GINO SEVERINI

Gino Severini col berretto da muratore.

Al grande artista, è intitolato l’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna.


"Oggetto precipuo del mio insegnamento è stato il mosaico parietale, e in quanto arte murale il mosaico ancor più si allontana dal quadro, o pittura da cavalletto.

Trattandosi dunque di un’Arte destinata a ricoprire vaste superfici, in chiese, palazzi pubblici, stazioni, ecc…, la non-rappresentazione, oggi tanto di moda, è poco indicata, perché gli smalti e i marmi, disposti su forme piate, anche se con un certo mestiere, perdono molto del loro splendore; questi colori hanno bisogno di essere modulati in una molteplicità di valori pittorici che possono venir suggeriti soprattutto da una rappresentazione anche se lontana dalla realtà, trasposta e astratta come una testa di Cèzanne o di Van Gogh.

Nella maggior parte dei casi, le forme piatte, in mosaico, sono un nonsenso. Tutto dipende però dalla formazione intellettuale e spirituale del mosaicista-artista che concepisce il cartone e prende a dirigere l’esecuzione."

Gino Severini
Da "L’introduzione alle lezioni sul Mosaico" tenute all’Accademia di Belle Arti di Parigi.

Gino Severini (1883 - 1966). Nato a Cortona il 7 aprile 1883. Nel 1901 conosce il giovane pittore Umberto Boccioni che lo presenta al già affermato artista Giacomo Balla di cui frequenta lo studio romano. Nel 1906 parte per Parigi dove conosce Amedeo Modigliani che lo conduce al Lapin Agile, ritrovo di artisti. Qui incontra, tra gli altri, Max Jacob. Nel 1909, il 20 febbraio, sul "Figaro" viene pubblicato il primo Manifesto del Futurismo di F.T. Marinetti. A Milano, Boccioni, Carrà e Russolo propongono a Marinetti di lanciare anche un manifesto sulla pittura. L’11 febbraio del 1909 è pubblicato il Manifesto della pittura futurista che reca le firme di Boccioni, Carrà, Balla, Severini e Russolo. Il 2 aprile dello stesso anno viene lanciato il Manifesto tecnico della pittura futurista e, a Parigi, Braque lo presenta a Picasso nel cui atelier conosce Apollinaire. Grande successo dei pittori cubisti al Salon d’Automne. E’ ormai considerato fra i più grandi artisti del secolo e, fino all’anno della sua morte, realizza opere pittoriche e decorative passando futurismo al cubismo, dall’astrattismo al figurativo classico, dai quadri da cavalletto alle grandi decorazioni pubbliche, dalla pittura al mosaico. Fu anche Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Parigi e presso quell’Istituto tenne numerose lezioni sul mosaico, disciplina alla quale egli si legò per interesse personale.
Al maestro furono commissionati i disegni per i mosaici della parte più importante del viale presente nel piazzale dell'Impero a Roma (inaugurato il 16 maggio 1937).
Fu spesso a Ravenna per imparare le tecniche del mosaico bizantino e collaborò coi migliori mosaicisti della Città, fra tutti il Prof. Antonio Rocchi che, in seguito fu Direttore dell’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna, il quale anche realizzò numerose decorazioni musive su cartone di Severini col quale lavorò per numerosi anni a Parigi, in Italia e in Svizzera. Il mosaicista Romualdo Mattia realizzò, dal 1945 al 1946, i mosaici della "Via Crucis" di Cortona. Ancora nel 1952 è un suo cartone ad essere utilizzato per la realizzazione di un mosaico per l'Hotel Corona di Cortina con direzioen dei lavori a Renato Signorini.
Morì a Parigi nel 1966 e fu sepolto a Cortona il 15 aprile di quell’anno.

Il Maestro Gino Severini con un colombo.


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