Contratto Nazionale dei metalmeccanici

Inizia la trattativa

Per i metalmeccanici oggi inizia la trattativa pił difficile. Sindacati di categoria e associazioni industriali siedono infatti al tavolo del negoziato per il rinnovo del contratto collettivo. Ma le organizzazioni dei lavoratori, per la prima volta da 36 anni, si presentano con tre piattaforme separate. Un distacco, quello maturato tra Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, che risale almeno al luglio del 2001, quando i metalmeccanici di Cisl e Uil siglarono con Federmeccanica un accordo per il rinnovo del secondo biennio economico che la Fiom invece non sottoscrisse. Le strade delle tre organizzazioni si sono poi divaricate quando, l'estate scorsa, esplose la crisi Fiat: in quell'occasione, ancora una volta, Fim e Uilm firmarono un accordo sulla mobilitą con l'azienda torinese e la Fiom no. Rapporti complicati, dunque, che si incuneano in un dialogo unitario molto difficile anche a livello confederale.

Il rinnovo del contratto, scaduto il 31 dicembre 2002, riguarda un milione e 600 mila addetti, il 10% del totale degli occupati italiani per una produzione che rappresenta il 37% del totale manifatturiero. Un primo risultato i sindacati lo hanno raggiunto con la stipula del nuovo contratto per i 400 mila artigiani metalmeccanici chiuso nei giorni scorsi. Ma l'accordo ponte, firmato da tutte e tre le federazioni, rappresenta probabilmente solo una parentesi unitaria. 

L'unica posizione comune ai sindacati riguarda la bocciatura del tasso di inflazione programmato dal governo per il 2003 e 2004 (1,4%): le sigle metalmeccaniche chiedono (ciascuna fissando autonomamente la propria percentuale) aumenti in linea con l'inflazione reale. Confindustria, Federmeccanica e Confapi dichiarano, invece, irricevibili le piattaforme e ribadiscono che la disponibilita' a trattare e' condizionata al rispetto dell'accordo di luglio secondo il quale il recupero deve avvenire tra inflazione programmata e quella reale.


Le richieste della Fiom 
La piattaforma dei metalmeccanici della Cgil, sottoposta a referendum e che ha incassato 442.862 si' su 444.555 votanti, prevede un aumento della busta paga di 135 euro al mese, circa 261 mila lire in piu', che andrebbero a compensare per il 2,5% il recupero dell'inflazione; per il 4,5-5% l''aumento dei prezzi atteso per il 2003-2004; e per l'1,5% l'attivita' produttiva del settore. Una richiesta dunque che ritocca dell'8,5% del salario. E la Fiom si prepara ad una battaglia difficile ma sopratutto lunga. Non solo sul contratto. In ballo ci sono altre partite che potrebbero avere ripercussioni pesanti per i lavoratori, dalla delega sul mercato del lavoro che inserisce una flessibilita' al sindacato ostica, fino alla modifica dell'art.18 ancora congelata in Senato ma che il governo ha promesso di riavviare presto. Da qui l'ok alla ''cassa per la resistenza'', alimentata su base volontaria dai metalmeccanici, a sostegno delle lotte operaie.

Le richieste della Fim 
La piattaforma dei metalmeccanici della Cisl prevede invece un aumento salariale a regime del 5,5% pari a 86,1 euro in piu' al mese, circa 166 mila lire. Il conto e' stato fatto nell'ipotesi, piu' realistica, di una inflazione tendenziale a fine 2002 del 2,4%. A questo aumento si dovra' aggiungere una quota di produttivita' definita dal contratto, si pensa al 2%, da distribuire nel 2004 e da destinarsi ai lavoratori di quelle aziende che non realizzeranno nel quadriennio la contrattazione di secondo livello. Se invece l'inflazione a fine 2002 dovesse attestarsi non sul 2,4% previsto dalla Fim ma sul 2,5 o sul 2,6% la richiesta totale sarebbe rispettivamente del 5,7% o del 5,9%.

Le richieste della Uilm 
La piattaforma rivendicativa delle tute blu della Uil punta ad un aumento medio dei minimi contrattuali di 92,34 euro al quinto livello cui si aggiunge la richiesta di 250 euro per chi non fa contrattazione integrativa.