Enoch: un ponte tra essenismo e cristianeismo

breve viaggio attraverso i passi che legano quattro misteriosi testi: 

il Libro dei segreti di Enoch, la lettera di Giuda, lo scomparso Vangelo ebraico di Matteo

ed il Rotolo dell'Angelo

Le Beatitudini nel libro dei segreti di Enoch e Matteo

La letteratura enochica permea la biblioteca qumramiana.

Copie del libro di Enoch sono state rinvenute a Qumran (grotta 7 vedi studi di Ernest Muro), ma, sono anche  vari i testi che sembrano tener ben presente la letteratura Enochica.

In questo capitolo proveremo ad abozzare un breve viaggio che dalla letteratura enochica ci porterà alla cultura giudaico cristiana e ad una delle più recenti scoperte archeologiche: il Rotolo dell'Angelo.


Una delle prime evidenti convergenze che emerge dalla lettura del "libro dei Segreti di Enoch", ed i Vangeli é la straordinaria somiglianza tra alcune parti di questo ed  una tra le più belle pagine dei Vangeli: le Beatitudini.

Non si può non rimanere colpiti dalla sequenza e unicità delle beatitudini pronunciate da Enoch che salito al cielo in anima e corpo,( elemento su cui torneremo inel prossimo paragrafo di questo capitolo), raccoglie il messaggio del signore e lo porta sulla terra comunicandolo ai figli.

Libro dei segreti di Enoch 42,6 Allora dissi, miei figli, e ora lo dico a voi: "Beato colui che teme il nome del Signore e che servirà per sempre davanti al suo volto e disporrà i doni, offerte di vita e vivrà la vita e morirà. [8] Beato colui che farà un giudizio giusto, (che) vestirà l'ignudo con la (sua) veste e all'affamato darà pane. [9] Beato chi giudicherà con un giudizio giusto l'orfano e la vedova e aiuterà ogni vittima dell'ingiustizia. [10] Beato colui che si trarrà indietro dalla via del cambiamento e che cammina per le vie diritte . [11] Beato chi semina i semi della giustizia, perché li mieterà al settuplo. [12] Beato colui nel quale é la verità e (che) dice la verità al prossimo. [13] Beato colui che ha sulle labbra la pietà e la dolcezza . [14] Beato colui che comprenderà le opere del Signore e lo glorificherà e a causa delle sue opere riconoscerà l'artefice" .

La sequenza delle beatitudini ed il loro contenuto, il fatto che siano espresse in un sol discorso, non può non richiamare le beatitudini nel Vangelo di Matteo:

Matteo 5, 3 
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
[4]Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
[5]Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
[6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
[7]Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
[8]Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
[9]Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
[10]Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

[11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Ma altri brani del testo enochico si avvicinano al contesto ed al linguaggio dei Vangeli.

Senza alcuna pretesa di esaustività proponiamo i seguenti condronti:

Libro dei segreti di Enoch 44,4. [4] Beato chi dirigerà il suo cuore verso ogni uomo, così da aiutare chi é giudicato e così da sostenere chi é spezzato e così da donare a chi ha bisogno, [5] perché nel giorno del grande giudizio ogni opera dell'uomo sarà rinnovata dallo scritto. Beato colui la cui misura sarà giusta e il peso giusto e le bilance giuste, perché nel giorno del grande giudizio ogni misura e ogni peso e ogni bilancia saranno esposti come sul mercato e ciascuno riconoscerà la sua misura e secondo questa riceverà la mercede

Matteo 7,1: Non giudicate, per non essere giudicati; [2]perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.


Libro dei segreti di Enoch 48,6 Distribuite questi libri ai vostri figli e i figli ai figli e a tutti i vostri parenti [7] e in tutte le vostre generazioni che hanno la saggezza di temere il Signore ed essi li accoglieranno e (ciò) sarà loro gradito più di ogni buon cibo e li leggeranno e si attaccheranno ad essi, [8] mentre gli insipienti che non conoscono il Signore non li accoglieranno, ma li respingeranno, perché il loro giogo sarà loro pesante. [9] Beato chi porterà il loro giogo e lo stringerà, perché lo troverà nel giorno del grande giudizio.

Ritorna un tema centrale nel discorso evangelico: farsi carico del gioco altrui e anche la medesima terminologia.

Un'altro interessante brano che riprende le benedizioni, ma le alterna a maledizioni a differenza del brano precedente.

