di Giosafat piangendo e gridando: le sue mani restavano, infatti, dirette verso il feretro e non riusciva a ritrarle.

[15] Prese dunque a supplicare gli apostoli affinché lo salvassero con le loro preghiere e fosse fatto cristiano. Allora gli apostoli piegarono le ginocchia e supplicarono il Signore di perdonarlo. E subito, guarito, rese grazie a Dio, baciò i piedi della regina di tutti i santi e degli apostoli, nello stesso luogo fu battezzato e iniziò a predicare il nome del Signore nostro Gesù Cristo.

[16] Gli apostoli deposero il corpo nella tomba con grande onore, piangendo e cantando pieni di amore e di dolcezza. Poi un'improvvisa luce celeste li circondò e caddero a terra, mentre il corpo santo fu assunto in cielo dagli angeli.

[17] Allora il beatissimo Tomaso fu condotto improvvisamente al monte degli Ulivi, vide il beatissimo corpo che se ne andava in cielo e prese a gridare: "O madre santa, madre benedetta, madre immacolata, se ho trovato grazia, andando tu in cielo, rallegra il tuo servo per mezzo della tua misericordia". Ed ecco che dal cielo fu gettato al beato Tomaso il cordone con il quale gli apostoli avevano legato il corpo santissimo. Egli lo prese, lo baciò, rese grazie a Dio e se ne ritornò nella valle di Giosafat.

[18] Qui trovò tutti gli apostoli e un'altra grande folla che si batteva il petto a causa dello splendore visto. Appena si videro si baciarono, ed il beato Pietro gli disse: "E' proprio vero che tu sei sempre duro e incredulo. A motivo della tua incredulità, Dio preferì che tu non fossi con noi alla sepoltura della madre del Salvatore".

Egli si batté il petto e disse: "So e credo fermamente di essere sempre stato un uomo cattivo e incredulo. Domando dunque perdono a tutti voi per la mia durezza e incredulità". E tutti pregarono per lui.

[19] Poi il beato Tomaso disse: "Dove avete messo il suo corpo?". Essi gli additarono la tomba. Ma lui rispose: "Là non c'è il corpo che è detto santissimo".

Il beato Pietro gli rispose: "Già l'altra volta non hai voluto credere alla risurrezione del nostro Signore e Maestro fino a quando non hai visto e toccato con le tue dita, come potresti credere a noi che ti diciamo che il corpo è là?". Ma egli insistette: "Il corpo là non c'è!".

Allora, quasi stizziti, andarono alla tomba che era nuova e scavata nella roccia, e tolsero la pietra. Ma il corpo non lo trovarono, e non sapevano che dire, vinti com'erano dalle parole di Tomaso.

[20] A sua volta il beato Tomaso, che vestiva ancora i paramenti sacerdotali, riferì loro come mentre stava cantando la messa, in India, senza che se ne avvedesse, la parola di Dio lo trasportò sul monte degli Ulivi dove vide salire in cielo il santissimo corpo della beata Maria e le chiese di dargli una benedizione, come ella avesse esaudito la sua supplica e gli avesse gettato il cordone che la cingeva; e fece vedere il cordone a tutti.

[21] Gli apostoli, alla vista del cordone con il quale l'avevano legata, glorificarono Dio e tutti domandarono perdono al beato Tomaso per la benedizione datagli dalla beata Maria e per l'aver egli visto il corpo santissimo salire nei cieli. Il beato Tomaso li benedisse ed esclamò: "Quanto è bella e lieta la concorde convivenza dei fratelli".

[22] La nube che li aveva trasportati, fu la stessa che riportò ognuno al suo posto. Come era accaduto a Filippo quando battezzò l'eunuco, secondo quanto si legge negli Atti degli apostoli, e come Abacuc dopo avere portato il cibo a Daniele nella fossa dei leoni se ne ritornò poi subito in Giudea, così anche gli apostoli ritornarono subito a predicare al popolo di Dio, dove erano prima.

[23] Non desta meraviglia che abbia compiuto questo colui che entrò in un utero chiuso ed uscì da una vergine, colui che entrò dagli apostoli a porte chiuse, colui che diede l'udito ai sordi, risuscitò i morti, purificò i lebbrosi, diede la vista ai ciechi e compì molti altri miracoli. Questo si ha da credere senza alcun dubbio.

[24] Io sono Giuseppe che ho posto il corpo del Signore nel mio sepolcro e lo vidi risorto, e prima e dopo l'ascensione del Signore ho sempre custodito il suo tempio santissimo, la beata sempre vergine Maria.

Sulla carta e nel mio cuore scrissi quanto è uscito dalla bocca di Dio e il modo con cui avvennero le cose sopraddette, notificando a tutti, Ebrei e gentili, le cose viste con i miei occhi e udite con le mie orecchie, e fino a quando vivrò non cesserò di predicarle.

Preghiamo con perseveranza colei la cui assunzione è oggi venerata e celebrata in tutto il mondo, affinché ci ricordi in cielo, davanti al suo piissimo figlio, al quale sia lode e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 

TRANSITO DELLA BEATA VERGINE MARIA *

di san Melitone vescovo di Sardi

(Recensione lat. B)  

[1, 1] Melitone, servo di Cristo, vescovo della Chiesa di Sardi, ai venerabili fratelli nel Signore con i quali siamo in pace, salute!

Spesso ricordo di avere scritto a proposito di un certo Leucio che visse con noi assieme agli apostoli, ma poi con un sentimento estraneo ed animo temerario si allontanò dalla via della giustizia e inserì nei suoi scritti molte notizie sulle gesta degli apostoli: molte e diverse cose scrisse sui loro miracoli, ma disse molte cose false sulla loro dottrina asserendo che avevano insegnato diversamente da quanto è in realtà e volendo sostenere quasi con le loro parole le sue pestifere argomentazioni.

Né questo gli bastò: con linguaggio empio corruppe la stessa narrazione del transito della beata sempre vergine Maria madre di Dio tanto che non solo non è permesso leggerla in chiesa, ma non è lecito neppure ascoltarla. A voi dunque che ce lo domandate, alla fraternità vostra, scriveremo così semplicemente quanto abbiamo udito dall'apostolo Giovanni, non credendo ai dogmi strani che pullulano tra gli eretici, ma al Padre nel Figlio al Figlio nel Padre nella trinità delle persone pur restando indivisa la natura divina, né credendo alla creazione di due nature umane, una buona e l'altra cattiva, ma ad un'unica natura buona creata dal Dio buono, viziata dalla colpa per inganno del serpente e restaurata per la grazia di Cristo.

[2, 1] Quando il Signore e salvatore Gesù Cristo pendeva dal legno della croce ove era stato affisso con chiodi per la vita di tutto il mondo, vide sua madre diritta presso la croce e Giovanni evangelista da lui prediletto su tutti gli altri apostoli in quanto era il solo corporalmente vergine. A lui egli affidò la cura della santa Maria. A lui disse: "Ecco tua madre!". Ed a lei: "Ecco tuo figlio!".

[2] Da allora la santa madre di Dio restò sotto la speciale cura di Giovanni per tutto il tempo della sua ulteriore dimora quaggiù. Quando poi gli apostoli andarono per il mondo a predicare secondo la sorte che era loro toccata, lei restò in casa dei genitori di lui presso il monte degli Ulivi.

[3, 1] Nel secondo anno dunque dopo che Cristo, vinta la morte, era salito in cielo, presa da un ardente desiderio di Cristo, tutta sola nella sua cella, Maria si mise a piangere.

Ed ecco un angelo di grande splendore apparve davanti a lei con l'aspetto fulgido e proferì queste parole di saluto: "Salve, benedetta dal Signore! Ricevi la salvezza di colui che, per mezzo dei profeti, mandò la salvezza a Giacobbe. Ecco, disse, un ramo di palma: te l'ho portato dal paradiso del Signore; lo farai portare di qui a tre giorni davanti al tuo feretro, allorché sarai assunta dal corpo. Ecco che tuo figlio ti aspetta con i troni, gli angeli e tutti gli eserciti celesti".

[2] Maria disse allora all'angelo: "Ti chiedo che siano riuniti qui da me tutti gli apostoli del Signore Gesù Cristo". L'angelo rispose: "Proprio oggi per opera del mio Signore Gesù Cristo verranno da te tutti gli apostoli". E Maria a lui: "Ti prego di fare scendere su di me la tua benedizione affinché nell'ora in cui la mia anima esce dal corpo non mi venga incontro alcuna potenza infernale ed affinché io non veda il principe delle tenebre". E l'angelo a lei: "La potenza infernale non ti nuocerà! Il Signore tuo Dio del quale io sono ministro e ambasciatore, ti ha dato una benedizione eterna. Non credere ch'io ti possa concedere la facoltà di non vedere il principe delle tenebre: egli dipende da colui che tu hai portato nel tuo seno. E' in suo potere per tutti i secoli dei secoli". E, così dicendo, si allontanò con grande splendore, ma quella palma restò sfolgorante di luce.

[3] Maria allora si svestì e poi indossò gli abiti migliori, prese la palma avuta dalla mano dell'angelo, uscì verso il monte degli Ulivi e iniziò a pregare: "Se tu non avessi avuto misericordia di me, io non sarei stata degna, Signore, di riceverti; tuttavia ho custodito il tesoro che mi hai affidato. Ti chiedo perciò, re della gloria, che la potenza della Geenna non mi faccia del male. Se al tuo cospetto tremano ogni giorno i cieli e gli angeli, tanto più l'uomo che è fatto di terra e che non ha nulla di buono se non nella misura in cui l'ha ricevuto dalla tua generosità. Tu, Signore, sei il Dio benedetto per sempre nei secoli". Così dicendo se ne ritornò a casa sua.

[4, 1] Improvvisamente, una domenica all'ora terza del giorno, mentre san Giovanni predicava in Efeso, vi fu un grande terremoto, una nube lo sollevò, lo tolse dagli occhi di tutti e lo portò davanti alla porta della casa ove era Maria. Batté alla porta e subito entrò.

Al vederlo, Maria ne ebbe gran gioia e disse: "Figlio mio Giovanni, ti prego di ricordarti delle parole con cui il mio Signore Gesù Cristo mi ha affidato a te. Di qui a tre giorni abbandonerò il corpo e ho udito degli Ebrei che si consultavano dicendo: "Aspettiamo il giorno in cui morirà colei che portò quel seduttore, e poi bruceremo il suo corpo nel fuoco"".

[2] Chiamò dunque San Giovanni, l'introdusse nella cella gli mostrò il vestito per la sua sepoltura e la palma splendente che aveva ricevuto dall'angelo, raccomandandogli che fosse portata davanti alla sua lettiga durante il trasporto nella tomba.

[5, 1] San Giovanni le rispose: "Da solo, come potrò farti le esequie se non verranno i fratelli e coapostoli del mio Signore Gesù Cristo per rendere onore al tuo corpicino?".

Ed ecco che improvvisamente, per ordine di Dio, dai luoghi ove predicavano la parola di Dio, tutti gli apostoli furono sollevati in una nube, portati via e deposti davanti alla porta della casa nella quale abitava Maria. Salutandosi l'un l'altro, si stupivano e dicevano: "Per qual motivo il Signore ci ha radunati tutti qui?".

[6, 1] Allora gli apostoli, pieni di gioia, elevarono tutti insieme la loro preghiera, e appena pronunciarono l'"Amen" giunse il beato Giovanni e disse loro tutto.

Entrati in casa, gli apostoli videro Maria e la salutarono: "Benedetta tu dal Signore che fece il cielo e la terra!". E lei: "Pace a voi, dilettissimi fratelli! Come siete giunti qui?". E raccontarono come ognuno era stato sollevato in una nube dallo spirito di Dio e deposto là.

[2] Lei rispose: "Dio non mi ha privato della vostra presenza. Ecco ch'io sto per intraprendere la via di tutta la terra, e non dubito che ora il Signore vi ha condotto qui per darmi sollievo nelle tribolazioni che stanno per colpirmi. Or dunque, ve ne prego, vegliamo tutti insieme ininterrottamente fino al momento in cui il Signore verrà ed io mi separerò dal corpo".

[7, 1] Le si sedettero intorno, consolandola, e passarono tre giorni lodando Dio. Nel terzo giorno, verso l'ora terza, tutti quelli che si trovavano nella casa furono colpiti da sopore e nessuno poté restare sveglio ad eccezione degli apostoli e di tre vergini che si trovavano là.

[2] Venne improvvisamente il Signore Gesù Cristo con una grande moltitudine di angeli e sul luogo si diffuse un grande splendore, mentre gli angeli cantavano un inno e lodavano il Signore. Allora il Salvatore disse: "Vieni, preziosissima perla, entra nella dimora della vita eterna".

[8, 1] Maria si prostrò sul pavimento, adorò Dio e disse: "Sia benedetto il nome della tua gloria, Signore Dio mio, che ti sei degnato di scegliere me, tua ancella, e di affidarmi l'arcano tuo mistero. Ricordati di me, Signore della gloria! Tu sai che ti ho amato con tutto il mio cuore ed ho custodito il tesoro affidatomi. Prendi dunque questa tua serva, liberami dal potere delle tenebre, affinché non abbia ad affrontare alcuno scontro con Satana, né mi veda venire incontro gli spiriti tetri".

[2] Il Salvatore le rispose: "Quando, inviato dal Padre per la salvezza del mondo, ero sospeso sulla croce, venne da me il principe delle tenebre, ma, non avendo potuto trovare in me alcuna traccia delle sue opere, si allontanò vinto e schiacciato. Quando tu lo vedrai, sarà soltanto in forza della legge del genere umano, in forza di quella legge dalla quale hai il destino della morte. Ma non potrà farti del male, giacché io sono con te per aiutarti. Vieni tranquilla! Ti aspetta la schiera celeste per introdurti nel gaudio del paradiso".

[3] Mentre il Signore così parlava, Maria s'alzò dal pavimento, si pose a giacere sul suo letto e, ringraziando Dio, spirò.

Gli apostoli videro che la sua anima aveva un candore tale, che nessuna lingua mortale ne può degnamente parlare: per la grandezza e il chiarore della luce superava, infatti, il candore della neve, quello di tutti i metalli, e lo splendore dell'argento.

[9, 1] Il Salvatore disse allora: "Su, Pietro, prendi il corpo di Maria e trasportalo alla parte destra della città, verso Oriente, dove troverai una tomba nuova. Ponetelo lì e aspettate fino a quando verrò da voi".

[2] Detto questo, il Signore affidò a Michele, preposto al paradiso e principe della stirpe ebraica, l'anima della santa Maria. Gabriele li accompagnava. E subito il Salvatore fu accolto in cielo con gli angeli.

[10, 1] Le tre vergini che erano presenti e vegliavano, presero il corpo della beata Maria e lo lavarono, secondo l'uso funebre.

Una volta svestito dei suoi abiti, quel sacro corpo risplendette di un così grande chiarore che si poteva sì toccare per onorarlo, ma a motivo della luce straordinaria che irradiava era impossibile vederne la bellezza. Solo lo splendore del Signore apparve così grande; e mentre quel corpo mondissimo era lavato non si sentiva nulla, in esso non v'era alcunché di sordido.

[2] Quando fu rivestita con gli abiti mortali, quella luce poco alla volta si oscurò. Il corpo della beata Maria era simile ai fiori del giglio e da esso emanava un profumo così soave che era impossibile trovarne un altro uguale.

[11, 1] Gli apostoli posero quel corpo santo sulla lettiga e si domandavano poi l'un l'altro: "Chi porterà questa palma davanti alla lettiga?". Giovanni disse a Pietro: "Tu, che ci precedi nell'apostolato, devi portare questa palma davanti alla sua lettiga". Pietro rispose: "Tra di noi, tu solo sei stato scelto vergine dal Signore, ed hai goduto di un favore così grande da potere posare il capo sul suo petto. E mentre era appeso sul patibolo della croce per la nostra salvezza, di sua bocca, l'affidò a te. Sei tu dunque che devi portare questa palma, noi prenderemo il corpo e lo porteremo fino al luogo dove si trova la tomba".

[2] Dopo di ciò, Pietro s'alzò e disse: "Prendete il corpo!". Ed iniziò a cantare: "Israele uscì dall'Egitto, alleluia".

Tutti gli altri apostoli portavano con lui il corpo della beata Maria, mentre Giovanni portava la palma davanti alla lettiga. Tutti gli apostoli cantavano con soavissima voce.

[12, 1] Ed ecco un nuovo miracolo; sulla lettiga apparve una grande nube simile al grande nimbo che suole accompagnare lo splendore della luna; sulle nubi c'era un esercito di angeli dal quale partiva un cantico soave, e sulla terra risuonava un suono dolcissimo. Dalla città uscì allora una folla di circa quindicimila persone che, piene di ammirazione, dicevano: "Che significa questo suono così soave?".

[2] Uno rispose loro: "Maria è uscita dal corpo e i discepoli di Gesù cantano lodi attorno a lei". Guardarono e videro la lettiga circondata da una gloria straordinaria e gli apostoli che cantavano a gran voce.

[3] Ma uno che aveva la carica di principe dei sacerdoti ebrei, pieno di furore e d'ira, disse agli altri: "Ecco il tabernacolo di colui che ha messo lo scompiglio tra di noi e in tutta la nostra stirpe! Che gloria è questa che ha ricevuto?". E, avvicinatosi, voleva rovesciare la lettiga e buttare a terra il corpo. Ma ecco che, a qualche cubito da lui, le sue mani restarono secche e attaccate alla lettiga. Mentre gli apostoli tenevano la lettiga alzata, una parte di quell'uomo pendeva e l'altra parte era attaccata alla lettiga: gli apostoli camminavano salmodiando e lui si contorceva dal dolore.

Gli angeli che erano sulle nubi colpirono il popolo di cecità.

[13, 1] Quel principe allora gridò: "Ti prego, san Pietro, non disprezzarmi, te ne supplico, proprio ora che mi trovo in così estremo bisogno e soffro terribili tormenti. Ricorda che, quando nel pretorio l'ancella ostiaria ti riconobbe e disse a tutti gli altri di ingiuriarti, io ho parlato bene di te".

Pietro rispose: "Non ti posso fare altro che questo: se credi di tutto cuore nel Signore Gesù Cristo, che costei ha portato nel suo utero e dopo il parto rimase vergine, la clemenza del Signore, che con larga pietà salva gli indegni, ti darà la salvezza".

[2] Quello rispose: "Forse che non crediamo? Ma che dobbiamo fare? Il nemico del genere umano ha accecato i nostri cuori e la confusione ha velato il nostro volto affinché non riconosciamo la grandezza di Dio, soprattutto perché abbiamo maledetto Cristo, gridando: "Il suo sangue venga su di noi e sui nostri figli"".

Pietro allora disse: "Questa maledizione nuocerà a colui che è rimasto infedele, ma a coloro che si rivolgono a Dio, non è negata la misericordia". Quello rispose: "Credo a tutto ciò che mi dici! Ti prego soltanto di avere pietà di me affinché io non muoia".

[14, 1] Allora Pietro fece fermare la lettiga e gli disse: "Se crederai con tutto il cuore nel Signore Gesù Cristo, le tue mani si staccheranno dalla lettiga". Ciò detto, subito le sue mani si staccarono e prese a stare diritto sui suoi piedi, ma le sue braccia erano rigide e il tormento non si era allontanato da lui.

[2] Pietro gli disse: "Avvicinati al corpo, bacia la lettiga e dì: "Credo in Dio e nel Figlio di Dio, Gesù Cristo, che costei ha portato, credo in tutto ciò che mi ha detto Pietro, apostolo di Dio"". Avvicinatosi, baciò la lettiga e subito disparve da lui ogni dolore e le sue mani furono guarite.

[3] Allora iniziò a benedire Dio abbondantemente e a prendere testimonianze dai libri di Mosè per lodare Cristo, tanto che gli stessi apostoli ne rimasero stupiti e piangevano dalla gioia, lodando il nome del Signore".

