con note descrittive
tratto dall'ottimo lavoro on-line del fraterno amico "Tibetano"
Incipit. Queste sono le parole
segrete che Gesù il Vivente¹ ha detto e
Didimo Giuda Tommaso² ha
trascritto.
1) Cfr. Ap. I 18. Più
avanti Tommaso spiegherà la ragione di tale appellativo: Gesù è contrapposto
all'uomo terreno, il cui spirito è "sepolto" nella materia.
Nel papiro
frammentario di Ossirinco 654, si legge: «Queste sono le parole pronunciate da
Gesù il Vivente... e a Tommaso. Disse loro: "Chiunque ascolterà queste parole,
la morte non gusterà". Il termine «segreto» è evidentemente da intendere non
riferito alle singole parole o frasi, dato che in esse non c'è nulla di segreto,
ma all'interpretazione esoterica che va data loro.
2) L'apostolo che qui
si presenta come autore dell'apocrifo è chiamato soltanto "Tommaso" in Mc. III
18; Mt. X 3; Lc. VI 15; Jo. XIV 5; Atti I 13. Ma assolutamente nulla vieta di
pensare che il vero nome fosse «Giuda», come è sempre indicato anche da Efrem,
da Taziano e dalla Didaché, in quanto «Tommaso» è un soprannome (in
aramaico Töma significa: gemello). Solo Giovanni in tre passi del suo Vangelo
(Jo. XI 16; XX 24; XXI 2) dà il terzo nome:«Tommaso detto Didimo»; ma è una
tautologia, perché anche Didimo significa "gemello".
1.) Egli disse: - Chiunque trova la
spiegazione di queste parole non gusterà la morte¹.
1) Jo. VIII 51 e anche
Jo. III 15-16; V 24; VI 40, 47; Mc. IX 1; Mt. XVI 28; Lc. IX 27.
2.) Gesù disse: - Colui che cerca non
cessi dal cercare, finché non trova¹ e quando
troverà sarà commosso, e quando sarà stato commosso contemplerà e regnerà sul
Tutto².
1) Cfr. Mt. VII 8 e
Lc. XI 9 e 10. A differenza di Matteo e Luca quello di Tommaso è un chiaro
invito alla gnosi. Anche nella Pistis Sophia 100 è detto:«Non cessate di cercare
e non fermatevi finché non abbiate trovato i misteri purificatori che vi
sublimeranno».
2) L'itinerario
gnostico avviene secondo le seguenti tappe: conoscenza del bene, sua
accettazione, contemplazione, elevazione mistica, immedesimazione con Dio e di
conseguenza dominio dell'universo cosmico.
3.) Gesù disse: - Se coloro che vi guidano
vi dicono: «Ecco! Il Regno è nel cielo», allora gli uccelli del cielo vi saranno
prima di voi. Se essi vi dicono: «Il Regno è nel mare», allora i pesci vi
saranno prima di voi¹. Ma il Regno
è dentro di voi ed è fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, sarete
conosciuti e saprete che siete figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete
voi stessi, allora sarete nella privazione e sarete voi stessi
privazione².
1) Cfr. Lc. XVII
20-24; e anche Mc. XIII 5, 21-23; Mt. XXIV 26-28. L'aggiunta di Tommaso:«ed è
fuori di voi» allude al fatto che, una volta effettuata la scoperta nella
propria interiorità, occorrerà estraniarsi dalla materia, uscire dal proprio
«io» terrestre per congiungersi e unificarsi con Dio.
Questo loghion
sottolinea fortemente l'interiorità, l'attualità e spiritualità del Regno.
Notare l'insistenza sulla conoscenza di sé che è uno dei temi centrali del
Vangelo. Scintille del Padre, soltanto prendendo coscienza del proprio «io»,
vivono con il Padre che vive; in caso contrario sono povertà. In un contesto
identico del Papiro di Ossirinco, 654, «chiunque conosce se stesso troverà il
Regno... Conoscerete voi stessi e vedrete che siete figli del Padre». Un maestro
gnostico non aveva dubbi a riguardo e avvertiva i discepoli: «Lascia la ricerca
di Dio, la creazione e altre questioni consimili. Cercalo partendo da te
stesso... Conosci le fonti del dolore, della gioia, dell'amore, dell'odio... Se
esamini attentamente tali questioni troverai Dio in te stesso» (Ippolito,
Refut., VIII, 15, 1-2).
2) Lo Pseudo Ippolito,
Philosophumena V 6 ci spiega che, secondo la dottrina dei naasseni (una
delle più antiche sette gnostiche), «la conoscenza dell'uomo è l'inizio della
perfezione», l'ignoranza di se stessi è quindi imperfezione e tenebre. Per
l'espressione «Figli del Padre Vivente» cfr. Rom. IX 26b e per la parte
finale del paragrafo cfr. 1.Cor. VIII 2-3; XIII 12.
4.) Gesù disse: - L'uomo vecchio, nei suoi
giorni, non esiti a interrogare il fanciullo di sette
giorni¹ sul Luogo della Vita² ed egli vivrà. Poiché molti che sono i primi saranno gli ultimi
e diventeranno uno solo³.
1) Ricorda solo in
apparenza Mc. IX 37; Mt. XVIII 3-4; Lc. IX 48, e Mt. XI 25 e Lc. X 21, che sono
lodi dell'innocenza e semplicità dei fanciulli. Qui l'affermazione poggia su di
una precisa teoria antropologica che i Philosophumena V 7 citano con
una frase attribuita ad Ippocrate: «Il fanciullo di sette anni è la metà di suo
padre», ossia: a sette anni il fanciullo ha raggiunto la pienezza dell'uso della
ragione come un adulto-, dai sette ai quattordici acquisterà l'altra metà delle
doti necessarie a completare il ciclo evolutivo, ma saranno solo più
caratteristiche fisiche, legate alla carne, alla materia. A sette anni è quindi
nelle condizioni migliori per una vita spirituale, non
contaminata.
2) Il «Luogo della
Vita» o semplicemente il «Luogo» (in ebraico maqom), come la «Luce»
sono termini correnti nello gnosticismo («Luce» anche in Giovanni) per indicare
la divinità e la sua sede. La terminologia è già nel Timeo di
Platone.
3) La prima parte della sentenza è sostanzialmente uguale in
Mc. X 31; Mt. 19 30; XX 16; Lc. XIII 39 e simile in Mc. IX 35 e Lc. IX 48. Per
la seconda, cfr. Jo. XVIII II, 21, 23-24.
Gesù è l'insieme delle scintille di
luce che sono appunto gli gnostici. Il vecchio che non esita a interrogare il
fanciullo è l'uomo di fronte alla vita, che egli rischia di non raggiungere se
non diverrà uno solo con essa ritrovando così l'unità primordiale.
5.) Gesù disse: - Conosci ciò che ti sta
davanti, e ciò che ti è nascosto ti verrà rivelato; poiché non vi è nulla di
nascosto che non venga un giorno rivelato¹.
1) Cfr. Mc IV 22; Mt.
X 26; Lc. VIII 17; XII 2.
Clemente Alessandrino insegnava che il primo grado
della conoscenza è ammirare le cose che abbiamo davanti Stromata 2, 45
e nelle Kephalaia manichee leggiamo: «Il Salvatore ha detto ai suoi discepoli:
"Conoscete quanto si trova davanta alla vostra faccia e vi sarà rivelato ciò che
vi è nascosto"» Anche Pap. Oss., 654, riprende il testo nei seguenti
termini: «Gesù dice: "Tutto ciò che non è davanti ai tuoi occhi e quanto ti è
occulto ti sarà rivelato. Non c'è, infatti, cosa celata che non divenga
manifesta, né cosa sepolta che non venga risuscitata"».
6.) I suoi discepoli lo interrogarono e
gli dissero: - Vuoi tu che noi digiuniamo? E come dobbiamo pregare e fare
l'elemosina? E quale dieta dobbiamo seguire?¹ - Gesù
rispose: - Non dite menzogne²; non fate
ciò che voi stessi odiate³. Perché
tutte queste cose sono manifeste davanti al Cielo4. Infatti non vi è nulla di nascosto che non venga un giorno
rivelato e nulla di coperto che rimanga senza diventare
scoperto5.
1) Anche in Mt. VI
1-18 (Lc. XI 1) i discepoli chiedono a Gesù istruzioni sulla preghiera,
l'elemosina e il digiuno.
2) Cfr. Eph. IV 25;
Col. III 9.
3) Cfr. Mt. VII 12; Lc VI 31.
4) (Cielo, Verità) «Il
Padre, che vede nel segreto» (Mt. VI 4, 6, 18).
5) Cfr. Rom. II 16;
1Cor. IV 5.
7.) Gesù disse: - Beato il leone che
l'uomo mangia, cosicché il leone diventi uomo, e sventurato l'uomo che il leone
mangia, cosicché l'uomo diventi leone¹.
1) Beato l'uomo ilico
(fisico, leone) se l'uomo spirituale lo domina e lo annulla; sventurato l'uomo
spirituale se si fa dominare dalla sua animalità.
8.) Ed egli disse: - L'uomo è simile ad un
saggio pescatore che ha gettato la rete in mare: egli l'ha tirata su dal mare
piena di piccoli pesci, in mezzo ai quali ha trovato un pesce grosso e
buonissimo, questo saggio pescatore: egli allora ha buttato tutti i pesci
piccoli dentro al mare, ha scelto il pesce grosso senza
esitazione¹.
Chi ha
orecchi per intendere intenda²!
1) Mt. XIII
47-50.
2) Mc. IV 9, 23; VII 16; Mt. XI 15; XIII 9, 43; Lc. VIII 8;
XIV 35; Ap. II 11, 17, 29; III 6, 13, 22; XIII 9.
