La
basilica vetus costituisce il cuore di tutto il complesso basilicale
perché è stata costruita sulla tomba del santo protettore e
taumaturgo e quindi è quella che ha subito di più, durante il
corso dei secoli, ampliamenti, abbellimenti, manomissioni e
ristrutturazioni allo scopo di aumentare la fama del santuario. Per
questo motivo è difficile sintetizzare l'evoluzione
storica-archeologica del monumento e dare una lettura chiara e
sintetica quindi incominceremo dalle sua storia dicendo che essa è
iniziata alle fine del III secolo, quando San Felice fu sepolto in
una semplice tomba in mattoni rossi, ancora visibile, e, agli inizi
del IV secolo, insieme alle tombe adiacenti appartenute, forse, ai
vescovi Quinto e Massimo, venne racchiusa in piccolo mausoleo
quadrato protetto da un lastra di marmo con l' immagine del Buon
Pastore. Il mausoleo, insieme ad altri 2 adiacenti ambienti funerari
della necropoli romana di II/III secolo, fu demolito nel IV secolo
per costruire il primo vero e proprio ambiente di culto (aula ad
corpus) con abside a nord e ingresso a sud. Intorno alla metà dello
stesso secolo ad est dell'aula fu costruita una basilica a tre
navate con abside a est ( basilica vetus). Tra il 401 e il 403,
Paolino, abbattuta l'abside dell'aula ad corpus, costruì una
triplice apertura (triforium) che consentiva l'accesso all' atrio
del nuovo ambiente di culto che egli chiamò basilica nova per
contraddistinguerla dalla precedente basilica che provvide a
decorare e a transennare la tomba del santo.
Alla sua morte, il recinto di transenne fu ampliato verso sud
includendo la sua tomba e quella di sua moglie Terasia e poi
trasformato in un grosso altare. Tra il 484 e il 523 intorno alle
tombe dei due santi venne costruita l'edicola mosaicata: una
struttura formata da quattro parete di laterizi, ognuna presenta 3
archi sostenuti da colonne e capitelli di spoglio. Forse nello
stesso periodo ma anche nel secolo successivo ad ovest fu costruita
l'abside occidentale sui resti di tre mausolei della necropoli
romana obliterandone quanto ne era rimasto.
Essendo Cimitile
la sede dei vescovi volani, furono seppelliti i successori di
Paolino. Tra il VIII e il IX secolo, a seguito del crollo della
basilica nova, il triforium paoliniano venne murato e nell'arco
centrale fu costruita la cappella sancta sanctorum.
Successivamente
il vescovo Leone III, sul lato meridionale della basilica, costruì
un protiro che nel trecento venne inglobato nel nuovo atrio di
ingresso. Nel medioevo la basilica fu decorata e ampliata con
pitture e affreschi e con la costruzione del pulpito. Nel
1631 un eruzione del Vesuvio danneggiò l'abside orientale e la
navata destra mentre la sinistra crollò alla fine dello stesso
secolo e venne ricostruita all'inizio del Settecento e nello stesso
periodo fu ampliata e decorata. Mentre alla fine dello stesso secolo
le navate e l'abside orientale furono in parte abbattuti per
costruire la nuova parrocchiale. Ulteriori demolizioni hanno
interessato, nel secolo scorso, l'edicola mosaicata e l'abside
occidentale. Veniamo ora alla descrizione
della basilica incominciando dalla facciata che è dominata dal
campanile illuminato da monofore che termina con una copertura
piramidale.
Credenza popolare vuole che sia stato costruito all'epoca di Paolino
perché si credeva che fosse l'inventore delle campane ma in realtà
è stato costruito tra il XII e il XIII secolo. Un protiro,
costruito con 2 colonne di spoglio, è addossato al portale che
riutilizza, come architrave, uno dei due piastrini che costituivano
il protiro di Leone III, ed è sormontato da una lunetta in cui si
nota un affresco del XV secolo raffigurante la pietà con San
Giovanni Battista. A Sinistra una scala conduce ad uno dei mausolei
della necropoli di I/II secolo. Da qui si entra nell'atrio coperto
da una volta a botte. La parete sinistra è ricoperta da due strati
di affreschi: il più antico, databile tra il XII e il XIII secolo,
raffigura l'albero di Jesse con in alto una mandorla nella quale è
raffigurato un personaggio di incerta identificazione ai lati vi
sono i profeti Geremia e Daniele mentre il più recente, datato al
Duecento, si trova sotto l'albero di Jesse a cui appartengono i
santi Nicola di Bari, Giovanni Battista e Giorgio. Di fronte, un
arcosolio, contenente un sarcofago con il mito di Persefone,
contiene affreschi che sono datati al XIII secolo e che raffigurano
in alto l'Agnus Dei tra due angeli che versano incenso; in basso a
sinistra c'e' una processione di chierici con vescovo che pregano
per il morto sul catafalco mentre in alto e sotto l'Agnus Dei, vi
sono Cristo tra la Madonna e S. Giovanni Evangelista ( Deesis).