[15, 1] Poi Pietro gli disse: "Prendi questa palma dalla mano del nostro fratello Giovanni, entra in città e troverai una grande folla di persone accecate: annunzia loro le grandezze di Dio. Poni questa palma sugli occhi di quanti crederanno nel Signore Gesù Cristo e riacquisteranno la vista, mentre coloro che non crederanno resteranno ciechi".

[2] Quello fece così e trovò una grande folla di persone accecate che piangeva dicendo: "Guai a noi! Siamo stati assimilati ai Sodomiti colpiti dalla cecità. Altro non ci resta che perire".

All'udire le parole del principe che era stato guarito, credette nel Signore Gesù Cristo e, all'imposizione della palma sui loro occhi, riacquistarono la vista. Ma cinque perseverarono nella durezza del loro cuore e morirono. Il principe dei sacerdoti si recò dagli apostoli, restituì la palma e riferì tutte le cose che erano accadute.

[16, 1] Gli apostoli che trasportavano Maria giunsero nella valle di Giosafat, nel luogo che era stato loro indicato dal Signore. La posero in una tomba nuova e chiusero il sepolcro. Poi si sedettero all'ingresso della tomba, come aveva ordinato loro il Signore.

Improvvisamente apparve il Signore Gesù Cristo con una grande moltitudine di angeli tutti risplendenti di grande fulgore, e disse agli apostoli: "Pace a voi!". Essi risposero: "La tua misericordia sia sopra di noi, Signore, avendo noi sperato in te".

[2] Allora il Salvatore disse loro: "Prima di salire al Padre mio, a voi che mi avete seguito nella rigenerazione ho promesso che, quando il Figlio dell'uomo siederà sul trono della sua maestà, voi siederete su dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele. Per ordine del Padre mio, tra le tribù di Israele scelsi di abitare in questa. Che volete ora ch'io le faccia?".

[3] Pietro e gli altri apostoli risposero: "Tu, Signore, ti sei scelto questa ancella come camera nuziale immacolata e noi come tuoi servi nel tuo ministero. Tu, con il Padre e lo Spirito santo, costituenti una sola e uguale divinità ed una infinita potestà, sapevi tutto prima dei secoli. Se dunque con la potenza della tua grazia fosse possibile, a noi tuoi servi parrebbe giusto che come tu, superata la morte, regni nella gloria, così risuscitassi il corpicino di tua madre e la conducessi lieta in cielo".

[17, 1] Disse allora il Salvatore: "Sia secondo il vostro giudizio!". Ordinò dunque all'arcangelo Michele di trasportare l'anima della santa Maria. L'arcangelo Michele fece rotolare la pietra dall'ingresso della tomba, ed il Signore disse: "Sorgi, amica mia e mia intima! Tu che non hai accettato la dissoluzione del coito, non passerai attraverso la corruzione del corpo nel sepolcro".

[2] Maria, risorta immediatamente dal sepolcro, benediceva il Signore e distesa ai piedi del Signore l'adorava dicendo: "Non ti posso degnamente ringraziare, Signore, per gli immensi benefici che tu ti sei degnato di concedere a me tua ancella. Il tuo nome, redentore del mondo, Dio di Israele, sia benedetto nei secoli".

[18, 1] Il Signore la baciò, poi si allontanò affidando la sua anima agli angeli affinché la portassero in paradiso.

Disse agli apostoli: "Pace a voi! Come sono sempre stato con voi, così ancora lo sarò fino alla fine del mondo". Ciò detto, sollevato da una nube, il Signore entrò in cielo e con lui erano gli angeli che portavano la beata Maria nel paradiso di Dio

Gli apostoli, presi dalle nubi, ritornarono ognuno nel settore che gli era toccato in sorte per la predicazione, narrando la grandezza di Dio e lodando il Signore nostro Gesù Cristo, che vive e regna con il Padre e lo Spirito santo in unione perfetta, in un'unica sostanza divina, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 

FRAMMENTO COPTO

SULLA MORTE E RISURREZIONE DI MARIA  

[1, 1] Parla il sommo sacerdote. Quando vide questi apostoli, si alzò e li chiamò, dicendo: "Abbiate pietà della mia miseria".

Rivolto a Pietro, disse: "Ti prego, abbi pietà di me. Ricordati di quando la portinaia discuteva con te dicendo: "Tu sei un discepolo di Gesù", io l'ho rimproverata. Ed ora, Pietro, padre mio, non permettere ch'io muoia in questo tormento". Pietro gli disse: "Non abbiamo questo potere. Ma (la cosa è possibile solo) se tu credi in Dio e nel suo unico Figlio Gesù Cristo generato dalla Vergine".

[2] Il sommo sacerdote rispose: "Anche noi sappiamo che è Figlio di Dio. Ma che farai tu per l'avarizia che ha accecato i nostri occhi, nonostante che i padri nostri, sul punto di morte, ci abbiano detto: "Ci hanno fatti sacerdoti per essere in servizio del popolo, ricevere le primizie e le decime dalle loro mani. Guardatevi bene dall'amore al denaro, affinché Dio non si irriti contro di voi. Quanto avete in più, datelo ai poveri e a quelli che sono nel bisogno". Ma non abbiamo obbedito alle prescrizioni dei nostri padri, siamo stati dei mercanti che vendono e comprano.

[3] Quando venne Gesù, ci scacciò dal tempio, dicendo: "Non lasciate costoro in questo luogo. Del tempio di mio Padre hanno fatto un mercato". Perciò, a causa di queste parole, siamo montati in collera, abbiamo fatto un complotto, l'abbiamo preso e l'abbiamo crocifisso senza sapere che era il Figlio di Dio. Ora, padre mio, non adirarti contro di me per la mia mancanza di fede. Perdona la mia audacia. Dio non volle ch'io

fossi accecato come gli altri che non sono stati degni di vedere la gloria del corpo della madre del mio Signore".

[4] Pietro allora gli disse: "Se tu credi in Cristo, va ad abbracciare il corpo della Vergine, dicendo: "Credo in te e in colui che tu hai generato, vergine senza macchia"".

Il sommo sacerdote corse subito ad abbracciare il corpo della Vergine e, parlando in ebraico, benediceva Dio e lo ringraziava per quanto è stato scritto nella legge e nei profeti sul Cristo. Gli apostoli ammiravano tutto ciò che egli andava dicendo.

Lui stesso dunque prese la mano che era stata troncata e l'applicò al suo posto, dicendo: "Nel nome di colui che è stato crocifisso, sul legno della croce, di colui che è stato generato dalla vergine, Gesù Cristo, tu mi ascolterai anche oggi, gradirai la mia preghiera e farai congiungere nuovamente il mio braccio al suo posto. Io, infatti, mio Signore, ti ho visto riattaccare l'orecchio del servo del sommo sacerdote tagliato da Pietro".

[5] Nel momento stesso in cui finì di pronunciare queste parole, la sua mano si ricongiunse come prima.

Pietro gli disse: "Alzati, prendi delle foglie da queste palme e va' in città. Là troverai folle di uomini ciechi e dirai loro tutte le cose che ti sono capitate. Metti queste foglie sugli occhi di ognuno che crederà in Cristo, e vedrà. Colui che non crederà, non vedrà". Il sommo sacerdote trovò una moltitudine di ciechi seduti e piangenti che dicevano: "Guai a noi! Ci è capitato quanto è accaduto a Sodoma".

In quel momento il sommo sacerdote parlò con essi di Cristo e di quanto era accaduto a lui stesso. Tutti coloro che credettero, videro.

[6] La sepoltura e la guardia alla tomba. Gli apostoli portarono il corpo della Vergine e lo deposero nella tomba. Restarono lì nell'attesa che il Signore risuscitasse dai morti il corpo della Vergine, trasportandola presso di sé come aveva detto. Gli apostoli dissero alle vergini che li seguivano: "Ognuna torni a casa sua in pace". Ma le vergini non vollero ritornare, desiderando rimanere lì anch'esse.

Pietro e Giovanni dissero loro: "Coraggio, figlie mie. Andatevene in pace. Cristo vi guiderà. Il suo corpo lo abbiamo posto bene al sicuro essendo stato dimora del Verbo del Padre. Non date l'impressione di una processione di nozze, rimanendo tra noi e il nostro Maestro; gli Ebrei, infatti, lo odiano. Noi abbiamo posto il suo corpo nella tomba, ma pensiamo che egli non lo lascerà per sempre. Verrà per risuscitarlo, come ci ha detto. "Ecco ch'io vi dico: la vostra pena non cadrà (invano), giacché servite la madre del Signore"".

Dissero loro queste cose per consolarle. Esse risposero: "Benedite noi e i nostri padri affinché questa benedizione sia con noi, nelle nostre case".

[7] Pietro disse a Giovanni: "Alzati, fratello, e benedicile".

Giovanni rispose: "Scusami, mio signore e padre, ma è a te che spetta questa gloria". Pietro fece abbassare loro la testa, e le benedisse dicendo: "Ti prego, Signore Gesù Cristo, padre vero che raduni le pecore e non permetti che l'uomo si smarrisca nelle mani del diavolo poiché tu l'hai salvato con il tuo sangue; Gesù nostro Signore, Gesù nostra forza, Gesù nostra speranza, Gesù nostra vita, Gesù nostra gioia, tu ci benedirai, tu ci coprirai con l'ombra delle tue ali. Gloria a te, al tuo Padre buono, e allo Spirito, per sempre. Amen!".

[8] Quando terminò di dire queste cose, ecco che l'uomo che aveva creduto in Dio venne alla tomba nella terza ora del giorno. Trovò gli apostoli seduti e disse loro: "Dov'è mio padre, Pietro?". Essi lo chiamarono ed egli venne subito.

Il sommo sacerdote gli disse: "Perdonami, padre mio, e permetti che ti dica le cose che mi sono capitate. Or dunque, allorché giunsi in città, dissi quanto mi era accaduto. Ma quando udirono gli Ebrei, furono pieni di collera contro di voi a causa di Maria, madre del Signore. Essi parlarono insieme dicendo: "Che dobbiamo fare? Quando hanno crocifisso il suo figlio, Gesù, abbiamo detto: l'hanno preso in segreto di notte Ora che sua madre è morta, siamo andati a bruciare il suo corpo e non abbiamo potuto trovare altro che il luogo: vi abbiamo appiccato il fuoco, ma non ha bruciato". Dissero: "Ecco che l'hanno messo nella tomba. Ora andiamo, bruciamola con la sua tomba affinché non si possa più trovarla e non risusciti come suo figlio e l'ultimo errore sia peggio del primo".

[9] Altri dissero: "Ecco che siamo stati ciechi e non vediamo". Infine, dissero una parola insieme: "Corriamo a bruciarla!". Io, dunque, appena conobbi i loro disegni, venni ad avvertirvi di tutto quanto è avvenuto. Andate e nascondetevi! Che non vengano a trovarvi e uccidervi". Dette queste cose, se ne andò a casa sua in gran segreto.

Pietro avvisò i discepoli, ma Dio fece sì che i sommi sacerdoti si dimenticassero e non cercassero più il corpo della Vergine, dicendo: "L'abbiamo scampata la prima volta, perché ritentare? Stiamocene a casa!".

[10] Pietro e Giovanni presero coraggio e lasciarono il posto a Dio. Restarono insieme dicendo: "Non abbandoniamo il corpo. Essa ha la forza di pregare per noi e di salvarci".

Risurrezione e ascensione di Maria. Stavano ancora riuniti parlando della grandezza di Dio, quando udirono una voce che diceva: "Non abbiate paura, o miei eletti, non vi capiterà nulla di male. Questi atei non verranno più verso di voi. Restate. Io risusciterò il suo corpo, senza indugio, e svergognerò questi empi Ebrei". Dette queste cose, la voce se ne ritornò nei cieli della gloria.

Ed avvenne che, dopo ciò, giungemmo al sedicesimo mesure; e mentre parlavano così riuniti con gli apostoli narrando i grandi miracoli di Dio, dalla porta della tomba nella quale c'era la Vergine vennero sopra di noi dei lampi che ci spaventarono molto. Dopo si udì un gran rumore sicché noi si pensava che il luogo stesse sprofondando, e sentimmo un profumo.

[11] In seguito vi furono delle grandi voci, dei lampi e del fuoco che passava sopra di noi, ed udimmo il rumore d'una moltitudine di trombe che suonavano davanti a noi. Abbiamo visto la porta della tomba che si apriva e in essa c'era una grande luce. Poi discese un grande carro luminoso circondato di fuoco. Guardammo e vedemmo il Signore Gesù stendere la mano destra: ci abbracciò e ci diede la pace.

[12] Poi egli ci chiamò alla tomba: "Maria, mia madre, mio luogo di riposo nel quale ho abitato, alzati, lascia queste lenzuola e vieni fuori dalla tomba. Come mio Padre mi ha risuscitato dai morti, io risusciterò te per condurti in cielo presso di me".

Guardammo ed ecco la santa vergine Maria con il corpo vestita come fosse appena nata, quasi che non avesse visto per nulla la morte; vedemmo il Signore Gesù che stese la sua mano e la fece salire sul carro di luce che lo portava; vedemmo i cori degli angeli che camminavano davanti ad essi fino a quando non giunsero nei cieli.

[13] Eravamo ancora nello sbigottimento e li stavamo guardando allorché udimmo una voce che diceva: "Pace a voi, miei fratelli, non temete. Non vi capiterà male alcuno".

Il miracolo che avvenne nel giorno in cui la Vergine risuscitò dai morti è più grande di quello che avvenne quando è risuscitato dai morti il Signore. Il giorno in cui il Signore è risuscitato dai morti, noi non l'abbiamo visto, ma soltanto Maria, sua madre, e Maria Maddalena: è ad esse che egli apparve.

Esse poi vennero e ci avvertirono. Andati alla tomba, non trovammo più il suo corpo, ma soltanto le sue vesti funebri che erano state deposte là. Non l'abbiamo visto fino a quando non giungemmo in Galilea; là l'abbiamo trovato.

Quando invece lei risorse dai morti, abbiamo visto bagliori e udito le trombe, abbiamo visto... E così fu che la Vergine fu presa in cielo...

[14] Noi, apostoli, possiamo testimoniare queste cose. Non abbiamo aggiunto nulla e non abbiamo tolto nulla di quanto hanno visto i nostri occhi e di quanto abbiamo udito dalla bocca di nostro Signore Gesù Cristo, il Verbo che s'è fatto carne, come tutti gli uomini, e che ora si trova alla destra del Padre buono. Ed è risuscitata anche la carne nella quale è stata generata la Vergine nel seno di sua madre, e si trova alla destra di suo figlio Gesù Cristo. Lei prega per tutto il mondo, ed il Padre accoglie le suppliche e le preghiere che fa per noi più di quelle di tutti i santi.

[15] Quando Dio giudicherà l'umanità, ognuno lo vedrà nella carne ricevuta da Maria vergine santa. Dopo queste cose, siamo andati alla tomba, trovammo gli abiti nel luogo ove era stato posto il suo corpo, e li seppellimmo...

 

 

DISCORSO DI SAN GIOVANNI IL TEOLOGO *

SUL RIPOSO DELLA SANTA TEOTOCO  

[1] Al sepolcro di Gesù. La santissima e gloriosa teotoco e sempre vergine Maria, era solita recarsi alla sacra tomba del Signore nostro per bruciarvi incenso e piegare le sue sante ginocchia supplicando Cristo nostro Dio, da lei generato, affinché tornasse da lui.

[2] Vedendo questa assiduità al sepolcro divino, gli Ebrei andarono dai prìncipi dei sacerdoti, dicendo: "Maria si reca ogni giorno alla tomba!". I prìncipi dei sacerdoti chiamarono le guardie, che avevano posto lì affinché non permettessero ad alcuno di pregare sulla sacra tomba, e domandarono se, a suo riguardo, era proprio così. Le guardie, però, risposero che non avevano mai osservato nulla di simile; Dio, infatti, impediva loro di vedere la sua presenza.

[3] Annunzio della morte. Un venerdì la santa Maria andò, come d'abitudine, alla tomba e, mentre pregava, si aprirono i cieli, discese presso di lei l'arcangelo Gabriele e le disse: "Salute a te che hai generato Cristo, nostro Dio! La tua preghiera giunse nei cieli da colui che hai generato, ed è stata ascoltata. Da ora, dunque, lasciato il mondo, te n'andrai da tuo figlio nella vita vera e duratura, secondo la tua domanda".

[4] Dopo aver udito questo dal santo arcangelo, Maria ritornò nella santa Betlemme, avendo con sé tre fanciulle che la servivano. Dopo un breve riposo, si sedette e disse alle fanciulle: "Portatemi un incensiere affinché io faccia la preghiera". Ed esse portarono ciò che era stato loro ordinato.

[5] Maria pregò, dicendo: "Signor mio Gesù Cristo, che con eccelsa bontà ti degnasti nascere da me, ascolta la mia voce e mandami il tuo apostolo Giovanni affinché la sua vista sia per me l'inizio della gioia. Con un tuo sacro ordine, mandami anche gli altri apostoli sia quelli che già sono giunti da te sia quelli che sono ancora in questo mondo, in qualsiasi regione si trovino, affinché, rivedendoli, io benedica il tuo celebrato nome. Confido che tu esaudirai la tua ancella in ogni cosa".

[6] Arrivo di Giovanni a Betlemme. Mentre così pregava, apparvi io Giovanni: ero stato rapito da Efeso dallo Spirito santo con una nube e deposto là ove si trovava la madre del mio Signore. Entrato da lei glorificai colui che da lei è nato, dicendo: "Salute a te, madre del mio Signore, che hai generato Cristo nostro Dio! Gioisci poiché è con grande gloria che tu esci da questa vita".

[7] La teotoco glorificò Dio per il fatto che Giovanni era venuto da lei, memore della voce del Signore: "Ecco tua madre" ed "Ecco tuo figlio". Vennero le tre fanciulle e la riverirono.

[8] La santa madre di Dio mi disse: "Prega e metti incenso". Ed io pregai: "Signore Gesù Cristo che hai operato meraviglie, anche ora davanti a colei che ti ha generato compi meraviglie! Tua madre esca da questa vita: stupiscano coloro che ti hanno crocifisso e non hanno creduto in te".

[9] Quand'io terminai la preghiera, la santa Maria mi disse: "Portami l'incensiere". E versandovi l'incenso disse: "Gloria a te, mio Dio e mio Signore, poiché si è adempiuto a mio riguardo quanto mi avevi promesso prima di salire nei cieli, cioè che alla mia partenza da questo mondo saresti venuto da me con gloria, insieme alla moltitudine dei tuoi angeli".

[10] Io, Giovanni, le dico: "Il Signore nostro Gesù Cristo, nostro Dio, viene e lo vedrai come ti ha promesso". La santa teotoco mi rispose: "Gli Ebrei hanno giurato che quando giungerà la mia fine bruceranno il mio corpo". Le risposi: "Il tuo corpo santo e prezioso non vedrà la corruzione". Lei mi disse: "Porta l'incensiere, versa l'incenso e prega". Nel mentre dal cielo una voce diceva: "Amen".

[11] Arrivo di tutti gli apostoli a Betlemme. Io Giovanni udii quella voce, e lo Spirito santo mi domandò: "Hai udito, Giovanni, la voce risuonata in cielo al termine della preghiera?".

Risposi: "Sì, l'ho udita". Lo Spirito santo proseguì: "Questa voce che hai udito, indica l'arrivo imminente degli apostoli tuoi fratelli, e delle potenze sante. Oggi, infatti, vengono

qui".

[12] Allora io, Giovanni, pregai per questi. E lo Spirito santo disse agli apostoli: "Salite tutti sulle nubi e dalle estremità dell'ecumene, radunatevi tutti insieme, in un baleno, nella santa Betlemme per la madre del Signore nostro Gesù Cristo: Pietro da Roma, Paolo da Tiberia, Tomaso dalle Indie centrali, Giacomo da Gerusalemme".

[13] Andrea, fratello di Pietro, e Filippo, Luca, Simone il Cananeo e Taddeo, che erano morti, furono risuscitati dalle loro tombe per opera dello Spirito santo. Lo Spirito santo disse loro: "Non crediate che ora vi sia la risurrezione! Risorgete dalle vostre tombe per andare a salutare con onore e prodigio la madre del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, essendo vicino il giorno della sua partenza, della sua ascesa verso i cieli".