9.) Gesù disse: - Ecco, il seminatore è
uscito: ha riempito la mano ed ha sparso i semi. Alcuni sono caduti sulla
strada, gli uccelli sono venuti e li hanno beccati. Altri sono caduti sulla
roccia, non hanno potuto mettere radici nella terra e non hanno prodotto spighe.
Altri ancora sono caduti tra le spine, che hanno soffocato il frumento, e i
vermi li hanno divorati. Altri ancora sono caduti sulla terra buona e questa
parte ha prodotto ottimo frutto: essa ha reso sessanta per uno e centoventi per
uno¹.
1) Mc. IV 3-8; Mt.
XIII 4-8; Lc. VIII 5-8.
10.) Gesù disse: - Ho gettato il fuoco sul
mondo ed ecco, veglio su di questo, finché esso arda¹.
1) Cfr. Lc XII
49.
11.) Gesù disse: - Questo cielo passerà e
passerà quello che vi sta sopra¹, e i morti
non vivranno e i vivi non moriranno².
1) Cfr. Mc. XIII 31;
Mt. XXIV 35 (V 18); Lc. XXI 33 (XVI 17); (1Cor. VII 31). Ma qui è aggiunto anche
«quello che vi sta sopra», cioé il secondo cielo, stando all'antica astronomia
che ne comprendeva sette, così disposti, con la terra al centro: 1) Cielo delle acque
superiori (piogge) e delle stelle; 2) Cielo degli angeli ribelli (cacciati
dal quinto); 3) Paradiso e Sheol, sede delle anime in attesa di giudizio; 4) Cielo del Sole e della
Luna; 5)
Cielo degli angeli vigilanti; 6) Cielo degli arcangeli, cherubini, serafini, ecc.;
7) Dio, o
meglio «Luogo di Dio».
2) Cfr. Rom. VI 2-3;
VIII 2-7; 11, 13; Col. II 13.
12.) In questi giorni in cui voi vi
nutrite di cose morte, le rendete cose di vita: che farete quando sarete nella
Luce, nel giorno in cui, essendo uno, diverrete due? Quando diverrete due, cosa
farete¹?
1) I
Philosophumena IV 8, 31, dicendo che i naasseni consideravano «cose di
vita» la ragione e l'intelligenza, ci aprono uno spiraglio per intendere questo
passo: se la conoscenza di verità inferiori (cose morte) nutre la mente umana,
che non avverrà all'uomo perfetto che potrà nutrirsi di verità superiori? Per
una certa analogia, cfr. Jo. III 12: «Se non mi credete quando vi parlo di cose
terrene, come crederete se vi parlerò di cose celesti?» Per la seconda parte,
occorre tener presente ciò che sarà spiegato più avanti, al § 35, e quindi:
quando il solitario in cerca di Dio si unirà ad un altro solitario verrà
realizzato il primo grado dell'unita o Chiesa perfetta.
13.) I discepoli dissero a Gesù: -
Sappiamo che tu ci lascerai: chi è che sarà grande sopra di noi? - Gesù rispose
loro: - Dovunque andrete seguirete Giacomo il Giusto¹, colui a motivo del quale sono stati creati il cielo e la
terra.
1) Il passo ricorda le
discussioni tra gli apostoli, su chi di loro fosse da considerare il più grande,
di cui Mc. IX 34; Mt. XVIII 1; Lc. IX 46 e XXII 24, nonché il passo di Mt. XVI
17-19 relativo all'investitura di Pietro. La tradizione di un primato di
Giacomo, fratello del Signore Gesù, o almeno di una sua autorità pari a quella
di Pietro, è confermata dagli Atti, dalle Lettere Paoline, dal Vangelo degli
Ebrei, da Gerolamo (Comm. in Mich. VII 7), da Eusebio (Hist. Eccl. II 3), dai
Philosophumena V 7, e, naturalmente, dai testi gnostici.
14.) Gesù disse ai suoi discepoli: - Fate
un confronto con me e ditemi a chi sono simile-. Gli disse Simone Pietro: - Tu
sei simile ad un angelo giusto. Gli disse Matteo: - Tu sei simile a un filosofo
di grande saggezza. Gli disse Tommaso: - Maestro, la mia bocca non è
assolutamente in grado di dire a chi tu sei simile¹.
Gesù disse: - Io non sono più tuo maestro, perché tu sei
ebbro: ti sei inebriato alla copiosa sorgente che è emanata da
me². Poi lo prese in disparte e gli disse tre
parole³. Allora, quando Tommaso tornò dai suoi compagni,
essi gli domandarono: - Che cosa ti ha detto Gesù? - Rispose loro Tommaso: - Se
vi dico una sola delle parole che egli mi ha detto, voi prenderete delle pietre
e me le scaglierete, e un fuoco uscirà dalle pietre e vi
brucierà.
1) Cfr. Mc VIII 27-30;
Mt. XVI 13-16; Lc. IX 18-21, in cui però il riconoscimento della messianità di
Gesù è attribuito a Pietro.
2) Per il paragone con
la sorgente di vita, cfr. Jo. IV 10; VII 37-38; Ap. XXI 6.
3)
Inutile domandarsi quali fossero le tre parole: il carattere esoterico della
dottrina gelosamente custodita da Tommaso, non permette di penetrare il mistero.
Parecchie sette religiose si servivano, nelle loro iniziazioni, di parole
magiche. D'altronde al potere occulto di certe parole si credeva anche
nell'ebraismo (cfr. alcune guarigioni di Gesù riferite dai Vangeli) e la
credenza è largamente passata nella magia medievale.
15.) Gesù disse loro: - Se voi
digiunerete, commetterete colpa verso voi stessi; se pregherete, sarete posti
sotto giudizio; se farete l'elemosina, farete danno al vostro
spirito¹. Se andrete in qualche terra e vi aggirerete per
la contrada, se vi riceveranno, mangiate ciò che vi metteranno davanti, e coloro
che sono malati fra di loro, guariteli². Poiché, non
ciò che entra nella vostra bocca vi contaminerà, ma ciò che esce dalla vostra
bocca: questo vi contaminerà³.
1) Come al § 6 è qui
dichiarata l'inutilità del digiuno (che è un danno per il corpo), della
preghiera (richiesta di aiuto dall'esterno), dell'elemosina (accomodante
compromesso alla legge dell'uguaglianza). Cfr. Col. II 20-23.
2) In
contrapposto alle precedenti, qui sono presentate due pratiche di vera
caritas: la fratellanza nell'agàpe e la guarigione dei malati. Cfr. Lc
X 8-9 (Mc. VI 13; Mt. X 8) e, parzialmente, 1Cor. X 27.
3) Mc.
VII 15; Mt. XV 11.
16.) Gesù disse: - Quando vedete Colui che
non è nato da donna, prostratevi col viso a terra ed adoratelo: Egli è il vostro
Padre¹.
1) Non c'è solo in
questa definizione l'antitesi con l'espressione biblica «nato da donna», come
sinonimo di uomo soggetto al peccato originale, ma c'è il rifiuto degli gnostici
del tempo ad accettare l'incarnazione del Logos per opera di donna. Cfr. Jo. I
13, se si intende con Ireneo e Tertulliano xyzxyzxyz e cioè: «a quelli che
credono nel nome di lui, che non è nato da sangue, né da volontà di carne,
ecc.»come pare logico intendere dato il senso di tutto il contesto.
17.) Gesù disse: - Gli uomini certamente
credono che io sia venuto a portare la pace nel mondo, ed essi non sanno che io
sono venuto a portare sulla terra le discordie, il fuoco, la spada, la guerra.
Infatti saranno cinque in una casa e si schiereranno tre contro due e due contro
tre, padre contro figlio e figlio contro padre¹, e si leveranno come solitari².
1) Mt. X 34-36; Lc.
XII 49, 51-53.
2) L'espressione non
va intesa «si troveranno isolati gli uni dagli altri», in lotta e in odio tra di
loro, ma: il fermento che le parole di Gesù produrranno tra gli uomini li
stimolerà a discutere e meditare tra di loro e li porterà a cercare la
solitudine (a farsi solitari), condizione necessaria per intraprendere la via
della gnosi.
18.) Gesù disse: - Io vi dirò ciò che
occhio non ha mai veduto e ciò che orecchio non ha mai inteso, ciò che mano non
ha mai raggiunto e ciò che non è mai affiorato nel cuore
dell'uomo¹.
1) Cfr. Lc. X 24;
1Cor. II 9.
19.) I discepoli domandarono a Gesù: -
Dicci quale sarà la nostra fine¹-. Gesù
rispose: - Avete forse scoperto il principio, che mi interrogate intorno alla
fine? Infatti, dove è il principio, lì sarà la fine². Beato colui che raggiungerà il principio: egli conoscerà la
fine e non gusterà la morte³.
1) Mc. XIII 4; Mt.
XXIV 3; Lc. XXI 7.
2) Cfr. Jo. I 1 e
specialmente Ap. I 8; XXI 6; XXII 13.
3) Quando sarà
ricongiunto a Dio il «perfetto» avrà vita eterna.
20.) Gesù disse: - Beato colui che era,
prima di venire al mondo¹!
1) Come apparirà
chiaro da paragrafi successivi (27 e 90) questo logion richiama la dottrina
platonica che è alla base dello gnosticismo: la creazione è copia di
«idee» o «immagini» (Tommaso nei § 27, 55 e 90 userà appunto il vocabolo greco
xyzxyz) che hanno la loro vera esistenza nella Mente di Dio. Il concetto
platonico di mimesi e metessi, con cui queste «idee» del mondo
iperuranio si materializzano, è tradotto dagli gnostici nel concetto di
emanazione: da Dio discende per emanazione di «entità» (eoni) il cosmo
astrale, da questi discendono gli eoni del mondo sensibile.
21.) Se diventate miei discepoli e
ascoltate le mie parole, anche queste pietre saranno al vostro
servizio¹.