Libro dei segreti di Enoch 52,1 Beato chi apre il suo cuore alle lodi e loda il Signore . [2] Maledetto chi apre il suo cuore all'insulto e alle calunnie contro il prossimo. [3] Beato chi apre la sua bocca, benedicendo e glorificando il Signore. [4] Maledetto chi apre la sua bocca per la maledizione e la bestemmia al volto del Signore. [5] Beato chi glorifica tutte le opere del Signore. [6] Maledetto chi insulta la creazione del Signore. [7] Beato chi considera le fatiche delle sue mani per innalzarle. [8] Maledetto chi mira a cancellare le fatiche degli altri. [9] Beato chi conserva i fondamenti degli antichi padri, [10] maledetto chi distrugge le regole e i limiti dei suoi padri. [11] Benedetto chi pianta la pace , [12] maledetto chi abbatte coloro che sono in pace . [13] Benedetto chi dice: pace e che ha la pace . [14] Maledetto chi dice: pace e non c'é pace nel suo cuore. [15] Tutto questo si svelerà sulla bilancia e nei libri nel giorno del giudizio terribile

E' interessante notare che questa contapposizione tra beatitudini e maledizioni, é presente nel medesimo testo e richiama, da un lato, la durezza del Documento di Damasco e della Regola della Comunità e la cotrapposizione tra gli eletti che seguono la legge nella comunità e coloro che si allontanano dalla Legge e dalla Comunità, dall'altro e le maledizioni che ricadono sui farisei.

Da Enoch al Rotolo dell'Angelo attraverso la Lettera di Giuda

La lettera di Giuda, uno dei brani più interessanti del Nuovo Testamento per lo studio della corrente giudaico-cristiana, insieme alla lettera di Giacomo, ci offre lo spunto per una analisi delle correlazioni tra la letteratura enochica, l'essenismo qumramiano e la corrente giudaico-cristiana.

L'autore della lettera é Giuda,  fratello di Giacomo (Colui che Paolo in Gatati chiama "Il Fratello del Signore"), che gli apocrifi riconoscono come fratellastro di Gesù e che é, indubbiamente a capo della corrente giudaico-cristiana che aveva come riferimento unico la Chiesa di Gerusalemme.

Vemo ai passi sui quali focalizzeremo la nostra attenzione:

Giuda 9 Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunziare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!»

Giuda 14 Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi

Giuda 15 per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui».

Vediamo le principali anomalie che questi brani evidenziano

1) la lettera fa chiaramente riferimento ad un testo, il Libro di Enoch appunto, non incluso nel canone veterotestamentario, che é un caso relativamente raro se non unico nel Nuovo Testamento. 

2)  il testo parla chiaramente, della assunzione in cielo di Mosè in cielo ed  in carne, la fonte di questo richiamo non é nota e sicuramente non proviene dal canone neotestamentario

3) la citazione del libro di Enoch, sebbene non esplicitamente, richiama l'assunzione in corpo dello stesso Enoch narrata nel Libro dei Segreti.

Libro dei segreti di Enoch  III,1 Accadde che, mentre parlavo ai miei figli, i due uomini mi chiamarono e mi presero sulle loro ali. Mi portarono nel primo cielo e mi posero là. 

I casi di assunzione al cielo in carne, noti dalla letteratura neotestamentaria sono estremamente rarie sono riassumibili unicamente nei due segnalati in questo testo, direttamente (Mosè) o indirettamente.

Va anche notato che l'assunzione in cielo é un fenomeno segnalato unicamente negli apocrifi del VT.

Attraverso gli elementi evidenziati giungiamo ad un'altra delle rarissime assunzioni al cielo in testi veterotestamentari o comunque precedenti all'era cristiana: il Rotolo dell'Angelo.

Purtroppo questo testo di inestimabile interesse storico é purtroppo, noto solo attraverso le relazioni di alcuni studiosi che hanno avuto la fortuna di leggerlo: il Rotolo dell'Angelo. 

Informazioni sull'argomento possono essere ritrovate ai seguenti indirizzi:

 http://lettere.unipv.it/SETH/bpadiah.htm 

 http://www.csec.ac.uk/benpadia.html 

Scoperto, pare, nel 60 giunge dopo varie peripezie in europa e staziona presso un monastero benedettino ove viene gelosamente e segretamente custodito da un monaco di nome  Matheus Gunther. 

Nel 96 il monaco rivela al Times l'esistenza del testo ed il fatto che era in suo possesso. 

Una copia del testo ed una trascrizione pervengono ad un certo Steve Daniels amico del Gunter che avrebbe dovuto curarne la pubblicazione (dico avrebbe dovuto perchè dalla notizia sul Jerusalem Post del 1999 http://www.csec.ac.uk/benpadia.html  sono passati già 2 anni e ben 5 dalla rivelazione di Gunter). 