[14] Anche Marco, che era ancora vivo, giunse da Alessandria assieme agli altri giunti da ogni regione, come fu detto.

Sollevato da una nube e sostenuto dallo Spirito santo, Pietro rimase tra cielo e terra, contemporaneamente anche gli altri apostoli erano rapiti su nubi per ritrovarsi con Pietro. Così, come s'è detto, giunsero tutti insieme per opera dello Spirito santo.

[15] Entrati dalla madre del Signore e Dio nostro l'abbiamo riverita e poi abbiamo detto: "Non temere né affliggerti! Il Dio Signore che è stato da te generato ti trarrà da questo mondo con gloria". Lei esultò in Dio suo salvatore. Si pose poi a sedere sul letto e disse agli apostoli: "Credo che ora verrà dal cielo il Maestro e Dio nostro. Io lo contemplerò, come ho contemplato voi qui presenti, e ascenderò così da questa vita.

Voglio che mi diciate donde avete saputo ch'io ascendo, che vi siete così affrettati a venire a visitarmi, e da quali regioni e lontananze siete giunti. Il Signore nostro Gesù Cristo, Dio di tutti, che da me è stato generato, non mi ha, infatti, nascosto questo fatto, poiché ho creduto e tuttora credo che egli è il Figlio dell'Altissimo".

[16] Rispose Pietro dicendo agli apostoli: "Secondo quanto ci ha annunziato e ordinato lo Spirito santo, ognuno di noi informi esattamente la madre del Signore nostro".

[17] Giovanni rispose: "Mentre, in Efeso, mi avvicinavo al sacro altare per il servizio liturgico, lo Spirito santo mi disse: "Si è ormai avvicinato il tempo dell'ascesa della madre del tuo Signore. Va' a Betlemme a salutarla". Una nube luminosa mi rapì e pose davanti alla porta (della camera) ove tu giaci".

[18] Pietro rispose: "Ero a Roma, quando allo spuntare del giorno udii la voce dello Spirito santo che mi diceva: "Si è avvicinato il tempo dell'ascesa della madre del tuo Signore. Va' a Betlemme a salutarla". Una nube luminosa mi rapì e contemplai anche gli altri apostoli che, per mezzo di nubi, venivano da me mentre una voce mi diceva: "Andate tutti a Betlemme"".

[19] Paolo rispose: "Mi trovavo in una città poco lontana da Roma, nella regione detta Tiberia, quando udii lo Spirito santo che mi diceva: "La madre del tuo Signore sta per lasciare questo mondo prendendo, con l'ascesa, la strada per le regioni celesti. Va' anche tu a Betlemme a salutarla". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui come voi".

[20] Tomaso disse: "Percorrevo la regione degli Indiani e, per grazia di Cristo, l'annunzio del kèrigma prendeva consistenza tanto che il figlio della sorella del re, di nome Labdano, stava per essere segnato da me nel palazzo, quando, improvvisamente, lo Spirito santo mi disse: "Tomaso, recati anche tu a Betlemme a salutare la madre del tuo Signore. Compie, infatti, il transito verso i cieli". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui con voi".

[21] Marco rispose: "Stavo compiendo il rito del terzo giorno nella città di Alessandria e, durante la preghiera, lo Spirito santo mi rapì e mi condusse qui da voi".

[22] Giacomo rispose: "Ero a Gerusalemme quando lo Spirito santo mi ordinò: "Recati a Betlemme perché la madre del tuo Signore compie la (sua) ascesa". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui con voi".

[23] Matteo rispose: "Ho glorificato e glorifico Dio perché mentre me ne stavo su di una nave in balìa delle onde furiose del mare in tempesta, improvvisamente una nube luminosa ricoprì con la sua ombra le onde della tempesta, portò la bonaccia e, rapitomi, mi pose qui con voi".

[24] Poi risposero quelli che erano morti e spiegarono come erano venuti.

Bartolomeo disse: "Predicavo la parola nella Tebaide allorché lo Spirito santo mi disse: "La madre del tuo Signore compie la sua ascesa. Va' dunque a salutarla a Betlemme". Una nube luminosa mi rapì e mi condusse qui da voi".

[25] Così dicendo gli apostoli rispondevano alla santa teotoco sul come e in che modo erano giunti.

Stese le mani al cielo, lei pregava: "Venero, celebro e glorifico il tuo celeberrimo nome, Signore, perché tu, che sei potente, hai considerato la pochezza della tua ancella e hai compiuto per me cose grandi. Ed ecco che tutte le generazioni mi diranno beata".

[26] Folla e miracoli a Betlemme. Dopo la preghiera, disse agli apostoli: "Versate incenso e pregate!". Dopo la preghiera, dal cielo venne un tuono, risuonò un grande fragore come di carri, apparve un numeroso esercito di angeli e di potenze, s'udì una voce come (quella) del Figlio dell'uomo e i serafini circondarono la casa dove giaceva la santa e pura madre di Dio e vergine.

Tutti coloro che erano in Betlemme videro così tutte queste meraviglie e andarono a Gerusalemme ad annunziare tutte le meraviglie avvenute.

[27] Quando s'udì quella voce, apparvero attorno alla casa il sole e la luna e - a onore e gloria di lei - un'assemblea di primogeniti santi si presentò alla casa ove giaceva la madre del Signore.

Constatai anche il compimento di molti segni: ciechi che riacquistavano la vista, sordi che udivano, zoppi che camminavano, lebbrosi che erano mondati, agitati da spiriti immondi che guarivano.

Ogni infermo che toccava il muro esterno del luogo ove lei giaceva e gridava: "Santa Maria, che hai generato Cristo nostro Dio, abbi pietà di noi", subito era guarito.

[28] A Gerusalemme c'era una grande moltitudine convenuta là da ogni paese per la preghiera, e alla notizia dei segni che si compivano a Betlemme per mezzo della madre del Signore, si recarono in quel luogo ad implorare la guarigione da varie infermità, e l'ottennero. In quel giorno, ineffabile fu la gioia della moltitudine dei guariti e degli spettatori che glorificavano Cristo nostro Dio e la madre sua.

Al ritorno da Betlemme, tutta Gerusalemme era in festa con salmi ed inni spirituali.

[29] Ma i sacerdoti degli Ebrei, con il loro popolo, andarono fuori di sé per quanto era accaduto. Presi da intima passione, con un nuovo e pazzo divisamento, deliberarono di inviare (gente) contro la santa teotoco e i santi apostoli che si trovavano a Betlemme.

Una moltitudine di Ebrei si pose in cammino per Betlemme; ma a circa un miglio apparve loro una terribile visione e i loro piedi rimasero legati. Risalirono allora verso i loro connazionali e narrarono tutta la paurosa visione ai principi dei sacerdoti.

[30] Ancora più accesi d'ira, essi andarono dal governatore gridando: "Il popolo degli Ebrei è stato rovinato da questa donna, cacciala dunque via da Betlemme e dalla provincia di Gerusalemme". Ma il governatore, colpito dalle meraviglie, disse loro: "Io non la caccio via né da Betlemme né da alcun altro posto". Ma gli Ebrei insistettero gridando e scongiurando, per la salute di Tiberio Cesare, affinché da Betlemme mandasse via anche gli apostoli. "Se non farai questo, ci rivolgeremo all'imperatore" Ed egli, costretto, manda a Betlemme un chiliarca contro gli apostoli.

[31] Apostoli e Maria a Gerusalemme. Ma lo Spirito santo disse agli apostoli e alla madre del Signore: "Il governatore ha mandato un chiliarca contro di voi, perché gli Ebrei sono insorti. Non abbiate paura, uscite da Betlemme! Con una nube vi trasferisco a Gerusalemme: è, infatti, con voi la potenza del Padre, del Figlio e dello Spirito santo".

[32] Gli apostoli s'alzarono subito dalla casa portando il letto della padrona teotoco e si misero in viaggio verso Gerusalemme. E, come aveva detto lo Spirito santo, furono rapiti da una nube e si trovarono a Gerusalemme nella casa della padrona. Alzatici, per cinque giorni cantammo inni senza smettere mai.

[33] Quando il chiliarca giunse a Betlemme, non trovando né la madre del Signore né gli apostoli, fece arrestare i betlemiti dicendo loro: "Non siete voi venuti a narrare al governatore e ai sacerdoti tutti i segni avvenuti e a dire che gli apostoli erano qui convenuti da ogni regione? Dove sono dunque? Su, venite dal governatore a Gerusalemme".

Il chiliarca ignorava la partenza degli apostoli e della madre del Signore per Gerusalemme. Presi i betlemiti, il chiliarca si presentò al governatore, dicendo di non aver trovato nessuno.

[34] Ma dai segni e dalle meraviglie che ivi avvenivano, dopo cinque giorni il governatore, i sacerdoti e tutta la città vennero a sapere che la madre del Signore era, con gli apostoli, a casa sua, a Gerusalemme.

Era convenuta una moltitudine di uomini, donne e fanciulli, e gridava: "Vergine santa che hai generato Cristo, nostro Dio, non dimenticarti del genere umano".

[35] Dopo questi avvenimenti, il popolo degli Ebrei e i sacerdoti, trascinati sempre più dalla passione, presero legna e fuoco, e andarono ad incendiare la casa dove si trovava la madre del Signore con gli apostoli. Da lontano, il governatore guardava lo spettacolo.

Quando la folla degli Ebrei fu sotto la porta di casa, dall'interno, per opera di un angelo, divampò improvvisa una vampata di fuoco e bruciò una grande moltitudine di Ebrei. Ci fu allora un grande timore in tutta la città e glorificavano il Dio nato da lei.

[36] Alla vista dell'accaduto, il governatore gridò ad alta voce e davanti a tutto il popolo: "Colui che è nato dalla vergine, che voi pensavate di cacciare, è veramente figlio di Dio. Questi, infatti, sono i segni del vero Dio".

Tra gli Ebrei nacque una divisione giacché molti credettero nel nome del Signore nostro Gesù Cristo a causa dei segni avvenuti.

[37] Veglia e morte di Maria. Dopo che a motivo della teotoco e sempre vergine Maria, madre del Signore, avevano avuto luogo tutte queste meraviglie, noi apostoli eravamo con lei in Gerusalemme allorché lo Spirito santo ci disse: "Sapete che di domenica la vergine Maria ebbe l'annunzio dell'arcangelo Gabriele; di domenica nacque a Betlemme il Salvatore; di domenica i figli di Gerusalemme uscirono incontro a lui con rami di palma, dicendo: "Osanna nel più alto dei cieli, benedetto colui che viene nel nome del Signore"; di domenica egli risuscitò dai morti; di domenica verrà a giudicare i vivi e i morti; di domenica verrà dai cieli per la gloria e l'onore dell'ascesa della santa e gloriosa vergine che l'ha generato".

[38] In quella stessa domenica, la madre del Signore disse agli apostoli: "Versate incenso, giacché viene Cristo con una schiera di angeli". E Cristo giunse seduto su di un cherubino: mentre noi tutti stavamo pregando apparvero innumerevoli moltitudini di angeli e il Signore, con grande potenza, sostenuto dai cherubini. Un bagliore di luce irradiò la santa vergine, per la venuta del suo figlio unigenito, e tutte le potenze dei cieli, prostrandosi, l'adorarono.

[39] Il Signore rivolse la parola a sua madre, dicendo: "Maria". Lei rispose: "Eccomi, Signore!". Il Signore proseguì: "Non rattristarti! Si rallegri anzi il tuo cuore ed esulti poiché hai avuto la grazia di contemplare la gloria datami dal Padre mio".

Sollevati gli occhi, la santa madre di Dio vide in lui una gloria che bocca d'uomo è incapace di esprimere e di intendere

Il Signore restò presso di lei, dicendo: "Da questo momento il tuo prezioso corpo sarà trasportato in paradiso, e l'anima tua santa in cielo tra i tesori del Padre mio, in uno splendore straordinario, dove è pace e gioia di angeli santi ed altro ancora".

[40] La madre del Signore gli rispose: "Poni su di me la tua destra, Signore, e benedicimi!". Il Signore stese la sua destra immacolata e la benedisse, e lei afferrò la sua immacolata destra e la baciava dicendo: "Adoro questa destra che ha creato il cielo e la terra, invoco il tuo celebrato nome. Cristo Dio, re dei secoli, unigenito del Padre, accogli la tua ancella, tu che ti sei degnato di nascere dalla mia pochezza per salvare il genere umano secondo la tua ineffabile disposizione. Concedi il tuo aiuto a ogni uomo che invoca, che prega o proferisce il nome della tua ancella".

[41] Mentre lei così parlava, gli apostoli si accostarono ai suoi piedi, si prostrarono e dissero: "Madre del Signore, lascia al mondo una benedizione! Tu, infatti, ti allontani da esso. Tu l'hai benedetto e l'hai rialzato dalla sua rovina, partorendo la luce del mondo".

La madre del Signore supplicò e così disse nella sua preghiera: "Dio che per la tua grande bontà hai mandato dai cieli il tuo unigenito ad abitare nel mio povero corpo, tu che ti sei degnato di essere partorito dalla mia pochezza, abbi pietà del mondo e di ogni anima che invoca il tuo nome".

[42] E proseguì ancora a pregare: "Signore, re dei cieli, Figlio del Dio vivo, accogli ogni uomo che invoca il tuo nome affinché la tua nascita sia glorificata".

Ed ancora: "Signore, Gesù Cristo, che tutto puoi in cielo e in terra, con questa preghiera io supplico il tuo santo nome affinché in ogni tempo e luogo in cui si fa memoria del mio nome tu santifichi quel luogo e glorifichi coloro che ti glorificano mediante il mio nome, accettando ogni loro offerta, ogni supplica, ogni preghiera".

[43] Dopo che ella ebbe pregato così, il Signore disse a sua madre: "Gioisca ed esulti il tuo cuore. Dal Padre mio che è nei cieli, da me e dallo Spirito santo, ti fu concessa ogni grazia e ogni dono. Ogni anima che invoca il tuo nome non sarà confusa, ma troverà misericordia, consolazione, aiuto e fiducia in questo secolo e nel futuro, davanti al Padre mio che è nei cieli".

[44] Rivolto poi a Pietro, il Signore disse: "E' giunto il momento di intonare l'inno". Quando Pietro intonò l'inno, tutte le potenze del cielo risposero l'alleluia. Allora il volto della madre del Signore divenne più splendente della luce e, alzatasi in piedi, con la sua mano benedisse ogni apostolo. Tutti ringraziarono Dio.

Stese le sue mani immacolate, il Signore accolse la santa e pura anima di lei.

[45] All'uscita della sua anima pura, il luogo si riempì di profumo e di luce ineffabile, e s'udì dal cielo una voce che diceva: "Te beata tra le donne!".

Pietro, io Giovanni, Paolo e Tomaso corremmo ad abbracciare i suoi preziosi piedi per essere santificati. Poi i dodici apostoli deposero il suo prezioso e santo corpo sulla lettiga e lo portarono via.

[46] Mentre la portavano via, un Ebreo dal corpo robusto di nome Iefonia, si lanciò per assalire la lettiga portata dagli apostoli; ma con forza invisibile un angelo del Signore che era dietro di lui con una spada di fuoco, gli troncò le due mani e le lasciò appese per aria attorno alla lettiga.

[47] Dopo questo prodigio, tutto il popolo degli Ebrei, che ne era stato spettatore, gridò: "Colui che è nato da te, teotoco sempre vergine Maria, è proprio il vero Dio!". Avendo Pietro comandato a Iefonia di fare conoscere i prodigi di Dio, questi s'alzò di dietro la lettiga e prese a gridare: "Santa Maria, che hai generato Cristo Dio, abbi pietà di me!".

Pietro rivolto verso di lui, gli disse: "Nel nome di colui che è nato da lei, si riattaccheranno le mani che ti sono state strappate". Alla parola di Pietro, le mani pendenti dalla lettiga della signora subito si ritrassero e si riattaccarono a Iefonia. Egli credette e glorificò Cristo Dio, nato da lei.

[48] La sepoltura. Dopo questo prodigio, gli apostoli trasportarono la lettiga e deposero il suo corpo santo e prezioso in una tomba nuova del Getsemani; e un profumo squisito si diffuse dalla sacra tomba della nostra signora teotoco.

Per tre giorni si udirono voci di angeli invisibili che glorificavano Cristo, Dio nostro, nato da lei. Dopo il terzo giorno le voci non si udirono più: tutti allora compresero che il puro e prezioso corpo di lei era stato trasportato in paradiso.

[49] Dopo che fu trasportato, vedemmo Elisabetta, madre di san Giovanni Battista, Anna, madre della signora, Abramo, Isacco, Giacobbe e David, che cantavano l'alleluia, e tutti i cori dei santi che veneravano i preziosi resti della madre del Signore: il paradiso, il luogo ove fu trasportato il prezioso e santo corpo di lei, era tutto raggiante di luce incomparabile e tutto pervaso di profumo, v'era pure la melodia di quanti inneggiavano a colui che da lei è nato, una melodia così dolce che solo ai vergini è dato di ascoltare e della quale non si è mai sazi.

[50] Alla vista dell'improvvisa e meravigliosa traslazione del santo suo corpo, noi apostoli glorificammo Dio che ci aveva mostrato i suoi prodigi nell'ascesa della madre del Signore nostro Gesù Cristo.

Per le sue preghiere e la sua intercessione, ci sia concesso di restare tutti sotto la sua protezione, sotto il suo aiuto e sotto la sua salvaguardia in questo secolo e nel futuro, glorificando in ogni tempo e luogo il suo Figlio unigenito unitamente al Padre e allo Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 

MORTE DI NOSTRA SIGNORA SEMPRE VERGINE

TEOTOCO MARIA

scritta da Giovanni arcivescovo di Tessalonica *  

[1, 1] Premessa. Alla mirabile, gloriosissima e veramente grande signora di tutto il mondo, madre sempre vergine del Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, vera genitrice di Dio, è dovuto un degno inno, onore e gloria da ogni creatura che è sotto il cielo, per il beneficio che per mezzo suo derivò a tutte le creature in merito dell'economia della venuta in carne dell'unigenito Figlio e Verbo di Dio Padre.

Dopo la volontaria passione, la risurrezione dai morti e l'ascensione al cielo del Verbo di Dio, che veramente si era incarnato e fatto uomo da lei, rimase non poco con gli apostoli in Giudea, nei pressi di Gerusalemme, dimorando spesso in casa dell'apostolo vergine, prediletto dal Signore, come dice la Scrittura.

[2] Questa vergine madre di Dio veramente gloriosa lasciò la terra di morte naturale, dopo che era già passato un certo lasso di tempo dal giorno in cui i singoli apostoli, per ordine dello Spirito santo, erano andati a predicare il vangelo in tutto il mondo.

I prodigi che allora ebbero luogo furono da alcuni tramandati anche per scritto, e quasi tutta la terra che è sotto il cielo festeggia annualmente il ricordo del suo riposo, ad eccezione di pochi luoghi: uno di questi è appunto la metropoli dei Tessalonicesi, da Dio protetta.

[3] E che dunque? Rimprovereremo i nostri predecessori di negligenza e di indolenza? Questo non si può né dire, né pensare. Tutti infatti ebbero per norma di lasciare alla loro patria esimie virtù onde noi nelle sinassi e nelle preghiere non solo ricordiamo spiritualmente i santi nazionali, ma anche quasi tutti coloro che hanno combattuto per Cristo, e in tal modo ci rendiamo cari a Dio. Essi dunque non hanno peccato di negligenza, né di trascuratezza.

Sebbene, come già ho detto, quanto riguarda l'ultima fine della Vergine sia stato scritto accuratamente da persone che erano presenti, fu però contaminato con la loro propria zizzania da malvagi eretici venuti dopo. Per questo motivo i nostri padri respinsero tali scritti che in nessun modo concordavano con la Chiesa cattolica e perciò la stessa festività andò dimenticata. Non stupitevi all'udire che gli eretici hanno contaminato quegli scritti: con l'andare del tempo si scoprì infatti che fecero lo stesso anche alle Epistole dell'Apostolo e agli stessi santi Vangeli.