1) Anche in Jo. XIII
35 e XV 9 vi è la sollecitazione di Gesù ai discepoli di dare ascolto ai suoi
insegnamenti. Quanto all'accenno alle pietre quali strumento di fatti
eccezionali, cfr. Mt. III 9; IV 3; e paralleli Lc. III 8 e IV 3.
22.) Poiché avete in Paradiso cinque
alberi che non mutano né estate né inverno, e le loro foglie non cadono
mai¹. Chi li conoscerà non gusterà la
morte.
1) Divagazioni sul
Paradiso come luogo di delizie naturali, con alberi sempre carichi di frutti,
sono frequenti non soltanto nella letteratura apocrifa, e rappresentano una
ingenua aspirazione al benessere delle masse sofferenti la miseria in questa
vita. Gli «alberi» hanno valore simbolico, derivato da Gen. II 9 e specialmente
da Ap. II 7 e XXII 2. Nella speculazione gnostica i «cinque alberi della Vita»
rappresentano le cinque entità superiori primigenie, che in Paradiso hanno le
loro radici e di lì ramificano e fruttificano: Spirito, Pensiero, Riflessione,
Intelletto e Ragione. Si veda anche il Vangelo dell'infanzia dello
Pseudo-Matteo, capp. XX e XXI, in cui si racconta come e perché Gesù abbia
assegnato al Paradiso l'albero della palma, quale simbolo di
vittoria.
23.) I discepoli domandarono a Gesù: -
Dicci a che cosa è simile il Regno dei Cieli. Egli rispose: - Esso è simile a un
granello di senapa. Questo è il più piccolo di tutti, ma quando cade sulla terra
arata produce un alto tronco e diviene riparo per gli uccelli del
cielo¹.
1) Cfr. Mc. IV 30-32;
Mt. XIII 31-32; Lc. XIII 18-19.
24.) Maria domandò a Gesù: - A chi sono
simili i tuoi discepoli? - Egli rispose: - Sono simili a fanciulli i quali si
sono introdotti in un campo che non è il loro. Quando verranno i proprietari del
campo, diranno loro: «Lasciateci il nostro campo!» Ed essi alla loro presenza si
spogliano dei loro vestiti, per lasciar loro e restituire il
campo¹.
1) Il campo che non
appartiene ai discepoli di Gesù, ormai sulla via della «perfezione», è questo
mondo, il mondo della materia, che essi dovranno lasciare, spogli di ogni
impurità. Anche in 2Cor. V 3 Paolo usa l'immagine dei corpi che si spogliano per
lasciare «la tenda in cui abitiamo su questa terra».
25.) In verità vi dico: se il padrone di
casa sa che un ladro viene, starà in guardia prima che venga e non gli
permetterà di introdursi nella casa di suo possesso e di portar via le
masserizie. Voi dunque siate vigilanti di fronte al mondo e cingetevi i fianchi
di grande potenza, affinché i briganti non trovino il modo di giungere a voi,
perché essi troverebbero il punto debole che voi
proteggete!¹
1) Con significato
escatologico (che qui manca, perché si allude alla vittoria dello «spirituale»
sulle tentazioni della materia), la parabola si trova anche in Mc. III 27 e,
sdoppiata, in Mt. XXIV 43-44; XII 29; Lc. XII 39-40; XI 21-22. Si veda inoltre
l'identica esortazione; «Cingetevi i fianchi!», in Lc. XII 35 (Eph. VI 14) e
l'invito ad essere vigilanti ripetuto in Mt. XXV 13. L'immagine dell'evento
finale che giunge improvviso «come un ladro» è pure in Tess. V 2; Ap. III 3; XVI
15a.
26.) Ci sia in mezzo a voi un uomo
avveduto: appena il frutto è maturato, egli è uscito in fretta, con la falce
alla mano, per raccoglierlo¹. Chi ha
orecchi per intendere intenda!²
1) È il versetto
finale della parabola di Mc. IV 26-29, che ha lo stesso significato di questo
paragrafo; quasi un corollario alla parabola del seminatore, perché indica il
momento in cui si raccolgono i frutti. Non si nota relazione (sia Craveri che
Doresse) con gli angeli mietitori, in funzione punitiva, di Mt. XIII 37-43 e Mt.
III 12; Lc. XIII 16-17; Jo. IV 36-38; Ap. XIV 15.
2) Cfr. sopra la nota
2 al § 8.
27.) Gesù vide dei bambini che stavano
poppando. Egli disse ai suoi discepoli: - Questi bambini che stanno poppando
sono simili a coloro che entrano nel Regno. Essi allora gli domandarono: - Se
saremo piccoli, entreremo nel Regno?¹ Gesù rispose
loro: - Quando farete in modo che due siano uno, e farete si che l'interno sia
come l'esterno e l'esterno come l'interno, e l'alto come il basso, e quando
farete del maschio e della femmina una cosa sola, cosicché il maschio non sia
più maschio e la femmina non sia più femmina², e quando
metterete un occhio al posto di un occhio e una mano al posto di una mano e un
piede al posto di un piede, un immagine al posto di un immagine, allora
entrerete³.
1) Mc. X 13-15; Mt.
XIX 13-15; Lc. XVIII 13-17 e Mc. IX 35-37; Mt. XVIII 1-4; Lc. IX 46-48. Per il
diverso concetto dei «bambini» confronta sopra la nota 1 al § 4.
2) Per
capire questa prima parte del logion, che sviluppa il concetto di «perfezione»
come unità degli opposti, occorre tener presente la dottrina gnostica
emanazionistica. Dio, punto di origine e vertice di tutte le cose, si esprime
attraverso «manifestazioni» (ipostasi) che sono formate a coppie
(sizigie), ciascuna di un elemento maschile e di un elemento femminile,
padre e madre della sizigia seguente. Dalle prime quattro coppie, spirituali,
discendono, sempre a coppie, gli Eoni inferiori (decade e dodecade)
fino a Psyche-Hule (Anima e Materia) che compongono l'Uomo terrestre. Ogni
essere è quindi composto di elementi contrari, a coppie (alto e basso, esterno e
interno, maschile e femminile) e la sua perfezione sarà solo nell'annullamento,
o meglio nella fusione, di essi. Nell'affermazione «che il maschio non sia più
maschio e la femmina non sia più femmina» è da riconoscere il concetto sublime
del superamento dei problemi sessuali, lo stesso concetto che è espresso nel
«neque nubent neque nubentur» di Mc. XII 25; Mt. XXII 30; Lc. XX 35. Nessun
riferimento, invece, a Mc. X 6-8; Mt. XIX 5-6; ed Eph. V 31: «l'uomo... si unirà
a sua moglie e i due diverranno una stessa carne» e nemmeno a Gal. III 28: «non
c'è... né schiavo libero, né maschio né femmina, ecc.», che allude alla parità
di tutti i fedeli di fronte a Dio.
3) È
l'esemplificazione del riassorbimento della realtà fenomenica in Dio, secondo la
dottrina platonica (cfr. sopra nota 2 del § 2 e nota 1 del § 3): quando al posto
di ogni occhio, mano, piede corporeo vi sarà un occhio, una mano e un piede,
pure «immagine» ideale, si sarà tornati nell'iperuranio, congiunti con la
divinità, nella cui mente tutte queste apparenze hanno la loro vera realtà. Più
grossolanamente 1Cor. XV 38, 40, 44 parla di corpo «spirituale» e «corpo
terrestre», accettando la creazione in senso biblico.
28.) Gesù disse: - Io vi sceglierò uno fra
mille e due fra diecimila, e si leveranno come una cosa
sola¹.
1) Cfr. Mt. XXII 14;
Jo. XV 16.
29.) I suoi discepoli dissero: - Mostraci
il Luogo dove tu sei, poiché ci è necessario trovarlo¹. Egli rispose loro: - Chi ha orecchi,
intenda²: se la luce esiste in un essere luminoso, allora
esso illumina l'universo intero; ma esso non brilla, vi sono le
tenebre³.
1) Cfr. Jo. XIV 4-6,
dove è proprio Tommaso l'incredulo a dialogare con Gesù intorno al «Luogo» e
alla «Via» per giungervi.
2) Cfr. sopra la nota
2 al § 8.
3) Perfettamente intonata alla domanda che gli è stata posta
(«Mostraci il Luogo dove tu sei») questa risposta di Gesù, se si tien conto
dell'identità di significato tra «Luogo» e «Luce» per indicare la divinità nella
sua collocazione e nella sua entità luminosa (cfr. sotto § 55). Gesù, emanazione
di Dio-Luce, è egli stesso «l'Essere luminoso» (cfr Jo. VIII 12 e XII 46), è
un'epifania (Hebr. I 3): ma se la luce da lui irradiante non illumina i
discepoli, rimangono le tenebre (cfr. Ap. XXII 5; Eph. V 13; 2Cor. IV 6 e Jo.
III 19). Un'analogia tra le espressioni del paragrafo di Tommaso e Lc. XI 33-36
(Mt. VI 22-23) ci permette di interpretare opportunamente la parabola della
«lucerna e dell'occhio» (e non come di solito viene intesa, quale invito alla
purezza), tanto più se la confrontiamo con Jo. V 35 dove si paragona Giovanni
Battista alla «lampada che arde e illumina».
30.) Gesù disse: - Ama tuo fratello come
la tua anima e vigila su di lui come sulla pupilla del tuo
occhio¹.
1) Cfr. Mc. XII 31;
Mt. XIX 19b; XXII 39; Lc. X 27b. Per la seconda parte del logion vedi Deut.
XXXII 10 e Prov. VII 2.
31.) Gesù disse: - Tu vedi la pagliuzza
che è nell'occhio di tuo fratello, ma non vedi la trave che è nel tuo. Quando
avrai levato la trave dal tuo occhio, allora potrai levare la pagliuzza
dall'occhio di tuo fratello¹.