Avanti si oltrepassa il protiro di Leone III simile a quello
presente nei Santi Martiri di cui rimane la volta a botte, una
mensola e un piastrino con decorazione naturalistica. Sono visibili
resti degli affreschi che lo decoravano: Il leone e il toro (
simboli degli evangelisti Marco e Luca), una mandorla con l'immagine
di Cristo, i simboli degli altri 2 evangelisti. A destra in basso ci
sono i volti di 2 personaggi di cui forse uno è il ritratto dello
stesso Leone III. Di Fronte abbiamo una madonna con bambino del
Quattrocento e pochi passi in avanti c'e' l'abside occidentale. Il
quale a destra mostra una parte della parete dell'antica aula ad
corpus intonacata in rosso sui cui ci sono graffiti di antichi
pellegrini del IV/V secolo. A sinistra, invece, abbiamo i resti di
tre mausolei della necropoli di II-III secolo. L'
abside, costruita nel VI secolo, presenta un arco e un'unica
finestra. Ai lati ci sono due varchi: uno porta al piano terra del
campanile, l'altro conserva un affresco del X secolo raffigurante la
trinità eucaristica.
Nelle arcate cieche dell'abside ci sono i resti degli affreschi
commissionati dal vescovo Leone III; a destra e' visibile
un'immagine dell'Immacolata dell'XVIII secolo. La parete che divide
l'abside occidentale dall'edicola mosaicata, frutto di diversi
interventi succedutosi durante i secoli, presenta diversi strani di
affreschi tra cui uno raffigurante la vergine orante tra San Felice
e San Paolino (X seclo), uno raffigurante la Pieta' (XV secolo), uno
raffigurante una teoria di santi ( XIII- XIV secolo) infine uno
raffigurante san Sebastiano (XV secolo). Attraverso l'edicola
mosaicata passando sulle tombe dei vescovi Prisco e Musonio si
arriva al cuore del complesso: la tomba del Santo. Il sepolcro, in
mattoni rossi e' parzialmente coperta da una lastra marmorea con
l'immagine del buon pastore e due fori circolari. Sul pavimento,
attraverso vetrate, sono visibili tombe di altri 2 ambienti funerari
eretti presso il sepolcro. Questi furono distrutti quando, nel IV
secolo, fu costruita l'aula ad corpus. Essa aveva l'abside a Nord,
di cui si sono rinvenute le fondamenta circondate da tombe
altomedioevali, e l' ingresso a triforium conservato e tamponato ma
nascosto dagli archi dell'edicola mosaicata. Era affrescato e ci
resta la rappresentazione di una città che probabilmente fu
eseguita all'epoca di Paolino. L'edicola mosaicata, che circonda la
tomba del santo e i sepolcri, fu eseguita tra il 484 e il 523.
Presenta, come si è detto, su ogni lato 3 archi sostenuti da
colonne di spoglio. Il mosaico esterno e interno, parzialmente
conservato, presenta in alto un'iscrizione in latino che illustra i
lavori d'ampliamento e abbellimento. La parete ovest presenta una
decorazione a squame su fondo oro, mentre le altre 3 presentano
coppie di girari. Nella parete est si vedono 2 pavoni che si
abbeveramo da un vaso a 2 anse. Verso Nord due arcate collegano
l'edicola alla parete della basilica dove tra VIII e IX secolo sorse
la capella sancta sanctorum. A destra di questo ambiente ci sono
affreschi del XII secolo e sotto un altare con una nicchia per
reliquie. All' interno abbiamo una decorazione naturalistica e un
velarium: a destra abbiamo la Madonna in trono con bambino tra 2
angeli e a sinistra 3 santi. In fondo, verso nord, c'e' una scena
molto affollata di persone mentre in alto c'e' il Cristo
Pantocratore. A desra, attraverso una porta a vetri, sotto le volte
di fondazione della parrocchiale, ci sono i resti delle navate e
dell'abside orientale della basilica vetus. In occasione del
Giubileo del 2000, nella navata centrale e in quella di destra è
stato allestito l'antiquariun del complesso che accogli i reperti di
epoca romana, paleocristiana, medioevale e postmedioevale. A
sinistra un cunicolo permette la vista della navata sinistra dove ci
sono gli ambienti noti come "carcere" e "
fornace" di San Gennaro. Su di essi nel XVII secolo venne
costruita una cappella a lui dedicata demolita alla fine del
Settecento. In fondo alla navata centrale ci sono i resti
dell'abside orientale della basilica, affrescato con motivi
geometrici e alle spalle i resti di 2 ambienti ( protesis e
diaconicon della basilica) e il sepolcro dei principi alberini
feudatari di Cimitile. A destra, invece, si entra nella navata
destra dove ci sono resti d'affreschi. Entrando sul lato destro
della navata, ad un livello inferiore, c'e' un mausoleo e una fila
di tomba dell'antica necropoli romana ( II-III secolo) e più in
avanti la cappella del crocefisso dove alla fino al settecento
veniva conservato il crocefisso ligneo trecentesco sistemato ora
nella parrocchiale. |