[4] Ma i loro odiosi inganni non ci facciano disprezzare documenti che sono veritieri; dopo avere eliminato la semente nociva, per la gloria di Dio e il giovamento delle anime, accogliamo e ricordiamo - con la sua approvazione - quanto è veramente accaduto ai suoi santi.

Sappiamo che si sono comportati così sia i nostri predecessori immediati, che i santi padri che li hanno preceduti da lungo tempo: gli uni verso i cosiddetti viaggi dei santi apostoli Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni, gli altri verso molti scritti sui martiri cristiani. E, infatti, è proprio necessario "rimuovere le pietre dalla strada", come dice la Scrittura, affinché in esse non inciampi il gregge che Dio ha radunato.

[2, 1] Noi dunque affinché non manchi alcunché di buono a questa metropoli amante di Cristo, essendo assolutamente necessario lodare con sincerità la benefica signora del mondo, cioè la teotoco e sempre vergine Maria, è con gaudio spirituale che in occasione della festa commemorativa del suo riposo, per scuotere ed edificare le vostre anime, abbiamo messo non poca diligenza per potere proporre alle vostre benevole orecchie non già tutto quanto abbiamo trovato scritto in diversi libri, ma solo quelle cose che risultano veramente accadute e per le quali ancora oggi abbiamo la testimonianza di certi luoghi.

Con il timore di Dio e l'amore verso la verità abbiamo raccolto queste cose, tralasciando i commenti narrativi in quanto questi sono il prodotto della malizia dei falsari e non hanno alcuna ragione d'essere.

[2] Udendo con salutare rispetto i prodigi veramente tremendi e grandi, degni della madre di Dio, che hanno avuto luogo al suo ammirabile riposo, dopo Dio, ringraziamo degnamente l'immacolata signora e teotoco Maria e con opere buone manifestiamoci degni dei suoi benefici.

E voi nel ricevere questo piccolo segno del nostro affetto, constatando la diligenza con cui per mezzo del presente libriccino vi esorto a salire più in alto, come fratelli e figli carissimi nel Signore, ricambiate il mio affetto invocando su di me l'aiuto di Dio per mezzo della preghiera perseverante. Sua infatti è la gloria, l'onore e la sovranità nei secoli dei secoli. Amen.

[3, 1] Annunzio della morte. Quando la santa teotoco Maria stava per abbandonare il corpo, andò da lei il grande angelo che le disse: "Maria, alzati! Prendi questa palma datami da colui che ha piantato il paradiso e dalla agli apostoli affinché con essa cantino inni davanti a te: di qui a tre giorni avrà luogo, infatti, la deposizione del tuo corpo. Ecco ch'io mando da te tutti gli apostoli: essi ti daranno sepoltura e contempleranno la tua gloria, fino a quando non ti porteranno al tuo luogo". Maria rispose all'angelo: "Perché hai portato una sola palma e non una per ciascuno sicché gli altri non mormorino contro colui al quale la darò? E che cosa vuoi ch'io faccia? Qual è il tuo nome, affinché io sappia rispondere a chi mi interrogherà?". L'angelo le rispose: "Perché domandi il mio nome? E' terribile udirlo. Sulla palma non avere dubbi: per suo mezzo guariranno molti e sarà una prova per tutti gli abitanti di Gerusalemme. Sarà vista da chi crede, ma per chi non crede sarà nascosta. Va' dunque sul monte".

[2] Visita di Gesù. Maria allora partì e salì sul monte degli Ulivi, preceduta dallo splendore dell'angelo con la palma in mano. Non appena lei giunse sul monte, tutto il monte con ¡ suoi alberi si rallegrò e questi chinarono la loro cima in adorazione. A questa vista, Maria si turbò e, pensando che ci fosse Gesù, disse: "Non sei forse tu il Signore, e non è forse per te che accade un prodigio così grande tanto che gli alberi più alti ti adorano? So che nessuno può fare un miracolo così grande all'infuori del Signore della gloria che si è affidato a me".

Ma l'angelo le disse: "Nessuno può compiere prodigi all'infuori di colui che dà forza a tutti. Io prendo le anime di coloro che si umiliano davanti a Dio e, nel giorno in cui abbandonano il corpo, le trasferisco nel luogo dei giusti. Quando tu deporrai il corpo io ritornerò da te".

[3] Maria gli domandò: "Signore, sotto quale forma vieni dai tuoi eletti? Dimmi, te ne prego, dimmi come stanno le cose affinché sappia cosa fare quando tu mi verrai a prendere". Le rispose: "Ma che cosa pensi, Signora? Quando Dio manderà da te, io non sarò solo, ma vi saranno tutti gli eserciti degli angeli e canteranno inni davanti a te". Ciò detto l'angelo divenne come la luce e salì in cielo.

[4, 1] Maria se ne ritornò a casa; ma per la gloria della palma che teneva in mano, la sua dimora subito si agitò; lei allora entrò in camera sua, nascose la palma in un lenzuolo, e poi pregò il Signore, dicendo: "Ascolta, Signore, la preghiera di tua madre, Maria, che grida verso di te, e inviami la tua benevolenza. Nel momento in cui io uscirò dal corpo, non mi venga davanti nessuna autorità, realizza invece quanto mi hai risposto allorché, piangendo, io dissi: "Che farò per scacciare le potestà che verranno sull'anima mia?". Tu mi hai promesso: "Non piangere! A te non verranno né angeli né arcangeli, né cherubini né serafini, né alcuna altra potestà, ma io stesso verrò dall'anima tua". Il dolore della puerpera è ormai vicino".

[2] Poi pregò ancora, dicendo: "Benedico la luce eterna in cui abiti, benedico la piantagione delle tue mani che dura in eterno. O santo, che dimori tra i santi, ascolta la voce della mia preghiera!".

[5, 1] Visita dei parenti. Detto questo uscì e disse alla domestica di casa sua: "Ascolta, va' a chiamare tutti i parenti e gli amici, dicendo: "Maria vi chiama"". La domestica uscì, chiamò tutti come le era stato ordinato e, allorché giunsero, Maria disse loro: "Padri e fratelli, aiutatemi! Sono in procinto di abbandonare il corpo per il mio riposo eterno. Siate pronti ad offrirmi un grande beneficio. Non vi domando né oro né argento, cose vane e corruttibili, ma vi chiedo un po' di umanità, che vogliate cioè restare con me per due notti, che ognuno abbia la sua lucerna e per tre giorni non la lasci spegnere. E prima di allontanarmi vi benedirò".

[2] Così fecero. Intanto si diffuse la notizia tra tutti i parenti e amici di Maria, e andavano tutti da lei. Quando li vide tutti attorno a sé, Maria disse: "Padri e fratelli, aiutiamoci, vegliamo con le lucerne accese, giacché non sappiamo quando verrà il ladro. Mi è stato manifestato, fratelli miei, quando partirò: lo so, mi è stato insegnato, e non ho timore: è un fatto universale. Mi guardo però dal guerriero che dà battaglia a tutti, ma non può avere il sopravvento sui giusti e sui fedeli, mentre stravince gli infedeli, i peccatori e quanti fanno la sua volontà: in costoro egli fa ciò che vuole. Ma i giusti non li può vincere, perché in essi l'angelo del male non trova nulla di suo, e pieno di vergogna se ne allontana.

[3] Con la morte, entrano nell'uomo due angeli, uno della giustizia, l'altro della cattiveria. Quando la morte scuote l'anima, si accostano questi due angeli e si discutono il suo corpo. Se si constata che quell'uomo ha compiuto le opere della giustizia, l'angelo della giustizia ne gode perché in lui il maligno non ha nulla di suo. Presso quest'anima si radunano molti angeli e cantano inni fino a quando non sia giunta al luogo di tutti i giusti; nel mentre l'angelo della cattiveria piange perché in lui non ha nulla di suo. Se invece si constata che ha compiuto le opere cattive, ne gode anche lui e chiama altri angeli maligni, che prendono quell'anima e la tormentano; e l'angelo della giustizia si duole grandemente. Or dunque, padri e fratelli, aiutiamoci affinché in noi non si trovi nulla di cattivo".

[4] A Maria che così parlava, le donne risposero: "Sorella nostra, divenuta madre di Dio e signora di tutto il mondo, tutti noi abbiamo paura, ma tu che cosa hai da temere, tu che sei

la madre del Signore? Guai a noi! E dove potremo fuggire se tu dici cose del genere? Tu sei l'attesa di noi tutti. Noi piccolini che cosa possiamo fare, dove ci possiamo rifugiare? Se il pastore ha paura del lupo, dove fuggiranno le pecore?".

Tutti i presenti piangevano. Maria disse: "Tacete, fratelli, non piangete! Glorificate invece colei che ora è in mezzo a voi. Vi prego di non piangere, in questo luogo, la vergine di Dio. Invece di piangere, salmodiate affinché lei passi a tutte le generazioni della terra e a ogni uomo di Dio. Salmodiate dunque, invece di piangere, e il pianto sia sostituito dalla benedizione".

[6, 1] Arrivo di Giovanni. Maria chiamò poi i più vicini e disse loro: "Alzatevi e pregate". Dopo avere pregato, sedettero parlando delle gesta e dei prodigi divini.

Mentre così parlavano, giunse l'apostolo Giovanni, picchiò all'uscio di Maria, aprì ed entrò. A quella vista, Maria si turbò, pianse ed esclamò a gran voce: "Giovanni, figlio mio, non ti dimenticare di quanto, a mio proposito, ti ha ordinato il tuo Maestro allorché lo piangevo in croce, dicendo: "Tu te ne vai, figlio mio, ed a chi mi lasci, presso chi abiterò?". E mentre tu vedevi e udivi, egli mi rispose: "C'è Giovanni che si interesserà di te". Ora, figlio mio, non dimenticare quanto, a mio proposito, ti è stato ordinato, ricordando che egli ti ha amato più di tutti gli altri apostoli. Ricordati che, a preferenza degli altri, hai posato il capo sul suo petto. Ricordati che, mentre posavi il capo sul suo petto, è solo a te che disse il mistero noto soltanto a me e a te, poiché tu sei vergine ed eletto. Egli non volle rattristarmi perché fui la sua abitazione. Gli avevo detto, infatti: "Dimmi quanto hai manifestato a Giovanni". Ed egli lo disse a te, e tu mi hai comunicato il segreto. Ora figlio mio, Giovanni, non abbandonarmi".

[2] Così dicendo Maria piangeva silenziosamente. Giovanni non la reggeva perché il suo spirito si era turbato e non comprese quanto gli diceva Maria. Non sapeva che lei stava per abbandonare il corpo. Allora le domandò: "Maria, madre del Signore, che cosa vuoi che ti faccia? Ti ho lasciato il mio servo affinché ti desse il cibo. Non pensare ch'io trasgredisca l'ordine datomi dal Signore con le parole: "Gira tutto il mondo, fino a quando sia distrutto il peccato". Dimmi un po' ora qual è il cruccio del tuo spirito. Ti manca, forse, qualcosa?".

[3] Maria rispose: "Giovanni, figlio mio, non mi manca alcuna cosa di questo mondo, ma dopodomani abbandono il corpo. Ti prego di usarmi umanità, di difendere il mio corpo e di deporlo in una tomba da solo. Custodiscilo con gli apostoli tuoi fratelli, a causa dei prìncipi dei sacerdoti. Con le mie proprie orecchie li ho uditi, infatti, affermare: "Se troveremo il suo corpo, lo bruceremo: da lei infatti è uscito quell'imbroglione"".

Quando Giovanni udì: "Abbandono il corpo", cadde in ginocchio e pianse, dicendo: "Chi siamo noi, Signore, che ci manifesti queste tribolazioni? Ancora non abbiamo dimenticato la prima, ed ecco che ne dobbiamo sopportare un'altra, perché, Maria, anch'io non abbandono il corpo e così tu ti possa interessare di me?".

Di fronte a Giovanni che piangeva nel proferire queste cose, Maria pregò i parenti di tacere: anch'essi, infatti, stavano piangendo. Poi disse a Giovanni: "Figlio, abbi pazienza verso di me, e non piangere più". Giovanni allora s'alzò e si asciugò le lacrime. Maria gli disse: "Esci con me, prega la folla che canti salmi fino a quando ti abbia parlato".

[4] Mentre quelli salmodiavano, lei introdusse Giovanni nella sua cella e gli fece vedere tutto il suo preparativo funebre, la sua tenda preparata, dicendo: "Figlio mio, Giovanni, tu sai che su questa terra io non ho altro che il mio preparativo funebre e due tuniche. Orbene, qui ci sono due vedove: quando avrò lasciato il corpo, dà una tunica a ognuna di loro".

Lo condusse poi dove era la palma datale dall'angelo, e gli disse: "Figlio mio, Giovanni, prendi questa palma! La porterai davanti alla mia lettiga, come mi è stato ordinato". Egli allora le disse: "Non la posso prendere fino a quando non saranno qui i miei coapostoli, affinché quando giungeranno non sorgano tra noi mormorazioni e liti. Tra loro, infatti, c'è chi è più grande di me ed è stato posto sopra di noi. Ma quando ci raduneremo, ci sarà l'accordo".

[7, 1] Arrivo di tutti gli apostoli. Mentre uscivano dalla cella, ci fu un gran tuono che turbò tutti i presenti. Dopo il tuono, gli undici apostoli furono lasciati davanti alla porta di Maria: ognuno era seduto su di una nube. Il primo fu Pietro il secondo Paolo, trasportato anch'egli da una nube essendo stato annoverato tra gli apostoli: aveva avuto i primi elementi della fede in Cristo. Dopo di loro, sulle nubi, tutti gli altri apostoli furono radunati davanti alla porta di Maria. Si salutarono, e si guardarono meravigliandosi del modo con cui erano convenuti.

Pietro disse: "Fratelli, preghiamo Dio che ci ha radunato ed in specie perché è con noi il fratello Paolo". Dopo le parole di Pietro, si misero a pregare dicendo a una sola voce: "Preghiamo affinché ci sia manifestato il motivo per cui Dio ci ha radunati". E ognuno passava all'altro l'onore di guidare la preghiera.

[2] Pietro disse a Paolo: "Paolo, mio fratello, alzati e prega prima di me, giacché provai una grande gioia allorché hai ricevuto la fede in Cristo". Paolo gli rispose: "Scusami, Pietro, padre mio! Io sono un neofita e indegno di calpestare le impronte dei vostri piedi. Come potrei pregare prima di te? Tu sei la colonna luminosa, e tutti i fratelli qui presenti sono più importanti di me. Tu dunque, padre, supplica per me e per tutti affinché resti con noi la grazia del Signore".

[3] Gli apostoli furono contenti dell'umiltà di Paolo e dissero: "Padre Pietro, tu che sei stato posto al di sopra di noi, prega tu prima di noi". Allora Pietro pregò, dicendo: "Il Dio e Padre nostro e il Signore Gesù Cristo vi glorificherà, come è glorificato il servizio che è in me; ed, infatti, io sono un piccolissimo fratello e servo. Come sono stato eletto io, così anche voi, ed a noi tutti fu data un'unica vocazione. Perciò chi glorifica l'altro, glorifica Gesù e non un uomo. Questo è infatti il comandamento del Maestro: che ci amiamo vicendevolmente".

[4] Pietro allargò poi le sue braccia e ringraziò, dicendo: "Signore onnipotente che siedi in alto sui cherubini e vedi le cose piccole, tu che dimori nella luce inaccessibile, tu che sciogli quanto è difficile e riveli i tesori nascosti, tu hai posto in noi la tua benignità. Qual dio è così benevolo come te? Non hai distolto da noi la tua misericordia, perché liberi dal male chiunque spera in te. Tu vivi ed hai vinto la morte ora e per tutti i secoli. Amen". E nuovamente si salutarono.

[8, 1] Ed ecco che venne in mezzo a loro anche Giovanni. Disse: "Voi tutti, benedite anche me". Allora ognuno, secondo il suo ordine, abbracciò anche lui. Dopo il saluto, Pietro gli domandò: "Giovanni, amato dal Signore, come sei giunto qui e da quanti giorni?". Giovanni rispose: "Mi trovavo nella città di Sardi ed avevo insegnato fino all'ora nona, allorché discese una nube nel luogo ove eravamo radunati e, al cospetto di tutti coloro che erano con me, mi prese e mi portò fino qui. Picchiai alla porta, mi aprirono e trovai una folla attorno alla madre nostra Maria, la quale mi disse: "Abbandono il corpo!". Io non potei resistere ed, in mezzo a tutti i presenti, fui accasciato dal dolore. Or dunque, fratelli, se domani mattina entrate da lei, non piangete e non turbatevi affinché tutti i circostanti nel vederci piangere non dubitino della risurrezione, e dicano: "Anche costoro, dunque, hanno paura della morte!". Facciamoci, invece, coraggio con le parole del nostro buon Maestro".

[2] Il giorno dopo gli apostoli entrarono in casa di Maria e dissero tutti insieme: "Beata Maria, madre di tutti coloro che sono salvi, sia con te la grazia!". Maria domandò: "Come siete entrati qui, e chi vi ha annunziato che abbandono il corpo? Come vi siete radunati? Vi vedo qui riuniti e ne gioisco grandemente".

Ognuno disse la regione dalla quale era stato trasportato ed aggiunsero: "Siamo stati presi dalle nubi e radunati qui". Tutti insieme la lodarono poi, dicendo: "Ti benedica il Signore che salva tutti".

Maria esultò nello spirito e disse: "Benedico te che dispensi le benedizioni a tutti. Benedico la dimora della tua gloria.

Benedico te, datore della luce, che hai preso abitazione nel mio ventre.

Benedico tutte le opere delle tue mani, che ti obbediscono con totale soggezione.

Benedico te, che hai benedetto noi.

Benedico le tue parole di vita uscite dalla tua bocca e date veramente a noi. Credo proprio che si avveri quanto mi hai detto, e cioè: "Quando uscirai dal corpo radunerò da te tutti gli apostoli". Eccoli radunati ed io in mezzo a loro come una vite fruttifera, come quando ero con te.

Ti benedico con ogni benedizione. Si avverino dunque anche le altre cose che mi hai detto, allorché mi hai assicurato: "Quando uscirai dal corpo mi vedrai"".

[3] Ciò detto, chiamò Pietro e tutti gli apostoli, li introdusse nella sua cella e mostrò loro i suoi preparativi funebri. Poi, uscita, stette in mezzo a tutti gli altri, mentre le lucerne erano sempre accese poiché, come aveva domandato Maria, non le avevano lasciate spegnersi.

[9, 1] Veglia nell'attesa della morte. Tramontato il sole del secondo giorno di preparazione all'uscita di Maria dal corpo Pietro disse a tutti gli apostoli: "Fratelli, chi di voi ha qualche parola formativa la dica per intrattenere la gente durante tutta la notte con esortazioni". Gli apostoli risposero: "E chi è più dotto di te? Sarà per noi una grandissima gioia udire la tua parola formativa".

[2] Allora Pietro prese a dire: "Bene avete fatto fratelli e voi tutti convenuti qui in questo luogo, con le lucerne accese e splendenti con il fuoco di questa terra visibile, nell'ora del trapasso della madre nostra Maria. Voglio che anche ognuno di voi prenda la sua lucerna immateriale, per il secolo eterno, cioè la lucerna triplice dell'uomo interiore: il nostro corpo, l'anima e lo spirito. Se queste tre cose splenderanno con fuoco genuino verso (il luogo) ove tendete non sarete confusi allorché entrerete alle nozze per riposarvi con lo sposo. Così è della nostra madre Maria. Lo splendore della sua lucerna ha colmato tutta la terra e non si estinguerà fino alla fine del mondo, affinché coloro che vogliono salvarsi attingano da essa la forza. Non pensate dunque che la morte di Maria sia una morte. Non è morte, ma vita eterna, perché "presso Dio la morte dei giusti è in gloria"". Questa, infatti, è la gloria e la seconda morte non potrà arrecarle danno.