1) Mc. VII 3-5 e Lc.
VI 41-42.
32.) - Se non farete astinenza del mondo
non troverete il Regno. Se non farete Sabato il Sabato, non vedrete il
Padre¹.
1) Nella prima parte
vi è la sollecitazione a rinunciare al mondo e ad aspirare al Regno come in Mt.
VI 25, 33 e Lc. XII 22, 31; nella seconda parte l'invito a rispettare il giorno
del Signore.
33.) Gesù disse: - Ho preso posto al
centro dell'universo e nella carne mi sono manifestato a
costoro¹. Ma li ho trovati tutti ubriachi: non ho trovato
in mezzo a loro nemmeno uno che avesse sete. E l'anima mia si è addolorata per i
figli dell'uomo, perché essi sono ciechi nel cuore, e poiché sono venuti al
mondo nudi, essi cercano di uscire di nuovo nudi dal mondo. Ma ora essi sono
ubriachi. Quando avranno smaltito il vino, allora si
pentiranno².
1) 1Tim III 16.
L'espressione «al centro dell'universo» indica la posizione astrale dell'eone
Gesù che, nel simbolo grafico T, è il punto d'incontro tra la linea orizzontale
(il «Luogo di Dio») e la verticale (le emanazioni), o nella croce X è al centro
tra il mondo superiore e il nostro.
2) Cfr. soprattutto
Lc. XXI 34.
34.) Gesù disse: - Se la carne è venuta
nell'esistenza per opera dello spirito, è un miracolo; ma se lo spirito per
opera della carne, questo è un miracolo di un miracolo¹. E io mi meraviglio di come una così grande ricchezza abbia
preso dimora in tale povertà².
1) Cfr. Jo. III 5-8,
in cui però il significato gnostico è meno accentuato. Tommaso vuol dire che è
miracolosa la manifestazione sotto aspetto di uomo terrestre di un eone
spirituale (Gesù), addirittura superiore al miracoloso, e quindi incredibile,
che la materia generi lo spirito.
2) Sia Craveri che
Doresse sono abbastanza concordi nel ritenere questa frase un commento del
compilatore: «È meraviglioso che una così grande ricchezza (lo spirito) abbia
preso dimora in tanta povertà (la materia)!»
35.) Gesù disse: - Dove ci sono tre dei,
essi sono dei; dove sono due o uno, io sono con lui¹.
1) La seconda parte
ricorda Mt. XVIII 20, ma la prima parte conferisce a tutta la sentenza un
significato assai più complesso. Ci aiutano a capirla vari passi di Salmi
Manichei e un commento di Efrem Siro in Concord. evang. XIV 24. «Uno
solo» è un solitario, che si estranea dal mondo per cercare il Regno e Cristo è
con lui; «due», se stanno insieme in concordia, rappresentano l'ultimo passo
verso la perfezione dell'«unità» (cfr. § 12) e ciò dà loro la forza di spostare
montagne (cfr. §§. 53 e 113); «tre», uniti insieme, realizzano la Chiesa
perfetta: essi hanno ormai raggiunto la divinità degli eoni superiori, sono dèi
essi stessi. Cfr. Ps. LXXXII 6.
36.) Gesù disse: - Nessun profeta è ben
accolto nel suo paese, e un medico non opera guarigioni tra coloro che lo
conoscono¹.
1) Mc. VI 4; Mt. XIII
57; Jo. IV 44, e soprattutto Lc. IV 23-24.
37.) Gesù disse: - Una città costruita su
di un'alta montagna e fortificata non può cadere né essere
nascosta¹.
1) Cfr. Mt. V
14b.
38.) Gesù disse: - Ciò che tu udirai col
tuo orecchio e con l'altro orecchio, proclamalo dai tetti!¹ Infatti nessuno accende una lampada per metterla sotto un moggio
o in un luogo nascosto, ma la mette in un candelabro, in modo che tutti quelli
che entrano ed escono possano vedere la luce².
1) Cfr. Mt. X 27 e Lc.
XII 3.
2) Mc. IV 21; Mt. V 15; Lc VIII 16 e XI 33.
39.) Gesù disse: - Se un cieco conduce un
altro cieco cadono ambedue in un fosso¹.
1) Cfr. Mt. XV 14 e
Lc. VI 39.
40.) Gesù disse: - Non è possibile che
qualcuno entri nella casa del forte e che gli faccia violenza, a meno che gli
leghi le mani. Allora svaligerà la casa¹.
1) Cfr. Mc. III 27;
Mt. XII 29 (Lc. XI 21-22).
41.) Gesù disse: - Non datevi pensiero dal
mattino alla sera e dalla sera al mattino di che cosa
indosserete¹.
1) Cfr. Mt. VI 25; Lc.
XII 22. Ma qui il senso è diverso: non preoccuparsi delle apparenze esteriori,
non prendersi troppa cura del mondo; il corpo è soltanto l'involucro imperfetto
ed imperituro dell'anima.
42.) I discepoli dissero: - Quando ti
manifesterai a noi, e quando ti vedremo?¹ Gesù
rispose: - Quando vi spoglierete senza provare vergogna, e vi toglierete gli
abiti e li deporrete ai vostri piedi come i bambini e li calpesterete. Allora
vedrete il Figlio dell'Essere Vivente e non avrete paura².
1) Jo. XIV
22.
2) I «perfetti» godranno della visione del Logos nella sua
vera «immagine» di eone spirituale («Figlio dell'Essere Vivente») quando si
saranno spogliati della loro materialità, senza nessuna preoccupazione per il
corpo. Per il confronto con l'innocenza dei bambini, cfr. Gen. II 25 e III 7 in
cui si accenna al mito di Adamo ed Eva, nudi senza vergogna finché erano
innocenti e puri, costretti a coprirsi con la foglia di fico dopo la conoscenza
del peccato.
43.) Gesù disse: - Molte volte voi avete
desiderato di ascoltare queste parole che io vi dico, e non avete nessun altro
da cui udirle. Verranno i giorni in cui mi cercherete e non mi
troverete¹.
1) Cfr. Lc. XVII 22;
Jo. VII 34 (VIII 21; XIII 33).
44.) Gesù disse: - I farisei e gli scribi
hanno ricevuto le chiavi della conoscenza, ma essi le hanno nascoste: non hanno
saputo entrare essi stessi, né hanno lasciato entrare quelli che lo
desideravano¹. Ma voi
siate astuti come i serpenti e puri come le colombe².
1) Cfr. Mt. XXIII 13 e
specialmente Lc. XI 52 in cui ricorre la stessa espressione: «le chiavi della
conoscenza».
2) Cfr. Mt. X 16 in
cui però la sentenza, che in Tommaso è una regola di condotta per chi è nella
via della gnosi (acutezza di mente e purezza di costumi), ha (in Matteo) il
carattere di una massima (poco confacente agli insegnamenti di Gesù)
consigliante prudenza e astuzia onde evitare condanne.
45.) Gesù disse: - Un ceppo di vite è
stato piantato fuori del Padre, e poiché esso non ha attecchito sarà strappato
dalle radici e perirà¹.
1) Cfr. Mt. VII 19; XV
13 e soprattutto Jo. XV 1-6.
46.) Gesù disse: - A chi ha verrà dato, ma
a chi non ha verrà tolto anche il poco che possiede¹.
1) Cfr. Mt. XIII 12:
Lc. VIII 18. Con diverso significato la sentenza è stata poi messa a conclusione
della parabola delle «mine» (Mt. XXV 29; Lc. XIX 26) e con altro significato
ancora è in Mc. IV 25.
47.) Gesù disse: - Siate
viandanti!¹
1) L. Moraldi traduce
«Siate transeunti!».
Esortazione ad avviarsi per la via della gnosi. Per
Tommaso l'uomo perfetto è il «solitario», qui sembra sia presente la condizione
sociale del predicatore itinerante. La solitudine consiste soprattutto nella
separazione dalla famiglia e nell'assenza di vincoli terreni, poiché l'uomo
appartiene originariamente al cielo. Sperimentando ora la prigionia del corpo,
la sua anima deve cercare il dialogo col cielo. È anche implicito il concetto
dell'homo viator come in Hebr. XI 13b-16.
48) I suoi discepoli gli domandarono: -
Chi sei tu che ci dici queste cose? - Da ciò che vi dico non riconoscete chi
sono?¹ In verità siete diventati simili ai Giudei: essi
infatti o amano l'albero e ne detestano il frutto, o amano il frutto e detestano
l'albero².
1) Anche in Jo. VIII
25 la medesima perplessità dei discepoli: «Chi sei tu?» Lo stesso versetto di
Giovanni dà, in forma affermativa, la risposta che Tommaso esprime come
interrogazione retorica: «Sono per l'appunto quello che vi sto
dicendo».
2) Legata com'è alle parole precedenti, la massima non può
che riferirsi all'incoerenza dei Giudei i quali, pur amando Dio (l'albero), non
riconoscono che Gesù ne sia il Figlio (frutto), oppure, pur apprezzando le opere
di Gesù non lo ritengono Figlio di Dio.
49) Gesù disse: - Chiunque bestemmia
contro il Padre, gli sarà perdonato, e chiunque bestemmia contro il Figlio, gli
sarà perdonato; ma chi bestemmia contro lo Spirito non sarà mai perdonato, né
sulla terra né in cielo¹.
1) Mc. III 28-29; Mt.
XII 31-32; Lc. XII 10. Ma solo l'ultimo è vicino al concetto di Tommaso, a
quanto pare dal versetto che precede immediatamente queste parole nel suo
Vangelo: «Chi mi avrà rinnegato davanti agli uomini, ecc.» (Lc. XII
9).
