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Anomalie ed anacronismi nei Vangeli: gli studi di Donnini

Sebbene la trattazione dei problemi connessi alla datazione, alla autenticità ed alle anomalie dei Vangeli non sia l'argomento principale delle ricerche illustrate nel presente sito web, é innegabile che le osservazioni scaturite dalla ricostruzione hanno più volte prodotto conseguenze dirette sull'argomento.

In considerazione ci ciò, ci sembra doveroso affrontare, anche se sicuramente non in maniera esaustiva, il problema. Per farlo cercheremo di utilizzare direttamente le fonti accessibili attraverso Internet con particolare riferimento agli studi che, a nostro avviso, offrono un maggiore ed innovativo contributo sulla questione e che ci consentono di verificare la correttezza delle ipotesi avanzate.

Gli studi che, a nostro avviso, offrono maggiori spunti di riflessione sono quelli del dr. Donnini, illustrati in sintesi all'interno del suo sito.

Cercheremo, in particolare, di verificare la rispondenza delle ipotesi da noi avanzate relativamente ai Vangeli di Marco e Matteo con le relative parti degli studi di Donnini.

Sintesi delle tesi di Donnini su Marco e Matteo

Il dr. Donnini fa rilevare alcune interessanti anomalie e differenze presenti tra il Vangelo di Matteo e quello di Marco e relative alle modalità dell'arresto e del processo di Gesù.

La tesi di Donnini, che ci permettiamo di riassumere rimandando al suo sito per l'approfondimento, é che  Gesù, arrestato come pericoloso terrorista dai romani, fu processato da questi con l'accusa di essersi dichiarato re dei giudei e di stimolare, attraverso la sua pretesa regalità, una resistenza armata all'impero romano destinata a liberare Israele dalla occupazione.

Gli elementi che Donnini porta a sostegno della sua tesi sono ricavati dalla comparazione tra la versione dei fatti fornita da Giovanni, Marco e Matteo.

E' proprio da Giovanni che Donnini ricava due informazioni essenziali, sull'arresto di Gesù:

- il numero (600) di soldati romani utilizzati per l'arresto

- il tentativo di resistenza armata che vede nell'azione di Pietro (recise con la spada l' orecchio di una delle guardie) la prova della opportunità dell'adozione di una precauzione (ben 600 soldati) in apparenza eccessiva.

Un'ulteriore deduzione viene avanzata comparando Marco e Matteo, in pratica Donnini mostra l'anomala simmetria tra il processo a Gesù di fronte a Caifa descritto in Matteo e quello di fronte a Pilato descritto in Marco.

Questa osservazione si associa alla inattendibilità del processo si fronte a Caifa (motivata attraverso vari anacronismi), della possiblità di una condanna autonoma per lapidazione non decisa da Caifa, dalla inattendibilità dell'atteggiamento conciliante di Pilato e della liberazione di Barabba, che, come fa notare Donnini, veniva denominato nelle antiche versioni dei Vangeli Iesous Barabbas, cioè Gesù Figlio di Dio (Abba = Padre), generando così una evidente anomala coincidenza.

In pratica Matteo sembra, sia rispetto a Marco che a Giovanni, preoccupato di mostrare che i romani non sono responsabili della morte di Cristo, gli unici responsabili sono gli ebrei.

Con questa finalità, inventa un processo di fronte a Caifa, reinterpetrando quella che era solo una consultazione che in Giovanni si svolge di fronte al suocero di Caifa e non di fronte al sommo sacerdote.

Un'ultima interessante osservazione che mostra la scarsa attendibilità di alcuni dei riferimenti in Marco é Matteo é l'attribuzione del termine Nazareno alla città di Nazaret.

Donnini mostra come i riferimenti topologici alla città di Nazaret, sulla base dei recenti ritrovamenti archeologici, siano del tutto errati, arrivando a suppore che Nazaret non esistesse quando i due Vangeli venivano scritti e che, invece, la città natia di Gesù fosse Gamla, non a caso sede di disordini fomentati dagli zeloti in anni immediatamente al ridosso di quelli che videro in nascere della prima comunità cristiana.

Verifica delle ipotesi avanzate sui Vangeli nei precedenti capitoli

Le osservazioni di Donnini mostrano che il Vangelo di Matteo (vedi processo a Caifa) e quello di Marco (vedi problema inerente la città di Nazaret) sono di certo ed entrambe stati rimaneggiati, probabilmente sia a ridosso del periodo che precede il 70 d.c. che successivamente ad esso.

In pratica le affermazioni della patristica, che parlano di una versione del Vangelo degli Ebrei (o dei Nazorei) e che segnalano come questo fosse una versione ridotta del Vangelo di Matteo, priva di alcune parti essenziali quali le genealogia, diviene ora più chiara.

In pratica, sulla base delle osservazioni ora fatte e su quelle esposte in precedenza ,possiamo avanzare la seguente ricostruzione complessiva.