Gli studiosi israeliani hanno, per ora, fornito una copia del testo trascritto ma nessuna fotografia. 

La datazione al radiocarbonio collocherebbe la stesura del testo al I secolo d.c. 

Gli studiosi Israeliani che hanno studiato il testo affermano che il suo contenuto é in grado di rivoluzionar la storia cristiana: ma che cosa contiene di tanto misterioso questo testo (gli israeliani affermano che rivoluziona la storia del cristianeismo)? 

Nel testo si narra della visione avuta da Jeshua ben Pediah (Gesù figlio di Pediah) nei pressi del Mar Morto.

Il misterioso personaggio sarebbe stato accompagnato in cielo dall'angelo Panameia (o Pnimea). 

Il testo, dai resoconti, sembra estremamente vicino per forma e contenuto alla scrittura qumramiana.

Come hanno fatto notare alcuni studiosi (prof.Elio Jucci) sia  Jueshua che Pediah sono nomi comuni nella letteratura del VT  e l'associazione tra il gesù storico ed il personaggio, proposta dagli Israeliani, é quantomeno azzardata.

Probabilmente anche un giudizio negativo e drastico é parimenti superficiale.

Coma abbiamo segnalato, l'ascensione al cielo é un tema rarissimo nel VT tanto che la somiglianza tra l'ascenzione descritta da questo testo e quella del libro dei Segreti di Enoch, fece classificare inizialmente, questo testo semplicemente come un documento "simile" al testo enochico (vedi articolo sul Jerusalem Post).

Nell'analizzare le scarne informazioni che si hanno su questo testo, non possono non tornare alla mente i 40 giorni trascorsi nel deserto, nè l'importanza che al testo enochico da la corrente giudaico cristiana (vedi lettera di Giuda) e quella esseno qumramiana.

Il fatto che il documento sia stato trovato nei pressi del territorio qumramiano e quindi in quello che probabilmente fu il luogo scelto da Gesù per il volontario esilio durato 40 giorni, lascia aperto più di un interrogativo.

La rarità del fenomeno di ascenzione in corpo prima dell'era cristiana e prima della morte di Gesù temo ponga un problema serio: Se Enoch e Mosè sono dei pilastri della cultura ebraica , Juashua ben Pediah chi é? 

Credo che questo sia un aspetto non marginale per la valutazione del testo,

Dal Rotolo dell'Angelo alle Toledoth Ebraiche attraverso il Vangelo Ebraico di Matteo

Giungiamo alla fine di questo veloce percorso che da Enoch ci ha portato al Rotolo dell'Angelo per chiudere il cerchio sul misterioso personaggio citato nel rotolo che ascende al cielo come Mosè ed Enoch prima di lui: Joushua ben Pediah.

Senza alcuna pretesa di esaustività ho voluto tracciare una pista possibile tra essenismo qumramiano e giudeo-cristianesimo attraverso la letteratura enochica che si dimostra, per diversi versi, centrale per entrambe le correnti teologiche.

I documenti che utiizzeremo in questo paragrafo sono estremamente poco noti, vuoi perchè non ce ne é pervenuta alcuna copia, ma sono noti unicamente attraverso le citazioni della patristica (Vangelo ebraico di Matteo), vuoi perché appartengono ad una antica serie di scritti polemici di matrice ebraico ( Toledoth Yeshu)

Il Vangelo ebraico di Matteo e la nascita di Gesù

Il primo capitolo del Vangelo ebraico di Matteo é desumibile dalle citazioni di epifanio comparate con le sequenze narrative di Marco e Matteo.

Ci limitiamo a segnalare i brani principali rimandando alla sezione documenti del sito per la lettura completa del testo. 

Vangelo Ebraico di Matteo 1,4 Nei giorni di Erode re di Giudea, sotto il sommo sacerdote Caifa, uno di nome Giovanni andò sul fiume Giordano a battezzare con il battesimo di penitenza. [5] Di lui si diceva che fosse della stirpe del sacerdote Aronne, figlio di Zaccaria e di Elisabetta. E tutti accorrevano da lui.2

[6]Quando Giovanni battezzava, accorsero da lui i farisei e furono battezzati e così tutta Gerusalemme. Giovanni aveva un abito di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi.[7]Il suo cibo era miele selvatico, ed il gusto come quello della manna, come uva schiacciata all'olio.3

[8]Mentre era battezzato il popolo, venne anche Gesù e fu battezzato da Giovanni. [9]E salito che fu dall'acqua, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito santo, in forma di colomba, che scese ed entrò in lui. [10]Ed una voce disse dal cielo: "Tu sei il mio figlio diletto. In te mi sono compiaciuto". [11]Ed ancora: "Oggi ti ho generato". E il luogo fu subito irradiato da una grande luce.