50.) Gesù disse: - Non si raccoglie uva
dai rovi e non si raccolgono fichi dagli spini: essi non danno frutto. L'uomo
buono dal suo forziere trae fuori cose buone; l'uomo malvagio dal cattivo
forziere che è nel suo cuore ne trae fuori di cattive e ne dice di cattive:
poiché cose cattive egli ricava dall'abbondanza che c'è nel suo
cuore¹.
1) Lc. VI 44-45
conserva in forma quasi identica questo logion di Gesù, e nello stesso ordine.
Matteo lo ha spezzettato, utilizzando ciascun moncone a scopi diversi (VII
16-17; XII 35; XII 34b).
51.) Gesù disse: - Da Adamo fino a
Giovanni Battista non c'è stato nessuno, tra coloro che sono nati da donna, più
grande di Giovanni Battista. Ma, affinché gli occhi non si ingannino, io ho però
detto che chiunque tra di voi si fa piccolo conoscerà il Regno e diventerà più
grande di Giovanni Battista¹.
1) Mt. XI 11; Lc. VII
28. Secondo alcuni (Craveri in primis) l'aggiunta di Tommaso: «affinché gli
occhi non si ingannino» dovrebbe significare: «affinché non vi fermiate alle
apparenze e riteniate che egli fosse il Logos atteso» (cfr. Jo. I
19-23).
52.) Gesù disse: - È impossibile per un
uomo cavalcare due cavalli e tendere due archi, ed è impossibile per un servo
servire due padroni: altrimenti egli rispetterà l'uno e sarà insolente con
l'altro. Nessun uomo beve vino vecchio e contemporaneamente desidera bere vino
nuovo; e non si versa vino nuovo in otri vecchi, per timore che essi scoppino,
né si mette vino vecchio in otri nuovi, perché essi non lo guastino. E non si
cuce una toppa vecchia su di un vestito nuovo, perché si produrrebbe uno
strappo¹.
1) Il paragrafo ha
ancora attinenza con quanto precede: un'eco della polemica tra i mandei, seguaci
di Giovanni Battista, e i seguaci di Gesù. Anche nei sinottici Mc. II 21-22; Mt.
IX 16-17 e Lc. V 36-38 (39), quella che costituisce la seconda parte di questo
paragrafo («vino negli otri, toppa nel vestito») riguarda tale polemica. La
prima parte («servire due padroni») è stata invece spostata in Mt. VI 24 e Lc.
XVI 13 a commentare l'impossibilità di seguire Dio e Mammona.
53.) Gesù disse: - Se due sono in pace tra
di loro in una stessa casa, essi potranno dire a una montagna: «Spostati!», ed
essa si sposterà¹.
1) Anche Mt. XVIII 19
dichiara la presenza della Chiesa dove «due sono d'accordo». L'espressione è
invece utilizzata ad altri fini da Mc. III 25; Mt. XII 25 e Lc. XI 17. Quanto
alla seconda parte del paragrafo («la fede che dà la forza di spostare
montagne») cfr. Mt. XVII 20 e XXI 21; Mc. XI 23; Lc. XVII 6.
54.) Gesù disse: - Beati voi, solitari ed
eletti, perché troverete il Regno! Infatti da esso voi siete usciti e in esso
tornerete di nuovo¹.
1) Il paragrafo ripete
i concetti esposti anche in altri punti di questo Vangelo: della perfezione
(«gli eletti») della solitudine e del ritorno all'anima, caduta nella materia,
al mondo iperuranio. (Cfr. Jo. XIV 23).
55.) Gesù disse: - Se vi domandano: «Di
dove siete venuti?», rispondete: «Siamo venuti dalla Luce, dove la luce si è
originata da se stessa. Essa è sorta e si è manifestata nella nostra
immagine»¹. Se vi
domandano: «Che cosa siete voi?», rispondete: «Noi siamo i figli e gli eletti
del Padre Vivente»². Se vi
domandano: «Quale segno del vostro Padre è in voi?», rispondete loro: «È un
movimento e una quiete»³.
1) Tutte le religioni
uraniche, come il cristianesimo, identificano nel cielo luminoso il loro Dio.
Secondo gli gnostici, nell'atto di manifestarsi, per emanazione, Dio (dimora
della luce) diventa Luce (=illuminazione): Luce nata dalla Luce, Lumen de
Lumine (cfr. 1Jo. I 5). Che poi le anime abbiano origine da questa Luce e
in essa debbano tornare rientra nella dottrina neoplatonica delle emanazioni.
Allo stato iniziale (prima di entrare nella materia) e allo stato finale (al
loro ritorno nell'iperuranio) le anime sono pure «immagini» o
«idee».
2) Cfr. Rom. IX 26 (=Os. I 10). Invece in Lc. XVI 8; Jo. XII
36; Eph. V 8; 1Tess V 5 si parla di «figli della Luce». Inoltre in Jo. XVII 14,
16 è detto degli apostoli («i perfetti»): «essi non sono di questo
mondo».
3) Al concetto dell'Empireo come quiete e immobilità
assoluta, segno di perfezione aliena da ogni perturbamento, si associa l'idea di
Dio (che in esso ha sede e con esso si identifica) come Primo Motore. Le anime
portano in sé, in quanto esistono, il segno di questo moto che le ha create e
della quiete perfetta a cui aspirano di tornare. Sul concetto di «riposo in Dio»
si veda Hebr. IV 1-11, che però deriva da Ps. XV 8-11.
56.) I discepoli gli dissero: - Quando
verrà il riposo per coloro che sono morti, e quando verrà il nuovo mondo? - Ed
egli disse loro: - Ciò che voi attendete è già venuto, ma voi non lo
riconoscete¹.
1) La prima parte del
paragrafo si ricollega a quanto precede. Per la seconda cfr. Jo. V 25-29, 43a e,
per la somiglianza dei vocaboli, anche Mt. XVII 11-12.
57.) I discepoli gli dissero: -
Ventiquattro profeti hanno parlato in Israele, ed essi tutti hanno parlato di
te. Ed egli disse: - Voi avete dimenticato Colui che è vivo davanti a voi e
avete parlato di morti!¹.
1) Cfr Jo. I 45; V
39-40.
58.) I discepoli gli dissero: - Può essere
utile o no la circoncisione? - Ed egli disse loro: - Se fosse utile, il loro
Padre li avrebbe generati circoncisi già dalla madre. Ma la sola circoncisione
in ispirito è veramente utile¹.
1) Cfr. Rom II 25-29;
1Cor. VII 10; Gal. V 6; Col. II 11.
59.) Gesù disse: - Beati i poveri, perché
vostro è il Regno dei Cieli!¹.
1) L'identità di
questa beatitudine con quella di Lc. VI 20 conferma che tale doveva essere la
formula originaria, e quella di Mt. V 3 «Beati i poveri di spirito» è
un'alterazione posteriore, per cancellare ogni traccia di ebionismo.
60.) Gesù disse: - Colui che non odierà il
padre e la madre non potrà divenire mio discepolo, e i suoi fratelli e le sue
sorelle, e (non) prenderà la sua croce come me, non sarà degno di
me¹.
1) Cfr. Mt. X 37-38;
Lc. XIV 26-27 e anche Mc. VIII 34; Mt. XVI 24; Lc. IX 23.
61.) Gesù disse: - Colui che ha conosciuto
il mondo ha trovato un cadavere, e chi ha trovato un cadavere, il mondo non è
degno di lui¹.
1) L'anima umana è
imprigionata nel corpo come in una tomba, da quando è scesa nella materia («ha
conosciuto il mondo»), ma essendo spirituale non è degna di continuare a
rimanere in essa. Cfr. Rom. VI 3-6 e VIII 5-11.
62.) Gesù disse: - Il Regno del Padre è
simile a un uomo che getta il buon seme. Di notte è venuto il suo nemico e ha
seminato zizzania in mezzo al buon seme. Ma l'uomo non ha loro permesso di
strappare la zizzania. Ha detto loro: «Per timore che voi strappiate la zizzania
e strappiate insieme anche il frumento». Poiché nel giorno della mietitura la
zizzania sarà riconoscibile e si strappa e si brucia sul
fuoco¹.
1) Cfr. Mt. XIII
24-30
63.) Gesù disse: - Beato l'uomo che ha
sofferto: egli ha trovato la vita!¹
1) Questa beatitudine
non si trova tra quelle dei sinottici; ma l'idea che la sofferenza sia una forma
di purificazione è frequente nel cristianesimo.
64.) Gesù disse: - Volgete lo sguardo al
Vivente, finché siete vivi, affinché non moriate e cerchiate di vederlo e non
possiate vederlo!¹
1) Il «Vivente» è Gesù
(cfr. l'Incipit) in quanto, come eone spirituale, non è «cadavere»
nella materia. Anche il «vivi» riferito ai discepoli va preso in senso
simbolico: essi sono già sulla via della perfezione e del distacco dalla
materia, ma potrebbero ricadervi, se obliassero gli insegnamenti di
Gesù.
65.) Un samaritano portava un agnello,
andando in Giudea. Egli disse ai suoi discepoli: - Perché costui fa cosi
riguardo all'agnello? - Essi gli dissero: - Perché egli lo ucciderà e lo
mangerà. Ma egli disse loro: - Non lo mangerà finché è vivo, ma se lo avrà
ucciso ed esso sarà divenuto cadavere. Essi dissero: - In nessun altro modo
potrà farlo! - Ed egli disse loro: - Anche voi cercate dunque un posto per voi
stessi nella Quiete, affinché non diventiate cadaveri e non siate
mangiati¹.