[3] Mentre Pietro stava ancora parlando, nella casa risplendette una luce così grande da offuscare il lume delle lucerne e s'udì una voce che diceva: "Pietro, dì loro con saggezza le cose che possono sopportare, come un medico che proporziona la medicina alle sofferenze dei malati, come una balia che proporziona il cibo all'età del bambino". Pietro allora alzò la voce e disse: "Ti benediciamo, Cristo, moderatore delle nostre anime!".

[10, 1] Rivolto alle vergini presenti, Pietro disse: "Udite la vostra grazia, la vostra gloria e il vostro onore. Beati coloro che custodiscono lo splendore della loro santità. Udite e imparate ciò che ha detto il nostro Maestro: "Il regno dei cieli è simile alle vergini". Non disse: è simile a molti anni; gli anni, infatti, passano mentre il nome della verginità non passerà; non la assimilò a un ricco, poiché le ricchezze diminuiscono, mentre il nome della verginità rimane. Perciò credo che voi andrete nella gloria. Dunque egli assimilò a voi il regno dei cieli, perché non avete alcuna preoccupazione. Quando su di voi giunge la morte, non dite: "Guai a noi! Dove andremo? A chi lasceremo i nostri poveri fanciulli, le grandi ricchezze, i campi seminati, le nostre risorse!". Non avrete alcun pensiero di questo genere. Non avrete altra preoccupazione all'infuori della vostra verginità, e quando la morte giunge su di voi siete preparati e non vi manca nulla.

[2] Affinché impariate che non c'è nulla di più grande del nome della virtù e nulla più greve delle cose che concernono questo mondo, udite questo.

In una città c'era un ricco che abbondava di ogni cosa buona, ed aveva anche dei domestici. Avvenne che due domestici peccassero contro di lui, non assecondando i suoi ordini. Il padrone, adirato, li segregò, per un certo tempo, in una regione lontana con l'intenzione di richiamarli poi più tardi. Uno di questi domestici si costruì una casa, piantò una vigna, installò un mulino ed acquistò molti altri possedimenti. L'altro, invece, se con il suo lavoro guadagnava qualcosa lo trasformava in oro; chiamato poi un orefice tratteggiò una corona e disse all'orefice: "Io sono un servo, ho il signore e un suo figlio. Trasforma questo in una corona d'oro". L'orefice compì il suo lavoro e disse al servo: "Su, mettiti la corona sul capo!". Il servo rispose: "Eccoti la ricompensa. Io ho, infatti, un tempo ben determinato per portare la corona". Allora l'orefice capì il significato di quanto aveva detto il domestico, e se ne andò a casa sua.

[3] Intanto si avvicinò il tempo che era stato stabilito per l'esilio, ed il padrone mandò loro un messo con l'ordine severo: "Se entro sette giorni non me li ricondurrai, te la passerai male". Il servo si affrettò a partire, andò in quella regione e trovò i domestici di notte come di giorno. Preso quello che aveva acquistato casa, vigne e le altre opere, gli disse: "Il mio signore mi ha inviato da te, andiamo!". Ma quello gli rispose:

Abbi pazienza fino a quando avrò venduto quanto ho comprato qui. Il ministro gli disse: "Non posso procrastinare! Mi sono stati dati sette giorni di tempo; temo le sue minacce e perciò non posso attendere". Il servo allora si mise a piangere, dicendo: "Guai a me! Sono stato trovato impreparato". Il ministro gli disse: "Pessimo servo, non sapevi di essere a servizio, ignoravi che eri stato allontanato, ma che il signore ti poteva chiamare a suo piacere? Perché hai piantato vigne dalle quali non prendere nulla, mentre intanto sei stato trovato impreparato? Tu dovevi essere preparato prima del mio arrivo". E il servo disse piangendo: "Guai a me! Pensavo di restarmene per sempre in esilio, credevo che il mio signore non mi chiamasse più, perciò mi sono comperati tutti questi possedimenti in questa regione". Il ministro gli ordinò di partire abbandonando tutto.

[4] Avuta notizia di questa missione, l'altro servo prese la corona, si incamminò sulla strada che doveva percorrere il ministro ed aspettò pazientemente. Quando giunse, gli disse: "Il mio padrone ti ha inviato da me: andiamo! Non c'è nulla che mi trattenga, quello che ho essendo ben leggero: altro non ho all'infuori di questa corona d'oro. L'ho preparata nella mia quotidiana attesa, con il desiderio che il mio signore mi usasse misericordia, che il mio padrone mi mandasse a togliere da questo esilio e che persone invidiose non mi rubassero la corona. Ora il mio desiderio è stato esaudito. Alziamoci ed andiamo!".

[5] I due servi allora partirono con il ministro. Quando il padrone li vide, disse a quello che non aveva nulla: "Qual è il frutto del tuo lavoro in così lungo tempo di segregazione?". Gli rispose: "Mi hai mandato un soldato severo, padrone! L'ho pregato che mi permettesse di vendere i miei beni e poterne così portare il ricavato, ma mi rispose: "Non ne ho il permesso!". Il padrone allora gli disse: "Servo cattivo, solo all'arrivo del mio servo ti sei ricordato di vendere. Perché non hai riflettuto che si trattava di un tempo di segregazione, e che quest'abbondanza di beni non ti avrebbe giovato?". Adirato, ordinò che fosse legato mani e piedi e mandato in luoghi più desolati.

Chiamò poi colui che portava la corona e gli disse: "Coraggio, servo buono e fedele! Dalla corona che hai fatto si vede che hai desiderato la libertà: la corona è, infatti, per le persone libere. Non hai osato mettertela, perché desideravi avere il permesso del tuo padrone. Nella maniera con cui tu hai desiderato la libertà, così io te la do". Allora fu liberato e posto a capo di molte cose".

[11, 1] Dopo aver detto queste cose alle vergini che attorniavano Maria, Pietro disse alla folla: "Noi pure, fratelli, ascoltiamo quanto ci accadrà. Veramente, infatti, le vergini del vero sposo, cioè del Figlio di Dio e Padre di tutto il creato, siamo noi, cioè il genere umano verso il quale, in principio, Dio si adirò e scacciò Adamo in questo mondo. Noi dunque abitiamo in questo mondo come persone colpite da sdegno e come sotto scomunica, ma non ci è concesso di restarvi. Viene, infatti, il giorno di ognuno ed egli è trasferito là ove sono i nostri padri e antenati, dov'è Abramo, Isacco e Giacobbe; quando giunge la fine di ognuno, è mandato a lui un forte ministro, cioè la morte; il suo arrivo all'anima del peccatore ammalato, che si è ammassate molte iniquità e peccati, è grandemente molesto, e perciò egli supplica: "Abbi un po' di pazienza verso di me, solo per breve tempo, fino a quando non mi sarò liberato dei peccati che ho piantato nel mio corpo". Ma la morte non ascolta.

[2] Come potrebbe concedere ancora un lasso di tempo, una volta che è terminato quello che gli era stato fissato? Non avendo nulla di giusto, è condotto nel luogo dei tormenti. Colui invece che avrà compiuto opere giuste, godrà e dirà: "Nulla mi trattiene! Null'altro ho da portare all'infuori del nome della verginità". Perciò supplicherà la morte, dicendo: "Non abbandonarmi in questa terra, affinché gli altri non mi invidino e mi portino via il nome della verginità". Allora l'anima esce dal corpo e, tra gli inni, è condotta allo sposo immortale, che la pone nel luogo del riposo.

Or dunque, fratelli, combattete virilmente sapendo che noi non resteremo qui per sempre".

[12, 1] Morte di Maria. Nel dire queste cose a conforto della folla, Pietro si protrasse fino all'alba, fino al sorgere del sole. Allora Maria s'alzò, uscì, innalzò le sue mani e pregò il Signore. Dopo la preghiera, entrò e si pose a giacere sul letto. Al suo capo si sedette Pietro, ed ai piedi Giovanni: gli altri apostoli circondavano il suo letto.

Verso l'ora terza del giorno, s'udì dal cielo un tuono fragoroso, si diffuse un graditissimo odore che fece addormentare tutti i presenti ad eccezione dei soli apostoli e delle tre vergini, alle quali il Signore aveva ordinato di vegliare affinché fossero testimoni delle esequie di Maria e della sua gloria.

[2] Ed ecco il Signore venire sulle nubi con una moltitudine di angeli senza numero. Nella cella ove si trovava Maria entrarono Gesù e Michele mentre gli altri angeli se ne stavano fuori cantando inni.

Quando il Salvatore entrò dalla santa Maria, trovò gli apostoli e li salutò tutti, poi salutò sua madre. Maria allora aprì la sua bocca e ringraziò, dicendo: "Ti benedico poiché a proposito di quanto mi avevi promesso, non mi sei stato causa di tristezza. Mi avevi promesso, infatti, che non avresti più concesso agli angeli di venire dalla mia anima, ma che saresti venuto tu stesso da lei. Ed ecco, Signore, che mi è avvenuto in conformità della tua parola. Chi sono io, misera, che sono stata favorita di così tanta gloria?". Così dicendo, rivolta verso il Signore al quale dolcemente sorrideva, portò a compimento l'economia. Allora il Signore prese la sua anima e la consegnò nelle mani di Michele dopo averla avvolta come in pelli di ineffabile splendore.

[3] Gli apostoli contemplarono l'anima di Maria mentre era consegnata nelle mani di Michele: era intatta con tutte le membra di un uomo, a eccezione dei tratti di femmina o di maschio; in lei non v'era altro (di particolare) all'infuori della somiglianza di ogni corpo, sette volte più splendente del sole.

Pietro, ripieno di gioia, domandò al Signore: "Chi di noi ha un'anima candida come quella di Maria?". Il Signore gli rispose: "Tutte le anime che nascono in questo mondo, Pietro, sono così. Ma quando escono dal corpo non splendono di un simile candore, perché un conto è come sono inviate ed un conto come sono trovate: amarono, infatti, le tenebre di molti peccati. Ma l'anima di colui che si conserverà immune dalle iniquità delle tenebre di questo mondo, allorché esce dal corpo avrà lo stesso candore". Il Salvatore disse poi ancora a Pietro: "Custodisci con cura il corpo di Maria che fu mia dimora! Esci dalla parte destra della città e troverai una tomba nuova. Deponi in essa il corpo e poi restate lì, come vi ha ordinato".

[4] Mentre il Salvatore parlava così, il corpo della madre di Dio, davanti a tutti, esclamò: "Ricordati di me, re della gloria! Ricordati di me, giacché sono opera tua. Ricordati di me, giacché ho custodito il tesoro a me affidato". Gesù allora disse al corpo: "Certo che non ti abbandonerò, tesoro della mia perla. Non ti abbandonerò, fedele custode del deposito a te affidato. Non sarà mai ch'io abbandoni te, che fosti l'arca che custodisti il tuo custode! Non sarà mai che io abbandoni te, tesoro sigillato fino a quando non sarai cercato!". E così dicendo il Salvatore divenne invisibile.

[13, 1] La sepoltura. Pietro, gli altri apostoli e le tre vergini ebbero cura del corpo di Maria, e lo posero su di una lettiga. Poi s'alzarono coloro che erano stati colti dal sonno. Pietro prese la palma e disse a Giovanni: "Tu che sei vergine, devi precedere la lettiga e cantare inni tenendo la palma". Giovanni rispose: "Tu sei il nostro padre e vescovo, e devi stare davanti al letto, fino a quando non porteremo (il corpo) nel (suo) luogo". Pietro poi disse: "Affinché nessuno di noi sia triste, coroniamo il lettuccio con la palma".

Gli apostoli s'alzarono e presero la lettiga di Maria. Pietro cantò: "Israele uscì dalla terra d'Egitto. Alleluia!". Il Signore e gli angeli camminavano sulle nubi cantando e benedicendo, ma non Si vedevano, s'udiva soltanto la loro voce. In tutta Gerusalemme risuonò la voce di una grande folla ed i prìncipi dei sacerdoti, all'udire quel tumulto e le voci di quelli che cantavano, Si turbarono e dissero: "Che è questo tumulto?". Qualcuno rispose loro: "Maria uscì dal corpo e gli apostoli cantano inni attorno a lei".

[2] Ed ecco che Satana entrò in essi e, pieni d'ira, dissero: "Venite, andiamo a uccidere gli apostoli e bruciamo il corpo che portò quel mago".

Alzatisi, uscirono con spade e mezzi di difesa per ucciderli. Ma gli angeli che erano sulle nubi li colpirono subito di cecità e, non vedendo dove andavano, finivano per sbattere la testa contro i muri; a eccezione di un solo pontefice che era uscito per vedere che cosa accadeva. Giunto vicino agli apostoli, alla vista del letto incoronato e degli apostoli che cantavano, andò sulle furie e disse: "Ecco quale gloria straordinaria ha l'abitazione di colui che ha spogliato la nostra stirpe!". E con grande ira si scagliò contro il lettuccio e, con l'intenzione di rovesciarlo, l'afferrò là dov'era la palma, tirandolo per gettarla a terra. Ma, sull'istante, le sue mani si attaccarono al lettuccio e, recise ai gomiti, rimasero sospese alla lettiga.

[3] Allora, davanti a tutti gli apostoli, quell'uomo si mise a piangere e a supplicarli: "Non mi abbandonate in così estremo bisogno!". Pietro gli rispose: "Non è mio compito aiutarti, né di alcuno di questi. Sarai liberato da questa singolare avventura soltanto se credi che quel Gesù contro il quale voi siete insorti, e avete preso e ucciso, è il Figlio di Dio". Quell'uomo rispose: "Forse che non lo sapevamo che è Figlio di Dio? Ma che cosa dovevamo fare, se i nostri occhi erano accecati dall'avarizia? Sul punto di morte i nostri padri ci chiamarono a sé e ci dissero: "Figli, ecco, che tra tutte le tribù Dio ha scelto voi affinché siate in autorità davanti a tutto questo popolo e non vi occupiate della materia di questo mondo. Il vostro lavoro sarà questo: formare questo popolo, prendere da tutti le decime, le primizie e ogni primogenito che apre la vagina; ma guardate bene, figli, che il luogo, con la vostra opera, non si arricchisca e, inorgogliti, vi diate ai traffici provocando così l'ira di Dio. Quello che a voi sopravanza datelo ai poveri, agli orfani e alle vedove del vostro popolo, e non respingete un'anima tribolata". [4] Ma noi non abbiamo seguito le tradizioni dei nostri padri. Vedendo che il luogo si era di molto arricchito abbiamo costituito una banca per compratori e venditori di primogeniti di buoi, di pecore e di ogni altro animale. Ma quando giunse il Figlio di Dio scacciò via tutti dal luogo, anche i banchieri, dicendo: "Allontanate queste cose da questo luogo e dalla casa di mio Padre e non fatene una casa di traffico". E noi, forti delle nostre consuetudini, da lui abrogate, abbiamo complottato di fargli del male e, insorgendo contro di lui, lo abbiamo ucciso, ben sapendo che era Figlio di Dio. Ma non ricordate la nostra malizia, e perdonatemi: questo, infatti, mi è accaduto come un segno di predilezione divina affinché io viva".

[5] Allora Pietro ordinò di deporre la lettiga e disse al pontefice: "Se credi con tutto il cuore, va' a baciare il corpo di Maria e dì: "Credo in te e in colui che da te è stato generato"".

Il pontefice, allora, per tre ore benedisse, in lingua ebraica, la santa Maria, non permettendo che alcuno la toccasse e adducendo su di lei testimonianze scritte nei sacri libri di Mosè e degli altri profeti (dimostrando) che sarebbe stata il tempio di Dio. E tutti coloro che ancora non avevano udito simili testimonianze, quanti ancora non le conoscevano, ne restarono stupiti.

Pietro gli disse: "Va', e congiungiti alle tue mani!". E soggiunse: "In nome del Signore nostro Gesù Cristo, Figlio della teotoco Maria, le tue mani si riattacchino!". E subito divennero come erano prima, senza difetto alcuno. Pietro allora gli disse: "Alzati, prendi una foglia dalla palma ed entra in città. Incontrerai una folla cieca che non riesce a trovare la via d'uscita: narra ad essa quanto ti è capitato, e poni questa foglia sugli occhi di quanti crederanno e subito riacquisteranno la vista".

[6] Il pontefice se ne andò, come gli aveva ordinato Pietro. Trovò molti ciechi (erano quelli che erano stati accecati dagli angeli) che piangevano dicendo: "Guai a noi, giacché ci è capitato quanto accadde a Sodoma! Prima Dio li colpì con la cecità poi mandò fuoco dal cielo e li bruciò. Guai a noi! Siamo già mutilati e presto arriverà il fuoco". Allora l'uomo con la foglia in mano parlò loro della fede; coloro che credettero riacquistarono la vista, quelli invece che non credettero non la riacquistarono ma rimasero ciechi.

 

 

 

[14] EPILOGO dal Cod. Vat. 2072, fol. 1782v.

 

Gli apostoli portarono il prezioso corpo della gloriosissima signora nostra, la teotoco e sempre vergine Maria, e lo deposero nella tomba nuova che era stata loro indicata dal Salvatore; e quivi rimasero tutti insieme vegliandolo per tre giorni.

Dopo il terzo giorno, aperto il loculo affinché potessero venerare il prezioso tabernacolo di colei che è degna di ogni lode, trovarono soltanto i sudari: il Cristo Dio che in lei si era incarnato l'aveva, infatti, traslata nella eredità eterna.

E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo che ha glorificato la sua immacolata madre, la teotoco Maria, glorificherà coloro che la glorificano; libererà da ogni pericolo coloro che devotamente celebrano annualmente la sua memoria, e riempirà di ogni bene le loro case, come la casa di Onesiforo; e nel secolo futuro conseguiranno la remissione dei peccati.

Egli, infatti, la mostrò come suo cherubico trono sulla terra e sul cielo terrestre, quale speranza, rifugio e sicurezza della nostra stirpe.

Celebrando misticamente la festa della sua gloriosa dormizione, troveremo misericordia e grazia in questo secolo e nel futuro, in virtù della benevolenza e benignità del Signore nostro Gesù Cristo, al quale sia gloria e dominazione con il suo Padre, che è senza principio, e il santissimo e vivificante Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

 

EPILOGO dal Cod. Vat. 2013; fol. 177v.  

Gli apostoli portarono il prezioso corpo della gloriosissima signora nostra teotoco Maria, e lo deposero nella tomba nuova che era stata loro indicata dal Salvatore; ed in quel luogo rimasero a vegliare tutti insieme

Lo stesso Signore nostro Gesù Cristo che ha glorificato l'immacolata sua madre e teotoco Maria, glorificherà coloro che la glorificano; libererà da ogni pericolo coloro che annualmente ricordano con fede la sua memoria e riempirà di ogni bene loro (le loro case), come la casa di Onesiforo; ed otterranno pure la remissione dei peccati qui e nel secolo futuro. Egli, infatti, sulla terra e sul cielo terrestre, la mostrò come suo cherubico trono, come speranza, rifugio e sicurezza della nostra stirpe.

Partecipando misticamente alla festa della sua gloriosa dormizione, troveremo misericordia e grazia nel secolo presente e nel futuro. A lui sono dovuti gloria, onore e adorazione con il Padre, senza principio, e con il santissimo e vivificante Spirito, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

 

EPILOGO dal Cod. Marciano VII, 38, ff. 57v.-58r.  

Allora gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono fino alla tomba e, dopo averla deposta, rimasero là per tre giorni, per custodirla, cantando salmi e inni senza interruzione. La divina provvidenza dispose che un apostolo non fosse presente alla sepoltura della madre di Dio; dopo tre giorni egli giunse al Getsemani e amaramente si lamentava di non essere stato ritenuto degno di contemplare la santissima teotoco, più ampia del cielo. Gli apostoli allora vollero aprire la tomba affinché anch'egli potesse vedere la madre di Dio; l'aprirono, l'ispezionarono e videro che la tomba era vuota e il corpo della madre di Dio non c'era più. Pensarono dunque che fosse stato trasportato in paradiso dagli angeli simili a Dio.