Il primo vero Vangelo fu scritto in ebraico e da questo sono stati tratti la versione greca del Vangelo di Matteo e quello di Marco.

Inizialmente i giudeo - cristiani, integrarono il loro Vangelo inserendo la genealogia e lo tradussero in greco per utilizzarlo come contro - vangelo rispetto a quello predicato da Paolo.

Ci sembra poco probabile che siano stati essi ad aggiungere (inventandolo) il processo di fronte a Caifa per evitare il sospetto di attività sovversiva ed antiromana.

Sulla stessa base fu, inizialmente, stilato il Vangelo di Marco, ispirato dai suggerimenti di Paolo ma approvato anche dalla Chiesa di Gerusalemme e da Sila.

In quel Vangelo si omisero le parti inerenti la Legge su consiglio di Paolo, e il testo fu approvato da Gerusalemme che non intendeva appesantire la evangelizzazione dei pagani in linea con le decisioni del Concilio.

Con la scomparsa dei giudeo - cristiani seguita alla distruzione del Tempio, il Vangelo degli ebrei originale in ebraico, scomparve, anche grazie anche alla successiva persecuzione contro l'eresia Ebionita.

Alla sua traduzione in greco, fatta dai giudeo cristiani con l'aggiunta di parti come la genealogia, vennero aggiunte ancora, in ambito paolino, le sezioni inerenti il processo di fronte a Caifa, con lo scopo di  eliminare eventuali messaggi che potessero risultare antiromani.

Le modifiche furono sicuramente introdotte dopo il 70 e quindi dopo la stesura del Vangelo di Luca. La presenza della giustificazione Gesù il Nazareno con la sua origine nella città di Nazaret, oltre che giustificare l'attendibilità di questa ipotesi, rientra anche nella risposta al timore di possibili repressioni da parte dei romani.

Il Nazareno poteva essere associato (e forse come pensa Donnini, lo era) alla sua appartenenza alle sette con tendenze indipendentiste, messianiche e sostanzialmente zelote.

La modifica fu dettata dalla constatazione che quel Vangelo era ormai troppo diffuso e noto per poterlo dichiarare non valido (del resto era stato probabilmente, quello utilizzato dai dodici).

Il Vangelo di Marco, non potè essere eliminato, per analoghi motivi e del resto, anche se non abracciava le tesi di Paolo non le negava neppure.

Probabilmete alla versione originarle greca, furono successivamente aggiunte le sezioni inerenti la resurrezione.

Il Vangelo di Luca, la cui stesura dovette essere successiva a Matteo e Marco, ma comunque precedente al 70 d.c., fu il primo ad introdurre inventandolo, il processo di fronte a Caifa, ed insieme anche quello di fronte a Pilato.

Sulla base del Vangelo di Luca furono, probabilmente non molto dopo il 70 d.c., prodotte le modifiche che abbiamo menzionato alla Versione greca di Matteo.

Tra queste modifiche c'è anche stata, probabilmente, la introduzione della funzione primaria di Pietro, che ha sostituito quella di Giacomo, per gli ovvi motivi dovuti ai contrasti tra questi e Paolo.

La funzione guida di Giacomo é chiaramente indicata nel Vangelo apocrifo di Tommaso, ma é assente dai canonici.

La sequenza delle stesure dei Vangeli ipotizzata, può essere schematizzata come segue:

 

Vangelo degli Ebrei in ebraico

(autore probabilmente Matteo)

Vangelo degli Ebrei tradotto in greco

(autori i giudeo - cristiani vicini alla chiesa di Gerusalemme)

con l'aggiunta della genealogia

Vangelo attribuito a Marco

(non scritto da Marco ma da un discepolo di Paolo non )

in greco estratto dal Vangelo degli Ebrei a meno di parti scomode alla predicazione di Paolo

Vangelo attribuito a Luca

(scritto di Dema lo stesso autore degli Atti)

in linea con la Teologia di Paolo con l'aggiunta del processo a Caifa insieme a quello di fronte a Pilato

Vangelo di Giovanni

Versione definitiva del Vangelo di Matteo

ottenuto dalla versione in greco del Vangelo degli Ebrei rimaneggiato sulla base del Vangelo di Luca

in linea con la teologia paolina

Versione definitiva del Vangelo di Marco

Ottenuta aggiungendo le sezioni conclusive sulla resurrezione

in linea con la teologia paolina

 

Come si evince dalla ipotesi avanzata, pur nella numerosità delle versioni, é evidente che la fonte primaria ed unica dei Vangeli é il Vangelo di Matteo (o Vangelo degli ebrei) originariamente scritto in ebraico.

I rimaneggiamenti (nelle sole versioni greche) e la moltiplicazione dei Vangeli, almeno di quelli cui facciamo riferimento é essenzialmente dovuta alla necessità di giustificare (nel caso di cristianesimo che si rifà a Paolo) o di screditare (nel caso di cristianesimo di origine giudea) la teologia ideata da Paolo di Tarso .

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