1) La conclusione del
paragrafo ci indica che esso va collegato al precedente: un'esortazione del
Vivente perché i discepoli aspirino a Dio (la «Quiete») e non si lascino di
nuovo seppellire nella materia. Di conseguenza la parabola del Samaritano e
dell'agnello va intesa in questo senso: il Samaritano rappresenta la potenza del
male, l'eone decaduto, il Principe di questo mondo (cfr. Jo. VIII 48) che non
può far male a chi è «vivo» (l'agnello), lo divora invece se si impadronisce di
lui, rendendolo cadavere. Sul simbolismo dell'agnello come discepolo di Gesù le
testimonianze sono numerose: cfr. Mt. X 16 e Lc. X 3 («come agnelli tra i
lupi»); Mt. XVIII 12-14 e Lc. XV 4-7 («la pecorella smarrita»), ecc.
66.) Gesù disse: - Due riposeranno sopra
un letto: uno morirà, l'altro vivrà¹.
1) Lc. XVII 34 e per
analogia di concetto Mt. XXIV 40-41.
67.) Disse Salomè: - Chi se tu, uomo, e di
chi sei (figlio)?, tu che hai preso posto nel mio giaciglio e mangi alla mia
tavola?¹ Gesù le disse: - Io sono Colui che viene da Colui
che mi è uguale: quello che mi è dato (è) delle cose di mio
Padre². - Io sono tua discepola!³ - Per questo io dico: chi si troverà Uno sarà inondato di luce,
chi sarà diviso verrà avvolto nelle tenebre4.
1) Che sia una donna a
interrogare Gesù non è una novità nel Vangelo di Tommaso (cfr. § 24). Una Salomè
al seguito di Gesù è ricordata in Mc. XV 40 e XVI 1: forse la stessa che Mt. XX
20 sgg. e XXVII 56 indicano come madre dei fratelli Zebedei. Molto più di
frequente Salomè, discepola di Gesù, è nominata negli apocrifi (Vangelo
degli Egiziani, Pistis Sophia, Vangelo di Mani). Epifanio, Haer.
78, 8 e Ancor. 60, chiama con questo nome una delle sorelle di Gesù.
Qui l'argomento del paragrafo è, come ai §§. 27, 28, 35 e 113, l'invito
all'unità, e specialmente, come al § 53, la dichiarazione della forza che dà la
fede, «se due sono in pace tra di loro», condizione qui simboleggiata dal
«dormire nello stesso giaciglio e mangiare alla stessa tavola».
2) Cfr.
Mt. XI 27; Lc. X 22; Jo. III 34-35; V 19-20; VI 38-39; VIII 28-29; XII 49; XV
24; XVII 7 e in particolare, per il loro concetto di identità fra Dio e Gesù,
Jo. X 30 e XIV 10.
3) Ricorda la
professione di fede di Maria di Bethania in Jo. XI 27.
4) Cfr.
§§. 27 e 29.
68.) Gesù disse: - Io rivelo i miei
misteri a coloro che sono degni dei miei misteri1. Quello che fa la tua destra,
lo ignori la tua sinistra².
1) Cfr. 1Cor. II 6-8;
2Cor. XII 4b; Col. I 26.
2) Cfr. Mt. VI 3. Ma
qui non è un'esortazione a fare l'elemosina «in segreto», bensí a mantenere il
segreto dei misteri rivelati.
69.) Gesù disse: - C'era un uomo ricco che
aveva molti averi. Egli disse: «Userò dei miei averi per seminare e mietere e
piantare alberi e riempire i granai di raccolto, affinché io non manchi di
nulla». Queste cose egli pensava in cuor suo. Ma quella notte egli
morí¹. Chi ha orecchi per intendere
intenda!²
1) Lc. XII
16-21
2) Cfr. sopra, la nota 2 del § 8
70.) Gesù disse: - Un uomo aveva degli
ospiti, e quando ebbe preparato il banchetto mandò il suo servo a chiamare gli
ospiti. Questi andò dal primo e gli disse: «Il mio padrone ti invita». Gli fu
risposto: «Ho delle riscossioni da fare da alcuni mercanti; essi verranno da me
questa sera ed io dovrò dar loro delle ordinazioni. Prego di essere scusato per
il banchetto». Andò da un altro e gli disse: «Il mio padrone ti ha invitato».
Gli rispose: «Ho comperato una casa e ho bisogno di una giornata. Non avrò
tempo». Andò da un altro e gli disse: «Il mio padrone ti invita». Gli rispose:
«Un mio amico si sposa e io devo preparare il convito. Non mi sarà possibile
venire. Prego di essere scusato per il banchetto». Andò da un altro e gli disse:
«Il mio padrone ti invita». Gli rispose: «Ho comprato un terreno e devo andare a
riscuotere la rendita. Non potrò venire. Prego di essere scusato». Il servo
tornò e disse al padrone: « Coloro che hai invitato al banchetto si sono
scusati». Il padrone disse al servo: «Va' fuori per le strade e conduci qui
quelli che troverai, affinché pranzino». I compratori e i mercanti non
entreranno nel Luogo di mio Padre!¹
1) Variante della
parabola «del banchetto», di Lc. XIV 16-24 e Mt. XXII 2-10.
71.) Egli disse: - Un uomo valente
possedeva una vigna. Costui l'affidò ad alcuni contadini perché la lavorassero
ed egli ne ricevesse il frutto. Mandò il suo servo affinché i contadini gli
consegnassero il raccolto della vigna. Ma esse afferrarono il servo, lo
percossero, e per poco non lo uccisero. Il servo tornò e riferí la cosa al
padrone. Egli disse: «Forse non lo hanno riconosciuto». Mandò un altro servo, ma
i contadini percossero anche quello. Allora il padrone mandò suo figlio,
dicendo: «Senza dubbio rispetteranno mio figlio!» Ma appena quei contadini
conobbero che egli era l'erede della vigna, lo afferrarono e lo
uccisero¹. Chi ha
orecchi per intendere intenda!²
1) I simboli della
parabola «dei vignaioli» sono come in Mc. XII 1-8; Mt. XXI 33-41; Lc. XX 9-16:
Dio (il padrone), i profeti (i servi), Gesù (il figlio), i Giudei (i vignaioli).
Ma qui manca la conclusione che è nei sinottici: la vendetta di
Dio.
2) Cfr. sopra, la nota 2 del § 8
72.) Gesù disse: - Mostrami la pietra che
i costruttori hanno scartata: essa è la pietra angolare!¹
1) La citazione
biblica (Ps. CXVIII 22) anche nei sinottici segue immediatamente la parabola dei
vignaioli ribelli.
73.) Gesù disse: - Colui che conosce
tutto, ma ignora se stesso, è privo di ogni cosa¹.
1) È da confrontare
con Mc. VIII 36; Mt. XVI 26, e Lc. IX 25: «Che giova all'uomo, se dopo aver
guadagnato tutto il mondo, perde l'anima sua?» Ma qui c'è la concezione gnostica
della conoscenza di se stessi come primo grado della perfezione (cfr. §
3)
74.) Gesù disse: - Beati voi quando siete
odiati e perseguitati, perché non si troverà il Luogo dove
perseguitarvi!¹
1) Cfr. Mt. V 11-12;
Lc. VI 22-23. Qui non si notano allusioni alle persecuzioni politiche del
cristianesimo, e pare più convincente la ragione della beatitudine: non un
compenso per le sofferenze (e la consolazione che anche altri sono stati
perseguitati), ma l'assunzione presso Dio («il Luogo») tramite la sofferenza
stessa, come mezzo di purificazione (cfr. § 63), dove i persecutori non potranno
giungere.
75.) Gesù disse: - Beati coloro che sono
stati perseguitati in cuor loro! Essi sono quelli che hanno veramente conosciuto
il Padre¹.
1) L'espressione: «in
cuor loro» distingue questi perseguitati dai precedenti: coloro che si
tormentano da se stessi «per amore di giustizia» come in Mt. V 10.
76.) - Beati coloro che sono affamati,
perché il loro ventre sarà saziato a volontà!¹
1) Mt. V 6; Lc. VI 21.
Anche qui, come al § 59, sembra originale questa formula, identica a quella
lucana, e non quella di Matteo.
77.) Gesù disse: - Quando voi dovrete
mostrare quello che possedete dentro di voi, ciò che avete vi salverà; ma se non
lo possedete dentro di voi, ciò che non avete vi perderà¹.
1) Se i discepoli
potranno dimostrare di aver raggiunto la gnosi, essi saranno «perfetti», in caso
contrario (il caso di una fede esteriore, fatta solo di parole), perderanno la
salvezza.
78.) Gesù disse: - Io distruggerò questo
Tempio e nessuno potrà ricostruirlo di nuovo!¹
1) Il versetto di
Tommaso conferma che anche in Mc. XIV 58 (XII 2); Mt. XXVI 61 (XXIV 2); Atti VI
14 si allude al proposito di Gesù di abolire il culto ebraico (identificato nel
Tempio) e che è un'illazione inaccettabile quella di Jo. II 21 (19) che Gesù
alludesse «al proprio corpo».
79.) Un uomo gli disse: - Parla ai miei
fratelli, affinché dividano con me i beni di mio padre! - Egli rispose: - O
uomo, chi ha fatto di me uno che divide? - E rivoltosi ai suoi discepoli, disse
loro: - Io non sono uno che divide, no certamente!¹
1) Cfr. Lc. XII 13-14.
Può darsi che lo spunto sia stato realmente, come in Luca, l'ingenua speranza di
un contadino che Gesù, il quale parla di giustizia per i poveri e inveisce
contro i ricchi, possa riparare il torto che egli patisce. Ma mentre in Luca
l'episodio serve di spunto per affermare la vanità dei beni terreni, qui in
Tommaso se ne dà un'interpretazione gnostica: esigenza di superare ogni
divisione e tendere all'unità.
80.) Gesù disse: - La messe è grande
davvero, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Signore perché mandi operai
nella messe¹.
1) Mt. IX 37-38; Lc. X
2.
81.) Egli disse: - Signore, molti sono
intorno al pozzo, ma nessuno è dentro il pozzo¹.