Questa è la dormizione della beata Maria, madre del Signore.

Lo stesso Signor nostro Gesù Cristo che ha glorificato la sua madre e teotoco Maria, glorifica, a sua volta, quanti la glorificano, esalta coloro che la esaltano, non solo in questo secolo, ma anche nel futuro e li introduce nel suo regno celeste.

A lui è dovuta ogni gloria, onore e adorazione con il suo Padre senza principio, santissimo e buono, e con il vivificante suo Spirito, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

 

EPILOGO dal Cod. Parisiense Coisl. 121, fol. 150r.v.  

Allora gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono fino alla tomba e, dopo averla deposta, rimasero là tutti insieme per custodirla fino a quando fu traslata, come aveva ordinato loro il Salvatore.

Questo è il riposo di Maria, madre del Signore. Lo stesso Signore nostro Gesù Cristo che glorificò sua madre immacolata e vergine, la teotoco Maria, glorifica a sua volta coloro che la glorificano, e coloro che l'esaltano li esalta non solo nel mondo presente, ma anche nel futuro, e li introduce nel regno celeste.

Egli, infatti, la glorificò sulla terra come trono cherubico e cielo terrestre, come speranza, rifugio e fiducia della nostra stirpe, affinché, partecipando misticamente alla sua preziosa memoria, cioè della santa, veramente immacolata e sempre vergine madre di Cristo, che è veramente il nostro Dio, e credendo con sincerità, siamo degni dello speciale favore di colei che è conosciuta in tutto l'universo e della sua protezione verso tutti i santi e per opera della sua clemenza siamo degni della vita eterna e divina sia qui che nel tremendo scenario del giudizio.

Giacché la gloria e la dominazione sono di Dio Padre, con il Figlio unigenito e con lo Spirito santo, cioè della santa consostanziale e indivisibile Trinità, che è il nostro Dio da principio, ora e sempre e nei secoli sempiterni. Amen.

 

 

 

EPILOGO dal Cod. Parisiense 1190, ff. 237v.-238

 

Allora quell'uomo prese il ramo e parlò loro della fede; tutti coloro che credettero riacquistarono la vista, mentre quelli che non credettero non la riacquistarono e rimasero ciechi.

Gli apostoli poi trasportarono Maria nella tomba, e dopo che vi posero il corpo rimasero là tutti insieme fino alla traslazione del suo santissimo corpo. Come aveva loro ordinato Maria, gli apostoli se ne stavano seduti all'ingresso della tomba.

E nel quarto giorno dopo la sua dormizione, in una nube discese nuovamente dal cielo il Signore Gesù Cristo con Michele, preceduto da una moltitudine di angeli, e comandò a Michele di fare salire sulla nube il corpo di Maria. Dopo che il corpo fu assunto, il Signore disse agli apostoli di salire nuovamente sulla nube. E saliti che furono, cantando con voce angelica, il Signore ordinò di puntare verso Oriente, alle regioni del paradiso. Quando entrarono in paradiso, depose il corpo di Maria sotto un albero, che è il legno della vita, e trasportarono nel corpo anche l'anima.

Allora il Signore se ne salì in cielo con i suoi angeli, mentre, sulle nubi, i suoi apostoli furono restituiti ai loro posti, come mi hanno raccontato i santi apostoli.

Questa è la dormizione di Maria...

 

 

 

EPILOGO dal Cod. Ottoboniano gr. 415, ff. 304-305v. nel racconto del monaco Epifanio  

Dopo che aveva contemplato l'ascensione ai cieli di suo Figlio, la santa teotoco si dette ancora più alla contemplazione delle cose celesti e alla preghiera, come narra Andrea, vescovo di Creta. Ancora adesso, egli afferma, è additato il segno scavato dalle sue ginocchia sui marmi della santa Sion, nonché l'impronta del suo decubito sulla pietra ove soleva concedersi un po' di sonno naturale.

Compiva molte guarigioni da malattie e liberazioni da spiriti impuri. Faceva molte elemosine e prestava aiuti ai poveri, agli orfani e alle vedove, e annunciò la propria uscita quindici giorni prima. Tre giorni prima venne l'arcangelo Gabriele per comunicarle la sua uscita e la venuta del Signore.

Allora lei mandò (a chiamare) tutti i suoi parenti e amici. Quando vennero, giunsero anche gli apostoli sulle nubi: lei disse loro alcune parole e i segreti terribili che conservava in cuor suo ragionandovi su.

Verso l'ora terza del giorno, si sentì in cielo un grande tuono e si percepì un soave odore: venne il Signore sulle nubi, con una moltitudine di angeli. Egli salutò la santissima sua madre e i santi apostoli. E lei, ricolma di gioia, gli disse: "Ti ringrazio, Signore Gesù Cristo, di avere adempiuto quanto mi avevi promesso". E subito offrì la sua anima santissima e immacolata che salì nei cieli.

Il suo corpo che era stato dimora di Dio, con canti apostolici e angelici insieme fu traslato nel loculo preparatogli nel Getsemani e in questo luogo restò per tre giorni: non cessò il canto degli angeli e degli apostoli; dopo il terzo giorno, il canto cessò.

Gli apostoli c'erano tutti ad eccezione di uno che era assente e giunse soltanto dopo il terzo giorno; e volendo questo venerare il corpo che aveva contenuto Dio, aprirono il loculo. Ma non trovarono più quel suo corpo degno di ogni onore e gloria: era stato traslato e restavano soltanto i panni sepolcrali ripieni del profumo che da essi emanava; chiusero nuovamente il loculo.

Ognuno di loro fu poi trasportato, sulle nubi, nel luogo donde era stato assunto.

 

 

APOCALISSE DELLA VERGINE MARIA *  

[1, 1] Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, un solo Dio: intercedano per me Cristo mio Signore e mio Dio, mia speranza, e la signora Maria vergine.

Trattato esposto dal beato Giovanni, figlio di Zebedeo, sull'eccellenza e la gloria della Vergine santa, nostra signora. La sua preghiera discenda su di noi. Amen.

[2] Introduzione. Giovanni, figlio di Zebedeo, amato particolarmente dal Signore per la sua purezza e particolarmente amato dalla signora nostra Maria, come lui ne aveva amato il figlio, disse: - Maria parlò e mi disse: "Ascolta, Giovanni, il mistero segreto e stupendo che non fu mai svelato a una mente, né fu a conoscenza di alcuna intelligenza né fu manifestato al cielo: a me l'ha rivelato il mio figlio diletto, il mio Signore e salvatore, Gesù Cristo.

[3] In una feria sesta, all'ora sesta, a mezzogiorno, mentre pregavo sul Golgota, venne una nube che mi prese e trasportò in alto al di sopra del terzo cielo e mi pose in mezzo al termine del cielo. Mi apparve mio figlio e mi disse: "Salute a te, Maria, madre mia! Salute a te, vergine madre mia! Salute a te, dimora del Signore! Siccome da te scaturì il fiume della salvezza, io ti rivelerò un mistero segreto". Gli risposi: "Signore mio e Dio mio, figlio e re mio, sia fatta la tua volontà".

Mi disse: "Guarda la terra inferiore". Guardai e vidi che tutto il mondo è vano, e che il genere umano transeunte è vano, come disse il re David:

L'uomo è simile a un soffio, i suoi giorni passano come un'ombra.

[2, 1] Ed ancora: I giorni dell'uomo sono come il fieno; egli fiorisce come un fiore del campo: il vento passa su di lui ed esso scompare e più non si conosce il luogo dove era. Interrogai mio figlio domandandogli: "Essendo così transeunte, il genere umano si gloria invano?". Mi rispose: "Non hai udito ciò che ha detto David? Per qual motivo si gloria colui che è potente nella sua iniquità e tutto il giorno non pensa che l'ingiustizia? Ed ancora: Verranno meno e periranno come il fumo; così è la vita degli uomini".

[2] La morte del giusto. Interrogai il mio figlio domandandogli: "Desidero vedere come le anime dei giusti escano dai loro corpi". Mi rispose: "Aspetta un istante e te lo mostrerò".

Poi vidi dodici angeli della luce con in mano il legno della croce e sul loro petto il segno del Figlio di Dio e nelle loro mani turriboli d'oro: discendevano a prendere l'anima di un giusto. Gli angeli della luce e gli angeli delle tenebre andarono da quell'anima; ma, non appartenendo a loro, gli angeli delle tenebre in lei non trovarono nulla e se ne andarono.

[3] Si avvicinarono allora gli angeli della luce: circondarono quest'anima, la coronarono per estrarla dal suo corpo e le dissero: "Esci, anima, in pace, godi e rallegrati, anima pura e splendente! C'è qui il tuo creatore: tutti noi ci rallegriamo per te e il tuo creatore per te esulta. Su, andiamo nella tua città! Non hai udito David che disse:

Mi sono rallegrato quando mi è stato detto:

Andiamo nella casa del Signore!

I nostri piedi stanno alle tue porte, o Gerusalemme!

Gerusalemme, costruita come una grande città.

 

Ed ancora:

 

Vale più un giorno nei tuoi atri

che mille.

 

[3, 1] Tu, anima pura, in questo mondo caduco hai vinto il diavolo e tutti i suoi malvagi eserciti". L'angelo che sempre l'aveva custodita era contento e diceva: "In pochi giorni hai dato riposo; ti sei ricordata del profeta David:

Annunciami la brevità dei miei giorni; non togliermi a metà dei miei giorni, mentre di generazione in generazione vanno i tuoi anni;

[2] ti sei ricordata di Paolo che dice: La dimora di questo mondo è, infatti, passeggera! Quelli che mangiano siano come quelli che non mangiano, quelli che bevono siano come quelli che non bevono, quelli che sono lieti siano come quelli che non sono lieti, quelli che posseggono siano come quelli che non posseggono. La dimora di questo mondo è, infatti, passeggera.

Ti sei ricordata di tutto questo e hai disprezzato quanto si corrompe e si perde; considerandolo come un panno di mestruo, come cosa immonda e come rifiuto, ed hai amato la gioia dell'eternità stabile e incorruttibile. Su, andiamo dal tuo creatore; e lo Spirito godrà per te".

Gli angeli dell'empietà vennero a esaminare quest'anima, ma non trovarono in lei parte alcuna che appartenesse loro, la lasciarono e se ne andarono. Discesero allora angeli con corone splendenti, collane d'oro con diademi d'oro, d'argento, di giacinto, e dodici lampade ardenti la cui luce era sette volte maggiore di quella del sole.

[3] Cristo e il Paraclito discesero fino a quel cielo per salutare quest'ultima, ed anch'io discesi con loro. Gli angeli della luce elevarono un suono di gioia; anch'io giubilando imitai David che disse:

Ed ancora:

Popoli tutti battete le mani, alzate a Dio voci di giubilo e grida festose.

Preziosa è al cospetto del Signore la morte dei suoi fedeli. Condussero quest'anima davanti al Signore e le dissero: "Gioisci e rallegrati, anima pura! Questo, infatti, è il Signore tuo creatore. Davanti a colui che ti ha creato, prostrati e adora!". L'anima si prostrò davanti al Signore Dio suo creatore.

[4, 1] L'angelo che l'aveva sempre custodita si rivolse al Signore dicendogli: "Ti ho già parlato delle opere di quest'anima; ma ora, Signore, ricompensala secondo la tua giustizia".

Il principe della giustizia, rispondendo disse all'anima: "Salute a te, anima pura, splendente e gioiosa, come una volta ti creai, ecco che ora tu sei venuta a me come una rosa e mi hai portato il profumo dell'incenso del paradiso. Tu non mi hai mai fatto adirare, ed anch'io non ti farò adirare; tu non mi hai disonorato, ed io non ti esporrò all'ignominia; tu non hai mai mentito con me, ed io non mentirò con te. Non ti rattristare! Nell'ultimo giorno farò risorgere il tuo corpo, tu ritornerai con lui come una volta e con lui godrai nella terra della gioia".

[2] Diede a quest'anima vestiti più splendenti del sole che non erano stati né tessuti né cuciti. Le diede pure una corona lucida e splendente più di novantotto soli e lune; Dio padre chiamò poi l'arcangelo Michele e gli disse: "Prendi quest'anima, conducila nel giardino della gioia, nel seno di Abramo, Isacco, Giacobbe e nel seno di tutti i santi; vivrà là nelle delizie e godrà nei piaceri fino a quando io ritornerò, nell'ultimo giorno, a giudicare tutto il mondo. Allora riprenderà il suo corpo, come una volta, ed avrà la sua ricompensa con tutti i santi".

[3] All'udire queste cose, un grandissimo numero di angeli e di arcangeli gridarono:

"Giusto tu sei, o Signore,

e retti sono i tuoi giudizi".

Gioirono tutti gli eserciti celesti ed io mi sono rallegrata assieme ad essi, come disse il profeta David:

I giudizi di Dio sono giusti e rallegrano i cuori.

Ed ancora:

Chi nel mondo soffrirà vivrà in eterno,

e non vedrà la corruzione.

Prendemmo quest'anima e la portammo in paradiso, ove le andarono incontro i giusti e i martiri, Abramo, Isacco, Giacobbe, tutti gli eserciti dei santi e con essi il nostro padre Adamo

e la nostra madre Eva; in mezzo a loro c'era David che salmodiava e suonava la cetra. Dicevano a quest'anima: "Salute a te, anima pura! Su, entra nella vita eterna dove c'è la gioia senza tristezza e senza afflizione, come disse il profeta David:

[5, 1] Torna a quietarti, anima mia, poiché il Signore con te fu buono".

L'anima se ne andò con essi, mentre noi ce ne siamo ritornati sulla nostra strada ed alcuni di noi dicevano: "Alleluia!", ed altri cantavano: "Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! I cieli e la terra sono pieni della santità della sua gloria"; ed altri ancora gridavano: "Sia gloria al Padre che diede a quest'anima il regno dei cieli, sia adorato il Figlio che la liberò dal diavolo, siano rese grazie allo Spirito santo che la serbò dalle mani dei nemici e la condusse nel regno dei cieli. Salva anche noi, Maria!".

[2] La morte del peccatore. Parlai con mio figlio e gli dissi: "Fammi vedere l'anima di un peccatore quando esce dal suo corpo". Mio figlio mi rispose: "Aspetta un istante e te la mostrerò".

Guardai le parti inferiori della terra e vidi gli angeli della luce e gli angeli delle tenebre che andavano insieme da quest'anima peccatrice. Un angelo della luce esaminò le sue opere, ma non avendo trovato in quest'ultima alcuna parte che fosse sua, la lasciò e se ne allontanò. Andò un angelo delle tenebre: l'esaminò e trovò in lei la sua parte.

Il Paraclito, spirito di giustizia uscì da quell'anima e se ne allontanò, e penetrò in lei l'angelo Temliaco. Allora il cielo e la terra divennero difficili per quest'anima: davanti ai suoi occhi furono posti, infatti, tutti i delitti e i peccati che aveva fatto dall'infanzia fino al termine della sua vita.

[3] Ma l'anima non fu subito separata dal suo corpo. Fino all'ora terza, o sesta, quest'anima infelice gridò e gemette, secondo le parole del profeta David:

Infelice è la morte dei peccatori.

Ed ancora:

Nel giudizio, gli empi non risorgeranno.

Quest'anima uscì dal suo corpo e con verghe di fuoco, come un pingue bue da sacrificio, la trassero al cospetto del re, spingendola e gridando:

[6, 1] "Da chi andrai, anima infelice? Hai dimenticato il Signore Dio tuo, e non ti sei ricordata del tuo salvatore!".

Poi quest'anima disse: "Io non sapevo nulla di questo giudizio. Se mai ne avessi saputo qualcosa, non avrei dato requie alla mia testa, non avrei mangiato cibo né bevuto bevanda. Concedetemi un po' di riposo, ve ne prego! Le mie ginocchia non hanno più forza, dal lungo cammino. Concedetemi un po' di riposo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo". Le risposero: "Tu prima hai rinnegato il Padre, il Figlio e lo Spirito santo".

[2] Disse ancora: "Per Maria, madre di Dio, concedetemi un po' di riposo!". Le risposero: "Ma tu prima hai rinnegato Maria, madre di Dio: lei odia l'anima impura. Essendo più pura dei puri, fu esaltata al di sopra del cielo e della terra".

Dopo le parole di quest'anima, io gemetti molto, piansi e dissi a mio figlio: "Abbi pietà, per amor mio, figlio mio! Non c'è uomo senza peccato, come non c'è legno che non faccia fumo. In cielo e in terra non c'è alcuno che sia puro, all'infuori di te".

[3] Ma mio figlio mi rispose: "Non piangere, madre mia! Non spetta misericordia a colui che sulla terra non fece misericordia. Questa è una cosa che mi è impossibile". Io risposi a mio figlio: "Sia fatta la tua volontà".

Poi quest'anima alzò la voce gridando ancora più forte: "Concedetemi un po' di riposo, in nome di Maria madre della luce!". All'udire queste parole gemetti e piansi. Ma alla vista del mio pianto, mio figlio disse: "In nome di mia madre, Maria, concedetele un po' di riposo!". E così concessero a quell'anima un po' di riposo.

In seguito la presero dicendo: "Guai a te, anima infelice, guai a te! Da chi andrai, da chi ti rifugerai, da chi fuggirai?".

[7, 1] E la condussero dall'angelo dell'empietà e le andarono incontro gli spiriti dell'impudicizia e gli spiriti della menzogna, le andarono incontro gli spiriti dell'ubriachezza Esaminarono quest'anima, videro che avevano parte in lei e le dissero: "Guai a te, anima infelice, guai a te! Osi tu, forse, andare in cielo?". Vennero gli angeli e gli eserciti degli angeli; quest'anima fu introdotta in mezzo a loro, ma tutti gridarono: "Allontanate da noi quest'anima impura! Fin dal suo arrivo, giunse a noi la puzza del suo fiato". E tutti gridavano all'unisono: "Guai a te, anima infelice!".

[2] La fecero salire in cielo dicendo: "Ecco che qui c'è il tuo creatore, colui che ti creò a sua immagine e ti plasmò con le sue mani, prostrati e adoralo". Quest'anima si prostrò e adorò, e l'angelo che l'aveva sempre custodita disse a Dio Padre: "Ricevi quest'anima, Signore, che mi avevi dato da custodire, e giudicala secondo le opere delle sue mani". Il Padre rispose dicendole: "O anima, perché mi hai ingiuriato? Non ti ho forse presa dai giusti, e non ho forse preparato per te il sole e la luna? Non ho forse ordinato per te l'inverno e l'estate? Non ho forse creato per te il cibo del tuo nutrimento e l'acqua da bere? Non ho forse fatto discendere per te la pioggia? Non ho forse creato per te i piaceri dell'aria e i frutti? Non ti ho forse fatto vedere e dato giorni buoni e cattivi? Perché hai disprezzato i giorni della tua salvezza?".

[3] Quell'anima rispose: "Ho peccato, Signore, ho peccato! Non sapevo che sarebbe capitato così, non sapevo che ci sarebbe stato questo giudizio, ed ignorai anche le Scritture". Il Signore le rispose: "Ogni cosa sarà decisa sulla parola di due o tre testimoni. Avevi a tua disposizione le Scritture e i sacerdoti, anima, perché non li hai ascoltati? Perché non ti sei prima preparato il viatico per il tempo della tua uscita? Hai amato più le tenebre della luce; ma coloro che non furono misericordiosi non otterranno misericordia, e coloro che non furono benevoli non otterranno benevolenza. Conducetela a Satana, suo padre, datela a Temliaco, angelo della Geenna, affinché la metta al centro della Geenna. Resterà lì fino a quando io ritornerò, nell'ultimo giorno, a giudicare tutto il mondo. Allora riprenderà il suo corpo come prima e discenderà nel grande supplizio".

