RSU - Servizi ICT / EDS - Milano

Sicurezza sul lavoro


 Il modo in cui Servizi ICT/EDS ha affrontato, in questi due anni di vita, la questione della sicurezza sul lavoro è a dir poco sconcertante.

Da azienda “dinamica” come ama definirsi ha cambiato ben 3 RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione) e l’attuale RSPP è in carica da pochi mesi. Non è quindi solo a lui che addebitiamo la situazione che andiamo a descrivere, ma all’azienda nel suo complesso.

Il D.Lgs. 626 del ‘94 prevede una serie di obblighi per le aziende sul fronte “sicurezza”. Tra questi innanzitutto un esame approfondito dei rischi a cui possono andare incontro i lavoratori e un piano per la riduzione di tali rischi al minimo tecnicamente possibile. Il tutto deve essere contenuto in un documento ufficiale di valutazione dei rischi.

Questo documento in azienda non esiste ancora. Una società esterna è stata incaricata di redigerlo, dopo l’ennesima ristrutturazione della sede, ma siamo ancora in attesa di vederne la bozza.

Ma non è questo l’unico aspetto carente. Nulla è ancora stato fatto per preparare un piano di emergenza da attuare in caso di incendio o necessità di evacuare il palazzo; nemmeno sono state approntate le squadre di emergenza o è stata effettuata una prova di evacuazione nei due anni abbondanti di vita della società, per non parlare della riunione annuale sulla sicurezza, che in due anni abbondanti non è mai stata fatta.

Gli unici obblighi ottemperati dall’azienda sinora sono state le visite mediche obbligatorie per chi utilizza i videoterminali (effettuate peraltro nel ’99 e quindi riguardanti una parte degli attuali dipendenti) e la formazione (anch’essa effettuata tempo fa e mai più ripresa).

Per il resto attenzione “formale” alle nostre sollecitazioni, impegni “formali” ad attuare le azioni imposte dalla legge, ma ancora nessun risultato.

Eppure di rischi ne corriamo anche noi che non lavoriamo in fonderia, né in un’industria chimica. L’incendio non è poi un incidente così remoto nei palazzi adibiti ad ufficio (il caso dell’IBM di Segrate insegna), tanto più quando nei sotterranei sono depositate tonnellate di carta che deve essere utilizzata nel CED stampe e in ogni locale/ufficio sono presenti apparecchiature elettriche. Abbiamo da tempo sollevato il problema, ci è stato risposto che verrà attuato un progetto di risanamento del seminterrato finalizzato a mettere in sicurezza i locali (e ad ottenere il benestare dei vigili del fuoco), ma come per le altre attività siamo sempre in attesa di vedere qualche risultato.

Abbiamo anche chiesto di verificare un rischio potenziale legato alla presenza di onde elettromagnetiche generate non solo dalle apparecchiature di lavoro, ma anche dalle antenne radio poste sul tetto; ci è stato risposto che è tutto a norma, senza mostrarci uno straccio di documento, senza effettuare uno straccio di misurazione! Che fiducia possiamo avere di un’azienda simile?

Ci siamo occupati dei presidi, dove i nostri colleghi spesso sono costretti a lavorare in condizioni disagiate e in spazi modesti. Abbiamo fatto ben due sopralluoghi, di cui l’ultimo un mese fa, redigendo un verbale insieme al RSPP e chiedendo una serie di azioni correttive. Stiamo aspettando qualche esito ...

E’ chiaro che non possiamo andare avanti all’infinito a sollevare problemi, a chiedere che vengano risolti e vedere i mesi passare senza risultati.

Se non v’è altra via ricorreremo alle autorità competenti, chiedendo che vengano di persona a verificare le inadempienze della società.

Milano, 26 marzo 2001                                                                     gli R.L.S. Servizi ICT


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