1) Non è chiaro se
questa sentenza abbia un significato analogo a quello del paragrafo precedente
(molto il lavoro da fare dentro il pozzo, ma pochi che si prestano) o a quello
che segue (molti i chiamati, pochi gli eletti). Origene, Contra Cels. VIII 16,
lo cita, attribuendolo agli gnostici ofiti, ma senza darne commento.
82.) Gesù disse: - Molti si soffermano
fuori della porta, ma soltanto i solitari entreranno nella camera
nuziale¹.
1) Richiama Mt. XXII
14, che è appunto in appendice alla parabola del «banchetto nuziale», e anche
Mt. XXV 10. (Per un più complesso sviluppo del concetto di "camera nuziale",
cfr. il Vangelo di Filippo, §§ 61, 66-68, 73, 80, 82 ecc.).
83.) Gesù disse: - Il Regno del Padre è
simile ad un uomo, un negoziante, che possedeva della merce e ha trovato una
perla. Questo negoziante era saggio: ha venduto la merce e ha comprato
quell'unica perla¹. Anche voi
cercate quel tesoro che non perisce, ma che resta, a cui la tigna non si
accosta, per divorarlo, e che il verme non intacca².
1) Cfr. Mt. XIII
45-46, in cui la parabola è inserita tra quella del «tesoro nascosto in un
campo» (che Tommaso riporterà più avanti) e quella della «rete» (che Tommaso ha
già riportato al § 8).
2) Mt. VI 19-20; Lc.
XII 33.
84.) Gesù disse: - Io sono la Luce: quella
che sta sopra ogni cosa; io sono il Tutto: il Tutto è uscito da me e il Tutto è
ritornato in me¹. Fendi il
legno, e io sono là; solleva la pietra e là mi troverai².
1) Cfr. Col. I 19; II
9. Mantenendo il confronto di Dio con la Luce, Dio è la sorgente di luminosità
che irradia in ogni direzione, senza che si esaurisca la sua infinita
pienezza.
2) Affermazione dell'onnipresenza di Dio, non in senso
panteistico, ma in armonia con quanto detto prima: ogni apparenza fenomenica è
riflesso della sua luce.
85.) Gesù disse: - Perché siete usciti nel
deserto? Pere vedere una canna agitata dal vento? Per vedere un uomo avvolto in
morbide vesti? Ecco, sono i vostri re e i vostri principi che si avvolgono in
morbide vesti; ma essi non conosceranno la Verità¹.
1) Cfr. Mt. XI 7-8 e
Lc. VII 24-25, a cui segue l'elogio di Giovanni Battista, già riportato al p.
51.
86.) Una donna si rivolse a lui dalla
folla: - Beato il ventre che ti ha portato e il seno che ti ha nutrito! - Egli
rispose: - Beati coloro che hanno ascoltato la parola del Padre e l'hanno
osservata in verità!¹ Verranno
infatti giorni in cui direte: "Beato il ventre che non ha generato ed il seno
che non ha allattato!"²
1) Lc. XI
27-28.
2) Lc. XXIII 29 (Mc. XIII 17; Mt. XXIV 19; Lc. XXI 23). Ma
qui si allude alla perfezione del Regno, quando non vi saranno più problemi di
sesso e di procreazione (cfr. nota 2 del § 27)
87.) Gesù disse: - Colui che ha conosciuto
il mondo ha trovato un corpo, e chi ha trovato un corpo, il mondo non è degno di
lui¹.
1) Cfr. §
61
88.) Gesù disse: - Colui che è diventato
ricco, regni, e colui che ha il potere, vi rinunci!¹
1) Si nota una
contrapposizione tra la "ricchezza" come acquisizione della gnosi, che permette
di giungere al dominio ("regno") sulla materia (confronta § 2) e il "potere"
terreno, la "sapienza secondo la carne", come la chiama Paolo (1Cor. I 26), a
cui occorre rinunciare.
89.) Gesù disse: - Colui che è vicino a me
è vicino al Fuoco, e colui che è lontano da me è lontano dal
Regno¹.
1) Il vocabolo "Fuoco"
è sinonimo di "Luce" (cfr. nota 3 §29). D'altra parte il paragone di Dio con il
fuoco era già familiare all'ebraismo: cfr. Ex. III 2; XIX 18; Deut. IX 3; Ez. I
27-28, ecc.
90.) Gesù disse: - Le immagini si mostrano
all'uomo, ma la luce che è dentro di esse è celata nell'immagine della Luce del
Padre: egli si manifesterà e la sua immagine sarà circonfusa di
luce¹.
1) Non è altro che la
dottrina platonica della realtà fenomenica come copia delle idee o "immagini" la
cui vera essenza è in Dio (cfr. nota 3 §27). La luce che rivela tali immagini,
permettendo che siano vedute dall'uomo, ha la sua sorgente in Dio, e quando si
giungerà alla presenza di Dio non si scorgeranno più quelle singole apparenze,
ma un'unica Luce abbagliante, che tutte le compendia. Cfr. Hebr. XI
3.
91.) Gesù disse: - Quando vedete le vostre
immagini, voi gioite; ma quando vedrete le vostre immagini che sono entrate
nell'esistenza prima di voi, e né muoiono né si manifestano, quale meraviglia
dovrete sostenere!¹
1) È un corollario del
paragrafo precedente. Cfr. 1Cor. XIII 12.
92.) Gesù disse: - Adamo è stato generato
da una grande Potenza e da una grande Ricchezza, ma non è divenuto degno di voi.
Infatti, se egli fosse stato degno, non sarebbe morto¹.
1) La concezione
gnostica dell'uomo concorda in gran parte con quella biblica: Adamo (in ebraico
adam significa uomo), emanazione del Pensiero di Dio, è caduto nella materia
(mito biblico della caccia dall'Eden) ed è divenuto soggetto alla morte fisica.
Ma l'antropologia gnostica è anche più complessa: l'Adamo diretta ipostasi di
Dio è l'Adamo celeste o astrale, che è perciò il "modello" o "l'immagine" - per
usare il linguaggio di Tommaso - dell'Adamo terrestre, cioè dei singoli
individui umani: esso si realizzerà quando gli esseri umani parziali, soggetti
ora alla corruzione, saranno riuniti in un'unica "immagine" spirituale. La
concezione gnostica dei due Adami è accolta anche da Paolo, Rom. V 12-21; 1Cor.
XV 45-49, solo che egli, ponendosi dal punto di vista della manifestazione
storica, chiama "primo Adamo" l'Adamo terrestre e "secondo Adamo" quello
astrale, che egli identifica in Gesù Cristo.
93.) Gesù disse: - Le volpi hanno le loro
tane e gli uccelli hanno i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha posto dove
reclinare il capo e riposare!¹
1) Mt. VIII 20; Lc. IX
58.
94.) Gesù disse: - Infelice il corpo che è
soggetto ad un corpo, e infelice l'anima che è soggetta a tutti e
due!¹
1) Doresse accosta
questo loghion a Mt. VIII 21 e Lc. IX 59, che infatti seguono immediatamente,
come qui, il versetto sopra riportato, e quindi intende: il vivo (primo corpo)
che si preoccupa di seppellire un morto (secondo corpo) è anch'egli un
morto.
Secondo Craveri, invece, è da vedere un concetto simile a quello del §
119: infelice è l'uomo fisico (primo corpo) schiavo della materia (secondo
corpo) e infelice l'anima imprigionata nel corpo e nella materia e impedita di
uscirne dalla debolezza e peccaminosità di essi.
95.) Gesù disse: - Gli angeli e i profeti
vengono da voi e vi danno ciò che vi spetta. Anche voi offrite loro quello che
avete nelle vostre mani, e chiedetevi: "Quando verranno a prendere quello che è
loro?"¹
1) Cfr. Mt. XVI 27:
"Il Figlio dell'uomo verrà coi suoi angeli e renderà a ciascuno secondo l'opera
sua".
96.) Gesù disse: - Perché lavate l'esterno
della tazza? Non pensate che Colui che ha fatto l'interno è anche Colui che ha
fatto l'esterno?¹
1) Cfr. Mt. XXIII
25-26 e Lc. XI 39-40. Ma qui la sentenza è un ammonimento a trascurare le
apparenze esteriori per preoccuparsi della salvezza spirituale.
97.) Gesù disse: - Venite a me, perché
leggero è il mio giogo e dolce la mia autorità, e troverete la Quiete per voi
stessi!¹
1) Concetto analogo in
Mt. XI 28-30.
98.) Essi gli dissero: - Dicci chi sei tu,
affinché noi possiamo credere in te¹. Egli
rispose loro: - Voi scrutate il cielo e la terra, ma colui che vi sta davanti
non lo conoscete e non siete capaci di scrutare questo
segno².
1) Jo. VI
30.
2) La stessa risposta, più circostanziata, in Mt. XVI 3 e Lc.
XII 56 a coloro che chiedono a Gesù un "segno" che provi la verità delle sue
affermazioni.
99.) Gesù disse: - Cercate e
troverete!¹ Ma le cose
su cui mi avete interrogato in questi giorni, e che io non vi ho ancora dette,
ve le voglio dire adesso, affinché non me le chiediate più².
1) Cfr. nota 1 §
2
2) Per un concetto affine, cfr. § 43.
100.) - Non date ciò che è sacro ai cani,
perché essi non lo trascinino sul letamaio, e non gettate le perle ai porci,
perché essi non le facciano [...]¹.
1) Una sentenza simile
è in Mt. VII 6, ma isolata, senza comprensibile riferimento né a ciò che precede
né a ciò che segue. Qui, invece, è legata al paragrafo che precede e vuol essere
un'esortazione a non rivelare i misteri dell'iniziazione a coloro che ancora non
ne sono degni. Cfr. §§ 68 e 46.