[8, 1] All'udire queste parole quell'anima pianse amaramente dicendo: "Guai a me, infelice! Per me sarebbe stato meglio se non fossi mai nata. Maledetto sia il giorno in cui sono nata!" Quando disse questo, noi tutti piangemmo e gememmo; anche gli angeli del cielo posarono le loro corone come disse il profeta: Hai forse tu creato inutilmente il genere umano?; ed anche Marco: Che giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero se perde l'anima sua? Poiché qual cosa potrà dare l'uomo in cambio dell'anima sua?.

[2] In paradiso tra i giusti e gli eletti. E mio figlio disse: "Su, andiamo in paradiso e ti farò vedere dove siedono le anime dei giusti e degli eletti". Mi fece salire ed entrare in un abisso di cui non si vedeva il fondo: là vidi le mansioni il cui splendore supera cinquanta volte sette quello del sole e della luna.

Un vecchio mi si avvicinò, mi salutò e mi disse: "Tu sei benedetta, Maria, e benedetto è il frutto del tuo seno che ti ha condotto da noi. Beati gli occhi miei che ti hanno veduto!" Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha salutata". Mi rispose: "Il suo nome è Enoc". Poi venne da me un altro uomo di questa regione, e mi salutò: "Tu sei benedetta, Maria, e benedetto è il frutto del tuo seno! Beati gli occhi nostri che ti hanno veduto!". Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha salutato?". Mi rispose: "Il suo nome è Elia".

[3] In questa sala vidi poi una colonna aurea riempita da una scrittura che andava dalla base fino alla cima; era tutta iscritta e la sua altezza raggiungeva circa i quindici cubiti dell'angelo. A questa vista, domandai a mio figlio: "Che cos'è che vedo scritto, con scrittura minutissima, su questa colonna?". Mi rispose: "Su questa colonna sono scritti i nomi dei santi".

[9, 1] Gli domandai: "Qui c'è solo l'effigie del loro volto?". Mi rispose: "Qui non c'è solo l'effigie del loro volto, ma sono scritti tutti interi". Gli domandai: "Su questa colonna furono scritti prima che nascessero o dopo che erano nati?". Mi rispose: "Erano iscritti, prima ancora che fossero creati il loro padre e la loro madre, Adamo ed Eva".

[2] In quella regione vidi pure una colonna di fuoco ancora più iscritta della colonna aurea. Domandai allora a mio figlio: "Chi sono quelli che sono scritti sopra questa colonna?" Mi rispose: "Su questa colonna sono scritti i peccatori". Gli domandai: "Su questa colonna furono scritti prima o dopo che sono nati?". Mi rispose: "Non hai sentito quanto dice la Scrittura: Questi sono scritti prima del giudizio, quelli prima di nascere".

Poi mi condusse in questa regione ove vidi una città sette volte più splendente del sole e della luna. Con molti altri frutti, vidi anche dell'uva, vigne e alberi ognuno dei quali portava diecimila frutti: vidi pure palme, noci, mandorle, mandragore e quarantamilasessantasette alberi ognuno dei quali aveva un odore soave che avvinceva il cuore.

[3] Domandai a mio figlio: "Di chi è questa dimora?". Mi rispose: "Qui abita l'uomo che restò con sua moglie la quale dimorò con suo marito e furono trovati puri. Qui c'è pure l'uomo che non conobbe la moglie degli altri, e la donna che non fu con un altro uomo, restando così puri tutti e due. Costoro sono condotti qui ed è data loro la ricompensa, come dice l'evangelista Matteo: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio".

[10, 1] Dalla regione di quel fiume, vidi un fiume di vino: qui c'erano il padre nostro Adamo, Abele, Set, Malalek, Cainan, Iared, Arfaxad e tutti i santi patriarchi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Tare e Rague. Tutti quelli che mi vedevano si prostravano e mi salutavano.

Mi si avvicinò Adamo e mi salutò: "Salute a te, Maria, apportatrice dell'agnello! Beati gli occhi che ti hanno visto!".

Mi si avvicinò il primogenito dei morti, mi si prostrò davanti e salutò dicendo: "Salute a te, Maria, ostia pura! Beati gli occhi che ti hanno visto!".

Mi si avvicinarono tutti gli eserciti dei santi, ognuno secondo la sua famiglia e dignità, mi si prostrarono davanti e salutarono dicendo: "Viva, viva, salute, o Maria, graziosa colomba! Beati gli occhi che ti hanno visto!".

[2] Mi fece poi salire lungo la regione di questo fiume e mi condusse da un fiume di miele. Qui c'erano Mosè, Aronne, Amos, Isaia, Nahum, Malachia, Sofonia, Aggeo, Zaccaria figlio di Barachia, Geremia, Elia, Eliseo, Samuele, Giovanni Battista, Osea, Gioele, Mildad, Eldad, Michea e tutti i figli dei profeti, Giona e Esdra; erano con loro anche delle sante donne: la profetessa Anna ed Elisabetta. Altre donne, ognuna nel suo posto, erano con nostra madre Eva, Rachele, Sara, Rebecca: tutte le sante donne erano insieme in un luogo.

[3] Mi si avvicinò Mosè, principe dei profeti, mi si prostrò davanti e mi salutò: "Salute a te, Maria, bianca lana! Beati i miei occhi che ti hanno visto!". Mi si avvicinarono tutti i profeti, ognuno secondo la sua dignità e il suo ordine, mi si prostrarono davanti e mi salutarono: " Te beata, o Maria, talamo immacolato! Beati i nostri occhi che ti hanno visto!". Mi si avvicinò Eva, mi si prostrò davanti e mi salutò: "Te beata, o Maria, pura e splendente! Beati i miei occhi che ti hanno visto!".

[11, 1] Poi mi tolse dalla regione di questo fiume e mi condusse da un fiume di latte, ove erano i centoquarantaquattromila bambini della città di Betlemme, uccisi da Erode, che non avevano macchiato né la loro carne né i loro abiti con l'impurità di questo mondo transeunte. Appena mi videro, da lontano, mi corsero incontro, mi si prostrarono davanti e mi salutarono: "Tu sei benedetta, o Maria, gloria dei vergini! Beati i nostri occhi che ti hanno visto!".

[2] Interrogai mio figlio domandandogli: "Chi sono quelli che abitano presso il fiume di vino?". Mi rispose: "Quelli che abitano presso il fiume di vino sono coloro che nella loro vita amarono il pellegrino, ebbero affetto verso il prossimo come verso se stessi, con il cibo saziarono gli affamati, con il loro bicchiere dissetarono gli assetati, e vestirono gli ignudi. Costoro, allorché escono da questo mondo transeunte, sono condotti davanti al Signore, davanti a lui si prostrano e l'adorano; terminati la prostrazione e il saluto, sono condotti al fiume di vino: sono sistemati qui e qui ricevono la ricompensa. Da lungi, i santi corrono loro incontro, li salutano e li baciano sulla bocca come vecchi conoscenti, li amano come se stessi, li considerano come consanguinei e fratelli, e dicono loro: Avete vinto questo secolo transeunte, avete vinto il diavolo e i suoi eserciti malvagi li avete caricati di vergogna. Siete veramente valorosi nelle opere della giustizia: entrate nella vostra città e gioite con noi!".

[3] Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che abitano presso il fiume di miele?". Mi rispose: "Sono quelli che stesero le loro mani agli infelici, come disse il profeta David:

Beato chi ha comprensione per il misero e per il povero.

Il Signore lo scamperà dal giorno cattivo; il Signore lo custodirà, gli darà vita

e lo renderà beato sulla terra.

Anche l'evangelista Matteo: Beati i misericordiosi perché sarà loro usata misericordia. Colui che liberò l'oppresso, colui che fece da padre e da madre agli orfani, colui che protesse la nubile, colui che sfamò la vedova bisognosa, colui che fu di sollievo all'afflitto, colui che consolò chi era triste, colui che visitò l'infermo e parlò benevolmente con il prigioniero, sia pagano che Ebreo, essendo tutti creature di Dio.

[12, 1] Forse che il vasaio con la stessa creta non fa oggetti da destinare a usi onorifici e altri a usi vili? Come disse David:

Giudicate il meschino e l'orfano, fate giustizia all'umile e al bisognoso, liberate il meschino e il povero, strappatelo dalle unghie dei peccatori.

Anche l'evangelista dice: Il regno dei cieli è dei perseguitati, come attesta Salomone: Impresta al Signore chi ha misericordia dei poveri. Quando escono da questo mondo sono condotti dal Signore affinché si prostrino davanti a lui e l'adorino.

[2] Terminata l'adorazione, sono condotti qui dal fiume di miele; ed allora vanno loro incontro i figli dei profeti dicendo: Avete vinto il mondo transeunte, avete vinto il diavolo e tutti i suoi eserciti; su, entrate nella nostra città e godete con noi!".

[3] Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che abitano presso il fiume di latte?". Mi rispose: "Sono i puri che si mantennero immuni dall'impurità, coloro che fin dalla nascita si mantennero esenti da ogni contaminazione muliebre, non solo con il corpo, ma anche con la mente, come dice il Vangelo: Chi desidera una donna, in cuor suo già ha commesso adulterio. Là ci sono pure le donne che mantennero la verginità senza macchia. Quando escono da questo mondo sono condotti davanti al Signore affinché si prostrino davanti a lui e l'adorino. Terminata l'adorazione, sono condotti dal fiume di latte. Questi fanciulli corrono loro contro, da lontano, dicendo: Voi veramente valorosi che avete vinto questo mondo transeunte e ne avete attraversato i flutti! Su, entrate nella nostra regione e godete con noi!".

[13, 1] Poi, mio figlio mi fece vedere una terra candida, sette volte più splendente del sole, della luna, delle stelle e tutta adorna di oro e di argento. Domandai a mio figlio: "A chi appartiene questa dimora e questa regione?". Mi rispose: "Appartiene a colui che ha tenuto lontano la sua lingua dall'ingiuria, a colui che in se stesso non fomentò né l'insolenza né la superbia, a colui che non coltivò né l'ubriachezza né l'invidia, a colui che non fu né superbo né dissoluto, a colui che non ha temerariamente vituperato il suo prossimo, a colui che non ha maledetto né il fratello né il prossimo, a colui che non coltivò né la vendetta né l'invidia, a colui che in cuor suo non alimentò mai la vendetta, a colui che fu mite come una colomba, come dice l'evangelista Luca: [2] Chiunque avrà detto una parola contro il Figlio dell'uomo sarà perdonato, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo non sarà perdonato. Ed ancora: Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato; anche l'evangelista Matteo disse: Beati i miti, perché loro è il regno dei cieli; ed ancora: Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe; e David disse:

Io stermino colui che in segreto calunnia il suo prossimo.

Con l'altezzoso di sguardo e l'orgoglioso di cuore io non mangio.

Anche nel Vangelo è detto: Chi ingiuria il proprio fratello è passibile del sinedrio.

[3] Costoro, quando escono dal mondo, sono condotti davanti al Signore affinché si prostrino davanti a lui e lo adorino. Terminata l'adorazione, sono introdotti in questa dimora e ricevono la mercede eterna; come disse David: I mansueti erediteranno la terra; resteranno qui per tutti i secoli; disse ancora: Conserva la dolcezza e vedrai la giustizia; così pure:

Mi sostieni nella mia integrità e mi collochi al tuo cospetto in eterno".

Coloro che non fecero opere di misericordia. Mentre mi svelava la regione di questo fiume, vidi, sull'altra sponda, degli uomini vaganti là ove si trova la porta del paradiso e i grandi alberi che, agli occhi umani, sembra che abbiano molti frutti.

[14, 1] Siccome quegli uomini avevano fame, cercavano di cogliere i frutti degli alberi; mentre l'albero si piegava, gli uomini si inchinavano fino a terra, e mentre l'albero si drizzava anche gli uomini erano portati in alto fino a raggiungere le mura del paradiso, ed erano privati dei frutti dell'albero.

[2] A questa vista piansi molto amaramente, e dissi: "Figlio mio, che alberi sono questi e chi sono questi uomini? Guardandolo, questo albero mi sembra carico di frutti, ma poi vedo che questi uomini affamati e assetati, che anelano di mangiare i frutti e ne sono privati, cadono fino a terra con l'albero e quando l'albero di drizza sono portati in alto. Questo spettacolo mi rattrista". Mio figlio rispose: "Non piangere, madre mia, ti spiegherò il mistero di questi uomini. Costoro furono perfetti nel digiuno e nella preghiera, nella pazienza e nella purezza della loro carne, ma non cibarono gli affamati con il loro pane, né diedero da bere agli assetati dal loro bicchiere, non vestirono gli ignudi, non accolsero il pellegrino sotto il tetto della loro casa, furono superbi e arroganti".

[3] Domandai a mio figlio: "Anche questi comandamenti li condanneranno?". Mi rispose: "Non c'è nulla di più grande di questi comandamenti, e tra tutti i peccati i più gravi sono la superbia e l'insolenza; è a causa della superbia e dell'insolenza che il diavolo cadde". Gli domandai: "Sono forse la superbia l'arroganza e le loro mani rattrappite che hanno impedito loro l'ingresso nel paradiso di voluttà?". Mi rispose: "La superbia, l'avarizia e l'insolenza sono il principio del peccato".

Gli domandai ancora: "Fino a quando saranno tormentati?".

[15, 1] Mi rispose: "Fino a quando io ritornerò nella gloria con tutti i miei santi. Essi si porranno vicino a questa porta e quando passerò di qui, i giusti, vedendoli, intercederanno per loro; io mi ricorderò di loro e permetterò che entrino nel regno dei cieli". All'udire queste parole dalla bocca gloriosa del mio caro figlio, lo ringraziai.

[2] Poi mi condusse nella regione di quel fiume, me lo fece traghettare su di una nave d'oro e mi introdusse in una casa candida e lucida, la cui luce splendeva sette volte più del sole e della luna. Qui vidi letti d'oro, tappeti preziosi e calzari. Domandai a mio figlio: "Chi abita là dentro?". "Questa è la dimora di uomini e di donne: uomini che non ebbero commercio con donne altrui, e donne che non conobbero uomini d'altri, ma si mantennero nella loro verginità come disse il profeta David:

Te felice e bene per te:

la tua donna è come vite feconda

nei penetrali di casa tua.

Anche l'evangelista Matteo: Beati i puri di cuore poiché possederanno la terra e vedranno Dio; ed ancora: L'uomo non separi quanto Dio ha unito; non sono più due, ma una sola carne; ed anche l'evangelista Marco disse: Beati coloro che hanno figli e sono come quelli che non hanno moglie. Quando escono dal mondo sono condotti davanti a Dio affinché l'adorino e lo salutino; terminata l'adorazione sono introdotti in questa dimora e quale ricompensa sono dati ad essi questi letti d'oro con tappeti e calzari".

[3] Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e qui vidi un fiume di olio e di burro ed una città splendente sette volte più del sole e della luna; vidi corone brillanti il cui numero era di mille miriadi e millequarantaquattromila di migliaia.

[16, 1] Domandai a mio figlio: "Di chi sono queste città e queste corone?'. Mi rispose: Questa città e queste corone sono dei martiri che disprezzarono e non tennero in alcun conto il mondo transeunte, di coloro ai quali fu troncata la testa; abbandonarono la loro vita alla morte scacciati da una città all'altra, affamati e assetati di giustizia. In essi ha compimento ciò che è detto nel Vangelo: Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, poiché saranno saziati. Beati coloro che sono perseguitati per la giustizia, poiché il regno dei cieli è loro; ed ancora: Sarete odiati da tutti per il mio nome, ma non perirà un capello del vostro capo: è con la vostra sofferenza che possederete la vostra anima.

[2] Questa città poi, non è soltanto la città e la ricompensa dei martiri, bensì qui sono rappresentati i martiri, gli apostoli con i loro settantadue discepoli e i cinquecento compagni, l'adunanza dei primogeniti, i principi e i re. Pietro, pietra della fede, e Paolo, lingua profumata, come è detto nel Vangelo: Colui che avrà insegnato e fatto sarà grande nel regno dei cieli".

Mentre parlavo con mio figlio mi vennero incontro tutti gli eserciti degli angeli e dei santi, la gioiosa adunanza dei martiri, e mi salutarono: "Salute a te, Maria, cenacolo della santità del Signore! Beati gli occhi nostri che ti hanno vista!".

[3] Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e qui vidi duecentodiecimila case splendenti, ognuna delle quali aveva la misura di un angelo. Domandai a mio figlio: "Di chi sono queste case e dimore?". Mi rispose: "Queste sono le dimore dei patriarchi e dei metropoliti, dei vescovi e dei presbiteri, dei diaconi, dei lettori e dei cantori". Gli domandai: "Entreranno tutti in esse?". Mi rispose: "Non entreranno tutti, ma pochi soltanto. Non hai forse udito ch'io dissi nel Vangelo: Nel regno dei cieli non entreranno tutti coloro che dicono: Signore, Signore, ma coloro che adempiranno la volontà del Padre mio che è nei cieli?

[17, 1] In quel giorno, infatti, molti mi diranno: Signore nel tuo nome abbiamo profetato, nel tuo nome abbiamo compiuto molti prodigi, nel tuo nome abbiamo scacciato demoni. Ma io risponderò: Non vi conosco! Lungi da me, voi tutti operatori di iniquità. Non tutti i capi della Chiesa entreranno in questa casa".

[2] Domandai: "Chi sono coloro che entreranno?". Mi rispose: "In questa casa entreranno quelli che si purificarono dall'impurità, quelli che non conobbero la donna di un altro, quelli che non ebbero né superbia né insolenza, quelli che non covarono né la vendetta, né castighi, né invidia, chi in cuor suo non fomentò né la cupidità né la vendetta, né la malizia, quelli che non furono né superbi, né insolenti, né duri, né bevitori, né irosi, quelli che non venerarono gli idoli, quelli che non fecero al prossimo quanto aborrono per se stessi, quelli che non fecero giuramenti falsi, quelli che non desiderarono le cariche, né amarono le corone terrene né ambirono di essere lodati presso i re, quelli che seguitarono ad andare in chiesa di primo mattino, quelli che non toccarono la mia carne e il mio sangue se non in stato di purità, quelli che stimarono la Chiesa come un padre o come una madre, quelli che non profanarono il mio santo ministero: sono costoro che entreranno per queste porte.

[3] A proposito di coloro che non entreranno, ti dirò chi sono: quelli che si accostano a una donna d'altri, quelli che si sono suicidati, quelli che sono stati spergiuri, quelli che in cuor loro covarono la vendetta, chi fu superbo e insolente, trasgressore della legge e frivolo, impudico e impuro, quelli che hanno venerato gli idoli e disprezzato la casa del Signore: sono costoro che non entreranno per questa porta. Come dice Paolo: Chi è impudico e impuro, chi venerò gli idoli, non vedranno il riposo del Signore né entreranno in essa; ed anche nel Vangelo è detto: Entrate per la porta stretta, perché stretta e difficile è la via che conduce alla vita e pochi sono quelli che la imboccano; ampia invece e molto spaziosa è la porta che conduce alla

perdizione e alla morte, e molti sono quelli che la trovano e la imboccano; (il Vangelo) disse ancora: molti, infatti, sono i

chiamati, ma pochi gli eletti".

[18, 1] Nella Gerusalemme celeste. Ciò detto, mi prese e mi fece salire nella Gerusalemme celeste. Qui vidi un tempio, con tende splendenti, nel quale era appeso un velo di fuoco, e un uomo il cui viso era più splendente del sole. Aveva corde di cetra e di lira, e stava presso le porte di Gerusalemme: allorché egli suonava la cetra e la lira tremavano le fondamenta del paradiso. Quando entrammo nell'atrio del paradiso e di questa casa, egli mi venne incontro, abbracciò il mio collo, con la sua bocca baciò la mia bocca dicendo: "Benedetta tu, Maria, e benedetto il frutto del tuo seno! Beati i miei occhi che ti hanno visto!".

[2] Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha salutato?". E l'udii rispondermi: "Alleluia!", e tutti i santi gridarono insieme: "Alleluia!". Domandai al mio amato figlio: "Tutti terminano con la parola di David?". Mi rispose: "La lode del cielo e della terra non ha compimento con la parola di David". L'interrogai: "Che cosa significa alleluia?". Mi rispose spiegandomi il significato di questo termine.