[12]Giovanni a questa vista chiese: "Chi sei tu?". E di nuovo una voce dal cielo a lui : "Questo é il mio figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto" allora Giovanni cadde ai suoi piedi e disse: "Ti supplico, Signore, battezzami tu!". Ma lui l'impedì dicendo: "Lascia! Conviene, infatti, che si adempia ogni cosa.4

 

La differenza  tra la narrazione della discesa dello Spirito Santo tra la versione del Vangelo di Matteo greco (la colonba scende su Gesù) a noi pervenuta e quella narrata da Epifanio (la colomba entra in Gesù) e non é marginale. 

Epifanio fa notare la sostanza teologica che differenzia le due narrazioni e rende inaccettabile la seconda.

"La loro narrazione (gi giudeo-cristiani poi ebioniti) afferma che Gesù fu generato da seme umano, e scelto poi da Dio: fu per questa elezione divina che fu chiamato figlio di Dio, dal Cristo che entrò in lui dall'alto in forma di colomba. Essi negano che sia stato generato da Dio Padre ma affermano che fu creato come uno degli angeli... sebbene egli sia al di sopra degli angeli e di tutte le creature dell'Onnipotente e sia venuto, come è riferito in quel cosiddetto vangelo secondo gli Ebrei'': "Io sono venuto ad abolire i sacrifici. E se non cesserete dall'offrire sacrifici, non desistere… da voi l'ira" (EPIFANIO, Haeres., 30, 16, 4Ä5).

Sul medesimo argomento Origene segnala: "Se uno accetta il vangelo secondo gli Ebrei, resterà perplesso, giacchè‚ qui lo stesso Salvatore afferma:

"Poco fa mia madre, lo Spirito santo, mi prese per uno dei miei capelli e mi trasportò sul grande monte Tabor" (ORIGENE, In Johan., 2, 6 e In Jerem., 15, 4).

Ricapitolando, il Vangelo ebraico di Matteo, almeno per la parte nota attraverso le citazioni di Epifanio, ci suggerisce le seguenti riflessioni:

 1) A differenza del Matteo greco ed in analogia con Marco fa partire la narrazione dal battesimo di Gesù sottolieandone una funzione (che vedremo) molto superiore a quella indicata dal Vangelo di Marco ebraico e dallo stesso Matteo greco 

2) Indica chiaramente il nome dell'autore generando, forse, la legenda che vuole il Vangelo attribuito a Matteo realmente scritto dalll'apostolo "ho chiamato pure te, Matteo, che eri seduto al telonio, e tu mi hai seguito" 

3) Segnala una differenza all'apparenza irrisoria ma non sfuggita ad Epifanio: La colomba scende in Gesù e non su Gesù.Infatti Dio dice ""Oggi ti ho generato"

Ritorniamo sull'ultimo argomento che volevo soffermarmi.

Secondo gli ebioniti come segnalano Origene ed Epifanio, la reale nascita di Gesù é totalmente irrilevante poiché il vero parto avviene con il battesimo: ciò che era Gesù prima, quindi, non importa e questo spiega chiaramente perché il primo Vangelo (vedi anche Marco) fu scritto privo della introduzione sull'infanzia di Gesù.

E' una spiegazione lineare e logica ripresa dalle correnti protognostiche:

Filippo 17 Taluni hanno detto che Maria ha concepito dallo Spirito Santo. Essi sono in errore. Essi non sanno quello che dicono. Quando mai una donna ha concepito da una donna? Maria è la vergine che nessuna forza ha violato, e questo è un grande anatema per gli Ebrei, che sono gli apostoli e gli apostolici. Questa Vergine, che nessuna forza ha violato [...], e le Potenze si contaminano. E il Signore non avrebbe detto: "Mio Padre che è nei cieli," se non avesse avuto un altro padre, ma avrebbe semplicemente detto: "Mio Padre 

In buona sostanza nel Vangelo primordiale il battesimo aveva una funzione centrale di generazione di Gesù come figlio di Dio con Padre Dio e madre lo Spirito Santo.

Questo é il motivo più probabile per il quale  nelle versioni più antiche dei Vangeli la narrazione parte dal battesimo ignorando gli accadimenti precedenti.

Giuseppe, allora, non ha una funzione?

