Comunicato sindacale
La "Letterina a Babbo Natale" comparsa nei giorni scorsi in bacheca (vedi allegato) aveva come obiettivo quello di evidenziare, sotto forma di un'ironica lettera "manageriale", il malessere che cova tra i dipendenti e che l'azienda, affrontando la questione dell'aggiornamento del CREA in modo superficiale e contraddittorio, non ha fatto altro che aumentare.
Il fatto che in azienda si sia seriamente cercato di scoprire l'identità del fantomatico "dirigente" responsabile di aver svelato inconfessabili retroscena è una palese dimostrazione che la satira ha colto profondamente nel segno.
Invece di andare alla ricerca di singole responsabilità l'azienda farebbe meglio a prendere sul serio le denunce che continuamente le arrivano dalle RSU e cambiare atteggiamento nei confronti delle RSU stesse e di tutti i lavoratori.
Troppi sono i fatti che in Servizi ICT stanno accadendo e che sono colti da tutti noi come segnali molto negativi. Oltre alla nota vicenda del CREA (per la quale l'RSU ha raccolto numerosissime lamentele e si aspetta dall'azienda adeguate risposte) non si possono dimenticare i pesanti cambiamenti organizzativi avvenuti a livello EDS, che hanno visto l'organizzazione di S.ICT sparire quasi completamente, annegata in quella più vasta e multi-cliente di EDS.
Come pure gli spostamenti di attività da S.ICT ad altre realtà del Gruppo, che non vengono neppure più comunicati ai delegati sindacali e che rischiano di creare problemi anche dove di problemi non dovrebbero essercene, visto il contratto in essere con ENI.
Si badi bene che non stiamo parlando della sostituzione degli "esodi incentivati" rispetto ai quali ancora stiamo aspettando delle risposte e che dovrebbero essere utilizzati per risolvere parte degli esuberi che l'azienda dichiara di avere nel Gruppo.
E sul fronte della formazione e della qualificazione del personale cosa ha da offrire in questo momento l'azienda? Quali prospettive ci sono per la crescita professionale dei dipendenti, che l'azienda ha sempre detto di ritenere il suo principale "patrimonio"?
Per non parlare degli stipendi che stanno perdendo potere d'acquisto e del premio di partecipazione il cui rinnovo non è neppure all'ordine del giorno.
Tutto questo mentre l'azienda non fa che richiedere sempre maggiore disponibilità, sia in termini di orari che di attività svolte, arrivando all'assurdo di considerare "lavativi" coloro che si rifiutano di farsi sfruttare oltre un certo livello.
Su tutti questi temi stiamo da tempo ponendo domande, ma se non arriveranno adeguate risposte sarà inevitabile aprire una vertenza specifica, per costringere l'azienda a più miti consigli.
Milano, 20 dicembre 2004
RSU Servizi ICT Milano