101.) Gesù disse: - Colui che cerca
troverà, e a colui che bussa sarà aperto¹.
1) Cfr. Mt. VII 7-8;
Lc. XI 9-10.
102.) Se avete denaro non datelo ad usura,
ma a colui dal quale non lo riavrete più¹.
1) Un suggerimento
alla carità e alla generosità disinteressata, come in Mt. V 42 e Lc. VI 30,
34.
103.) Gesù disse: - Il Regno del Padre è
simile a una donna che ha messo un po' di lievito in tre misure di farina e ne
ha fatti dei grossi pani¹. Chi ha
orecchi, intenda!²
1) Mt. XIII 33; Lc.
XIII 20-21.
2) Cfr. nota 2 del § 8.
104.) Gesù disse: - Il Regno del Padre è
simile a una donna che portava un vaso pieno di farina, camminando per una lunga
strada, e il manico del vaso si è rotto, la farina si è versata dietro di lei,
lungo la strada. Essa non se n'è accorta e non vi ha posto rimedio. Giunta a
casa ha posato il vaso e l'ha trovato vuoto¹.
1) La parabola, che
manca nei sinottici, forse vuol alludere alla Potenza estensiva del Regno (si
diffonde insensibilmente come la farina perduta lungo la via dalla donna),
mentre quella precedente ne indicava la potenza intensiva (un pizzico di lievito
che fa crescere la farina).
105.) Gesù disse: - Il Regno del Padre è
simile ad un uomo che vuole uccidere un personaggio potente. Nella sua casa egli
ha sguainato la spada e l'ha conficcata nel muro, per controllare quanto sapeva
compiere la sua mano. Poi ha ucciso il potente¹.
1) L'esempio scelto
non è molto felice, ma la parabola vuol essere un ammonimento a tenersi pronti,
anzi a prepararsi con la pratica della virtù, all'avvento del Regno.
106.) I discepoli gli dissero: - I tuoi
fratelli e tua madre sono lì fuori. Egli disse loro: - Coloro che sono qui, e
che fanno la volontà di mio Padre, essi sono miei fratelli e mia
madre¹: sono essi che entreranno nel Regno di mio
Padre.
1) Mc. III 32-35; Mt.
XII 47-50; Lc. VIII 20-21.
107.) Mostrarono a Gesù una moneta d'oro e
gli dissero: - Gli uomini di Cesare ci chiedono le tasse. Egli disse loro: -
Date a Cesare ciò che è di Cesare, date a Dio ciò che è di Dio, e date a me ciò
che è mio¹.
1) Cfr. Mc. XII 14-17;
Mt. XXII 16-22; XX 21-25.
108.) - Chi non odia, come me, suo padre e
sua madre, non potrà essere mio discepolo; e chi non ama, come me, suo Padre e
sua Madre non potrà essere mio discepolo. Infatti mia madre [...] ma una vera
Madre mi ha dato alla vita¹.
1) Solo la prima
proposizione ("Chi non odia, ecc.") ha riscontro in Mt. X 37; Lc. XIV 26 (Mc. X
29; Mt. XIX 29; Lc. XVIII 29) e, qui in Tommaso, già al § 60. Per il resto,
sembra occorra fare una distinzione (che Craveri mette in evidenza mediante
l'uso delle maiuscole e delle minuscole) fra "padre" e "madre" secondo la carne
e "Padre" e "Madre" spirituali. Bisogna infatti tener presente che, secondo lo
gnosticismo, le ipostasi di Dio (cfr. nota 2 § 27) sono a coppie (maschio e
femmina, padre e madre): l'amore per questi "genitori" comporta naturalmente
non-amore per i genitori terreni.
109.) Gesù disse: - Guai ai farisei!
Perché essi sono simili a un cane sdraiato nella mangiatoia dei buoi, il quale
né mangia lui né lascia mangiare i buoi¹.
1) Cfr. § 44 e nota 1
§ 44.
110.) Gesù disse: - Beato l'uomo che sa da
quale parte i ladri hanno intenzione di entrare: perché così egli può levarsi e
radunare la sua [...] e cingersi i fianchi prima che essi
vengano¹.
1) Cfr. §
25.
111.) Essi dissero: - Orsù! Oggi preghiamo
e facciamo digiuno! - Gesù disse: - Qual'è dunque il peccato che io ho commesso
e in che cosa ho mancato? Ma quando lo sposo esce dalla camera nuziale, allora
si deve digiunare e pregare!¹
1) Cfr. §§ 6 e 15; Mt.
IX 15; Lc. V 34-35.
112.) Gesù disse: - Chi riconosce il padre
e la madre verrà chiamato figlio di meretrice¹.
1) Ribadisce,
brutalmente, il giudizio negativo, già pronunciato al § 108, su chi, troppo
legato ad affetti terreni, è lontano dalla salvezza.
113.) Gesù disse: - Quando di due farete
uno solo, diventerete figli dell'Uomo, e se direte: "Montagna spostati!", quella
si sposterà¹.
1) Cfr. § 53 e nota 1
§ 35
114.) Gesù disse: - Il Regno è simile ad
un pastore che aveva cento pecore. Una di esse, la più grande, si è smarrita.
Egli ha lasciato le novantanove e ha cercato quella sola, finché l'ha trovata.
Essendosi stancato, ha detto alla pecora: "Io ti amo più delle
novantanove!"¹
1) Mt. XVIII 12-13 e
Lc. XV 3-6. Ireneo, Contra haer. I 16, 2 e II 24, 6 dice che la pecora smarrita
rappresenta "l'eone errante", trovato il quale si passa dalla sinistra
imperfetta alla destra perfetta. Infatti era usanza antica contare i numeri fino
a 99 con le dita della mano sinistra e quindi servirsi della destra, a partire
dal 100, numero perfetto (cfr. Vangelo della Verità § 23).
115.) Gesù disse: - Colui che berrà dalla
mia bocca diventerà come me, nello stesso modo che io diventerò come lui, e le
cose nascoste gli saranno rivelate¹.
1) Qui è prospettata
la conclusione dell'ascesi gnostica: quando il discepolo avrà attinto la
perfezione, egli e l'eone spirituale Gesù saranno una cosa sola, cioè avranno
raggiunto l'Unità in Dio e non esisteranno più segreti da scoprire.
116.) Gesù disse: - Il Regno è simile a un
uomo che aveva nel campo un tesoro e non lo sapeva. Quando è morto l'ha lasciato
al figlio. E il figlio non sapeva, e avuto il campo, l'ha venduto. E colui che
lo ha comprato è uscito ad ararlo e ha trovato il tesoro, e ha cominciato a dar
denaro in prestito a chi lo voleva¹.
1) Cfr. Mt. XIII
44.
117.) Gesù disse: - Chi ha conosciuto il
mondo ed è diventato ricco, rinunci al mondo!¹
1) Riprende ed unifica
ciò che aveva detto ai §§ 61, 87, 88.
118.) Gesù disse: - I cieli si
accartocceranno¹ e la terra
sarà spalancata davanti a voi, ma colui che vive nel Vivente non vedrà la
morte². Infatti Gesù ha detto: "Chi trova se stesso, il
mondo non è degno di lui"³.
1) Cfr. Is. XXXIV 4;
Ap. VI 14; Hebr. I 12; Mc. XIII 25; Mt. XXIV 29; Lc. XXI 26.
2) Cfr.
§ 11 e note 1, 2 del § 11.
3) Il loghion è
curiosamente inserito nel discorso diretto di Gesù, pur introdotto dalla solita
formula del compilatore "Gesù ha detto". Ma di una svista del genere non sono
immuni nemmeno i sinottici: si veda il "chi legge faccia attenzione" di Mt. XXIV
15 introdotto proprio nel discorso escatologico di Gesù, in cui vi sono concetti
affini a quelli di questo paragrafo e del § 120. La coincidenza non può essere
casuale, ma denuncia una fonte comune per Matteo e per Tommaso. Quanto al
contenuto del logion cfr. i §§ 1, 3 (ala fine), 61, 87-88.
119.) Gesù disse: - Guai alla carne che è
soggetta all'anima e guai all'anima che è soggetta alla
carne¹.
1) Cfr. §
94.
120.) I suoi discepoli gli dissero: -
Quando verrà il Regno? - Verrà quando non lo si aspetta. E non si dirà: "Eccolo,
è qui!" o "Eccolo, è là!"¹. Ma il Regno
del Padre è sparso sopra la terra e gli uomini non lo
vedono².
1) Mc. XIII 21; Mt.
XXIV 23; Lc. XVII 23.
2)
Cfr. § 3
121.) Simone Pietro disse loro: - Maria si
allontani di mezzo a noi, perché le donne non sono degne della Vita! - Gesù
disse: - Ecco, io la trarrò a me in modo da fare anche di lei un maschio,
affinché anch'essa possa diventare uno spirito vivo simile a voi maschi. Perché
ogni donna che diventerà maschio entrerà nel Regno dei
Cieli¹.
1) Nel § 27, Tommaso
ha già indicato la "perfezione" nell'annullamento dei contrari (alto e basso,
esterno e interno, maschile e femminile), che costituiscono l'aspetto fenomenico
della creazione, e nel loro assorbimento in un'"immagine" astratta. Qui dà un
ulteriore sviluppo della dottrina, con riguardo all'opposizione dei sessi tra
uomo e donna. L'Anthropos celeste, modello dell'umanità, è maschile, a
somiglianza dell'Uno da cui emana, quindi il ritorno in esso comporta
l'annullamento della femminilità. Questa concezione androgina, che risale al
mito platonico dell'anima divenuta femminile per desiderio passionale, cadendo
nella materia, non è nemmeno distante dal mito biblico della creazione di Eva
dalla costola di Adamo e della sua responsabilità della caduta di Adamo nel
peccato.