Non é propriamente così se nello stesso Vangelo apocrifo di Filippo si legge: 

 Filippo 91 L'apostolo Filippo ha detto: " Giuseppe il falegname ha piantato un giardino, perché aveva bisogno di legna per il suo mestiere. È lui che ha costruito la Croce con gli alberi che ha piantato. Il suo seme è stato Gesù, la Croce la sua pianta

Le Toledoth Yeshu ed il Rotolo dell'Angelo

Dall'ottimo lavoro di uno dei pionieri della Ns Mailing List  "Frank Powerfull " estraggo una breve introduzione alle Toledoth.

Scrive Frank:

Le Toledoth (da tradurre semplicemente come “storie” o "dicerie") sono un genere tradizionale ebraico di narrazioni relative spesso ad argomenti scritturali. In particolare, le Toledoth Yeshu sono racconti polemici che rivisitano la storia di Gesù e della nascita del Cristianesimo in chiave di derisione e condanna. I documenti risalgono al più presto al tardo Medioevo; più spesso sono inseriti in opere a stampa di età rinascimentale. Le tradizioni a cui si riferiscono sono invece in parte assai più antiche, dovendo essere ricondotte alla prima polemica tra giudaismo e corrente giudeo-cristiana e successivamente alla difesa ebraica contro l’accusa di deicidio. Numerosi elementi narrativi riconoscibili in questa Toledoth sono già presenti nella polemica antigiudaica dei primi padri della chiesa (Tertulliano, Origene); altri episodi sono riscontrabili in testi di provenienza rabbinica, anch’essi databili ai primi secoli del Cristianesimo.

Sempre dal sito di Frank prelevo il seguente brano:

...Altri non sembrano avere riscontro nella letteratura cristiana: si tratta probabilmente di elementi favolistici e tardi, ma non si può escludere che in parte derivino da tradizioni antiche delle quali non siamo più a conoscenza. Senz’altro antico è il nome “Pantera” o “Pandera” per il padre di Gesù, che si trova già in Celso (attribuito però ad un soldato romano) e in accenni di Origene alla genealogia di Giuseppe. Siamo probabilmente di fronte alla deformazione ingiuriosa del termine “parthenos” (= vergine in greco), per cui Gesù, da figlio della vergine diventerebbe “figlio della pantera”.

E quindi ecco la citazione dal Taledoth Yeshu :

Nell’anno 3671 [circa 90 AC (G)] ai giorni di Re Ianneo, una grande sventura colpì Israele, quando dalla tribù di Giuda sorse un certo uomo malfamato di nome Giuseppe Pandera. Viveva a Betlemme, in Giudea.

Si noti, peraltro, la retrodatazione della nascita di Gesù di ben 90 anni in coincidenza con il regno di Alessandro Ianneo, cosa che ci riporta con forza, alla datazione del maggior numero di testi della biblioteca Qumramiana .

Non si può non notare, ed é infatti stata notata, la somiglianza tra il Yoshua ben Pandera ed il Yoshua ben Pediah (constatazione ricordata anche nell'articolo di Jucci).

Conclusioni

Certo non vogliamo sostenere che il personaggio del Rotolo sia con certezza Gesù, come hanno affermato gli studiosi israeliani, ma non credo si faccia un buon servizio alla completezza e correttezza della informazione se non ci si sofferma solamente sull'aspetto della somiglianza dei nomi e non, sugli elementi di ordine generale, storico e teologico che ho evidenziato (se ne potrebbero constatare molti altri ma ciò richiederebbe uno studio comparativo approfondito  e soprattutto la disponibilità del testo completo del Rotolo dell'Angelo).

Il tema della letteratura enochica e la scarsissima conoscenza di questi testi fuori dal ristretto ambito accademico, ci riporta alla scarsa conoscenza della biblioteca Qumramiana (in particolare i 50 documenti pubblicati da Eisenamann) e di quella ricchissima di Nag hammadi, oltre che alla scandalosa esistenza, a 50 anni dal ritrovamento, di testi non ancora pubblicati e di estrema rilevanza quali il Rotolo dell'Angelo o le copie del libro di Enoch.

A nostro avviso c'è ancora molto da fare, a cominciare dalla divulgazione di questo materiale,:questo é il primo copito che ci siamo prefissi. Insieme a questo desideriamo proporre, senza alcuna pretesa  alcuni temi che, a nostro avviso sono rimasti inesplorati e, seppure discutibili, dimostrano, da un lato la ricchezza e la poliedricità del materiale in nostro possesso, e dall'altro la scarsità e lacunosità degli studi su di esso.