[3] Gli domandai: "Se uno dice: alleluia, avrà un premio?". Mi rispose: "Chi lo griderà con superbia non avrà alcun premio; ma se lo griderà con purezza, e senza malizia, il suo canto sarà (in accordo) con l'esercito degli angeli". Gli domandai: "Se lo dirà un malato o afflitto, durante il sonno, peccherà?". Mi rispose: "Se un malato e un afflitto dirà, nel sonno: alleluia, non peccherà". Ecco la spiegazione di questo termine. Alleluia al Padre, alleluia al Figlio, alleluia allo Spirito santo, giacché una è la loro essenza per tutti i secoli. Amen.

[19, 1] Poi mi fece salire nella regione di quel fiume e mi introdusse nella città del Signore: mi fece vedere la città edificata come una rosa della quale non si scorgono i limiti estremi dei suoi confini né si conoscono le sue fondamenta; il suo chiarore superava sette volte quello del sole; in essa erano raccolte vesti d'oro e d'argento, monili e corone d'oro.

[2] Domandai a mio figlio: "Di chi è questa dimora?". Mi rispose: "E' di coloro che disprezzarono ed ebbero in abominio questo mondo transeunte, dei monaci che abbandonarono tutte le ricchezze e le voluttà. Nessuno conosce questa regione, e questa dimora; non vi entreranno né angeli, né arcangeli, né sacerdoti, ma potranno soltanto offrire incenso presso la porta. Non vi entrò nessuno all'infuori di me, del Padre e del Paraclito; ma tu entra e siediti là dentro; sia la tua città e ti servano quaranta angeli".

[3] Domandai a mio figlio: "In questa dimora entreranno tutti i monaci?". Mi rispose: "Non tutti entreranno, ma solo quelli che si purificarono dall'impurità, quelli che disprezzarono ed ebbero in abominio questo mondo transeunte, quelli che non amarono né le ricchezze, né gli onori, né il denaro, né tutte le cupidità di questo mondo, né i piaceri, né le voluttà, né gli allettamenti; colui che non fu iroso né bevone, colui che non ebbe né superbia né arroganza, colui che non fu calunniatore né bramoso di vendetta né dissoluto, colui che non tralasciò le ore della preghiera sia notturna che diurna. Come tu hai udito, il libro dice: Nulla di peggio, per il monaco, che l'omissione delle preghiere; ed ancora: Al monaco ricco che può dare, si deve preferire il monaco povero e senza denaro. Anche Paolo afferma: Il mondo per me è morto ed io sono morto al mondo; ed ancora: La nostra cittadinanza è nei cieli. Il monaco che avrà fatto quanto ti ho detto passerà per questa porta".

Castighi dei malvagi. Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che non entreranno da questa porta?". Mi rispose: "Ti indicherò coloro che non passeranno per essa:

[20, 1] i superbi, gli insolenti, i calunniatori, i mormoratori, quelli che ingiuriano, gli sregolati, i perversi, quelli che covano odio, i bugiardi, gli imbroglioni, i pigri, i dispregiatori, i seduttori, gli impudichi, gli impuri, gli spergiuri, i pastori odiati dalle proprie pecore a causa della loro impudicizia e le pecore che odiano i propri pastori a causa dell'amore per le loro donne, gli incantatori che uccidono con lingua iniqua, quelli che agiscono fraudolentemente, quelli che giurano, quelli che venerano gli idoli, quelli che adorano e prestano onori divini alle sculture e statue degli dèi, quelli che cavalcano cavalli e muli, quelli che ostentano le loro ricchezze ed affliggono i poveri, quelli che amano il sonno e i regali, [2] quelli che amano le ricchezze, le voluttà e le delizie del mondo, quelli che, dopo aver ricevuto il santo abito monastico, fornicarono con donne, quelli che vissero nell'ubriachezza, quelli che, per invidia, odiarono il loro prossimo, quelli che mangiarono senza moderazione, quelli che bevettero senza temperanza, quelli che non amarono il digiuno; i dormiglioni, i dispregiatori del digiuno e della preghiera; quelli che cercarono scuse per mangiare e bere dicendo: Oggi è festa! Tutti costoro non entreranno da questa porta".

Mio figlio mi rivolse la parola dicendo: "Vieni anche fino all'Occidente, e ti farò vedere dove siedono le anime dei peccatori e degli empi".

[3] Mi prese e mi condusse a Occidente, fino ai confini del cielo e della terra. Qui vidi una fiamma senza luce, attraversata da un fiume di fuoco. Interrogai mio figlio: "Qual è il significato di questo fiume e chi sono quelli che siedono sulle sue sponde?". Mi rispose: "Questo è il fiume di coloro che non sono né proprio freddi né proprio caldi". Qui vidi una folla di uomini, di donne e di giovani. Alcuni erano immersi fino alla bocca, alcuni fino al petto, alcuni fino al collo, alcuni fino alle labbra, altri fino alla testa.

[21, 1] Alla vista di costoro, domandai a mio figlio: "Chi sono questi uomini?". Mi rispose: "Quelli che sono immersi fino al petto e fino alle ginocchia, durante la preghiera erano negligenti e non come ti ho detto; a mezzogiorno e a mezzanotte tutti lodano il Signore, al mattino ringraziano il Signore per la notte trascorsa e per il giorno che era spuntato, ma tralasciano le preghiere dell'ora terza, sesta e nona: e questo è il loro tormento per i secoli.

[2] Quelli che sono immersi fino all'ombelico, fornicarono in chiesa con donne; gli immersi fino alla bocca, dissero parole oziose in chiesa; gli immersi fino al petto, dopo aver ricevuto l'Eucaristia parlarono senza aver prima preso qualcosa di fresco o un po' di pane o di acqua; gli immersi fino alle labbra, in chiesa parlarono con i vicini in ogni momento; gli immersi fino alla testa, in chiesa fecero cenno con gli occhi ai loro vicini".

[3] Vidi poi un grande abisso nel quale erano poste altre anime, le une sulle altre fino all'altezza di circa cinquanta cubiti Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che si trovano in questo supplizio?". Mi rispose: "Sono quelli che fornicarono con la moglie del loro padre, o con la loro figlia o con sue amiche o con la figlia dei loro amici; quelli che hanno fornicato con maschi come se fossero femmine; quelli che fornicarono con la moglie dei loro figli o con la moglie del figlio della loro sorella; quelli che fornicarono con una puerpera o con una donna nel periodo delle mestruazioni; quelli che fornicarono con una donna abietta o con una maomettana, o con una donna ebrea quelli che fornicarono con cavalli, muli, asini, cammelli o con della terra da essi plasmata; la moglie del sacerdote che fornicherà con un altro uomo, e i sacerdoti che fornicheranno con altre donne: tutti costoro discenderanno in questo abisso. E questo è il loro tormento in eterno".

[22, 1] Vidi poi un altro supplizio: un uomo vecchio portato da quattro perversi angeli delle tenebre. Costoro lo condussero da questo fiume di fuoco e lo posarono su di un sedile di fuoco e, mentre il fiume di fuoco lo inondava fino al petto, lo trafiggevano con frecce di fuoco trapassandolo con il fuoco.

[2] A questa vista mi misi a piangere amaramente con gemiti, e domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Il suo nome è papàs". Gli domandai: "Qual è il peccato di un uomo colpito da così terribile tormento?". Mi rispose: "Non camminò secondo la mia legge, non adempì i miei comandamenti, non trattò con purezza i miei santi misteri non offrì un sacrificio puro, passò i suoi giorni nell'impudicizia e nella profanazione, non accolse il pellegrino, non amò i poveri e i meschini, mangiò le primizie tutto solo, non sfamò l'affamato né dissetò l'assetato: e questo è il suo tormento in eterno".

[3] Nella regione di questo abisso vidi ancora un uomo portato dagli angeli delle tenebre: costui era caduto bocconi sicché gli usciva il sangue dal naso; lo gettarono nel fiume ove fu sommerso fino al petto e pur gridando: "Abbi misericordia di me", nessuno gli usava pietà. Interrogai mio figlio: "Che peccato ha commesso quell'uomo e come si chiama?". Mi rispose:

"Il suo nome è diacono, e ti dirò ora i suoi peccati. Non camminò secondo i miei comandamenti, servì nella mia Chiesa senza purezza, prese il mio sangue prezioso non in stato di purità, non visse con rispetto nel santuario, con il suo pane non sfamò gli affamati, non offrì la sua bevanda all'assetato, non avvolse nei panni e non seppellì né i poveri né quelli che muoiono nel deserto: e questo è il suo tormento in eterno".

Nella regione di questo fiume vidi un uomo grande e terribile che dagli angeli delle tenebre era preso e immerso fino al petto nel fiume di fuoco, con pietre infuocate percuotevano la sua faccia e con verghe fulminee lo bastonavano.

[23, 1] A questa vista gemetti e piansi accoratamente, e domandai a mio figlio: "Come si chiama?". Mi rispose: "Il suo nome è patriarca, e ti dirò ora i suoi peccati. Non stabilì rettamente la fede nella Trinità, non osservò tutto quanto gli avevo ordinato, non fu stabilito nell'ufficio patriarcale secondo la legge: e questo è il suo tormento in eterno".

[2] Nella regione dello stesso fiume, vidi poi un uomo condotto dal fiume di fuoco al quale facevano toccare il mare di fuoco ed intanto lo bastonavano dicendo: "Una volta spezzavi il pane ed ora perché hai fame? Una volta attingevi dal fiume ed ora perché hai sete? Squartavi le vittime, perché la loro carne non ti ha saziato?". Domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo e qual è il suo peccato?". Mio figlio rispose: "Il suo nome è sacerdote, e ti dirò ora i suoi peccati. Costui era sacerdote e non camminò né secondo la legge né secondo il dovere sacerdotale, non si purificò dall'impurità, passò i suoi giorni tra il riso, le lascivie e le leggerezze: e questo è il suo tormento in eterno".

[3] E di nuovo vidi un uomo scortato da quattro angeli delle tenebre, mentre gli percuotevano la faccia con fulminee verghe di fuoco; gli chinavano la faccia e l'immergevano nel fiume che lo divorava fino al petto; con la spada di fuoco gli tagliarono la lingua e con affilati coltelli le sue labbra; e pur dicendo egli: "Abbiate pietà di me", nessuno gli usava misericordia. A questa vista gemetti e piansi accoratamente e domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Il suo nome è diacono, ed ora ti dirò il suo peccato. Non camminò secondo tutta la legge dei canoni che gli avevo imposto; non cantò con purezza durante il mio sacrificio; restò nella pigrizia, nel riso e nell'impurità; nella Chiesa fu dissoluto, insolente, superbo: e questo è il suo tormento in eterno".

[24, 1] Vidi pure innumerevoli uomini dispersi come polvere in mezzo al fuoco e sospesi a colonne di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Sono coloro che adorano sculture e idoli, il sole e la luna e le stelle. Questo è il loro tormento in eterno". Nel fiume di fuoco vidi altri uomini divorati da vermi di fuoco, e domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Sono coloro che ammassarono oro, tutti i ricchi che oppressero i poveri e posero la loro fiducia nelle loro ricchezze, come disse Paolo: Quelli che vogliono arricchire cadono in un grande peccato. Questo è il loro tormento in eterno".

[2] Vidi poi delle giovani vestite di tenebre, legate al collo da catene di fuoco che le tiravano al fiume di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono quelle?". Mi rispose: "Prima che i loro padri e madri le unissero legalmente in matrimonio, esse se ne erano andate nel deserto e per le vie, e avevano perso la verginità. Questo è il loro tormento in eterno".

[3] Vidi ancora altri uomini sospesi nel fuoco: le loro mani erano legate con catene di fuoco, i loro piedi con lacci di fuoco e il loro collo con funi di fuoco. Erano stati posti nelle tenebre ove era pianto e stridore di denti. Domandai a mio figlio:

Chi sono questi uomini?". Mi rispose: "Questi sono i re, i duci e i prìncipi della terra: spogliarono orfani e vedove, in questo mondo transeunte si manifestarono superbi ed esaltati, si gloriarono di ciò che loro non giova a nulla come disse il libro della Sapienza: Ogni condizione del mondo è vanità. Questo è il tormento dei magnati della terra".

Vidi pure altri uomini sospesi in mezzo alle fiamme: serpenti di fuoco li tormentavano e li divoravano, cani di fuoco li mordevano, leoni di fuoco spezzavano le loro ginocchia e leopardi laceravano le loro gole. A questa vista piansi amaramente e domandai a mio figlio: "Chi sono quelli?".

[25, 1] Mi rispose: "Quelle sono monache uscite contro le norme dei canoni; dopo avere indossato la santa veste monastica, guastarono la loro verginità: mentirono a colui che è veritiero, e disprezzarono colui che non è odioso. Spesso dopo avere concepito dei figli, li uccisero nel loro seno, sparsero a terra il loro sangue, o li uccisero dopo averli partoriti o i loro padri di propria mano diedero il veleno alle madri. Davanti al trono del Padre mio questi fanciulli gridano: Signore, non ci hanno permesso di diventare grandi per fare il bene o il male, una parte di noi fu data ai cani, l'altra fu gettata ai porci.

[2] All'udire queste parole io, il Padre mio e il Paraclito ne fummo rattristati e ordinammo a Temliaco che fosse data loro una bella dimora. Ma per i loro padri e le loro madri questo è il tormento in eterno".

Domandai a mio figlio: "Se faranno penitenza non avrai misericordia di loro?". Mi rispose: "Certo, ti assicuro che se con animo fiducioso faranno penitenza, li perdonerò; ma se fanno penitenza per paura, non li perdonerò né allevierò il loro tormento. I loro pastori, siccome non li hanno castigati, saranno severamente puniti e la loro parte sarà con Eli e Fola.

[3] Eli non castigò suo figlio, Fola vendette le sue figlie per un bue; quei pastori, infatti, vendettero i loro figli per un po' di cibo e per una bevanda passeggera, e così sono diventati come Esaù che, per il cibo, vendette il suo diritto di primogenitura; come disse Paolo: Non servono Cristo, ma il proprio ventre".

Vidi poi alcuni sospesi a colonne di fuoco, avvolti e scossi dalle fiamme; davanti ai loro occhi c'erano molti frutti soavi ed acqua pura, ma quando bramavano mangiare i frutti dell'albero e bere l'acqua, non riuscivano a prendere nulla, e nella loro bocca non entrava niente. A questa vista restai molto melanconica e triste e domandai a mio figlio: "Chi sono questi uomini?".

[26, 1] Mi rispose: "Sono quelli che violarono e respinsero il digiuno, quelli che non esitarono davanti alla violazione del digiuno sia nella feria quarta sia nella feria sesta sia durante il digiuno della quaresima. Questo è il loro tormento in eterno". Domandai a mio figlio: "Se faranno penitenza, non avrai forse misericordia di loro?". Mio figlio rispose: "Se per un giorno faranno penitenza, otterranno il perdono dei peccati".

[2] Poi vidi uomini con le mani tagliate, circondate da fiamme di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Sono quelli che scrissero lettere magiche e ne ricavarono un utile. Questo è il loro tormento eterno".

Vidi ancora uomini avvolti dalle fiamme e trattenuti da freni di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono questi uomini?". Mi rispose: "Sono quelli che bestemmiarono il loro prossimo e disprezzarono i loro fratelli. Avendo il diavolo bestemmiato Adamo cadde dal suo trono e la sua gloria fu rovesciata: così sarà di colui che bestemmierà il suo prossimo".

[3] Vidi poi una fossa piena di zolfo e pece: non era illuminata, ma piena di tenebre; vidi che c'erano persone dalle mani e dai piedi amputati. Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Quelli sono maomettani che non credono ch'io sia nato da te, non credono nel Battesimo, né nella mia morte, nella mia risurrezione e ascensione, né credono che il Padre è con il Figlio e lo Spirito santo. Questo è il loro tormento in eterno".

Vidi pure un uomo che da quattro angeli delle tenebre era crocifisso con i piedi in alto e le mani in basso. I suoi piedi erano legati con lacci di fuoco e la sua faccia era rasa con lance di fuoco; quando sciolsero i lacci egli cadde in mare.

[27, 1] Domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Si chiama sacerdote; e ti dirò ora il suo peccato. Nella domenica non offrì incenso e oblazioni, fu dissoluto e superbo".

Gli domandai: "Figlio mio, quante volte vuoi che ti sia offerto il sacrificio?". Mi rispose: "La domenica mattina e il sabato verso l'ora terza del giorno. Hai udito ciò che ho detto nel Vangelo: Non sono venuto per sciogliere la legge o i profeti, ma a portarli a compimento. Non ho abrogato il sabato a eccezione di una sola volta, gli altri sabati li ho onorati e li equiparai alla domenica".

[2] Vidi che si stava trafiggendo un uomo con frecce di fuoco, e domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Si chiama diacono, e ti dirò ora il suo peccato. La domenica non offrì il sacrificio abbastanza presto. Questo è il suo tormento in eterno".

Nella regione del fiume, vidi pure una fossa di fuoco ove erano immersi fino al collo uomini e donne. Su tutte le loro membra erano serpenti e vipere di fuoco, e nove angeli delle tenebre li punzecchiavano con dardi infuocati. A questa vista piansi amaramente, innalzai molti gemiti, e poi domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Quelli sono i monaci che sulla mia via non hanno seguito le mie impronte e passarono i loro giorni nella lascivia. Questo è il loro tormento in eterno".

[3] Vidi pure la grande Geenna segnata con sette sigilli. Mio figlio allora gridò: "Aprite portieri della Geenna, affinché mia madre Maria possa vedere!". Quando le porte si aprirono e vidi, ebbi timore e tremai:

[28, 1] domandai a mio figlio: "Come si chiama questo fiume?". Mi rispose: "Si chiama Geenna". Interrogai: "Chi sono coloro che vi si trovano dentro?". Rispose: "In esso sono coloro che negarono ch'io sia Figlio di Dio. Questo è il loro tormento in eterno".

Appena questi dannati mi videro, gridarono dicendo: "Tu benedetta, o Maria! Benedetto il frutto del tuo seno e beati i nostri occhi che ti videro". Mi rivolsi allora a mio figlio e gli dissi: "Per amor mio, diletto figlio, abbi pietà!". Mio figlio mi rispose: "Per te, sarò misericordioso dal vespero della feria sesta fino al mattino della feria seconda". Udito ciò, ringraziai mio figlio e anche i dannati gli elevarono lodi.

[2] Giovanni, impara e approfondisci tutte queste cose che ti ho raccontato Non lasciare questo libro in un luogo impuro.

Ove sarà questo libro, non si avvicinino donne in procinto di partorire o che hanno le mestruazioni, non si avvicini una donna fornicatrice o un uomo fornicatore; ove sarà questo libro, non sieda un uomo di cattivi costumi. Che vantaggio ha una fornicatrice di avvicinarsi alla Chiesa, che vantaggio ha un fornicatore?

[3] Ascolta, Giovanni, quanto ti dico. Ordina che compiano la commemorazione quattro volte: il giorno ventuno del mese di ter, il giorno ventuno del mese di sane, il giorno sedici del mese di mahasse, il giorno sedici del mese di jakatit, quando mi fu affidato questo testamento. Se è possibile, la commemorazione sia fatta il giorno ventuno di ogni mese.

[4] Soccorrerò tutti coloro che avranno compiuto la mia commemorazione, allorché si troveranno in giorni tristi. Di colui poi che avrà fatto scrivere od avrà scritto questa visione, di colui che la leggerà con fede o l'ascolterà con riverenza io scriverò il nome nel libro della vita per tutti i secoli dei secoli. Amen".

E' terminata la scrittura della visione della signora nostra Maria, che le fu rivelata da suo figlio.

A colui che ha scritto questa visione e a colui che ha ordinato che fosse scritta, a colui che l'avrà recitata e spiegata, a colui che ne avrà ascoltata la lettura, a tutti costoro il Signore usi misericordia nel regno dei cieli, per il suo corpo e per il suo sangue, nei secoli dei secoli. Amen.